Le Botteghe dell’Insegnare SCIENZA & SCIENZE Newton e la scienza moderna percorso 2013 - 2014 In un certo senso la Luna CADE DAVVERO sulla Terra, ad ogni istante, a causa della FORZA DI GRAVITÀ … … solo che a ciò si oppone la sua velocità, che, per l’inerzia, la spinge a proseguire in linea retta: quando le due forze sono in equilibrio, nasce un’ORBITA STABILE, che in fondo può essere vista come UNA CADUTA DI DURATA INFINITA Con la teoria della gravitazione universale di Newton ... … si completa dunque il processo di UNIFICAZIONE DEL MONDO SUBLUNARE CON QUELLO DEI CORPI CELESTI iniziato da Galileo e Keplero quasi 80 anni prima LA NASCITA DEL MECCANICISMO SCIENTIFICO La visione newtoniana presupponeva un Universo INFINITO caratterizzato da uno spazio e un tempo ASSOLUTI (cioè esistenti indipendentemente dai corpi) ... ... nei quali si muovevano i CORPI (o PUNTI MATERIALI), che interagivano tra loro o per CONTATTO o tramite la GRAVITÀ Benché in questo modello trovi posto facilmente e quasi naturalmente una TEORIA ATOMICA della materia ... … di per sé la teoria newtoniana NON la prevedeva Nonostante le precisazioni che ora faremo, è innnegabile che lo strepitoso successo del sistema newtoniano portò DI FATTO ad un rafforzamento della posizione dei sostenitori del meccanicismo filosofico di stampo cartesiano ... ... benché in linea di principio le due cose fossero profondamente diverse. INFATTI ... Anzitutto, il meccanicismo scientifico di tipo newtoniano NON ERA “COMPLETAMENTE” MECCANICO ... ... in quanto ammetteva anche proprietà che non potevano essere spiegate in base al solo movimento (essenzialmente la massa e, soprattutto, la GRAVITÀ, che agiva a distanza e non per contatto) RIDUZIONISMO Il tutto “non è altro che” la somma delle parti DETERMINISMO Ogni stato del sistema è totalmente determinato dai precedenti REVERSIBILITA’ Se si inverte la direzione del tempo la fisica non cambia LINEARITA’ L’imprecisione di una qualsiasi misura non cresce col tempo, ma resta sempre costante Metodo molto POTENTE e UTILE … … però con alcuni LIMITI LAPLACE 1776 Dobbiamo dunque considerare lo stato presente dell'universo come l'effetto del suo stato anteriore e come la causa del suo stato futuro. Un'Intelligenza che, per un dato istante, conoscesse tutte le forze da cui è animata la natura e la situazione rispettiva degli esseri che la compongono, se per di più fosse abbastanza profonda per sottomettere questi dati all'analisi, abbraccerebbe nella stessa formula i movimenti dei più grandi corpi dell'universo e dell'atomo più leggero: nulla sarebbe incerto per essa e l'avvenire, come il passato, sarebbe presente ai suoi occhi. Lo spirito umano offre, nella perfezione che ha saputo dare all'astronomia, un pallido esempio di questa Intelligenza. Le sue scoperte in meccanica e in geometria, unite a quella della gravitazione universale, l'hanno messo in grado di abbracciare nelle stesse espressioni analitiche gli stati passati e quelli futuri del sistema del mondo. (Essai philosophique sur les probabilités) La teoria newtoniana seguitò ad essere il punto di riferimento principale per tutta la scienza per quasi 2 secoli ... ... anche quando venne formulata la TEORIA ELETTROMAGNETICA, che unificava il già noto fenomeno del magnetismo con le nuove scoperte circa l’elettricità Per un certo tempo anche le forze elettriche e magnetiche furono interpretate nel quadro newtoniano ... ... poiché, analogamente alla gravità, agivano tra i punti centrali dei corpi (FORZE CENTRALI) in proporzione diretta alle loro cariche e in proporzione inversa al quadrato della loro distanza VON HELMHOLTZ 1847 Il compito delle scienze fisiche si determina pertanto, in ultima istanza, come quello di ricondurre i fenomeni naturali a forze immutabili, attrattive o repulsive, la cui intensità dipende dalla distanza. La possibilità che questo compito sia assolto costituisce, nello stesso tempo, la condizione della completa intelligibilità della natura. (Sulla conservazione della forza) KELVIN 1884 Io non mi sento soddisfatto se prima non sono riuscito a costruirmi un modello meccanico dell’oggetto che studio; se mi posso fabbricare un tale modello, comprendo, se non posso farlo, non comprendo. Per questa ragione non riesco a comprendere la teoria elettromagnetica. (Lezioni sulla dinamica molecolare e sulla teoria ondulatoria della luce) Ciononostante, la teoria finale dell’elettromagnetismo, così come stabilita dalle equazioni di Maxwell, si basava su concetti estranei al meccanicismo ... ... e per questo alla fine, come vedremo, sarà la causa principale del suo superamento, essendo alla base tanto della relatività di Einstein che della meccanica quantistica EINSTEIN 1949 La teoria della relatività ristretta deve la sua origine alle equazioni di Maxwell del campo elettromagnetico. Queste ultime, a loro volta, si possono formalmente capire in modo soddisfacente solo per mezzo della teoria della relatività ristretta. [… Esse] dimostrarono infatti che ci sono fenomeni elettromagnetici per loro stessa natura svincolati da ogni genere di materia ponderabile: tali le onde di “campi” elettromagnetici nello spazio vuoto. Per poter ancora considerare la meccanica come il fondamento della fisica, bisognava interpretare meccanicamente anche le equazioni di Maxwell. Si tentò di farlo con molto impegno, ma senza costrutto, mentre i risultati delle equazioni si dimostravano sempre più fecondi. Ci si abituò a usare questi campi come entità indipendenti, senza sentire la necessità di darne una spiegazione di natura meccanica; così la meccanica come fondamento della fisica stava per essere abbandonata, quasi inavvertitamente, perché la speranza di poterla adattare ai fatti si era alla fine dimostrata vana. (Autobiografia scientifica, in Opere scelte, pp. 90-91 e 72-73) Cionondimeno, la consapevolezza ESPLICITA di ciò giunse, appunto, solo con la relatività Per questo, almeno dal punto di vista concettuale, quella dell’elettromagnetismo si può interpretare in certo senso come una rivoluzione mancata, o quantomeno rimandata Con l’elettromagnetismo per la prima volta ... … la scienza diventa prevalentemente una conoscenza di oggetti INOSSERVABILI La termodinamica, ossia la teoria generale del calore, fu sviluppata nel XIX secolo, “il secolo del vapore”, specialmente in Francia, Germania e Inghilterra ... ... ossia nei tre paesi più coinvolti nella rivoluzione industriale, giungendo alla formulazione di due dei più fondamentali principi di tutta la scienza naturale: il principio di conservazione dell’energia e il Secondo Principio della termodinamica PRINCIPIO DI CONSERVAZIONE DELL’ENERGIA L’energia non si crea e non si distrugge, ma si trasforma soltanto SECONDO PRINCIPIO DELLA TERMODINAMICA Il calore passa sempre spontaneamente dai corpi più caldi a quelli più freddi e mai viceversa Quindi, benché il calore emesso da una certa fonte, per il principio di conservazione dell’energia, non possa mai distruggersi ... ... esso tenderà a DISPERDERSI NELL’AMBIENTE, fino a raggiungere una temperatura uniforme, mentre non capiterà mai il contrario, cioè che in un ambiente a temperatura uniforme si generi spontaneamente una zona più calda. In altre parole ... … L’ENTROPIA (= disordine) di un sistema CRESCE SEMPRE … … a meno che non intervenga una forza esterna a ripristinare l’ordine In questo caso però ad aumentare sarà l’entropia del sistema più ampio composto dal sistema originale più l’agente esterno Ne segue che QUALSIASI lavoro si faccia, una parte dell’energia impiegata si perde SEMPRE, in maniera tale che non può più essere ricuperata. Per cui ... X Niente macchine del moto perpetuo ! EDDINGTON 1928 La legge che l’entropia aumenta sempre – Secondo Principio della termodinamica – occupa, io credo, il primissimo posto fra le leggi della natura. Se qualcuno vi fa notare che la vostra teoria preferita dell’universo non va d’accordo con le equazioni di Maxwell, tanto peggio per le equazioni di Maxwell! Se la si trova contraddetta dall’osservazione…, ebbene, qualche volta gli sperimentatori fanno certe confusioni! Ma se si scopre che la vostra teoria è contraria al Secondo Principio della termodinamica, non posso darvi speranza alcuna: alla vostra teoria non resta altro che sprofondare nella massima umiliazione! (The nature of the Physical World, p. 74) Come già le leggi di Keplero e Galileo, anche quelle della termodinamica DESCRIVEVANO esattamente il modo in cui si comportava il calore ... … ma non SPIEGAVANO perché esso si comportasse così. Tale spiegazione venne data da … La termodinamica statistica spiega le proprietà macroscopiche (pressione e temperatura) dei gas ... ... in base alle proprietà microscopiche degli atomi che li formano Quand’è che nella stanza di Linus c’è ORDINE ? Quando tutte le sue cose sono dentro all’armadio Quand’è che nella stanza di Linus c’è DISORDINE ? Quando le sue cose sono sparse a caso su tutto il pavimento I macrostati più disordinati sono i più probabili … … perché possono essere realizzati da un maggior numero di microstati … e per questo l’entropia di un sistema isolato CRESCE SEMPRE FRECCIA DEL TEMPO TERMODINAMICA Un primo passo, però non sufficiente EINSTEIN 1949 Una teoria è tanto più convincente quanto più semplici sono le sue premesse, quanto più varie sono le cose che essa collega, quanto più esteso è il suo campo di applicazione. Per questo la termodinamica classica mi fece un’impressione così profonda. È la sola teoria fisica di contenuto universale che sono certo non sarà mai sovvertita. (Autobiografia scientifica, in Opere scelte, p.76) La termodinamica statistica fu IL PIÙ GRANDE TRIONFO DEL MECCANICISMO, in quanto permise per la prima volta di applicare il suo metodo a sistemi composti da un numero enorme di corpi Allo stesso tempo, essa fu anche IL PRIMO SEGNO DELLA SUA CRISI, in quanto introdusse per la prima volta nella scienza (benché in forma attenuata e ancora insufficiente) un concetto ad esso estraneo, quello di IRREVERSIBILITÀ, cioè di una DIREZIONE PRIVILEGIATA dei fenomeni fisici (FRECCIA DEL TEMPO) LA GUERRA CONTRO BOLTZMANN Per oltre due secoli gli scienziati non dubitarono mai seriamente della corrispondenza tra le loro teorie e la realtà Tuttavia verso la fine dell’Ottocento alcuni cominciarono a subire l’influenza del POSITIVISMO di Auguste Comte, una filosofia che dichiarava la scienza unica forma valida di conoscenza, ma al tempo stesso negava che fosse una conoscenza VERA La verità infatti era un concetto che si poteva applicare anche alla metafisica, che essi invece volevano distruggere Per questo sostenevano che le teorie scientifiche erano solo CONVENZIONI e che il loro valore non stava nel fornire SPIEGAZIONI VERE dei fenomeni, ma nel fare PREVISIONI AFFIDABILI (che invece è una caratteristica esclusiva della scienza) Accadde così che quando Boltzmann propose la sua teoria, nonostante il suo clamoroso successo, molti si rifiutarono di accettare la realtà degli atomi Alcuni di loro, capeggiati da Ernst Mach, non si limitarono a dissentire, ma condussero una vera e propria guerra a Boltzmann e alle sue idee, il che fu certamente una delle cause che lo spinsero al suicidio nel 1906, paradossalmente proprio quando Einstein aveva appena fatto le scoperte decisive per dimostrare la reale esistenza degli atomi EINSTEIN 06/04/1922 Non sembrerebbe esserci una grande relazione dal punto di vista logico tra la teoria della relatività e la teoria di Mach. Per Mach vi sono due punti da distinguere: da una parte, vi sono cose alle quali noi possiamo arrivare: i dati immediati dell’esperienza; dall’altra parte, concetti che possiamo modificare. Il sistema di Mach studia le relazioni che esistono tra i dati dell’esperienza; l’insieme di queste relazioni è, per Mach, la scienza. È questo un cattivo punto di vista; insomma, Mach ha fatto un catalogo e non un sistema. Tanto Mach è stato un buon meccanico, quanto è stato un deplorevole filosofo. Questa vista corta sulla scienza lo condusse a rigettare l’esistenza degli atomi. (Dibattito della Societé Française de Philosophie) EINSTEIN 06/01/1948 Mach sosteneva in maniera convincente l’opinione che finanche i più basilari tra i concetti fisici si fondano su dati empirici e, da un punto di vista logico, non sono in alcun modo necessari. […] Il suo punto debole stava, a mio modo di vedere, nel considerare l’attività scientifica all’incirca come un semplice “mettere ordine” nei materiali empirici […] spingendosi addirittura a vedere, nelle sensazioni, unità costruttive del mondo reale piuttosto che semplici oggetti di comprensione; pensava di poter colmare in tal modo lo iato tra psicologia e fisica. Fosse stato coerente fino in fondo, avrebbe dovuto rifiutare non solo l’atomismo, ma l’idea stessa d’una realtà fisica. […] D’altro canto è interessante che Mach abbia rigettato con forza la teoria della relatività ristretta (quella della relatività generale non fece in tempo a conoscerla): gli parve inaccettabile perché troppo speculativa. Non si rendeva conto, Mach, che tale carattere speculativo è proprio della meccanica newtoniana, anzi di ogni possibile teoria. (Lettera a Michele Besso, in Opere, pp. 689-690) EINSTEIN 1949 Oggi riconosco la grandezza di Mach nel suo scetticismo incorruttibile e nella sua indipendenza; ma negli anni della mia giovinezza rimasi influenzato molto profondamente anche dalla sua posizione epistemologica, che oggi mi sembra sostanzialmente insostenibile. […] L’antipatia di questi studiosi verso la teoria atomica può farsi indubbiamente risalire al loro atteggiamento filosofico positivistico. È questo un interessante esempio del fatto che anche studiosi dallo spirito audace e dall’intuito sottile possono essere ostacolati da pregiudizi filosofici nell’interpretazione dei fatti. Il pregiudizio – che a tutt’oggi non è affatto sparito consiste nella convinzione che i fatti possano e debbano tradursi in conoscenza scientifica di per sé, senza una libera elaborazione concettuale. (Autobiografia scientifica, in Opere scelte, pp. 70 e 84)