Questo lavoro è stato realizzato da un'allievo di 2D per creare dei collegamenti visuali tra una serie di commenti personali alla poesia di Ungeretti "S. Martino del Carso". Ogni riquadro è stato montato su un rettangolino i lgno e quindi con il fil di ferro sono stati effettuati i collegamenti. Si è così creato un ipertesto senza computer. Vita “…..non sono mai stato tanto attaccato alla vita”. (G. Ungaretti, Vita di un uomo) Vita intesa come gioia, allegria e metodo per sconfiggere quel dolore malinconico che la guerra provoca. Tanti Vocabolo anteretorico teso ad esaltare la nudità e l’essenzialità della parola. Moltitudini di persone che si rispecchiano nel poeta. Anche la forma metrica altera quella lessicale, subisce un’alterazione con la successiva scomposizione dei versi. Mi corrispondevano Verbo usato con un ruolo molto determinante nella vita del poeta. Ungaretti durante il periodo di guerra aveva molti amici, la quale giorno per giorno si “spegnevano” in un botto guerriero. Dolore del poeta espresso al plurale. Neppure Negazione contrapposta ad una positività. La parola non può violare l’irriducibile segreto della realtà, ma solo riaffermarlo nell’atto stesso in cui lo nomina. Non è rimasto Questa frase sta ha significare la capacità delle cose. La guerra ha distrutto tutto. Il malinconico sentimento del perire d’ogni cosa, si alterna alla disperata invocazione ad un dio nascosto che riscatti il mondo e la vita dal loro destino ormai precario. Tanto Una moltitudine intesa in senso negativo. Contrapposizione con la parola precedente “tanti” dove si paragona la moltitudine al nulla. Cuore Croce manca La sopravvivenza della poesia di Ungaretti è legata alla capacità di rimandare il filo di una incontinuità interrotta, ovvero di spezzare i ceppi di una parola ridotta quasi al silenzio dal declino, dallo sfacelo, dalla civiltà e di conferire un magico potere d’illuminazione in cui passato, presente, natura e storia si amalgamano. Il cuore è visto come speranza ma se si continua a leggere la poesia rimane soltanto un senso di vuoto. Se ci rifacciamo alla parola cuore possiamo contrapporre il senso della vita alla morte. L’anima degli uomini non esiste più, esistono tanti croci di persone che una volta in vita hanno combattuto una guerra che non sono riusciti a vincere. Il mio cuore Straziato In molte poesie di Ungaretti si riscontra l’agonia e la disperata sensazione di una vita terminata. Questa parola ha un significato molto profondo e devastante. Il paese straziato può essere paragonato ai versi della poesia Soldati: “ Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie” (G. Ungaretti, Vita di un uomo), dove ogni cosa Ecco di nuovo la parola cuore contrapposta con l’identica parola precedente. Mentre prima era riferita all’umanità, ora si tratta del cuore del poeta. Il suo diario di guerra si compone di brandelli d’esperienza vissuta trasformandoli in simboli di una tragedia comune, di una condizione umana sospesa e divisa fra ingenua invocazione e brutale ferocia. Paese Queste case Ungaretti riprende alcuni semplici nomi per descrivere la catastrofe provocata dalla guerra. Le cause viste come rifugio dell’uomo, durante i massacri sono considerati solo delle semplici mura senza più avere quel senso di conforto e d’accoglienza che poteva esprimere. Casa vista come luogo sicuro, ora è soltanto un pezzo come tanti, eretto in questa città distrutta. La guerra ha distrutto non soltanto gli edifici ma gli anni degli uomini. All’inizio della poesia erano descritte le case distrutte, ora Ungaretti si sofferma su una totalità che è il paese ormai inesistente. Paese che è paragonato ai sentimenti e al cuore del poeta ormai distrutti. S. martino del Carso Brandello di muro Battaglia avvenuta nel 1916, paese rimasto più impresso nella mente del poeta poiché fu lui in prima persona a combattere contro i nemici, durante la prima guerra mondiale. Luogo di ricordi e sofferenze che con il passare degli anni restano nel cuore del poeta. In due parole Ungaretti esprime il concetto della sua poesia in cui la parola si fa povera per diventare essenziale. Riducendo le parole riesce a dare maggiore importanza al concetto che vuol far percepire al lettore. La parola semplice diventa partitrice di gran significato e il lettore s’immedesima col pensiero del poeta. Muro è una parola che ricorre più volte nelle poesie di Ungaretti. Muro visto come separazione di due situazioni: separazione della vita con l’aldilà; separazione della vita e confortevole della guerra. Soldati che nasce muore. Mentre le foglie in autunno cadono e muoiono, anche i soldati in guerra periscono senza ragione. E come l’albero è spoglio il paese è straziato dalla morte dei suoi abitanti. Soldati = persone = uomini = poeta. Ungaretti non solo descrive la situazione della guerra ma si sente anch’egli parte integrante di quella cerchia di persone che hanno combattuto al fronte. S. Martino del Carso Di queste case non è rimasto che qualche brandello di muro. Di tanti che mi corrispondevano non è rimasto neppure tanto. Ma nel cuore nessuna croce manca. E’ il mio cuore il paese più straziato. G. Ungaretti