Il moto browniano
Il moto disordinato di particelle sospese in fluido fu osservato per la
prima volta nel 1650: allora si trattava di granelli di polline e resine
immersi in un liquido. Poiché il materiale era di origine vegetale, fu
naturale credere che il moto fosse prodotto da minuscoli organismi.
La smentita arrivò nel 1827, quando il botanico scozzese Robert
Brown riscontrò lo stesso fenomeno in sostanze inanimate: ne
concluse che la causa doveva essere meccanica, e non biologica. Da
allora il moto - che da lui prese il nome di browniano - è un
importante oggetto di studio della fisica. Col tempo l’attenzione dei
ricercatori si è spostata dai fenomeni macroscopici (come quello
relativo alle particelle di fumo nell’aria) ai fenomeni microscopici,
come il moto di agitazione termica delle molecole di un gas. I risultati
ottenuti in quest’ambito da Einstein nel 1905 forniscono la prima
conferma della struttura atomica della materia. Gli sviluppi più
recenti appartengono alla meccanica statistica e quantistica.