e-Health 88 K r a n k e n p f l e g e I S o i n s i n f i r m i e r s I C u r e i n f e r m i e r i s t i c h e 10/2016 Ritratto di Dave deBronkart, l’ambasciatore degli e-patients «Conosco qualcuno che….» Soprannominato «e-patient Dave», il blogger più attivo su e-patient.net milita a favore della medicina partecipativa e del diritto dei pazienti ai loro dati personali. Testo e foto: Françoise Taillens della medicina partecipativa e per l’empowerment dei pazienti. Brillante oratore, ha al suo attivo centinaia di conferenze internazionali, di cui una ventina in Svizzera. Lo scorso giugno è intervenuto al congresso internazionale Nursing & Informatics 2016 di Ginevra. Emancipazione dei pazienti nario, inventore del termine e-patient, e si mette in contatto con pazienti affetti dalla stessa patologia. Il «ritardo mortale» Instancabile nella sua battaglia, Dave deBronkart rivendica il diritto dei pazienti ad accedere alla loro cartella clinica. Con i suoi apparecchi elettronici e il suo impegno sul web, competente e autonomizzato (empowered), è in grado di prendere decisioni ragionate sulla sua salute, le sue cure e i suoi trattamenti. Portavoce degli e-patients, Dave deBronkart usa a piene mani la tecnologia digitale. Risposte su internet Nel 2007, durante un controllo di routine gli viene diagnosticato una forma di cancro rara e incurabile ai reni. Dave deBronkart non immagina fino a che punto questa sua morte annunciata gli cambierà la vita. Malgrado una prognosi infausta, non accetta il suo destino. Vuole tentare il tutto per tutto, a dispetto delle metastasi al femore, nel cranio, la bocca e i polmoni. Per questo fan di web, nulla di più logico che buttarvisi a capofitto alla ricerca di una risposta a una questione di vita o di morte: «Che cosa posso fare?». Si rivolge quindi ad una comunità online di pazienti creata da Tom Ferguson, medico visio- «Sappiamo che cosa provi», gli rispondono. Nel corso delle conversazioni riceverà preziosi consigli, molto pertinenti, sui trattamenti, gli ospedali, gli specialisti raccomandati e opzioni da evitare assolutamente. Scopre così l’esistenza di un test clinico in un ospedale che cura i casi come il suo. Il tempo è limitato, convince il suo medico e riuscirà a cavarsela. «Oggi le informazioni si trovano fuori dai canali tradizionali e non è umanamente possibile sapere tutto» osserva. Prima che i risultati scientifici siano pubblicati e le relative informazioni siano messe in circolazione occorre del tempo. «Io lo chiamo ritardo mortale». Ma i pazienti che hanno beneficiato di un trattamento innovativo ed efficace possono immediatamente farlo sapere in rete. E farne approfittare anche gli altri. «Conosco qualcuno su Twitter che…, frasi come questa vi possono salvare la vita», osserva l’epatient Dave che è stato curato con dosi elevate di interleukina-2 (HDIL-2), un trattamento pesante, ma che ha dato i suoi frutti. Da allora, Dave deBronkart è diventato il leader del movimento degli e-patient negli Stati Uniti e figura tra le prime venti persone che migliorano le cure sanitarie. Abbandona la sua carriera di avvocato, si dedica completamente alla trasformazione del sistema sanitario, si batte a favore «Internet non fa di me un oncologo ma mi permette di imparare cose che prima non conoscevo». L’ambasciatore degli e-patient lo sa bene: l’informazione è potere. Per questo motivo si impegna anima e corpo affinché tutti ne possano approfittare. Come è solito dire: «Domani potrebbe toccare a voi!» Dave deBronkart si considera un fattore di cambiamento. Si batte affinché i pazienti possano accedere alle informazioni che li riguardano e per la loro emancipazione. Molti non sanno che possono esercitare questo potere sul loro trattamento e a volte sulla loro vita. Il suo motto: il diritto del paziente di accedere alla sua cartella clinica. A tale proposito, sa che in Svizzera la nuova legge federale sulla cartella del paziente informatizzata e le sue ordinanze entrerà in vigore all’inizio del 2017. Sostenere i pazienti nelle loro ricerche «Lasciate che i pazienti vi aiutino», questo è il messaggio che l’e-patient Dave rivolge ai curanti. Alle infermiere, «punto di incontro tra la scienza e il paziente», consiglia di non esitare e guidare i loro pazienti verso le fonti di informazione di qualità e sostenerli nelle loro ricerche su internet. Lui stesso ne è la prova. Sopravvissuto grazie al web, afferma, con la voce rotta dall’emozione: «Ho avuto la fortuna di danzare con mia figlia il giorno del suo matrimonio e di tenere in braccio il mio nipotino perché sono un e-patient». Da consultare: www.epatientdave.com Da leggere: e-patient Dave deBronkart, Danny Z. Sand, «Impliquons les patients: Manuel du patient engagé dans sa santé. Soignants, patients et aidants: ensemble pour de meilleurs soins», 2014, editore CreateSpace, 105 pagine. www.sbk-asi.ch >Advocacy >Diritti del paziente >Empowerment K r a n k e n p f l e g e I S o i n s i n f i r m i e r s I C u r e i n f e r m i e r i s t i c h e 10/2016 Nuove tecnologie Oggetti connessi A margine del 13.Congresso internazionale Nursing Informatics 2016 di Ginevra, si è svolta una sfilata di oggetti connessi e al- «No, non è il medicamento giusto» risponde Nao al suo inventore. tre invenzioni che ha permesso di farsi un’idea concreta del ruolo dell’e-health e del mondo virtuale nelle cure infermieristiche di domani. Testo e foto: Françoise Taillens Telecamera numerica da polso Charlene Ronquillo, studente PHD in cure infermieristiche dell’Università di British Columbia, a Vancouver, Canada, porta al polso una telecamera numerica per documentare le piaghe, dalle dimensioni di un orologio. Come spiega la sua compagna di ricerca Lori Block, il suo scopo è facilitare la raccolta dei dati, ad esempio quando l’infermiera ha le mani occupate mentre cura una piaga a domicilio. Connessa con un’applicazione mobile e basata sulla tecnologia del riconoscimento vocale, questo strumento documenta i dati che appaiono poi direttamente su uno smartphone. Un robot per l’assistenza personalizzata Una telecamera per documentare le piaghe. Nao è un piccolo robot umanoide programmato per aiutare il paziente a prendere i medicamenti. La sua applicazione software prototipica è stata ideata da Marco Schweitzer nell’ambito della sua tesi di master in informatica biomedica all’Università UMIT, in Austria. Nao è in grado di camminare, di adattarsi al mondo che lo circonda e di stare in equilibrio, prende vita quando interagisce con il suo programmatore. Il robot ascolta il suo «creatore» e gli parla grazie a microfoni direzionali e alto-parlanti. Risponde precisamente alle sue domande legate all’assunzione dei medicamenti di un paziente fittizio a domicilio. Gli ricorda che è ora di prendere le sue pastiglie e documenta la compliance. Dotato di due telecamere che filmano l’ambiente in cui si trova ad alta definizione, sa distinguere l’imballaggio del medicamento giusto da quello sbagliato. Inoltre ricorda alla persona che ha già preso le sue medicine e che una seconda assunzione sarebbe pericolosa. La suola connessa La suola «intelligente» è presentata da Christopher Moufawad El Achkar. Questo ricercatore si occupa della misurazione e dell’analisi dei movimenti presso il Politecnico federale di Losanna (EPFL) ed è stato premiato nell’ambito del concorso per gli studenti organizzato in occasione del congresso Nursing Informatics 2016. Collegato a sensori, questa suola è munita di un modulo di connessione senza filo (bluetooth) che trasmette i dati a uno smartphone e traccia un profilo dettagliato delle attività della persona che la porta. Ciò permette di sapere se quest’ultima è seduta o in piedi, se sale o scende le scale, grazie ad algoritmi e segnali dei sensori che si basano sull’orientamento del piede nello spazio. Come spiega il suo ideatore, le potenziali applicazioni di questa suola per il controllo dei rischi di caduta sono innumerevoli. 89