Moto,penne e cioccolato l`Italia chepiace a Doha

28 .Economia
STAMPA
.LA
GIOVEDÌ 25 APRILE 2013
Il maestro
Guido
Gobino,
titolare
dell’omonima
azienda
di cioccolato:
uno degli
otto nomi del
made in Italy
che
partecipano
al Forum
di Doha
in questi
giorni
Reportage
TEODORO CHIARELLI
INVIATO A DOHA
Il piano finanziario
della Banca d’Inghilterra
potrebbe ancora fallire
L
a Banca d’Inghilterra lo ha fatto ancora. Nella sua forma originaria, il piano varato dalla banca, Funding for
Lending, era un modo per incentivare gli istituti di credito britannici a erogare prestiti, ma che gli concedeva anche la possibilità di ridurre la leva finanziaria a un costo minore. Nella sua seconda versione, svelata il 24 aprile, il piano
è diventato ancora più diabolico: offre alle banche un maggiore incentivo a concedere prestiti alle piccole imprese più
bisognose di finanziamento, garantendo però agli istituti di
credito la possibilità di aumentare il capitale. Ma potrebbe
ancora rivoltarsi contro i suoi ideatori. Il vizio fondamentale
della prima versione del Funding for Lending non era nella
tempistica, quanto piuttosto nel fatto che le banche lo utilizzavano per erogare prestiti a clienti meno rischiosi delle piccole imprese. Nel Regno Unito, i costi dei mutui per i proprietari di immobili sono crollati, mentre i prestiti netti erogati alle piccole imprese sono rimasti invariati.
La seconda versione del Funding for Lending ha risolto
questo problema valutando i prestiti erogati alle piccole imprese per il resto del 2013 dieci volte più di quelli concessi ad
altri clienti e conferendogli un valore cinque volte maggiore
rispetto agli altri nel 2014. Le banche, dunque, otterranno
fondi molto più a buon mercato se incrementeranno i prestiti netti complessivi, che per lo più vengono concessi a piccole
imprese. In effetti le modifiche hanno funzionato e sono riuscite a reindirizzare il credito verso i soggetti voluti, allontanandolo dai mutui. L’attenzione degli istituti di credito è concentrata sull’aumento del capitale e del credito erogato alle
piccole imprese. Permangono tuttavia due grossi ostacoli. In
primo luogo, a meno che i supervisori mantengano altissima
la soglia d’attenzione, le banche potrebbero essere tentate di
investire i fondi a buon mercato da loro ottenuti in nuova
spazzatura tossica. Inoltre, ancora più importante, se le piccole aziende non riacquisteranno fiducia nell’economia britannica, non si dimostreranno affatto propense ad indebitarsi – e l’intero piano farà di nuovo cilecca.
[GEORGE HAY]
Tempi duri per i marchi
di auto giapponesi
L
a svalutazione dello yen è una buona notizia per le case
automobilistiche giapponesi. La perdita di più del 20%
del valore rispetto al dollaro subita dalla valuta nipponica dai primi di ottobre aumenterà infatti i profitti derivanti
dalle vendite all’estero – e, probabilmente, amplierà anche il
mercato. Ritormare ai giorni di gloria del 2006 non sarà facile.
A quei tempi, il valore di mercato della Toyota era superiore
alla somma del valore dei propri concorrenti occidentali Ford, General Motors, Fiat, Renault, Peugeot, Bmw, Daimler e
Volkswagen. E sebbene la valuta giapponese si stia riavvicinando a 115 yen al dollaro, proprio come allora, tutto il resto è
irrimediabilmente cambiato. Inoltre, l’alto valore registrato
dallo yen negli ultimi anni ha spinto le tre maggiori case automobilistiche nipponiche a spostare buona parte della produzione all’estero.
Salvo queste considerazioni, tuttavia, l’indebolimento della
valuta garantisce ancora alcuni vantaggi. Secondo Morgan
Stanley, infatti, a 100 yen al dollaro i produttori nipponici otterranno un aumento di fatturato di 2.000 dollari per ogni automobile venduta negli Stati Uniti. Ma a fare davvero la differenza sarà il modo in cui le case automobilistiche decideranno
di utilizzare questi fondi. Offrire sconti agli acquirenti statunitensi potrebbe invece scatenare una guerra dei prezzi che
avrebbe effetti negativi sui bilanci delle case automobilistiche
americane, senza però garantire una nuova fetta di mercato.
Utilizzare questo vantaggio monetario per aggiungere nuovi
optional alle vetture potrebbe essere una strategia più efficace, anche se potrebbero volerci parecchi anni affinché la cosa
si traduca in una sensibile differenza in termini di quote di
mercato e profitti. L’ultima opzione è quella di aumentare i
dividendi o gli investimenti. Da ottobre, le grandi aspettative
degli investitori hanno già spinto al rialzo le quotazioni delle
case automobilistiche nipponiche del 70%. Ma a parte un’altra
importante svalutazione dello yen, non sembra ci siano le condizioni affinché il valore di Toyota aumenti ancora di un terzo,
fino ad eguagliare i livelli del 2006.
[ANTONY CURRIE]
Per approfondimenti: http://www.breakingviews.com/
O
tto piccoli indiani a caccia di business nell’Eldorado del Qatar.
Cioccolatini e
preziose penne stilografiche,
moto su misura ed esclusivi
costumi da bagno, mobili
d’acciaio plasmati da promettenti designer e gioielli
raffinati. E poi il design (che
in Piemonte vuol dire 850 tra
imprese e studi professionali
per un fatturato di quasi 13
miliardi di euro), con due big
come Pininfarina e Italian
Design Torino.
«L’internazionalizzazione
è fondamentale per la ripresa
- spiega Alessandro Barberis,
presidente della Camera di
commercio di Torino, a Doha
per l’Ottavo Congresso mondiale delle camere, e anche
per accompagnare le otto imprese -. Però le piccole aziende, a differenza delle grandi,
GOBINO
Punta a battere
la concorrenza
di danesi e belgi
non riescono ad andare da
sole all’estero e allora interveniamo noi». Che poi è quello che chiedono le imprese:
non sussidi, ma opere di supporto e sostegno per far conoscere i propri prodotti. Soprattutto là, come nei Paesi
Arabi, dove il Made in Italy,
meglio se di alta gamma, è
molto apprezzato. Dal 2008 a
oggi la Camera di Commercio di Torino ha portato in
Qatar, dove ha un proprio desk dedicato, oltre 300 aziende. Per ogni euro investito in
progetti della Camera, è stato calcolato, ne sono tornati
almeno 4 alle imprese piemontesi. In 10 anni l’export
italiano nell’emirato arabo è
cresciuto del 298%, arrivando nel 2012 a oltre un miliardo di euro.
Gianduiotti d'autore
Quando si uniscono lavoro,
professionalità e passione, i risultati arrivano. Guido Gobino
Moto, penne e cioccolato
l’Italia che piace a Doha
ContrattiinvistaalForummondialedelCommercio
ha portato con sè un pacco di biglietti da visita e una valigia dei
suoi straordinari cioccolatini. I
qatarini amano i dolci: il mercato del cioccolato è da anni appannaggio di belgi e danesi. «Mi
è bastato offfrire i miei gianduiotti e i cremini al sale marino
- racconta - per far capire chi siamo e come lavoriamo. A mia volta ho capito che qui sono alla ricerca della qualità. Quando la riscontrano, sono disposti a pagare la differenza». Ecco così le
proposte di esclusiva, le richieste di partnership commerciali.
Per lui si è scomodato anche un
esponente della ricca e potente
famiglia Salam, proprietaria di
sterminati centri commerciali.
Accordi in vista.
Pennini fatti a mano
Aurora è un’altra eccellenza torinese: penne stilografiche dal
1919, griffe prestigiosa e lussuosa, apprezzata in oltre 50 Paesi,
esposta al Moma di New York.
Capace di produrre pezzi preziosi (con oro, platino, diamanti
e rubini) interamente realizzati
in Italia, pennini compresi. «Siamo in grado di fornire il massimo della personalizzazione spiega Linda Di Fonzo, respon-
sabile dello sviluppo dell’export l’I-Pad che funge da cruscotto,
e consorte del titolare Cesare con le app che fanno partire apVerona - Pennini fatti a mano e, plicazioni come il navigatore o la
grazie al computer, penne realiz- radio.
zate assecondando l’inclinazione del braccio e il modo di impu- Mobili in acciaio
gnare. Siamo gli ultimi romanti- Mabele, a sua volta, ha stupito,
ci della penna. Non è un caso che uno dopo l’altro, sette distribunell’era dell’I-Pad noi registria- tori di mobili e accessori con le
mo un incremento del 30% della sue librerie pensili e a totem, i tavenndita di stilografiche». Le voli, le sedute, i porta-tv. Tutti,
potenzialità di sviluppo sono rigorosamente in acciaio modelenormi. «A Doha abbiamo av- lato da giovani designer. Come le
viato progetti importanti - pro- aeree e sinuose scale in grado di
segue Di Fonzo personalizzare
Mi piacerebbe reAURORA appartamenti su
alizzare la penna
piani o con
Tra i progetti più
“di Stato”».
soppalchi. «Ma il
la “penna di Stato” nostro obiettivo
per l’emiro principale - dice il
Moto su
misura
proprietario PaoAndrea Brunazzi, invece, do- lo Bosca - è il ricco mercato del
vrebbe aver trovato il distribu- contracting: l’arredo dei grandi
tore nell’intera penisola araba hotel e grattacieli».
per le moto su misura che realizza insieme ai fratelli Luca e Fa- Costumi d’alta gamma
bio Pozzato con la Gp Design. L’ultima scommessa su Doha
Moto da sogno (da 20 a oltre 60 arriva da Fisico, l’azienda di Crimila euro), con carrozzerie e stina Ferrari e Mario Bergamini
particolari unici, selle raffinatis- leader nel beachwear di alta
sime, serbatoi avveniristici. A gamma: costumi da bagno, abiti
Doha ha incontrato quattro di- mare, parei. Un genere assai
stributori che sono “impazziti” gradito alle ricche donne qatariper l’ìmminente nuova nata del- ne. Naturalmente non in pubblila casa: la moto interfacciata con co e lontano da occhi indiscreti.
DOSSIER SU VODAFONE, TIM E WIND
Spot telefonici, indaga l’Antitrust
L’obiettivo è capire
se le promesse
della pubblicità
sono veritiere
NADIA FERRIGO
TORINO
Sarà davvero “per sempre”?
L’ Agcom, l’Autorità nazionale garante della concorrenza,
ha deciso di avviare tre distinti procedimenti contro
Tim, Vodafone e Wind, per
verificare se le accattivanti
campagne pubblicitarie che
propongono tariffe “illimitate”
e offerte valide “per sempre”
sono conformi o meno al Codice del consumatore. I garanti,
che già nelle scorse settimane
hanno avviato la fase istruttoria dei procedimenti, hanno
comunicato in una nota che il
loro compito sarà indagare su
«l’eventuale scorrettezza dell’uso di pubblicità che presentano ai consumatori la fruizione del servizio internet senza
alcun limite e vincolo di utilizzo». Il punto è verificare se le
modalità con cui le tre compagnie telefoniche pubblicizzano
le offerte sono o meno compatibili con la possibilità «di
eventuali riduzioni alla velocità di navigazione al raggiungimento di una soglia prefissata,
di limiti rispetto ad alcune tipologie di traffico dati, come le
applicazioni Voip ovvero alla
navigazione web mediante altri supporti compresi i pc».
Gli uffici dovranno inoltre
verificare se le campagne pubblicitarie di Tim e Vodafone,
che propongono offerte valide
“per sempre”, escludono real-
mente la facoltà delle società
«di poter modificare, anche
con il dovuto preavviso, le condizioni tariffarie applicate al
consumatore, secondo quanto
previsto dalle condizioni generali di contratto». L’Autorità
garante ha già sanzionato Tim
per la pubblicità in onda la
scorsa estate per promuovere
la Carta Vacanze 2012. I costi
aggiuntivi dell’offerta erano
«nei caratteri inseriti in minuscolo e quindi difficilmente leggibili». L’operatore è stato multato con una sanzione amministrativa di circa 90mila euro.