[bottone1.jpg (1973 byte)] ATTENZIONE! FAI CLICK QUI PER PRELEVARE L'INTERO DOCUMENTO IN FORMATO RTF COMPRESSO UTILIZZANDO WINZIP X WINDOWS SOCIETÀ FILOSOFICA ITALIANA - COMMISSIONE DIDATTICA LA FILOSOFIA NEL NUOVO ESAME DI STATO Le Norme relative all’Esame di Stato previste dai D.M. 389, 390,391 del 18 settembre 1998 introducono importanti innovazioni che riguardano anche l’insegnamento della filosofia. La terza prova scritta, in particolare, verte anche sulle discipline sino ad ora oggetto di valutazione esclusivamente orale. Tra queste vi è la filosofia. Di qui la necessità, per gli insegnanti di filosofia, di predisporre strategie opportune perché gli studenti imparino a svolgere prove scritte in cui dimostrino le loro conoscenze, competenze e capacità ; e la necessità di costruire prove di verifica che consentano di valutare l’acquisizione di queste conoscenze, competenze, capacità. Su quest’ultimo aspetto il D.M. 390 fornisce precise delucidazioni: l’articolo 2 infatti elenca le tipologie di prova tra cui la commissione deve scegliere quelle da somministrare agli studenti. Di queste tipologie le prime tre (punti A , B, C) paiono meglio adattarsi alla verifica delle conoscenze, competenze, capacità acquisite nell’ambito dello studio della filosofia. Esse sono: A. Trattazione sintetica di argomenti; B. Quesiti a risposta singola; C. Quesiti a risposta multipla. Rispondendo ai quesiti previsti da queste tre tipologie gli studenti potranno mostrare il livello di conoscenze raggiunto e l’acquisizione di specifiche competenze e capacità, tra le quali: * dare risposte puntuali e pertinenti (A,B,C) , * definire e utilizzare i termini del linguaggio filosofico (A,B,C), * integrare conoscenze filosofiche con quelle di altri campi disciplinari (A,B,C), * trattare gli argomenti in modo sintetico (A,B), * argomentare le proprie tesi in modo coerente e efficace (A,B), * sviscerare l’interesse filosofico di un breve testo (A), * collocare un testo nell’opera e nello svolgimento del pensiero dell’autore (A). Per fornire agli insegnanti di filosofia , impegnati nel far fronte ai compiti loro imposti dalla terza prova dell’Esame di Stato, alcuni materiali per preparare gli studenti a queste prove, la Commissione didattica della Società Filosofica Italiana ha istituito una Commissione incaricata di produrre, dopo un’adeguata riflessione sui caratteri della Terza prova d’esame , esemplificazioni di ciascuna delle tipologie previste dall’articolo 2 D.M. 390 (punti A,B,C,). Questi materiali – che qui forniamo - costituiscono un punto di partenza da cui ciascun insegnante potrà muovere nell’elaborare i quesiti di filosofia da somministrare ai propri studenti per prepararli allo svolgimento della terza prova. I lavori di produzione dei materiali sono stati coordinati da Manzoni Marco del Liceo Sarpi di Bergamo. Le prove sono state prodotte da: Ansani Rosanna del Liceo Ariosto di Ferrara, Bianchi Anna Maria del Liceo Majorana di Rho (Milano), Bolognini Laura del Liceo Ariosto di Ferrara, de Palma Elisabetta dell’Istituto Magistrale Duca degli Abruzzi di Treviso, De Pasquale Mario del Liceo Orazio Flacco di Bari , Girotti Armando del Liceo Cornaro di Padova , Manzoni Marco del Liceo Sarpi di Bergamo , Pinotti Mario del Liceo Copernico di Bologna, Villani Maurizio del Liceo Ariosto di Ferrara. 1) ESAMI DI STATO: TERZA PROVA TIPOLOGIA C: QUESITI A RISPOSTA MULTIPLA DISCIPLINA: FILOSOFIA Argomento: il positivismo PREMESSE La prova presentata è un esempio di verifica di filosofia articolata in quesiti a risposta multipla. Quesiti costruiti sul modello di quelli proposti possono costituire un segmento della terza prova dell’esame di Stato che avrà, però, carattere pluridisciplinare. Non si ritiene di poter indicare l’estensione di tale segmento perché l’elaborazione della terza prova è affidata alla singola commissione d’esame. Considerato il numero massimo di dieci quesiti a risposta multipla, indicato per i primi due anni, si può ipotizzare la presenza nella terza prova di due o tre domande di argomento filosofico, come risulta anche dagli esempi pubblicati nel "sito Internet" del Ministero della Pubblica Istruzione. Si ritiene, comunque, opportuno ricordare che il limite di dieci quesiti ha suscitato qualche perplessità, tanto da far ipotizzare che l’indicazione fosse da intendere come riferita a dieci batterie di esercizi (Cfr. Merio Scattola, Storia, in: "Nuova secondaria", XVI (1998), n. 4, p. 87). Il numero massimo di dieci domande, infatti, sembra prefigurare una prova di livello differente rispetto alle altre tipologie previste nel Decreto, sia per la durata sia per la casualità ineliminabile con un numero esiguo di quesiti a risposta multipla. Per quanto riguarda i tipi di quesiti proposti nell’esempio di prova di seguito presentato, si è deciso di prevedere domande solo con risposte chiuse e, sulla base delle indicazioni del Decreto Ministeriale, con un’unica risposta corretta ("vengono fornite più risposte, tra cui il candidato sceglie quella esatta", D.M. n. 390 del 18.9.1998, art. 2). E’, inoltre, parso opportuno sviluppare la prova su un unico argomento: si pensa, infatti, che la considerazione di un solo argomento consenta di esemplificare più chiaramente il tipo richieste rese possibili dai quesiti a risposta multipla. OBIETTIVI La prova intende accertare il conseguimento dei seguenti obiettivi: 1. conoscenza dei dati relativi all’orientamento filosofico considerato; 2. conoscenza dei concetti; 3. conoscenza dei rapporti tra l’orientamento filosofico considerato e il contesto storico e culturale; 4. confronto tra l’orientamento filosofico considerato e altre correnti filosofiche; 5. comprensione del contenuto di passi tratti da opere filosofiche; 6. analisi di passi tratti da opere filosofiche (al fine di individuare le idee centrali); 7. sintesi del contenuto dei passi analizzati (al fine di operare un confronto con le risposte multiple fornite). TEMPI DI SVOLGIMENTO: 40 minuti CRITERI DI VALUTAZIONE La terza prova "è intesa ad accertare le conoscenze, competenze e capacità acquisite dal candidato" (D.M. n. 390 del 18.9.1998, art. 1): innanzi tutto, quindi, la valutazione deve essere formulata in rapporto al livello dimostrato dall’alunno nel possesso delle "conoscenze, competenze e capacità" espresse negli obiettivi che la prova è in grado di verificare. Occorre, inoltre, definire il peso da attribuire, nella valutazione, ai tre aspetti della preparazione dello studente che vengono verificati. A riguardo si fa notare una difficoltà: in una prova articolata in quesiti a risposta multipla, la presenza dell’elenco di risposte già formulate può rendere più difficile, rispetto ad altri tipi di prova, la distinzione tra il possesso di conoscenze e l’accertamento di competenze e capacità conseguite dallo studente e può portare a privilegiare la verifica della conoscenza dei contenuti. Nel caso della prova di seguito presentata si ritiene proponibile l’attribuzione di un’uguale rilevanza - ai fini della valutazione - a conoscenze, competenze e capacità: si propone, cioè, l’attribuzione di 1 punto ai quesiti riconducibili al livello della "conoscenza" (I, II, V, VII, IX) e 2 punti per ciascuno degli altri quesiti (III, IV, VI, VIII, X) rivolti ad accertare il possesso di competenze e capacità (totale: 15 punti). TESTO DELLA PROVA (vengono evidenziate le risposte corrette) I) Il nome "positivismo" deriva dal termine "positivo". Nel Discorso sullo spirito positivo Auguste Comte definisce il termine "positivo" proponendo diversi significati riconducibili ai caratteri del nuovo spirito filosofico. Indica se, tra le affermazioni 1, 2, 3, 4, una corrisponde a un possibile significato del termine; altrimenti scegli la numero 5. 1. Il termine "positivo" significa reale in opposizione al chimerico e riflette l’interesse del nuovo spirito filosofico per le ricerche sperimentali, accessibili alla nostra intelligenza. 2. Il termine "positivo" significa storico in opposizione a fantastico e riflette l’interesse del positivismo per l’elaborazione di una visione filosofica della storia. 3. Il termine "positivo" significa assoluto in opposizione al relativo e riflette la concezione della scienza come unico sapere valido. 4. Il termine "positivo" significa libero in opposizione a ogni limitazione alla ricerca: indica la liceità per lo scienziato di compiere ogni ricerca al fine di rispondere alle curiosità dello spirito umano. 5. Nessuna delle precedenti affermazioni 1, 2, 3, 4 corrisponde a uno dei possibili significati del termine "positivo". II) Indica se, tra le affermazioni 1, 2, 3, 4, una fornisce informazioni corrette per l’inquadramento del positivismo nel contesto storico e culturale; altrimenti scegli la numero 5. 1. Il quadro di riferimento teorico che fa da sfondo allo sviluppo della scienza ottocentesca si caratterizza per la visione finalistica dei fenomeni naturali. 2. Il positivismo si afferma principalmente negli Stati economicamente arretrati, in rapporto alle forti spinte favorevoli a promuovere l’avvio dell’industrializzazione. 3. Nella prima metà dell’Ottocento il positivismo - attraverso la filosofia di Auguste Comte - rivela l’influenza esercitata sulla cultura dalla teoria dell’evoluzione di Charles Darwin. 4. La ricerca positivistica di strumenti scientifici per la riorganizzazione della vita in società riflette le nuove esigenze nate dalle profonde trasformazioni sociali connesse all’affermazione della rivoluzione industriale. 5. Nessuna delle precedenti affermazioni 1, 2, 3, 4 fornisce informazioni corrette per l’inquadramento del positivismo nel contesto storico e culturale. III) Il positivismo ha le sue radici nell’illuminismo. Indica se una tra le affermazioni 1, 2, 3, 4 propone un elemento di affinità tra i due movimenti filosofici; altrimenti scegli la numero 5. 1. Sia i filosofi illuministi sia i filosofi positivisti tendono ad assolutizzare i risultati del sapere scientifico. 2. Sia i filosofi illuministi sia i filosofi positivisti attribuiscono un’importanza centrale nella loro riflessione all’impegno di fondare attraverso un’indagine gnoseologica e/o critica - la validità del sapere scientifico. 3. Sia i filosofi illuministi sia i filosofi positivisti assegnano alla filosofia la sola funzione di unificare i risultati del sapere scientifico. 4. Sia i filosofi illuministi sia i filosofi positivisti negano il carattere scientifico del sapere metafisico. 5. Nessuna delle precedenti affermazioni 1, 2, 3, 4 corrisponde a uno dei possibili elementi di affinità tra illuminismo e positivismo. IV) Nel quadro delle ricostruzioni storiografiche del positivismo è presente un’interpretazione di questo movimento filosofico come "romanticismo della scienza" (Nicola Abbagnano, Storia della filosofia, Torino, UTET, 1982, vol. III, p. 267). Indica se una tra le affermazioni 1, 2, 3, 4 propone una delle possibili analogie tra positivismo e romanticismo portate a sostegno dell’interpretazione ricordata; altrimenti scegli la numero 5. 1. Sia nell’ambito del positivismo sia nell’ambito del romanticismo emerge una visione ottimistica della moderna società industriale. 2. In entrambi i movimenti filosofici l’identificazione tra finito e infinito porta all’esaltazione - all’"infinitizzazione" - di espressioni dello spirito umano, quali la poesia nel romanticismo e la scienza nel positivismo. 3. Sia nell’ambito del positivismo sia nell’ambito del romanticismo si ritrova una "infinitizzazione" del valore della filosofia come strumento per la conoscenza dell’Assoluto. 4. In entrambi i movimenti filosofici è presente una visione della storia umana come processo di sviluppo necessario guidato da un principio trascendente. 5. Nessuna delle precedenti affermazioni 1, 2, 3, 4 corrisponde a una delle possibili analogie tra positivismo e romanticismo. V) Indica se una tra le affermazioni 1, 2, 3, 4 formula un’asserzione corretta sulla legge dei tre stadi di Auguste Comte; altrimenti scegli la numero 5. 1. Nello stadio teologico lo spirito umano ricerca le cause prime e finali dei fenomeni in entità astratte inerenti ai diversi esseri del mondo. 2. Nello stadio metafisico lo spirito umano ricerca le relazioni invariabili di successione e somiglianza tra i fenomeni. 3. Nello stadio positivo lo spirito umano mira a rappresentare tutti i fenomeni come casi particolari di un solo fatto generale e raggiunge il suo scopo con la gravitazione universale. 4. Secondo la legge dei tre stadi ogni branca delle conoscenze umane passa attraverso tre diversi stadi teorici. 5. Nessuna delle precedenti affermazioni 1, 2, 3, 4 formula un’asserzione corretta sulla legge dei tre stadi. VI) Leggi il seguente passo tratto dal Discorso sullo spirito positivo di Auguste Comte: "La logica speculativa […] riconosce ormai, come regola fondamentale, che ogni proposizione che non è strettamente riconducibile alla semplice enunciazione di un fatto, particolare o generale, non può presentare alcun senso reale e intelligibile. I principi di cui ci si serve sono, essi stessi, soltanto veri fatti, solamente più generali e più astratti di quelli di cui devono formare la connessione. […] La pura immaginazione perde allora irrevocabilmente la sua antica supremazia mentale, e si subordina necessariamente all’osservazione, in modo da costituire uno stato logico pienamente normale, senza cessare tuttavia di esercitare, nelle speculazioni positive, un ruolo capitale e inesauribile per creare o perfezionare i mezzi di connessione, sia definitiva che provvisoria." (Auguste Comte, Discorso sullo spirito positivo, Bari, Laterza, 1985, p.15). Indica se una delle affermazioni 1, 2, 3 ripropone, senza errori, considerazioni espresse dall’autore nel testo; altrimenti scegli la numero 4. 1. La logica dello stadio positivo riconosce come ambito proprio della conoscenza umana l’ambito del linguaggio che enuncia fatti, al quale vanno ricondotti gli stessi principi del sapere scientifico: nella ricerca scientifica, quindi, è essenziale l’osservazione dei fenomeni e inessenziale il ruolo della "pura immaginazione". 2. La logica dello stadio positivo riconosce come dotate di senso le affermazioni concernenti l’ambito dei fatti, al quale vanno ricondotti gli stessi principi del sapere scientifico: nella ricerca scientifica, il ruolo prioritario assegnato all’osservazione dei fenomeni non comporta, però, una negazione della rilevanza della "pura immaginazione". 3. La logica speculativa non può presentare alcun senso reale e intelligibile: poiché i principi sono veri fatti, nello stato logico pienamente normale solo l’osservazione mantiene un ruolo capitale nella ricerca scientifica. 4. Nessuna delle precedenti affermazioni 1, 2, 3 ripropone, senza errori, considerazioni espresse da Auguste Comte nel testo. VII) Indica se una tra le affermazioni 1, 2, 3, 4 formula un’asserzione corretta sulla concezione comtiana della fisica sociale o sociologia; altrimenti scegli la numero 5. 1. La statica sociale studia la società dal punto di vista dell’ordine: ne individua le condizioni di esistenza attraverso la legge dei tre stadi. 2. La dinamica sociale studia la società dal punto di vista del progresso e mostra l’alternarsi di periodi di evoluzione e dissoluzione nella storia umana. 3. La nascita della fisica sociale, con l’estensione del metodo scientifico allo studio dei fatti sociali, garantirà il superamento dell’anarchia intellettuale e, quindi, della situazione di crisi politica che caratterizza la società ottocentesca. 4. La sociologia è l’ultima scienza che giunge allo stadio positivo perché studia i fenomeni più generali. 5. Nessuna delle precedenti affermazioni 1, 2, 3, 4 formula un’asserzione corretta sulla concezione comtiana della fisica sociale o sociologia. VIII) Il testo di seguito riportato, tratto da L’origine della specie di Charles Darwin, contiene dodici spazi vuoti. Gli elenchi di seguito riportati presentano la stessa serie di espressioni utili per ricostruire il contenuto del passo, ma in diversa successione. Completa il testo scegliendo l’elenco che riporta le dodici espressioni in ordine corretto. "[…] voglio mostrare come la (a)........... influisca sulla (b)........... La mera esistenza della (c)..........., sebbene necessaria come base per il lavoro, poco ci aiuta a comprendere come le specie si formino allo stato di natura. Come si sono perfezionati tutti quei meravigliosi adattamenti di una parte dell’organismo ad un’altra, e alle condizioni di vita, e di un essere vivente ad un altro? […] A causa della lotta per la vita, le (d)..........., se sono in qualche misura utili agli individui di una specie, nelle loro (e)........... infinitamente complesse con gli altri esseri viventi e con le (f)..........., tenderanno generalmente a proteggere (g)........... e saranno generalmente ereditate da (h)............ Anche (i)........... avranno così maggiori probabilità di sopravvivere, poiché dei (l)........... che nascono in una specie, solo un piccolo numero può sopravvivere. Ho chiamato questo principio, in base al quale ogni piccola variazione, se utile, è conservata, col termine (m)..........., per sottolineare la sua relazione con il potere di selezione dell’uomo. Ma l’espressione spesso usata da Herbert Spencer, (n)..........., è più esatta e talvolta altrettanto comoda." (Charles Darwin, L’origine della specie, Roma, Editori Riuniti, p. 66) 1. (a) selezione naturale, (b) lotta per l’esistenza, (c) variabilità individuale, (d) condizioni fisiche di vita, (e) relazioni, (f) variazioni, (g) tali individui, (h) molti individui, (i) i discendenti, (l) i discendenti, (m) selezione naturale, (n) sopravvivenza del più adatto. 2. (a) lotta per l’esistenza, (b) variabilità individuale, (c) selezione naturale, (d) relazioni, (e) condizioni fisiche di vita, (f) variazioni, (g) i discendenti, (h) tali individui, (i) i discendenti, (l) molti individui, (m) sopravvivenza del più adatto, (n) selezione naturale. 3. (a) variabilità individuale, (b) selezione naturale, (c) lotta per l’esistenza, (d) relazioni, (e) condizioni fisiche di vita, (f) variazioni, (g) i discendenti, (h) molti individui, (i) i discendenti, (l) tali individui, (m) sopravvivenza del più adatto, (n) selezione naturale. 4. (a) lotta per l’esistenza, (b) selezione naturale, (c) variabilità individuale, (d) variazioni, (e) relazioni, (f) condizioni fisiche di vita, (g) tali individui, (h) i discendenti, (i) i discendenti, (l) molti individui, (m) selezione naturale, (n) sopravvivenza del più adatto. IX) Indica se una tra le affermazioni 1, 2, 3, 4 formula un’asserzione corretta sulla teoria dell’Inconoscibile di Herbert Spencer; altrimenti scegli la numero 5. 1. Poiché il principio metafisico del reale è inconoscibile, l’affermazione del primato del sapere scientifico deve accompagnarsi alla scelta dell’agnosticismo in campo religioso. 2. La teoria dell’Inconoscibile mira a mostrare la possibile conciliazione tra scienza e religione che si incontrano nel riconoscimento del mistero dell’Assoluto. 3. Poiché l’Inconoscibile è concepito come una forza che si manifesta nei fenomeni naturali, lo sviluppo del sapere scientifico apre verso la conoscenza progressiva dell’Assoluto. 4. Per evitare conflitti tra lo sviluppo della scienza e le tradizioni religiose, Spencer distingue il campo della religione, che amplia incessantemente le nostre conoscenze sull’Assoluto, dal campo della scienza, che estende progressivamente le nostre conoscenze sui fenomeni. 5. Nessuna delle precedenti affermazioni 1, 2, 3, 4 formula un’asserzione corretta sulla teoria dell’Inconoscibile. X) Leggi il seguente passo tratto da I primi principi di Herbert Spencer: "[…] abbiamo escluso la Filosofia da una gran parte del dominio che si supponeva appartenerle. Il dominio che rimane è quello occupato dalla scienza. La scienza tratta delle coesistenze e sequenze tra i fenomeni: essa li raggruppa da prima per formare generalizzazioni di un ordine semplice o basso, e si eleva a grado a grado a più alte e più estese generalizzazioni. Ma se è così, dove rimane un campo per la Filosofia? La risposta è questa: Filosofia può essere ancora propriamente il titolo da applicarsi alla conoscenza della più alta generalità. […] Le verità della filosofia hanno dunque con le più alte verità scientifiche la stessa relazione che ciascuna di queste ha con le verità scientifiche inferiori. Come ogni più ampia generalizzazione della Scienza comprende e consolida le più ristrette generalizzazioni del suo dominio; così le generalizzazioni della Filosofia comprendono e consolidano le più ampie generalizzazioni della Scienza. Perciò la conoscenza che costituisce la Filosofia è nel genere l’estremo opposto di quella che l’esperienza da prima accumula." (Herbert Spencer, I primi principi, Torino, Bocca, 1905, pp. 15-16) Indica se una delle affermazioni 1, 2, 3 ripropone, senza errori, considerazioni espresse dall’autore nel testo; altrimenti scegli la numero 4. 1. Lo sviluppo del dominio della Scienza non elimina il campo della conoscenza filosofica: come la Scienza unifica i fenomeni - forniti dall’esperienza - in generalizzazioni sempre più ampie, la filosofia unifica le generalizzazioni della Scienza. 2. Lo sviluppo del dominio della Scienza ha eliminato il campo proprio della conoscenza filosofica: mentre la Scienza produce conoscenze unificando i dati dell’esperienza, compito della Filosofia è la riflessione sulle generalizzazioni prodotte dalla Scienza. 3. Poiché la conoscenza filosofica è l’opposto di quella accumulata dall’esperienza, il suo campo si è ridotto a vantaggio del sapere scientifico: la scienza studia i fenomeni producendo generalizzazioni sempre più ampie che comprendono le generalizzazioni filosofiche una volta considerate verità. 4. Nessuna delle precedenti affermazioni 1, 2, 3 ripropone, senza errori, considerazioni espresse da Herbert Spencer nel testo. 2. ESAMI DI STATO: TERZA PROVA TIPOLOGIA C: QUESTITI A RISPOSTA MULTIPLA DISCIPLINA: FILOSOFIA Argomento: Il neopositivismo PREMESSA Nel proporre un esempio di prova fondata sul test a scelta multipla sono indispensabili alcune precisazioni preliminari. In primo luogo ho cercato di non sacrificare del tutto una modalità di lavoro che con forza si sta diffondendo nella prassi didattica della filosofia, quella basata sull'analisi testuale. Non è stato facile dal momento che la tipologia di prova C), prova a scelta multipla, è molto funzionale ad un'impostazione nozionistica e dogmatica dell'insegnamento della filosofia, in quanto presuppone risposte o certamente esatte o certamente inesatte sacrificando la flessibilità e la finezza del pensiero che indaga. In secondo luogo la redazione della prova risente del poco tempo a disposizione per questo test. Ho supposto una ventina di minuti dal momento che la terza prova non si esaurisce nel test di filosofia, ma prevede anche test di altre materie. Sono stato, pertanto, costretto a scegliere un testo non integro e, quindi, mutilato nella sua compiutezza comunicativa. All'interno di questi gravi condizionamenti va collocata la proposta di seguito illustrata, che cerca di salvare e dare senso alla prassi della lettura dei testi d'autore. GLI OBIETTIVI Attraverso la somministrazione di questa prova si intendono raggiungere i seguenti obiettivi: OB.1) Controllare l'abilità di comprensione del significato esplicito del testo. Le serie che meglio assicurano questo risultato sono la prima e la seconda. L'assegnazione di un titolo ai paragrafi e la scelta della terna di parole-chiave possono essere compiute correttamente presupponendo semplicemente la capacità di comprensione del contenuto semantico esplicito. Non è, tuttavia, un'abilità semplice: essa implica la familiarizzazione dell'alunno con lo specifico linguaggio della filosofia. OB.2) Controllare l'abilità di padroneggiare la specificità del linguaggio filosofico (Cfr. OB.1). OB.3 Controllare l'abilità di padroneggiare il glossario di uno specifico movimento filosofico. Questa abilità presuppone le abilità precedentemente indicate, ma richiede anche abilità inferenziali extratestuali. Il perseguimento di questo obiettivo è affidato alla terza serie. OB.4 Controllare il retroterra delle conoscenze possedute, indispensabile per la comprensione testuale. L'accertamento di questa abilità è affidato alla quarta serie. TEMPO DI REALIZZAZIONE Tenendo conto che questa prova sarà sottoposta ai maturandi accanto ad altre analoghe prove di diverse materie disciplinari, ho previsto che sia affrontabile in circa venti minuti. TESTO SU CUI FAR SVOLGERE LA PROVA Il testo è un passo de "La concezione scientifica del mondo", scritto nel 1928 da H. HaHn-O. Neurath-R. Carnap, pubblicato da Laterza, Bari, 1979, pp. 74-75. . Viene presentato già suddiviso in paragrafi. PARAGRAFO PRIMO La concezione scientifica del mondo è caratterizzata non tanto da tesi peculiari, quanto, piuttosto, dall'orientamento di fondo, dalla prospettiva, dall'indirizzo di ricerca. Essa si prefigge come scopo l'unificazione della scienza. Suo intento è di collegare e coordinare le acquisizioni dei singoli ricercatori nei vari ambiti scientifici. Da questo programma, derivano l'enfasi sul lavoro collettivo, sull'intersoggettività, nonché la ricerca di un sistema di formule neutrali, di un simbolismo libero dalle scorie delle lingue storiche non meno che la ricerca di un sistema globale dei concetti. PARAGRAFO SECONDO Precisione e chiarezza vengono perseguite, le oscure lontananze e le profondità impenetrabili respinte. Nella scienza non si dà Errore. L'origine riferimento non è stata trovata. alcuna; ovunque è superficie: tutta l'esperienza costituisce un'intricata rete, talvolta imperscrutabile e spesso intelligibile solo in parte. Tutto è accessibile all'uomo e l'uomo è la misura di tutte le cose. In ciò si riscontra un'affinità con i sofisti, non con i platonici; con gli epicurei, non con i pitagorici; con tutti i fautori del mondano e del terreno. La concezione scientifica del mondo non conosce enigmi insolubili. Il chiarimento delle questioni filosofiche tradizionali conduce, in parte, a smascherarle quali pseudo-problemi; in parte, a convertirle in questioni empiriche, soggette, quindi, al giudizio della scienza sperimentale. Proprio tale chiarimento di questioni e asserti costituisce il compito dell'attività filosofica, che, comunque, non tende a stabilire specifici asserti Errore. L'origine riferimento non è stata trovata.. PARAGRAFO TERZO Il metodo di questa chiarificazione è quello dell'analisi logica; a dire del Russell esso Errore. L'origine riferimento non è stata trovata. motivate in termini di mera fantasia Siffatto metodo dell'analisi logica è ciò che distingue essenzialmente il nuovo empirismo e positivismo da quello anteriore, che era orientato in senso più biologico-psicologico. Se qualcuno afferma Errore. L'origine riferimento non è stata trovata., Errore. L'origine riferimento non è stata trovata., nell'essere vivente vi è un'entelechia come principio motore" noi non gli rispondiamo Errore. L'origine riferimento non è stata trovata, bensì a nostra volta gli poniamo un quesito: Errore. L'origine riferimento non è stata trovata.. Risulta chiaro, allora, che esiste un confine preciso fra due tipi di asserzioni. All'uno appartengono gli asserti formulati nella scienza empirica: il loro senso si può stabilire mediante l'analisi logica; più esattamente, col ridurli ad asserzioni elementari sui dati sensibili. Gli altri asserti, cui appartengono quelli citati sopra, si rivelano affatto privi di significato, assumendoli come li intende il metafisico. Spesso è possibile reinterpretarli quali asserti empirici; allora, però, essi perdono il proprio contenuto emotivo, che in genere è basilare per lo stesso metafisico. PARAGRAFO QUARTO Il metafisico e il teologo credono, a torto, di asserire qualcosa di rappresentare stati di fatto, mediante le loro proposizioni. Viceversa, l'analisi mostra che simili proposizioni non dicono nulla, esprimendo solo atteggiamenti emotivi. Espressioni del genere possono, certo, avere un ruolo pregnante nella vita; ma, al riguardo, lo strumento espressivo adeguato è l'arte, per esempio la lirica o la musica. Si sceglie, invece, la veste linguistica propria di una teoria ingenerando un pericolo: quello di simulare un contenuto teorico inesistente. Se un metafisico o un teologo vogliono mantenere nel linguaggio la forma usuale, debbono consapevolmente e chiaramente ammettere di non fornire rappresentazioni, bensì espressioni; di non suggerire teorie, informazioni, bensì poesie o miti. Quando un mistico afferma di avere esperienze oltrepassanti tutti i concetti, non è possibile contestare la sua pretesa. Ma egli non è in grado di parlarne, poiché parlare significa ricorrere a concetti, ricondurre a stati di fatto delimitabili scientificamente. TESTO DELLA PROVA 1) PRIMA SERIE Il testo, come vedi, è stato diviso in paragrafi. Attribuisci un titolo a ciascuno di essi scegliendolo tra quelli di seguito indicati: PAR I; A( cercare il sistema globale dei concetti (1); b) Il primato della scienza (0); c) Unificare il sapere scientifico (4); d) Per una nuova prospettiva filosofica (0). PAR II; a) chiarificare ogni tipo di asserto (4); b) contro le lontananze e le profondità (0); c) l'empirismo logico: una filosofia del mondano (0); d) imparare dai Sofisti e dagli Epicurei (0). 4 PAR III; a) incompatibilità degli asserti empirici con il contenuto emotivo degli asserti (1); b) insensatezza degli enunciati metafisici (0); c) inadeguatezza dell'empirismo e del positivismo classici (0); d) l'analisi logica, metodo per la dotazione di senso delle asserzioni (4). PAR IV; a) il mistico, sognatore visionario (1); b) rifiuto della tradizione filosofica (0); c) equivocità delle teorie (0); d) la metafisica, travestimento scientifico dell'arte (4). 2) SECONDA SERIE Indica la terna di parole-chiave che meglio esprime il significato di ciascuno dei quattro paragrafi: PAR i; a) lavoro collettivo-sistema di formule neutrali-sistema globale dei concetti (4); b) orientamento di fondo-prospettiva-indirizzo di ricerca (0); c) concezione scientifica del mondo-unificazione della scienza-coordinamento delle singole acquisizioni scientifiche (1); d) unificazione della scienza-simbolismo-formule neutrali (1). PAR II; a) totale accessibilità -assenza di enigmi insolubili-chiarificabilità di tutte le questioni filosofiche (0); b) analisi delle questioni filosofiche tradizionali-smascheramento delle false questioni-conversione a questioni empiriche (4); c) uomo misura di tutte le cose-Sofisti-Epicurei (1); d) precisione-chiarimento-superficialità (0). PAR III; a) analisi logica-asserti empirici-asserti privi di senso (4); b) analisi logica-indagini critiche dei matematici-fisica galileiana (1); c) tesi generali-fantasia-asserti privi di senso (1); d) Russell-Galilei-empirismo e positivismo classici (0). PAR IV; a) metafisico-mistico-teologo (0); b) ineffabilità dell'espressione artistica-illusorietà della rappresentazione teologica-irrappresentabilità dell'emozione (1); c) illusorietà delle proposizioni metafisico/teologiche-inconciliabilità tra rappresentazioni ed espressioni-ineffabilità delle rappresentazioni mistiche (4); d) asserti scientifici-poesie-miti (0). 3) TERZA SERIE Per ognuno dei seguenti concetti (ESPERIENZA, METAFISICA, SCIENZA, SOFISTI) viene indicata una quaterna di definizioni. Scegli il significato che più ti sembra corrispondente a quello fatto proprio dagli estensori del testo in esame: ESPERIENZA; A) Per gli estensori del testo l'esperienza è una forma di conoscenza superiore alla semplice sensazione ed alla memoria. In questo senso essa comporta una prima aspirazione verso forme conoscitive più universali, ma l'empirico può mettere a frutto il suo sapere solo nei confronti di eventi particolari: egli sa come affrontarli, ma mai come spiegarli (0). B) Per gli estensori del testo l'esperienza è il riferimento indispensabile a cui ridurre le nostre rappresentazioni discorsive per verificarne la sensatezza. Per questa via l'uomo potrà garantirsi dalla produzione di sogni ed illusioni (4). C) Per gli estensori del testo l'esperienza è una forma di conoscenza della realtà che si apprende attraverso l'insegnamento quotidiano della vita. Per questo si ritiene solitamente che siano molto più esperti i vecchi dei giovani in quanto hanno avuto a disposizione più occasioni per imparare a vivere, più tempo per meditare sul significato degli accadimenti, più memoria per imparare a distinguere il bene dal male (0). D) Per gli estensori del testo l'esperienza è un criterio conoscitivo che ci consente di distinguere il vero (ciò che corrisponde alla realtà) dal falso (ciò che corrisponde ai nostri pregiudizi). Solo affidandoci all'esperienza possiamo garantirci dalla produzione di rappresentazioni discorsive immaginifiche a cui attribuiamo valore di verità (1). METAFISICA A) Per gli estensori del testo la metafisica è una presunta conoscenza certa dei presupposti metaempirici della realtà, espressa attraverso un linguaggio apparentemente scientifico (4). B) Per gli estensori del testo la metafisica ha il grande merito di esplorare ambiti conoscitivi non sondabili dalla ricerca scientifica e, quindi, di appagare la radicale esigenza di trascendenza presente nell'uomo (0). C) Per gli estensori del testo la metafisica, nonostante i suoi incerti successi euristici, abbia un senso perché‚ rivela, sotto una forma apparentemente scientifica, l'aspirazione artistica dello spirito umano (0). D) Per gli estensori del testo la metafisica, indipendentemente dalle sue possibilità euristiche, ha il merito di formare nell'uomo un adeguato abito scientifico, capace di garantire alla ricerca significativi successi (1). SCIENZA A) Per gli estensori del testo la scienza è quella forma conoscitiva che ci garantisce dalla creazione di false rappresentazioni della realtà, in quanto essa non può prescindere dall'esperienza organizzata e rappresentata secondo categorie universali apriori (0). B) Per gli estensori del testo la scienza è quella forma conoscitiva che organizza le proprie enunciazioni sulla base di due criteri fondamentali: la rigorosa organizzazione logica del discorso e la verificabilità del contenuto empirico dei suoi enunciati (4). C) Per gli estensori del testo la conoscenza scientifica è la forma conoscitiva superiore a qualsiasi altra poiché‚ della realtà ci assicura la conoscenza delle cause immutabili e generali, conoscenza non soggetta ad equivocità per il rigore logico con cui è espressa (0). D) Per gli estensori del testo la scienza è quella forma di conoscenza che riesce a pensare la realtà nell'insieme delle sue determinazioni sfuggendo all'idea che la realtà sia immobile ed immutabile (0). SOFISTI; A) per gli estensori del testo i Sofisti rappresentano un orientamento filosofico che assolutizza il mondano ed i suoi valori in aperta polemica contro gli apologeti del divino, del sovrannaturale, dell'eterno, dell'immutabile. Ai loro occhi i Sofisti sono da apprezzare e da valorizzare perché sono in qualche modo precursori del loro progetto di ricerca (1). B) Per gli estensori del testo i Sofisti rappresentano un movimento filosofico che pone al centro della propria indagine l'attenzione per la parola, l'enfasi per la capacità persuasiva del discorso, l'entusiasmo per le possibilità speculative assicurate dal linguaggio (0). C) Per gli estensori del testo i Sofisti rappresentano un movimento filosofico che si è distinto per la radicale critica del dogmatismo e delle prime concezioni teologico-metafisiche prive di presupposti empirici (4). D) Per gli estensori del testo i Sofisti rappresentano un movimento filosofico che ha avuto il merito di scegliere lo sperimentalismo come atteggiamento per cercare la verità (1). 4) QUARTA SERIE A) Quale, tra i seguenti filosofi, gli estensori del testo considerarono come anticipatore di tematiche peculiari del Circolo di Vienna e riferimento culturale costante? Heidegger (0), Popper (0), Weber (0), Wittgenstein (4). B) Quale, tra i seguenti filosofi della tradizione classica, gli estensori del testo indicarono come fondatore di una corrente di pensiero di cui si sentivano parte? Aristotele (0), Locke (4), Kant (0), Protagora (0). C) Quando gli estensori del testo criticano l'impostazione "biologica" e "psicologica" del vecchio empirismo e del vecchio positivismo, quale tra i seguenti filosofi sceglierebbero come bersaglio polemico? Comte (4), Mach (0), Nietzsche (0), Poincaré(0). D) Di quale, tra i seguenti filosofi e scienziati, gli estensori del testo giudicherebbero estranee le matrici culturali al loro movimento filosofico? Einstein (0), Hegel (4), J. S. Mill (0), Newton (0). CRITERI DI MISURAZIONE E DI VALUTAZIONE Questa prova è stata ideata pensandone la misura da 0 a 15 punti. Le serie 1, 3, 4 pagano, ognuna, fino ad un massimo di 4 punti, 1 per risposta esatta. La serie 2 paga fino ad un massimo di 3 punti, 0,75 per risposta esatta ad ogni domanda. Le risposte esatte sono quelle contrassegnate dal numero 4). Se alla fine dell'intera prova l'alunno avrà totalizzato almeno quattro risposte contrassegnate dal numero 1), al suo punteggio finale dovrà essere aggiunto un ulteriore punto. 3. ESAMI DI STATO: TERZA PROVA TIPOLOGIA A: TRATTAZIONE SINTETICA DI ARGOMENTI DISCIPLINE: FILOSOFIA, LETTERATURA FRANCESE, STORIA. Argomenti: Il tema della responsabilità nell’opera filosofica e letteraria di Sartre Il tema dell’antisemitismo nella filosofia di Sartre e nella Storia del secolo XX Premesse Questa prova è prevista per una classe di liceo nella quale gli studenti hanno trattato i temi dell'esistenzialismo di Sartre sia con il docente di filosofia che con quello di francese. In particolare essi hanno affrontato un percorso di letture tratte da: L 'esistenzialismo è un umanismo, Le parole, la Presentazione di Temps modernes, i testi teatrali, il saggio L'antisemitismo. La prova, strutturata secondo la tipologia A prevista dall'art. 2 Decreto 390/18 settembre 1998, prevede un breve testo tratto da L'esistenzialismo è un umanismo. Muovendo da questo testo vengono proposte due diverse prove, ciascuna relativa a due discipline: la prima prevede due quesiti rispettivamente di filosofia e le letteratura francese, la seconda di filosofia e di storia. I quesiti sono formulati in modo analitico, articolati per punti. In ciascuna coppia di quesiti lo studente viene alutato in due discipline. Il quesito di francese dovrà essere svolto nella lingua straniera. Tempi di svolgimento Ciascuno dei quesiti sarà trattato in non più di 50 righe, per un tempo complessivo di 45 minuti. Obiettivi La prova mira a verificare e valutare: Capacità di rispondere in modo pertinente e sintetico Capacità di esprimersi - in lingua italiana e in lingua francese - in modo appropriato, utilizzando la terminologia letteraria e filosofica Capacità di analizzare un testo filosofico Capacità di "leggere" un autore sia dal punto di vista letterario che dal punto di vista filosofico, operando collegamenti Conoscenza del pensiero di Sartre, della sua opera filosofica, narrativa e teatrale Capacità di leggere un fenomeno (l'antisemitismo) da un punto di vista filosofico e storico. Criteri di valutazione Poiché la commissione dispone di 15 punti per valutare la prova, è opportuno predeterminare il punteggio da attribuire a ciascun quesito in modo che il punteggio totale corrisponda a 15. Per la prova di filosofia e francese, i punteggi da attribuire ai singoli quesiti potrebbero essere così ripartiti: quesiti di filosofia: 1a: p.ti 1,5 1b: p.ti 1,5 1c: p.ti 1,5 1d: p.ti 1,5 valutazione della forma espositiva: p.ti 1,5 quesiti di letteratura francese: 2a:p.ti 1,5 2b:p.ti 1.5 2c:p.ti 1,5 valutazione della esposizione in lingua francese: p.ti 3 Per la prova di filosofia e storia, i punteggi da attribuire ai singoli quesiti potrebbero essere così ripartiti: quesiti di filosofia: 3a: p.ti 2 3b: p.ti 2 3c: p.ti 2 valutazione della forma espositiva: p.ti 1,5 quesiti di storia: 4a: p.ti 1,5 4b: p.ti 1,5 4c: p.ti 1,5 4d: p.ti 1,5 valutazione della forma espositiva:p.ti 1,5 TESTO Leggi analiticamente il seguente testo di Sartre tratto da L'esistenzialismo è un umanismo: "Se Dio non esiste, afferma <l'esistenzialismo ateo che io rappresento>, c'è almeno un essere in cui l'esistenza preceda l'essenza, un essere che esiste prima di poter essere definito da alcun concetto: quest'essere è l'uomo, o, come dice Heidegger, la realtà. Che significa in questo caso che l'esistenza precede l'essenza? Significa che l'uomo esiste innanzi tutto, si trova, sorge nel mondo, e che si definisce dopo. L'uomo, secondo la concezione esistenzialistica, non è definibile per il fatto che all'inizio non è niente. Sarà solo in seguito, e sarà quale si sarà fatto. (...) Ma, se veramente l'esistenza precede l'essenza, l'uomo è responsabile di quello che è. Così il primo passo dell'esistenzialismo è di mettere ogni uomo in possesso di quello che egli è e di far cadere su di lui la responsabilità totale della sua esistenza. E, quando diciamo che l'uomo è responsabile di se stesso, non intendiamo che l'uomo sia responsabile della sua stretta individualità, ma che egli è responsabile di tutti gli uomini." FILOSOFIA E FRANCESE 1. Illustra l'espressione, centrale nel testo di Sartre, "l'esistenza precede l'essenza", mettendo in evidenza quale concezione dell'uomo da essa derivi. In particolare specifica: * 1a .perché essa, diversamente da quanto si obietta all'esistenzialismo, implichi un rifiuto del fatalismo (che induce Sartre a definire il suo esistenzialismo un "umanismo"). * 1b. perché la responsabilità della nostra scelta ci "impegni" non solo dinanzi a noi stessi, ma di fronte all'umanità, * 1.c perché questa concezione dell'esistenza comporti un carico di angoscia cui l’uomo cerca di sottrarsi rifugiandosi nella "malafede". * 1d. in quale personaggio del teatro o del romanzo sartriano (da te studiato) questa visione dell'esistenza è efficacemente raffigurata. Illustralo. 2. Dalla concezione dell'esistenza espressa in questo testo, Sartre ricava una precisa immagine dell'intellettuale, del suo ruolo nella società. Illustra questa immagine, specificando: * 2.a quale giudizio egli esprima su intellettuali francesi come Flaubert, i fratelli Goncourt, Voltaire, Zola, Gide. * 2.b quale autocritica egli svolga nel romanzo Le parole, quando rievoca la sua presunta vocazione letteraria. * 2.c quale valore egli attribuisca al suo teatro di "situazione". FILOSOFIA E STORIA 3. In uno specifico saggio del 1954, intitolato L’antisemitismo. Riflessioni sulla questione ebraica, Sartre applica il tema della responsabilità, centrale nella sua filosofia e nel testo sopracitato, al tema dell'antisemitismo. Illustra la figura dell'antisemita, delineata da Sartre nel suo scritto, specificando: * 3.a perché l'antisemitismo non sia un'opinione, ma un modo di essere ed in particolare il segno di una condizione esistenziale, quella dell'uomo inautentico. * 3.b perché l'atteggiamento dell'antisemita sia tipico della piccola borghesia. * 3.c perché anche il democratico, presunto nemico dell'antisemitismo, in realtà sia un pericolo per l'ebreo e la sua libertà. 4. Ricostruisci gli aspetti salienti della storia dell'antisemitismo nella prima metà del secolo XX, soffermandoti sui seguenti spunti di riflessione: * 4.a la relazione tra nazionalismo e antisemitismo nella Russia e nella Francia tra i due secoli (ci si riferisca in particolare ai Protocolli dei Savi anziani di Sion e all'affaire Dreyfus). * 4. b l'atteggiamento del fascismo nei confronti delle minoranze ebraiche prima e durante il secondo conflitto mondiale (si citino provvedimenti, giustificazioni, conseguenze). * 4.c l'atteggiamento di Hilter nei confronti del popolo ebreo (con riferimenti al Mein Kampf, alla notte dei cristalli, alle leggi razziali, alla soluzione finale). * 4.d l'atteggiamento della Chiesa (cattolica e protestante) nei confronti delle leggi antisemite degli anni Trenta e della Shoah. 4. ESAMI DI STATO: TERZA PROVA TIPOLOGIA A: TRATTAZIONE SINTETICA DI UN ARGOMENTO DISCIPLINE: FILOSOFIA, ITALIANO, STORIA, FRANCESE Descrizione della prova Questa prova risponde alla tipologia A della normativa vigente. Vuole saggiare il grado di raggiungimento di alcuni obiettivi formativi e di conoscenza in Filosofia, Storia, Italiano e Francese. Oltre al possesso della tecnica della scrittura sintetica, essa richiede: * * * * * il possesso di capacità di analisi di un testo; la conoscenza della struttura di un testo storiografico; capacità di argomentazione e creatività; conoscenze letterarie sia della letteratura italiana che francese; capacità di rielaborazione e di giudizio autonomo. Le domande prendono lo spunto dal testo per allargare l’orizzonte ad altri problemi solo occasionalmente collegati fra loro. Le domande sono precise nella consegna e le risposte devono attenersi strettamente alla domanda fatta. Il tempo massimo assegnato per lo svolgimento della prova è di 2 ore. Indicazioni per la valutazione La valutazione sarà compiuta in relazione agli obiettivi indicati, che mettono in campo competenze e abilità di grado diverso. Il punteggio sarà frazionato su ciascun quesito secondo il prospetto seguente: la prima e la terza domanda presentano obiettivi di conoscenza e richiedono il possesso di competenze di grado superiore; ad ognuna di esse è assegnato un voto massimo di 5 punti su 15; il punteggio sarà suddiviso tenendo conto dell’attinenza delle risposte alla domanda (max. 2 punti); della forza argomentativa delle tesi sostenute (max. 2 punti); della chiarezza espositiva (max. 1 punto); la seconda domanda richiede il conoscenze articolate; il voto punti su 15; il punteggio sarà (max. 2 punti) e la coerenza e punto); possesso di abilità di scrittura e di massimo da assegnare a questa domanda è di 3 suddiviso valutando la chiarezza espositiva la quantità di informazioni possedute (max. 1 la quarta domanda comporta la conoscenza di una breve opera e la ricostruzione della specifica argomentazione che vi viene svolta; il voto massimo da assegnare è di 2 punti su 15 suddivisi su conoscenza dell’opera (max. 1 punto) chiarezza espositiva (max. 1 punto) Obiettivi Materie Analizzare un testo filosofico e argomentare una tesi Filosofia Produrre un breve testo storiografico Storia Discutere l’interpretazione di un testo letterario Italiano Conoscere un’opera letteraria straniera Francese Come può l’esperienza, che è un atto di coscienza, dare un oggetto o trovarlo? Come possono le esperienze giustificarsi scambievolmente mediante esperienze, senza limitarsi a una negazione o conferma solo soggettiva? Come fa un gioco di momenti coscienziali (Erlebnisse) la cui logica è l’esperienza ad asserire qualcosa di oggettivamente valido, che valga cioè per le cose che esistono in sé e per sé? Come va che le regole del gioco della coscienza non risultano irrilevanti per le cose stesse? Com’è che la scienza della natura può diventare in tutto e per tutto intelligibile per tanto che intende in ogni suo atto porre e conoscere una natura, che esiste per sé, che esiste in sé di contro al flusso soggettivo della coscienza? Tosto che noi vi riflettiamo seriamente, tutto ciò diviene un enigma. Come è noto la teoria della conoscenza è quella disciplina filosofica che vuole rispondere a tali questioni […]. (Edmund Husserl, La filosofia come scienza rigorosa, 1911) Rispondete alle seguenti domande rispettando il numero di righe assegnato 1. Filosofia Analizza il testo proposto sulla base delle tre "domande guida" formulate sotto e poi rispondi alla domanda posta successivamente 1.1 Domande-guida per la comprensione del testo: a. Quale funzione hanno le domande che Husserl si pone nel passo presentato? (max. 2 - 3 righe) b. Quali sono le teorie filosofiche che critica? (max. 1 – 2 righe) c. In che cosa consiste l’antinomia posta nell’ultima domanda? (max. 1 – 2 righe) 1.2 La fenomenologia husserliana si pone come rottura con le correnti dominanti dell’epoca (fine ‘800 – inizi ‘900). Husserl rivendica il primato della coscienza e definisce la sua teoria come "il modo di pensare più lontano da quello naturale". Come argomenta la sua convinzione che solo sul primato della coscienza è possibile costruire una filosofia come scienza rigorosa? (max. 20 – 25 righe) 2. Storia Il programma teorico di Husserl si forma in un momento particolarmente turbolento dei rapporti fra gli stati europei. Descrivi le tensioni che attraversano le grandi potenze europee: Germania, Austria, Russia, Inghilterra e Francia agli inizi del Novecento. (max. 30 -35 righe) 3. Italiano La fenomenologia husserliana è alla base di nuove esperienze letterarie. Giacomo Debenedetti scrive: "Intenzionare, fenomenologicamente parlando, è avere coscienza di… Potrei, su questo accostamenti giungere a definire il romanzo di oggi come un’operazione fenomenologica" e vede nell’andamento narrativo de La noia di Alberto Moravia un esempio di descrizione fenomenologica. In che misura La noia può essere considerata espressione letteraria della fenomenologia husserliana? (max. 20 – 25 righe) 4. Francese In Che cos’è la letteratura (1947) Sartre, allievo di Husserl, dice: "[…] non ci sono vie d’uscita da scegliere. La via d’uscita s’inventa. E ciascuno, inventando la propria, inventa se stesso. L’uomo è da inventare giorno per giorno". Perché l’uomo, secondo Sartre, deve inventarsi giorno per giorno? (max. 15 – 20 righe) 5. ESAMI DI STATO: TERZA PROVA TIPOLOGIA B: QUESITI A RISPOSTA SINGOLA DISCIPLINE: FILOSOFIA E PEDAGOGIA Argomenti: La filosofia e la pedagogia dell’800-900 PREMESSA La prova è stata costruita per una IV classe di maturità Magistrale ad indirizzo tradizionale, essa pertanto verte non solo su quesiti singoli di filosofia ma anche di pedagogia, nonché di pedagogia e filosofia unitariamente intese. Naturalmente, a partire dalle indicazioni ricavate dalla relazione del Consiglio di Classe , la Commissione d'esame potrà decidere se porre questi separati o congiunti per le due discipline che, comunque, dovranno essere prese in considerazione entrambe. I quesiti qui formulati sono riferiti ad una classe mediamente sufficiente, in cui siano stati approfonditi, anche in campo pedagogico, alcuni temi del rapporto tra criticismo ed idealismo ed in cui la trattazione del programma per filosofia si estenda fino a Nietzsche e per pedagogia da Rousseau fino all'attivismo americano ed europeo passando per la pedagogia scientifica italiana. Ovviamente i quesiti non coprono tutto il programma svolto, infatti il loro scopo non è, né può essere, questo in quanto essi, nella prova d'esame, dovranno essere integrati con domande collegate ad almeno altre tre discipline. I quesiti, pertanto, assolvono solo allo scopo di fungere da eventuale modello riferito non all'intera prova ma alla tipologia: quesiti a risposta singola. Nell'esempio sotto riportato è stata scelta una modalità di presentazione dei quesiti che pone in modo esplicito: a. l'uso della forma indiretta nella presentazione delle domande, formulate in modo essenziale e il più possibile chiaro, ciò al fine di evitare equivoci e/o interpretazioni errate, es. : nella domanda 6 si specifica di trattare autori studiati durante l'ultimo anno scolastico per prevenire ogni divagazione o estensione all'infinito delle possibili risposte. b. l'operazione di base che lo studente deve compiere per risolvere correttamente il compito, rappresentata dalla prima parola del quesito, es: spiega, enuncia, definisci ecc.; c. l'indicazione del numero delle righe che costituisce l'estensione max. consentita per una corretta soluzione del quesito, es : max 3 righe, max 6 righe ecc.; d. indicazione dell'autore e, ove necessario, dell'opera cui il quesito e la sua relativa soluzione vanno riferiti, es: Kant "Critica della Ragion Pura". OBIETTIVI E CRITERI DI VALUTAZIONE Quesito 1. L'obiettivo, di natura non solo prettamente pedagogica, intende accertare se lo studente ha chiara la fondamentalità che "il mito del buon selvaggio" assume all'interno del pensiero roussoviano; tale mito, infatti, permette di collegare la concezione antropologica espressa nello stato di natura, al progetto educativo emergente dalle pagine dell'Emilio in cui la "natura", in opposizione alla società, diviene luogo privilegiato per la formazione del giovane. Valutazione : 2 punti se nella risposta è colta correttamente sia l'opposizione natura/società, sia la specificità della natura in rapporto all'educazione; 1 punto se nella risposta è colto solo l'aspetto relativo alla natura come luogo di pace e felicità ai fini di una corretta educazione. Quesito 2. L'obiettivo, di natura filosofica, intende accertare se lo studente conosce il punto d'avvio del criticismo relativamente al problema della conoscenza scientifica e alla conseguente differenziazione tra questa e la metafisica. La risposta è molto semplice e non necessita di particolari abilità ma esclusivamente di uno studio responsabile. Valutazione : 1 punto se la risposta è corretta e completa; 1/2 se incompleta ma corretta. Quesito 3. L'obiettivo, di natura filosofico-pedagogica, mira ad accertare il livello di approfondimento raggiunto dall'allievo circa il rapporto "criticismo idealismo" in relazione al concetto di "intuizione". Il quesito non chiede di produrre confronti o relazioni tra più autori ma definizioni, quindi di operare secondo criteri di sintesi e rigore soprattutto in funzione della scelta dei termini utilizzati al fine della trattazione di un concetto tanto fondamentale quanto complesso. Valutazione : 3 punti se la risposta è corretta e completa; 2 punti se la risposta è corretta e completa relativamente a soli due autori; 1 punto se la risposta è corretta e completa relativamente ad un solo autore. Quesito 4. L'obiettivo, di natura filosofica, intende sondare il livello raggiunto dallo studente circa la conoscenza, in termini generali, della concezione hegeliana relativa allo "sviluppo processuale dell'Idea" dialetticamente intesa, nonché la capacità di sintesi che questi riesce a sviluppare rispetto a questioni ampie e articolate. La soluzione del quesito, dunque, richiede studio responsabile e capacità di produrre sintesi efficaci. Valutazione : 2 punti se la risposta è corretta nei contenuti e rispettosa della sintesi, 1 punto se corretta ma eccessivamente estesa. Quesito 5. L'obiettivo, di natura filosofico-pedagogica, intende accertare il livello di conoscenza raggiunto dallo studente in relazione al concetto di "lavoro", elemento base tanto del pensiero hegeliano quanto fröebeliano ma non solo questo. In questo caso, infatti, la conoscenza è solo il presupposto irrinunciabile per fare emergere la capacità di confrontare sinteticamente due ambiti e due posizioni di pensiero che, pur nella loro comune matrice, esprimono profonde diversità. Valutazione : 2 punti se la risposta è corretta nei contenuti, se coglie somiglianze e differenze e se rispetta il numero di righe indicate; 1 punto se è corretta nei contenuti, se coglie somiglianze e differenze ma eccessivamente estesa. Quesito 6. L'obiettivo, di natura filosofico-pedagogica, intende lasciare la scelta dell'autore da trattare allo studente. I vincoli da rispettare sono dati : dall'utilizzo del termine "volontà", che dovrà obbligatoriamente essere presente nella risposta in modo "rilevante"; dalla estensione max. delle righe pari a 6, dalla trattazione di un autore studiato durante l'ultimo anno di corso. Dunque, se il quesito, non vincolando la risposta ad un autore predeterminato, può favorire lo studente, lo obbliga ad un uso non strumentale del termine "volontà" e ad affrontare questioni non marginali o comunque poco rilevanti. E' quindi importante che lo studente rispetti le richieste del quesito con la massima precisione. Valutazione : 2 punti se la risposta è corretta nei contenuti e rispettosa di tutti i vincoli; 1 punto se la risposta è corretta nei contenuti e rispettosa di tutti i vincoli tranne che per l'estensione; 1/2 punto se la risposta, formalmente corretta e rispettosa dei vincoli, presenta l'utilizzo del termine volontà in modo giudicato dalla commissione non significativo. Quesito 7. L'obiettivo, di natura pedagogica, mira a sondare le conoscenze basilari dello studente in merito all'utilizzo della psicologia in campo pedagogico-didattico soprattutto rispetto ad impostazioni metodologiche come quelle riguardanti il "globalismo". La risposta è molto semplice e non richiede particolari abilità ma esclusivamente uno studio responsabile. Valutazione : 1 punto se la risposta è corretta. Quesito 8. L'obiettivo, di natura pedagogica, mira a sondare le conoscenze generali dello studente circa la pedagogia scientifica di stampo montessoriano. La risposta ha una soluzione plurima ma non infinita; sarà quindi fondamentale che lo studente indichi due caratteristiche che effettivamente contraddistinguano i materiali montessoriani. La risposta è molto semplice e non richiede particolari abilità ma esclusivamente uno studio responsabile. Valutazione : 2 punti se la risposta è corretta e completa, 1 punto se la risposta è incompleta ma corretta. TEMPI DI ESECUZIONE DELLA PROVA : 2 ORE TESTO DELLA PROVA 1. Spiega, in max. 4 righe, perché, secondo Rousseau, la condizione che caratterizza l'uomo nello stato di natura è fondamentale ai fini dell'educazione. 2. Enuncia, in max. 2 righe, due domande tra quelle che Kant pone, nella Critica della Ragion Pura, circa il problema della fondazione della "conoscenza scientifica". 3. Definisci, in max. 9 righe, cosa è "intuizione" in Kant, cosa in Fichte, cosa in Pestalozzi. 4. Sintetizza, in max. 3 righe, di cosa è espressione la "storia della Filosofia" in Hegel. 5. Confronta, in max. 6 righe, il punto di vista di Hegel e quello di Fröebel circa il concetto di "lavoro". 6. Produci un testo di max. 6 righe, utilizzando in modo significativo il termine "volontà" per illustrare un aspetto del pensiero di un filosofo o di un pedagogista a tua scelta, tra gli autori studiati quest'anno. 7. Indica, in max. 1 rigo, quale aspetto tipico della percezione infantile è posto al centro dell'azione didattica di Decroly. 8. Elenca, in max. 2 righe, due caratteristiche basilari che contraddistinguono i cosiddetti "materiali di sviluppo" montessoriani. 6. ESAMI DI STATO: TERZA PROVA TIPOLOGIA B: QUESITI A RISPOSTA APERTA DISCIPLINA: FILOSOFIA Argomenti: La filosofia dell’800-900 Considerazioni generali per i docenti Questa prova è di tipo oggettivo, semistrutturata. Intermedia tra quelle tradizionali e quelle oggettive totalmente strutturate. Nelle prove strutturate in modo globale gli stimoli offerti all’allievo, relativi a processi e prodotti dell’apprendimento della filosofia, sono organicamente concepiti e articolati in sistematica connessione tra di loro, in modo "chiuso", cui devono essere date risposte "chiuse". Nelle prove semistrutturate, come quelle in esame, si offrono stimoli "chiusi" ma sono previste risposte "aperte". Risposte "aperte" Nelle prove della tipologia in esame dagli studenti cui si somministrano, l’autore delle prove pone in termini possibile il confronto con i criteri le risposte devono essere elaborate secondo confini, criteri e regole, che "prescrittivi". I vincoli rendono poi di correzione prederminati. I docenti, quindi, nel preparare le prove di questo tipo devono stabilire dei criteri; questi criteri devono diventare vincoli della prova (cioè la lunghezza, il confine della trattazione-elaborazione, cosa porre in risalto, e così via.). Sulla base di questi criteri si deve poi definire la congruità delle risposte degli allievi. La scala di misura si deve riferire all’adeguatezza delle risposte a quella predefinita. In termini semplici, sarebbe opportuno che l’autore delle prove stabilisca anche le possibile risposte alle domande, graduandole, sia pure in termini brevi, secondo una maggiore o minore approssimazione alla risposta esatta. La risposta che esprime il massimo della ricchezza con il massimo della unità sintetica, la maggiore esaustività, completezza, ricchezza di elementi e ridotta quantità di parole entro i confini prestabiiti a priori, costituisce la risposta migliore. Naturalmente tutto deve essere valutato in relazione al grado di complessità con cui una questione su cui articolare le prove è stato trattata durante l’anno. Per consentire agli allievi di mettere a fuoco l’area problematica cui si riferiscono i temi oggetto di verifica sarebbe opportuno far precedere la prova da una breve introduzione, chiara e semplice, che definisca di cosa si tratti e cosa venga richiesto. OBIETTIVI La prova intende accertare il conseguimento dei seguenti obiettivi: 1) la conoscenza di dati, termini e concetti relativi ai filosofi studiati 2) la conoscenza di regole e principi epistemologici delle filosofie in oggetto 3) individuare e sottolineare l’elemento problematico delle teorie filosofiche in oggetto 4)scelta e articolazione di argomenti coerenti relativi alle teorie filosofiche in oggetto 5) sintesi efficace delle idee centrali delle teorie filosofiche in oggetto 6) valutazione pertinente e fondata dei temi filosofici richiesti TEMPI DI SVOLGIMENTO : 50 minuti CRITERI DI VALUTAZIONE La terza prova "è intesa ad accertare le conoscenze, competenze e capacità acquisite dal candidato"(D.M.n.390 del 18/9/1998,art.1).Quindi la valutazione deve essere relativa al livello delle conoscenze, competenze e capacità richieste negli obiettivi e che la prova è in grado di verificare. Difficile distinguere capacità e competenze in questa prova. Più facile individuare il possesso di conoscenze. La commissione d’esame dovrebbe stabilire in sede di elaborazione delle prove anche i criteri di accettabilità delle risposte. Cioè dovrebbe stabilire quando una risposta si può ritenere accettabile e in che misura. Occorre, come sopra accennato, stabilire quando le risposte devono essere ritenute accettabili. Al limite la procedure più semplice e pratica potrebbe essere quella di preparare in commissione un modello di risposte alle singole domande, raggruppando le possibili risposte in un certo ambito di graduale accettabilità: . risposta esatta . risposta accettabile .risposta non accettabile La risposta è da ritenere esatta se evidenzia possesso di conoscenze sicure, capacità e abilità di buon livello, consapevolmente esercitate. La risposta potrebbe essere ritenuta accettabile se evidenzia possesso di conoscenze, anche se capacità e abilità incerte e non adeguatamente sviluppate. La risposta è ritenuta inaccettabile se evidenzia conoscenze non adeguate o parziali, impedisce di valutare capacità e abilità, La correzione Nella correzione si possono usare i modelli preparati come modelli standard cui riferire l’accettabilità delle risposte. Ad ogni risposta esatta o accettabile bisogna attribuire un punteggio. Ad ogni risposta esatta si può attribuire un punteggi di 2 punti, ad ogni risposta ritenuta accettabile si può attribuire un punteggio di 1 punto ( totale 15 punti) TESTO DELLA PROVA Il candidato deve formulare una risposta ai quesiti seguenti nello spazio predisposto. 1) Nella filosofia Hegeliana la logica dialettica si presenta come diversa rispetto alla logica formale tipica della scienza moderna. Spiega in breve in cosa consista la diversità tra le due logiche e i loro principi fondanti. …………………………………………………………………… 2) Il candidato descriva i momenti dello spirito oggettivo in Hegel e definisca le caratteristiche dei primi due. …………………………………………………………………… 3) Marx definisce il sistema capitalistico borghese pingiusto e contraddittorio. Secondo Marx come il problema della giustizia sociale può trovare una soluzione? …………………………………………………………………… 4) Secondo Schopenhauer soltanto attraverso l’esperienza del nostro corpo siamo in grado di uscire dall’orizzonte delle nostre rappresentazioni. Il candidato spieghi brevemente perché …………………………………………………………………… 5) Il candidato definisca i caratteri distintivi del super-uomo di Nietzsche. …………………………………………………………………… 6) Il candidato individui in modo schematico i caratteri generali del positivismo in generale. …………………………………………………………………… 7) Il candidato spieghi brevemente perché per Popper il criterio di falsificabilità costituisce un criterio di demarcazione tra scienza e non scienza ……………………………………………………………………. 8) Heidegger afferma che il nostro tempo è quello della tecnica. In che senso dobbiamo interpretare l’affermazione e quale valore attribuisce Heidegger al fenomeno della tecnica? …………………………………………………………………… 9) Il candidato decriva in cosa consista il "disagio della civiltà" secondo Freud …………………………………………………………………… 10) Il candidato chiarisca il senso che Wittgentstein attribuisce all’attività filosofica ……………………………………………………………………. 1) risposta esatta La logica formale, utilizzata dall’intelletto, implica la realtà dei termini oppositi che si escludono a vicenda, è fondata sul principio dell’identità e di non contraddizione. Nella logica dialettica, prodotta dalla ragione, cui corrisponde la stessa realtà delle cose, la verità è data solo dall’unità degli opposti e il processo logico è governato dalla contraddizione dialettica (tesi-affernazione, antitesi.negazione, superamento-sintesi). Risposta accettabile La logica della scienza si fonda sui dati fenomenici verificabili sperimentalmente e sul principio di non contraddizione. Due fenomeni opposti non possono essere ambedue veri. Nella filosofia hegeliana la verità logica risulta alla fine di un processo in cui i momenti iniziali e intermedi strovano compimento nella sintesi finale, che li comprende e li supera entrambi (tesi.antitesi,sintesi). Risposta non accettabile La logica dialettica di Hegel è composta di tre momenti: tesi, antitesi e sintesi. La logica formale di uno solo: il ragionamento fondato sui fatti sperimentali. 2) risposta esatta Nello spirito oggettivo l’Assoluto raggiunge la consapevolezza di sé come società, come insieme delle istituzioni sociali. I momenti fondamentali sono: Diritto, moralità, eticità. Nel diritto prevale l’esteriorità del vincolo, che costringe al comportamento giusto. Nella moralità l’adesione al bene al giusto è frutto di scelta interiore; Risposta accettabile Hegel afferma che lo spirito oggettivo si realizza nella storia di una comunità nella legge, nella moralità e nell’eticità. La legge non la facciamo noi e ci obbliga ad obbedire, la moralità non ci obbliga Risposta inaccettabile In Hegel lo spirito assoluto si realizza anche nello spirito oggettivo, cioè nella realtà fuori di noi, momento soggettivo. La differenza tra spirito soggettivo ed oggettivo è che in quello oggettivo i soggetti non c’entrano. Lo spirito oggettivo si realizza nel diritto e nell’eticità. 3) risposta esatta Marx pensa che l’ingiustizia nella distribuzione della ricchezza è strutturalmente una caratteristica del sistema capitalistico borghese, perché fondato sullo sfruttamento del lavoro salariato da parte del capitale. La soluzione può essere trovata solo nell’abbattimento del sistema capitalistico e nel suo superamento nel sistema socialista e comunista, fondato sulla proprietà collettiva dei mezzi di produzione. Risposta accettabile Secondo Marx il capitalismo fondato sulla proprietà privata è sempre ingiusto. Soltanto il comunismo può consentire la realizzazione della giustizia sociale perché prevede l’abolizione della proprietà privata e l’uguaglianza sociale nella distribuzione della ricchezza. Risposta non accettabile Nel capitalismo l’ingiustizia sociale è dovuta all’egoismo individualistico e all’immoralità dei comportamenti dei capitalisti. Solo la nuova morale del comunismo potrà consentire di volgere nell’interesse di tutto il popolo il capitalismo industriale. 4) risposta esatta Il corpo può essere oggetto di conoscenza dall’esterno come rappresentazione fenomenica, ma può essere conosciuto dall’interno di noi stessi , attraverso una forma di autocoscienza. Il corpo si rivela come volontà irrazionale di; emerge attraverso il bisogno che richiede soddisfazione e tende alla conservazione e all’espansione di sé. Per analogia si può identificare nella volontà l’essenza di tutte le forze della natura. Risposta accettabile Schopenhauer afferma che attraverso la ragione si riesce a conoscere solo attraverso il velo dei fenomeni e ci si ferma alla superficie della realtà. Ma qualunque conoscenza intellettuale non può che guardare dall’esterno le cose e rappresentarle attraverso costruzioni mentali. Soltanto attraverso l’interno del nostro corpo l’uomo è in grado di mettersi in contatto direttamente con la sorgente vera della nostra vita, che è volontà. Risposta inaccettabile Schopenhauer afferma che la ragione ci inganna nella conoscenza delle cose della vita perché costruisce rappresentazioni senza l’esperienza sensibile. Invece attraverso il corpo l’uomo può percepire i dati attraverso i sensi e quindi su di essi costruire adeguate rappresentazioni della realtà. 5) risposta esatta Nietzsche con il termine super-uomo(che sarebbe meglio definire oltre-uomo in quanto oltrepassa il vecchio modo di essere uomini) intende definire un modo nuovo di essere uomini dopo "la morte di Dio". L’oltre-uomo ha il coraggio di accettare la verità del nichilismo e di superarlo, la forza di superare la vecchia morale, di sopportare la morte di Dio, si pone come volontà di potenza nella prospettiva dell’eterno ritorno. Risposta accettabile Nietzsche dice che gli uomini devono accettare il fatto che le vecchie certezze non hanno fondamento (nichilismo) e che l’unica certezza è costituita dall’uomo che costruisce il senso della sua esistenza. Il superuomo è colui che sa accettare la mancanza di grandi verità su cui poggiare il capo e ha il coraggio di realizzarsi secondo la sua volontà di potenza, al di fuori e al di sopra degli schemi sociali-culturali. Risposta non accettabile Nietzsche afferma che le vecchie certezze metafisiche e morali, vanno bene per gli uomini comuni- il gregge; mentre esse sono ingiustamente vincolanti per l’uomo eccezionale, che sa reggere da solo la vita sua ed è in grado di crearsi da solo una morale, che ha tanta forza da imporsi come dominante sulla masse del gregge dei benpensanti, che sono deboli e senza coraggio, bisognosi di obbedire per vivere. 6) risposta esatta a) la scienza è l’unica forma di conoscenza possibile e il suo metodo l’unico valido; b) la metafisica che non si fonda su dati e su un metodo scientifico non ha valore conoscitivo; c) la filosofia non ha più un suo oggetto specifico ma ricerca i principi comuni alle varie scienze; d)il metodo della scienza, unico valido, va esteso a tutti i campi della conoscenza ; e) il progresso della scienza è la base del progresso umano. Risposta accettabile Per il positivismo la scienza è l’unica forma di conoscenza valida e le altre sono tutte infondate , compresa la metafisica. Il progresso dell’umanità dipende dalla scienza e dalla tecnica. L’umanità deve dare importanza soltanto a ciò che è scientifico e tecnico in tutti i campi e si deve liberare di gradualmente di tutto ciò che non lo è. Risposta non accettabile Il positivismo afferma che la tecnica è l’unico mezzo che l’umanità ha a disposizione per progredire. La conoscenza della verità delle cose, filosofica o scientifica, non ha alcun senso. Solo ciò che consente di dominare la natura e di risolvere i problemi può essere ritenuto di valore positivo. 7) risposta esatta La ricerca scientifica secondo Popper ha come compito la ricerca della verità, ma non ha un sicuro criterio di riconoscimento della verità. Si elaborano ipotesi per risolvere problemi e spiegare fenomeni, che possono essere controllabili empiricamente in modo sperimentale. L’ipotesi elaborata rimane valida finchè non si riesca a falsificarla. Non si può mai avere la certezza che non esista un ipotesi migliore di quella già controllata. Risposta accettabile Il criterio di falsificabilità di Popper implica che una teoria per essere vera deve essere controllata attraverso il metodo sperimentale; gli scienziati però non possono mai essere sicuri di pervenire ad una verità definitiva e non possono escludere che possa esistere una teoria o un’ipotesi migliore per spiegare dei fenomeni. Invece di parlare di "verifica", che implica una definitività, è meglio parlare di tentativi di falsificarla. Risposta non accettabile Secondo Popper le teorie scientifiche non sono mai vere, perché non si può in ogni caso controllarle. Allora è meglio che gli scienziati tentino di falsificare quelle teorie che presumono di essere vere, così almeno si fa chiarezza sulle possibilità umane. Le teorie scientifiche sono costruzioni del tutto umane soltanto plausibili o probabili. 8) risposta esatta Secondo Heidegger la tecnica è un modo di disvelamento dell’essere, la manifestazione compiuta della "volontà di potenza dell’umanità"(nel senso nietzschiano) nella civiltà occidentale, manifestatasi nella metafisica. Nel mondo della universale utilizzabilità che caratterizza la tecnica esiste il rischio di obliare l’essere: per comprenderne il senso autentico Heidegger si rivolge al mondo dell’arte. Risposta accettabile La tecnica secondo Heidegger tende solo a dominare la natura e il mondo degli uomini , senza interessarsi ai fini e agli scopi dell’esistenza umana e così ci rende tutti schiavi di un processo di sviluppo che non si domanda dove va. Questo sarebbe il compimento del percorso della civiltà occidentale iniziata con Platone. La ragione tecnica ci imprigiona e occorre rivolgersi all’arte per capire il senso delle cose. Risposta inaccettabile Heidegger condanna la tecnica e la scienza occidentale, che rappresentano una deformazione della nostra storia vera, perché rovinano la nostra vita: non ci fa fare un vero progresso, ci imbarbarisce. Secondo Heidegger bisogna tornare al mondo preindustriale, riscoprire la terra come unica fonte di ricchezza, abbandonare le città invivibili e avere la religione come unico riferimento della nostra vita. 9) risposta esatta Nel disagio della civiltà Freud teorizza un’insanabile conflitto tra principio del piacere e principio della realtà, tra le pulsioni sessuali e quelle dell’io, tra eros e thanatos, pulsione di vita e pulsione di morte. La riduzione della felicità personale a favore di una maggiore sicurezza viene pagato con un aumento progressivo del senso di colpa, dovuto all’inibizione degli impulsi libidici ed aggressivi. Risposta accettabile Freud afferma che l’umanità non può evitare di inibire in buona parte le sue pulsioni sessuali al fine di garantire la sicurezza della sua vita, anche a costo dell’accettazione della sofferenza che questa limitazione della tensione al piacere può provocare. L’uomo paga la ricerca della sicurezza con la rinuncia ad una quota inevitabile di felicità. Risposta inaccettabile Freud afferma che la civiltà non può che essere fondata sulla infelicità perché gli uomini sono strutturalmente incapaci di perseguire il piacere. Possono soltanto controllare la quota di sofferenza che spetta loro. 10) Risposta esatta Gran parte dei problemi tradizionali si giustificano solo sulla base di un cattivo uso del linguaggio, L’autenticvo compito della filosofia deve essere quello di chiarire l’insensatezza della filosofia come metafisica. La filosofia non è una scienza né ha un dominio specifico: essa consiste in un metodo, in un’attività di chiarificazione logica del pensiero e del linguaggio. Molti problemi filosofici sono "perplessità linguistiche". Risposta accettabile La filosofia per Wittgenstein non ha nessun compito specifico né esistono problemi filosofici peculiari. I problemi filosofici nascono dal fatto che nel linguaggio comune spesso non si chiariscono i problemi e i termini usati. Se si chiariscono le parole e i contesti linguistici i problemi filosofici spariscono e tutto si riduce a chiarificazione logico-linguistica. Risposta inaccettabile Per Wittgenstein la filosofia è fatta solo di chiacchiere perché non si occupa di problemi reali ma di fantasie. La conoscenza non può che che essere scientifica, su tutto il resto bisogna solo stare in silenzio perché non si può dire nulla di sensato e di definitivo. Considerazioni generali per i docenti Questa prova è tradizionali e radicale della si contrappone di tipo oggettivo, semistrutturata. Intermedia tra quelle quelle oggettive totalmente strutturate. Alla accentuazione dimensione soggettiva nelle prove tradizionali di filosofia la dimensione oggettiva delle prove totalmente strutturate. Si presuppone che una prova oggettiva offra, rispetto a quelle tradizionali, una quantità di informazioni sulle conoscenze e sulle competenze con un certo margine di validità nell’offerta e nella rilevazione degli stimoli nonchè nella valutazione vera e propria. Prove tradizionali e prove oggettive Nelle prove strutturate in modo globale gli stimoli offerti all’allievo, relativi a processi e prodotti dell’apprendimento della filosofia, sono organicamente concepiti e articolati in sistematica connessione tra di loro, in modo "chiuso", cui devono essere date risposte "chiuse". Nelle prove semistrutturate, come quelle in esame, si offrono stimoli "chiusi" ma sono previste risposte "aperte". Risposte "aperte" Cioè nelle prove della tipologia in esame le risposte devono essere elaborate dagli studenti cui si somministrano, secondo confini, criteri e regole, che l’autore delle prove pone in termini "prescrittivi". I vincoli rendono poi possibile il confronto con i criteri di correzione predeterminati. I docenti, quindi, nel preparare le prove di questo tipo devono stabilire dei criteri; questi criteri devono diventare vincoli della prova (cioè la lunghezza, il confine della trattazione-elaborazione, cosa porre in risalto, e così via.). Sulla base di questi criteri si deve poi definire la congruità delle risposte degli allievi. La scala di misura si deve riferire all’adeguatezza delle risposte a quella predefinita. In termini semplici, sarebbe opportuno che l’autore delle prove stabilisca anche le possibile risposte alle domande, graduandole, sia pure in termini brevi, secondo una maggiore o minore approssimazione alla risposta esatta. La risposta che esprime il massimo della ricchezza con il massimo della unità sintetica, la maggiore esaustività, completezza, ricchezza di elementi e ridotta quantità di parole entro i confini prestabiiti a priori, costituisce la risposta migliore. Certo tutto è in relazione al grado di complessità con cui una questione su cui articolare le prove è stato trattata dal docente durante l’anno, per cui solo la commissione d’esame è in grado di formulare nel modo adeguato e pertinente le prove finali. Tutto è relativo al modo e alle caratteristiche del processo di insegnamento-apprendimento costruito durante l’anno tra docenti e studenti. Questo tipo di prove richiede l’attivazione di abilità più complesse, processi intellettuali superiori, dal momento che viene richiesto allo studente di costruire relazioni sofisticate tra elementi che non sempre lo sono esplicitamente e di utilizzare , eventualmente, più saperi disciplinari per la soluzione di una questi quesiti ( riassunti e saggi brevi) La semplicità Si suggerisce di elaborare prove semplici e graduate in modo da consentire a tutti gli allievi di esprimere, anche se a livelli diversi, la propria preparazione, valorizzando tutto quello che in ogni singolo allievo è rilevabile come apprendimento acquisito. Le prove devono essere composte in modo che non sia impedito all’allievo di proseguire nell’esecuzione della prova se non fosse in grado di rispondere alla prima domanda. Deve essere impedito l’effetto a cascata della risposta alla prima domanda su quelle successive; la risposta ad una domanda precedente non deve condizionare la risposta a quelle successive. Le prove devono essere formulate con estrema chiarezza e con semplicità e devono richiedere allo studente l’espressione di precise conoscenze e di abilità per utilizzarle in qualche modo. La risposta non può in nessuna caso essere lasciata al caso. Per consentire agli allievi di mettere a fuoco l’area problematica cui si riferiscono i temi oggetto di verifica sarebbe opportuno far precedere la prova da una breve introduzione, chiara e semplice, che definisca di cosa si tratti e cosa venga richiesto. Bisogna stabilire inizialmente gli obiettivi che si vogliono perseguire con le prove: Es. si vuole verificare il possesso delle seguenti conoscenze e abilità. sapere . Termini e concetti filosofici di uno o più autori . Tesi e teorie, procedure argomentative a sostegno . regole e principi epistemologici del filosofo saper fare . individuare e sottolineare problematicità di tesi e teorie . individuare e usare regole e principi del filosofo . fare confronti tra teorie e tra singole tesi, individuando differenze e somiglianze . essere capaci di rispondere personalmente agli stimoli offerti dalla filosofia dell’autore . essere capaci di integrare conoscenze del campo filosofico con quelle di altri campi disciplinari intorno al tema oggetto della domanda. . essere capaci di valutare . a partire dai presupposti dell’autore . a partire dalle proprie posizioni, esplicitandone motivazioni argomentate che possano sostenerle Cosa verificare: . il possesso di specifiche conoscenze . le capacità e abilità di suo delle informazioni offerte nella introduzione e delle conoscenze già possedute dallo studente sulla questione in esame; . la capacità d’uso delle regole, dei concetti e delle teorie filosofiche apprese e di elaborarle autonomamente(operazioni di analisi, di sintesi, di valutazione dei dati e del contesto per risolvere un problema; . la capacità dello studente di formulare ipotesi esplicative e risolutive di una questione utilizzando le conoscenze e abilità apprese ; . la capacità di saper giustificare le scelte compiute e i percorsi seguiti sul piano teorico e metodologico. Stabilire i criteri di accettabilità La commissione d’esame dovrebbe stabilire in sede di elaborazione delle prove anche i criteri di accettabilità delle risposte. Cioè dovrebbe stabilire quando una risposta si può ritenere accettabile e in che misura: Occorre, come sopra accennato, stabilire quando le risposte devono essere ritenute accettabili. Al limite la procedure più semplice e pratica potrebbe essere quella di preparare in commissione un modello di risposte alle singole domande, raggruppando le possibili risposte in un certo ambito di graduale accettabilità: . risposta esatta . risposta accettabile .risposta non accettabile La correzione Nella correzione si possono usare i modelli preparati come modelli standard cui riferire l’accettabilità delle risposte. Ad ogni risposta esatta o accettabile bisogna attribuire un punteggio. Bisogna stabilire quale è il punteggio massimo e quello minimo e a quali condizioni, attribuendo ad ogni domanda un punteggio prestabilito Tempi E’ opportuno stabilire i tempi: in media dai 3 ai 5 minuti per ogni risposta da dare. Se sono 10 le domande il tempo complessivo assegnato potrebbe essere di 30 o 50 minuti. 7. ESAMI DI STATO: TERZA PROVA TIPOLOGIA A, B, C DISCIPLINA: FILOSOFIA Argomenti: Il positivismo Heidegger e l’ermeneutica filosofica PREMESSA Le prove proposte costituiscono un esempio di tipologie differenziate di verifiche di argomento filosofico. Si è ritenuto opportuno progettare intorno allo stesso tema differenti prove, perché ciascuna tipologia consente di perseguire obiettivi specifici e di verificare conoscenze, competenze e capacità diversificate. Tra le proposte di prove abbiamo ritenuto di dare spazio a esercizi che partano dal testo e che richiedano di compiere operazioni di analisi, concettualizzazione e ricomposizione. Ciascun tipo di prova presenta obiettivi didattici diversi, dipendenti dalla particolare tipologia prevista dei decreti ministeriali. Obiettivi e modalità sono precisati separatamente per ciascuna prova. Tipologia A Il Positivismo è stato definito la filosofia della società industriale. Esprimi una tua valutazione su questo giudizio motivandola con riferimenti agli autori studiati. (Risposta in 10 righe. Tempo massimo 20 minuti) Obiettivi: capacità di sintesi, di valutazione; coerenza argomentativa. Tipologia B "E’ nelle leggi dei fenomeni che consiste realmente la scienza, alla quale i fatti propriamente detti, per esatti e numerosi che possano essere, forniscono sempre solo indispensabili materiali. Ora, considerando il fine costante di queste leggi, può dirsi, senza nessuna esagerazione, che la vera scienza, ben lungi dall’essere formata da semplici osservazioni, tende sempre a dispensare, per quanto è possibile, dall’indagine diretta, sostituendovi questa previsione razionale, che costituisce, sotto tutti i punti di vista, il principale carattere dello spirito positivo, come il complesso degli studi astronomici ci farà chiaramente vedere" (A. Comte, Discorso sullo spirito positivo). Dopo aver letto il brano, svolgi i seguenti punti: Definisci il significato di positivo. Delinea le caratteristiche del metodo scientifico. Indica funzioni e scopo della scienza. (Risposta in 3 righe per ciascun punto. Tempo massimo 15 minuti) Obiettivi: capacità di comprensione e di analisi testuale e di concettualizzazione Tipologia C 1. Quale tra questi filosofi non appartiene al Positivismo? Spencer Ardigò Stuart Mill Gioberti 2. La legge dei tre stadi. Formulata da Comte, si può definire una teoria generale dell’evoluzione della psiche umana la periodizzazione del progresso scientifico la legge di sviluppo delle conoscenze dello spirito umano la legge di sviluppo dialettico del divenire storico (Per ciascun test a risposta multipla due minuti) Obiettivi: competenze e conoscenze acquisite. Tipologia A "Il progettarsi- in- avanti nell' "in-vista-di-se-stesso", progettarsi che si fonda nell'avvenire, è un carattere essenziale dell'esistenzialità. Il senso primario dell'esistenzialità è l'avvenire. Allo stesso modo il "già" significa il senso esistenziale temporale dell'essere dell'ente che, in quanto è, è già sempre gettato. Solo perché la Cura si "fonda" nell'esser-stato, l'Esserci può esistere come quell'ente gettato che è" (M. HEIDEGGER, Essere e tempo , par. 65). Sulla base del testo proposto, delinea il rapporto fra essere e temporalità e i caratteri dell'analitica esistenziale heideggeriana. (Risposta in 10 righe. Tempo massimo 20 minuti) Obiettivi: capacità di sintesi, di valutazione; coerenza argomentativa. Tipologia B Definisci il concetto di nichilismo. Quale filosofo del secondo Ottocento ha tematizzato esplicitamente il problema? Quali filosofi del Novecento hanno affrontato la questione del nichilismo? Che cos’è il circolo ermeneutico? (Risposta in 3 righe per ciascun punto. Tempo massimo 15 minuti) Obiettivi: capacità di concettualizzazione e verifica delle conoscenze acquisite. Tipologia C 1. Per ermeneutica si intende: una tecnica di analisi del testo la capacità retorica di persuadere un tipo di logica la prospettiva filosofica dell’interpretazione 2. Quale tra questi pensatori non si è occupato dei problemi dell’interpretazione? Gadamer Schleiermacher Freud Stuart Mill (Per ciascun test a risposta multipla due minuti) Obiettivi: competenze e conoscenze acquisite. 8 .ESAMI DI STATO: TERZA PROVA Tipologia A: Trattazione sintetica di argomenti DISCIPLINA: FILOSOFIA Argomento: la filosofia di Hegel Premessa e obiettivi: Qualora il lavoro in aula sia stato compiuto durante l’anno scolastico sui testi filosofici, con analisi volta a far emergere il modello di razionalità del filosofo, la terza prova potrebbe essere costruita a partire da un documento testuale che contenesse già in sé questo modello; semmai la difficoltà si sposta dallo studente al consiglio di classe al quale spetta la formulazione della prova; esso, infatti, se vuole dare continuità al suo ‘fare filosofià in classe, dovrà ricercare un breve brano adatto allo scopo. Se l’approccio didattico durante l’anno scolastico ha invece privilegiato lo studio dei sistemi esposti nel manuale, la terza prova dovrà essere confezionata in modo diverso, privilegiando domande che mettano in evidenza gli intrecci tra i singoli sistemi o tra le problematiche movimentate in classe. La esemplificazione, che subito sotto viene riportata, parte dall’assunto che siano stati usati i testi, anche se accompagnati dal manuale. Per confezionare la prova occorre aver chiari in mente su quali canoni incentrarla affinché lo studente metta allo scoperto, in poche righe di risposte sintetiche, conoscenze, competenze e capacità (cogliere il modello di razionalità, conoscere il linguaggio particolare del filosofo, utilizzare il suo lessico, individuare la struttura portante del pensiero, definire criticamente e penetrare nei temi e nei problemi nascenti dall'applicazione del modello, rapportare il brano al pensiero globale del filosofo, ricostruire le dinamiche mosse dal brano, passare dalla metafora al sistema, conoscere la forma letteraria del testo e rapportarla all'intenzionalità del filosofo, cogliere la persuasività del modello cercandone i punti deboli o i limiti, cogliere lo spessore semantico e la natura specifica dell'informazione trasmessa dal modello, trasportare tale modello anche in altro contesto, saper uscire dalle ristrettezze di un modello per porre la verità trascendente il modello, dimostrare capacità ricostruttiva del sistema). Innanzitutto nella scelta del brano si dovranno privilegiare quei passi dai quali sia possibile estrapolare la struttura mentale su cui il filosofo regge il suo sistema, tutto il resto potrà anche essere presente, ma potrà avere funzione accessoria anche se non inutile. Siccome si presume che tra i filosofi dell’ultimo anno non possa esser stato tralasciato Hegel, l’esemplificazione che qui compare si soffermerà sul suo pensiero a partire dalle cinque-sei righe che si trovano nelle prime pagine della Fenomenologia dello spirito, a cura di A. Negri, La Nuova Italia, Firenze 1960, p. 2. In sintesi gli obiettivi: La prova intende accertare se lo studente abbia conseguito i seguenti obiettivi (tutti o in parte): * comprensione del testo filosofico, del lessico, della metafora esplicitata; * uso di strumenti di analisi; * comprensione del modello di razionalità hegeliano; * conoscenza dei concetti fondamentali del pensiero hegeliano e loro rapporto con il modello di razionalità che vi sottostà (evidenziazione di reti concettuali); * conoscenza del panorama storico in cui si è maturato il pensiero filosofico; * conoscenza e comprensione di altri modelli di razionalità; * raffronto tra modelli filosofici diversi; * estrapolazione delle chiavi di lettura di un modello di razionalità filosofico e loro applicazione al di fuori del mondo della storia della filosofia (padronanza nell’applicazione di categorie filosofiche); * capacità di ricostruzione problematica del sapere. Criteri di valutazione: Considerato che a disposizione della commissione vi sono 15 punti, tenderei a suddividerli all’interno dei quattro quesiti in modo tale da privilegiare competenze e capacità più che conoscenze e apprendimenti per cui, all’interno di ogni domanda (per le quali prevederei il seguente punteggio: 3 per la prima, 3.5 per la seconda, 4 per la terza e 4.5 per la quarta), graduerei la votazione secondo una scaletta ricavabile dal discorso qui di seguito esposto in cui sono state sottolineate i vari stadi; in effetti non è pensabile, in una risposta aperta, applicare un punteggio che non tenga conto della possibile differenziazione interna di ogni risposta; per cui, per quanto riguarda le competenze acquisite nell’anno (e qui è il consiglio di classe a determinarle con il suo progetto iniziale) la valutazione potrebbe tener conto almeno di due livelli di abilità, quello riguardante il lessico e quello concernente la strutturazione del pensiero, pur logicamente complesso ma esposto in modo chiaro ed inequivocabile. Per quanto riguarda il lessico, il voto minimo potrebbe partire dalla corretta conoscenza dei termini all’interno del pensiero dell’autore per giungere al voto massimo in presenza della comprensione della specificità del linguaggio filosofico rispetto ad altre forme di linguaggio; quindi, volendo graduare la votazione, si potrebbe porre l’attenzione prima alla comprensione dei termini poi alla capacità di rapportarli tra loro evidenziando espressioni chiave e loro valore; la votazione salirebbe se il candidato dimostrasse il possesso della terminologia non solo in rapporto al pensiero dell’autore ma anche in rapporto all’uso che essa ha assunto nel corso della storia del pensiero, a partire dalla corretta etimologia fino a giungere ad un confronto tra autori diversi; l’aver colto i mutamenti di significato dei termini può portare lo studente a dimostrare il possesso anche dei differenti registri linguistici messi in moto dal filosofo attraverso l’uso di metafore, di esemplificazioni a sostegno o dell’argomentazione o dell’esposizione di fatti e dati. Per quanto concerne le competenze raggiunte nella strutturazione di un pensiero logicamente complesso ma esposto in modo chiaro ed inequivocabile, la votazione sufficiente potrebbe iniziare non tanto dalla capacità di riassumere, che si dà già come prerequisito posseduto da tutti gli studenti, quanto dalla capacità di riorganizzare il testo in una sequenza logicamente controllata; occorrerebbe verificare se il candidato ha raggiunto una comprensione forte della specificità del sapere filosofico rispetto ad altre forme di sapere, se sa usare gli strumenti dell’analisi filosofica, se sa evidenziare una rete concettuale di nodi fondamentali, se sa rilevare le tematiche trasversali e le loro ricadute in altri ambiti culturali. Si può pensare di giudicare positivamente lo studente che dimostri di aver individuato le tesi fondamentali del testo, i concetti portanti, le idee centrali; ancor più elevato sarà il giudizio se lo studente dimostrerà di saper ricostruire la problematica mossa dal filosofo inserendola magari in un quadro d’assieme dove siano messe in rilievo analogie e differenze fra diverse posizioni di pensiero, inserite in un contesto storico, meglio se problematico-critico; se poi il candidato dimostrasse anche l’acquisizione di una minima padronanza nell’applicazione delle categorie del pensiero filosofico (ad es. natura, spirito, causa, ragione, principio, fondamento, idea, materia, essere, divenire, esperienza, scienza, diritto, dovere, individuo, persona, società, Stato) ad altri settori della vita, con una riflessione personale che allargasse l’orizzonte del problema dato, allora si potrebbe pensare di arrivare ad una votazione ancor superiore. Per quanto concerne le conoscenze acquisite e da cui partire per allargarle ad altri campi, nel caso specifico (riguardante il passo tratto dalla Fenomenologia dello spirito), si potrebbe graduare la valutazione delle risposte considerando di dare un punteggio sempre crescente ad ogni approfondimento individuale di un problema o ad ogni allargamento del problema stesso e cioè si potrebbe partire da un punteggio minimo in presenza di semplice spiegazione del brano senza che siano state colte le implicazioni che la metafora presuppone; un punteggio leggermente superiore per chi, pur fermandosi all’interno della metafora, sapesse evidenziare l’importanza del tutto come risultato di un processo, come sintesi delle parti dove ognuna è necessaria alla vita del tutto; un punteggio ancor superiore se riuscisse a precisare e a spiegare la dialettica come vita (tesi T), morte del singolo (antitesi A), vita del tutto (sintesi S); un voto quasi massimo se lo studente sapesse rapportare la metafora ad altri passi forti del sistema dell’autore (ad esempio alla vita dello Stato etico dove l’individuo è solo un semplice funzionario dell’intero), massimo se sapesse cogliere le implicazioni del modello di razionalità hegeliano rapportate ad altri modelli filosofici e a problematiche esterne al mondo della storia della filosofia. Tempo di svolgimento: 60 minuti Si sono organizzate delle batterie, alternative fra loro, comprendenti normalmente due domande relative al modello di razionalità hegeliano e due incentrate sul confronto tra questo modello e quello di altri filosofi o movimenti filosofici; per ogni batteria si potrebbero concedere circa 15 minuti a risposta; la prova dunque durerebbe circa un’ora. Normalmente la prima domanda (3 punti) vuole verificare se gli studenti sanno collegare la metafora presente nel testo ad altri settori del pensiero hegeliano, oppure se dal testo sanno trarre quelle caratteristiche proprie del modello di razionalità hegeliano e le sanno collegare ad altri settori, sempre del pensiero del filosofo tedesco. (si potrebbero misurare la capacità di cogliere le tesi fondamentali del testo, i concetti portanti, le idee centrali, le implicazioni che la metafora presuppone, ecc…). La seconda (3.5 punti) intende travalicare il semplice sapere nozionistico chiuso nel mondo di Hegel e verificare se gli studenti sanno applicare anche al di fuori del pensiero del filosofo quel modello (si potrebbero misurare le competenze nell’applicazione delle categorie del pensiero filosofico, le capacità nel saper allargare l’orizzonte del problema dato, nel saper evidenziare una rete concettuale di nodi fondamentali, nel saper rilevare le tematiche trasversali e le loro ricadute in altri ambiti culturali). Nella terza (4 punti) e nella quarta domanda (4.5 punti) l’intenzione è quella di verificare competenze circa la ricostruzione della problematica mossa dal filosofo, inserendola magari in un quadro d’assieme dove siano messe in rilievo analogie e differenze fra diverse posizioni di pensiero. Testo della prova: Il candidato fissi l’attenzione sulle domande situate in calce al breve brano che gli viene esibito, tenendo presente che dovrà soffermarsi a trattare gli argomenti in modo sintetico (in non più di dieci righe) mostrando le sue conoscenze e le sue competenze anche nella illustrazione del modello di razionalità hegeliano. "Il boccio dispare nella fioritura, e si potrebbe confutato da questa; similmente, all'apparire del dichiarato una falsa esistenza della pianta, e il del fiore come sua verità. Tali forme non solo si di esse dilegua anche sotto la spinta dell'altra, reciprocamente incompatibili. Ma in pari tempo la momenti dell'unità organica, nella quale esse non sono anzi necessarie l'una non meno dell'altra; e costituisce ora la vita dell'intiero". dire che quello vien frutto, il fiore vien frutto subentra al posto distinguono, ma ciascuna perché esse sono loro fluida natura ne fa solo non si respingono, ma questa eguale necessità Prima batteria 1. Dal testo sembra emergere una verità: contraddirsi per svilupparsi; ciò significa attuare quel dover essere che ancora non è, ma che è necessario che abbia luogo; applica questo schema al sistema hegeliano 2. L’ego, come il boccio, deve accettare la negazione di sé se vuole superare la staticità e realizzare il suo programma; quali esemplificazioni potresti portare a sostegno di questa tesi? 3. L’illuminismo per Hegel compie un errore in quanto l'intelletto isola le singolarità in tanti nuclei separati; per Hegel invece occorre utilizzare la ragione, sola in grado di farci cogliere i nessi che unificano il tutto; questa differenziazione tra intelletto e ragione pone le basi per capire la razionalità del tutto. Mostralo tenendo sullo sfondo il pensiero illuministico 4. Il punto di vista circa il valore della vita tra Schopenhauer ed Hegel è diverso; nel primo la vita è dichiarata vana "meglio non esser mai nati o, se nati, affrettarsi verso il nulla", nel secondo come viene giustificata la vita? Seconda batteria 5. Ti sembra che nel testo emerga un’individualità tesa a preservare intatta la propria originalità? Quali parole del brano ti indicano questa ipotesi di lavoro? Difendi la posizione da te assunta 6. L’ignoto non nasconde il caos, ma una nuova struttura razionale della realtà che emerge dalla affermazione hegeliana: "tutto ciò che è razionale è reale e tutto ciò che è reale è razionale"; dagli studi fatti o servendoti della tua esperienza in quale maniera potresti affermare che l’ignoto è razionale? 7. Tre riferimenti culturali si possono rapportare al pensiero hegeliano, l’apologo di Menenio Agrippa (ogni classe sociale ha valore nello Stato), il passo di S. Paolo nella Lettera ai Corinti (12, 12-31) (le membra e il corpo) e la parabola del Vangelo dei tralci e della vite (l'unità sta nella Comunione ecclesiale); te ne ricordi una sulla quale fermare l’attenzione per applicarvi il modello di razionalità hegeliano? 8. Kierkegaard si oppone alla dialettica hegeliana per aver questa messo in secondo piano l’esistente; precisa i punti di contrasto tra i due modi di intendere il soggetto Terza batteria 9. Il brano tratta dell’unità nelle differenze; è un modello di razionalità che può ben essere applicato a molti altri punti del sistema hegeliano. Parlane 10. In quale modo la dialettica è una strategia della ragione utile allo sviluppo della individualità; Lo puoi scoprire anche al di fuori del pensiero hegeliano? 11. La logica hegeliana è eraclitea e non aristotelica; in effetti in Eraclito il ‘panta rei’ è la contraddizione nella quale ogni essere è immerso, mentre in Aristotele A è sempre uguale ad A; accettando la posizione di Aristotele la realtà sarebbe, secondo Hegel, statica; la dinamicità allora deriva dalla dialetticità del reale; partendo dalla metafora del boccio, del fiore e del frutto, metti in risalto la logica hegeliana e contrapponila a quella aristotelica 12. Perché si può definire il processo di Hegel circolare e non lineare? Quello di Fichte, invece, si può definire lineare e non circolare; perché? Quarta batteria 13. La dialettica triadica appare anche nel passo che ti è stato assegnato; come può essere applicata all’interno del pensiero hegeliano? 14. Meccanicismo e finalismo; due volti di uno stesso mondo; a tuo giudizio quale dei due è quello prefigurato da Hegel? A quali conseguenze porta il primo; ed il secondo? 15. L’Assoluto di Hegel è ben diverso dalla notte in cui tutte le vacche sono grigie; quali sono le differenze tra il tutto di Hegel e quello di Schelling? 16. Ad ogni ostacolo che viene superato, ad ogni contraddizione che viene confutata, la propria identità paradossalmente si fortifica perché ingloba l’alterità; ma non è forse la stessa posizione di Fichte? Quinta batteria 17. Nel meccanicismo il tutto è una somma di parti, nel finalismo le parti vivono illuminate dal tutto; dal brano ti sembra che Hegel difenda il finalismo o il meccanicismo? da quali parole del brano ricavi questa posizione? rapportala al pensiero globale di Hegel mostrando la funzione di questo finalismo nell’ambito dell’evoluzione della storia 18. Logos e polemos: razionalità e guerra; il soggetto deve accettare la lotta se vuole che emerga la razionalità; Hegel giustifica la guerra come evento razionale; questa affermazione ha dei risvolti inquietanti o è quietiva per la mente umana? 19. Panlogismo da una parte e singolarità dall’altra; quando mai si ritroveranno alla stessa tavola Hegel e Kierkegaard? immaginali in discussione tra loro. 20. In Herbart la realtà sarebbe composta da una molteplicità di reali mentre in Hegel i tre reali boccio-fiore-frutto sono solo l’emergere di un tutto che vi sta sotto; metti in risalto le differenze tra i due modi di pensare. Sesta batteria 21. Morte perpetua uguale a vita rinnovata; da quali parole del brano emerge questa visione? Tutto il sistema hegeliano è impregnato di questa scansione; finirà mai questa dialettica o sarà continua? 22. Immergersi nell’ignoto è un transitare verso, un travalicare; tutto il sistema hegeliano è pervaso da questa visione; che cosa significa per Hegel tale affermazione? e per il giovane odierno? 23. La dialettica hegeliana la si può definire triadica, mentre quella fichtiana no; perché? 24. Paradossalmente l’uomo diventa libero quando non ha paura della morte del proprio presente, quando non teme l’alterità, quando non ha terrore dell’ignoto o della contraddizione; la posizione di Kierkegaard ti sembra simile o diversa? Sostieni la tua tesi. Settima batteria 1. Ogni morte è l’inizio di una nuova vita (fiore che vive sulla morte del boccio) per cui occorre che il boccio muoia se vuole che viva la pianta; nel sistema hegeliano si dovrebbe ammettere la morte dell’idea in sé; che cosa ne dici? 2. La guerra sembra essere la sola igiene del mondo; in effetti la logica hegeliana mette in primo piano la contraddizione, la negazione, la morte del soggetto (A) perché il suo contrapposto (non-A) possa esistere; a quali conclusioni può portare un simile atteggiamento? 3. Il recupero della storia non è solo opera di Hegel, ma anche degli altri idealisti; per quale ragione costoro guardano al passato con occhio benevolo? 4. Oggettivazione della Ragione (Hegel) ed oggettivazione della Volontà irrazionale (Schopenhauer); due modi diversi di rapportarsi alla natura; come fanno a difendere le loro posizioni i due filosofi? Metti in parallelo le due posizioni Ottava batteria 5. Il nuovo non è mai completamente tale perché ritrova sempre le proprie radici nel passato, nella memoria; infatti ciò che trapassa si conserva come tenue ombra; ti sembra che questa affermazione esca dal brano che ti è stato consegnato? Se si applica questa convinzione hegeliana alla storia dell’uomo che cosa ne esce? (analizza sia la storia dei fatti sia quella delle idee). 6. Dice Bodei che la Fenomenologia non è solo una catabasi (uno sprofondare nella notte della autocoscienza); è anche un fare esperienza delle tappe del sapere di sé, è una sequenza di un viaggio di scoperta; prendendo il boccio come punto di riferimento conduci un percorso che porti ad evidenziare (all’interno del sistema hegeliano) questo fare esperienza della coscienza e poi rifletti su come possa questo schema applicarsi anche alla vita quotidiana dei giovani d’oggi. 7. Il principio di identità contrasta con il pensiero hegeliano anche se visto, al di là di Aristotele, in Herbart; con un dialogo metti in evidenza le due posizioni (i soggetti dialoganti sono Herbart e Hegel). 8. Ottimismo rivolto al progresso e pessimismo rivolto alla irrazionalità della esistenza; due modi di intendere la vita del tutto; a quali filosofi ci si riferisce e quali sono le motivazioni con cui essi sostanziano le proprie posizioni i due filosofi? Nona batteria 9. Hegel, superando la parzialità del reale affermata dall'intellettualismo illuministico, concepisce ogni manifestazione come espressione correlata con il tutto, necessaria perché il tutto si realizzi, strumento (stazioni prefissate dirà in altra parte della Fenomenologia) di questa realizzazione è l'intero. Questo intero viene inteso come statica realizzazione finale, come punto di arrivo, o come processo di un continuo divenire? Porta a sostegno della tua tesi delle affermazioni hegeliane. 10. L'intero è un divenire, non una stasi e la sua anima è la contraddizione; convalida questo assunto del pensiero hegeliano con riferimenti alla vita umana nel suo complesso. 11. In Hegel la dialettica è l’anima del divenire; anche in Marx la dialettica è l’anima del divenire; eppure sono su fronti opposti; qual è il punto fondamentale che separa questi due filosofi? 12. Lo schema biologico del sapere, che legge la crescita del sapere come un passaggio da una età (età degli dei, degli eroi, degli uomini di Vico e stadio teologico, metafisico, positivo di Comte) ad un’altra, in quale modo può essere paragonato alla fenomenologia dello spirito di Hegel? Decima batteria 13. Immaginando di dover ricostruire il modello hegeliano con le seguenti affermazioni, da quale partiresti per esporlo? Ricostruisci il modello di razionalità hegeliano * * * * le singole parti esistono solo in funzione del tutto; importante è l'intero dove ogni parte contraddice la precedente; ogni parte prepara la successiva; è un processo dialettico. 1. Ciò che si realizza, in quanto manifestazione di ciò che "doveva" realizzarsi, è più importante delle singole parti che lo hanno preceduto? Spiegane non solo i motivi, a partire dalla metafora che ti è stata data, ma anche i risvolti positivi e/o negativi se questo schema viene ad essere applicato alla vita sociale e politica odierna. 2. Anche il sapere (lo spirito), come la pianta, procedendo in un cammino dove il tutto ha maggiore importanza delle singole parti, finirà per diventare assoluto; come si manifesta questo tutto e quale differenza esiste con il tutto di Schelling? 3. In Hegel ragione e volontà sono in simbiosi, la seconda in funzione della prima; non così, invece in Blondel per il quale volontà e pensiero sono in dissidio costante; sostieni con riferimento a passi letti in classe le due argomentazioni. Undicesima batteria 4. Rapportando i passaggi del boccio-fiore-frutto alla storia si può fare una considerazione: essa sembra essere la manifestazione di un percorso; si può parlare di ‘un avvento’ o di ‘una serie di eventi’? A reggere i fatti che accadono c’è un perché, c’è una struttura sottostante? Il percorso è concatenato, la realtà è mossa da una razionalità che aspetta solo di essere portata alla luce? Parlane con riferimenti testuali. 5. La dialettica che si scopre all’interno del processo boccio-fiore-frutto è uno schema attraverso cui leggere i fatti o risiede nella realtà dei fatti? Se è solo uno schema ha dei risvolti che vanno precisati; se invece risiede nella realtà vanno precisate le conseguenze sul piano della vita umana 6. Partendo dalla metafora del boccio, si può ricavare che, sotto sotto, c’è la cosiddetta ‘astuzia della ragione’ che attua i suoi fini attraverso gli individui; se si porta questa astuzia all’interno dello Stato, quale funzione assume il cittadino? E come si pone Marx al riguardo? Il tutto di Hegel, l’intero di cui parla nel passo che ti è stato assegnato può essere la manifestazione di un modello di razionalità che può essere portato, in più vasta scala, fuori dal mondo hegeliano, nella storia degli uomini politici del secolo presente; sapresti riferirti a qualche fatto in particolare?