PONCHIELLI AMILCARE Paderno fasolare 31/08/1834

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PONCHIELLI AMILCARE
Paderno fasolare 31/08/1834 – Milano 16/01/1886
E’stato il più famoso compositore italiano dopo Giuseppe Verdi, negli anni settanta e ottanta
dell'Ottocento.
Nato a Paderno, un piccolo paese in provincia di Cremona, Ponchielli ebbe la prima istruzione
musicale dal padre, organista e maestro di scuola. A soli nove anni, prima dell'età consentita, superò il
difficile esame di ammissione al Regio Conservatorio di Milano, dove ebbe tra i suoi insegnanti
Angeleri, Ray, Frasi, Mazzucato e Rossi.
Conseguì il diploma nel 1854 con il massimo dei voti.
Successivamente ricevette l'incarico di maestro sostituto al teatro Concordia di Cremona e divenne
organista della chiesa di Sant'Imerio. Nel frattempo compose le sue prime opere grazie all'aiuto
finanziario del sellaio Bortolo Piatti.
I suoi primi esperimenti teatrali - I promessi sposi (1856), tratta dal romanzo di Alessandro Manzoni,
La Savoiarda (1861) e Roderico, Re dei Goti (1863) - ricevettero un'accoglienza tiepida e Ponchielli si
adattò a ricoprire il posto di direttore delle bande civiche delle città di Piacenza e di Cremona. Nel
1865, benché primo in graduatoria, non ottenne la cattedra di contrappunto al Conservatorio di
Milano, assegnata a Franco Faccio.
Si aprì quindi per il compositore cremonese un periodo di incertezza e profonda amarezza in cui
sembrò anche affievolirsi la spinta creativa.
Tuttavia nel 1872 una nuova versione de I Promessi Sposi, il cui libretto era stato drasticamente
riveduto da Emilio Praga, ebbe un esito felicissimo al Teatro Dal Verme di Milano, inaugurando un
fruttuoso rapporto professionale con l'editore Ricordi che gli commissionò subito una nuova opera: I
Lituani. Il lavoro procedette lentamente e l'autore, sempre pieno di dubbi e ripensamenti, sembrò
volerne ritardare la conclusione dedicandosi alla composizione del balletto Le due gemelle e dello
scherzo comico in un atto Il Parlatore Eterno. Finalmente portati a termine, I Lituani ebbero alla
Scala, sotto la direzione di Faccio, un notevole successo.
Iniziò per Ponchielli una stagione aurea: sposatosi con la cantante Teresina Brambilla, prima
interprete della nuova versione de I promessi sposi, si trasferì a Milano e si dedicò con rinnovata lena
alla sua attività creativa, anche se il carattere estremamente introverso ed insicuro lo portavano
continuamente a ripensamenti e fasi di depressione.
Nel 1876 debuttò alla Scala la sua Gioconda, su libretto di Arrigo Boito (firmato con lo pseudonimo
Tobia Gorrio), anche grazie al celeberrimo ballo noto come La danza delle ore, ed ebbe inizio un
trionfale percorso attraverso i teatri di tutto il mondo.
Da questo exploit nacquero i tardivi riconoscimenti ufficiali alla sua attività creatrice: la cattedra al
Conservatorio di Milano, dove Ponchielli ebbe tra i suoi allievi Giacomo Puccini, Pietro Mascagni,
Marco Enrico Bossi, Giovanni Tebaldini ed Ettore Pozzoli, e la nomina a maestro di cappella della
Chiesa di S. Maria Maggiore in Bergamo.
L'attività creatrice di Ponchielli sembrò tuttavia ad un punto critico, come attestano i molti progetti
non portati a termine (come le opere Olga e I Mori di Valenza). Gli pesava inoltre la responsabilità di
trovarsi alla testa dell'Italia musicale, in un momento in cui l'ormai anziano Giuseppe Verdi sembrava
aver esaurito i suoi fuochi creativi.
In questo particolare spirito nacquero i due ultimi capolavori teatrali: Il figliuol prodigo (1880), che
ebbe pieno successo alla Scala ma che in seguito uscì dai repertori dei teatri, e Marion Delorme (1885),
accolta con favore del pubblico ma non dalla critica e ripresentata in una nuova versione lo stesso
anno al Teatro Grande di Brescia.
Nel dicembre di quell'anno, mentre si trovava a Piacenza per un allestimento della Gioconda con
protagonista sua moglie Teresina, Ponchielli fu colto da un attacco di broncopolmonite. Immediato il
ritorno a Milano, ma il viaggio in treno in carrozze non riscaldate aggravò la malattia. Morì il 16
gennaio 1886 a cinquantuno anni.
Ponchielli partecipò alla sfida avviata in Italia dal confronto con l'opera europea proponendo un
genere di melodramma basato sul canto, secondo il modello italiano, ma al contempo capace di
metabolizzare gli influssi della musica francese e tedesca, operistica e strumentale.
La sua cantabilità appassionata e la sua ricca tavolozza orchestrale hanno contribuito in misura
decisiva allo sviluppo del melodramma romantico, gettando le basi per la successiva Giovane Scuola
di Puccini, Mascagni, Leoncavallo, Giordano e Cilea.
Ignorato per quasi vent'anni, fino al successo dell'ultima versione dei Promessi sposi, poi assurto
all'improvviso al rango di primo compositore d'Italia, Ponchielli fu altrettanto rapidamente relegato
ai margini della storia della musica dopo l'avvento dell'opera verista. Unica opera a restare in
repertorio fu La Gioconda, grazie al favore che il pubblico continuò a tributarle. La rivalutazione
critica è tuttavia iniziata da alcuni decenni, sia pure in sordina. La recente esecuzione in forma di
concerto, a Montpellier, e la successiva incisione di Marion Delorme hanno rappresentato eventi
importanti nelle direzione di questa riscoperta.
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