– DIEM sez. Matematica Finanziaria– ALGEBRA LINEARE PARTE III Marina Resta Università degli studi di Genova Dicembre 2005 Indice 1 PREMESSA 1 2 GENERALITA’ 2.1 RAPPRESENTAZIONE DI UN SISTEMA LINEARE IN FORMA MATRICIALE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1 2 3 SOLUZIONE DI SISTEMI LINEARI PARTICOLARI 3 4 SOLUZIONE DI SISTEMI LINEARI: REGOLA GENERALE 6 4.1 LA PROCEDURA DI GAUSS . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6 4.2 MATRICE COMPLETA E TEOREMA DI ROUCHE’–CAPELLI . . . . . . 14 4.3 SISTEMI LINEARI OMOGENEI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16 1 PREMESSA Le note presentate a seguire non sostituiscono gli appunti presi a lezione, né si presuppongono completamente esaustive degli argomenti affrontati nel corso della lezione. Il loro intento è semplicemente quello di porsi come materiale aggiuntivo, in grado di fornire ulteriori delucidazioni sui temi presentati in aula. 2 GENERALITA’ In generale un sistema lineare è costituito da un numero qualsiasi m di equazioni e da un numero qualsiasi n di incognite e si presenta nella forma: a11 x1 + . . . + a1i xi + . . . + a1n xn = b1 .. . ai1 x1 + . . . + aii xi + . . . + ain xn = bi . .. am1 x1 + . . . + ami xi + . . . + amn xn = bm dove i coefficienti aij , i = 1, . . . , m; j = 1, . . . , n sono numeri reali assegnati, cosı̀ come i termini noti bi , i = 1, . . . , m. La notazione aij usata è particolarmente appropriata, perché aij è il coefficiente associato all’incognita xj che compare nella i–esima equazione. Cosı̀, ad esempio, a23 sarà il coefficiente della variabile x3 nella seconda equazione; a57 sarà il coefficiente della variabile x7 nella quinta equazione, e cosı̀ via. 1 Marina Resta – DIEM sez. Matematica Finanziaria– Università degli studi di Genova Chiameremo soluzione del sistema ogni ennnupla di numeri reali x̄1 , . . . , x̄i , . . . , x̄n che verifica, con la sostituzione: x1 = x̄1 , . . . , xi = x̄i , . . . , xn = x̄n , tutte le m equazioni del sistema. Risolvere un sistema significa determinare l’insieme di tutte le sue soluzioni; un sistema che non ha soluzioni si dirà impossibile. 2.1 RAPPRESENTAZIONE DI UN SISTEMA LINEARE IN FORMA MATRICIALE Il sistema lineare: a11 x1 .. . ai1 x1 . .. am1 x1 + . . . + a1i xi + . . . + a1n xn = b1 + . . . + aii xi + . . . + ain xn = bi + . . . + ami xi + . . . + amn xn = bm viene, in genere rappresentato ricorrendo alla c.d. forma matriciale: i coefficienti associati alle incognite vengono raggruppati in una matrice, riportando nella prima, seconda, . . . , n–esima colonna i coefficienti delle variabili x1 , x2 , . . . , xn che compaiono nelle varie equazioni: a11 . . . a1j . . . a1n .. . A = ai1 . . . aij . . . ain . .. am1 . . . amj . . . amn La matrice A cosı̀ ottenuta è detta matrice dei coefficienti del sistema, e presenta un numero di righe uguale al numero delle equazioni, ed un numero di colonne uguale al numero delle incognite. x1 b1 x2 b2 .. .. . . Denotando con: x = xi il vettore delle incognite, e con b = bi il vettore . . .. .. xn bm ALGEBRA LINEARE PARTE III 2 Marina Resta – DIEM sez. Matematica Finanziaria– Università degli studi di Genova dei termini noti, il sistema presentato a inizio paragrafo può essere espresso nella seguente forma: Ax = b (1) 3 SOLUZIONE DI SISTEMI LINEARI PARTICOLARI Si consideri il sistema lineare: Ax = b (2) Assumiamo che esso sia quadrato, ossia che la matrice A dei coefficienti sia quadrata. Si potranno verificare due casi differenti: A non è invertibile. In tal caso, il sistema Ax = b non ammette soluzioni, ossia è impossibile. A è invertibile. In tal caso, il sistema Ax = b ammette soluzioni, o meglio ammette una e una sola soluzione; si dirà, allora, che il sistema è determinato, e avremo: x = A−1 b (3) A riprova di ciò, sostituendo la (3) nella (2) avremo: AA−1 b = (AA−1 ) b = b | {z } I Ne consegue che conoscendo la matrice inversa della matrice dei coefficienti, è possibile risolvere un sistema lineare di n equazioni in n incognite qualunque sia il vettore b dei termini noti. Esempio Si consideri il sistema lineare: 3x1 x1 4x1 +2x2 = 5 −x2 +4x3 = 2 +6x2 −7x3 = 1 In forma matriciale avremo: A z 3 1 4 ALGEBRA LINEARE PARTE III x b }| z }| { { z }| { 2 0 x1 5 −1 4 x2 = 2 6 −7 x3 1 3 Marina Resta – DIEM sez. Matematica Finanziaria– Università degli studi di Genova Trattandosi di un sistema quadrato, se A è invertibile si può risolvere secondo la: x = A−1 b . Per verificare l’invertibilità di A calcoliamo il determinante1 di A. Avremo: det(A) = −5 Poiché il valore appena calcolato è diverso da zero, la matrice è invertibile, e avremo: A−1 = 1 Agg(A) det(A) Nel nostro caso: −17 Agg(A) = 23 10 8 −12 −5 14 −21 −10 da cui: A −1 1 =− 5 −17 14 23 −21 10 −10 8 17 5 − 14 5 − 58 21 5 12 5 2 1 23 −12 = −5 −5 −2 Come controprova: 17 5 23 A−1 A = −5 −2 − 14 5 − 58 21 5 12 5 2 3 1 4 1 2 0 1 0 0 0 1 0 = AA−1 = I3 4 = 6 −7 0 0 1 −1 La soluzione del sistema sarà allora data da: 17 − 14 − 58 5 5 23 21 12 x = A−1 b = 5 5 −5 −2 2 1 5 49 5 61 2 = − 5 1 −5 Possiamo a questo punto introdurre la seguente definizione: 1 Usando ALGEBRA LINEARE PARTE III la regola di Sarrus, oppure applicando il primo teorema di Laplace. 4 Marina Resta – DIEM sez. Matematica Finanziaria– Università degli studi di Genova Un sistema lineare nella forma: Ax = b si dice sistema di Cramer se è quadrato, e se det(A) 6= 0. In tal caso, esso è determinato e ammette soluzione: x = A−1 b ovvero: x = {xi }, xi = det(Ai ) det(A) dove det(Ai ) è il determinante della matrice che si ottiene sostituendo la i–esima colonna di A con il vettore dei termini noti. Esempio Sia assegnato il sistema lineare: 3x1 ossia, in forma matriciale: x1 3 −1 1 1 −x2 = 1; +x2 = 3; x1 x2 = 1 3 Il sistema è quadrato, e: 3 det(A) = 1 −1 = 4 6= 0 1 dunque è di Cramer. Applicando la regola di Cramer: 1 −1 ; x1 = det(A1 ) = det(A1 ) = det(A) 3 1 da cui: x = ALGEBRA LINEARE PARTE III 1 2 3 det(A2 ) = 1 1 ; x2 = 3 det(A2 ) det(A) = 8 4 4 4 = 1; = 2; . 5 Marina Resta – DIEM sez. Matematica Finanziaria– Università degli studi di Genova 4 SOLUZIONE DI SISTEMI LINEARI: REGOLA GENERALE Caratteristica una matrice di La risolubilità di un sistema lineare può essere analizzata attraverso uno strumento che prende il nome di caratteristica o rango di una matrice , e si indica con la notazione: r(A). Le seguenti definizioni sono tra loro equivalenti. Data una matrice A: la caratteristica è un numero che indica il numero di vettori–colonna linearmente indipendenti presenti in A. la caratteristica è un numero che indica il numero massimo di passi di pivotizzazione che si possono compiere su A; la caratteristica è un numero che indica l’ordine massimo delle sottomatrici quadrate non singolari estraibili da A. Premesso che tali definizioni verranno chiarite ulteriormente a seguire, per il momento ci basterà sapere che un vettore y è linearmente dipendente da un insieme di vettori {x1 , x2 , . . . , xj , . . . xn }, se esiste un insieme di scalari t1 , t2 , . . . , tj , . . . , tn tale che: y = t1 x1 + t2 x2 + . . . + tj xj + . . . + tn xn . Tutte le definizioni fornite sono inoltre tra loro legate attraverso la procedura di riduzione di una matrice nota come procedura di Gauss o pivotizzazione. 4.1 LA PROCEDURA DI GAUSS La procedura di Gauss è un metodo iterativo in cui ogni passo si compone di tre fasi: (a) ricerca del pivot p relativo al passo generico i; (b) trasformazione della riga che ospita il pivot; (c) trasformazione delle altre righe della matrice Il punto di partenza è il primo elemento sulla diagonale principale della matrice A di dimensione m × n assegnata. Due differenti situazioni si possono presentare: a11 6= 0. In tal caso, diremo che a11 è il primo pivot e potremo porre in essere il primo passo di pivotizzazione, ossia attuare la: Fase (a) p1 = a11 Fase (b) La riga 1 che ospita il pivot viene moltiplicata per il reciproco di p1 : rT1 /p1 = rT1 /a11 ; Fase (c) Per la generica riga i 6= 1 che non contiene il pivot, essa si trasforma sommandola algebricamente alla riga ottenuta nella fase (b), moltiplicata per l’opposto del valore di ai1 , cioè per l’opposto del termine sulla riga i, nella colonna del pivot. ALGEBRA LINEARE PARTE III 6 Marina Resta – DIEM sez. Matematica Finanziaria– Università degli studi di Genova a11 = 0. In tal caso, il pivot andrà cercato tra i valori diversi da zero contenuti in una delle colonne a destra della prima, oppure in una delle righe sottostanti la prima. Se ciò non è possibile, la procedura si arresterà, altrimenti una volta effettuato lo scambio di riga e/o colonna, si potrà procedere come già illustrato sopra. Una volta eseguite le fasi (a)–(c), il primo passo di pivotizzazione si dirà concluso, e potrà essere realizzato il secondo passo, reiterando le fasi (a)–(c) appena spiegate. Si ricordi che la procedura si può arrestare per uno dei seguenti motivi: 1. non vi sono ulteriori elementi sulla diagonale principale; 2. tutti gli elementi contenuti nella sottomatrice ottenuta da A eliminando un numero di righe e di colonne pari al numero di passi di pivotizzazione già compiuti sono uguali a zero. Illustriamo la procedura con alcuni esempi. Esempio 2 1 3 . 3 1 0 Consideriamo la matrice A = 1 −1 4 Costruiamo A1 , ossia la matrice al termine del primo passo di pivotizzazione. Il primo pivot dovrebbe essere l’elemento di posto 1, 1, ossia 2. Poiché esso è diverso da zero possiamo attuare la : Fase (a) p1 = a11 = 2 Fase (b) Moltiplichiamo la prima riga di A per il reciproco del pivot: 1 [ 2 1 2 3 ]=[ 1 1/2 3/2 ] Fase (c) Per la riga due, il termine sulla riga 2, nella colonna del pivot è 3; avremo allora: 3 1 0 + (−3) 1 1/2 3/2 = = = 3 1 0 0 −1/2 + −3 −9/2 −3/2 −9/2 = Per la riga tre, il termine sulla riga 3, nella colonna del pivot è 1; avremo allora: 1 −1 4 + (−1) 1 1/2 3/2 = = = ALGEBRA LINEARE PARTE III 1 −1 0 −3/2 4 + 5/2 −1 −1/2 −3/2 = 7 Marina Resta – DIEM sez. Matematica Finanziaria– Università degli studi di Genova 1 1/2 3/2 La matrice A1 sarà dunque: A1 = 0 −1/2 −9/2 . 0 −3/2 5/2 Costruiamo ora A2 , ossia la matrice al termine del secondo passo di pivotizzazione. Il secondo pivot dovrebbe essere l’elemento di posto 2, 2 su A1 , ossia −1/2. Poiché esso è diverso da zero possiamo attuare la : Fase (a) p2 = −1/2 Fase (b) Moltiplichiamo la seconda riga di A1 per il reciproco del pivot: −2 0 −1/2 −9/2 = 0 1 9 Fase (c) Per la riga uno, il termine sulla riga 1, nella colonna del pivot è 1/2; avremo allora: 1 1/2 3/2 + (−1/2) 0 1 9 = = = 1 1/2 3/2 1 0 0 −3/2 5/2 0 0 −3 + 0 −1/2 −9/2 = Per la riga tre, il termine sulla riga 3, nella colonna del pivot è -3/2; avremo allora: 0 −3/2 5/2 + (3/2) 0 1 9 = = = 16 1 0 La matrice A2 sarà dunque: A2 = 0 0 Costruiamo ora A3 , ossia la matrice al terzo pivot dovrebbe essere l’elemento diverso da zero possiamo attuare la: + −3 0 3/2 27/2 = 1 9 . 0 16 termine del terzo passo di pivotizzazione. Il di posto 3, 3 su A2 , ossia 16. Poiché esso è Fase (a) p3 = 16 Fase (b) Moltiplichiamo la terza riga di A2 per il reciproco del pivot: (1/16) 0 0 16 = 0 0 1 ALGEBRA LINEARE PARTE III 8 Marina Resta – DIEM sez. Matematica Finanziaria– Università degli studi di Genova Fase (c) Per la riga uno, il termine sulla riga 1, nella colonna del pivot è -3; avremo allora: 1 0 −3 + 3 0 0 1 = = = 1 0 −3 1 0 0 + 0 0 3 = Per la riga due, il termine sulla riga 2, nella colonna del pivot è 9; avremo allora: 0 1 9 + (−9) 0 0 1 = = = 0 1 9 0 1 0 1 0 + 0 0 0 −9 = . 0 1 0 La matrice A3 sarà dunque: A2 = 0 0 1 La procedura si arresta per assenza di ulteriori righe, dunque il numero di passi di pivotizzazione (e quindi la caratteristica) è pari a 3. Esempio 2 1 . 3 1 Consideriamo la matrice A = 1 −1 Costruiamo A1 , ossia la matrice al termine del primo passo di pivotizzazione. Il primo pivot dovrebbe essere l’elemento di posto 1, 1, ossia 2. Poiché esso è diverso da zero possiamo attuare la : Fase (a) p1 = a11 = 2 Fase (b) Moltiplichiamo la prima riga di A per il reciproco del pivot: 1 [ 2 1 ] = [ 1 1/2 ] 2 Fase (c) Per la riga due, il termine sulla riga 2, nella colonna del pivot è 3; avremo allora: 3 1 + (−3) 1 1/2 = = = ALGEBRA LINEARE PARTE III 3 1 + 0 −1/2 −3 −3/2 = 9 Marina Resta – DIEM sez. Matematica Finanziaria– Università degli studi di Genova Per la riga tre, il termine sulla riga 3, nella colonna del pivot è 1; avremo allora: 1 −1 + (−1) 1 1/2 = = = 1 −1 0 −3/2 1 + 1/2 −1 −1/2 = La matrice A1 sarà dunque: A1 = 0 −1/2 . 0 −3/2 Costruiamo ora A2 , ossia la matrice al termine del secondo passo di pivotizzazione. Il secondo pivot dovrebbe essere l’elemento di posto 2, 2 su A1 , ossia −1/2. Poiché esso è diverso da zero possiamo attuare la : Fase (a) p2 = −1/2 Fase (b) Moltiplichiamo la seconda riga di A1 per il reciproco del pivot: −2 0 −1/2 = 0 1 Fase (c) Per la riga uno, il termine sulla riga 1, nella colonna del pivot è 1/2; avremo allora: 1 1/2 + (−1/2) 0 1 = = = 1 1/2 1 0 0 −3/2 0 0 + 0 −1/2 = Per la riga tre, il termine sulla riga 3, nella colonna del pivot è -3/2; avremo allora: 0 −3/2 + (3/2) 0 1 = = = 1 0 + 0 3/22 = . 0 1 La matrice A2 sarà dunque: A2 = 0 0 La procedura si arresta per assenza di ulteriori righe su cui cercare il pivot; dunque il numero di passi di pivotizzazione (e quindi la caratteristica) è pari a 2. Esempio ALGEBRA LINEARE PARTE III 10 Marina Resta – DIEM sez. Matematica Finanziaria– Università degli studi di Genova 2 1 3 Consideriamo la matrice A = . 3 1 0 Costruiamo A1 , ossia la matrice al termine del primo passo di pivotizzazione. Il primo pivot dovrebbe essere l’elemento di posto 1, 1, ossia 2. Poiché esso è diverso da zero possiamo attuare la : Fase (a) p1 = a11 = 2 Fase (b) Moltiplichiamo la prima riga di A per il reciproco del pivot: 1 [ 2 1 2 3 ]=[ 1 1/2 3/2 ] Fase (c) Per la riga due, il termine sulla riga 2, nella colonna del pivot è 3; avremo allora: 3 1 0 + (−3) 1 1/2 3/2 = = = 3 1 0 0 −1/2 + −3 −9/2 1 −3/2 1/2 3/2 La matrice A1 sarà dunque: A1 = −9/2 = . 0 −1/2 −9/2 Costruiamo ora A2 , ossia la matrice al termine del secondo passo di pivotizzazione. Il secondo pivot dovrebbe essere l’elemento di posto 2, 2 su A1 , ossia −1/2. Poiché esso è diverso da zero possiamo attuare la : Fase (a) p2 = −1/2 Fase (b) Moltiplichiamo la seconda riga di A1 per il reciproco del pivot: −2 0 −1/2 −9/2 = 0 1 9 Fase (c) Per la riga uno, il termine sulla riga 1, nella colonna del pivot è 1/2; avremo allora: 1 1/2 3/2 + (−1/2) 0 1 9 = = = 1 1/2 1 0 3/2 −3 La matrice A2 sarà dunque: A2 = 1 0 + −3 0 −1/2 −9/2 = . 0 1 9 La procedura si arresta per assenza di ulteriori righe, dunque il numero di passi di pivotizzazione (e quindi la caratteristica) è pari a 2. ALGEBRA LINEARE PARTE III 11 Marina Resta – DIEM sez. Matematica Finanziaria– Università degli studi di Genova Esempio 2 1 3 0 . 3 1 0 −1 −1/2 −3/2 Costruiamo A1 , ossia la matrice al termine del primo passo di pivotizzazione. Il primo pivot dovrebbe essere l’elemento di posto 1, 1, ossia 2. Poiché esso è diverso da zero possiamo attuare la : Consideriamo la matrice A = 3 1 Fase (a) p1 = a11 = 2 Fase (b) Moltiplichiamo la prima riga di A per il reciproco del pivot: 1 [ 2 1 2 3 ]=[ 1 1/2 3/2 ] Fase (c) Per la riga due, il termine sulla riga 2, nella colonna del pivot è 3; avremo allora: 3 1 0 + (−3) 1 1/2 3/2 = = = 3 1 0 0 −1/2 3 1 0 0 −1/2 + −3 −9/2 −3/2 −9/2 = Per la riga tre, il termine sulla riga 3, nella colonna del pivot è 3; avremo allora: 3 1 0 + (−3) 1 1/2 3/2 = = = + −3 −9/2 −3/2 −9/2 = Per la riga quattro, il termine sulla riga 4, nella colonna del pivot è -1; avremo allora: −1 −1/2 −3/2 + 1 1/2 3/2 = = = −1 0 −1/2 0 0 1 −3/2 1/2 0 −1/2 La matrice A1 sarà dunque: A1 = 0 −1/2 0 0 ALGEBRA LINEARE PARTE III + 1 1/2 3/2 3/2 = −9/2 . −9/2 0 12 Marina Resta – DIEM sez. Matematica Finanziaria– Università degli studi di Genova Costruiamo ora A2 , ossia la matrice al termine del secondo passo di pivotizzazione. Il secondo pivot dovrebbe essere l’elemento di posto 2, 2 su A1 , ossia −1/2. Poiché esso è diverso da zero possiamo attuare la : Fase (a) p2 = −1/2 Fase (b) Moltiplichiamo la seconda riga di A1 per il reciproco del pivot: −2 0 −1/2 −9/2 = 0 1 9 Fase (c) Per la riga uno, il termine sulla riga 1, nella colonna del pivot è 1/2; avremo allora: 1 1/2 3/2 + (−1/2) 0 1 9 = = = 1 1/2 3/2 1 0 0 −1/2 −3 + 0 −1/2 −9/2 = Per la riga tre, il termine sulla riga 3, nella colonna del pivot è −1/2; avremo allora: 0 −1/2 −9/2 + (1/2) 0 1 9 = = = 0 0 0 −9/2 + 0 1/2 9/2 = Per la riga quattro, il termine sulla riga 4, nella colonna del pivot è 0; avremo allora: 0 0 0 +0 0 1 9 = = = 0 0 0 0 0 0 1 0 + −4 0 0 0 = 0 1 −3 . La matrice A2 sarà dunque: A2 = 0 0 0 0 0 0 A questo punto, poichè la sottomatrice che si ottiene da A2 eliminando le prime due 0 , la procedura si arresta per assenza di ulteriori righe e le prime due colonne è: 0 pivot, dunque il numero di passi di pivotizzazione (e quindi la caratteristica) è pari a 2. ALGEBRA LINEARE PARTE III 13 Marina Resta 4.2 – DIEM sez. Matematica Finanziaria– Università degli studi di Genova MATRICE COMPLETA E TEOREMA DI ROUCHE’–CAPELLI Dato il sistema lineare Ax = b, chiameremo matrice completa e la indicheremo con A/b, la matrice che si ottiene affiancando ad A il vettore dei termini noti: A/b = [A|b] Una volta costruita la matrice completa, è possibile pivotizzarla applicando agli elementi di b tutte le trasformazioni che avvengono sulle righe di A. Vale in proposito il seguente teorema (teorema di Rouché–Capelli): Dato il sistema lineare Ax = b, sia A/b la corrispondente matrice completa. Se: r(A/b) = r(A) = n, il sistema è determinato; r(A/b) = r(A) = m < n, il sistema è indeterminato, ossia ammette infinite alla (n − m) soluzioni; r(A/b) < min(m, n), il sistema è impossibile. Vediamo alcuni esempi. Esempio Sia: 1 2 1 3 3 1 0 x = 2 5 1 −1 4 La corrispondente matrice completa è: 2 1 3| 3 1 0| 1 −1 4| 1 2 5 In corrispondenza dei diversi passi di pivotizzazione, avremo: 1 1/2 3/2| 1/2 1 0 A1 /b1 = 0 −1/2 −9/2| 1/2 ; A2 /b2 = 0 1 0 −3/2 5/2| 9/2 0 0 1 0 A3 /b3 = 0 1 0 0 0| 0| 1| −3| 1 9| −1 ; 16| 3 25/16 −43/16 ; 3/16 25/16 . −43/16 r(A/b) = r(A) = 3, dunque il sistema è determinato. La soluzione è: x = 3/16 Esempio ALGEBRA LINEARE PARTE III 14 Marina Resta – DIEM sez. Matematica Finanziaria– Università degli studi di Genova Sia: 3 2 1 3 1 x = 0 4 1 −1 La corrispondente matrice completa è: 2 1 |3 3 1 |0 1 −1 |4 In corrispondenza dei diversi passi di pivotizzazione, avremo: 1 0| 1 1/2| 3/2 A1 /b1 = 0 −1/2| −9/2 ; A2 /b2 = 0 1| 0 0| 0 −3/2| 5/2 −3 9 ; 16 r(A/b) = 2 < min(3, 3), dunque il sistema è impossibile. Esempio Sia: 2 1 3 1 x= 3 1 0 2 La corrispondente matrice completa è: 2 1 3 1 3| 0| 1 2 In corrispondenza dei diversi passi di pivotizzazione, avremo: 1 1/2 3/2| 1/2 1 0 ; A2 /b2 = A1 /b1 = 0 −1/2 −9/2| 1/2 0 1 −3| 9| 1 −1 ; r(A/b) = r(A) = m = 2 < n = 3, dunque il sistema è indeterminato. Un altro modo per visualizzare detta conclusione, ossia il fatto che il sistema sia indeterminato, consiste nel riscrivere il sistema lineare in base alla matrice A2 /b2 : (−3)x3 = 1; x1 + x2 + da cui, portando x3 a secondo membro: x1 = e, posto x3 = t1 : ALGEBRA LINEARE PARTE III x2 9x3 = −1; 1 + 3x3 ; = −1 − 9x3 ; 15 x1 x2 x3 = 1 + 3t1 ; = −1 − 9t1 ; = t1 1 + 3t1 L’insieme delle soluzioni sarà, pertanto: x = −1 − 9t1 . t1 4.3 SISTEMI LINEARI OMOGENEI Un sistema lineare si dice omogeneo se il vettore dei termini noti è il vettore nullo: Ax = 0 Si ricordano le principali proprietà: Se un sistema lineare omogeneo è quadrato e determinato, allora l’unica soluzione è la c.d. soluzione banale o triviale: x = 0. Un sistema lineare omogeneo non quadrato può essere determinato, se r(A) = n < m, e tutte le k = (m − n) righe della matrice completa An /bn successive alla n–esima sono nulle. 16