Infezioni “nuove” – HIV, Virus epatici Patogeni emergenti eO T riemergentiUI T O US A GR TO I – Dengue Virus, Cryptococcus TU A neoformans, Pneumocystis carinii GR Infezioni riemergenti SO Micobacterium Ucholerae, – Vibrio – Legionella, Helicobacter pylori Infezioni emergenti tuberculosis, Treponema pallidum Micobatteri Mycobacteriaceae Mycobacterium tuberculosis complex TO I U Micobatteri non-tubercolari: T A GR O US – M. tuberculosis, M. africanum, M. bovis i Fotocromogeni: M.kansanii, M.ulcerans, M.marinum ii Scotocromogeni M. paratuberculosis iii Non cromogeni: M.avium, M.xenopi iv A rapido sviluppo: M. fortuitum Mycobacterium leprae Colorazione di Ziehl-Neelsen NH2 H2 N C TO I TU Micobatteri NH2 Carbolfucsina O S U A GR Nocardia Actinomyces colorazione di Kinyoun Forma bacillare (2-4 µm) Producono forme filamentose (10-15µm) O IT U T Immobile Asporigeno A GR Aerobio , crescita lenta Caratteristico involucro esterno ricco in lipidi Gram-positivi Caratteristica tintoriale della acido-resitenza O US Mycobacterium tuberculosis: un batterio riemergente O Bacillo di Koch IT U T La maggiore infezione dell’apparato respiratorio nell’uomo A GR Milioni di casi nel mondo – aumento della tubercolosi nei paesi industrializzati O S U crescente diffusione dei ceppi di M. tuberculosis multiresistenti (MRMT) Caratteri Antigeni RA G – Favorendo Ola risposta cellulo-mediata S U TO I Udelle cellule Resiste all’uccisione intracellulare T A fagotigarie (>> macrofagi) attraverso l’azione GR cellulari tossica dei suoi componenti O Fattore cordale US(derivati degli acidi micolici) INFEZIONE INFEZIONE Polisaccaridico Proteico Azione adiuvante delle cere TO I TU Fattori di virulenza Inalati attraverso le goccioline entrano negli spazi alveolari dei polmoni (per l’infezione bastano pochi batteri) TO I Ula risposta T I prodotti batterici liberati determinano RA immunitaria cellulo-mediata G Alcuni “sopravissuti” O riescono a moltiplicarsi uccidendo la S cellula ospite, liberandosi nell’ambiente e determinando U danno tissutale I Bacilli vengono inglobati dalle cellule fagocitarie principalmente macrofagi e in gran parte uccisi. (Processo infiammatorio essudativo) INFEZIONE Abbassamento delle difese O immunitarie IT T RA – Riattivazione del complesso primario G • Moltiplicazione batterica • Lesioni granulomatose multiple U O DiffusioneS dell’infezione in altre U sedi – Polmonare (T. miliare) – Extrapolmonare (meningea, ossea, renale) No esotossine No endotossine L’ attivazione di nuovi macrofagi riesce di norma a contenere l’infezione. TO I Formazione di una lesioneU AT granulomatosa (tubercolo) R G Formazione del complesso primario O US (Processo infiammatorio granulomatoso) – Uccisione di tutti i batteri – Persistenza dei micobatteri: • Infezione cronica asintomatica LAB DIAGNOSI O T I Mediante ricerca del tubercolare in Upatologico T campione idoneo di materiale Espettorato RA G Sedimento urinario O S U LAB DIAGNOSI Esame microscopico TO I TU – colorazione di Ziehl-Neelsen – Fluorescenza Espettorato O US Urine A GR Esame colturale 2-4% NaOH 10’ Neutralizzato con HCl O Terreni a base di tuorlo d’uovo IT U T – Lowenstein-Jensen – in becco di clarino – Glicerolo – Verde malachite A GR SO U • fattore cordale Terreni liquidi – in lunghe file parallele – Micobatteri saprofiti Sviluppo medio 3-4 settimane – Falsi negativi Identificazione Parametri biochimici Sonde molecolari specifiche per DNA esclusivo del micobatterio tubercolare SO U Da campione clinico PCR TO I TU A GR O US !Da colonia ! Antibiotico Terapia Streptomicina TO I TU Rifampicina Acido para-aminosalicilico Farmaco resistenza Multi-terapia Esempio: O S U A GR – Isoniazide, rifampicina, pirazinamide, etambutolo 2m – Isoniazide, rifampicina 4m O IT U T A GR Reazione di Mantoux Accertamento della presenza di immunità cellulo-mediata per MT Intradermoreazione con tubercolina – Proteine micobatteriche purificate Nessuna reazione (negativa) – nessun contatto con il batterio Reazione infiammatoria (positiva) – dopo 24-48h (allergia ritardata) – Contatto con il batterio – Reazione negativa seguita da una reazione positiva • fino a 10 settimane – Affezione attiva Falsi positivi e negativi O IT U T O S U A GR Intradermoreazione con tubercolina TO I TU O IT U T La positività positività della reazione deve essere valutata dalla estensione dell'indurimento piuttosto che dell'eritema misurata in mm O US A GR O US Zanzara tigre Arbovirus Virus trasmessi agli uomini da artropodi: Arthropod-borne viruses. TO I TU Famiglie – Bunyaviridae – Flaviviridae genere Flavivirus – Togaviridae genere Alphavirus – Reoviridae O US A GR Dengue Virus Chikungunya Virus Di origine asiatica si è diffusa negli ultimi vent’anni sia negli Stati Uniti che in Europa. O Costituisce un serio motivo di preoccupazione IT U T sanitaria e ambientale. Corpo nero a bande trasversali bianche sulle A GR zampe e sull’addome con una striscia bianca che le solca il dorso e il capo. Grazie alla sua versatilità, è riuscita a superare O US barriere ambientali notevoli. E’ vettore di diverse malattie virali, in particolare quelle causate da arbovirus, tra cui la Chikungunya, la dengue, la febbre gialla e alcune encefaliti nelle zone tropicali e in numerose zone dell’Asia. Dengue Virus O S U A GR G RA TO I TU Flaviviridae Ribovirus a polarità positiva Con involucro pericapsìdico O IT U T Tre generi: – Pestivirus: solo virus di interesse veterinario – Epatite C – Flavivirus: O S U A GR • Febbre gialla (Flavus = giallo) (Africa equatoriale, Centro e Sud America) • Dengue (Tropici, area mediterranea) • Encefalite da zecche (Asia) Trasmissione Dengue Virus da Aedes aegypti Dengue Virus Dall’arabo “debolezza” TO I E’ un arbovirus (arthropod-borne virus) U Taegypti, Trasmesso dalla zanzara (Aedes A occasionalmente ancheR da Aedes albopictus) Gfilamento Composto da un singolo di RNA O 4 sierotipi:US – Den-1, Den- 2, Den- 3, Den- 4 Causa Sindrome febbrile, esantema, febbre emorragica, shock Replicazione e trasmissione del virus 1. Il Virus è trasmesso all’uomo attraverso la saliva della zanzara 2. Il Virus si replica 1 2 negli organi bersaglio O US 3. Il Virus infetta i linfociti e i tessuti linfatici TO I TU G RA 3 4 La zanzara punge / Acquisisce il virus O US 0 5 8 Aedes aegypti 12 Viremia 16 20 24 giorni Malattia 1° Uomo Malattia 2° Uomo Replicazione e trasmissione del virus A GR 6 6. Il Virus si replica nel tenue della zanzara e in altri organi, e infetta le ghiandole salivari O US O IT U T 5. La seconda zanzara ingerisce il virus con il sangue 7. Il Virus si replica nelle ghiandole salivari 4. Il Virus viene liberato nel sangue A GR Periodo di incubazione Periodo di incubazione Viremia O IT U T La zanzara punge / Trasmette il virus 7 5 Sintomatologia clinica TO I TU Febbre Febbre caratteristica da Dengue Punge prevalentemente di giorno Shock A R G Vive vicino le abitazioni O Nutre le uovaS e produce larve U preferibilmente in contenitori artificiali Febbre emorragica O S U O IT U T Dengue si trasmette attraverso la zanzara femmina infettata A GR 28 Febbre TO I TU o La malattia può essere asintomatica A scarsamente sintomatica GR O US La più comune manifestazione della Dengue Sintomi di Encefalite e Encefalopatia associata con l’infezione acuta da Dengue TO I TU Abbassamento del livello di consapevolezza: apatia, confusione, coma Convulsioni Rigidità nucale Paresi O US A GR Quattro livelli della DHF TO I TU Febbre senza sintomi specifici Test del laccio emostatico positivo 2 Manifestazioni del 1 livello + sanguinamento spontaneo A GR Segni di insufficienza circolatoria (rallentamento delle pulsazioni, ipotensione, sudorazione) 4 O S U O Febbre Mal di testa IT U T A GR Dolore alle giunture e ai muscoli SO U Manifestazioni emorragiche Nausea e vomito Rash Manifestazioni emorragiche della Dengue Pelle: petecchie, ecchimosi O IT Sanguinamento nasale U Sanguinamento Gastro-intestinale: AT ematemesi, melena R G Ematuria O US Sanguinamento gengivale Cause dell’espansione del virus Dengue nelle Americhe 1 3 Caratteristiche cliniche della febbre da Dengue Shock (pulsazioni e pressione non rivelabile) TO I Inaffidabilità dei sistemi di approvvigionamento U di acqua. T Aumento dei viaggi aerei RA Aumento della densità di G popolazione nelle aree urbane O S U Aumento della zanzara, associato con la mancanza di controlli sulla stessa 2006 Vaccino vivo attenuato chimerico Da una chimera fra il virus della febbre TO I TUdiffusione di fermare la sempre maggiore A una malattia che G giàRoggi colpisce mezzo O milione di persone. US T Chikungunya virus UI Chikungunya virus Chikungunya virus gialla e il virus della Dengue è stato ottenuto un vaccino vivo attenuato che si spera possa Famiglia Togaviridae TO I TU – Genere Alphavirus RA • Virus della rosoliaG O US • Chikungunya virus – Genere Rubivirus O US O AT R G Capsìde a simmetria icosaedrica TO I TU RNA monocatenario a polarita’ positiva Pericapsìde E’ un arbovirus Postura incurvata RA G Identificato per la prima Oe’volta S nel 1953 in Tanzania presente U in molte zone dell’Africa e dell’Asia Trasmesso dalla zanzara – (Aedes albopictus e Aedes aegypti) Aedes albopictus Chikungunya virus si trasmette attraverso la zanzara femmina infettata TO I TU O IT U T Punge prevalentemente di giorno O S U A GR Vive vicino le abitazioni Nutre le uova e produce larve preferibilmente in contenitori artificiali O S U A GR Luglio-agosto 2007: un focolaio in Emilia-Romagna Sintomatologia Clinica 1° caso : il 4 luglio a Castiglione di Cervia 9 agosto: segnalazione al Dipartimento Sanità Pubblica di Ravenna di un numero anomalo di casi di soggetti che avevano presentato febbre molto alta a causa ignota nel comune di Castiglione di Cervia. TO I TU 29 agosto: conferma di laboratorio ISS dell’infezione da virus Chikungunya e prime direttive regionali. A GR Sindrome febbrile acuta 6 settembre: inserimento della Romagna nel circuito internazionale di Eurosurveillance con indicazioni per i viaggiatori. O US O US I focolai epidemici sono stati individuati nelle Province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini. Sindrome febbrile acuta Esordio brusco Poliartralgie Astenia TO I TU O US A GR A GR 1. Esordio improvviso Definizione di caso sospetto Febbre elevata O IT U T Forme rare O IT U T Insorgenza improvvisa dei sintomi generalmente con comparsa di febbre alta seguita dopo poche ore dalle artralgie O US A GR 3. Poliartralgia 2. Febbre presente quasi nel 100% dei casi arriva frequentemente a 40° ( significativa se maggiore di 38.5 °C ) TO I TU spesso alternata con brividi Spesso associata ad altri segni e sintomi: • Cefalea (50% dei casi) • Fotofobia O S U A GR • Sintomi gastrointestinali (nausea, vomito, dolore addominale) • Linfoadenopatia generalizzata Presente nel 70- 96% dei casi di grande intensità e temporaneamente invalidante O IT U T più frequente a: spalle, articolazioni delle mani, polsi, caviglie e piedi meno frequente alle articolazioni maggiori: - ginocchia, anche in più della metà dei casi è simmetrica O S U A GR Si accompagna frequentemente ad intense mialgie, dolore al rachide e alle spalle. Nei bambini la compromissione articolare è meno grave e meno persistente. Le manifestazioni cutanee e mucose TO I TU Interessamento cutaneo e mucoso: 50% dei casi Decorso Nella maggior parte dei casi la malattia si risolve entro alcune settimane. O IT U T La manifestazione più frequente è un rash cutaneo, con Usualmente non è necessario il ricovero ospedaliero. arrossamento al tronco e al volto, associato ad esantema I dolori possono persistere in un terzo dei casi fino a 4 mesi e in alcuni casi per qualche anno RA G ed eritema palmare e plantare O US La convalescenza si associa a profonda astenia Forme rare • Epatite acuta grave, anche fulminante TO I TU • Mielo-meningoencefalite A GR • Poliradiculoneurite (Sindrome di Guillain-Barré) O S U • Miocardite, pericardite Infezione nel neonato / bambino E’ possibile la trasmissione materno-fetale. L’infezione del neonato contratta in gravidanza si manifesta in genere TO I TU con sindrome iperalgica e cutanea Nel bambino le manifestazioni cutanee sono spesso caratterizzate da rash bolloso con importanti scollamenti cutanei. A Sono inoltre più comuni che nell’adulto emorragie minime (petecchie GR localizzate e gengivorragie ) O S U La diagnosi differenziale deve prendere in considerazione numerose patologie e può essere giustificata la puntura lombare (dopo valutazione del rischio emorragico) O US A GR L’infezione contratta in gravidanza • Dati relativi all’epidemia a Réunion: - 159 su 3066 donne gravide hanno manifestato i sintomi di Chikungunya. • Nei casi in cui l’infezione è stata contratta nel 1°-2° trimestre: - Sono stati segnalati casi di morte fetale nel secondo trimestre - Non sono state segnalate malformazioni • Nei casi (35) in cui l’infezione è stata contratta in prossimità del parto: - 30 neonati erano infetti (27 con forme cliniche severe ) • Non è noto il rischio per embriopatie e fetopatie O IT U T O US A GR Diagnosi • Esami sierologici O IT U T • Esami molecolari, per la ricerca dell’acido nucleico virale: PCR (solo se il prelievo viene effettuato entro 7 gg dall’inizio dei sintomi) O S U A GR • Isolamento virale (poco praticabile ai fini diagnostici) Terapia La gestione è di regola domiciliare. L’indicazione all’ospedalizzazione viene posta soltanto sulla base della gravità del quadro clinico (eventuale consulenza UO Malattie Infettive) TO per I Sintomatica: paracetamolo. Evitare i salicilati, TU tendenza emorragica A GR O Evitare possibilmente corticosteroidi e antibiotici US la MISURE DI PREVENZIONE Individuazione precoce dei casi O sospetti IT AT R G 2. U O S U Lotta alla zanzara tigre Influenza TO I U Influenza Virus T A GR O US Influenza di tipo A Neuraminidase (N) TO I TU Hemagglutinin (H) M2 O IT U T O US A GR Influenza A Neuraminidasi (N) Capsdìde Peplos Ribovirus (genoma formato da RNA) Orthomyxovirus – Influenza A (diviso in sottotipi) • Uomo, suini, cavalli, varie specie di uccelli – Influenza B • Solo Uomo – Influenza C • Uomo – Togothovirus • Modesta patogenicità O S U A GR – consente il contatto con la superficie delle cellule dell’epitelio mucoso – Liberazione dalla cellula ospite dei virioni neoformati – 16 sottotipi O IT U Emoagglutinina (H) AT R G O US – Si lega allo specifico recettore presente sulla superficie cellulare. – 9 sottotipi Proteina M2 – Un canale per il passaggio di ioni – Partecipa alla liberazione nel citoplasma del genoma virale Matrix protein Hemoaglutinin TO I TU Neuraminidase O US A GR Protein M2 viral nucleoprotein Nucleoprotein viral mRNA Antigenic shift (totale sostituzione; 10 o più anni) – Cambi nell’assetto delle proteine H e N – Dovuto a ricombinazione genetica tra differenti ceppi infettanti la stessa cellula – Appannaggio esclusivo del tipo A O IT U T A GR Antigenic drift (deriva antigenica; due o tre anni) – Mutazioni nei geni codificanti H o N – Può coinvolgere un solo aminoacido – Cambiamento nella risposta anticorpale O US Meccanismi di variabilità 1 - Mutazione O US TO I TU A GR O IT U T O US A GR New variants of the Hemoagglutinin and/or Neuraminidase proteins on the surface of the virus (antigenic shift) Meccanismi di variabilità co-infezione O S U GR A TO I TU O IT U T O S U 2 - Ricombinazione A GR 3 - Rimescolamento - Ridistribuzione Farmaci antivirali Tipo A tre combinazioni principali: H3N2 dal 1968, H1N1 pandemia “spagnola” 1918, H2N2 pandemia “asiatica” 1957 Tipo B: uomo, stabile; Tipo C: raro TO I TU Vaccino 2004/2005 A/New Caledonia H1N1 A/Fujian H3N2 B/Shanghai Vaccino 2005/2006 A/ New Caledonia H1N1 A/California H3N2, B/Shanghai Vaccino 2006/2007 A/ New Caledonia H1N1, A/Wisconsin H3N2, B/Malaysia Vaccino 2007/2008 A/Solomon Islands H1N1, A/Wisconsin H3N2, B/Malaysia Vaccino 2008/2009 A/Brisbane H1N1, A/Brisbane H3N2, B/Florida Vaccino 2009/2010 A/Brisbane H1N1, A/Brisbane H3N2, B/Brisbane O US A GR Inibitori della neuraminidasi – Inibisce l’attacco alla cellula – Zanamivir – Oseltamivir • Per il trattamento dell’ Influenza A e B Inibitori dell’ esposizione dell’acido virale (inibitori della M2) – Amantadine – Rimantadine • Per il trattamento dell’ Influenza A O IT U T O US A GR