IL CORPO - II, 4/5, dicembre 1995
Prolegomeni ad ogni futura tassonomia
del corpo nella musica rock
di FRANCO GONELLA
Potrei credere solo ad un dio che sapesse danzare
NIETZSCHE
Premessa
Il rock nacque come sorprendente manifestazione di un corpo sessuato. Elvis e il roteare dei suoi fianchi suggerirono alle giovani platee
americane del dopoguerra la presenza della fisicità che, come la lettera
rubata di Poe, era stata fino ad allora troppo evidentemente in mostra per
essere percepita.
Il corpo è rimasto protagonista della musica rock, ma è stato quasi completamente ignorato dai molti studi sociologici, antropologici, psicologici,
semiologici e di storia del costume che sono stati dedicati a questo genere musicale.
Nelle pagine che seguono tenteremo di tracciare uno schematico quadro
di riferimento relativo alla presenza del corpo nella storia della musica
rock, ai luoghi in cui il corpo si manifesta, alle parti del corpo più tipicamente marcate dallo spirito rock.
A.
La storia
È bene premettere che:
1. il termine rock presenta confini temporali e di genere assai
confusi; per comodità utilizzeremo questo termine come « parola-valigia
», atta a contenere tutti i principali generi e sottogeneri musicali popolari
nati dal 1955 ad oggi;
2. la storia del rock è intimamente intrecciata con la storia del
costume; gli abiti di una certa foggia che ricoprono il corpo sono quindi
la prima fonte di riconoscimento di un corpo rock.
Prenderemo in considerazione cinque segmenti temporali, corrisponden71
F. Gonella, Prolegomeni ad ogni futura tassonomia del corpo rock
ti ad altrettanti sottogeneri musicali, che ci serviranno per individuare cinque modi diversi, fortemente emblematici, di essere un corpo nella musica rock. Essi sono:
a) il rock «classico» (1955-1960): il corpo sessuato;
b) il rock « psichedelico » (1968-1972): il corpo ascetico;
c) il glam rock (1972-1975): il corpo artificiale;
d) il punk rock (1976-1989): il corpo-macchina;
e) la techno (1989): il corpo estremo.
a) Il rock nacque maschile. Tutti i padri fondatori furono uomini:
Elvis, Chuck Berry, Little Richards, Cari Perkins, Jerry Lee Lewis. Era
inevitabile che il primo corpo del rock fosse fortemente marcato dalla sessualità maschile nei gesti, nelle posture sulle copertine dei dischi, nell'abbigliamento. Fu la prima generazione che rifiutò, più che il Nome, il
Corpo-del-Padre, immobile, ieratico, grave.
b) Il periodo psichedelico è interessante perché presenta, nei confronti del corpo, un’ambivalenza irrisolta. Da un lato il corpo è nascosto
sotto ampie vesti che ne coprono e confondono l’aspetto sessuale, dall'altro il corpo è spesso mostrato nudo, nella sua primitiva e innocente semplicità, soprattutto ai concerti, in cui spogliarsi e fare l’amore divenne «
naturale », e in alcune copertine di dischi. Si pensi alla marea di donne
nude sul censuratissimo Electric Ladyland di Hendrix o a Two Virgins, in
cui John e Joko si mostrano nella loro adamitica bruttezza: troppo magro
lui, con i seni cadenti lei, eppure belli, perché santi.
c) Il glam è a tutt’oggi un genere largamente ignorato dalla critica
musicale e dall’analisi sociologica. Eppure in esso sono presenti elementi
di estremo interesse, che toccano le modalità di rappresentazione del
corpo. Ci troviamo dinanzi ad una cesura tipicamente postmoderna: il
passato pare fornire ai musicisti una sterminata congerie di repertori adattabili. Il corpo diventa quindi artificialità, costruzione. Nascono gli androgini (Bowie), le donne dure in pelle e borchie (Suzy Quatro), i travestimenti che parlano di corpi spaziali (i Kiss). Trionfa il bricolage-kitsch:
fatti-un-corpo-con-quello-che-trovi-nel-ripostiglio.
d) II punk scopri il corpo quale macchina desiderante sottoposta alle
leggi della società capitalistica. Per sottrarvelo, il corpo fu martoriato,
72
IL CORPO - II, 4/5, dicembre 1995
tagliuzzato, incatenato, bucato, tatuato. Mai come allora il rock fu soprattutto un corpo — carne-sangue-sperma, nel colore dei capelli, nelle ferite
autoinferte, nelle costrizioni sadiche, nei buchi dell'eroina, per offrirsi
come prova tangibile di un’esistenza altra, irriducibile alla macchina capitalista.
e) Con la techno il corpo si spinge verso un estremo non umano. Con
l’ausilio della tecnologia chimica (l’extasy) il corpo può infatti ballare inesausto per ore, al pulsare di un ritmo concepito per favorire l’esperienza
estatica. Paradossalmente il corpo, per sperimentare la propria perdita,
deve essere perfetto, allenato, levigato. Si desidera situarsi in uno spazio
esterno alla propria perfezione, per contemplarsi in una sintesi mistica.
Questo breve excursus tralascia, come è ovvio, una miriade di sottogeneri che hanno fatto del corpo un proprio elemento cruciale. Vorrei
citare, fra gli altri, i mod, per cui il corpo è ininfluente, quasi invisibile,
borghese, solo il cervello, stimolato dall’anfetamina, corre impazzito; i
dark, con i loro travestimenti tenebrosamente sadomaso, in un fiorire di
punizioni corporee, fra lacci e corsetti; gli skin, orgogliosi di mostrare
corpi massicciamente operai.
B.
I luoghi
Tipicamente il corpo viene mostrato:
a) in strada;
b) ai concerti;
c) sulle copertine.
a) Non ci soffermeremo perché rientra a pieno titolo nel paragrafo
precedente. Possiamo solo aggiungere che, tipicamente, il corpo rock in
strada non è quasi mai isolato, ma tende a vivere in gruppo, che diviene
poi anch’esso un nuovo corpo, compatto nei segni e nei gesti.
b) Le esibizioni live sono il luogo in cui il corpo viene totalmente
messo in gioco, sia da parte dei musicisti, sia da parte del pubblico. Nei
concerti il corpo viene prima di tutto esposto. Gli episodi sono innumerevoli: Jim Morrison che si denuda al concerto di Miami; Janis Joplin che
simula una fellatio al microfono; le Slits, un gruppo punk femminile, che
73
F. Gonella, Prolegomeni ad ogni futura tassonomia del corpo rock
si tolgono gli assorbenti sul palco e li gettano sul pubblico; le danze, gli
spogliarelli o gli amplessi degli spettatori. A volte, viene usato come veicolo per eseprienze estatiche (si pensi ai citati rave party, ma anche alla
mistica della droga leggera negli ipnotici concerti dei Grateful Dead, o ai
punk, che « pogano » e cercano di volare sul palco, in cui l’esperienza fisica forte, l’estasi masochistica consiste nel farsi male, nell’essere menati dal
servizio d’ordine). In un caso, celeberrimo, il corpo entra veramente in
scena: durante il Rocky Horror Picture Show lo spettatore diventa attore,
confondendosi finalmente con l’officiante del rito, divenendo corpo
mistico non legato alla cerimonia solo e semplicemente dalla vibrazione
sonora.
c) II corpo viene infine mostrato sulle copertine dei dischi (si potrebbe a questo proposito aprire un’interessante discussione su come la diffusione dei CD, di formato più ridotto rispetto ai vecchi LP, abbia comportato una drastica diminuzione di rappresentazioni di corpi, in favore di
immagini stilizzate). Oltre alle già citate copertine di Hendrix e dei coniugi Lennon, indicheremo alcuni momenti significativi, in cui il corpo è
stato oggetto di particolare attenzione:
caso 1. Nei primi anni ’60, durante l’esplosione del twist, dell’hucklebuck, del fly, dello swim e di altri tipi di ballo, le copertine riportavano piccole fotografie che mostravano come muovere i passi, in pose rese
innaturali e un po’ comiche dalla frammentazione della fluida scioltezza
della danza in tanti piccoli episodi non collegati;
caso 2. Nel 1966 fu censurata ai Beatles la famosa «butcher cover»
di Yesterday & Today, che presentava i quattro di Liverpool in abiti da
macellai, fra quarti di carne e bambolotti disarticolati;
caso 3. Sul finire degli anni 70 si diffuse un rock « cibernetico »,
rappresentato da gruppi quali i Kraftwerk, i Devo, Gary Numan; le loro
copertine raffiguravano corpi robotizzati, senza nulla di umano;
caso 4. Nel 1992 è uscito un disco di un gruppo grindcore, i Type
O Negative, intitolato The Origin of the Feces, vi si mostra un ano dilatato; la copertina non è stata censurata.
74
IL CORPO - II, 4/5, dicembre 1995
C.
Le parti del corpo
La parte del corpo più marchiata dal rock sono i capelli. Le basette e il ciuffo dei rockabilly, il caschetto dei beat, il taglio corto dei mod, le
chiome incolte degli hippie, i riccioli fluenti dei metallari, le creste dei
punk, le elaborate acconciature dark, le teste scolpite dei rapper sono solo
un piccolo inventario di come il rock abbia comunicato con i capelli.
Anche la superficie della pelle è da sempre oggetto di attenzione:
la pelle può infatti essere tatuata (Henry Rollins, musicista e scrittore
punk, possiede un corpo quasi totalmente tatuato da una sorta di enciclopedia di slogan politici, sociali, sentimentali), può essere oggetto di innesti o di mutamenti di colore (la sorprendente bianchezza di Michael
Jackson).
Un capitolo a sé meriterebbe la voce, come espressione emblematica di essere-quel-corpo: basti pensare all’abisso che intercorre fra il sensuale tono basso di Elvis in Love Me Tender e l’urlo lancinante di Johnny
Rotten in Anarchy in the U.K., fra gli esercizi di vocalizzi estremi di
Demetrio Stratos o, più recentemente, di Diamanda Galas e il martellante tappeto sonoro dei rapper.
Questo breve quadro non può non tralasciare innumerevoli elementi. Si
pensi solo alle interessanti opposizioni:
1. corpo sano (i Beach Boys) vs. corpo malato (i dark};
2. corpo maschile (Mick Jagger) vs. corpo femminile (Tina
Turner) vs. transgender (Sinead O’ Connor).
Vorremmo concludere citando due gruppi a noi particolarmente
cari: i Residents e i Ramones. Due gruppi profondamente dissimili per
tipo di musica, stili delle copertine, performance live, eppure accomunati
da una intuizione di fondo, che è una provocazione sulla fine del corpo.
Da sempre i due gruppi si presentano infatti nello stesso modo, identici a
se stessi, immutabili, quasi geroglifici: jeans sfilacciati, t-shirt, chiodo i
Ramones, frac e i caratteristici globi oculari a coprire il capo i Residents.
Ormai più simili a cartoni animati che a persone, a voler suggerire che in
un’epoca di simulacri l’unica via di salvezza è trasformarsi in un’icona.
FRANCO GONELLA lavora presso una scuola di management.
75