Notiziario 2017 - Circolo Masolino da Panicale

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Il Masolino
Numero 6
-
aprile 2016
Notiziario gratuito a cadenza saltuaria, riservato ai soci e simpatizzanti del Circolo Culturale Masolino da Panicale
Redazione: Michele Piacenza, Carla Vittori, Mario VIttori
Bob Dylan, Premio Nobel per la Letteratura 2016
“per aver creato una nuova espressione poetica ……. “
Il 13 ottobre 2016, l’Accademia
di Svezia ha assegnato a Bob
Dylan il Premio Nobel per la Letteratura “per aver creato una
nuova
espressione
poetica
nell’ambito della grande tradizione della musica americana”.
Alla notizia tutto ciò che mi è
sembrato giusto affermare è stato “finalmente!”. Il premio, sia
ben chiaro, nulla toglie e nulla
aggiunge al prestigio e alla grandezza di Bob Dylan ma attesta
finalmente, se mai ce ne fosse
stato bisogno, l’importanza della
produzione letteraria di una figura tra le più geniale nella cultura del nostro tempo.
La notizia del Nobel a Dylan, ha
acceso
immediatamente
l’interesse di tutti i media del
globo, in una giornata in cui la
morte di un altro Premio Nobel,
Dario Fo, sembra essere stato un
passaggio virtuale di testimone,
tanto che lo stesso Dario Fo, nel
lontano 2001 aveva detto “Sarei
proprio contento se fosse Bob
Dylan a vincere il premio Nobel”.
In un universo culturale contraddistinto da voci e tendenze
discordanti, la notizia del Nobel
a Bob Dylan ha immediatamente
suscitato un impatto di grandissima rilevanza anche tra i più
giovani tanto che gli ascolti dei
brani dell’artista di Duluth su
tutte le reti internazionali sono
aumentati del 512% con al primo
posto il brano “Like a Rolling
Stone”
che
la
rivista
dall’omonima
intestazione
“Rolling Stone” aveva dichiarato,
nel 2004, la più bella canzone di
tutti i tempi.
La stessa rivista, nel 2015, ci piace sottolinearlo, aveva inserito
l’artista al primo posto nella lista
dei 100 migliori cantautori di
tutti i tempi.
Mentre gli ascolti globali di
Dylan superano i 700 milioni,
scendono in campo artisti, letterati, musicisti, poeti, scrittori ed
intellettuali, ognuno con le sue
motivazioni per plaudire o sconfessare la scelta effettuata
dall’Accademia di Svezia, che
riporta il Premio Nobel negli
Stati Uniti dopo ben 23 anni.
Il presidente americano Obama
è uno dei primi a congratularsi
con l’artista, “uno dei miei poeti
preferiti”, come pure Bruce
Springsteen che ricorda come
"Highway 61 Revisited e Bringing It All Back Home non sono
stati soltanto dei grandi dischi
ma rappresentarono la prima
volta che ricordo in cui veniva
esposta una versione veritiera
del luogo in cui vivevo. Il buio e
la luce erano lì, il velo dell'illusione e dell'inganno erano stati
strappati, aveva dato un calcio
alla cortesia ottusa e alla routine quotidiana che coprivano la
corruzione e la decadenza. Il
mondo che raccontava era sotto
i nostri occhi, nella mia piccola
città".
Generalmente i media americani
sono concordi nel celebrarlo. Il
New Yorker gli dedica una delle
sue leggendarie copertine, la
rivista Rolling Stone scrive parole di grande apprezzamento poiché “il sommo riconoscimento
per la letteratura sorprende sì,
ma è un tributo che era da tempo dovuto”.
Anche il New York Times, a firma di Dwight Garner afferma la
grande correttezza culturale
nell’assegnare il premio nella
colonna intitolata; "Bob Dylan
the Writer: An Authentic American Voice": "Il Nobel stabilisce
ciò che per molto tempo abbiamo percepito: il signor Dylan è
tra le voci più autentiche che
l'America abbia mai prodotto,
un creatore di immagini audaci
e risonanti al pari di Walt Whitman ed Emily Dickinson".
Sullo stesso quotidiano, il giornalista Greil Marcus lo definisce
"Maestro di cambiamento"
mentre per Carolyn Kellogg del
Los Angeles Times, in un articolo dal titolo"In a 'radical' choice,
Bob Dylan wins the Nobel Prize
in literature", esprime tutto il
suo compiacimento; "Dylan è
entrato nel pantheon, oltrepassando i confini della definizione
di "letteratura" come ha superato molti altri limiti nel campo
musicale".
Grande irritazione è espressa
invece dallo scrittore scozzese
Irvine Welsh, che vede il premio
come “nostalgia mal concepita
scaturita dalle prostate rancide
di hippies senili, farfuglianti”
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mentre invece per il romanziere
indiano Salman Rushdie, quella
del Nobel a Dylan è stata una
“grande scelta. Da Orfeo a Faiz,
la poesia e la canzone sono sempre stati legati. Dylan è il brillante erede della tradizione dei
grandi bardi: ottima scelta, le
frontiere della letteratura si
allargano”.
Per rimanere in Italia, va segnalata la netta disapprovazione
dello scrittore, saggista e critico
musicale Alessandro Baricco per
il quale “non c'e' nessun paragone da tra il Nobel a Dylan e
quello a Dario Fo …… Che un
drammaturgo vinca un premio
alla letteratura ci sta, anche se
in modo un pò sghembo …. ma
premiare Bob Dylan con il Nobel per la Letteratura è come se
dessero un Grammy Awards a
Javier Marias perchè c'e' una
bella musicalità nella sua narrativa ….. Cosa centra Bob
Dylan con la letteratura?". A
rispondere a questa domanda è
il giornalista e scrittore Gianni
Riotta che alla critica di Baricco,
ha semplicemente ed ironicamente risposto: “Cosa c’entri tu,
piuttosto, con la letteratura?”,
riferito naturalmente a Baricco.
Entusiasta per il Nobel a Dylan è
anche il vincitore del Premio
Strega 2016, Edoardo Albinati,
che in una intervista a Libreriamo ha detto “La notizia del premio Nobel a Bob Dylan mi ha
riempito di gioia”.
Sull’attribuzione a Dylan del
Premio Nobel così si è espresso
Francesco De Gregori; “È una
notizia che mi riempie di gioia,
vorrei dire non è mai troppo
tardi. Il Nobel assegnato a
Dylan non è solo un premio al
più grande scrittore di canzoni
di tutti i tempi ma anche il riconoscimento definitivo che le
canzoni fanno parte a pieno
titolo della letteratura di oggi e
possono raccontare, alla pari della scrittura, del cinema e
del teatro, il mondo e le storie
degli uomini. Bob Dylan incarna l'essenza di tutto questo, nessuno come lui ha saputo mettere
in musica e parole l'epica dell'esistenza, le sue contraddizioni,
IL MASOLINO
la sua bellezza”.
Per Tullio De Mauro, linguista,
ex ministro della Pubblica Istruzione e presidente della Fondazione Bellonci, “è giusto allargare i confini del Nobel dalla letteratura accademica, patinata,
nobile a quella non meno nobile
ma di grande circolazione e popolarità in tutti i sensi della parola" mentre per lo scrittore
Sandro Veronesi non solo il premio è meritatissimo ma addirittura giunto in ritardo come pure
“la motivazione, invero assai
riduttiva”. Prosegue Veronesi;
“Da
oltre
cinquant’anni
l’influenza di Bob Dylan sulla
cultura occidentale è incalcolabile, come incalcolabile è il numero di opere letterarie, in prosa o in poesia, che hanno tratto
ispirazione dal suo lavoro, o la
quantità di titoli «rubati» alle
sue canzoni. Perciò, per quanto
illuminata appaia la scelta fatta
a Stoccolma (le cronache dicono
che l’annuncio è stato accolto
con un boato dal pubblico presente in sala), c’è da chiedersi
perché questo riconoscimento
non sia arrivato prima”.
Su quest’ultima condizione legata al presunto ritardo con cui
Dylan sia stato insignito del riconoscimento, va ricordato che già
nel 1996 il professore Gordon
Ball del Virginia Military Institute, aveva scritto alla Reale Accademia di Svezia, di cui era membro, per candidare Bob Dylan al
Nobel per la Letteratura con una
motivazione ancor più profonda;. “Per l’influenza che le sue
canzoni e composizioni hanno
avuto in tutto il mondo. Egli ha
restituito dignità alla tradizione
orale. Dagli inizi degli anni Sessanta ha creato, in parole e musica, un universo illimitato, che
ha pervaso il globo”.
Lo stesso Gordon Ball nel 2007
pubblicò sulla rivista «Oral Tradition» un saggio intitolato Dylan e il Nobel, nel quale
rinnovò la sua proposta argomentandola partendo dai due
criteri indicati dallo statuto per
l’attribuzione del premio, stabiliti da Alfred Nobel stesso: “avere
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massima rilevanza in campo
idealistico ed essere di beneficio
per l’umanità”.
D'altronde, sembra davvero strano che molti scoprano ora
l’altissima levatura culturale e
letteraria di Dylan, un personaggio ed un’opera che già gli avevano fruttato numerosi riconoscimenti tra i quali è giusto ricordare il Tom Paine Award nel 1963,
la Laurea Honoris Causa in Musica dall’Università di Princeton
nel
1970,
l’ingresso
nel
Rock’n’Roll Hall of Fame nel
1988, il titolo di Commendatore
dell’Ordr des Arts ed des lettres,
in Francia nel 1990, il Grammy
Award alla carriera del 1991, il
Kennedy Center Honors nel
1997, il Grammy Award per il
miglior album del 1998, il Polar
Music Prize (equivalente ad un
Nobel per la musica) nel 2000, il
Premio Oscar per la canzone
Things Have Changed nel 2001,
il Golden Globe del 2001, la Laurea Honorys Causa in Musica
dall’Università di St. Andrew nel
2004, il Premio Principe delle
Asturie, in Spagna, nel 2007, il
Premio Pulitzer nel 2008, la National Medal of Arts nel 2009, la
Presidential Medal of Freedom
nel 2012 e la Legion D’Honneur,
in Francia, nel 2013.
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Dominati dalla rabbia e dal risentimento per questa scelta, alcuni
hanno cercato invece di coinvolgere chi invece il Nobel non lo ha
vinto come Philip Roth, Joyce
Carol Oates, Don De Lillo e Thomas Pynchon, scrittori che da anni attendono questa importante
consacrazione e che invece sono
stati ignorati dall'accademia svedese. Va anche sottolineato comunque che, accanto a nomi quali
Philip Pull e Stephen King, alcuni
degli stessi pretendenti si sono
espressi apertamente a favore di
questa scelta come De Lillo e Joyce Carol Oates e che, se veramente questi ed altri importanti
scrittori erano in lizza per il Nobel
alla Letteratura, la scelta di Dylan
appare ancora più importante e
significativa, introducendo definitivamente l’artista americano tra i
più importanti letterati del nostro
tempo.
Con l’assegnazione del Premio
Nobel per la Letteratura a Bob
Dylan, la cultura mondiale colma
dunque un vuoto enorme, riconoscendo all’artista americano un
ruolo di primissimo piano nel panorama culturale del nostro pianeta ed abbattendo nello stesso
tempo, i criteri di presunzione,
arroganza e superbia (ma anche
ignoranza) di moltissimi intellettuali legati a vecchi ed assurdi
canoni lobbisti.
E allora cos’altro aggiungere; solamente un consiglio, quello di
andare a rileggere le numerose
pagine che Dylan ci ha regalato in
questi ultimi sessant’anni, un artista cantautore, scrive il proff.
Paolo Granata “che ha saputo
schiudere una stagione di fiducia
e di speranze, in cui la musica
pareva dilatarsi a linguaggio e a
spiegazione universale, a veicolo
di conoscenza e d'identificazione
collettiva. In questo senso la più
grande conquista di Dylan è stata quella di aver contribuito a
rendere nuovamente popolare la
poesia. Il suo merito letterario è
proprio quello di aver conferito,
nei suoi aspetti moderni, nuova
dignità alla tradizione orale della
poesia”.
(m.p.)
IL MASOLINO
Una poesia da vivere
“Un brillante interprete nuovo
della musica folk è comparso
oggi al Gerde’s Folk City. A soli
vent’anni Bob Dylan è uno dei
più interessanti personaggi che
abbiano suonato in un cabaret
di Manhattan da mesi”. Così
iniziava un famoso articolo pubblicato da Robert Shelton sul
New York Times del 24 settembre 1961. Da allora Bob Dylan ha
percorso una lunga e fortunata
carriera tra momenti entusiasmanti e periodi di crisi, milioni
di dischi venduti e lunghi periodi
di inattività, presentando al suo
pubblico canzoni folk, rock, gospel, reggae, spirituals, canzoni
d’amore, canzoni di protesta,
reinterpretazioni di musiche
delle radici popolari americane,
il tutto legato ad una base letteraria di enorme importanza e di
grande profondità.
Bob Dylan, enigmatico e sfuggente nei rapporti con i suoi fans
e la stampa, impegna i suoi ascoltatori in una partecipazione
ai suoi brani a volte aggrovigliata
e complessa, con difficoltose e
rivoluzionarie
interpretazioni
che chiedono sempre impegno,
conoscenza e, a volte, è d’obbligo
sottolinearlo, anche moltissima
pazienza.
Il background di Bob Dylan, ampio ed eterogeneo, ha sicuramente il suo fulcro nella sua
scrittura lirica, un percorso non
sempre agevole e formale e che
talvolta sorvolano con grande
raffinatezza
letteraria
l’irrazionale, l’onirico ed il surreale attingendo al movimento
della Beat Generation, di cui
Dylan, negli anni giovanili, fu
parte integrante, accanto a nomi
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quali Allen Ginsberg, Gregory
Corso, Jack Kerouac e Lawrence
Ferlinghetti ma anche alla poetica
di William Blake, T.S.Eliot, Arthur Rimbaud, Dylan Thomas ed
altri poeti maledetti.
Tutti i critici ed i giornalisti che
abbiano mai scritto di musica,
che si siano mai occupati di cultura e di poesia hanno, almeno una
volta nella loro carriera dovuto o
voluto descrivere questo grande
artista, la sua opera, la profondità
delle sue liriche, la sua musica, il
suo sorprendente distacco dal
pubblico e dai media al limite
della fobia e dell’incomprensione.
Come tutti i grandi artisti del nostro tempo, Dylan è entrato nelle
pagine di tutti i giornali, sulle
copertine di migliaia di riviste e
soprattutto nelle menti e nei cuori di diverse generazioni di giovani che con lui hanno vissuto una
vivace stagione fatta di rabbia e
disperazione, di malinconia, di
poesia e di speranze. Le numerose pubblicazioni che in ogni parte
del mondo lo descrivono, lo analizzano e lo presentano, ci danno
un’idea delle grandi qualità attribuite all’artista, alla sua musica,
ai suoi testi e ci mostrano innumerevoli tentativi di analisi ti tipo
sociologico e politico in cui Dylan
è rappresentato in tutti i suoi aspetti più conosciuti e nei suoi
“misteri” più intimi, gli avvenimenti più tristi, la quotidianità
più cruda ed accattivante.
Ogni pubblicazione, ogni scritto
che ci parla di Dylan ci aiuta a
capire una parte dell’artista che
altri hanno nascosto, taciuto o
tralasciato. Poiché la rilettura di
Dylan è indubbiamente anche se
non
necessariamente
“soggettiva”, è facile ritrovare
interpretazioni di tutto ed il contrario di tutto; si cercherà di innalzare l’artista a ruoli quasi metafisici o di abbatterlo invece ad
ogni suo passo, di decifrare le sue
liriche in modo “quotidiano”,
“trascendentale”, “futurista”.
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Ognuno di noi riceve migliaia di
notizie e di esposizioni diverse e
contrastanti, positive e denigranti, ma ciò che comporta questa
altalenante ed apparente confusione è il riconoscimento a volte
negato e respinto che ci troviamo
di fronte ad un artista vero, un
uomo ed un musicista che comunque lo si analizzi o lo si scomponga, rappresenta certamente una
delle figure più vivaci e geniali del
nostro tempo. La verità è che tutto è stato scoperto, ma che tutto è
ancora da scoprire, e quello che
può sembrare un’affermazione
slegata ed illogica, trova invece
un’esatta collocazione nella visione attenta e capace del lavoro
dell’artista e della sua poliedrica
attività fatta di musica e di poesia
ma anche legata alla cinematografia e alla stesura graffiante ed intensa di un romanzo che ha la
capacità di presentarci un opera,
a volte densa di significati nebbiosi ed indescrivibili, ma anche così
vicini ad una interiorità che lascia
aperte molte porte e che tende la
mano a chi voglia riscoprire una
nuova
ed
ansiosa
lettura
dell’artista, fatta anche di sentimento e penetrabilità.
Gli anni ‘60 sono per l’America
una condizione politica particolarmente travagliata e difficile;
basti pensare, tra i molti problemi
ed avvenimenti, al Vietnam (1965
-1975) , la crisi di Cuba, la Guerra
Fredda, il pericolo nucleare, le
uccisioni di John Kennedy nel
1963, di Malcolm X, leader del
Movimento delle Pantere Nere nel
1965, di Martin Luther King,
leader dei diritti civili per i neri,
nel 1968 e, sempre nel 1968,
l’uccisione di Robert Kennedy,
fratello di John.
In questo periodo già di per se
complesso, si innestano ulteriori
movimenti interni di tensione che
per mille ragioni rendono agitate
le acque di una gioventù inquieta
e rabbiosa. Il mondo giovanile,
cresciuto in fretta, sta prendendo
coscienza della sua forza e lotta,
non senza utopie e difficoltà per
abbattere le ipocrisie e le falsità di
una società in parte corrotta e
serva di più padroni.
Da questi anni e dai giovani che li
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IL MASOLINO
vivono e a volte li soffrono, nasce
il mito di Bob Dylan, i suoi brani, le sue parole sferzanti, sono
determinanti per milioni di questi giovani che fanno di Dylan un
profeta delle loro speranze e delle loro aspirazioni. Diverse sue
canzoni che parlano della guerra, del razzismo e delle altre piaghe dell’America, vengono censurate dagli enti radiotelevisivi
perché giudicate scandalose. Da
allora e progressivamente Dylan
rompe le barriere del fanatismo
e costruisce invece discorsi talvolta difficili da comprendere
spingendo l’ascoltatore ad una
indagine più approfondita che
non lascia posto ad uno scorrevole e facile ascolto.
Si discute spesso del lavoro e
della carriera di Bob Dylan, la
sua immagine e la sua opera sono state per lungo tempo, e sono
tuttora, fonte di studio e di continui tentativi quasi di classificazione, ma una cosa appare evidente già dai primi approcci,
cioè come questo “accostarsi”,
questo “esaminare” risulti assai
difficile ed impegnativo.
Il primo ostacolo che ci troviamo
di fronte è la difficoltà di ispezionare e scoprire un angolo di lettura che ci ponga subito in sintonia con l’artista e con le sue tematiche così disagevoli a volte
da captare nella loro aggrovigliata e al tempo stesso efficace ricchezza lirica. Questo muro iniziale coinvolge tutta la sfera artistica di Dylan, ma certamente le
difficoltà maggiori si incontrano
con l’impatto dei testi dylaniani,
estremamente carichi di temi e
situazioni difformi tra loro, ma
legati da un filo ideale tra quotidianità, musica e cultura.
Dylan è stato innalzato e rappresentato sotto molteplici vesti
sino a costituire una leggenda
del suo tempo, ma al di là di tutto gli va riconosciuta una rivoluzione che investe l’intera cultura
contemporanea ma non solo,
Dylan viene a raffigurare alla
luce degli eventi e delle situazioni, uno dei maggiori poeti americani contemporanei, se vogliamo
di quella cultura beat, che ha
saputo superare con le sue liri-
che la densa cortina di conformismo che aleggiava sulla poesia,
ma ancor di più sull’intera società
americana.
Ecco dunque venire alla luce
l’importanza dei suoi testi, delle
sue poesie, una lettura che deve
essere fattore determinante per
meglio comprendere l’intero scenario dylaniano.
Il panorama sociale, musicale ed
interiore che ha creato e sviluppato le capacità creative e liriche
di Dylan è indubbiamente vasto e
multiforme e non sempre le visioni e le nostre personali esplorazioni si trovano ad occupare una
linea comune e parallela a quella
dell’artista.
La condizione nel cui ambito
Dylan agisce e sviluppa la sua
personale analisi passa attraverso
un’infinità di canali e di eventi
complessi da esaminare in poche
righe , ma la personalità
dell’artista viene certamente catturata dalle problematiche e dalle
speranze giovanili dei primi anni
‘60, come prima base di sviluppo,
per poi attraversare stati d’animo
contrastanti e a volte dolorosi
degli anni ‘70, per poi concludere
un primo momento di ricerca
nella religiosità duramente esteriore dei primi anni ‘80; religiosità che non viene improvvisa, ma a
coronamento di un’ardua, caparbia ricerca iniziata certamente
ancor prima della sua consacrazione nel mondo della cultura
musicale.
Questi tre punti essenziali nella
vita di Dylan, hanno condotto ad
un passaggio a volte dolce, altre
volte gravoso e travagliato che
racchiude in se una miriade di
distinte e piccole metamorfosi.
Pubblicazioni di Bob Dylan
Tarantula
1971
Writings and Drawings
1973
Chronicles vol. 1
2004
NUMERO 6
IL MASOLINO
Queste trasformazioni hanno dato
vita ad uno stupendo romanzo
dalla trama spesso debolmente
intelligibile, ma comunque ininterrottamente riboccante di immagini e situazioni, specchio di
una società spettatrice e al tempo
stesso interprete dei cambiamenti
e delle evoluzioni che avvenivano
dentro ed attorno ad essa.
Certo non è facile comprendere e
penetrare a fondo la meccanica di
queste mutazioni, ma è evidente
che non ci troviamo di fronte ad
alterazioni artificiali e premeditate ma a momenti sempre vivi, accesi e palpitanti.
Emerge dunque, all’ombra di queste considerazioni, la straordinaria lirica dylaniana, una lirica che
tra la ricchezza di immagini in cui
l’artista muove le sue sensazioni,
viene ad assumere un’importanza
assoluta nella personalità di
Dylan, nel suo lavoro e nella sua
esistenza.
Se da una parte ci troviamo di
fronte ad ostacoli di coinvolgimento, è pur vero che la poesia ha
la straordinaria capacità di avvicinare, in una simbiosi quasi unica,
chi scrive e chi legge e di fondere
in un unica anima due apparenti
momenti e modo di intendere e
concepire le situazioni e le logiche. Tutto questo in Dylan sembra assumere nuove forme e nuove geometrie, così capace è
l’artista di una espressione che
vede congiunte in un unico sguardo l’intimo, il collettivo ed il misticismo, dunque l’uomo accanto
ai suoi problemi e alle sue aspirazioni, ma anche l’uomo e l’amore,
l’uomo con le sue speranze,
l’uomo con la sua fede.
E’ dunque in questo panorama
che vogliamo e dobbiamo ritrovare e riscoprire Dylan, un Dylan
che attraverso le liriche più vicine
alla sua anima ci fa partecipi e
protagonisti dei cambiamenti avvenuti attorno a lui e dentro di lui
e dunque, anche se in parte e
marginalmente, avvenuti anche
attorno a noi e soprattutto dentro
di noi.
(m.p.)
PAGINA 5
Lawrence Ferlinghetti
Bob Dylan
“Grazie Bob”
“L’essenza del Nobel”
In una intervista con Antonello
Guerrera di Repubblica, Lawrence Ferlinghetti, poeta 97enne di
quella che fu la grande ondata
della Beat Generation, plaude
con entusiasmo al Nobel per la
Letteratura assegnato a Bob
Dylan.
“Bob Dylan è un poeta, prima di
ogni cosa. Lo è sempre stato. Ha
scritto i migliori poemi surrealisti della nostra generazione. E,
grazie alla musica, è riuscito a
far arrivare la poesia dove non
era mai arrivata, neanche con
Ginsberg. Mentre gli intellettuali
dormono, l'Accademia di Svezia
ha avuto coraggio: questo è un
premio all'America sconfitta di
Steinbeck. Il Nobel di Dylan è il
Nobel di una generazione.
Chi è rimasto di noi dovrebbe
esserne fiero. Bob Dylan è la vera, unica eredità della Beat
Generation nel XXI secolo. …..
Bob era uno di noi, basti vedere
il flusso di coscienza dei suoi
primi testi. E, dalla pace alle
droghe, dalla psichedelia al buddismo, ha articolato in maniera
irraggiungibile slogan e temi
della nostra generazione. Soprattutto negli anni a venire, è
stato il vero padre culturale della
hippy generation. ….. Allen Ginsberg è stato una leggenda, ma
non era niente al confronto di
Bob Dylan. Piangeva mentre
ascoltava le sue canzoni …..
Grazie Bob, hai riscattato chi
credeva nei sogni della Beat
Generation”.
“E’ fantastico, meraviglioso”, dice
entusiasta lo scrittore e Premio
Pulitzer americano Michel Cunningham alla notizia del Premio
Nobel assegnato a Bob Dylan.“
Dylan è un letterato come lo era il
Nobel dell'anno scorso, Svetlana
Aleksievic, nonostante fosse essenzialmente una cronista. Ma
allora non ho sentito le stesse
critiche. Dylan è un artista devastante, ma allo stesso tempo genuino. Esprime la sua letteratura
in una serie di forme, tra cui la
poesia. E ha un'influenza straordinaria su milioni di persone.
Costituisce a pieno l'essenza del
Nobel: una figura che ha scosso
l'anima culturale e politica di un
paese, come tanti suoi predecessori. Allen Ginsberg scoppiò in
lacrime ascoltando Hurricane ".
______________________
“Ben oltre la fine del tramonto,
prima dello spezzato scampanare di mezzanotte,
ci riparammo sotto una porta
mentre il tuono esplodeva intorno a noi
e maestose campane di lampi
colpivano ombre negli abissi
e pareva di vedere lampeggiare
le campane della libertà.
Lampeggiavano per i guerrieri
la cui forza è di non combattere,
lampeggiavano per i rifugiati
sull’inerme via della fuga
e per ognuno e per tutti gli sfruttati, soldati nella notte,
e noi allora vedemmo lampeggiare le campane della libertà
…..”.
(Chimes of Freedom, dall’album
“Another side of Bob Dylan”,
1964)
NUMERO 6
IL MASOLINO
PAGINA 6
Bob Dylan -Discografia Completa
Bob Dylan
1962
Good As I Been To You
1992
The Freewheelin' Bob Dylan
1963
The 30th Anniversary Concert Celebration
1993
The Times They Are A-Changin'
1964
World Gone Wrong
1993
Another Side Of Bob Dylan
1964
Greatest Hits Volume 3
1994
Bringing It All Back Home
1965
MTV Unplugged
1995
Highway 61 Revisited
1965
Greatest hits (UK)
1995
Blonde On Blonde
1966
Highway 61 Interactive (CD-ROM)
1995
Bob Dylan's Greatest Hits
1967
The best of Bob Dylan Vol. 1 (U.K.)
1997
John Wesley Harding
1967
Time Out Of Mind
1997
Nashville Skyline
1969
1998
Self Portrait
1970
The Bootleg Series, Vol 4: Bob Dylan Live 1966
– The Royall Albert Hall Concert
The best of Bob Dylan Vol. 2 (U.K.)
2000
New Morning
1970
The Essential Bob Dylan
2000
Bob Dylan's Greatest Hits Volume II
1971
The very best of Bob Dylan
2000
Pat Garrett & Billy the Kid
1973
1973
Live 1961-2000 Thirty-Nine Years of Great
Concert Performances
2001
Dylan
Planet Waves
1974
"Love And Theft"
2001
Before The Flood
1974
2002
Blood On The Tracks
1975
The Bootleg Series, Vol 5: Bob Dylan Live 1975The Rolling Thunder Revue
The Basement Tapes
1975
Masked and anonymous
2003
Desire
1976
The Bootleg Series, Vol 6: Bob Dylan Live 1964Concert at Philharmonic Hall
2004
Hard Rain
1976
The Bootleg Series, Vol 7: No Direction Home
2005
Street-Legal
1978
Live at the Gaslight 1962
2005
Masterpieces
1978
The Best of Bob Dylan (U.S.A.)
2005
Bob Dylan At Budokan
1979
Live at Carnegie Hall 1963
2005
Slow Train Coming
1979
Blues
2006
Saved
1980
Modern Times
2006
Shot Of Love
1981
Bob Dylan; The Collection
2006
Infidels
1983
Dylan
2007
Real Live
1984
I’m not here (Original soundtrack)
2007
Empire Burlesque
1985
2008
Biograph
1985
The Bootleg Series, Vol 8: Tell Tale Signs :Rare
and unreleased 1989-2006
Knocked Out Loaded
1986
Together Through Life
2009
Down In The Groove
1988
Christmas In The Heart
2009
Dylan & The Dead
1989
The Original Mono Recordings
2010
Oh Mercy
1989
2010
Under The Red Sky
1990
The Bootleg Series, Vol 9: The Witmark Demos:
1962-1964
The Best Of The Original Mono Recordings
The Bootleg Series, Vol 1-3: Rare & Un-
1991
Bob Dylan In Concert: Brandeis University
1963
Tempest
2011
2010
2012
NUMERO 6
Discografia (cont.)
Testi di Bob Dylan
Tempest
2012
Live In New York Gaslight Cafe 1961
2012
The
50th
PAGINA 7
IL MASOLINO
Anniversary Collection
2013
The bootleg series vol. 10 – Another Self Portrait
1969 – 1971
The bootleg series vol. 11 – The Basement Tapes
Complete
The bootleg series vol. 11 – The Basement Tapes
Raw
50th Anniversary Collection 1964
2013
Shadows in the night
2015
The bootleg series vol. 12 – The Cutting Edge
1965-1966
Dylan e Petty Live on the Radio ‘86
2015
2016
Fallen Angels
2016
2014
2014
2014
BOB DYLAN, Mr. Tambourine vol I,
(Arcana Editrice, 1990)
BOB DYLAN, Mr. Tambourine vol II
(Arcana Editrice, 1991)
BOB DYLAN, Mr. Tambourine vol III
(Arcana Editrice, 1993)
Bob Dylan Lyrics 1962 – 1985
(Feltrinelli, 1995)
Bob Dylan. Lyrics 1962-2001
(Feltrinelli, 2006)
Bob Dylan; Blues, ballate e canzoni
(Newton Compton, 1972)
Bob Dylan; Canzoni d’amore e d protesta
(Newton Compton, 1972)
Bob Dylan; Tutte le canzoni 1973 – 1980 (Lato Side, 1980)
Dylan; interviste, cronache e saggi dal 1962
al 1984 (Arcana, 1985)
10 ragioni per cui il Nobel per la Letteratura a Dylan è una bella notizia
(Proff. Cesare Catà, Scrittore, drammaturgo e docente presso il Dipartimento delle Comunicazioni
dell’Università di Macerata)
Il Nobel per la Letteratura al menestrello che con armonica e chitarra ha incantato folle di giovani da 50 anni.
Un'assurda e offensiva presa di posizione, secondo molti. Ma il Nobel a Bob Dylan ha un significato culturale forte
e preciso. Forse, lui il Nobel lo meritava più di ogni altro. E il fatto che stavolta abbia vinto davvero, dopo che da
anni si paventava, è una bellissima notizia. Perché ….
1 - Ha allargato i confini della poesia. Certo (e rimane un dato di fatto): Robert Zimmermann, in arte Bob
Dylan, non è un poeta. E allora perché dargli il più alto riconoscimento letterario del mondo? Perché "ha elevato
l'arte della canzone popolare americana a un più alto livello di cultura?", come dicono le motivazioni del premio?
No, non esattamente. Piuttosto, perché ha portato la poesia in un territorio inesplorato, facendola fiorire laddove
non aveva (quasi mai) attecchito. Ed è proprio quello che ci si dovrebbe aspettare da un artista: spalancare l'arte
dove non c'era.
2 - È l'erede di Rimbaud, Dylan Thomas e Jack Kerouac. Se si chiama Bob Dylan, è per omaggiare il mito
Dylan Thomas. E i testi delle sue folk songs sono tutti ispirati a quella linea di poeti visionari e ribelli che, da Rimbaud e Blake, arriva appunto al bardo Gallese Thomas, fino alle pulsioni beat di Kearouac e del suo amico Ginsberg. Tutta gente che il Nobel non avrebbe mai potuto vincerlo (e molti tra loro, anche se vincitori, sarebbero stati
troppo ubriachi per ritirarlo). Il Nobel a Dylan li riscatta tutti, in un certo senso. È un Nobel alla memoria dei Maledetti.
3 - Non è un poeta laureato: è un ribelle. Abbiamo del poeta, negli ultimi decenni, un'immagine lontana da
quell'eroismo cavalleresco che invece è intimamente collegato con questa figura, in senso archetipico. Il letterato,
lo scrittore, troppo spesso viene pensato come un intellettuale chiuso in un ufficio a fare cose cerebrali. Dylan è
invece uno scrittore nello stesso senso del suo conterraneo Henry David Thoreau: qui, la letteratura si fa a contatto
con il mondo, sfidandone l'essenza civica, politica, metafisica. Nelle tante fasi della sua evoluzione, Dylan queste
sfide le ha lanciate tutte. Il poeta è sempre un ribelle, e il Nobel a Dylan ce lo ricorda
4 - È l'essenza del folk. La vera letteratura è opera d'arte perché è popolare. Nel senso di Shakespeare. È qualcosa di estremamente pop, collegato alle radici della terra da cui prende voce. Con una parola: la letteratura è un
fenomeno folk. Dylan, che ha iniziato a scrivere e cantare perché aveva ascoltato Woody Guthrie, ha incarnato in
sé quest'essenza, così profondamente presente nella musica folk americana e, prima, irlandese. La letteratura moderna, per molti versi, ha smarrito questa dimensione. Il Nobel a Dylan ricorda alla letteratura che questa dimenticanza è fatale. Ed è dovuto arrivare un menestrello a ricordarlo.
5 - Al suo fianco, sul palco di Stoccolma, ci saranno Jim e Johnny. Ci furono altri grandi cantori statunitensi, nei cui versi, musicati, la bellezza della letteratura si era annidata per profondersi sul pubblico. Jim Morrison, anzitutto, che per la fretta e la violenza che impresse al suo passaggio terrestre non poteva certo ricevere gli
onori di Dylan; o Johnny Cash, che tanto scambiò con Dylan e che come lui, anche se in modo meno colto, portò i
versi nel folk. Quando Yeats ricevette il Nobel disse che vi erano al suo fianco dei fantasmi. È così anche stavolta.
Jim e Johnny saranno al fianco di Bob quando ritirerà il premio.
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IL MASOLINO
NUMERO 6
6 - Il valore dei suoi testi. Questo è il motivo principale. Le liriche che Dylan utilizza nelle sue composizioni
musicali posseggono un vero valore, formale e contenutistico, da un punto di vista letterario. Mantenendo una
struttura lirica che è quella della traditional song, egli vi innesta una visionarietà e una potenza di contenuti
che fanno dei suoi testi qualcosa che travalica la semplice funzione musicale. Presi di per sé, i suoi testi mantengono un interesse letterario profondo. Il fatto che, musicati, essi divengano una riuscitissima forma d'arte,
ne completa e arricchisce il valore.
7 - La poesia è esausta. A dirlo, era addirittura Montale - forse il poeta più lontano da slanci rivoluzionari
che si possa immaginare - proprio nel ricevere il premio: forse, la poesia ai nostri giorni non è più possibile. È
esausta, borghesemente ripiegata su se stessa, e i poeti troppo spesso sono dei versificatori pavidi e autoreferenziali. Se il premio Nobel per la letteratura viene dato a qualcuno che un letterato non è, ciò certifica lo stato
della letteratura contemporanea. La necessità di una scossa, che per l'intera cultura umanistica significa: ripensarsi al di fuori dei propri confini. Il premio a Dylan viene a dare questo opportunissimo schiaffone all'ambito delle "Humanities".
8 - Abbiamo bisogno di storie. Dylan è anzitutto un cantastorie. La forza delle sue liriche musicali folk
consiste proprio nelle storie che racconta. Al fondo della nostra letteratura vi sono le grandi saghe epiche che
narrano trame. E la trama è il fulcro del dettato letterario, in molti modi. La modernità ha tradito per molti
versi il principio poetico aristotelico, e la trama è divenuta secondaria rispetto alla divagazione psicologica
dell'autore. Ma senza storytelling non c'è significato. E, senza significato, non c'è mondo. Dylan racconta storie
in un tempo in cui si ha un grande bisogno di udirne. E questo è forse uno dei compiti più preziosi e sacrali di
un poeta.
9 - Non chiamatelo "cantautore". Bob Dylan non è un cantautore, perlomeno nell'accezione italica del
termine. È un autore di liriche utilizzate in chiave folk, per la narrazione di storie. Ora l'assegnazione di questo
Nobel aprirà prospettive e proposte sullo studio dei testi dei cantautori italiani nelle Università, nelle scuole e
nei centri di ricerca. Ma c'è una differenza. In Dylan, come in pochissimi altri autori di canzoni - Jim Morrison
e Vinicius de Moraes tra questi - il dato letterario precede e dà forma alla strutturazione musicale. I suoi non
sono, a rigore, testi di canzoni, ma racconti in versi musicati. Dylan è più vicino alla tradizione trobadorica,
che non alla modalità cantautorale.
10 - Note, accordi, canti invaderanno le aule. Ora dovranno metterlo in molti programmi universitari,
con buona pace degli accademici; e, sicuramente negli States, potrebbe arrivare in qualche percorso didattico
scolastico. Per studiarlo, occorrerà affiancare al libro e alla lettura l'ascolto stereo delle sue canzoni. Il grigiore
delle università e degli istituti sarà invaso dai colori della voce di Bob Dylan; quando le note di All Along the
Whatchtower o A Hard Rain's Gonna Fall o Sara (la mia preferita) disturberanno gli orecchi di rettori o presidi, non si potrà contestare nulla: quello è il canto di un premio Nobel per la letteratura.
Biografie, interviste, saggi, testi critici e altre pubblicazioni su Bob Dylan:
Bob Dylan: la biografia (Anthony Scaduto) Arcana editrice, 1972 - Jokerkman (Clinton Heylin) Tarab Edizioni,
1996 - Vita e musica di Bob Dylan (Robert Shelton) - Feltrinelli, 1987 - Bob Dylan, poeta, profeta, musicista e
mito (Alan Rinzler) - Sonzogno, 1980 - Bob Dylan: Ballata (Betty Shapiro) Edizioni Blues Brothers, 1998 Bob Dylan (Nemesio Ala) - Gammalibri, 1984 - Bob Dylan and the Pastoral Apocalypse (Joseph Campbell) Journal of Popular Culture", New York 1975 - What Happened? (Paul Williams) Entwhistle Books, 1980 Beyond Desire: The Conversion of Bob Dylan, (James W. Earl) - University of Hartford Studies in Literature,
1988 - Bob Dylan. A retrospective (Curt Mcgregor) - Morrow & co, New York 1972 - La Repubblica invisibile
(Greil Marcus) Arcana Editrice, 1997 - The Bible in the Lyrics of Bob Dylan (Bert. Cartwright) - New York 1985
- Da profeta a professionista, in "Rinascita (Alberto Portelli) - 16 luglio 1978 - Performed Literature: Words
and Music by Bob Dylan (Betsy Bowden) - IndianaUniversity Press, Bloomington 1982 - ………………………….
Consiglio di Circolo e collaboratori
Michele Piacenza (Presidente)
Mario Vittori (Vice Presidente)
Carla Vittori (Segretaria)
Roberta Lucato (Consigliere)
Elena Ristic’ (Consigliere)
Giorgio Gessi (Consigliere)
Fabio Perrone (Consigliere)
Chiara Barison (Revisore dei Conti)
Giordano Groppi (Web Master)
Quote tesseramento
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Il presente notiziario, redatto ai soli fini culturali, è stato stampato in proprio ed inviato gratuitamente ai soci ed ai simpatizzanti dell’associazione.
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