trattamento della prostata

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LA PROSTATITE
La prostatite può essere acuta o cronica (se trascurata nel tempo e quindi ad uno stato più avanzato)
è un'infiammazione i cui sintomi sono minzioni frequenti, fastidiose e/o dolorose, indolenzimento
dell'area perineale ed inguinale, fastidi ai testicoli; nei casi acuti i disturbi possono essere
accompagnati da febbre, indolenzimento nell'area lombare e malessere generale.
La prostatite può dipendere da cause batteriche o infettive: germi o batteri che risalgono dal canale
urinario o scendono dalla vescica possono raggiungere la ghiandola provocando un'infiammazione.
Quando poi la prostata aumenta di volume, essendo sotto la vescica, ne rialza il pavimento e questo,
unito al fatto di restringere il canale uretrale che la attraversa, provoca il mancato svuotamento
completo della vescica, l’urina ristagna e quindi diventa un terreno di coltura di vari batteri che
possono scatenare una infiammazione delle vie uro-seminali e quindi anche una prostatite.
STILE DI VITA ED ALIMENTAZIONE
Altrettanto pericolosi sono gli stili di vita sbagliati, con l'assunzione di un eccesso di alimenti ad alto
potenziale infiammatorio o l'utilizzo di cicli e motocicli che, a causa delle vibrazioni e delle forti
stimolazioni, possono alterare il funzionamento della prostata e portarla ad infiammarsi. Non a caso
spesso la prostatite colpisce persone che, per lavoro o altri motivi, trascorrono gran parte del loro
tempo guidando (es. camionisti, corrieri…).
In verità un recente studio coreano sembra smentire i possibili effetti negativi, sia sugli aspetti
urologici che su quelli andrologi, in uomini che utilizzano la bicicletta in modo amatoriale.
Studi precedenti avevano invece sollevato appunto il dubbio che i possibili microtraumatismi
perineali, dovuti all’uso continuo della bicicletta, potessero indurre disturbi minzionali, ematuria ed
in alcuni casi anche deficit erettivi, priapismo e diminuzione della fertilità.
Dai risultati dalle valutazioni fatte da questi ricercatori non è emersa invece alcuna correlazione
statisticamente significativa tra uso amatoriale della bicicletta ed eventuali problemi andrologici ed
urologici. Altri lavori, con più ampie casistiche, sono attesi per poter trovare conferma di questi dati.
La prostatite si cura con farmaci antibiotici ed antinfiammatori o che rilassano la muscolatura della
vescica e dell'uretra in modo da favorire lo svuotamento delle urine. La diagnosi può in alcuni casi
essere difficile, in quanto la prostatite può provocare una sovrapproduzione di PSA, che è un sintomo
del cancro alla prostata.
Il PSA, bisogna sempre ricordarlo, è però presente anche nel sangue di persone senza un tumore alla
prostata. Il PSA tende ad aumentare nel sangue ad esempio con l'età, per cui è normale che, dopo i
60 anni, il tasso nel sangue di questa sostanza sia più alto rispetto a quello di un giovane.
Questo dipende generalmente dal fatto che la prostata nella terza età ha un volume più importante,
e quindi è più grossa, ed ha un numero maggiore di strutture ghiandolari che producono questa
proteina.
IL PSA : ANTIGENE SPECIFICO DELLA PROSTATA
IL PSA
Il PSA tende ad aumentare nel sangue anche quando le ghiandole prostatiche hanno una “attività”
più importante del solito o ci sono delle condizioni chiaramente patologiche, ad esempio una
infiammazione. Il PSA aumenta, di poco, anche dopo un rapporto sessuale oppure dopo una visita
urologica, seguita da una esplorazione rettale.
Il suo aumento quindi non significa automaticamente che è presente un tumore. Al contrario molti
aumenti del PSA si verificano frequentemente anche in assenza di una malattia tumorale.
L'urologo dovrà approfondire con attenzione la storia e le abitudini del paziente ed eventualmente
aiutarsi con un'ispezione rettale, un'ecografia ed una biopsia.
Come per tutte le malattie, anche la cura della prostatite è più semplice se la malattia viene curata
sin dalla sua insorgenza; per questo è bene rivolgersi al medico non appena si manifestano i primi
sintomi, soprattutto in caso di bruciore durante la minzione e se lo stimolo di urinare diventa più
frequente senza motivo.
La fascia d'età maggiormente colpita da questo tipo di patologia è quella compresa tra i 20 ed i 50
anni, anche se non si può escludere totalmente il rischio di contrarla in altri momenti della vita.
L'IPERTROFIA PROSTATICA BENIGNA
(IPB) consiste in un ingrossamento della prostata. La prostata tende naturalmente ad ingrossarsi con
l'aumentare dell'età ed in alcuni casi può comprimere l'uretra compromettendo le funzioni urinarie. I
sintomi della malattia sono infatti l'aumento delle minzioni che sono però accompagnate da una
sensazione di svuotamento incompleto della vescica o da minzione intermittente. Nei casi più gravi si
può arrivare ad una ritenzione urinaria grave.
Le cause dell'ipertrofia non sono ancora completamente chiare, anche in funzione del fatto che si
sviluppa con tempi e velocità diverse nei pazienti (in alcuni casi l'aumento della ghiandola si verifica
già a partire dai 30 anni). L'unica causa certa sembra essere l'evoluzione degli equilibri ormonali che
si verifica invecchiando (lo squilibro ormonale più significativo che si verifica con l’età sembra essere
quello tra gli androgeni e gli estrogeni).
L'ipertrofia prostatica può essere curata mediante la somministrazione di specifici farmaci: gli alfalitici e gli antiandrogeni periferici (Finasteride e Dutasteride), che ostacolano e limitano la crescita
della ghiandola ed in alcuni casi riescono anche a farne regredire le misure, riducendone il volume.
Questi farmaci possono essere assunti per lunghi periodi di tempo senza interferire con la normale
attività sessuale del paziente, essendo stati studiati e calibrati proprio su terapie a medio e lungo
termine.
Qualora i farmaci risultino inefficaci si può procedere per via chirurgica ed asportare la prostata o
parte di essa. Se le dimensioni della prostata sono medie/piccole è possibile intervenire in modo non
invasivo utilizzando uno specifico strumento che si introduce nel canale urinario attraverso il pene e
si procede con la resezione della ghiandola o di parte di essa. Quando invece le dimensioni della
prostata sono più grandi è necessario procedere con un intervento chirurgico tradizionale attraverso
l'addome poco sopra il pube.
Recentemente si sta affermando anche l'utilizzo del laser per la resezione della prostata. Il laser viene
introdotto attraverso il canale uretrale e consente di agire con modalità meno invasive rispetto alle
tecniche più tradizionali. Il laser offre il vantaggio di consentire degenze post-operatorie più brevi.
INTERVENTI E TERAPIE
UTILIZZO DEL LASER
Oggi si utilizza, quando possibile, una tecnica che prevede l’introduzione di un piccolo cistoscopio
contenente una fibra laser a luce verde che sotto visione endoscopica è in grado di vaporizzare il
tessuto prostatico trasformandolo in tante “bollicine”.
I vantaggi si possono così sinteticamente riassumere: uso di strumenti piccoli, quasi assenza di
sanguinamento durante e dopo la procedura endoscopica, rimozione precoce del catetere vescicale e
quindi ricoveri, convalescenze e recuperi più rapidi.
Terapie alternative ambulatoriali come la termoterapia sono in fase di sperimentazione e si stanno
gradualmente affermando come tecniche assolutamente non invasive e con poche conseguenze
post-operatorie.
La scelta delle terapie e/o dell'intervento da eseguire su una IPB dipende dalle dimensioni
della prostata, dall'età del paziente e dalle specializzazioni del medico curante (non tutti i medici, per
esempio, ritengono utile intervenire con il laser su tutti i tipi di prostata).
Una delle domande più frequenti relative all'IPB è se questa malattia può degenerare in un tumore
maligno o se esistano correlazioni tra le due patologie. Ad oggi, infatti, non è stata individuata
nessuna prova scientifica della correlazione tra le due malattie, né alcuna esperienza di IPB che sia
degenerata in una patologia di tipo neoplastico (cioè in un tumore maligno): le due malattie possono
anzi coesistere ed originarsi in due punti differenti della prostata.
TUMORE DELLA PROSTATA
Il tumore alla prostata è una neoplasia che si sviluppa a partire dalle cellule che si trovano all'interno
della ghiandola, che si sviluppano e crescono in modo incontrollato; per questo è particolarmente
pericoloso, in quanto “nascosto”, difficilmente individuabile nelle sue prime fasi ed inizialmente
asintomatico.
Le cause di questo tipo di tumore sono ancora poco chiare, anche se sicuramente giocano un ruolo
importante lo stile di vita e la predisposizione genetica, così come è influenzata dall'assetto ormonale
della persona colpita l'evoluzione dalla malattia, generalmente molto lenta.
DIAGNOSI DELLA PROSTATA
La diagnosi di questo tipo di tumore può essere effettuata attraverso la realizzazione di alcuni esami
specifici, tra cui l'ecografia, l'agobiopsia e un'esame del sangue o PSA-test.
La prostata colpita da neoplasia produce infatti una quantità di PSA nettamente superiore alla media
(e soprattutto immette nel sangue maggiori quantità di PSA perché la struttura anatomica della
ghiandola è alterata dal tumore): l'esame del sangue può pertanto aiutare nella diagnosi di questa
patologia.
TRATTAMENTO DELLA PROSTATA
Il trattamento della patologia dipende dallo stadio raggiunto dalla malattia. Gli stadi di un tumore
dipendono dalla sua dimensione e dall'estensione che ha raggiunto nell'organismo. Il tumore alla
prostata viene classificato in 5 stadi, da 0 a 4, con un incremento della gravità proporzionale al
numero assegnato (0 è lo stadio iniziale, 4 lo stadio più avanzato e quindi più grave).
Le cure da intraprendere sono strettamente correlate allo stadio del tumore ed alle caratteristiche
del paziente (età, stato di salute complessivo e sua anamnesi) e possono prevedere l'asportazione
chirurgica totale della prostata, che nel 90% dei casi garantisce un tasso medio di sopravvivenza
successivo all'intervento superiore ai 10 anni di vita, ma può provocare successive disfunzioni erettili
ed impotenza (ma soprattutto l’eliminazione dell’evento eiaculatorio).
Qualora non fosse possibile intervenire chirurgicamente, è possibile attaccare il tumore prostatico ai
primi stadi con la radioterapia, che ha però tra gli effetti collaterali deficit dell'erezione nel 25% dei
casi (e sempre alterazioni dell’evento eiaculatorio).Se la malattia si trova in uno stadio avanzato, è
possibile intervenire con una terapia ormonale che rallenta l'avanzamento della neoplasia,
provocando spesso però anche effetti collaterali quali il calo del desiderio, disfunzione erettile,
aumento di peso,osteoporosi, stanchezza generalizzata, perdita di massa muscolare ed aumento
dellaghiandola mammaria (ginecomastia)
Generalmente l'IPB ed il tumore prostatico iniziano a presentarsi dopo i 50 anni di età.
ESAMI PERIODICI E PREVENZIONE
QUALI SONO GLI ESAMI CHE È OPPORTUNO FARE PER TENERE CONTROLLATA LA PROSTATA?
Gli esami che possono essere utili per diagnosticare una malattia alla prostata sono: un semplice
esame del sangue, o PSA-test, che misura la quantità di PSA nel sangue e indica la possibilità o meno
che la prostata sia affetta da tumore; l'esplorazione rettale, attraverso cui l'urologo verifica il volume
e le dimensioni della prostata diagnosticando in questo modo la presenza di patologie quali prostatiti
o ipertrofie. Questo esame, pur essendo semplice e generalmente indolore, viene spesso rimandato
o evitato dai pazienti, per motivi di pudore o culturali.
L'ecografia della prostata trans-rettale: una semplice ecografia che può rivelare la presenza di
neoplasie, ingrossamenti o infiammazioni della ghiandola prostatica.L’importanza di arrivare ad una
diagnosi di tumore prostatico il più precocemente possibile ed in modo più “semplice, sensibile ed
economico” ha portato ultimamente a proporre altri test, oltre al PSA.
Recentemente sulla rivista Nature un gruppo di Ricercatori dell’Università del Michigan ha
presentato un test sulle urine che indica la presenza di un fattore biologico, la Sarcosina, che è
presente nelle urine di uomini con un tumore della prostata e che sembra aumentare la propria
concentrazione se il tumore è più “aggressivo”.
I ricercatori hanno anche osservato che, se la Sarcosina viene “eliminata”, le cellule malate perdono
la propria capacità di invadere i tessuti e quest’ultima osservazione potrebbe essere considerata utile
anche in un futuro ambito terapeutico.
Un altro “nuovo marcatore urinario” è il PCA3 che è un gene specifico per la prostata e che si trova
più rappresentato in presenza di un tumore.
Questo test quantifica e misura il livello di RNA messaggero che corrisponde al gene PCA3 presente in
un campione di urina: maggiore è la quantità di PCA3 presente e più alte sono le probabilità della
presenza di un tumore.
Il test è già in uso in laboratori turchi ed al momento viene indicato soprattutto quando una o più
biopsie della prostata sono risultate negative per un tumore ma il PSA tende comunque a mantenersi
alto o a “lievitare”.
COSA FARE E COME CONVIVERE CON UNA PATOLOGIA PROSTATICA?
La persona affetta da una patologia alla prostata può affrontare serenamente la malattia, che allo
stato attuale della ricerca e della terapia medica viene curata con ampi margini di successo. Le
ripercussioni sulla vita sessuale delle terapie per la prostatite e per l'ipertrofia prostatica benigna
sono quasi nulle e, anzi, il proseguimento di una vita sessuale attiva è consigliato. Solo in pochi casi
gli antiandrogeni periferici (Finasteride e Dutasteride) hanno provocato una riduzione del desiderio
sessuale, mentre gli alfa-litici possono occasionalmente determinare la comparsa di eiaculazione
retrograda, che consiste nella mancata fuoriuscita dello sperma dal pene e del suo reflusso all'interno
della vescica. Entrambi i sintomi scompaiono comunque rapidamente a guarigione avvenuta, con
l'interruzione della terapia.
Tutte le terapie per la cura del tumore alla prostata hanno invece ripercussioni sulla vita sessuale del
paziente, che possono comprendere disfunzioni erettili nel 50% dei casi di asportazione chirurgica
(ed alterazioni dell’eiaculazione sempre), mentre le terapie ormonali e la radioterapia possono
provocare anche un calo della libido e rapporti dolorosi. Solo raramente (7% circa dei casi)
l'asportazione chirurgica della prostata provoca una lieve incontinenza urinaria.
PREVENZIONE DELLE MALATTIE DELLA PROSTATA
Come in parte già anticipato, mentre le cause della prostatite possono essere batteriche e/o legate a
cattive abitudini e stili di vita poco sani, le cause dell'ipertrofia prostatica benigna e del tumore alla
prostata sono in gran parte ancora da scoprire. Tuttavia, le statistiche dimostrano una stretta
correlazione di tali patologia con l'età, con le abitudini alimentari ed in parte con la familiarità alla
malattia.
Condurre una vita sana, alimentarsi correttamente secondo i criteri della dieta mediterranea e
consumando pochi grassi, praticare una regolare attività fisica ed effettuare controlli medici regolari,
soprattutto se in famiglia si sono già verificati casi di malattie prostatiche e comunque sempre dopo i
40-45 anni, sono gli accorgimenti essenziali che possono tutelare la salute della prostata.
Ed ecco, alcune semplici regole e suggerimenti per ridurre la possibilità di contrarre una delle
patologie che colpiscono questo organo.
1. Attenzione ai dolori durante la minzione: effettuare almeno una visita urologia in
ognuna delle tre fasi della vita: pubertà, età adulta e terza età;
2. Come bere: bere abbondante acqua durante il giorno (almeno 1,5 – 2 l. ogni giorno)
per favorire le funzioni renali e limitare il rischio di stagnazione dei liquidi nell'area
prostatica;
3. Come alimentarsi: alimentarsi in modo sano e corretto, prediligendo una dieta di
tipo mediterraneo, ricca di vitamine e povera di grassi, sale e sostanze infiammatorie
(alcoolici e superalcoolici, spezie, peperoncino), che appesantiscono il lavoro dei reni
e favoriscono l'insorgenza di stati infiammatori;
4. Posizione organi genitali: verificare che i bambini piccoli abbiano una corretta
conformazione e posizionamento degli organi genitali (testicoli in sede e glande
scoperto)
5. Quando fare la visita urologica: prestare attenzione alla frequenza con cui si urina e
rivolgersi immediatamente al medico in caso di incremento immotivato di tale
frequenza o di insorgenza di bruciori o dolori durante la minzione;
6. Se si desidera avere un figlio: effettuare un esame del liquido seminale se si desidera
avere un figlio: spesso infatti, se si riscontrano delle alterazioni, si possono prevenire
7.
8.
9.
10.
patologie altrimenti dannose per il nascituro;
Perdita di urina: prestare attenzione ad eventuali involontarie perdite di urina e
consultare un medico qualora accada;
Tracce di sangue nelle urine: consultare immediatamente un urologo se si trovano
tracce di sangue nelle urine;
Quando fare l'esame del sangue: dopo i 45 anni effettuare almeno un esame del
sangue all'anno per verificare i livelli di PSA e di testosterone, le cui concentrazioni
nel sangue possono essere indice di patologie anche gravi;
Attività sessuale: condurre un'attività sessuale sana e regolare.
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