IMMUNOLOGIA Scienza che studia i meccanismi molecolari e cellulari con i quali il nostro organismo si difende da ogni tipo di invasione SISTEMA IMMUNE l’ insieme di • cellule • sistemi solubili • mediatori solubili • organi e tessuti linfoi linfoidi di RISPOSTA IMMUNITARIA “ Reazione coordinata delle cellule e delle molecole contro microorganismi infettivi o cellule “ Antigene - Immunogeno” DA CHI ? IMMUNITA’ = ESENZIONE IN CHE MODO ? DA CHI ? Dall’ invasione o presenza di: di MICROBI CELLULE ESTRANEE CELLULE MUTATE GENI ESTRANEI IN CHE MODO ? Schematicamente, attraverso tre strategie di difesa: 1. BARRIERE 2. IMMUNITA’ INNATA 3. IMMUNITA’ ADATTATIVA Le risposte immunitarie che proteggono gli individui nei confronti delle infezioni Immunità innata (o naturale): * Sempre presente nell’organismo * Blocca l’ingresso dei microrganismi * Elimina quelli che sono riusciti a penetrare nei tessuti dell’ospite * Riconosce i microbi ma non reagisce contro sostanze di natura non infettiva * Potenzia la risposta immunitaria acquisita. Immunità acquisita (o adattativa o specifica): *Si sviluppa lentamente e media la fase più tardiva ed efficace della difesa contro gli agenti infettivi. *Viene innescata dai microbi che invadono i tessuti *Viene “acquisita” solo a seguito del contatto con i patogeni estranei I M M U N O P A T O L O G I A Analizza i casi in cui il sistema immunitario non funziona correttamente Reazioni di ipersensibilità Malattie autoimmuni Immunodeficienze Immunità innata (o naturale) BARRIERE cute e mucose prima risposta dell’ ospite ai microbi: blocca l’ ingresso dei microbi Le barriere più resistenti nei confronti delle infezioni sono cute, capelli, unghie; quelle più vulnerabili le mucose Vie di infezione dei patogeni EFFICACIA protettiva della cute e delle mucose mucose:: meccanismi FISICI CHIMICI BIOLOGICI ANTIBIOSI Meccanismi FISICI CUTE: Integrità Continuo ricambio delle cellule VIBRISSE : nelle cavità nasali, Tosse Starnuto MUCO CILIA VIBRATILI: sulle pareti dei bronchi Meccanismi BIOLOGICI LISOZIMA : lacrime, saliva, sudore PEPSINA ENZIMI PROTEOLITICI: PROTEOLITICI: bile PROTEINE CHELANTI DEL SIERO: (lattoferrina, transferrina): DEFENSINE Meccanismi CHIMICI Fondamentali per ostacolare la replicazione dei microbi sulla cute e sulle mucose. • pH acido : cute : ghiandole sebacee (ac. grassi e ac. lattico) stomaco: ac. cloridrico vagina: lattobacilli DEFENSINE Numeroso gruppo di peptidi antimicrobici prodotti da cellule di molti mammiferi. Nell’uomo: alpha-defensine prodotti principalmente dai PMN e dalle cellule Paneth dell’intestino tenue beta-defensine Prodotti principalmente dalle cellule dell’apparato respiratorio, del tessuto urogenitale, dal pancreas, dal rene e dai cheratinociti cheratinociti.. Le alpha alpha--defensine agiscono su batteri gram positivi e negativi negativi,, su miceti e sull’envelope sull’ envelope di alcuni virus. Le beta beta--defensine soprattutto sui batteri gram negativi e miceti.. sui miceti Si legano sulla superficie esterna dei batteri: nei gram positivi interagiscono con gli acidi tecoici e con gruppi anionici esterni al peptidoglicano peptidoglicano;; nei gram negativi si legano alla porzione polianionica polianionica--LPS Sono prodotte in tutte le aree anatomiche che in qualche modo possono venire per primi a contatto con patogeni esterni. La beta defensina 1 (DEFB1), ad esempio, è prodotta in tutti le mucose formando una sorta di prima barriera che impedisce l’ingresso dei microbi all’interno del nostro organismo. I geni che codificano le defensine presentano polimorfismi genetici noti per avere un effetto sulla regolazione della produzione di altri peptidi Le defensine contribuiscono a formare le prime difese non specifiche contro l’invasione di qualsiasi tipo di patogeno. Tali difese fanno parte del nostro sistema immune naturale o innato. Meccanismi di ANTIBIOSI Microrganismi residenti in un certo distretto impediscono la colonizzazione di germi patogeni, competendo per lo spazio e per il nutrimento, Batteriocine,, Batteriocine Flora Intestinale Flora Intestinale • Nell’intestino umano albergano circa 400 specie batteriche (bifidobatteri), ), principalmente nel • sia anaerobiche (bifidobatteri colon,, colon • che aerobiche (lattobacilli (lattobacilli), ), concentrate in modo particolare nel tenue tenue.. Oltre alla flora batterica, presenti anche miceti miceti,, clostridi e virus virus,, che in condizioni di equilibrio non esercitano alcun effetto patogeno. Tratto Conta microbica totale (UFC) (UFC) Gruppi microbici principali Esofago / Non possiede un proprio microbiota Stomaco 104 /g Helicobacter spp. spp. Lattobacilli e Streptococchi acidoacido-tolleranti Duodeno e Digiuno 103-104 /g Ileo 107-108 /g O2 Colon 1010-1011 /g Lattobacilli e Streptococchi acido--tolleranti acido Bacteroides,Clostridium, Bacteroides, Clostridium, Enterobacterium,, Enterobacterium Enterococcus,, Lactobacillus Enterococcus Bacteroides, Bacillus, Bacteroides, Bacillus, Clostridium Clostridium,, Ruminococcus,, Streptococcus, Ruminococcus Streptococcus, Enterococcus,, Eubacterium, Enterococcus Eubacterium, Lactobacillus,, Fusobacterium, Lactobacillus Fusobacterium, Bifidobacterium Cellule epiteliali intestinali barriera meccanica cellule interconnesse e polarizzate (tight junctions ) Enterociti o colonociti Paneth cells Cellule M Le comuni porte d’ ingresso dei microbi nel nostro organismo Cute Apparato respiratorio Tratto gastrogastro-enterico Tratto urogenitale Questi apparati sono protette da un “epitelio continuo” che funge da barriera fisica e chimica MALT (Tessuto Linfoide Associato alle Mucose) DIFESE COSTITUTIVE DELL’OSPITE 1. Barriere anatomiche,ecc.. anatomiche,ecc 2. Proteine, peptidi, enzimi antimicrobici Adesione dei batteri ai tessuti dell’ospite Malattia infettiva E’ “LA RISULTANTE” TRA L’AZIONE PATOGENA DEL MICRORGANISMO E LA RISPOSTA DIFENSIVA DELL’OSPITE AZIONE TOSSICA DEI BATTERI • Natura proteica • Alto potere immunogeno • Attività enzimatica • Azione citotossica (specifica o ampia) • Azione a “lungo raggio” • E’ possibile ottenere dei tossoidi Cholera toxin Diphtheria toxin Pertussis toxin E. coli heat heat--labile toxin LT E. coli heat stable toxin ST Shiga toxin Pseudomonas Exotoxin A Botulinum toxin Tetanus toxin(A/B Bordetella pertussis Anthrax toxin TOSSINE PRODOTTE DA S.AUREUS α-tossina: shock settico β, δ-tossin γ-tossina e leucocidina: la prima emolitica, la seconda necrotica Enterotossine:: emesi Enterotossine TSSTTSST -1: shock tossico ET: sindrome da desquamazione cutanea INFIAMMAZIONE ACUTA Meccanismo di difesa precoce finalizzato a contenere l’infezione e prevenirne la diffusione dal sito iniziale Segnale per successive risposte immunitarie specifiche. Apparente paradosso Infiammazione é un essenziale processo protettivo per eliminare la fonte del danno e le conseguenze Infiammazione é potenzialmente dannosa: dannosa: - Ipersensibilità a punture insetti, tossine, farmaci - Malattia croniche - Cicatrici sfiguranti, -Ostruzione intestinali, - Problemi articolari - cancro? Infezione induce liberazione di fattori chemiotattici e vasoattivi aumento del flusso sanguigno e della permeabilità capillare attività antimicrobica afflusso di essudato globuli bianchi e formazione di Leucociti Fagociti: Neutrofili Caratteristiche: nucleo, Fagocitosi Killing intracellulare, infiammazione e danno tissutale granulociti neutrofili: le granulazioni Piccoli granuli specifici Grossi granuli azzurofili Granuli terziari Granuli specifici enzimi necessari per la loro funzione antimicrobica: proteasi proteasi,, fosfolipasi e altri enzimi litici Granuli azzurofili sono dei lisosomi contenenti idrolasi acide, lisozima e un fattore che aumenta la permeabilità (BPI - BACTERICIDAL PERMEABILITY INCREASING PROTEIN) Granuli terziari: gelatinasi che idrolizza la membrana basale permettendo alle cellule di penetrare nel connettivo granulociti neutrofili neutrofili:: funzioni Migrano nel connettivo delle zone invase dai microorganismi.. microorganismi Penetrano nella regione infiammata aderendo inizialmente agli endoteli per mezzo di recettori specifici.. specifici Tale adesione stimola la produzione di interleuchinainterleuchina -1 e del fattore di necrosi tumorale che inducono le cellule endoteliali ad esprimere una molecola di adesione detta ICAM ICAM-1 ,alla quale si legano le integrine dei neutrofili granulociti eosinofili 2- 4% dei leucociti totali Numerosi nei tessuti (pelle, mucosa intestinale, respiratoria, genitale). Vita media 18 ore nel sangue, giorni o settimane nei tessuti Granuli specifici e granuli azzurrofili Contiene agenti proteici antiparassitari e una neurotossina Granulociti basofili Rappresentano meno dell’1% dei leucociti totali Possiedono un nucleo ad S mascherato da numerosi granuli Sulla membrana Granuli specifici e azzurofili Contengono eparina istamina e plasmatica presentano recettori ad alta affinità per le Immunoglobuline E (IgE IgE) MASTOCITI FUNZIONI MOLTEPLICI ATTIVAZIONE DEI MASTOCITI DA PARTE DI PATOGENI. ATTIVAZIONE DEI MASTOCITI NELL’IMMUNITÀ INNATA E ACQUISITA Immunità Innata Bersaglio Segnale di attivazione Batteri E. Coli,Tossine PGN →TLR2 LPS →TLR4 CR1, CR2, CR3, C3aR, C5aR Superantigeni Batterici (Proteina A di S. Aureus) Virus RNA doppia elica →TLR3 RNA singola elica →TLR7 Superantigeni virali (Fv di HBV e HCV) Parassiti Schistosoma mansoni Promastigotidi L.Major Immunità specifica Segnale di attivazione ? RSV*, IgE specifiche →FcεRI Hemaphysalis longicornis, IgE specifiche →FcεRI Veleni animali Mastoparan(vespe), MCDP (api da miele) Allergeni IgE crosslinking→FcεRIs Mastociti (e Macrofagi): capaci di monitorare i segni di stress del microambiente, e rilasciare mediatori solubili in grado di i) mobilizzare e richiamare nel sito altri leucociti (infiammazione),, (infiammazione) ii) ii) di modificare le funzioni di fibroblasti e cellule vascolari per iniziare la riparazione locale. Macrofagi fagocitosi, killing intracellulare ed extra--cellulare extra • riparo tissutale • presentazione antigene (APC) • CD14 membrane marker. marker MACROFAGI Abbondanti nei tessuti Vita relativamente lunga Traggono energia dai mitocondri Producono citochine (ILIL-1; ILIL-8; TNFa TNFa;; ILIL-12 ecc.) Fagociti professionali neutrofili macrofagi INGLOBARE E DISTRUGGERE I MICRORGANISMI Fasi della fagocitosi •RICONOSCIMENTO •INGESTIONE E FORMAZIONE DEL FAGOSOMA •FORMAZIONE DEL FAGOLISOSOMA •DIGESTIONE Natural Killer (NK) cells Circa il 55-10 % dei linfociti del sangue periferico Si sviluppano dalla linea linfoide ma sono privi del marcatore CD3 e del TCR Note anche come “cellule a grandi granuli “ (LGL) Natural Killer (NK) cells Si identificano mediante i marcatori CD56 & CD16, e assenza del CD3 “LAK cells “ quando attivate con IL2 e IFN--γ IFN Linfociti NK capacità innata di uccidere cellule tumorali, cellule infettate da virus, e anche cellule normali, senza una precedente sensibilizzazione recettori attivatori KAR ( Killer Activation Receptor Receptor)) recettori inibitori KIR ( Killer Inhibition Receptor) LINFOCITI NKT Sottopopolazione delle cellule T che si sviluppa nel Timo Condividono alcune caratteristiche funzionali con le NK cells Esprimono un TCR riarrangiato con un repertorio estremamente limitato. LINFOCITI NKT A differenza delle cellule T convenzionali, le cellule NKT rispondono lipidi lipidi,, ai glicolipidi o ai peptidi idrofobici presentati da una molecola MHC I non CD1d.. classica, CD1d Secernono grandi quantità di citochine citochine,, in particolare ILIL-4 Le cellule NK e le NKT fanno da ponte fra i sistemi immunitari innato e adattativo. Cellula Dendritica (DC) Cellule Dendritiche Cellule di derivazione midollare Caratterizzate morfologicamente da sottili prolungamenti citoplasmatici. Cellule presentanti l’antigene (APC) professioniste Cellule Dendritiche localizzazione di Langerhans (cute e mucose) dendritiche interstiziali interstiziali (cuore,fegato,polmone,GI) dendritiche interdigitati (aree T-dipendenti di timo e linfonodi) dendritiche circolanti (sangue e linfa) : 2 subsets di DCs immature: CD11c+ e CD11cCD11c- ricoprono il ruolo di vere e proprie 'sentinelle'. La CD rappresenta il principale sistema di connessione tra la risposta immunitaria innata e quella acquisita Cellule Dendritiche PROPRIETA’ Il tipo di antigene e la capacità migratoria delle DCs permettono ai linfociti T vergini di entrare in contatto con antigeni periferici che non potrebbero incontrare. Capacità di percepire stimoli ambientali (antigeni) e decidere il destino dei linfociti T in risposta agli antigeni (maturazione DCs DCs). ). Producono roducono un vasto numero di citochine citochine,, tra cui ILIL-12, che promuove una risposta immunitaria di tipo citotossico attraverso la differenziazione delle cellule Th0 in cellule Th1, producenti interferon (IFN) (IFN)--γ e IL IL--2. Stimoli infiammatori, come TNF TNF--α e ILIL-1β, 1β, batteri, prodotti batterici (LPS LPS)) e virus virus,, inducono la migrazione delle cellule dendritiche, che hanno “caricato” l’antigene dai tessuti periferici agli linfoidi secondari. Durante la migrazione, le DC subiscono un processo di maturazione:: incremento della capacità di attivare le maturazione cellule T che consiste nell’ aumentata espressione di membrana di alcune molecole chiave nell’interazione tra APC e linfocita: molecole di adesione (LFA LFA--3, ICAMICAM-1, ICAMICAM-3) molecole del sistema HLA (MHC di classe II -DR, -DQ,DQ,-DP) molecole di costimolazione (CD80, CD86, CD40), CELLULE DENDRITICHE FOLLICOLARI (FDC) Captano antigeni legati ad anticorpi o fattori del complemento Presenti solo nel centro germinativo di linfonodi, milza e MALT Come le cellule del S.I. riconoscono i microbi ? STRATEGIE di Riconoscimento Riconoscimento del “nonnon-self self”” Identificazione del “missingmissing-self self”” Identificazione del “ “self alterato” Riconoscimento del non non-self Identificazione di strutture molecolari che sono caratteristiche del microbo PAMP (Pathogen Associated Molecular Patterns) Patterns) Profili molecolari associati al patogeno IDENTIFICAZIONE DEL NONNON-SELF PAMP • Essenziali per il metabolismo, la sopravvivenza e patogenicità del microbo e quindi non possono mutare: altamente conservati •Sono presenti in diversi patogeni • Possono essere zuccheri, lipidi,, ac. nucleici o proteine,, lipidi proteine combinazioni di essi. • Es Es.. Residui di Mannosio, LPS, Peptidoglicano Le cellule del S.I riconoscono Recettori differenti : PAMP attraverso PRRs (Pattern Recognition Receptors Receptors)) Recettori di riconoscimento del profilo PRRs CLASSIFICAZIONE Recettori “spazzino” ( Scavenger) Scavenger) Recettori fagocitici Recettori Toll Toll-like (TLR) Recettori Scavenger Localizzati sulla membrana dei macrofagi, per lo piu con struttura trimerica trimerica,, Mediano il legame di polisaccaridi, lipoproteine, ac nucleici attivando fagocitosi Reagiscono con le lipoproteine contenute nel siero, legano per esempio LDL ossidate e per questo si ritiene abbiano un ruolo nella patogenesi della arteriosclerosi. Si conoscono due famiglie di scavenger scavenger,denominate ,denominate A e B. Del tipo B il rappresentante maggiore è una glicoproteina CD36,, la quale risiede su di 88 kD kD,, conosciuta come CD36 numerosi tipi di cellule, tra cui l'endotelio e i macrofagi. Il CD36 è una molecola multifunzionale, in grado di legare agenti virali (HCV) e protozoari (il plasmodio della malaria). Recentemente, è stato dimostrato che la P proteina fibrillare bb-amiloide, che tipicamente si accumula nelle pareti vascolari cerebrali dei malati di Alzheimer, si associa a una ridotta espressione di CD36 nella microglia, analogamente a quanto si osserva per l'accumulo di LDL nelle placche ateromasiche RECETTORI FAGOCITICI NON OPSONICI SCAVENGER RECEPTORS - struttura RECETTORI FAGOCITICI NON OPSONICI SCAVENGER RECEPTORS - Recettori implicati nel riconoscimento e nella eliminazione delle cellule apoptotiche; apoptotiche; - uno dei ligandi conosciuti sulle cellule apoptotiche è la fosfatidil--serina fosfatidil serina.. Legano anche l’acido lipotecoico, lipotecoico, LPS, RNA a doppia elica. RECETTORI FAGOCITICI NON OPSONICI: OPSONICI: IL RECETTORE PER IL MANNOSIO (MR MR)) MR lega strutture ricche in mannosio nei patogeni ma può anche legare ligandi endogeni come idrolasi lisosomiali e mieloperossidasi Recettore transmembrana a 7 eliche • espresso su leucociti • riconosce microbi, • ma anche mediatori lipidici, • chemochine (IL(IL-8), • componenti del complemento (C5a), • PAF. In risposta allo stimolo si ha migrazione cellulare e produzione di sostanze ad azione microbicida RECETTORI “ FAGOCITICI “ OPSONICI o Opsonine Presenti sulla superficie dei: macrofagi macrofagi,, neutrofili e cellule dendritiche riconoscono molecole dell’ospite poste sulla superficie del microbo FAGOCITOSI MEDIATA DA RECETTORI Le opsonine più importanti sono: IgG, frammenti del complemento e collectine I recettori per opsonine sono: FcγRI, CR1, CR3 e CR4 e recettori per le collectine RECETTORI FAGOCITICI OPSONICI OPSONICI:: I RECETTORI PER IL COMPLEMENTO ( CR1, CR4 ) Continua… Proteine della fase acuta positive Proteine la cui concentrazione aumenta in fase acuta a1 a1--antitripsina, amiloide A sierica, aptoglobina, α1antichimotripsina, α2-macroglobuline,ceruloplasmina, proteina CC-reattiva, fibrinogeno, transferrina, b -lipoproteine Funzioni: regolazione della risposta infiammatoria, Rimozione di prodotti del catabolismo cellulare (danno o infiammazione), Modulazione della risposta immunitaria Produzione può aumentare poche ore dopo l’insorgenza della malattia e persistere fino alla sua scomparsa. Affezioni epatiche acute (a e b) Patologie cutanee PRRs RECETTORI DI SECREZIONE Riconoscono i PAMPs sulla superficie del patogeno “segnalandolo” o ai fagociti o attivano il complemento Es. Pentrassine (proteine di fase acuta) PENTRASSINE Famiglia proteica Omopentameri a simmetria circolare con alta omologia di sequenza e struttura (lectin fold), dotati di un sito di legame (calcio(calcio-dipendente) per vari ligandi. Filogeneticamente antico Componente P dell’ amiloide o SAP (Serum Amyloide P component) e proteine della fase acuta (PRC Ccomponent) CReactive Protein, Protein, SAA (Serum Amyloid A Protein) Protein) PCR e SAP • Legano molte specie di batteri e funghi • Ligandi sui patogeni sono la fosforicolina e la fosfastidil-etanolamina PCR: opsonina ⇒ lega il C1q ⇒ attiva Complemento via Classica RECETTORI DI “SECREZIONE SECREZIONE”” COLLECTINE Molecole oligomeri formati da triple eliche proteiche con domini di lectina di tipo C. Legano i carboidrati in modo Ca++-dipendente e riconoscono una ampia varietà di PAMPs Es. MBL (Mannan(Mannan-binding lectin) e Ficoline COLLETTINE ⇒ MBL (lectina che lega il mannosio): mannosio): esamero simile al C1q, opsonina ⇒ fagocitosi ⇒ Proteine surfattanti polmonari (SP SP-A e SP SP-D) (alveoli polmonari) opsonina ⇒ fagocitosi FICOLINE Proteine plasmatiche strutturalmente simili alle collettine. opsonizzano o attivano il Complemento ligandi: NN-acetilglucosamina e l’ ac. Lipotecoico (Gram positivi) Struttura di MBL e Ficolina RECETTORI DI SEGNALE • Inducono una risposta dell’ospite attraverso trasmissione del segnale intracellulare • Si trovano sulla superficie cellulare: delle cellule dell’immunità innata • o su cellule epiteliali • oppure nel citosol dove riconoscono patogeni che riescono ad entrare nella cellula (TLR (TLRss a NOD) Ruolo dei TLRs: Meccanismo primitivo di riconoscimento dell’Ag: identificano molecole comunemente associate ad organismi pericolosi o dannosi Sono espressi da DCs, macrofagi, neutrofili, cellule epiteliali ed endoteliali PAMPs: LPS Peptidoglicano A. lipoteicoico TOLLTOLL - LIKE RECEPTORS (TLRs) Il primo recettore della famiglia Toll è stato identificato nella Drosophila come un componente che controlla l’orientamento dorsodorsoventrale degli embrioni. I Recettori Toll sono proteine con una porzione extraextra-cellulare ed un dominio citoplasmatico simile a quello del recettore per l’ILl’IL-1 dei mammiferi Entrambe le vie (Toll e IL1IL1-R) portano all’attivazione del fattore di trascrizione NFκB. Membri di questa famiglia hanno un ruolo chiave nell’induzione della risposta immune e infiammatoria nei mammiferi e anche nella Drosophila sono coinvolti nella difesa antimicrobica. STRUTTURA E TRASMISSIONE DEL SEGNALE DEI TLR Leucine–rich repeats(LRR) Toll/interleukin-1 receptors(TIR) I Toll-like receptors Toll-like receptors Meccanismo primitivo di riconoscimento dell’Ag: identificano molecole comunemente associate ad organismi pericolosi o dannosi Sono espressi da DCs, macrofagi, neutrofili, cellule epiteliali ed endoteliali. Fino ad oggi si conoscono 10 differenti proteine transmembrana appartenenti alla famiglia TLRs TLR2,TLR4,TLR9: partecipano al riconoscimento delle diverse forme fungine REGOLAZIONE NEGATIVA DELL’ATTIVAZIONE DEI TLRs La produzione esagerata di citochine infiammatorie stimolata dall’attivazione dei TLRs può indurre pesanti conseguenze sistemiche come lo shock settico indotto dal LPS. Gli organismi hanno evoluto dunque meccanismi atti a modulare gli effetti dell’attivazione incontrollata dei TLRs. SOCS1 (Suppressor of Cytokine Signalling) insieme ad altri mediatori regola negativamente le vie di attivazione citochiniche e sembra essere coinvolto anche nello “spegnimento”delle vie di attivazione TLRTLR-mediate DIFFERENTI CLASSI DI RECETTORI PRESENTI SUI LEUCOCITI INTERAZIONE TRA BATTERIO E FAGOCITI Il riconoscimento dunque coinvolge combinazioni diverse di famiglie recettoriali La precisa natura dell’interazione determina la secrezione di citochine e l’innesco dell’appropriato meccanismo di uccisione. IL LEGAME DEL PATOGENO AL MACROFAGO PUÒ ESSERE DIRETTO O INDIRETTO I Fagociti intervengono quando si attiva l’ Infiammazione I SEGNALI di ALLERTA N-formil-methionina Prodotti Complemento e Coagulazione Proteine della fase acuta RISPOSTA FAGOCITICA Chemiotassi Adesione Diapedesi Attivazione Fagocitosi ed eliminazione Il sistema innato è caratterizzato da: -assenza di specificità, in quanto è attivo contro un largo spettro di microorganismi; -assenza di memoria; -velocità di risposta, dovuta all’immediata disponibilità dei peptidi immagazzinati ed alla loro rapida sintesi e diffusione; -assenza di un meccanismo di riconoscimento del "self": l’autodistruzione è evitata dalla compartimentalizzazione cellulare dei peptidi che sono conservati in granuli con membrane resistenti e/o sotto forma di propeptidi; -basso costo energetico, in quanto i peptidi necessitano per la sintesi di una quantità di energia inferiore a quella richiesta all’animale per la complessa attivazione dell’immunità clonata. Immunità Innata o aspecifica É la prima linea di difesa del nostro corpo verso le infezioni. Immunità Innata Immediata 0:4 h Immunità innata Risposta indotta Precoce 4:96 h Risposta immune adattativa tardiva dopo 96 h è presente fin dalla nascita, non necessita di un precedente contatto con la sostanza lesiva e non dà luogo a memoria immunitaria L’immunità innata: 1) esercita un’azione effettrice diretta volta all’eliminazione del patogeno e all’inibizione della sua crescita attraverso il processo di fagocitosi e il rilascio di composti ad azione microbicida 2) dall’altro stimola e coordina la risposta immunitaria adattativa Agspecifica mediante il rilascio di chemochine e citochine, l’induzione dell’attività costimolatoria da parte dei fagociti e il meccanismo di processazione e presentazione degli antigeni estranei. Fasi Infezione batterica Attivazione Recettori su macrofagi Rilascio di mediatori dell’infiammazione Richiamo liquido e leucociti (neutrofili) dal sangue (essudato) Attivazione dei neutrofili Eliminazione del patogeno/danni collaterali Riparo La capacità della fibronectina di legare i recettori dipende da una sequanza specifica Ogni catena è organizzata in domini. di aminoacidi, RGA (arginina-glicinaAlcuni riconoscono e legano una o aspartato). Questa sequenza è comune a più molecole della MEC, altri riconoscono e legano recettori sulla membrana cellulare. tutte le proteine adesive della MEC ed è riconosciuta dalle integrine La fibronectina costituisce una molecola ponte tra le proteine della MEC e la superficie delle cellule. Essa è coinvolta sia nel mantenimento della forma cellulare che nel movimento cellulare Laminina Glicoproteina costituita da tre catene polipeptidiche, α, β e γ. Le tre catene formano una struttura a croce stabilizzata da ponti disolfuro. Come la fibronectina, presenta domini capaci di legare: collagene di tipo IV,eparina, proteoglicani e superfici cellulari. funge da ponte tra le cellule e le lamine basali. Tra gli altri meccanismi di elusione della risposta immunitaria ricordiamo: • il cambiamento della struttura antigenica del batterio • la produzione di enzimi o proteine contro le immunoglobuline • l’inattivazione del complemento • la distruzione dei fagociti • l’inibizione della chemiotassi e della fagocitosi • l’elusione dal killing intracellulare attraverso: - l’inibizione della fusione fagolisosomica - la resistenza agli enzimi lisosomiali - l’adattamento alla replicazione intracitoplasmatica NEWS Evasione dell'immunità umorale Batteri aderenti alle superfici mucose hanno sviluppato strategie per eludere le difese specifiche umorali dell'ospite. Il ruolo protettivo svolto dalle IgA a livello delle mucose può essere annullato dalla secrezione, da parte di alcuni patogeni (Neisseria meningitidis e gonorrhoeae, Haemophilus influenzae, Streptococcus sanguis, Streptococcus pneumoniae, Proteus mirabilis), di proteasi capaci di scindere le IgA. Alcune metalloproteasi secrete da Pseudomonas aeruginosa degradano IgG e IgM. Alcuni batteri hanno la capacità di legare proteine dell'ospite, mascherando quindi i loro antigeni di superficie non più in grado di evocare una risposta immunitaria (mascheramento antigenico). L'adesina FHA di Bordetella pertussis lega molecole dell'ospite, quali eparina, glicoproteine, glicolipidi. Il batterio può inoltre produrre molecole di superficie che mimano i normali costituenti 30 dell'ospite (mimetismo antigenico). Ad es. Helicobacter pylori esprime un carboidrato superficiale, Lewis X, che riduce la risposta delle cellule T essendo riconosciuto come antigene self. Neisseria meningitidis gruppo B esprime un antigene capsulare che cross-reagisce con le proteine dell'ospite. L'acido ialuronico di Streptococcus pyogenes presenta determinanti antigenici comuni all'acido ialuronico presente nel tessuto connettivale. Una frequente strategia per evadere la risposta immunitaria umorale è rappresentata dalle variazioni antigeniche di alcune strutture come pili, flagelli, LPS, capsula, strato S, proteine della membrana esterna o di alcuni prodotti solubili, es. enzimi. Tali variazioni si osservano frequentemente nei batteri che colonizzano le superfici mucose rispetto a quelli che crescono nel compartimento intracellulare. Una delle più frequenti variazioni antigeniche riguarda i pili di Neisseria gonorrhoeae. Nel cromosoma, Neisseria presenta numerosi geni che codificano per diversi pili. Evidentemente si verificano continuamente riarrangiamenti genetici che condizionano l'espressione fenotipica di geni silenti e la comparsa di una diversa pilina. Tali variazioni sono responsabili di infezioni recidivanti che si osservano in soggetti guariti da precedenti infezioni. Le variazioni antigeniche delle proteine della membrana esterna di Borrelia recurrentis condizionano il particolare andamento della malattia (febbre ricorrente). Un meccanismo addizionale per eludere le difese anticorpali è rappresentato dalla capacità di sintetizzare proteine leganti le immunoglobuline: ad es., proteina A di Staphylococcus aureus, proteina G e proteina H di Streptococchi e la proteina legante la fibronectina (Fn) di Streptococcus pyogenes: tali proteine leganti la regione Fc delle IgG rappresentano esempi di un meccanismo che favorisce l'evasione immunitaria. Superantigene: I superantigeni sono proteine batteriche ad azione toxin-like che attivano le cellule T CD4+ senza presenza di Ag specifico, legandosi al Tcell receptor e all’MHC di classe II. Questo meccanismo di attivazione aspecifico stimola un incontrollato rilascio di citochine con danni cellulari irreversibili ed alterazioni nella risposta immunitaria Legame del superantigene alle regioni extracellulari del recettore delle cellule T (TCR) e del complesso maggiore di istocompatibilità (MHC) di classe II Esempi di alcuni superantigeni di origine microbiologica Toxic shock syndrome toxin-1 (TSST-1), prodotta da alcuni ceppi di Staphylococcus aureus che causano la sindrome dello shock tossico (TSS). Tossine pirogeniche dello Streptococcus pyogenes Le enterotossine stifilococciche di Staphylococcus aureus Cellule epiteliali intestinali barriera meccanica cellule interconnesse e polarizzate (tight junctions ) Enterociti o colonociti Paneth cells Cellule M Sono prodotte in tutte le aree anatomiche che in qualche modo possono venire per primi a contatto con patogeni esterni. La beta defensina 1 (DEFB1), ad esempio, è prodotta in tutti le mucose formando una sorta di prima barriera che impedisce l’ingresso dei microbi all’interno del nostro organismo. I geni che codificano le defensine presentano polimorfismi genetici noti per avere un effetto sulla regolazione della produzione di altri peptidi