Comunità Montana “Vallo di Diano” “Agenzia di Innovazione e Ricerca Territoriale” CUP: D35I08000070006 POR FESR Campania 2007/2013 Obiettivo Operativo 5.1 E-Government e E-Inclusion PIANO COMPRENSORIALE SU BASE GIS DELLE POLITICHE ENERGETICHE PRODOTTO P33 Informazioni sul documento Titolo de documento: PIANO COMPRENSORIALE POLITICHE ENERGETICHE SU BASE GIS P33 Codice del documento: AIRT_GL_AZ_PIANO COMPRENSORIALE GIS.doc Autori del Documento: Ing. Alessandra Zambrano Versione: Data consegna: 1.0 Status: 30/04/2013 1 Sommario PREMESSE .................................................................................................................................................................. 3 PIANO COMPRENSORIALE SULLE POLITICHE ENERGETICHE SU BASE GIS .................................................................... 4 PROGETTO DI MASSIMA DEL PIANO COMPRENSORIALE DELLE POLITICHE ENERGETICHE SU BASE GIS ...................... 5 Metodologia per la valutazione dell’efficienza energetica ............................................................................................ 6 Metodologia per impianti a Bio-massa ........................................................................................................................ 11 Metodologia per un impianto eolico ............................................................................................................................ 13 2 PREMESSE Nell’ambito del progetto AIRT è stato introdotto con ilpiano d’azione approvato a novembre 2012, il prodotto “piano comprensoriale delle politiche energetiche su base GIS”. Tale prodotto consiste, secondo quanto concordato con il RUP, nell’individuazione della cartografia tematica in materia di politiche energetiche contenuta nel Piano territoriale di coordinamento Provinciale (PTCP). La sottoscritta ha inoltre aggiunto nel presente documento uno progetto di massima per sviluppare le indicazioni del PTCP in un piano comprensoriale del Vallo di Diano su base Sistema Informativo Geografico GIS. Tale progetto di massima ha lo scopo di definire la tipologia ed l’entità dell’incarico da conferire ad un team composto da esperti di energetica, di GIS ed informatici per la realizzazione esecutiva del piano comprensoriale delle politiche energetiche. Nell’allegato 0.1.3 “politiche energetiche” la provincia di Salerno espone una valutazione del potenziale solare del territorio, la valutazione del potenziale dell’energia eolica, del potenziale energetico delle biomasse individuando le caratteristiche agroforestali dell’intera provincia. In particolare nel Comune di Sala Consilina individua un sito favorevole alla realizzazione di un parco eolico. 3 PIANO COMPRENSORIALE SULLE POLITICHE ENERGETICHE SU BASE GIS In risposta a quanto richiesto dal RUP, ovvero di effettuare un’istruttoria sulla documentazione a corredo del PTCP e quindi di estrapolare dal PTCP della Provincia di Salerno le carte tematiche relative alle politiche energetiche si riporta di seguito l’elenco delle carte contenute nel suddetto Piano Territoriale di Coordinamento approvato nel 2012: Il PTCP ha elaborato le seguenti carte tematiche: carta uso agricolo serie 1 1_5_1_b.pdf carta delle aree agro-forestale serie 1 1_5_2_b.pdf carta delle infrastrutture trasporti e logistica serie 2 2_1_1_b.pdf 4 PROGETTO DI MASSIMA DEL PIANO COMPRENSORIALE DELLE POLITICHE ENERGETICHE SU BASE GIS In aggiunta, sebbene non richiesto nel piano d’azione AIRT approvato nel 2012, si presenta di seguito un progetto di massima finalizzato allo sviluppo di una metodologia per la realizzazione di un piano comprensoriale delle politiche energetiche che si avvalga dello strumento GIS, strumento utile alla pianificazione territoriale delle risorse energetiche distribuite sul territorio da realizzarsi da esperti in energetica e pianificazione sostenibile, esperti GIS e informatici. Il presente progetto di massima ha lo scopo di fornire gli elementi per la predisposizione di un incarico a progettista esperto in energetica e gis o team di esperti per la redazione di un piano comprensoriale delle politiche energetiche. Difatti, come già proposto nello studio di fattibilità della fase 4 consegnato dalla sottoscritta nel gennaio 2012, lo sviluppo di tali elaborati deve essere realizzato da esperti in materia di energetica in stretta collaborazione con le amministrazioni locali. Un simile lavoro potrebbe rientrare nel lavoro dell’ufficio urbanistico associato. Nel seguito si discuterà della possibilità di utilizzare il supporto GIS per: analizzare su scala urbana l’efficienza energetica mediante la visualizzazione su cartografia del consumo di gas metano, di elettricità ecc. valutare le reali potenzialità di sviluppo di una filiera biomassa-energia valutare le reali potenzialità di sviluppo di installazione di un impianto eolico. 5 Metodologia per la valutazione dell’efficienza energetica Lo strumento GIS può essere utilizzato per la rilevazione dell’efficienza energetica degli edifici come di seguito verrà esposto. Le caratteristiche e le fonti dei dati La georeferenziazione dei consumi necessita del supporto cartografico: a tale scopo potranno essere utilizzati dati raster e dati vettoriali. I dati raster sono fondamentalmente costituiti dalla mosaicatura delle CTR in scala 1: 5.000 della regione georeferenziate nel sistema UTM/WGS84. I dati vettoriali, anch’essi in coordinate UTM/WGS84, sono costituiti dai seguenti strati informativi: Grafo stradale (geometria lineare), rappresentazione geometrica lineare degli assi strada, a cui sono associati i dati della toponomastica. Limiti Amministrativi Comunali e di Quartiere (geometria areale). Edifici (geometria areale). I civici che si otterranno dalla gara per la toponomastica, in corso di espletamento, saranno relazionate al perimetro dell’edificio, questa scelta permetterà di attribuire all’edificio la somma dei consumi georiferiti sui civici attraverso semplici analisi di overlay topologico. I dati utilizzati per la stima dell’efficienza energetica degli edifici potranno essere ai consumi di gas naturale che, nell’ambito del territorio Vallo di Diano, rappresentano la quasi totalità delle fonti energetiche impiegate per il riscaldamento degli edifici ad uso residenziale, ad eccezione di alcune realtà come ad esempio non servite da rete ma che utilizzano serbatoi isolati, come ad esempio Sassano. Il dato del consumo da rete potrà essere derivato da lettura diretta dello strumento di misura. Lo strumento di misura è relazionato al punto di rilascio della fornitura (di seguito POD, acronimo di Point Of Delivery), che rappresenta la locazione fisica su cui viene erogata la fornitura del servizio. Risulta evidente come, nel tempo, al medesimo POD possono essere associati diversi strumenti di misura: il consumo di fatto viene quindi attribuito al POD, ed è il medesimo POD che viene coerentemente georiferito sull’edificio per calcolare i consumi di quest’ultimo. Le letture direttamente rilevate sul campo subiscono poi una serie di controlli prima di essere catalogate come rilievi validi. Il primo controllo evidente è che, a parità di strumento di misura, una lettura cronologicamente successiva deve riportare un valore maggiore della lettura precedente. In realtà questo controllo non è sufficiente per qualificare il consumo: le varie tipologie di fornitura, relazionate alle caratteristiche termiche della zona in cui viene erogato, alla stagionalità di rilievo del consumo, permettono di definire intervalli coerenti, entro i quali una lettura può essere considerata significativa, contribuendo di fatto alla generazione della banca dati storica dei consumi. 6 Si riporta di seguito l’algoritmo di massima per la realizzazione del prodotto “valutazione dell’efficienza energetica: o acquisizione della lettura; o prima verifica di coerenza (lettura positiva e superiore alla lettura antecedente); o calcolo consumo (differenza delle ultime due letture); o verifica stagionalità ed acquisizione del consumo medio calcolato per quel POD o verifica se il consumo stagionale è coerente con il consumo medio a meno di una tolleranza percentuale predefinita (es. +- 15%) Nel caso la verifica sia superata seguono: o verifica associazione tra strumento di misura e POD; o popolamento storico consumi per il POD; o memorizzazione ultima lettura in valore assoluto Altrimenti: o lettura considerata come non significativa per un corretto calcolo dei consumi. La profondità della banca dati storica delle letture permette, di fatto, di utilizzare un dato significativo nel calcolo dei consumi, evitando di utilizzare valori fortemente condizionati da particolari condizioni meteorologiche di un’annata termica e da consumi associati ad esigenze eccezionali del cliente. È così possibile ottenere consumi giornalieri, quali: medie dell’intero periodo di esercizio rilevato (differenza tra la prima lettura e l’ultima lettura / numero di giorni intercorsi); media dell’ultimo periodo (differenza tra le ultime due letture significative/il numero di giorni intercorsi); media dell’ultimo anno (differenza tra l’ultima lettura significativa e la lettura significativa più prossima alla differenza temporale di un anno/numero di giorni intercorsi e successivamente rapportata proporzionalmente ad un anno). Di seguito le ulteriori Entità e Relazioni che consentono l’attribuzione del consumo all’edificio Contatore Matricola = matricola del contatore, univoca (PK) Altri dati = anno di costruzione, fabbrica, modello, tipologia gas erogato,..., stato (aperto/chiuso) Contatore_POD (relazione ) Matricola = matricola del contatore, univoca ID_pod = ID numerico che identifica il POD Dal = data installazione del contatore in quello specifico POD Al = data di disinstallazione del contatore da quello specifico POD 7 Storico Letture Matricola = matricola del contatore ID = ID numerico che identifica la lettura Data_lettura = data effettuazione lettura Lettura = valore lettura espresso in mc (valore letto direttamente dallo strumento di misura) POD_Civico (relazione) ID_pod = ID numerico che identifica il POD CivKey = ID che identifica univocamente il civico – FK sulla tabella Civici Elaborazioni Calcolo della superficie calpestabile dell’edificio Ipotizzando che su ciascun metro quadrato gravi una colonna di 3 metri cubi, può essere diviso il volume dell’edificio per tre, ottenendo la superficie calpestabile dell’edificio stesso. In alcuni casi la superficie calpestabile è stata assunta uguale al valore dell’area di base, indipendentemente dal volume. In particolare, questo criterio può essere stato applicato per tutti gli edifici con le seguenti destinazioni d’uso: baracca; cabina Enel; cimitero; edificio ad uso agricolo; serra; stabilimento industriale. Identificazione civici per edificio Per mezzo di JOIN spaziali, è possibile attribuire a ciascun civico l’ID_edificio all’interno del quale è topologicamente contenuto il civico stesso. Lo Spatial Join permette di fatto di generare un nuovo shape file in cui, ai campi e agli attributi dei civici, vengono associati gli attributi degli edifici, in cui la componente tabellare esprime la relazione 1 --> n tra edificio e civico (mantenendo anche l’associazione con gli altri attributi di superficie, volumetria e consumi). Identificazione Consumi Operando con funzioni di “summarize” su quest’ultimo shape file è possibile associare la sommatoria dei consumi dell’anno sui singoli civici (contenuti topologicamente nel perimetro edificio) all’edificio stesso. Ottenuti i consumi annui per edificio, è possibile ottenere il consumo espresso in KW/mq annuo attraverso le seguenti espressioni: Consumo Totale annuo /superficie calpestabile edificio = consumo annuo /mq espresso in mc 8 1mc di gas = 9,8 KWhconsumo annuo/ mq * 9,8 KWh = Kwh/ mq anno. Risultati Analizzando le diverse parti dell’area indagata, si possono osservare delle variazioni nell’efficienza energetica degli edifici, spesso correlate al periodo di edificazione delle aree e alle tecnologie costruttive prevalenti. Sarà così possibile stabilire delle relazioni tra prestazioni energetiche degli edifici e epoca di costruzione, sulla base della conoscenza generale dell’area di studio. Obiettivo del progetto è quello di definire dei criteri per qualificare gli edifici in termini di efficienza energetica utilizzando la metodologia GIS. L’intenzione è quella di proporre una metodologia universalmente applicabile e di immediata realizzazione, che consenta sia alle amministrazioni che ai singoli cittadini di classificare con criteri di oggettività l’edificio. Le informazioni utilizzate per raggiungere l’obiettivo indicato sono i consumi oggettivamente registrati assegnati a ciascun edificio, secondo criteri topologici e geometricamente corretti. L’informazione sui consumi può, peraltro, essere arricchita per mezzo di altri dati (residenti per civico, età media dei residenti, tipologia costruttiva degli edifici, vetustà degli edifici, destinazione d’uso delle varie unità immobiliari, l’albedo, l’asse eliotermico, i dati climatici della zona, ecc.), spesso di proprietà degli enti territoriali, al fine di una più completa ed esaustiva tecnica di indagine massiva. Si ritiene che l’approccio proposto possa consentire di ottenere importanti informazioni, propedeutiche alla realizzazione di interventi di riqualificazione energetica, sia a livello di distretto, sia a livello di singolo edificio. Questa metodologia potrebbe poi trovare un utile complemento nell’uso di immagini telerilevate nell’infrarosso termico. Professionalità da impiegare un esperto in ingegneria energetica, un esperto GIS, un esperto informatico per la realizzazione del modulo Strati informativi Per realizzare su base GIS del progetto di quantificazione dell’efficienza energetica sarà possibile utilizzare sulla piattaforma AIRT i seguenti strati informativi: Dalla CTR - Strato 02 – Immobili ed Antropizzazioni Edificato C020102 Edificio C020103 Cassone edilizio C020104 Elemento di copertura C020106 Edificio minore Manufatti C020201 Manufatto industriale 9 C020202 Manufatto monumentale e di arredo urbano C020204 Attrezzatura sportiva/ricreativa C020205 Manufatto d’infrastruttura di trasporto C020206 Area attrezzata del suolo C020212 Localizzazione di manufatto edilizio o di arredo/igiene urbana C020214 Localizzazione di manufatto industriale/di trasporti Bibliografia http://www.ingegneri.cc/articolo/479/Efficienza-energetica-degli-edifici-Applicazioni-Gis-parte-II 10 Metodologia per impianti a Bio-massa La metodologia andrà applicata per conoscere le potenzialità di sviluppo della filiera biomassa energia. L’obiettivo del lavoro sarà volto ad individuare le aree potenzialmente adatte ad inserire punti di raccolta, stoccaggio e conversione energetica della risorsa biomassa, e quindi di dimensionare e valutare le potenzialità energetiche del territorio analizzato. Tali aree potranno essere selezionate mediante un’analisi GIS e utilizzando dei criteri di attrattività e di repulsione; le superfici in cui localizzare un centro di raccolta saranno quindi scelte considerando la disponibilità e l’accessibilità della risorsa (vicinanza strade assenza di superfici pendenti), la distanza dai centri urbani e la presenza di realtà produttive similari nelle vicinanze. Quindi sinteticamente gli obiettivi saranno: Promozione dell'uso della biomassa per impianti energetici Riduzione dell'inquinamento dell'aria e delle emissioni di CO2 Sviluppo degli strumenti per l'attuazione di progetti sulla biomassa in un modo sostenibile Valorizzazione del territorio, recupero di aree marginali Migliore gestione delle aree agricole e forestali Integrazione tra aree rurali e urbane Modalità attuative La disponibilità di biomassa e le attuali emissioni di gas serra nell’intero vallo di Diano andranno analizzate. Particolare attenzione dovrà essere data alla valutazione della biomassa agro-forestale disponibile e ai relativi costi. Dovrà essere inoltre considerata la possibilità di introdurre coltivazioni ad uso energetico. Definizione di un modello per la valutazione del potenziale della biomassa agro-forestale e analisi dei costi di produzione e raccolta della biomassa. Progettazione e attuazione/realizzazione dell'algoritmo per calcolare/stimare il costo della biomassa rilasciata all'impianto energetico (considerando i costi di produzione, raccolta, approvvigionamento e trasporto). Progettazione e attuazione del modello di computer per calcolare le emissioni evitate della CO2 e degli altri principali inquinanti (incluse le emissioni del trasporto di biomassa). Determinazione e valutazione del potenziale energetico da biomassa e localizzazioni ottimali. Raccomandazione per l'uso dello strumento GIS, e integrazione con le politiche regionali (piano energetico, fondi comunitari strutturali, ecc.). Risultati ATTESI Una metodologia GIS innovativa, necessaria per un'appropriata pianificazione della riduzione dell' 11 emissione di CO2 attraverso l'uso La metodologia GIS rende possibile la valutazione di: della energia da biomassa. posizionamento ottimale degli impianti energetici alimentati a biomassa e l'impatto della politica sullo sviluppo sostenibile attraverso la bioenergia. Promozione della biomassa per impianti energetici. Impatto energetico-ambientale ed i vantaggi socioeconomici (ivi compresa una valutazione delle emissioni evitate) delle politiche regionali. Professionalità da impiegare un esperto in ingegneria energetica o similari in particolare esperto nell’ uso delle biomasse, un esperto GIS, un esperto informatico per la realizzazione del modulo Strati informativi Per realizzare su base GIS il progetto bio-masse sarà disponibile sulla piattaforma AIRT i seguenti strati informativi: Dalla CTR - Strato 06 – Vegetazione Aree agro-forestali C060101 Bosco C060102 Formazione particolare C060104 Area temporaneamente priva di vegetazione C060105 Pascolo o incolto C060106 Coltura agricola Bibliografia Handbook scaricabile da http://www.etaflorence.it/biosit/Index.htm Il GIS nella pianificazione della risorsa biomassa R. Avella e C. Bassano ENEA scaricabile da http://old.enea.it/produzione_scientifica/pdf_EAI/2005/GisBiomassa.pdf 12 Metodologia per un impianto eolico Nella realizzazione di un parco eolico riveste grande importanza la individuazione dei siti idonei per lo sviluppo dei progetti. Il processo di selezione dei siti si deve articolare in una serie di studi preliminari volti a determinare il soddisfacimento dei criteri tecnici indispensabili per la idonea localizzazione. I più significativi riguardano la ventosità dell’area, la distanza dalla rete elettrica in alta tensione, l’esistenza di un buon collegamento con la rete viaria. In particolare: o la ventosità media annua del sito deve essere superiore ai 6,0 m/s ed il funzionamento dell’impianto deve essere garantito per almeno 300 giorni/anno; o la distanza dalla rete elettrica in alta tensione deve essere compresa tra 500 m e 3 Km; o la rete viaria deve consentire il transito degli automezzi che trasportano le strutture. È opportuno sottolineare che la stima approssimativa della velocità del vento può essere desunta da banche dati o attraverso l’implementazione di modelli matematici, mentre per valutare la frequenza del vento in relazione alla intensità e quindi alla reale capacità di produrre energia occorre effettuare una campagna anemometrica in situ che deve durare il più a lungo possibile e comunque non meno di un anno. L’attività di rilievo in sito, in termini di durata e capillarità, deve essere correlata alle dimensioni del parco che si intende insediare. Oltre alla idoneità del sito, i risultati delle misure effettuate devono anche offrire suggerimenti circa le caratteristiche tecnologiche dell’impianto da insediare (tipo di pale, distribuzione, ecc.). Tra i criteri tecnici prima elencati la minimizzazione della distanza dalla rete di alta tensione è finalizzata a ridurre/azzerare la necessità di realizzare nuovi elettrodotti. In generale vanno privilegiati gli impianti realizzati in aree già interessate da fenomeni di antropizzazione e posti a servizio di attività di piccola o media industria. Atteso che buona parte degli impatti di un impianto eolico sono legati alle opere accessorie risulta evidente che sono altamente preferibili quelle aree in cui esiste già una rete viaria sviluppata. A questo proposito anche la disposizione delle pale dovrà tenere conto del criterio di minimizzare la necessità di nuove piste o di pesanti interventi di adeguamento per le strade già esistenti. Sconsigliate sono le aree a rischio di frana e i pendii eccessivamente ripidi dove si possono innescare pericolosi fenomeni di erosione. Grande attenzione andrà riposta nella scelta dei percorsi dei cavidotti che oltre a seguire preferenzialmente il tracciato di strade già esistenti dovranno evitare di correre lungo compluvi e corsi d’acqua montani o in prossimità di entità geologiche interessate da deflussi idrici anche molto intensi. Vincoli ambientali ed inserimento urbanistico 13 In caso di contrasto con le prescrizioni urbanistiche il progetto deve avere forti motivazioni in grado di sostenere l’ipotesi di intervento di “pubblico interesse” che in genere è utilizzata per chiedere l’attivazione del processo di variante allo strumento urbanistico vigente. Nell’analisi di idoneità del sito, la conformità alla zonizzazione urbanistica deve comunque essere messa in gioco insieme agli altri fattori. Nella scelta della localizzazioni idonee sono da considerarsi aree critiche dal punto di vista naturalistico: a. Aree Protette nazionali e regionali istituite ai sensi della Legge n. 394/91 e della Legge Regionale n. 19/97; b. Oasi di protezione ai sensi della L.R. 27/98; c. Aree soggette a vincolo paesaggistico ai sensi del P.U.T.T./PBA; d. Aree SIC e ZPS ai sensi della Direttiva 92/43/CEE (cosiddetta Direttiva “habitat”) e della Direttiva 79/409/CEE (cosiddetta Direttiva “uccelli”) e rientranti nella rete ecologica europea “Natura 2000”; e. Zone Umide e Aree di importanza avifaunistica (Important Birds Areas – IBA – individuate dal Birdlife International). In ogni caso i progetti ricadenti nelle aree critiche di cui alla precedente lettera a. pur sconsigliandone l’allocazione, sono assoggettati alle procedure di V.I.A.. Sono invece obbligatoriamente assoggettati a Valutazione di incidenza ai sensi dell’art. 6 del D.P.R. n. 120/2003 i progetti rientranti nei Siti nella rete ecologica europea “Natura 2000” di cui alla lettera d. e dovranno rispettare i seguenti requisiti progettuali: In tali aree non può essere permessa la perdita di uno specifico habitat di interesse comunitario (Direttiva 92/43/CEE), presente all’interno del sito, superiore al 10% della superficie complessiva ricoperta dallo stesso habitat; Qualora un habitat o una specie di interesse comunitario (Direttive 92/43/CEE e 79/409/CEE) sia presente a livello regionale soltanto nell’area interessata dalla realizzazione dell’impianto, non è permessa alcuna riduzione della superficie dell’habitat relativo e alcun impatto sulla specie ; I progetti ricadenti nelle altre aree critiche di cui alle lettere b., c., d., e., sono assoggettati a verifica di assoggettabilità ambientale. Nel caso in cui l’impianto sia progettato in un’area con rete viaria scarsa o inesistente, oppure la conformazione orografica presenti forti acclività, la realizzazione di una nuova strada o l’adeguamento di quelle esistenti al passaggio degli automezzi di trasporto delle strutture può determinare impatti anche superiori a quelli del parco eolico in esercizio. Queste considerazioni devono essere tenute in debito conto sia nella fase di fattibilità preliminare dell’intervento (come criterio discriminante) che in quella successiva, una volta scelto il sito da proporre, nello studio di inserimento ambientale. Impatto visivo e paesaggistico 14 L’alterazione visiva di un impianto eolico è dovuta agli aerogeneratori (pali, navicelle, rotori, eliche), alle cabine di trasformazione, alle strade appositamente realizzate e all’elettrodotto di connessione con la RTN. Nella scelta del tipo di struttura (a palo, da preferire, o a traliccio), delle dimensioni e quindi della potenza occorrerà considerare l’impatto visivo che tale scelta comporta. Buona parte dell’impatto dipende anche dalla disposizione, dalla ubicazione, dalle variazioni di altezza, forma e colore, nonché dalle diverse condizioni di illuminazione. Critica appare la scelta di collocare file di aerogeneratori sui crinali perché in questo modo viene alterato lo sky-line di aree in generale molto grandi. Altro fenomeno da evitare è quello del cosiddetto “effetto selva”, cioè l’addensamento di numerosi aerogeneratori in aree relativamente ridotte. Le dimensioni e la densità dovranno essere commisurate alla scala dimensionale del sito. Un diffuso criterio guida, che trova giustificazione anche nella riduzione delle interferenze aerodinamiche, suggerisce di assumere una distanza minima tra le macchine di 3-5 diametri sulla stessa fila e 5-7 diametri su file parallele. Il ricorso a tecniche di progettazione del paesaggio può aiutare a controllare il valore dell’emergenza visiva ed a mitigare l’impatto di lunghe file di macchine disposte lungo i crinali o nelle vallate per sfruttare velocità del vento più alte. Sarà pertanto cura del proponente allegare una carta delle interferenze visive, elaborata in funzione dell’orografia dei luoghi, che consenta di valutare le aree su cui si manifesta l’impatto visivo ed una visualizzazione in 3D fatta da tutti i punti che sono scenicamente in stretta relazione con il sito e l’ambiente limitrofo, in modo da ottenere una o più distribuzioni spaziali dell’impianto in esame. Analoghe tecniche possono utilizzarsi per ridurre gli impatti dei collegamenti con la RTN e delle nuove strade a servizio dell’impianto. In generale (ma non sempre) è preferibile che le linee di trasmissione siano interrate e che le strade di servizio siano pavimentate con rivestimenti permeabili (macadam o simili). Impatto su flora, fauna ed ecosistemi L’impatto degli impianti eolici sulla vegetazione è riconducibile unicamente al danneggiamento e/o alla eliminazione diretta di specie floristiche. Sulla fauna (in particolare avifauna e mammiferi chirotteri) si possono distinguere, invece, due tipi di impatto: impatti di tipo diretto, dovuti alla collisione degli animali con parti dell’impianto 15 impatti indiretti, dovuti alla modificazione o perdita di siti alimentari e riproduttivi e al disturbo (allontanamento) determinato, oltre che dalla realizzazione degli impianti, dall’aumento generalizzato della pressione antropica. Agli impatti su flora e fauna possono inoltre essere legate conseguenze sugli ecosistemi in termini di riduzione della biodiversità, introduzione di specie alloctone e perdita di habitat di pregio. Queste tipologie di impatti sono presenti sia in fase di costruzione dell’impianto eolico, che nella successiva fase di esercizio. Per questo sono necessari accurati studi preliminari riguardo la presenza di specie di importanza naturalistica. In particolare per la localizzazione dell’impianto sono da evitare le seguenti aree: Valichi montani e località caratterizzate da alte concentrazioni di avifauna migratrice e da regolari corridoi di volo degli uccelli; Corridoi di transito per grossi mammiferi (in particolare Lupo - Canis lupus -); Versanti con pendenza superiore al 20% e aree ad una distanza inferiore di 50 metri dal margine dei versanti ripidi, essendo tali siti maggiormente utilizzati dai rapaci. Le zone umide e le località caratterizzate da un alta densità di rapaci e chirotteri (aree prossime a grotte). Località entro 150 metri da valli strette, dove è stato rilevato un più alto tasso di collisione dei rapaci contro gli aerogeneratori. Zone circostanti ai siti di nidificazione dei rapaci critici per un raggio di 2 - 4 km e delle loro principali aree di caccia, tenendo conto della morfologia dell’area, del comportamento e delle abitudini delle specie . In ogni caso nello Studio di Impatto Ambientale vanno riportate le seguenti informazioni riguardo flora, fauna ed ecosistemi. Vegetazione e flora La descrizione dello stato iniziale dei luoghi deve comprendere: Analisi vegetazionale e floristica dell’area vasta, attraverso l’individuazione e la descrizione delle tipologie vegetazionali presenti, la loro caratterizzazione floristica e attraverso l’analisi della vegetazione significativa potenziale (specie e popolamenti vegetali di pregio sulla base delle formazioni esistenti e del clima). Analisi vegetazionale e floristica del sito di intervento attraverso, rilevamenti fitosociologici dell’area e check-list delle specie botaniche presenti, con l’indicazione dell’eventuale appartenenza alle “Liste Rosse Regionali” della Società Botanica Italiana. Carta della vegetazione presente, intesa come essenze dominanti sulla base di analisi ortofotografiche e di rilevazioni dirette su campo, in scala 1:10.000. 16 Individuazione degli habitat e delle specie di flora di pregio naturalistico almeno appartenenti alle “Liste Rosse Regionali”, attraverso indagini dirette sul sito di intervento, con restituzione cartografica in scala 1:10.000 della loro distribuzione, qualora presenti. Analisi degli impatti Devono essere valutate e minimizzate le modifiche che si verificano su habitat e vegetazione durante la fase di cantiere (costruzione di nuove strade di servizio e delle fondazioni per gli aerogeneratori; interramento della rete elettrica, traffico di veicoli pesanti per il trasporto di materiali e componenti per la costruzione dell’impianto, ecc.). Deve essere evitato/minimizzato il rischio di erosione causato dalla impermeabilizzazione delle strade di servizio e dalla costruzione dell’impianto. Deve essere valutato l’impatto cumulativo sulla vegetazione derivante dalla presenza di altri parchi eolici nella medesima area. Fauna L’analisi dello stato iniziale dei luoghi deve comprendere: Analisi faunistica riguardo: mammiferi (in particolare Chirotteri e Lupo – Canis lupus -), rettili, anfibi, uccelli, presenti nell’area di intervento e nell’area circostante, o presumibili dall’analisi degli areali, degli habitat e della documentazione disponibile o da rilevamenti su campo. L’analisi deve comprendere descrizione dei popolamenti, check-list, status conservazionistico e indicazione dell’eventuale appartenenza alle “Liste Rosse dei vertebrati”. Indicazione e mappa, sulla base di rilevamenti specifici per i quali deve essere adeguatamente descritta la metodologia, della presenza di aree di importanza faunistica quali: siti di riproduzione, rifugio, svernamento e alimentazione; con particolare riguardo all’individuazione di siti di nidificazione e di caccia dei rapaci; corridoi di transito utilizzati dall’avifauna migratoria e dei grossi mammiferi; grotte utilizzate da popolazioni di chirotteri. Individuazione cartografica in scala adeguata dei Siti Natura 2000, delle aree naturali protette e delle zone umide comprese nel Sistema Informativo Territoriale delle Aree Umide Solo per gli impianti costituiti da un numero di aerogeneratori superiore a 15 o comunque di potenza superiore a 30 MW sono richiesti: lo studio delle migrazioni diurne e notturne durante il passo primaverile e autunnale, da svolgersi mediante analisi bibliografica e sopralluoghi sul campo durante almeno una stagione idonea; l’indicazione cartografica in scala adeguata (1:25.000 - 1:50.000) della direzione dei venti dominanti (analogo studio va effettuato in caso di continuità tra più impianti che cumulativamente superano n. 15 aerogeneratori o 30 MW di potenza). Analisi degli impatti 17 Deve essere effettuata l’analisi degli impatti distintamente sui chirotteri, sui gruppi di avifauna particolarmente sensibili e su tutte le rimanenti specie, valutando i seguenti fattori di impatto: modificazione dell’habitat, probabilità di decessi per collisione, variazione della densità di popolazione. Deve essere valutato l’impatto cumulativo in particolare sull’avifauna e sui chirotteri derivante dalla presenza di altri parchi eolici nella medesima area. Ecosistemi L’analisi dello stato iniziale dei luoghi deve comprendere: L’individuazione cartografica in scala 1:10.000 delle unità ecosistemiche presenti nel territorio interessato dall’intervento. L’analisi qualitativa della struttura degli ecosistemi che metta in evidenza la funzione delle singole unità ecosistemiche. Devono essere descritte le componenti abiotiche e biotiche, di ciascuna unità ecosistemica, e la loro dinamica con particolare riferimento alla relazione fra i vari popolamenti faunistici e al ruolo svolto dalle catene alimentari. Analisi degli impatti Dovranno essere previsti gli impatti sulle unità ecosistemiche di particolare rilievo (boschi, corsi d’acqua, zone umide, praterie primarie, ecc.). Devono essere valutati gli impatti cumulativi sugli ecosistemi derivanti dalla presenza di altri parchi eolici nella medesima area. Misure di mitigazione degli impatti negativi Si segnalano di seguito alcune misure di mitigazione e salvaguardia relative a vegetazione, fauna ed ecosistemi la cui applicabilità sarà oggetto di valutazione del proponente anche compatibilmente con le esigenze di mitigazione degli altri elementi di impatto. In ogni caso devono essere motivate le ragioni che hanno portato alla mancata applicazione delle seguenti misure di mitigazione. E’ opportuno il massimo ripristino possibile della vegetazione eliminata durante la fase di cantiere e restituzione alle condizioni iniziali delle aree interessate dall’opera non più necessarie alla fase di esercizio (piste, aree di cantiere e di stoccaggio dei materiali). Nella fase di costruzione è opportuno limitare al minimo le attività di cantiere nel periodo riproduttivo delle specie animali. Le nuove strade realizzate a servizio degli impianti devono essere chiuse al pubblico passaggio (ad esclusione dei proprietari) ed essere utilizzate esclusivamente per le attività di manutenzione degli stessi. E’ opportuno evitare la disposizione in un’unica e lunga fila di aerogeneratori, poiché è stato individuato un impatto maggiore rispetto alla distribuzione in gruppi. 18 Utilizzare aerogeneratori con torri tubolari e non a traliccio, con bassa velocità di rotazione delle pale (max. 33 rpm) e privi di tiranti. E’ necessario applicare accorgimenti, nella colorazione delle pale, tali da aumentare la percezione del rischio da parte dell’avifauna. Per esempio colorare una sola delle tre pale di nero lasciando le altre due bianche mitiga notevolmente l’effetto di “motion smear”, questo rende più facile all’avifauna riuscire in tempo utile a modificare la traiettoria di volo. Nella scelta del sito è preferibile privilegiare la minima distanza dalla rete elettrica di allacciamento. Al fine di eliminare i rischi di elettrocuzione e collisione le linee elettriche all’interno dell’impianto dovranno essere interrate ed eventuali interruttori e trasformatori dovranno essere posti in cabina. Per il trasporto dell’energia le linee elettriche a bassa e media tensione dovranno essere interrate o isolate, quelle ad alta tensione dovranno essere dotate di spirali o sfere colorate. Durante la fase di cantiere dovranno essere impiegati tutti gli accorgimenti tecnici possibili per ridurre o eliminare la dispersione di polveri nel sito e nelle aree circostanti. Alterazione del campo sonoro ed impatto acustico Il rumore emesso dagli impianti eolici deriva dalla interazione della vena fluida con le pale del rotore in movimento e dipende dalla tecnologia adottata per le pale e dai materiali isolanti utilizzati. La distanza più opportuna tra i potenziali corpi ricettori ed il parco eolico dipende dalla topografia locale, dal rumore di fondo esistente, nonché dalla taglia del progetto da realizzare. Anche se studi hanno dimostrato che a poche centinaia di metri il rumore emesso dalle turbine eoliche è sostanzialmente poco distinguibile dal rumore di fondo e che all’aumentare del vento si incrementa anche il rumore di fondo, mascherando così quello emesso dalle macchine, risulta comunque opportuno effettuare rilevamenti fonometrici al fine di verificare l’osservanza dei limiti indicati nel D.P.C.M. del 14.11.1997. Tali rilevamenti dovranno essere compiuti prima della realizzazione dell’impianto per accertare il livello di rumore di fondo e dovrà essere successivamente effettuata una previsione dell’alterazione del campo sonoro prodotta dall’impianto. A tal proposito dovranno essere prodotti i seguenti elaborati tecnici: Planimetria in scala adeguata (si consiglia 1:10.000) di tutta l’area, per una fascia di 1000 metri, attorno al perimetro della zona in cui si vuole installare l’impianto eolico. Per tutta l’area indicata sarà individuato il luogo più vicino all’impianto eolico adibito, o che in base al PUC vigente può essere adibito, ad una permanenza della popolazione superiore a 4 ore al giorno. Indicazione, per ciascuno di tali luoghi e mediante l’ausilio di modelli di calcolo, del Leq diurno e notturno, prima e dopo l’entrata in funzione dell’impianto eolico, facendo riferimento alla velocità del vento corrispondente al funzionamento nelle condizioni nominali dell’aerogeneratore. Nel caso in cui la differenza fra i precedenti Leq sia maggiore di 5 dB(A) per il periodo diurno o maggiore di 3 dB(A) per il periodo notturno, si dovranno indicare i provvedimenti che si intendono adottare per far rientrare il rumore entro i limiti differenziali. 19 Fornitura di dati sulla presenza o meno, nel rumore prodotto dall’impianto eolico, di toni puri e la relativa frequenza. Il proponente dovrà inoltre evidenziare il livello di vibrazioni prodotte dall’impianto, presso i recettori residenziali più prossimi, e confrontare tali valori con i livelli di disturbo per la popolazione riportati dalla normativa tecnica internazionale. Perturbazione del campo aerodinamico Quando si presenta un fenomeno ventoso, intorno e sopra un’area con una definita conformazione orografica, si instaura a regime un campo di flusso ben definito. La presenza di un impianto di un certo numero di turbine eoliche di medie e grandi dimensioni modifica notevolmente il campo di flusso presente, instaurando campi di sovrapressioni, deviazioni delle linee di flusso e scie turbolente vorticose. Tale turbolenza diventa molto complessa quando nell’area in oggetto sono presenti più turbine schierate seconda una determinata geometria. Il proponente dovrà quindi affrontare il problema della perturbazione del flusso attraverso una descrizione quantitativa adottando modelli di calcolo di fluidodinamica computazionale, ovvero criteri empirici ed equazioni semi-empiriche, attraverso cui individuare la distanza limite oltre la quale la perturbazione del flusso aerodinamico può ritenersi trascurabile; si dovrà inoltre delimitare tridimensionalmente la regione di spazio perturbata intorno al sito. La conoscenza del flusso aerodinamico perturbato è importante per prevenire il suo effetto sull’avifauna ed in particolare sull’interferenza nei confronti delle rotte migratorie, e sugli aeromobili; dovrà quindi essere valutata, mediante la predisposizione di un elaborato grafico in scala adeguata, la posizione della regione di flusso perturbato rispetto alle rotte degli uccelli e degli aeromobili. Elettrodotti, campi elettromagnetici ed interferenze sulle telecomunicazioni L’interferenza elettromagnetica causata dagli impianti eolici è molto ridotta nei casi in cui il trasporto dell’energia prodotta avviene tramite l’utilizzo di linee di trasmissione esistenti. Diverso è il caso in cui le linee elettriche siano appositamente progettate e costruite, per il quale, a completamento dello Studio di Impatto Ambientale, dovrà essere allegata una tavola riassuntiva del tracciato e delle caratteristiche fisiche dell’elettrodotto ed una relazione tecnica specialistica di calcolo del campo elettrico e del campo di induzione magnetica (corredata dai rispettivi diagrammi) che metta in luce il rispetto dei limiti della Legge n. 36/2001 e dei relativi Decreti attuativi. Gli aerogeneratori possono anche essere fonte di interferenza elettromagnetica a causa della riflessione e della diffusione delle onde radio che investono la struttura, ovverosia possono influenzare: le caratteristiche di propagazione delle telecomunicazioni (come qualsiasi ostacolo) e la forma del segnale ricevuto con eventuale alterazione dell’informazione. Dovranno quindi essere predisposte planimetrie da cui evincere eventuali presenze di manufatti e ripetitori ed una tavola contenente l’angolo solido di interferenza da evitare (tale tavola dovrà essere approvata dall’ente responsabile del segnale tramite una propria dichiarazione), mentre per misurare gli effetti di questo 20 fenomeno (se presente) il progettista dovrà ricorrere sia a prove sperimentali che a previsioni teoriche. Il primo metodo consiste nel controllare, tramite rilevamenti effettuati a varie distanze dagli aerogeneratori, la qualità dell’immagine ricevuta, correlandola al livello del segnale riflesso o diffuso dalla struttura del generatore stesso. Il secondo consiste nell’utilizzare modelli matematici per calcolare i livelli del segnale riflesso e diffuso dalle strutture in movimento, in modo da individuare una zona di rispetto oltre la quale il rapporto tra segnale e disturbo è di entità tale da non incidere sulla qualità del radioservizio stesso. Una adeguata distanza degli aerogeneratori dalla sorgente del segnale potrà far sì che l’interferenza sia irrilevante. Professionalità da impiegare un esperto in politiche energetiche in particolare progettista eolico, un geologo, un esperto GIS, un esperto ingegnere ambientale per la valutazione degli impatti un esperto informatico per la realizzazione del modulo Strati informativi Strato 01 – Viabilità, Mobilità e Trasporti Strade C010101 Area di circolazione veicolare C010102 Area di circolazione pedonale C010104 Area stradale C010105 Viabilità mista secondaria C010107 Elemento stradale C010108 Giunzione stradale C010109 Tratto stradale C010110 Intersezione stradale C010116 Elemento viabilità mista secondaria C010117 Giunzione di viabilità mista secondaria Ferrovie C010201 Sede di trasporto su ferro C010202 Elemento ferroviario C010203 Giunzione ferroviaria Strato 02 – Immobili ed Antropizzazioni Edificato C020102 Edificio C020103 Cassone edilizio C020104 Elemento di copertura C020106 Edificio minore Manufatti C020201 Manufatto industriale 21 Strato 04 – Idrografico Aree agro-forestali C060101 Bosco C060102 Formazione particolare C060104 Area temporaneamente priva di vegetazione C060105 Pascolo o incolto C060106 Coltura agricola Verde urbano C060401 Area verde C060402 Filare alberi C060403 Albero isolato Strato 07 – Reti Tecnologiche Altimetria C050101 Curva di livello C050102 Punto quotato Forme del terreno C050301 Forma naturale del terreno C050302 Scarpata C050306 Alveo artificiale Strato 06 – Vegetazione Acque interne e di transizione C040101 Area bagnata di corso d’acqua C040102 Specchio d’acqua C040103 Invaso artificiale C040104 Affioramento naturale dell’acqua C040105 Cascata Strato 05 – Orografia C020202 Manufatto monumentale e di arredo urbano C020204 Attrezzatura sportiva/ricreativa C020205 Manufatto d’infrastruttura di trasporto C020206 Area attrezzata del suolo C020212 Localizzazione di manufatto edilizio o di arredo/igiene urbana C020214 Localizzazione di manufatto industriale/di trasporti Rete elettrica C070301 Tratto di Linea della rete elettrica C070302 Nodo di Linea della rete elettrica Rete di distribuzione del GAS C070501 Tratto della rete di distribuzione del GAS Oleodotti C070701 Tratto di linea di oleodotto Strato 10 – Aree di Pertinenza Pertinenze C100201 Unità insediativa Cave – Discariche C100302 Area estrattiva 22 Bibliografia LINEE GUIDA PER LA REALIZZAZIONE DI IMPIANTI EOLICI NELLA REGIONE PUGLIA GENNAIO 2004 http://www.regione.puglia.it/web/files/ambiente/lineeguida.pdf 23