Comunicato per i media
Lucerna, 14 marzo 2012
Nuovo documentario «Wild Safari 3D»
Dal 15 marzo 2012 gli spettatori del nuovo documentario «Wild Safari 3D» accompagneranno la
zoologa sudafricana Liesl Eichenberger in un
safari straordinario, faranno parte essi stessi del
team safari e viaggeranno a bordo di una jeep
aperta attraverso la calda e suggestiva Africa: dal
Parco nazionale Kruger alle savane del Kalahari. Il
film, con le sue affascinanti riprese 3D, è incentrato
sui cosiddetti «big five» – elefanti, bufali africani,
rinoceronti, leopardi e leoni.
Nel corso del documentario gli spettatori incontrano
elefanti furiosi, leopardi schivi e leoni affamati. Mai
prima d’ora il mondo selvaggio è stato ripreso in modo
così impressionante e realistico come in questo
straordinario film 3D per il grande schermo. I
pachidermi sembrano attraversare la sala cinematografica scalpitando e i grandi felini selvatici vanno alla
ricerca di cibo direttamente davanti alle poltrone degli
spettatori. Inoltre, grazie all’impiego della più moderna
tecnologia delle immagini satellitari, i visitatori vedono il
Sudafrica in un’impressionante prospettiva 3D a volo
d'uccello direttamente dallo spazio.
«Wild Safari 3D» porta lo spettatore in un viaggio di oltre 4 500 km attraverso le vaste praterie delle
riserve naturali e faunistiche di Addo/Shamwari, Hluhluwe-Umfolozi, Madikwe, Kgalagadi e del Parco
nazionale Kruger fino alle savane del Deserto del Kalahari. Il tour è guidato dall’esperta zoologa
sudafricana Liesl Eichenberger, che fornisce ai partecipanti alloggiati sui sedili posteriori informazioni
dettagliate sugli animali selvatici e sui loro habitat.
Il film è incentrato sui cosiddetti «Big Five»: elefanti, bufali africani, rinoceronti, leopardi e leoni.
Questa espressione inglese risale al periodo culminante della caccia ai trofei in Africa nel XIX secolo e
si riferisce ai cinque animali più temuti in assoluto, i più pericolosi da cacciare e quindi i più ambiti.
Oggi, i turisti che si recano in Sudafrica per un safari desiderano ammirare tutti questi animali in un
unico viaggio.
Con le sue immagini da sogno, il film 3D evidenzia il significato dell’habitat naturale e degli animali
selvatici in Sudafrica, dimostrando inoltre l’importanza degli attuali programmi per la salvaguardia
della natura. Per il regista Ben Stassen e la sua squadra le riprese non sempre sono state senza
pericoli, ma per questo nuovo modo di rappresentare gli animali selvatici sul grande schermo ne è
valsa la pena.
Domande al regista Ben Stassen e risposte
Qual è stato il Suo approccio alla produzione di questo documentario?
BS: la maggior parte dei documentari per la TV mostra i comportamenti degli animali. Il mio obiettivo
era portare lo spettatore con i mezzi del grande schermo a faccia a faccia con gli animali e catturare
l’atmosfera di tensione che si prova osservando gli animali nel loro habitat originale. Per esperienza
personale so che osservare un leone addormentato a distanza ravvicinata può essere molto più
avvincente delle immagini di una caccia spettacolare alla televisione.
Quanto ha potuto avvicinarsi effettivamente agli animali?
2/2
BS: ci sono andato incredibilmente vicino. All’inizio la maggior parte degli esperti ci diceva che non
sarebbe stato possibile filmare così, perché gli animali avrebbero potuto diventare aggressivi o
scappare vedendo l’ingombrante e rumorosa attrezzatura per filmare. In realtà per gli animali non è
stato un problema. Ci siamo avvicinati con estrema lentezza e prudenza per permettere agli animali di
abituarsi alla nostra presenza. Dopo alcune ore si son lasciati avvicinare da noi, talvolta a una
distanza di pochi metri.
Come hanno reagito gli animali alle attività di ripresa?
BS: nonostante l’attrezzatura voluminosa gli animali non ci hanno considerato una minaccia. Questo ci
ha stupito molto, perché - contrariamente alle regole da osservare durante i safari - non abbiamo agito
in silenzio. Ci siamo continuamente alzati e mossi trafficando con le nostre apparecchiature e
parlando molto. Insomma, non proprio il modello di comportamento tipico dei registi naturalistici, che
spesso aspettano per giorni la ripresa perfetta. Comunque, in qualche modo gli animali hanno
percepito che tentavamo l’impossibile e ci hanno lasciato in pace.
Qual è l'apporto utile del 3D a questa esperienza cinematografica?
BS: Wild Safari non è un documentario tradizionale sugli animali selvatici, ma piuttosto il tentativo di
riprodurre l’atmosfera durante la caccia nella macchia, portando così lo spettatore a un vero e proprio
safari, inteso cioè come battuta di caccia. Il 3D è la componente fondamentale per creare la
sensazione di trovarsi proprio nel mezzo, l’emozione di parteciparvi. Non avrei mai voluto girare
questo documentario in 2D.
Scheda del film:
Titolo originale:
Formato:
Produttori:
Autori:
Regia:
Camera/Montaggio:
Musiche:
Zoologia:
Genere:
Durata:
Sito web film:
Proiezioni:
WILD SAFARI 3D: A South African Adventure
3D digitale
Ben Stassen con Robert Paltiel, Meirion Griffiths e Charlotte Huggins,
Caroline Van Iseghem (CGI) Digital; nWave Pictures
Ben Stassen, Mose Richards
Ben Stassen
Sean MacLeod Phillips
François Garny, Manu Hermia, Michel Seba, Bilou Doneux
Liesl Eichenberger
documentario, USA/Belgio 2005
45 minuti
www.nwave.com/wildsafari
dal 15 marzo 2012 ogni giorno al Cineteatro nel Museo Svizzero dei Trasporti
di Lucerna
Programma e biglietti online su www.cineteatro.ch
Per prenotare si può anche telefonare al numero 0900 333 456 (CHF
1,50/telefonata, tariffa rete fissa)
Immagini stampabili: www.photopress.ch/image/verkehrshaus
Contatti:
Museo Svizzero dei Trasporti
Christian Scheidegger
Responsabile Cineteatro
Lidostrasse 5, 6006 Lucerna
Tel.: 041 375 74 97
e-mail: [email protected]
Museo Svizzero dei Trasporti
Blandina Werren
Responsabile Comunicazione aziendale
Lidostrasse 5,[E1] 6006 Lucerna
Tel.: 041 375 74 72
e-mail: [email protected]