CRITERI OPERATIVI PER LA VALUTAZIONE DEL COLLOQUIO

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CRITERI OPERATIVI PER LA VALUTAZIONE DEL COLLOQUIO
NEL NUOVO «ESAME DI STATO»
di Giuseppe Rinaldi1
I criteri di valutazione del colloquio, secondo il Ministero. La nuova normativa ministeriale prescrive che il colloquio debba accertare 1) la padronanza della lingua, 2) la capacità di utilizzare le conoscenze
acquisite e di collegarle nell’argomentazione e 3) di discutere e approfondire sotto vari profili i diversi argomenti. Curiosamente non viene attribuito ai Commissari il compito di accertare il possesso di conoscenze di
base (che fine hanno fatto i «saperi essenziali»?). Se l’allievo deve «utilizzare», «collegare», «discutere» e
«approfondire» le conoscenze acquisite, o si suppone che queste conoscenze vengano comunque acquisite,
oppure è implicito che si debba anche valutarne l’acquisizione!
In base alle considerazioni precedenti propongo che la valutazione del colloquio venga sviluppata in
base ai seguenti parametri:
• Padronanza della lingua
• Possesso delle conoscenze
• Capacita di utilizzare le conoscenze
• Capacità di collegare le conoscenze nell’argomentazione
• Capacità di discutere e approfondire sotto vari profili...
Si tratta non certo dell’optimum pedagogico, bensì di una interpretazione di buon senso del dettame
ministeriale.
Stupidità ministeriale. Poiché è noto che le caratteristiche umane si trovano distribuite nella popolazione secondo la cosiddetta «curva normale», ne risulta che nella valutazione (a meno che non si vogliano
definire soglie assolute, pratica pericolosa, antidemocratica e impraticabile...) occorre tenerne conto.
La prova orale del novello esame di Stato concede al massimo 35 punti: si suppone quindi un range
1-35. Rapportando il range 1-35 al range della curva normale (da circa -3 a circa +3 deviazioni standard) si
ottiene che il livello definito di sufficienza - in base alla distribuzione pentenaria - verrebbe spostato in
modo da comprendere una percentuale assai ampia della popolazione scolastica (vedi appendice).
In altri termini non si capisce perché ci sia bisogno di 21 gradini per collocare coloro che hanno dato
una prova orale non sufficiente (negativa), che in genere rappresentano una parte minima degli esaminandi
(vedi sempre l'appendice), mentre dovrebbero bastare 14 gradini per graduare coloro che hanno fornito una
prova positiva. Appiattimento verso l’alto nell’ideologia ministeriale, o semplice stupidità degli «esperti»
che hanno ideato il marchingegno?
Applicando la regola ministeriale alla distribuzione pentenaria (quella in assoluto più usata nei paesi
anglosassoni, e quella che comunque rispetta la distribuzione normale) ci si trova di fronte al problema di ripartire 14 punti su 4 categorie (di prestazione positiva). Poiché 14/4 fa 3,5, se non si vogliono introdurre decimi di punto (pratica assurda in base alle piu' elementari nozioni intorno alla misurazione), ci saranno alcune
categorie con un range più ampio e altre con un range meno ampio (del resto il misfatto è già stato consacrato dal Ministero con la categoria F che ha un range da 1 a 21!). La soluzione meno peggiore è forse
quella di attribuire il range più ampio (5 punti) punti alla categoria in cui statisticamente ricade la maggior
parte della popolazione, ovvero la categoria C.
Una proposta operativa. In base alle considerazioni precedenti, nella tabella seguente viene presentata una proposta operativa di valutazione della prova orale, comparandola con l’attuale sistema di valutazione decimale (1-10) cui sono abituati insegnanti e allievi, e con il sistema anglosassone basato sulla distribuzione pentenaria, che è il sistema statisticamente più corretto. Si tratta di una proposta che cerca di compensare alla meno peggio l’evidente inconsistenza statistica della proposta ministeriale.
1
Questo intervento ha lo spirito di una proposta aperta a integrazioni e a modificazioni. Sarò grato a chi mi segnalerà
errori, omissioni o difetti, o a chi mi convincerà dell’opportunità di seguire strade alternative. Scrivere a: [email protected]
Grades
Etichette
Profili
Livello
A
Ottimo
Eccellente
Padronanza della lingua
L’espressione è sicura, brillante; usa un vocabolario appropriato, ricercato e sa spiegare con sicurezza il significato dei
termini che usa
Possesso delle conoscenze
Possiede conoscenze approfondite intorno agli argomenti trattati, frutto di ricerca e sistematizzazione personale
Capacita di utilizzare le conoscenze
Sa utilizzare con sicurezza le conoscenze acquisite, sa spiegare
le regole di applicazione e collocarle in contesti generali
Capacità di collegare le conoscenze nell’argomentazione
È capace di operare collegamenti nuovi
Capacità di discutere e approfondire sotto vari profili
Manifesta punto di vista personali intorno agli argomenti trattati; è in grado di sostenere il proprio punto di vista e di comprendere quello altrui
Padronanza della lingua
Si esprime con chiarezza, con efficacia e con ricchezza terminologica; sa spiegare il significato dei termini che usa
Possesso delle conoscenze
Possiede conoscenze sicure, al di sopra della media, intorno
agli argomenti trattati
Capacita di utilizzare le conoscenze
Sa utilizzare con sicurezza le conoscenze acquisite, sa spiegare
le regole di applicazione
Capacità di collegare le conoscenze nell’argomentazione
Coglie agevolmente i collegamenti nell’ambito degli argomenti
trattati
Capacità di discutere e approfondire sotto vari profili
Si trova a proprio agio nel discutere e nell’approfondire le tematiche del colloquio
Padronanza della lingua
Si esprime con chiarezza e con efficacia; sa spiegare il significato dei termini che usa
Possesso delle conoscenze
Possiede una conoscenza di base degli argomenti affrontati
Capacita di utilizzare le conoscenze
È in grado di applicare le conoscenze possedute in ambiti specifici e sa spiegare e motivare l’applicazione realizzata
Capacità di collegare le conoscenze nell’argomentazione
Riesce a collegare gli aspetti principali
Capacità di discutere e approfondire sotto vari profili
Riesce a discutere e approfondire sotto la guida
dell’interlocutore
Padronanza della lingua
L’espressione, pur talvolta faticosa, è comprensibile; usa un
vocabolario modesto; non sa definire con chiarezza il significato dei termini che usa
Possesso delle conoscenze
Possiede una conoscenza scarna degli aspetti principali affrontati nel colloquio
Capacita di utilizzare le conoscenze
È in grado di applicare le conoscenze possedute in ambiti specifici, ma non sa spiegare con chiarezza le ragioni
Capacità di collegare le conoscenze nell’argomentazione
Non riesce generalmente a intravedere i collegamenti
Capacità di discutere e approfondire sotto vari profili
Segue a fatica la discussione guidata; non si mostra in grado di
approfondire gli argomenti trattati
(Riferimento
voto decimale:
9-10)
Livello
B
Sopra
la media
(buono)
(Riferimento
voto decimale:
8)
Livello
C
Soddisfacente
(medio)
(Riferimento
voto decimale:
7)
Livello
D
Minimo
(Riferimento
voto decimale:
6-5)
PUNTI. Proposta «meno peggio», in base
alla normativa
ministeriale
33-35
PUNTI. Scala
pentenaria (in
base alla curva
normale)
29-35
range = 3
30-32
22-28
range = 3
25-29
15-21
range = 5
22-24
8-14
range =3
2
Livello
F
1-7
Padronanza della lingua
1-21
L’espressione è poco chiara, o poco coerente; usa un vocabola(Riferimento
rio limitato e/o non appropriato all’argomento
per disposizione di legge
voto decimale: Possesso delle conoscenze
4 o meno)
Possiede una frammentaria, scarsa o nulla conoscenza degli
argomenti affrontati
Capacita di utilizzare le conoscenze
Non è in grado di sviluppare applicazioni pratiche, ne di fornire
spiegazioni in merito ai procedimenti applicativi
Capacità di collegare le conoscenze nell’argomentazione
Non riesce ad effettuare collegamenti tra i vari aspetti trattati
Capacità di discutere e approfondire sotto vari profili
Non comprende l’oggetto della discussione o non discute a tono
Inaccettabile
Nota: le esplicitazioni dei profili sono appena abbozzate e possono essere riviste, approfondendo il
significato degli obiettivi educativi (cosa significa padronanza della lingua nel colloquio... ecc...).
L’esaminatore dovrebbe anzitutto collocare l’allievo nel profilo più tipicamente a lui simile; poi, all’interno
del profilo dovrebbe scegliere il punteggio più elevato o quello meno elevato.
L’obiezione che può essere rivolta a questa impostazione concerne anomalie nel profilo dell’allievo:
un allievo che si esprime benissimo, ma non sa nulla, ecc... Sono casi rari. In ogni caso, scomponendo e valutando separatamente le abilità si compirebbero maggiori errori. Occorre usare l’esperienza professionale
degli insegnanti nell’identificare i tipi di allievi che si stanno esaminando (come si fa, in un colloquio di 20
minuti, a valutare obiettivamente 5 o 6 caratteristiche dell’allievo usando diverse scale di punti - di 7, 8 o 12
punti?).
3
APPENDICE: LA DISTRIBUZIONE PENTENARIA
Nei paesi anglosassoni si
usa un sistema di valutazione a
cinque classi principali (abcde,
oppure, abcdf - per sottolineare
che f è insufficiente). In base alla
distribuzione normale delle caratteristiche in una popolazione,
ci si attende statisticamente una
proporzione di questo genere
nelle varie classi: A (7%); B
(24%); C (38%); D (24%); F
(7%). Considerando F come insufficienza grave (tale da determinare che la prova non è superata) avremo circa un 7% di fallimenti (il che è quanto accade più
in generale in un normale esame
di maturità, quando se ne boccia
al massimo uno o due per classe). La categoria D rappresenta il rendimento minimo consentito e coinvolge,
statisticamente quasi un quarto degli esaminati (corrisponde a quell’area tra il cinque e il sei). Il rendimento
medio (il nostro sette) corrisponde a circa il quaranta per cento della popolazione. Lo stesso dicasi per l’altro
lato della curva normale. Ora, è possibile che ottimi metodi didattici spostino la popolazione verso le classi
più alte (B e A); ma è anche possibile che cattivi metodi didattici o la presenza di ragazzi particolarmente disturbati spostino la popolazione verso le classi più basse (D e E (o F)). In sostanza nel sistema anglosassone
(e nella nostra pratica quotidiana!) si decide, che la deadline cada sul confine tra F (o E) e D.
Secondo la proposta ministeriale, dove cadrebbe la deadline? Una semplice ispezione ad una tavola
della distribuzione normale cumulata basta a rassicurarci (rapportando i 21/35 in termini di deviazioni standard) che circa il 78% della popolazione (in condizioni di distribuzione normale) dovrebbe cadere nell’area
dell’insufficienza! Un esame davvero rigoroso! È chiara l’impraticabilità di una simile prassi. In altri termini,
se teniamo fermo che, di fatto accade di dichiarare insufficienti da 0 a 5 o 10% dei candidati (quelli che
hanno un punteggio da 1 a 21), restano 14 punti per poter differenziare in maniera decente gli altri (95 o
90%). In questo senso la tabella che propongo rappresenta la soluzione meno peggio.
L’argomentazione su esposta nella sostanza non cambierebbe per nulla se al posto di cinque classi
della distribuzione pentenaria se ne proponesse un numero maggiore, e se fossero comunque sempre rapportate alla curva normale. Nei testi di psicologia o di docimologia si trovano moltissime altre soluzioni (centili,
decili, stanine, punti Z, punti T, ecc...)
Nota: Nella figura è rappresentata la curva della distribuzione normale con i confini delle classi. Il
sigma rappresenta l’unità di deviazione standard, il segno X rappresenta la posizione della media.
Sull’ascissa sono ovviamente rappresentati i punteggi, sull’ordinata il numero di coloro che ottengono un
dato punteggio. Nella figura le classi sono rappresentate con A, B, C, D, E; nella letteratura anglosassone riguardante la valutazione si trova più frequentemente A, B, C, D, F. Per chi voglia approfondire si veda il
semplicissimo B. Vertecchi, Valutazione formativa, Loescher, Torino, 1976 (da cui è tratta la figura).
(Versione 1.1 - 5/9/1999)
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