Il No al nucleare degli alunni del “Marzolla”

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Il No al nucleare degli alunni del “Marzolla”
Il nostro mini-referendum sulle centrali nucleari in Puglia
Da un sondaggio su un campione di 78 alunni del nostro Istituto di secondo e terzo liceo, è venuto
fuori un NO netto alla costruzione di centrali nucleari sul territorio nazionale ed in particolare in Puglia.
Su tale argomento gli studenti sanno bene cosa sia una centrale nucleare e ritengono che i rischi
maggiori siano i tumori, le malattie genetiche, le malformazioni e, anche se in misura minore,
l’inquinamento. Solo una bassa percentuale pensa che le centrali non procurino danni rilevanti.
Il 12 e il 13 giugno prossimi gli Italiani sono chiamati ad esprimersi in merito proprio al nucleare, oltre
che sull’acqua, come bene pubblico o patrimonio in mani di privati, ed ancora si deciderà sul legittimo
impedimento.
E la necessità di costruire Centrali nucleari anche in Italia, nasce proprio dal fatto che gli utenti italiani
pagano attualmente uno dei prezzi del chliwattora più elevati
in Europa. Ecco perché il governo Berlusconi il 23 maggio
2008 ha annunciato la ripresa del piano nucleare interrotto da
due decenni, quando vennero chiusi i siti di Latina, nel 1982,
di Sessa Aurunca (CE), nel 1982 , di Trino (VC) e di Caorso
(PC) nel 1990, con l'impegno ad avviare la costruzione di una
nuova centrale entro il 2013. Ma gli Italiani sono disponibili a
pagare meno in denaro e...più in danni fisici e ambientali?
Davvero vogliamo paragonare la moneta alla nostra
esistenza? Forse troppi sono i lati negativi del nucleare: 20
anni per la costruzione delle centrali, la fine naturale delle
riserve di uranio tra un centinaio di anni, l’utilizzo di tecnologia
straniera a dir poco obsoleta, con l’esclusione delle
professionalità italiane, la non idoneità dei siti italiani dal punto
di vista geologico, soggetti a terremoti ed eruzioni vulcaniche,
l’impossibilità di rispettare le distanze di sicurezza tra le
centrali e i centri abitati, a causa del grado di urbanizzazione
ormai raggiunto dal Paese, l’alterazione delle temperature dei
corsi d’acqua in prossimità degli impianti per lo
scarico delle acque di raffreddamento, con problemi
per le falde acquifere e la relativa potabilità dell'acqua
e non per ultimi, i problemi legati allo smaltimento
delle scorie. Ma perché non produrre energia a costo
zero e inquinamento zero, sfruttando il moto ondoso
del mare o quello del vento oppure i raggi del sole?
L’astrofisica Margherita Hack, finora accesa
nuclearista, afferma, alla vigilia del referendum:
"Tenuto conto dei prevedibili crescenti sviluppi delle
centrali di energia rinnovabile, si puo' concludere che
non e' necessario ne' economico puntare sulla
costruzione di centrali nucleari, e pur raccomandando
di non abbandonare la ricerca in questo campo, e'
preferibile sviluppare al massimo la ricerca sulle
rinnovabili, seguendo l'esempio della Germania, o
addirittura della Svezia, che pur avendo tanto meno
sole di noi, utilizzano molto di più l'energia solare ed
eolica".
E allora prima informiamoci bene su cosa
significherebbe un SI alle centrali nucleari e poi, liberi
dalla idee di destra e di sinistra, andiamo a votare,
secondo coscienza, pensando solamente a rendere il
nostro futuro più sicuro possibile... perlomeno dai
danni provocati dalle nostre stesse mani.
Arianna Grafiti VC
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