Il Masolino Numero 6 - aprile 2016 Notiziario gratuito a cadenza saltuaria, riservato ai soci e simpatizzanti del Circolo Culturale Masolino da Panicale Redazione: Michele Piacenza, Carla Vittori, Mario VIttori Bob Dylan, Premio Nobel per la Letteratura 2016 “per aver creato una nuova espressione poetica ……. “ Il 13 ottobre 2016, l’Accademia di Svezia ha assegnato a Bob Dylan il Premio Nobel per la Letteratura “per aver creato una nuova espressione poetica nell’ambito della grande tradizione della musica americana”. Alla notizia tutto ciò che mi è sembrato giusto affermare è stato “finalmente!”. Il premio, sia ben chiaro, nulla toglie e nulla aggiunge al prestigio e alla grandezza di Bob Dylan ma attesta finalmente, se mai ce ne fosse stato bisogno, l’importanza della produzione letteraria di una figura tra le più geniale nella cultura del nostro tempo. La notizia del Nobel a Dylan, ha acceso immediatamente l’interesse di tutti i media del globo, in una giornata in cui la morte di un altro Premio Nobel, Dario Fo, sembra essere stato un passaggio virtuale di testimone, tanto che lo stesso Dario Fo, nel lontano 2001 aveva detto “Sarei proprio contento se fosse Bob Dylan a vincere il premio Nobel”. In un universo culturale contraddistinto da voci e tendenze discordanti, la notizia del Nobel a Bob Dylan ha immediatamente suscitato un impatto di grandissima rilevanza anche tra i più giovani tanto che gli ascolti dei brani dell’artista di Duluth su tutte le reti internazionali sono aumentati del 512% con al primo posto il brano “Like a Rolling Stone” che la rivista dall’omonima intestazione “Rolling Stone” aveva dichiarato, nel 2004, la più bella canzone di tutti i tempi. La stessa rivista, nel 2015, ci piace sottolinearlo, aveva inserito l’artista al primo posto nella lista dei 100 migliori cantautori di tutti i tempi. Mentre gli ascolti globali di Dylan superano i 700 milioni, scendono in campo artisti, letterati, musicisti, poeti, scrittori ed intellettuali, ognuno con le sue motivazioni per plaudire o sconfessare la scelta effettuata dall’Accademia di Svezia, che riporta il Premio Nobel negli Stati Uniti dopo ben 23 anni. Il presidente americano Obama è uno dei primi a congratularsi con l’artista, “uno dei miei poeti preferiti”, come pure Bruce Springsteen che ricorda come "Highway 61 Revisited e Bringing It All Back Home non sono stati soltanto dei grandi dischi ma rappresentarono la prima volta che ricordo in cui veniva esposta una versione veritiera del luogo in cui vivevo. Il buio e la luce erano lì, il velo dell'illusione e dell'inganno erano stati strappati, aveva dato un calcio alla cortesia ottusa e alla routine quotidiana che coprivano la corruzione e la decadenza. Il mondo che raccontava era sotto i nostri occhi, nella mia piccola città". Generalmente i media americani sono concordi nel celebrarlo. Il New Yorker gli dedica una delle sue leggendarie copertine, la rivista Rolling Stone scrive parole di grande apprezzamento poiché “il sommo riconoscimento per la letteratura sorprende sì, ma è un tributo che era da tempo dovuto”. Anche il New York Times, a firma di Dwight Garner afferma la grande correttezza culturale nell’assegnare il premio nella colonna intitolata; "Bob Dylan the Writer: An Authentic American Voice": "Il Nobel stabilisce ciò che per molto tempo abbiamo percepito: il signor Dylan è tra le voci più autentiche che l'America abbia mai prodotto, un creatore di immagini audaci e risonanti al pari di Walt Whitman ed Emily Dickinson". Sullo stesso quotidiano, il giornalista Greil Marcus lo definisce "Maestro di cambiamento" mentre per Carolyn Kellogg del Los Angeles Times, in un articolo dal titolo"In a 'radical' choice, Bob Dylan wins the Nobel Prize in literature", esprime tutto il suo compiacimento; "Dylan è entrato nel pantheon, oltrepassando i confini della definizione di "letteratura" come ha superato molti altri limiti nel campo musicale". Grande irritazione è espressa invece dallo scrittore scozzese Irvine Welsh, che vede il premio come “nostalgia mal concepita scaturita dalle prostate rancide di hippies senili, farfuglianti” PAGINA 2 mentre invece per il romanziere indiano Salman Rushdie, quella del Nobel a Dylan è stata una “grande scelta. Da Orfeo a Faiz, la poesia e la canzone sono sempre stati legati. Dylan è il brillante erede della tradizione dei grandi bardi: ottima scelta, le frontiere della letteratura si allargano”. Per rimanere in Italia, va segnalata la netta disapprovazione dello scrittore, saggista e critico musicale Alessandro Baricco per il quale “non c'e' nessun paragone da tra il Nobel a Dylan e quello a Dario Fo …… Che un drammaturgo vinca un premio alla letteratura ci sta, anche se in modo un pò sghembo …. ma premiare Bob Dylan con il Nobel per la Letteratura è come se dessero un Grammy Awards a Javier Marias perchè c'e' una bella musicalità nella sua narrativa ….. Cosa centra Bob Dylan con la letteratura?". A rispondere a questa domanda è il giornalista e scrittore Gianni Riotta che alla critica di Baricco, ha semplicemente ed ironicamente risposto: “Cosa c’entri tu, piuttosto, con la letteratura?”, riferito naturalmente a Baricco. Entusiasta per il Nobel a Dylan è anche il vincitore del Premio Strega 2016, Edoardo Albinati, che in una intervista a Libreriamo ha detto “La notizia del premio Nobel a Bob Dylan mi ha riempito di gioia”. Sull’attribuzione a Dylan del Premio Nobel così si è espresso Francesco De Gregori; “È una notizia che mi riempie di gioia, vorrei dire non è mai troppo tardi. Il Nobel assegnato a Dylan non è solo un premio al più grande scrittore di canzoni di tutti i tempi ma anche il riconoscimento definitivo che le canzoni fanno parte a pieno titolo della letteratura di oggi e possono raccontare, alla pari della scrittura, del cinema e del teatro, il mondo e le storie degli uomini. Bob Dylan incarna l'essenza di tutto questo, nessuno come lui ha saputo mettere in musica e parole l'epica dell'esistenza, le sue contraddizioni, IL MASOLINO la sua bellezza”. Per Tullio De Mauro, linguista, ex ministro della Pubblica Istruzione e presidente della Fondazione Bellonci, “è giusto allargare i confini del Nobel dalla letteratura accademica, patinata, nobile a quella non meno nobile ma di grande circolazione e popolarità in tutti i sensi della parola" mentre per lo scrittore Sandro Veronesi non solo il premio è meritatissimo ma addirittura giunto in ritardo come pure “la motivazione, invero assai riduttiva”. Prosegue Veronesi; “Da oltre cinquant’anni l’influenza di Bob Dylan sulla cultura occidentale è incalcolabile, come incalcolabile è il numero di opere letterarie, in prosa o in poesia, che hanno tratto ispirazione dal suo lavoro, o la quantità di titoli «rubati» alle sue canzoni. Perciò, per quanto illuminata appaia la scelta fatta a Stoccolma (le cronache dicono che l’annuncio è stato accolto con un boato dal pubblico presente in sala), c’è da chiedersi perché questo riconoscimento non sia arrivato prima”. Su quest’ultima condizione legata al presunto ritardo con cui Dylan sia stato insignito del riconoscimento, va ricordato che già nel 1996 il professore Gordon Ball del Virginia Military Institute, aveva scritto alla Reale Accademia di Svezia, di cui era membro, per candidare Bob Dylan al Nobel per la Letteratura con una motivazione ancor più profonda;. “Per l’influenza che le sue canzoni e composizioni hanno avuto in tutto il mondo. Egli ha restituito dignità alla tradizione orale. Dagli inizi degli anni Sessanta ha creato, in parole e musica, un universo illimitato, che ha pervaso il globo”. Lo stesso Gordon Ball nel 2007 pubblicò sulla rivista «Oral Tradition» un saggio intitolato Dylan e il Nobel, nel quale rinnovò la sua proposta argomentandola partendo dai due criteri indicati dallo statuto per l’attribuzione del premio, stabiliti da Alfred Nobel stesso: “avere NUMERO 6 massima rilevanza in campo idealistico ed essere di beneficio per l’umanità”. D'altronde, sembra davvero strano che molti scoprano ora l’altissima levatura culturale e letteraria di Dylan, un personaggio ed un’opera che già gli avevano fruttato numerosi riconoscimenti tra i quali è giusto ricordare il Tom Paine Award nel 1963, la Laurea Honoris Causa in Musica dall’Università di Princeton nel 1970, l’ingresso nel Rock’n’Roll Hall of Fame nel 1988, il titolo di Commendatore dell’Ordr des Arts ed des lettres, in Francia nel 1990, il Grammy Award alla carriera del 1991, il Kennedy Center Honors nel 1997, il Grammy Award per il miglior album del 1998, il Polar Music Prize (equivalente ad un Nobel per la musica) nel 2000, il Premio Oscar per la canzone Things Have Changed nel 2001, il Golden Globe del 2001, la Laurea Honorys Causa in Musica dall’Università di St. Andrew nel 2004, il Premio Principe delle Asturie, in Spagna, nel 2007, il Premio Pulitzer nel 2008, la National Medal of Arts nel 2009, la Presidential Medal of Freedom nel 2012 e la Legion D’Honneur, in Francia, nel 2013. NUMERO 6 Dominati dalla rabbia e dal risentimento per questa scelta, alcuni hanno cercato invece di coinvolgere chi invece il Nobel non lo ha vinto come Philip Roth, Joyce Carol Oates, Don De Lillo e Thomas Pynchon, scrittori che da anni attendono questa importante consacrazione e che invece sono stati ignorati dall'accademia svedese. Va anche sottolineato comunque che, accanto a nomi quali Philip Pull e Stephen King, alcuni degli stessi pretendenti si sono espressi apertamente a favore di questa scelta come De Lillo e Joyce Carol Oates e che, se veramente questi ed altri importanti scrittori erano in lizza per il Nobel alla Letteratura, la scelta di Dylan appare ancora più importante e significativa, introducendo definitivamente l’artista americano tra i più importanti letterati del nostro tempo. Con l’assegnazione del Premio Nobel per la Letteratura a Bob Dylan, la cultura mondiale colma dunque un vuoto enorme, riconoscendo all’artista americano un ruolo di primissimo piano nel panorama culturale del nostro pianeta ed abbattendo nello stesso tempo, i criteri di presunzione, arroganza e superbia (ma anche ignoranza) di moltissimi intellettuali legati a vecchi ed assurdi canoni lobbisti. E allora cos’altro aggiungere; solamente un consiglio, quello di andare a rileggere le numerose pagine che Dylan ci ha regalato in questi ultimi sessant’anni, un artista cantautore, scrive il proff. Paolo Granata “che ha saputo schiudere una stagione di fiducia e di speranze, in cui la musica pareva dilatarsi a linguaggio e a spiegazione universale, a veicolo di conoscenza e d'identificazione collettiva. In questo senso la più grande conquista di Dylan è stata quella di aver contribuito a rendere nuovamente popolare la poesia. Il suo merito letterario è proprio quello di aver conferito, nei suoi aspetti moderni, nuova dignità alla tradizione orale della poesia”. (m.p.) IL MASOLINO Una poesia da vivere “Un brillante interprete nuovo della musica folk è comparso oggi al Gerde’s Folk City. A soli vent’anni Bob Dylan è uno dei più interessanti personaggi che abbiano suonato in un cabaret di Manhattan da mesi”. Così iniziava un famoso articolo pubblicato da Robert Shelton sul New York Times del 24 settembre 1961. Da allora Bob Dylan ha percorso una lunga e fortunata carriera tra momenti entusiasmanti e periodi di crisi, milioni di dischi venduti e lunghi periodi di inattività, presentando al suo pubblico canzoni folk, rock, gospel, reggae, spirituals, canzoni d’amore, canzoni di protesta, reinterpretazioni di musiche delle radici popolari americane, il tutto legato ad una base letteraria di enorme importanza e di grande profondità. Bob Dylan, enigmatico e sfuggente nei rapporti con i suoi fans e la stampa, impegna i suoi ascoltatori in una partecipazione ai suoi brani a volte aggrovigliata e complessa, con difficoltose e rivoluzionarie interpretazioni che chiedono sempre impegno, conoscenza e, a volte, è d’obbligo sottolinearlo, anche moltissima pazienza. Il background di Bob Dylan, ampio ed eterogeneo, ha sicuramente il suo fulcro nella sua scrittura lirica, un percorso non sempre agevole e formale e che talvolta sorvolano con grande raffinatezza letteraria l’irrazionale, l’onirico ed il surreale attingendo al movimento della Beat Generation, di cui Dylan, negli anni giovanili, fu parte integrante, accanto a nomi PAGINA 3 quali Allen Ginsberg, Gregory Corso, Jack Kerouac e Lawrence Ferlinghetti ma anche alla poetica di William Blake, T.S.Eliot, Arthur Rimbaud, Dylan Thomas ed altri poeti maledetti. Tutti i critici ed i giornalisti che abbiano mai scritto di musica, che si siano mai occupati di cultura e di poesia hanno, almeno una volta nella loro carriera dovuto o voluto descrivere questo grande artista, la sua opera, la profondità delle sue liriche, la sua musica, il suo sorprendente distacco dal pubblico e dai media al limite della fobia e dell’incomprensione. Come tutti i grandi artisti del nostro tempo, Dylan è entrato nelle pagine di tutti i giornali, sulle copertine di migliaia di riviste e soprattutto nelle menti e nei cuori di diverse generazioni di giovani che con lui hanno vissuto una vivace stagione fatta di rabbia e disperazione, di malinconia, di poesia e di speranze. Le numerose pubblicazioni che in ogni parte del mondo lo descrivono, lo analizzano e lo presentano, ci danno un’idea delle grandi qualità attribuite all’artista, alla sua musica, ai suoi testi e ci mostrano innumerevoli tentativi di analisi ti tipo sociologico e politico in cui Dylan è rappresentato in tutti i suoi aspetti più conosciuti e nei suoi “misteri” più intimi, gli avvenimenti più tristi, la quotidianità più cruda ed accattivante. Ogni pubblicazione, ogni scritto che ci parla di Dylan ci aiuta a capire una parte dell’artista che altri hanno nascosto, taciuto o tralasciato. Poiché la rilettura di Dylan è indubbiamente anche se non necessariamente “soggettiva”, è facile ritrovare interpretazioni di tutto ed il contrario di tutto; si cercherà di innalzare l’artista a ruoli quasi metafisici o di abbatterlo invece ad ogni suo passo, di decifrare le sue liriche in modo “quotidiano”, “trascendentale”, “futurista”. NUMERO 6 Ognuno di noi riceve migliaia di notizie e di esposizioni diverse e contrastanti, positive e denigranti, ma ciò che comporta questa altalenante ed apparente confusione è il riconoscimento a volte negato e respinto che ci troviamo di fronte ad un artista vero, un uomo ed un musicista che comunque lo si analizzi o lo si scomponga, rappresenta certamente una delle figure più vivaci e geniali del nostro tempo. La verità è che tutto è stato scoperto, ma che tutto è ancora da scoprire, e quello che può sembrare un’affermazione slegata ed illogica, trova invece un’esatta collocazione nella visione attenta e capace del lavoro dell’artista e della sua poliedrica attività fatta di musica e di poesia ma anche legata alla cinematografia e alla stesura graffiante ed intensa di un romanzo che ha la capacità di presentarci un opera, a volte densa di significati nebbiosi ed indescrivibili, ma anche così vicini ad una interiorità che lascia aperte molte porte e che tende la mano a chi voglia riscoprire una nuova ed ansiosa lettura dell’artista, fatta anche di sentimento e penetrabilità. Gli anni ‘60 sono per l’America una condizione politica particolarmente travagliata e difficile; basti pensare, tra i molti problemi ed avvenimenti, al Vietnam (1965 -1975) , la crisi di Cuba, la Guerra Fredda, il pericolo nucleare, le uccisioni di John Kennedy nel 1963, di Malcolm X, leader del Movimento delle Pantere Nere nel 1965, di Martin Luther King, leader dei diritti civili per i neri, nel 1968 e, sempre nel 1968, l’uccisione di Robert Kennedy, fratello di John. In questo periodo già di per se complesso, si innestano ulteriori movimenti interni di tensione che per mille ragioni rendono agitate le acque di una gioventù inquieta e rabbiosa. Il mondo giovanile, cresciuto in fretta, sta prendendo coscienza della sua forza e lotta, non senza utopie e difficoltà per abbattere le ipocrisie e le falsità di una società in parte corrotta e serva di più padroni. Da questi anni e dai giovani che li PAGINA 4 IL MASOLINO vivono e a volte li soffrono, nasce il mito di Bob Dylan, i suoi brani, le sue parole sferzanti, sono determinanti per milioni di questi giovani che fanno di Dylan un profeta delle loro speranze e delle loro aspirazioni. Diverse sue canzoni che parlano della guerra, del razzismo e delle altre piaghe dell’America, vengono censurate dagli enti radiotelevisivi perché giudicate scandalose. Da allora e progressivamente Dylan rompe le barriere del fanatismo e costruisce invece discorsi talvolta difficili da comprendere spingendo l’ascoltatore ad una indagine più approfondita che non lascia posto ad uno scorrevole e facile ascolto. Si discute spesso del lavoro e della carriera di Bob Dylan, la sua immagine e la sua opera sono state per lungo tempo, e sono tuttora, fonte di studio e di continui tentativi quasi di classificazione, ma una cosa appare evidente già dai primi approcci, cioè come questo “accostarsi”, questo “esaminare” risulti assai difficile ed impegnativo. Il primo ostacolo che ci troviamo di fronte è la difficoltà di ispezionare e scoprire un angolo di lettura che ci ponga subito in sintonia con l’artista e con le sue tematiche così disagevoli a volte da captare nella loro aggrovigliata e al tempo stesso efficace ricchezza lirica. Questo muro iniziale coinvolge tutta la sfera artistica di Dylan, ma certamente le difficoltà maggiori si incontrano con l’impatto dei testi dylaniani, estremamente carichi di temi e situazioni difformi tra loro, ma legati da un filo ideale tra quotidianità, musica e cultura. Dylan è stato innalzato e rappresentato sotto molteplici vesti sino a costituire una leggenda del suo tempo, ma al di là di tutto gli va riconosciuta una rivoluzione che investe l’intera cultura contemporanea ma non solo, Dylan viene a raffigurare alla luce degli eventi e delle situazioni, uno dei maggiori poeti americani contemporanei, se vogliamo di quella cultura beat, che ha saputo superare con le sue liri- che la densa cortina di conformismo che aleggiava sulla poesia, ma ancor di più sull’intera società americana. Ecco dunque venire alla luce l’importanza dei suoi testi, delle sue poesie, una lettura che deve essere fattore determinante per meglio comprendere l’intero scenario dylaniano. Il panorama sociale, musicale ed interiore che ha creato e sviluppato le capacità creative e liriche di Dylan è indubbiamente vasto e multiforme e non sempre le visioni e le nostre personali esplorazioni si trovano ad occupare una linea comune e parallela a quella dell’artista. La condizione nel cui ambito Dylan agisce e sviluppa la sua personale analisi passa attraverso un’infinità di canali e di eventi complessi da esaminare in poche righe , ma la personalità dell’artista viene certamente catturata dalle problematiche e dalle speranze giovanili dei primi anni ‘60, come prima base di sviluppo, per poi attraversare stati d’animo contrastanti e a volte dolorosi degli anni ‘70, per poi concludere un primo momento di ricerca nella religiosità duramente esteriore dei primi anni ‘80; religiosità che non viene improvvisa, ma a coronamento di un’ardua, caparbia ricerca iniziata certamente ancor prima della sua consacrazione nel mondo della cultura musicale. Questi tre punti essenziali nella vita di Dylan, hanno condotto ad un passaggio a volte dolce, altre volte gravoso e travagliato che racchiude in se una miriade di distinte e piccole metamorfosi. Pubblicazioni di Bob Dylan Tarantula 1971 Writings and Drawings 1973 Chronicles vol. 1 2004 NUMERO 6 IL MASOLINO Queste trasformazioni hanno dato vita ad uno stupendo romanzo dalla trama spesso debolmente intelligibile, ma comunque ininterrottamente riboccante di immagini e situazioni, specchio di una società spettatrice e al tempo stesso interprete dei cambiamenti e delle evoluzioni che avvenivano dentro ed attorno ad essa. Certo non è facile comprendere e penetrare a fondo la meccanica di queste mutazioni, ma è evidente che non ci troviamo di fronte ad alterazioni artificiali e premeditate ma a momenti sempre vivi, accesi e palpitanti. Emerge dunque, all’ombra di queste considerazioni, la straordinaria lirica dylaniana, una lirica che tra la ricchezza di immagini in cui l’artista muove le sue sensazioni, viene ad assumere un’importanza assoluta nella personalità di Dylan, nel suo lavoro e nella sua esistenza. Se da una parte ci troviamo di fronte ad ostacoli di coinvolgimento, è pur vero che la poesia ha la straordinaria capacità di avvicinare, in una simbiosi quasi unica, chi scrive e chi legge e di fondere in un unica anima due apparenti momenti e modo di intendere e concepire le situazioni e le logiche. Tutto questo in Dylan sembra assumere nuove forme e nuove geometrie, così capace è l’artista di una espressione che vede congiunte in un unico sguardo l’intimo, il collettivo ed il misticismo, dunque l’uomo accanto ai suoi problemi e alle sue aspirazioni, ma anche l’uomo e l’amore, l’uomo con le sue speranze, l’uomo con la sua fede. E’ dunque in questo panorama che vogliamo e dobbiamo ritrovare e riscoprire Dylan, un Dylan che attraverso le liriche più vicine alla sua anima ci fa partecipi e protagonisti dei cambiamenti avvenuti attorno a lui e dentro di lui e dunque, anche se in parte e marginalmente, avvenuti anche attorno a noi e soprattutto dentro di noi. (m.p.) PAGINA 5 Lawrence Ferlinghetti Bob Dylan “Grazie Bob” “L’essenza del Nobel” In una intervista con Antonello Guerrera di Repubblica, Lawrence Ferlinghetti, poeta 97enne di quella che fu la grande ondata della Beat Generation, plaude con entusiasmo al Nobel per la Letteratura assegnato a Bob Dylan. “Bob Dylan è un poeta, prima di ogni cosa. Lo è sempre stato. Ha scritto i migliori poemi surrealisti della nostra generazione. E, grazie alla musica, è riuscito a far arrivare la poesia dove non era mai arrivata, neanche con Ginsberg. Mentre gli intellettuali dormono, l'Accademia di Svezia ha avuto coraggio: questo è un premio all'America sconfitta di Steinbeck. Il Nobel di Dylan è il Nobel di una generazione. Chi è rimasto di noi dovrebbe esserne fiero. Bob Dylan è la vera, unica eredità della Beat Generation nel XXI secolo. ….. Bob era uno di noi, basti vedere il flusso di coscienza dei suoi primi testi. E, dalla pace alle droghe, dalla psichedelia al buddismo, ha articolato in maniera irraggiungibile slogan e temi della nostra generazione. Soprattutto negli anni a venire, è stato il vero padre culturale della hippy generation. ….. Allen Ginsberg è stato una leggenda, ma non era niente al confronto di Bob Dylan. Piangeva mentre ascoltava le sue canzoni ….. Grazie Bob, hai riscattato chi credeva nei sogni della Beat Generation”. “E’ fantastico, meraviglioso”, dice entusiasta lo scrittore e Premio Pulitzer americano Michel Cunningham alla notizia del Premio Nobel assegnato a Bob Dylan.“ Dylan è un letterato come lo era il Nobel dell'anno scorso, Svetlana Aleksievic, nonostante fosse essenzialmente una cronista. Ma allora non ho sentito le stesse critiche. Dylan è un artista devastante, ma allo stesso tempo genuino. Esprime la sua letteratura in una serie di forme, tra cui la poesia. E ha un'influenza straordinaria su milioni di persone. Costituisce a pieno l'essenza del Nobel: una figura che ha scosso l'anima culturale e politica di un paese, come tanti suoi predecessori. Allen Ginsberg scoppiò in lacrime ascoltando Hurricane ". ______________________ “Ben oltre la fine del tramonto, prima dello spezzato scampanare di mezzanotte, ci riparammo sotto una porta mentre il tuono esplodeva intorno a noi e maestose campane di lampi colpivano ombre negli abissi e pareva di vedere lampeggiare le campane della libertà. Lampeggiavano per i guerrieri la cui forza è di non combattere, lampeggiavano per i rifugiati sull’inerme via della fuga e per ognuno e per tutti gli sfruttati, soldati nella notte, e noi allora vedemmo lampeggiare le campane della libertà …..”. (Chimes of Freedom, dall’album “Another side of Bob Dylan”, 1964) NUMERO 6 IL MASOLINO PAGINA 6 Bob Dylan -Discografia Completa Bob Dylan 1962 Good As I Been To You 1992 The Freewheelin' Bob Dylan 1963 The 30th Anniversary Concert Celebration 1993 The Times They Are A-Changin' 1964 World Gone Wrong 1993 Another Side Of Bob Dylan 1964 Greatest Hits Volume 3 1994 Bringing It All Back Home 1965 MTV Unplugged 1995 Highway 61 Revisited 1965 Greatest hits (UK) 1995 Blonde On Blonde 1966 Highway 61 Interactive (CD-ROM) 1995 Bob Dylan's Greatest Hits 1967 The best of Bob Dylan Vol. 1 (U.K.) 1997 John Wesley Harding 1967 Time Out Of Mind 1997 Nashville Skyline 1969 1998 Self Portrait 1970 The Bootleg Series, Vol 4: Bob Dylan Live 1966 – The Royall Albert Hall Concert The best of Bob Dylan Vol. 2 (U.K.) 2000 New Morning 1970 The Essential Bob Dylan 2000 Bob Dylan's Greatest Hits Volume II 1971 The very best of Bob Dylan 2000 Pat Garrett & Billy the Kid 1973 1973 Live 1961-2000 Thirty-Nine Years of Great Concert Performances 2001 Dylan Planet Waves 1974 "Love And Theft" 2001 Before The Flood 1974 2002 Blood On The Tracks 1975 The Bootleg Series, Vol 5: Bob Dylan Live 1975The Rolling Thunder Revue The Basement Tapes 1975 Masked and anonymous 2003 Desire 1976 The Bootleg Series, Vol 6: Bob Dylan Live 1964Concert at Philharmonic Hall 2004 Hard Rain 1976 The Bootleg Series, Vol 7: No Direction Home 2005 Street-Legal 1978 Live at the Gaslight 1962 2005 Masterpieces 1978 The Best of Bob Dylan (U.S.A.) 2005 Bob Dylan At Budokan 1979 Live at Carnegie Hall 1963 2005 Slow Train Coming 1979 Blues 2006 Saved 1980 Modern Times 2006 Shot Of Love 1981 Bob Dylan; The Collection 2006 Infidels 1983 Dylan 2007 Real Live 1984 I’m not here (Original soundtrack) 2007 Empire Burlesque 1985 2008 Biograph 1985 The Bootleg Series, Vol 8: Tell Tale Signs :Rare and unreleased 1989-2006 Knocked Out Loaded 1986 Together Through Life 2009 Down In The Groove 1988 Christmas In The Heart 2009 Dylan & The Dead 1989 The Original Mono Recordings 2010 Oh Mercy 1989 2010 Under The Red Sky 1990 The Bootleg Series, Vol 9: The Witmark Demos: 1962-1964 The Best Of The Original Mono Recordings The Bootleg Series, Vol 1-3: Rare & Un- 1991 Bob Dylan In Concert: Brandeis University 1963 Tempest 2011 2010 2012 NUMERO 6 Discografia (cont.) Testi di Bob Dylan Tempest 2012 Live In New York Gaslight Cafe 1961 2012 The 50th PAGINA 7 IL MASOLINO Anniversary Collection 2013 The bootleg series vol. 10 – Another Self Portrait 1969 – 1971 The bootleg series vol. 11 – The Basement Tapes Complete The bootleg series vol. 11 – The Basement Tapes Raw 50th Anniversary Collection 1964 2013 Shadows in the night 2015 The bootleg series vol. 12 – The Cutting Edge 1965-1966 Dylan e Petty Live on the Radio ‘86 2015 2016 Fallen Angels 2016 2014 2014 2014 BOB DYLAN, Mr. Tambourine vol I, (Arcana Editrice, 1990) BOB DYLAN, Mr. Tambourine vol II (Arcana Editrice, 1991) BOB DYLAN, Mr. Tambourine vol III (Arcana Editrice, 1993) Bob Dylan Lyrics 1962 – 1985 (Feltrinelli, 1995) Bob Dylan. Lyrics 1962-2001 (Feltrinelli, 2006) Bob Dylan; Blues, ballate e canzoni (Newton Compton, 1972) Bob Dylan; Canzoni d’amore e d protesta (Newton Compton, 1972) Bob Dylan; Tutte le canzoni 1973 – 1980 (Lato Side, 1980) Dylan; interviste, cronache e saggi dal 1962 al 1984 (Arcana, 1985) 10 ragioni per cui il Nobel per la Letteratura a Dylan è una bella notizia (Proff. Cesare Catà, Scrittore, drammaturgo e docente presso il Dipartimento delle Comunicazioni dell’Università di Macerata) Il Nobel per la Letteratura al menestrello che con armonica e chitarra ha incantato folle di giovani da 50 anni. Un'assurda e offensiva presa di posizione, secondo molti. Ma il Nobel a Bob Dylan ha un significato culturale forte e preciso. Forse, lui il Nobel lo meritava più di ogni altro. E il fatto che stavolta abbia vinto davvero, dopo che da anni si paventava, è una bellissima notizia. Perché …. 1 - Ha allargato i confini della poesia. Certo (e rimane un dato di fatto): Robert Zimmermann, in arte Bob Dylan, non è un poeta. E allora perché dargli il più alto riconoscimento letterario del mondo? Perché "ha elevato l'arte della canzone popolare americana a un più alto livello di cultura?", come dicono le motivazioni del premio? No, non esattamente. Piuttosto, perché ha portato la poesia in un territorio inesplorato, facendola fiorire laddove non aveva (quasi mai) attecchito. Ed è proprio quello che ci si dovrebbe aspettare da un artista: spalancare l'arte dove non c'era. 2 - È l'erede di Rimbaud, Dylan Thomas e Jack Kerouac. Se si chiama Bob Dylan, è per omaggiare il mito Dylan Thomas. E i testi delle sue folk songs sono tutti ispirati a quella linea di poeti visionari e ribelli che, da Rimbaud e Blake, arriva appunto al bardo Gallese Thomas, fino alle pulsioni beat di Kearouac e del suo amico Ginsberg. Tutta gente che il Nobel non avrebbe mai potuto vincerlo (e molti tra loro, anche se vincitori, sarebbero stati troppo ubriachi per ritirarlo). Il Nobel a Dylan li riscatta tutti, in un certo senso. È un Nobel alla memoria dei Maledetti. 3 - Non è un poeta laureato: è un ribelle. Abbiamo del poeta, negli ultimi decenni, un'immagine lontana da quell'eroismo cavalleresco che invece è intimamente collegato con questa figura, in senso archetipico. Il letterato, lo scrittore, troppo spesso viene pensato come un intellettuale chiuso in un ufficio a fare cose cerebrali. Dylan è invece uno scrittore nello stesso senso del suo conterraneo Henry David Thoreau: qui, la letteratura si fa a contatto con il mondo, sfidandone l'essenza civica, politica, metafisica. Nelle tante fasi della sua evoluzione, Dylan queste sfide le ha lanciate tutte. Il poeta è sempre un ribelle, e il Nobel a Dylan ce lo ricorda 4 - È l'essenza del folk. La vera letteratura è opera d'arte perché è popolare. Nel senso di Shakespeare. È qualcosa di estremamente pop, collegato alle radici della terra da cui prende voce. Con una parola: la letteratura è un fenomeno folk. Dylan, che ha iniziato a scrivere e cantare perché aveva ascoltato Woody Guthrie, ha incarnato in sé quest'essenza, così profondamente presente nella musica folk americana e, prima, irlandese. La letteratura moderna, per molti versi, ha smarrito questa dimensione. Il Nobel a Dylan ricorda alla letteratura che questa dimenticanza è fatale. Ed è dovuto arrivare un menestrello a ricordarlo. 5 - Al suo fianco, sul palco di Stoccolma, ci saranno Jim e Johnny. Ci furono altri grandi cantori statunitensi, nei cui versi, musicati, la bellezza della letteratura si era annidata per profondersi sul pubblico. Jim Morrison, anzitutto, che per la fretta e la violenza che impresse al suo passaggio terrestre non poteva certo ricevere gli onori di Dylan; o Johnny Cash, che tanto scambiò con Dylan e che come lui, anche se in modo meno colto, portò i versi nel folk. Quando Yeats ricevette il Nobel disse che vi erano al suo fianco dei fantasmi. È così anche stavolta. Jim e Johnny saranno al fianco di Bob quando ritirerà il premio. PAGINA 8 IL MASOLINO NUMERO 6 6 - Il valore dei suoi testi. Questo è il motivo principale. Le liriche che Dylan utilizza nelle sue composizioni musicali posseggono un vero valore, formale e contenutistico, da un punto di vista letterario. Mantenendo una struttura lirica che è quella della traditional song, egli vi innesta una visionarietà e una potenza di contenuti che fanno dei suoi testi qualcosa che travalica la semplice funzione musicale. Presi di per sé, i suoi testi mantengono un interesse letterario profondo. Il fatto che, musicati, essi divengano una riuscitissima forma d'arte, ne completa e arricchisce il valore. 7 - La poesia è esausta. A dirlo, era addirittura Montale - forse il poeta più lontano da slanci rivoluzionari che si possa immaginare - proprio nel ricevere il premio: forse, la poesia ai nostri giorni non è più possibile. È esausta, borghesemente ripiegata su se stessa, e i poeti troppo spesso sono dei versificatori pavidi e autoreferenziali. Se il premio Nobel per la letteratura viene dato a qualcuno che un letterato non è, ciò certifica lo stato della letteratura contemporanea. La necessità di una scossa, che per l'intera cultura umanistica significa: ripensarsi al di fuori dei propri confini. Il premio a Dylan viene a dare questo opportunissimo schiaffone all'ambito delle "Humanities". 8 - Abbiamo bisogno di storie. Dylan è anzitutto un cantastorie. La forza delle sue liriche musicali folk consiste proprio nelle storie che racconta. Al fondo della nostra letteratura vi sono le grandi saghe epiche che narrano trame. E la trama è il fulcro del dettato letterario, in molti modi. La modernità ha tradito per molti versi il principio poetico aristotelico, e la trama è divenuta secondaria rispetto alla divagazione psicologica dell'autore. Ma senza storytelling non c'è significato. E, senza significato, non c'è mondo. Dylan racconta storie in un tempo in cui si ha un grande bisogno di udirne. E questo è forse uno dei compiti più preziosi e sacrali di un poeta. 9 - Non chiamatelo "cantautore". Bob Dylan non è un cantautore, perlomeno nell'accezione italica del termine. È un autore di liriche utilizzate in chiave folk, per la narrazione di storie. Ora l'assegnazione di questo Nobel aprirà prospettive e proposte sullo studio dei testi dei cantautori italiani nelle Università, nelle scuole e nei centri di ricerca. Ma c'è una differenza. In Dylan, come in pochissimi altri autori di canzoni - Jim Morrison e Vinicius de Moraes tra questi - il dato letterario precede e dà forma alla strutturazione musicale. I suoi non sono, a rigore, testi di canzoni, ma racconti in versi musicati. Dylan è più vicino alla tradizione trobadorica, che non alla modalità cantautorale. 10 - Note, accordi, canti invaderanno le aule. Ora dovranno metterlo in molti programmi universitari, con buona pace degli accademici; e, sicuramente negli States, potrebbe arrivare in qualche percorso didattico scolastico. Per studiarlo, occorrerà affiancare al libro e alla lettura l'ascolto stereo delle sue canzoni. Il grigiore delle università e degli istituti sarà invaso dai colori della voce di Bob Dylan; quando le note di All Along the Whatchtower o A Hard Rain's Gonna Fall o Sara (la mia preferita) disturberanno gli orecchi di rettori o presidi, non si potrà contestare nulla: quello è il canto di un premio Nobel per la letteratura. Biografie, interviste, saggi, testi critici e altre pubblicazioni su Bob Dylan: Bob Dylan: la biografia (Anthony Scaduto) Arcana editrice, 1972 - Jokerkman (Clinton Heylin) Tarab Edizioni, 1996 - Vita e musica di Bob Dylan (Robert Shelton) - Feltrinelli, 1987 - Bob Dylan, poeta, profeta, musicista e mito (Alan Rinzler) - Sonzogno, 1980 - Bob Dylan: Ballata (Betty Shapiro) Edizioni Blues Brothers, 1998 Bob Dylan (Nemesio Ala) - Gammalibri, 1984 - Bob Dylan and the Pastoral Apocalypse (Joseph Campbell) Journal of Popular Culture", New York 1975 - What Happened? (Paul Williams) Entwhistle Books, 1980 Beyond Desire: The Conversion of Bob Dylan, (James W. Earl) - University of Hartford Studies in Literature, 1988 - Bob Dylan. A retrospective (Curt Mcgregor) - Morrow & co, New York 1972 - La Repubblica invisibile (Greil Marcus) Arcana Editrice, 1997 - The Bible in the Lyrics of Bob Dylan (Bert. Cartwright) - New York 1985 - Da profeta a professionista, in "Rinascita (Alberto Portelli) - 16 luglio 1978 - Performed Literature: Words and Music by Bob Dylan (Betsy Bowden) - IndianaUniversity Press, Bloomington 1982 - …………………………. Consiglio di Circolo e collaboratori Michele Piacenza (Presidente) Mario Vittori (Vice Presidente) Carla Vittori (Segretaria) Roberta Lucato (Consigliere) Elena Ristic’ (Consigliere) Giorgio Gessi (Consigliere) Fabio Perrone (Consigliere) Chiara Barison (Revisore dei Conti) Giordano Groppi (Web Master) Quote tesseramento Socio Sostenitore Socio Fondatore Socio Consigliere Socio Ordinario € 50,00 € 30,00 € 20,00 € 10,00 Il presente notiziario, redatto ai soli fini culturali, è stato stampato in proprio ed inviato gratuitamente ai soci ed ai simpatizzanti dell’associazione. CIRCOLO CULTURALE MASOLINO DA PANICALE - Via XXV Aprile, 4 – 21043 Castiglione Olona (VA) Telefono 0331 857349 – 338 2448961- C.F. 95065100125 Sito Web www.circolomasolinopanicale.it E-mail [email protected]