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SOCIETÀ FILOSOFICA ITALIANA - COMMISSIONE DIDATTICA
LA FILOSOFIA NEL NUOVO ESAME DI STATO
Le Norme relative all’Esame di Stato previste dai D.M. 389, 390,391 del 18
settembre 1998 introducono importanti innovazioni che riguardano anche
l’insegnamento della filosofia.
La terza prova scritta, in particolare, verte anche sulle discipline sino ad
ora oggetto di valutazione esclusivamente orale. Tra queste vi è la
filosofia.
Di qui la necessità, per gli insegnanti di filosofia, di predisporre
strategie opportune perché gli studenti imparino a svolgere prove scritte in
cui dimostrino le loro conoscenze, competenze e capacità ; e la necessità di
costruire prove di verifica che consentano di valutare l’acquisizione di
queste conoscenze, competenze, capacità.
Su quest’ultimo aspetto il D.M. 390 fornisce precise delucidazioni:
l’articolo 2 infatti elenca le tipologie di prova tra cui la commissione
deve scegliere quelle da somministrare agli studenti. Di queste tipologie le
prime tre (punti A , B, C) paiono meglio adattarsi alla verifica delle
conoscenze, competenze, capacità acquisite nell’ambito dello studio della
filosofia. Esse sono: A. Trattazione sintetica di argomenti; B. Quesiti a
risposta singola; C. Quesiti a risposta multipla.
Rispondendo ai quesiti previsti da queste tre tipologie gli studenti
potranno mostrare il livello di conoscenze raggiunto e l’acquisizione di
specifiche competenze e capacità, tra le quali:
* dare risposte puntuali e pertinenti (A,B,C) ,
* definire e utilizzare i termini del linguaggio filosofico (A,B,C),
* integrare conoscenze filosofiche con quelle di altri campi disciplinari
(A,B,C),
* trattare gli argomenti in modo sintetico (A,B),
* argomentare le proprie tesi in modo coerente e efficace (A,B),
* sviscerare l’interesse filosofico di un breve testo (A),
* collocare un testo nell’opera e nello svolgimento del pensiero
dell’autore (A).
Per fornire agli insegnanti di filosofia , impegnati nel far fronte ai
compiti loro imposti dalla terza prova dell’Esame di Stato, alcuni materiali
per preparare gli studenti a queste prove, la Commissione didattica della
Società Filosofica Italiana ha istituito una Commissione incaricata di
produrre, dopo un’adeguata riflessione sui caratteri della Terza prova
d’esame , esemplificazioni di ciascuna delle tipologie previste
dall’articolo 2 D.M. 390 (punti A,B,C,).
Questi materiali – che qui forniamo - costituiscono un punto di partenza da
cui ciascun insegnante potrà muovere nell’elaborare i quesiti di filosofia
da somministrare ai propri studenti per prepararli allo svolgimento della
terza prova.
I lavori di produzione dei materiali sono stati coordinati da Manzoni Marco
del Liceo Sarpi di Bergamo. Le prove sono state prodotte da: Ansani Rosanna
del Liceo Ariosto di Ferrara, Bianchi Anna Maria del Liceo Majorana di Rho
(Milano), Bolognini Laura del Liceo Ariosto di Ferrara, de Palma Elisabetta
dell’Istituto Magistrale Duca degli Abruzzi di Treviso, De Pasquale Mario
del Liceo Orazio Flacco di Bari , Girotti Armando del Liceo Cornaro di
Padova , Manzoni Marco del Liceo Sarpi di Bergamo , Pinotti Mario del Liceo
Copernico di Bologna, Villani Maurizio del Liceo Ariosto di Ferrara.
1) ESAMI DI STATO: TERZA PROVA
TIPOLOGIA C: QUESITI A RISPOSTA MULTIPLA
DISCIPLINA: FILOSOFIA
Argomento: il positivismo
PREMESSE
La prova presentata è un esempio di verifica di filosofia articolata in
quesiti a risposta multipla. Quesiti costruiti sul modello di quelli
proposti possono costituire un segmento della terza prova dell’esame di
Stato che avrà, però, carattere pluridisciplinare.
Non si ritiene di poter indicare l’estensione di tale segmento perché
l’elaborazione della terza prova è affidata alla singola commissione
d’esame. Considerato il numero massimo di dieci quesiti a risposta multipla,
indicato per i primi due anni, si può ipotizzare la presenza nella terza
prova di due o tre domande di argomento filosofico, come risulta anche dagli
esempi pubblicati nel "sito Internet" del Ministero della Pubblica
Istruzione.
Si ritiene, comunque, opportuno ricordare che il limite di dieci quesiti ha
suscitato qualche perplessità, tanto da far ipotizzare che l’indicazione
fosse da intendere come riferita a dieci batterie di esercizi (Cfr. Merio
Scattola, Storia, in: "Nuova secondaria", XVI (1998), n. 4, p. 87). Il
numero massimo di dieci domande, infatti, sembra prefigurare una prova di
livello differente rispetto alle altre tipologie previste nel Decreto, sia
per la durata sia per la casualità ineliminabile con un numero esiguo di
quesiti a risposta multipla.
Per quanto riguarda i tipi di quesiti proposti nell’esempio di prova di
seguito presentato, si è deciso di prevedere domande solo con risposte
chiuse e, sulla base delle indicazioni del Decreto Ministeriale, con
un’unica risposta corretta ("vengono fornite più risposte, tra cui il
candidato sceglie quella esatta", D.M. n. 390 del 18.9.1998, art. 2).
E’, inoltre, parso opportuno sviluppare la prova su un unico argomento: si
pensa, infatti, che la considerazione di un solo argomento consenta di
esemplificare più chiaramente il tipo richieste rese possibili dai quesiti a
risposta multipla.
OBIETTIVI
La prova intende accertare il conseguimento dei seguenti obiettivi:
1. conoscenza dei dati relativi all’orientamento filosofico considerato;
2. conoscenza dei concetti;
3. conoscenza dei rapporti tra l’orientamento filosofico considerato e il
contesto storico e culturale;
4. confronto tra l’orientamento filosofico considerato e altre correnti
filosofiche;
5. comprensione del contenuto di passi tratti da opere filosofiche;
6. analisi di passi tratti da opere filosofiche (al fine di individuare le
idee centrali);
7. sintesi del contenuto dei passi analizzati (al fine di operare un
confronto con le risposte multiple fornite).
TEMPI DI SVOLGIMENTO: 40 minuti
CRITERI DI VALUTAZIONE
La terza prova "è intesa ad accertare le conoscenze, competenze e capacità
acquisite dal candidato" (D.M. n. 390 del 18.9.1998, art. 1): innanzi tutto,
quindi, la valutazione deve essere formulata in rapporto al livello
dimostrato dall’alunno nel possesso delle "conoscenze, competenze e
capacità" espresse negli obiettivi che la prova è in grado di verificare.
Occorre, inoltre, definire il peso da attribuire, nella valutazione, ai tre
aspetti della preparazione dello studente che vengono verificati. A riguardo
si fa notare una difficoltà: in una prova articolata in quesiti a risposta
multipla, la presenza dell’elenco di risposte già formulate può rendere più
difficile, rispetto ad altri tipi di prova, la distinzione tra il possesso
di conoscenze e l’accertamento di competenze e capacità conseguite dallo
studente e può portare a privilegiare la verifica della conoscenza dei
contenuti.
Nel caso della prova di seguito presentata si ritiene proponibile
l’attribuzione di un’uguale rilevanza - ai fini della valutazione - a
conoscenze, competenze e capacità: si propone, cioè, l’attribuzione di 1
punto ai quesiti riconducibili al livello della "conoscenza" (I, II, V, VII,
IX) e 2 punti per ciascuno degli altri quesiti (III, IV, VI, VIII, X)
rivolti ad accertare il possesso di competenze e capacità (totale: 15
punti).
TESTO DELLA PROVA (vengono evidenziate le risposte corrette)
I) Il nome "positivismo" deriva dal termine "positivo". Nel Discorso sullo
spirito positivo Auguste Comte definisce il termine "positivo" proponendo
diversi significati riconducibili ai caratteri del nuovo spirito filosofico.
Indica se, tra le affermazioni 1, 2, 3, 4, una corrisponde a un possibile
significato del termine; altrimenti scegli la numero 5.
1. Il termine "positivo" significa reale in opposizione al chimerico e
riflette l’interesse del nuovo spirito filosofico per le ricerche
sperimentali, accessibili alla nostra intelligenza.
2. Il termine "positivo" significa storico in opposizione a fantastico e
riflette l’interesse del positivismo per l’elaborazione di una visione
filosofica della storia.
3. Il termine "positivo" significa assoluto in opposizione al relativo e
riflette la concezione della scienza come unico sapere valido.
4. Il termine "positivo" significa libero in opposizione a ogni
limitazione alla ricerca: indica la liceità per lo scienziato di
compiere ogni ricerca al fine di rispondere alle curiosità dello
spirito umano.
5. Nessuna delle precedenti affermazioni 1, 2, 3, 4 corrisponde a uno dei
possibili significati del termine "positivo".
II) Indica se, tra le affermazioni 1, 2, 3, 4, una fornisce informazioni
corrette per l’inquadramento del positivismo nel contesto storico e
culturale; altrimenti scegli la numero 5.
1. Il quadro di riferimento teorico che fa da sfondo allo sviluppo della
scienza ottocentesca si caratterizza per la visione finalistica dei
fenomeni naturali.
2. Il positivismo si afferma principalmente negli Stati economicamente
arretrati, in rapporto alle forti spinte favorevoli a promuovere
l’avvio dell’industrializzazione.
3. Nella prima metà dell’Ottocento il positivismo - attraverso la
filosofia di Auguste Comte - rivela l’influenza esercitata sulla
cultura dalla teoria dell’evoluzione di Charles Darwin.
4. La ricerca positivistica di strumenti scientifici per la
riorganizzazione della vita in società riflette le nuove esigenze nate
dalle profonde trasformazioni sociali connesse all’affermazione della
rivoluzione industriale.
5. Nessuna delle precedenti affermazioni 1, 2, 3, 4 fornisce informazioni
corrette per l’inquadramento del positivismo nel contesto storico e
culturale.
III) Il positivismo ha le sue radici nell’illuminismo. Indica se una tra le
affermazioni 1, 2, 3, 4 propone un elemento di affinità tra i due movimenti
filosofici; altrimenti scegli la numero 5.
1. Sia i filosofi illuministi sia i filosofi positivisti tendono ad
assolutizzare i risultati del sapere scientifico.
2. Sia i filosofi illuministi sia i filosofi positivisti attribuiscono
un’importanza centrale nella loro riflessione all’impegno di fondare attraverso un’indagine gnoseologica e/o critica - la validità del
sapere scientifico.
3. Sia i filosofi illuministi sia i filosofi positivisti assegnano alla
filosofia la sola funzione di unificare i risultati del sapere
scientifico.
4. Sia i filosofi illuministi sia i filosofi positivisti negano il
carattere scientifico del sapere metafisico.
5. Nessuna delle precedenti affermazioni 1, 2, 3, 4 corrisponde a uno dei
possibili elementi di affinità tra illuminismo e positivismo.
IV) Nel quadro delle ricostruzioni storiografiche del positivismo è presente
un’interpretazione di questo movimento filosofico come "romanticismo della
scienza" (Nicola Abbagnano, Storia della filosofia, Torino, UTET, 1982, vol.
III, p. 267). Indica se una tra le affermazioni 1, 2, 3, 4 propone una delle
possibili analogie tra positivismo e romanticismo portate a sostegno
dell’interpretazione ricordata; altrimenti scegli la numero 5.
1. Sia nell’ambito del positivismo sia nell’ambito del romanticismo emerge
una visione ottimistica della moderna società industriale.
2. In entrambi i movimenti filosofici l’identificazione tra finito e
infinito porta all’esaltazione - all’"infinitizzazione" - di
espressioni dello spirito umano, quali la poesia nel romanticismo e la
scienza nel positivismo.
3. Sia nell’ambito del positivismo sia nell’ambito del romanticismo si
ritrova una "infinitizzazione" del valore della filosofia come
strumento per la conoscenza dell’Assoluto.
4. In entrambi i movimenti filosofici è presente una visione della storia
umana come processo di sviluppo necessario guidato da un principio
trascendente.
5. Nessuna delle precedenti affermazioni 1, 2, 3, 4 corrisponde a una
delle possibili analogie tra positivismo e romanticismo.
V) Indica se una tra le affermazioni 1, 2, 3, 4 formula un’asserzione
corretta sulla legge dei tre stadi di Auguste Comte; altrimenti scegli la
numero 5.
1. Nello stadio teologico lo spirito umano ricerca le cause prime e finali
dei fenomeni in entità astratte inerenti ai diversi esseri del mondo.
2. Nello stadio metafisico lo spirito umano ricerca le relazioni
invariabili di successione e somiglianza tra i fenomeni.
3. Nello stadio positivo lo spirito umano mira a rappresentare tutti i
fenomeni come casi particolari di un solo fatto generale e raggiunge il
suo scopo con la gravitazione universale.
4. Secondo la legge dei tre stadi ogni branca delle conoscenze umane passa
attraverso tre diversi stadi teorici.
5. Nessuna delle precedenti affermazioni 1, 2, 3, 4 formula un’asserzione
corretta sulla legge dei tre stadi.
VI) Leggi il seguente passo tratto dal Discorso sullo spirito positivo di
Auguste Comte:
"La logica speculativa […] riconosce ormai, come regola fondamentale, che
ogni proposizione che non è strettamente riconducibile alla semplice
enunciazione di un fatto, particolare o generale, non può presentare alcun
senso reale e intelligibile. I principi di cui ci si serve sono, essi
stessi, soltanto veri fatti, solamente più generali e più astratti di quelli
di cui devono formare la connessione. […] La pura immaginazione perde allora
irrevocabilmente la sua antica supremazia mentale, e si subordina
necessariamente all’osservazione, in modo da costituire uno stato logico
pienamente normale, senza cessare tuttavia di esercitare, nelle speculazioni
positive, un ruolo capitale e inesauribile per creare o perfezionare i mezzi
di connessione, sia definitiva che provvisoria."
(Auguste Comte, Discorso sullo spirito positivo, Bari, Laterza, 1985, p.15).
Indica se una delle affermazioni 1, 2, 3 ripropone, senza errori,
considerazioni espresse dall’autore nel testo; altrimenti scegli la numero
4.
1. La logica dello stadio positivo riconosce come ambito proprio della
conoscenza umana l’ambito del linguaggio che enuncia fatti, al quale
vanno ricondotti gli stessi principi del sapere scientifico: nella
ricerca scientifica, quindi, è essenziale l’osservazione dei fenomeni e
inessenziale il ruolo della "pura immaginazione".
2. La logica dello stadio positivo riconosce come dotate di senso le
affermazioni concernenti l’ambito dei fatti, al quale vanno ricondotti
gli stessi principi del sapere scientifico: nella ricerca scientifica,
il ruolo prioritario assegnato all’osservazione dei fenomeni non
comporta, però, una negazione della rilevanza della "pura
immaginazione".
3. La logica speculativa non può presentare alcun senso reale e
intelligibile: poiché i principi sono veri fatti, nello stato logico
pienamente normale solo l’osservazione mantiene un ruolo capitale nella
ricerca scientifica.
4. Nessuna delle precedenti affermazioni 1, 2, 3 ripropone, senza errori,
considerazioni espresse da Auguste Comte nel testo.
VII) Indica se una tra le affermazioni 1, 2, 3, 4 formula un’asserzione
corretta sulla concezione comtiana della fisica sociale o sociologia;
altrimenti scegli la numero 5.
1. La statica sociale studia la società dal punto di vista dell’ordine: ne
individua le condizioni di esistenza attraverso la legge dei tre stadi.
2. La dinamica sociale studia la società dal punto di vista del progresso
e mostra l’alternarsi di periodi di evoluzione e dissoluzione nella
storia umana.
3. La nascita della fisica sociale, con l’estensione del metodo
scientifico allo studio dei fatti sociali, garantirà il superamento
dell’anarchia intellettuale e, quindi, della situazione di crisi
politica che caratterizza la società ottocentesca.
4. La sociologia è l’ultima scienza che giunge allo stadio positivo perché
studia i fenomeni più generali.
5. Nessuna delle precedenti affermazioni 1, 2, 3, 4 formula un’asserzione
corretta sulla concezione comtiana della fisica sociale o sociologia.
VIII) Il testo di seguito riportato, tratto da L’origine della specie di
Charles Darwin, contiene dodici spazi vuoti. Gli elenchi di seguito
riportati presentano la stessa serie di espressioni utili per ricostruire il
contenuto del passo, ma in diversa successione. Completa il testo scegliendo
l’elenco che riporta le dodici espressioni in ordine corretto.
"[…] voglio mostrare come la (a)........... influisca sulla (b)...........
La mera esistenza della (c)..........., sebbene necessaria come base per il
lavoro, poco ci aiuta a comprendere come le specie si formino allo stato di
natura. Come si sono perfezionati tutti quei meravigliosi adattamenti di una
parte dell’organismo ad un’altra, e alle condizioni di vita, e di un essere
vivente ad un altro? […] A causa della lotta per la vita, le (d)...........,
se sono in qualche misura utili agli individui di una specie, nelle loro
(e)........... infinitamente complesse con gli altri esseri viventi e con le
(f)..........., tenderanno generalmente a proteggere (g)........... e
saranno generalmente ereditate da (h)............ Anche (i)...........
avranno così maggiori probabilità di sopravvivere, poiché dei (l)...........
che nascono in una specie, solo un piccolo numero può sopravvivere. Ho
chiamato questo principio, in base al quale ogni piccola variazione, se
utile, è conservata, col termine (m)..........., per sottolineare la sua
relazione con il potere di selezione dell’uomo. Ma l’espressione spesso
usata da Herbert Spencer, (n)..........., è più esatta e talvolta
altrettanto comoda." (Charles Darwin, L’origine della specie, Roma, Editori
Riuniti, p. 66)
1. (a) selezione naturale, (b) lotta per l’esistenza, (c) variabilità
individuale, (d) condizioni fisiche di vita, (e) relazioni, (f)
variazioni, (g) tali individui, (h) molti individui, (i) i discendenti,
(l) i discendenti, (m) selezione naturale, (n) sopravvivenza del più
adatto.
2. (a) lotta per l’esistenza, (b) variabilità individuale, (c) selezione
naturale, (d) relazioni, (e) condizioni fisiche di vita, (f)
variazioni, (g) i discendenti, (h) tali individui, (i) i discendenti,
(l) molti individui, (m) sopravvivenza del più adatto, (n) selezione
naturale.
3. (a) variabilità individuale, (b) selezione naturale, (c) lotta per
l’esistenza, (d) relazioni, (e) condizioni fisiche di vita, (f)
variazioni, (g) i discendenti, (h) molti individui, (i) i discendenti,
(l) tali individui, (m) sopravvivenza del più adatto, (n) selezione
naturale.
4. (a) lotta per l’esistenza, (b) selezione naturale, (c) variabilità
individuale, (d) variazioni, (e) relazioni, (f) condizioni fisiche di
vita, (g) tali individui, (h) i discendenti, (i) i discendenti, (l)
molti individui, (m) selezione naturale, (n) sopravvivenza del più
adatto.
IX) Indica se una tra le affermazioni 1, 2, 3, 4 formula un’asserzione
corretta sulla teoria dell’Inconoscibile di Herbert Spencer; altrimenti
scegli la numero 5.
1. Poiché il principio metafisico del reale è inconoscibile,
l’affermazione del primato del sapere scientifico deve accompagnarsi
alla scelta dell’agnosticismo in campo religioso.
2. La teoria dell’Inconoscibile mira a mostrare la possibile conciliazione
tra scienza e religione che si incontrano nel riconoscimento del
mistero dell’Assoluto.
3. Poiché l’Inconoscibile è concepito come una forza che si manifesta nei
fenomeni naturali, lo sviluppo del sapere scientifico apre verso la
conoscenza progressiva dell’Assoluto.
4. Per evitare conflitti tra lo sviluppo della scienza e le tradizioni
religiose, Spencer distingue il campo della religione, che amplia
incessantemente le nostre conoscenze sull’Assoluto, dal campo della
scienza, che estende progressivamente le nostre conoscenze sui
fenomeni.
5. Nessuna delle precedenti affermazioni 1, 2, 3, 4 formula un’asserzione
corretta sulla teoria dell’Inconoscibile.
X) Leggi il seguente passo tratto da I primi principi di Herbert Spencer:
"[…] abbiamo escluso la Filosofia da una gran parte del dominio che si
supponeva appartenerle. Il dominio che rimane è quello occupato dalla
scienza. La scienza tratta delle coesistenze e sequenze tra i fenomeni: essa
li raggruppa da prima per formare generalizzazioni di un ordine semplice o
basso, e si eleva a grado a grado a più alte e più estese generalizzazioni.
Ma se è così, dove rimane un campo per la Filosofia? La risposta è questa:
Filosofia può essere ancora propriamente il titolo da applicarsi alla
conoscenza della più alta generalità. […] Le verità della filosofia hanno
dunque con le più alte verità scientifiche la stessa relazione che ciascuna
di queste ha con le verità scientifiche inferiori. Come ogni più ampia
generalizzazione della Scienza comprende e consolida le più ristrette
generalizzazioni del suo dominio; così le generalizzazioni della Filosofia
comprendono e consolidano le più ampie generalizzazioni della Scienza.
Perciò la conoscenza che costituisce la Filosofia è nel genere l’estremo
opposto di quella che l’esperienza da prima accumula."
(Herbert Spencer, I primi principi, Torino, Bocca, 1905, pp. 15-16)
Indica se una delle affermazioni 1, 2, 3 ripropone, senza errori,
considerazioni espresse dall’autore nel testo; altrimenti scegli la numero
4.
1. Lo sviluppo del dominio della Scienza non elimina il campo della
conoscenza filosofica: come la Scienza unifica i fenomeni - forniti
dall’esperienza - in generalizzazioni sempre più ampie, la filosofia
unifica le generalizzazioni della Scienza.
2. Lo sviluppo del dominio della Scienza ha eliminato il campo proprio
della conoscenza filosofica: mentre la Scienza produce conoscenze
unificando i dati dell’esperienza, compito della Filosofia è la
riflessione sulle generalizzazioni prodotte dalla Scienza.
3. Poiché la conoscenza filosofica è l’opposto di quella accumulata
dall’esperienza, il suo campo si è ridotto a vantaggio del sapere
scientifico: la scienza studia i fenomeni producendo generalizzazioni
sempre più ampie che comprendono le generalizzazioni filosofiche una
volta considerate verità.
4. Nessuna delle precedenti affermazioni 1, 2, 3 ripropone, senza errori,
considerazioni espresse da Herbert Spencer nel testo.
2. ESAMI DI STATO: TERZA PROVA
TIPOLOGIA C: QUESTITI A RISPOSTA MULTIPLA
DISCIPLINA: FILOSOFIA
Argomento: Il neopositivismo
PREMESSA
Nel proporre un esempio di prova fondata sul test a scelta multipla sono
indispensabili alcune precisazioni preliminari.
In primo luogo ho cercato di non sacrificare del tutto una modalità di
lavoro che con forza si sta diffondendo nella prassi didattica della
filosofia, quella basata sull'analisi testuale.
Non è stato facile dal momento che la tipologia di prova C), prova a scelta
multipla, è molto funzionale ad un'impostazione nozionistica e dogmatica
dell'insegnamento della filosofia, in quanto presuppone risposte o
certamente esatte o certamente inesatte sacrificando la flessibilità e la
finezza del pensiero che indaga.
In secondo luogo la redazione della prova risente del poco tempo a
disposizione per questo test. Ho supposto una ventina di minuti dal momento
che la terza prova non si esaurisce nel test di filosofia, ma prevede anche
test di altre materie.
Sono stato, pertanto, costretto a scegliere un testo non integro e, quindi,
mutilato nella sua compiutezza comunicativa.
All'interno di questi gravi condizionamenti va collocata la proposta di
seguito illustrata, che cerca di salvare e dare senso alla prassi della
lettura dei testi d'autore.
GLI OBIETTIVI
Attraverso la somministrazione di questa prova si intendono raggiungere i
seguenti obiettivi:
OB.1) Controllare l'abilità di comprensione del significato esplicito del
testo. Le serie che meglio assicurano questo risultato sono la prima e la
seconda. L'assegnazione di un titolo ai paragrafi e la scelta della terna di
parole-chiave possono essere compiute correttamente presupponendo
semplicemente la capacità di comprensione del contenuto semantico esplicito.
Non è, tuttavia, un'abilità semplice: essa implica la familiarizzazione
dell'alunno con lo specifico linguaggio della filosofia.
OB.2) Controllare l'abilità di padroneggiare la specificità del linguaggio
filosofico (Cfr. OB.1).
OB.3 Controllare l'abilità di padroneggiare il glossario di uno specifico
movimento filosofico. Questa abilità presuppone le abilità precedentemente
indicate, ma richiede anche abilità inferenziali extratestuali. Il
perseguimento di questo obiettivo è affidato alla terza serie.
OB.4 Controllare il retroterra delle conoscenze possedute, indispensabile
per la comprensione testuale. L'accertamento di questa abilità è affidato
alla quarta serie.
TEMPO DI REALIZZAZIONE
Tenendo conto che questa prova sarà sottoposta ai maturandi accanto ad altre
analoghe prove di diverse materie disciplinari, ho previsto che sia
affrontabile in circa venti minuti.
TESTO SU CUI FAR SVOLGERE LA PROVA
Il testo è un passo de "La concezione scientifica del mondo", scritto nel
1928 da H. HaHn-O. Neurath-R. Carnap, pubblicato da Laterza, Bari, 1979, pp.
74-75. . Viene presentato già suddiviso in paragrafi.
PARAGRAFO PRIMO
La concezione scientifica del mondo è caratterizzata non tanto da tesi
peculiari, quanto, piuttosto, dall'orientamento di fondo, dalla prospettiva,
dall'indirizzo di ricerca. Essa si prefigge come scopo l'unificazione della
scienza. Suo intento è di collegare e coordinare le acquisizioni dei singoli
ricercatori nei vari ambiti scientifici. Da questo programma, derivano
l'enfasi sul lavoro collettivo, sull'intersoggettività, nonché la ricerca di
un sistema di formule neutrali, di un simbolismo libero dalle scorie delle
lingue storiche non meno che la ricerca di un sistema globale dei concetti.
PARAGRAFO SECONDO
Precisione e chiarezza vengono perseguite, le oscure lontananze e le
profondità impenetrabili respinte. Nella scienza non si dà Errore. L'origine
riferimento non è stata trovata. alcuna; ovunque è superficie: tutta
l'esperienza costituisce un'intricata rete, talvolta imperscrutabile e
spesso intelligibile solo in parte. Tutto è accessibile all'uomo e l'uomo è
la misura di tutte le cose. In ciò si riscontra un'affinità con i sofisti,
non con i platonici; con gli epicurei, non con i pitagorici; con tutti i
fautori del mondano e del terreno.
La concezione scientifica del mondo non conosce enigmi insolubili. Il
chiarimento delle questioni filosofiche tradizionali conduce, in parte, a
smascherarle quali pseudo-problemi; in parte, a convertirle in questioni
empiriche, soggette, quindi, al giudizio della scienza sperimentale. Proprio
tale chiarimento di questioni e asserti costituisce il compito dell'attività
filosofica, che, comunque, non tende a stabilire specifici asserti Errore.
L'origine riferimento non è stata trovata..
PARAGRAFO TERZO
Il metodo di questa chiarificazione è quello dell'analisi logica; a dire del
Russell esso Errore. L'origine riferimento non è stata trovata. motivate in
termini di mera fantasia
Siffatto metodo dell'analisi logica è ciò che distingue essenzialmente il
nuovo empirismo e positivismo da quello anteriore, che era orientato in
senso più biologico-psicologico. Se qualcuno afferma Errore. L'origine
riferimento non è stata trovata., Errore. L'origine riferimento non è stata
trovata., nell'essere vivente vi è un'entelechia come principio motore" noi
non gli rispondiamo Errore. L'origine riferimento non è stata trovata, bensì
a nostra volta gli poniamo un quesito: Errore. L'origine riferimento non è
stata trovata.. Risulta chiaro, allora, che esiste un confine preciso fra
due tipi di asserzioni. All'uno appartengono gli asserti formulati nella
scienza empirica: il loro senso si può stabilire mediante l'analisi logica;
più esattamente, col ridurli ad asserzioni elementari sui dati sensibili.
Gli altri asserti, cui appartengono quelli citati sopra, si rivelano affatto
privi di significato, assumendoli come li intende il metafisico. Spesso è
possibile reinterpretarli quali asserti empirici; allora, però, essi perdono
il proprio contenuto emotivo, che in genere è basilare per lo stesso
metafisico.
PARAGRAFO QUARTO
Il metafisico e il teologo credono, a torto, di asserire qualcosa di
rappresentare stati di fatto, mediante le loro proposizioni. Viceversa,
l'analisi mostra che simili proposizioni non dicono nulla, esprimendo solo
atteggiamenti emotivi. Espressioni del genere possono, certo, avere un ruolo
pregnante nella vita; ma, al riguardo, lo strumento espressivo adeguato è
l'arte, per esempio la lirica o la musica. Si sceglie, invece, la veste
linguistica propria di una teoria ingenerando un pericolo: quello di
simulare un contenuto teorico inesistente. Se un metafisico o un teologo
vogliono mantenere nel linguaggio la forma usuale, debbono consapevolmente e
chiaramente ammettere di non fornire rappresentazioni, bensì espressioni; di
non suggerire teorie, informazioni, bensì poesie o miti. Quando un mistico
afferma di avere esperienze oltrepassanti tutti i concetti, non è possibile
contestare la sua pretesa. Ma egli non è in grado di parlarne, poiché
parlare significa ricorrere a concetti, ricondurre a stati di fatto
delimitabili scientificamente.
TESTO DELLA PROVA
1) PRIMA SERIE
Il testo, come vedi, è stato diviso in paragrafi.
Attribuisci un titolo a ciascuno di essi scegliendolo tra quelli di seguito
indicati:
PAR I; A( cercare il sistema globale dei concetti (1); b) Il primato della
scienza (0); c) Unificare il sapere scientifico (4); d) Per una nuova
prospettiva filosofica (0).
PAR II; a) chiarificare ogni tipo di asserto (4); b) contro le lontananze e
le profondità (0); c) l'empirismo logico: una filosofia del mondano (0); d)
imparare dai Sofisti e dagli Epicurei (0).
4 PAR III; a) incompatibilità degli asserti empirici con il contenuto
emotivo degli asserti (1); b) insensatezza degli enunciati metafisici (0);
c) inadeguatezza dell'empirismo e del positivismo classici (0); d) l'analisi
logica, metodo per la dotazione di senso delle asserzioni (4).
PAR IV; a) il mistico, sognatore visionario (1); b) rifiuto della tradizione
filosofica (0); c) equivocità delle teorie (0); d) la metafisica,
travestimento scientifico dell'arte (4).
2) SECONDA SERIE
Indica la terna di parole-chiave che meglio esprime il significato di
ciascuno dei quattro paragrafi:
PAR i; a) lavoro collettivo-sistema di formule neutrali-sistema globale dei
concetti (4); b) orientamento di fondo-prospettiva-indirizzo di ricerca (0);
c) concezione scientifica del mondo-unificazione della scienza-coordinamento
delle singole acquisizioni scientifiche (1); d) unificazione della
scienza-simbolismo-formule neutrali (1).
PAR II; a) totale accessibilità -assenza di enigmi
insolubili-chiarificabilità di tutte le questioni filosofiche (0); b)
analisi delle questioni filosofiche tradizionali-smascheramento delle false
questioni-conversione a questioni empiriche (4); c) uomo misura di tutte le
cose-Sofisti-Epicurei (1); d) precisione-chiarimento-superficialità (0).
PAR III; a) analisi logica-asserti empirici-asserti privi di senso (4); b)
analisi logica-indagini critiche dei matematici-fisica galileiana (1); c)
tesi generali-fantasia-asserti privi di senso (1); d)
Russell-Galilei-empirismo e positivismo classici (0).
PAR IV; a) metafisico-mistico-teologo (0); b) ineffabilità dell'espressione
artistica-illusorietà della rappresentazione teologica-irrappresentabilità
dell'emozione (1); c) illusorietà delle proposizioni
metafisico/teologiche-inconciliabilità tra rappresentazioni ed
espressioni-ineffabilità delle rappresentazioni mistiche (4); d) asserti
scientifici-poesie-miti (0).
3) TERZA SERIE
Per ognuno dei seguenti concetti (ESPERIENZA, METAFISICA, SCIENZA, SOFISTI)
viene indicata una quaterna di definizioni. Scegli il significato che più ti
sembra corrispondente a quello fatto proprio dagli estensori del testo in
esame:
ESPERIENZA;
A) Per gli estensori del testo l'esperienza è una forma di conoscenza
superiore alla semplice sensazione ed alla memoria. In questo senso essa
comporta una prima aspirazione verso forme conoscitive più universali, ma
l'empirico può mettere a frutto il suo sapere solo nei confronti di eventi
particolari: egli sa come affrontarli, ma mai come spiegarli (0).
B) Per gli estensori del testo l'esperienza è il riferimento indispensabile
a cui ridurre le nostre rappresentazioni discorsive per verificarne la
sensatezza. Per questa via l'uomo potrà garantirsi dalla produzione di sogni
ed illusioni (4).
C) Per gli estensori del testo l'esperienza è una forma di conoscenza della
realtà che si apprende attraverso l'insegnamento quotidiano della vita. Per
questo si ritiene solitamente che siano molto più esperti i vecchi dei
giovani in quanto hanno avuto a disposizione più occasioni per imparare a
vivere, più tempo per meditare sul significato degli accadimenti, più
memoria per imparare a distinguere il bene dal male (0).
D) Per gli estensori del testo l'esperienza è un criterio conoscitivo che ci
consente di distinguere il vero (ciò che corrisponde alla realtà) dal falso
(ciò che corrisponde ai nostri pregiudizi). Solo affidandoci all'esperienza
possiamo garantirci dalla produzione di rappresentazioni discorsive
immaginifiche a cui attribuiamo valore di verità (1).
METAFISICA
A) Per gli estensori del testo la metafisica è una presunta conoscenza certa
dei presupposti metaempirici della realtà, espressa attraverso un linguaggio
apparentemente scientifico (4).
B) Per gli estensori del testo la metafisica ha il grande merito di
esplorare ambiti conoscitivi non sondabili dalla ricerca scientifica e,
quindi, di appagare la radicale esigenza di trascendenza presente nell'uomo
(0).
C) Per gli estensori del testo la metafisica, nonostante i suoi incerti
successi euristici, abbia un senso perché‚ rivela, sotto una forma
apparentemente scientifica, l'aspirazione artistica dello spirito umano (0).
D) Per gli estensori del testo la metafisica, indipendentemente dalle sue
possibilità euristiche, ha il merito di formare nell'uomo un adeguato abito
scientifico, capace di garantire alla ricerca significativi successi (1).
SCIENZA
A) Per gli estensori del testo la scienza è quella forma conoscitiva che ci
garantisce dalla creazione di false rappresentazioni della realtà, in quanto
essa non può prescindere dall'esperienza organizzata e rappresentata secondo
categorie universali apriori (0).
B) Per gli estensori del testo la scienza è quella forma conoscitiva che
organizza le proprie enunciazioni sulla base di due criteri fondamentali: la
rigorosa organizzazione logica del discorso e la verificabilità del
contenuto empirico dei suoi enunciati (4).
C) Per gli estensori del testo la conoscenza scientifica è la forma
conoscitiva superiore a qualsiasi altra poiché‚ della realtà ci assicura la
conoscenza delle cause immutabili e generali, conoscenza non soggetta ad
equivocità per il rigore logico con cui è espressa (0).
D) Per gli estensori del testo la scienza è quella forma di conoscenza che
riesce a pensare la realtà nell'insieme delle sue determinazioni sfuggendo
all'idea che la realtà sia immobile ed immutabile (0).
SOFISTI;
A) per gli estensori del testo i Sofisti rappresentano un orientamento
filosofico che assolutizza il mondano ed i suoi valori in aperta polemica
contro gli apologeti del divino, del sovrannaturale, dell'eterno,
dell'immutabile. Ai loro occhi i Sofisti sono da apprezzare e da valorizzare
perché sono in qualche modo precursori del loro progetto di ricerca (1).
B) Per gli estensori del testo i Sofisti rappresentano un movimento
filosofico che pone al centro della propria indagine l'attenzione per la
parola, l'enfasi per la capacità persuasiva del discorso, l'entusiasmo per
le possibilità speculative assicurate dal linguaggio (0).
C) Per gli estensori del testo i Sofisti rappresentano un movimento
filosofico che si è distinto per la radicale critica del dogmatismo e delle
prime concezioni teologico-metafisiche prive di presupposti empirici (4).
D) Per gli estensori del testo i Sofisti rappresentano un movimento
filosofico che ha avuto il merito di scegliere lo sperimentalismo come
atteggiamento per cercare la verità (1).
4) QUARTA SERIE
A) Quale, tra i seguenti filosofi, gli estensori del testo considerarono
come anticipatore di tematiche peculiari del Circolo di Vienna e riferimento
culturale costante?
Heidegger (0), Popper (0), Weber (0), Wittgenstein (4).
B) Quale, tra i seguenti filosofi della tradizione classica, gli estensori
del testo indicarono come fondatore di una corrente di pensiero di cui si
sentivano parte?
Aristotele (0), Locke (4), Kant (0), Protagora (0).
C) Quando gli estensori del testo criticano l'impostazione "biologica" e
"psicologica" del vecchio empirismo e del vecchio positivismo, quale tra i
seguenti filosofi sceglierebbero come bersaglio polemico?
Comte (4), Mach (0), Nietzsche (0), Poincaré(0).
D) Di quale, tra i seguenti filosofi e scienziati, gli estensori del testo
giudicherebbero estranee le matrici culturali al loro movimento filosofico?
Einstein (0), Hegel (4), J. S. Mill (0), Newton (0).
CRITERI DI MISURAZIONE E DI VALUTAZIONE
Questa prova è stata ideata pensandone la misura da 0 a 15 punti.
Le serie 1, 3, 4 pagano, ognuna, fino ad un massimo di 4 punti, 1 per
risposta esatta.
La serie 2 paga fino ad un massimo di 3 punti, 0,75 per risposta esatta ad
ogni domanda.
Le risposte esatte sono quelle contrassegnate dal numero 4).
Se alla fine dell'intera prova l'alunno avrà totalizzato almeno quattro
risposte contrassegnate dal numero 1), al suo punteggio finale dovrà essere
aggiunto un ulteriore punto.
3. ESAMI DI STATO: TERZA PROVA
TIPOLOGIA A: TRATTAZIONE SINTETICA DI ARGOMENTI
DISCIPLINE: FILOSOFIA, LETTERATURA FRANCESE, STORIA.
Argomenti: Il tema della responsabilità nell’opera filosofica e letteraria
di Sartre
Il tema dell’antisemitismo nella filosofia di Sartre e nella Storia del
secolo XX
Premesse
Questa prova è prevista per una classe di liceo nella quale gli studenti
hanno trattato i temi dell'esistenzialismo di Sartre sia con il docente di
filosofia che con quello di francese. In particolare essi hanno affrontato
un percorso di letture tratte da:
L 'esistenzialismo è un umanismo, Le parole, la Presentazione di Temps
modernes, i testi teatrali, il saggio L'antisemitismo.
La prova, strutturata secondo la tipologia A prevista dall'art. 2 Decreto
390/18 settembre 1998, prevede un breve testo tratto da L'esistenzialismo è
un umanismo. Muovendo da questo testo vengono proposte due diverse prove,
ciascuna relativa a due discipline: la prima prevede due quesiti
rispettivamente di filosofia e le letteratura francese, la seconda di
filosofia e di storia.
I quesiti sono formulati in modo analitico, articolati per punti. In
ciascuna coppia di quesiti lo studente viene alutato in due discipline. Il
quesito di francese dovrà essere svolto nella lingua straniera.
Tempi di svolgimento
Ciascuno dei quesiti sarà trattato in non più di 50 righe, per un tempo
complessivo di 45 minuti.
Obiettivi
La prova mira a verificare e valutare:
Capacità di rispondere in modo pertinente e sintetico
Capacità di esprimersi - in lingua italiana e in lingua francese - in modo
appropriato, utilizzando la terminologia letteraria e filosofica
Capacità di analizzare un testo filosofico
Capacità di "leggere" un autore sia dal punto di vista letterario che dal
punto di vista filosofico, operando collegamenti
Conoscenza del pensiero di Sartre, della sua opera filosofica, narrativa e
teatrale
Capacità di leggere un fenomeno (l'antisemitismo) da un punto di vista
filosofico e storico.
Criteri di valutazione
Poiché la commissione dispone di 15 punti per valutare la prova, è opportuno
predeterminare il punteggio da attribuire a ciascun quesito in modo che il
punteggio totale corrisponda a 15.
Per la prova di filosofia e francese, i punteggi da attribuire ai singoli
quesiti potrebbero essere così ripartiti:
quesiti di filosofia:
1a: p.ti 1,5
1b: p.ti 1,5
1c: p.ti 1,5
1d: p.ti 1,5
valutazione della forma espositiva: p.ti 1,5
quesiti di letteratura francese:
2a:p.ti 1,5
2b:p.ti 1.5
2c:p.ti 1,5
valutazione della esposizione in lingua francese: p.ti 3
Per la prova di filosofia e storia, i punteggi da attribuire ai singoli
quesiti potrebbero essere così ripartiti:
quesiti di filosofia:
3a: p.ti 2
3b: p.ti 2
3c: p.ti 2
valutazione della forma espositiva: p.ti 1,5
quesiti di storia:
4a: p.ti 1,5
4b: p.ti 1,5
4c: p.ti 1,5
4d: p.ti 1,5
valutazione della forma espositiva:p.ti 1,5
TESTO
Leggi analiticamente il seguente testo di Sartre tratto da L'esistenzialismo
è un umanismo:
"Se Dio non esiste, afferma <l'esistenzialismo ateo che io rappresento>, c'è
almeno un essere in cui l'esistenza preceda l'essenza, un essere che esiste
prima di poter essere definito da alcun concetto: quest'essere è l'uomo, o,
come dice Heidegger, la realtà. Che significa in questo caso che l'esistenza
precede l'essenza? Significa che l'uomo esiste innanzi tutto, si trova,
sorge nel mondo, e che si definisce dopo.
L'uomo, secondo la concezione esistenzialistica, non è definibile per il
fatto che all'inizio non è niente. Sarà solo in seguito, e sarà quale si
sarà fatto. (...) Ma, se veramente l'esistenza precede l'essenza, l'uomo è
responsabile di quello che è. Così il primo passo dell'esistenzialismo è di
mettere ogni uomo in possesso di quello che egli è e di far cadere su di lui
la responsabilità totale della sua esistenza. E, quando diciamo che l'uomo è
responsabile di se stesso, non intendiamo che l'uomo sia responsabile della
sua stretta individualità, ma che egli è responsabile di tutti gli uomini."
FILOSOFIA E FRANCESE
1. Illustra l'espressione, centrale nel testo di Sartre, "l'esistenza
precede l'essenza", mettendo in evidenza quale concezione dell'uomo da essa
derivi. In particolare specifica:
* 1a .perché essa, diversamente da quanto si obietta all'esistenzialismo,
implichi un rifiuto del fatalismo (che induce Sartre a definire il suo
esistenzialismo un "umanismo").
* 1b. perché la responsabilità della nostra scelta ci "impegni" non solo
dinanzi a noi stessi, ma di fronte all'umanità,
* 1.c perché questa concezione dell'esistenza comporti un carico di
angoscia cui l’uomo cerca di sottrarsi rifugiandosi nella "malafede".
* 1d. in quale personaggio del teatro o del romanzo sartriano (da te
studiato) questa visione dell'esistenza è efficacemente raffigurata.
Illustralo.
2. Dalla concezione dell'esistenza espressa in questo testo, Sartre ricava
una precisa immagine dell'intellettuale, del suo ruolo nella società.
Illustra questa immagine, specificando:
* 2.a quale giudizio egli esprima su intellettuali francesi come
Flaubert, i fratelli Goncourt, Voltaire, Zola, Gide.
* 2.b quale autocritica egli svolga nel romanzo Le parole, quando rievoca
la sua presunta vocazione letteraria.
* 2.c quale valore egli attribuisca al suo teatro di "situazione".
FILOSOFIA E STORIA
3. In uno specifico saggio del 1954, intitolato L’antisemitismo. Riflessioni
sulla questione ebraica, Sartre applica il tema della responsabilità,
centrale nella sua filosofia e nel testo sopracitato, al tema
dell'antisemitismo.
Illustra la figura dell'antisemita, delineata da Sartre nel suo scritto,
specificando:
* 3.a perché l'antisemitismo non sia un'opinione, ma un modo di essere ed
in particolare il segno di una condizione esistenziale, quella
dell'uomo inautentico.
* 3.b perché l'atteggiamento dell'antisemita sia tipico della piccola
borghesia.
* 3.c perché anche il democratico, presunto nemico dell'antisemitismo, in
realtà sia un pericolo per l'ebreo e la sua libertà.
4. Ricostruisci gli aspetti salienti della storia dell'antisemitismo nella
prima metà del secolo XX, soffermandoti sui seguenti spunti di riflessione:
* 4.a la relazione tra nazionalismo e antisemitismo nella Russia e nella
Francia tra i due secoli (ci si riferisca in particolare ai Protocolli
dei Savi anziani di Sion e all'affaire Dreyfus).
* 4. b l'atteggiamento del fascismo nei confronti delle minoranze
ebraiche prima e durante il secondo conflitto mondiale (si citino
provvedimenti, giustificazioni, conseguenze).
* 4.c l'atteggiamento di Hilter nei confronti del popolo ebreo (con
riferimenti al Mein Kampf, alla notte dei cristalli, alle leggi
razziali, alla soluzione finale).
* 4.d l'atteggiamento della Chiesa (cattolica e protestante) nei
confronti delle leggi antisemite degli anni Trenta e della Shoah.
4. ESAMI DI STATO: TERZA PROVA
TIPOLOGIA A: TRATTAZIONE SINTETICA DI UN ARGOMENTO
DISCIPLINE: FILOSOFIA, ITALIANO, STORIA, FRANCESE
Descrizione della prova
Questa prova risponde alla tipologia A della normativa vigente. Vuole
saggiare il grado di raggiungimento di alcuni obiettivi formativi e di
conoscenza in Filosofia, Storia, Italiano e Francese. Oltre al possesso
della tecnica della scrittura sintetica, essa richiede:
*
*
*
*
*
il possesso di capacità di analisi di un testo;
la conoscenza della struttura di un testo storiografico;
capacità di argomentazione e creatività;
conoscenze letterarie sia della letteratura italiana che francese;
capacità di rielaborazione e di giudizio autonomo.
Le domande prendono lo spunto dal testo per allargare l’orizzonte ad altri
problemi solo occasionalmente collegati fra loro.
Le domande sono precise nella consegna e le risposte devono attenersi
strettamente alla domanda fatta. Il tempo massimo assegnato per lo
svolgimento della prova è di 2 ore.
Indicazioni per la valutazione
La valutazione sarà compiuta in relazione agli obiettivi indicati, che
mettono in campo competenze e abilità di grado diverso.
Il punteggio sarà frazionato su ciascun quesito secondo il prospetto
seguente:
la prima e la terza domanda presentano obiettivi di conoscenza e richiedono
il possesso di competenze di grado superiore; ad ognuna di esse è assegnato
un voto massimo di 5 punti su 15; il punteggio sarà suddiviso tenendo conto
dell’attinenza delle risposte alla domanda (max. 2 punti); della forza
argomentativa delle tesi sostenute (max. 2 punti); della chiarezza
espositiva (max. 1 punto);
la seconda domanda richiede il
conoscenze articolate; il voto
punti su 15; il punteggio sarà
(max. 2 punti) e la coerenza e
punto);
possesso di abilità di scrittura e di
massimo da assegnare a questa domanda è di 3
suddiviso valutando la chiarezza espositiva
la quantità di informazioni possedute (max. 1
la quarta domanda comporta la conoscenza di una breve opera e la
ricostruzione della specifica argomentazione che vi viene svolta; il voto
massimo da assegnare è di 2 punti su 15 suddivisi su conoscenza dell’opera
(max. 1 punto) chiarezza espositiva (max. 1 punto)
Obiettivi
Materie
Analizzare un testo filosofico e argomentare una tesi
Filosofia
Produrre un breve testo storiografico
Storia
Discutere l’interpretazione di un testo letterario
Italiano
Conoscere un’opera letteraria straniera
Francese
Come può l’esperienza, che è un atto di coscienza, dare un oggetto o
trovarlo? Come possono le esperienze giustificarsi scambievolmente mediante
esperienze, senza limitarsi a una negazione o conferma solo soggettiva? Come
fa un gioco di momenti coscienziali (Erlebnisse) la cui logica è
l’esperienza ad asserire qualcosa di oggettivamente valido, che valga cioè
per le cose che esistono in sé e per sé? Come va che le regole del gioco
della coscienza non risultano irrilevanti per le cose stesse? Com’è che la
scienza della natura può diventare in tutto e per tutto intelligibile per
tanto che intende in ogni suo atto porre e conoscere una natura, che esiste
per sé, che esiste in sé di contro al flusso soggettivo della coscienza?
Tosto che noi vi riflettiamo seriamente, tutto ciò diviene un enigma. Come è
noto la teoria della conoscenza è quella disciplina filosofica che vuole
rispondere a tali questioni […]. (Edmund Husserl, La filosofia come scienza
rigorosa, 1911)
Rispondete alle seguenti domande rispettando il numero di righe assegnato
1. Filosofia
Analizza il testo proposto sulla base delle tre "domande guida" formulate
sotto e poi rispondi alla domanda posta successivamente
1.1 Domande-guida per la comprensione del testo:
a. Quale funzione hanno le domande che Husserl si pone nel passo
presentato? (max. 2 - 3 righe)
b. Quali sono le teorie filosofiche che critica? (max. 1 – 2 righe)
c. In che cosa consiste l’antinomia posta nell’ultima domanda? (max. 1 – 2
righe)
1.2 La fenomenologia husserliana si pone come rottura con le correnti
dominanti dell’epoca (fine ‘800 – inizi ‘900). Husserl rivendica il primato
della coscienza e definisce la sua teoria come "il modo di pensare più
lontano da quello naturale". Come argomenta la sua convinzione che solo sul
primato della coscienza è possibile costruire una filosofia come scienza
rigorosa? (max. 20 – 25 righe)
2. Storia
Il programma teorico di Husserl si forma in un momento particolarmente
turbolento dei rapporti fra gli stati europei. Descrivi le tensioni che
attraversano le grandi potenze europee: Germania, Austria, Russia,
Inghilterra e Francia agli inizi del Novecento. (max. 30 -35 righe)
3. Italiano
La fenomenologia husserliana è alla base di nuove esperienze letterarie.
Giacomo Debenedetti scrive: "Intenzionare, fenomenologicamente parlando, è
avere coscienza di… Potrei, su questo accostamenti giungere a definire il
romanzo di oggi come un’operazione fenomenologica" e vede nell’andamento
narrativo de La noia di Alberto Moravia un esempio di descrizione
fenomenologica. In che misura La noia può essere considerata espressione
letteraria della fenomenologia husserliana? (max. 20 – 25 righe)
4. Francese
In Che cos’è la letteratura (1947) Sartre, allievo di Husserl, dice: "[…]
non ci sono vie d’uscita da scegliere. La via d’uscita s’inventa. E
ciascuno, inventando la propria, inventa se stesso. L’uomo è da inventare
giorno per giorno". Perché l’uomo, secondo Sartre, deve inventarsi giorno
per giorno? (max. 15 – 20 righe)
5. ESAMI DI STATO: TERZA PROVA
TIPOLOGIA B: QUESITI A RISPOSTA SINGOLA
DISCIPLINE: FILOSOFIA E PEDAGOGIA
Argomenti: La filosofia e la pedagogia dell’800-900
PREMESSA
La prova è stata costruita per una IV classe di maturità Magistrale ad
indirizzo tradizionale, essa pertanto verte non solo su quesiti singoli di
filosofia ma anche di pedagogia, nonché di pedagogia e filosofia
unitariamente intese. Naturalmente, a partire dalle indicazioni ricavate
dalla relazione del Consiglio di Classe , la Commissione d'esame potrà
decidere se porre questi separati o congiunti per le due discipline che,
comunque, dovranno essere prese in considerazione entrambe.
I quesiti qui formulati sono riferiti ad una classe mediamente sufficiente,
in cui siano stati approfonditi, anche in campo pedagogico, alcuni temi del
rapporto tra criticismo ed idealismo ed in cui la trattazione del programma
per filosofia si estenda fino a Nietzsche e per pedagogia da Rousseau fino
all'attivismo americano ed europeo passando per la pedagogia scientifica
italiana. Ovviamente i quesiti non coprono tutto il programma svolto,
infatti il loro scopo non è, né può essere, questo in quanto essi, nella
prova d'esame, dovranno essere integrati con domande collegate ad almeno
altre tre discipline. I quesiti, pertanto, assolvono solo allo scopo di
fungere da eventuale modello riferito non all'intera prova ma alla
tipologia: quesiti a risposta singola. Nell'esempio sotto riportato è stata
scelta una modalità di presentazione dei quesiti che pone in modo esplicito:
a. l'uso della forma indiretta nella presentazione delle domande, formulate
in modo essenziale e il più possibile chiaro, ciò al fine di evitare
equivoci e/o interpretazioni errate, es. : nella domanda 6 si specifica di
trattare autori studiati durante l'ultimo anno scolastico per prevenire ogni
divagazione o estensione all'infinito delle possibili risposte.
b. l'operazione di base che lo studente deve compiere per risolvere
correttamente il compito, rappresentata dalla prima parola del quesito, es:
spiega, enuncia, definisci ecc.;
c. l'indicazione del numero delle righe che costituisce l'estensione max.
consentita per una corretta soluzione del quesito, es : max 3 righe, max 6
righe ecc.;
d. indicazione dell'autore e, ove necessario, dell'opera cui il quesito e la
sua relativa soluzione vanno riferiti, es: Kant "Critica della Ragion Pura".
OBIETTIVI E CRITERI DI VALUTAZIONE
Quesito 1.
L'obiettivo, di natura non solo prettamente pedagogica, intende accertare se
lo studente ha chiara la fondamentalità che "il mito del buon selvaggio"
assume all'interno del pensiero roussoviano; tale mito, infatti, permette di
collegare la concezione antropologica espressa nello stato di natura, al
progetto educativo emergente dalle pagine dell'Emilio in cui la "natura", in
opposizione alla società, diviene luogo privilegiato per la formazione del
giovane.
Valutazione : 2 punti se nella risposta è colta correttamente sia
l'opposizione natura/società, sia la specificità della natura in rapporto
all'educazione; 1 punto se nella risposta è colto solo l'aspetto relativo
alla natura come luogo di pace e felicità ai fini di una corretta
educazione.
Quesito 2.
L'obiettivo, di natura filosofica, intende accertare se lo studente conosce
il punto d'avvio del criticismo relativamente al problema della conoscenza
scientifica e alla conseguente differenziazione tra questa e la metafisica.
La risposta è molto semplice e non necessita di particolari abilità ma
esclusivamente di uno studio responsabile.
Valutazione : 1 punto se la risposta è corretta e completa; 1/2 se
incompleta ma corretta.
Quesito 3.
L'obiettivo, di natura filosofico-pedagogica, mira ad accertare il livello
di approfondimento raggiunto dall'allievo circa il rapporto "criticismo
idealismo" in relazione al concetto di "intuizione".
Il quesito non chiede di produrre confronti o relazioni tra più autori ma
definizioni, quindi di operare secondo criteri di sintesi e rigore
soprattutto in funzione della scelta dei termini utilizzati al fine della
trattazione di un concetto tanto fondamentale quanto complesso.
Valutazione : 3 punti se la risposta è corretta e completa; 2 punti se la
risposta è corretta e completa relativamente a soli due autori; 1 punto se
la risposta è corretta e completa relativamente ad un solo autore.
Quesito 4.
L'obiettivo, di natura filosofica, intende sondare il livello raggiunto
dallo studente circa la conoscenza, in termini generali, della concezione
hegeliana relativa allo "sviluppo processuale dell'Idea" dialetticamente
intesa, nonché la capacità di sintesi che questi riesce a sviluppare
rispetto a questioni ampie e articolate.
La soluzione del quesito, dunque, richiede studio responsabile e capacità di
produrre sintesi efficaci.
Valutazione : 2 punti se la risposta è corretta nei contenuti e rispettosa
della sintesi, 1 punto se corretta ma eccessivamente estesa.
Quesito 5.
L'obiettivo, di natura filosofico-pedagogica, intende accertare il livello
di conoscenza raggiunto dallo studente in relazione al concetto di "lavoro",
elemento base tanto del pensiero hegeliano quanto fröebeliano ma non solo
questo. In questo caso, infatti, la conoscenza è solo il presupposto
irrinunciabile per fare emergere la capacità di confrontare sinteticamente
due ambiti e due posizioni di pensiero che, pur nella loro comune matrice,
esprimono profonde diversità.
Valutazione : 2 punti se la risposta è corretta nei contenuti, se coglie
somiglianze e differenze e se rispetta il numero di righe indicate; 1 punto
se è corretta nei contenuti, se coglie somiglianze e differenze ma
eccessivamente estesa.
Quesito 6.
L'obiettivo, di natura filosofico-pedagogica, intende lasciare la scelta
dell'autore da trattare allo studente. I vincoli da rispettare sono dati :
dall'utilizzo del termine "volontà", che dovrà obbligatoriamente essere
presente nella risposta in modo "rilevante"; dalla estensione max. delle
righe pari a 6, dalla trattazione di un autore studiato durante l'ultimo
anno di corso. Dunque, se il quesito, non vincolando la risposta ad un
autore predeterminato, può favorire lo studente, lo obbliga ad un uso non
strumentale del termine "volontà" e ad affrontare questioni non marginali o
comunque poco rilevanti. E' quindi importante che lo studente rispetti le
richieste del quesito con la massima precisione.
Valutazione : 2 punti se la risposta è corretta nei contenuti e rispettosa
di tutti i vincoli; 1 punto se la risposta è corretta nei contenuti e
rispettosa di tutti i vincoli tranne che per l'estensione; 1/2 punto se la
risposta, formalmente corretta e rispettosa dei vincoli, presenta l'utilizzo
del termine volontà in modo giudicato dalla commissione non significativo.
Quesito 7.
L'obiettivo, di natura pedagogica, mira a sondare le conoscenze basilari
dello studente in merito all'utilizzo della psicologia in campo
pedagogico-didattico soprattutto rispetto ad impostazioni metodologiche come
quelle riguardanti il "globalismo". La risposta è molto semplice e non
richiede particolari abilità ma esclusivamente uno studio responsabile.
Valutazione : 1 punto se la risposta è corretta.
Quesito 8.
L'obiettivo, di natura pedagogica, mira a sondare le conoscenze generali
dello studente circa la pedagogia scientifica di stampo montessoriano. La
risposta ha una soluzione plurima ma non infinita; sarà quindi fondamentale
che lo studente indichi due caratteristiche che effettivamente
contraddistinguano i materiali montessoriani. La risposta è molto semplice e
non richiede particolari abilità ma esclusivamente uno studio responsabile.
Valutazione : 2 punti se la risposta è corretta e completa, 1 punto se la
risposta è incompleta ma corretta.
TEMPI DI ESECUZIONE DELLA PROVA : 2 ORE
TESTO DELLA PROVA
1. Spiega, in max. 4 righe, perché, secondo Rousseau, la condizione che
caratterizza l'uomo nello stato di natura è fondamentale ai fini
dell'educazione.
2. Enuncia, in max. 2 righe, due domande tra quelle che Kant pone, nella
Critica della Ragion Pura, circa il problema della fondazione della
"conoscenza scientifica".
3. Definisci, in max. 9 righe, cosa è "intuizione" in Kant, cosa in Fichte,
cosa in Pestalozzi.
4. Sintetizza, in max. 3 righe, di cosa è espressione la "storia della
Filosofia" in Hegel.
5. Confronta, in max. 6 righe, il punto di vista di Hegel e quello di
Fröebel circa il concetto di "lavoro".
6. Produci un testo di max. 6 righe, utilizzando in modo significativo il
termine "volontà" per illustrare un aspetto del pensiero di un filosofo o di
un pedagogista a tua scelta, tra gli autori studiati quest'anno.
7. Indica, in max. 1 rigo, quale aspetto tipico della percezione infantile è
posto al centro dell'azione didattica di Decroly.
8. Elenca, in max. 2 righe, due caratteristiche basilari che
contraddistinguono i cosiddetti "materiali di sviluppo" montessoriani.
6. ESAMI DI STATO: TERZA PROVA
TIPOLOGIA B: QUESITI A RISPOSTA APERTA
DISCIPLINA: FILOSOFIA
Argomenti: La filosofia dell’800-900
Considerazioni generali per i docenti
Questa prova è di tipo oggettivo, semistrutturata. Intermedia tra quelle
tradizionali e quelle oggettive totalmente strutturate.
Nelle prove strutturate in modo globale gli stimoli offerti all’allievo,
relativi a processi e prodotti dell’apprendimento della filosofia, sono
organicamente concepiti e articolati in sistematica connessione tra di loro,
in modo "chiuso", cui devono essere date risposte "chiuse".
Nelle prove semistrutturate, come quelle in esame, si offrono stimoli
"chiusi" ma sono previste risposte "aperte".
Risposte "aperte"
Nelle prove della tipologia in esame
dagli studenti cui si somministrano,
l’autore delle prove pone in termini
possibile il confronto con i criteri
le risposte devono essere elaborate
secondo confini, criteri e regole, che
"prescrittivi". I vincoli rendono poi
di correzione prederminati.
I docenti, quindi, nel preparare le prove di questo tipo devono stabilire
dei criteri; questi criteri devono diventare vincoli della prova (cioè la
lunghezza, il confine della trattazione-elaborazione, cosa porre in risalto,
e così via.).
Sulla base di questi criteri si deve poi definire la congruità delle
risposte degli allievi.
La scala di misura si deve riferire all’adeguatezza delle risposte a quella
predefinita. In termini semplici, sarebbe opportuno che l’autore delle prove
stabilisca anche le possibile risposte alle domande, graduandole, sia pure
in termini brevi, secondo una maggiore o minore approssimazione alla
risposta esatta. La risposta che esprime il massimo della ricchezza con il
massimo della unità sintetica, la maggiore esaustività, completezza,
ricchezza di elementi e ridotta quantità di parole entro i confini
prestabiiti a priori, costituisce la risposta migliore. Naturalmente tutto
deve essere valutato in relazione al grado di complessità con cui una
questione su cui articolare le prove è stato trattata durante l’anno.
Per consentire agli allievi di mettere a fuoco l’area problematica cui si
riferiscono i temi oggetto di verifica sarebbe opportuno far precedere la
prova da una breve introduzione, chiara e semplice, che definisca di cosa si
tratti e cosa venga richiesto.
OBIETTIVI
La prova intende accertare il conseguimento dei seguenti obiettivi:
1) la conoscenza di dati, termini e concetti relativi ai filosofi studiati
2) la conoscenza di regole e principi epistemologici delle filosofie in
oggetto
3) individuare e sottolineare l’elemento problematico delle teorie
filosofiche in oggetto
4)scelta e articolazione di argomenti coerenti relativi alle teorie
filosofiche in oggetto
5) sintesi efficace delle idee centrali delle teorie filosofiche in oggetto
6) valutazione pertinente e fondata dei temi filosofici richiesti
TEMPI DI SVOLGIMENTO : 50 minuti
CRITERI DI VALUTAZIONE
La terza prova "è intesa ad accertare le conoscenze, competenze e capacità
acquisite dal candidato"(D.M.n.390 del 18/9/1998,art.1).Quindi la
valutazione deve essere relativa al livello delle conoscenze, competenze e
capacità richieste negli obiettivi e che la prova è in grado di verificare.
Difficile distinguere capacità e competenze in questa prova. Più facile
individuare il possesso di conoscenze.
La commissione d’esame dovrebbe stabilire in sede di elaborazione delle
prove anche i criteri di accettabilità delle risposte. Cioè dovrebbe
stabilire quando una risposta si può ritenere accettabile e in che misura.
Occorre, come sopra accennato, stabilire quando le risposte devono essere
ritenute accettabili. Al limite la procedure più semplice e pratica potrebbe
essere quella di preparare in commissione un modello di risposte alle
singole domande, raggruppando le possibili risposte in un certo ambito di
graduale accettabilità:
. risposta esatta
. risposta accettabile
.risposta non accettabile
La risposta è da ritenere esatta se evidenzia possesso di conoscenze sicure,
capacità e abilità di buon livello, consapevolmente esercitate.
La risposta potrebbe essere ritenuta accettabile se evidenzia possesso di
conoscenze, anche se capacità e abilità incerte e non adeguatamente
sviluppate.
La risposta è ritenuta inaccettabile se evidenzia conoscenze non adeguate o
parziali, impedisce di valutare capacità e abilità,
La correzione
Nella correzione si possono usare i modelli preparati come modelli standard
cui riferire l’accettabilità delle risposte. Ad ogni risposta esatta o
accettabile bisogna attribuire un punteggio.
Ad ogni risposta esatta si può attribuire un punteggi di 2 punti, ad ogni
risposta ritenuta accettabile si può attribuire un punteggio di 1 punto (
totale 15 punti)
TESTO DELLA PROVA
Il candidato deve formulare una risposta ai quesiti seguenti nello spazio
predisposto.
1) Nella filosofia Hegeliana la logica dialettica si presenta come diversa
rispetto alla logica formale tipica della scienza moderna. Spiega in breve
in cosa consista la diversità tra le due logiche e i loro principi fondanti.
……………………………………………………………………
2) Il candidato descriva i momenti dello spirito oggettivo in Hegel e
definisca le caratteristiche dei primi due.
……………………………………………………………………
3) Marx definisce il sistema capitalistico borghese pingiusto e
contraddittorio. Secondo Marx come il problema della giustizia sociale può
trovare una soluzione?
……………………………………………………………………
4) Secondo Schopenhauer soltanto attraverso l’esperienza del nostro corpo
siamo in grado di uscire dall’orizzonte delle nostre rappresentazioni. Il
candidato spieghi brevemente perché
……………………………………………………………………
5) Il candidato definisca i caratteri distintivi del super-uomo di
Nietzsche.
……………………………………………………………………
6) Il candidato individui in modo schematico i caratteri generali del
positivismo in generale.
……………………………………………………………………
7) Il candidato spieghi brevemente perché per Popper il criterio di
falsificabilità costituisce un criterio di demarcazione tra scienza e non
scienza
…………………………………………………………………….
8) Heidegger afferma che il nostro tempo è quello della tecnica. In che
senso dobbiamo interpretare l’affermazione e quale valore attribuisce
Heidegger al fenomeno della tecnica?
……………………………………………………………………
9) Il candidato decriva in cosa consista il "disagio della civiltà" secondo
Freud
……………………………………………………………………
10) Il candidato chiarisca il senso che Wittgentstein attribuisce
all’attività filosofica
…………………………………………………………………….
1)
risposta esatta
La logica formale, utilizzata dall’intelletto, implica la realtà dei termini
oppositi che si escludono a vicenda, è fondata sul principio dell’identità e
di non contraddizione. Nella logica dialettica, prodotta dalla ragione, cui
corrisponde la stessa realtà delle cose, la verità è data solo dall’unità
degli opposti e il processo logico è governato dalla contraddizione
dialettica (tesi-affernazione, antitesi.negazione, superamento-sintesi).
Risposta accettabile
La logica della scienza si fonda sui dati fenomenici verificabili
sperimentalmente e sul principio di non contraddizione. Due fenomeni opposti
non possono essere ambedue veri. Nella filosofia hegeliana la verità logica
risulta alla fine di un processo in cui i momenti iniziali e intermedi
strovano compimento nella sintesi finale, che li comprende e li supera
entrambi (tesi.antitesi,sintesi).
Risposta non accettabile
La logica dialettica di Hegel è composta di tre momenti: tesi, antitesi e
sintesi. La logica formale di uno solo: il ragionamento fondato sui fatti
sperimentali.
2)
risposta esatta
Nello spirito oggettivo l’Assoluto raggiunge la consapevolezza di sé come
società, come insieme delle istituzioni sociali. I momenti fondamentali
sono: Diritto, moralità, eticità. Nel diritto prevale l’esteriorità del
vincolo, che costringe al comportamento giusto. Nella moralità l’adesione al
bene al giusto è frutto di scelta interiore;
Risposta accettabile
Hegel afferma che lo spirito oggettivo si realizza nella storia di una
comunità nella legge, nella moralità e nell’eticità. La legge non la
facciamo noi e ci obbliga ad obbedire, la moralità non ci obbliga
Risposta inaccettabile
In Hegel lo spirito assoluto si realizza anche nello spirito oggettivo, cioè
nella realtà fuori di noi, momento soggettivo. La differenza tra spirito
soggettivo ed oggettivo è che in quello oggettivo i soggetti non c’entrano.
Lo spirito oggettivo si realizza nel diritto e nell’eticità.
3)
risposta esatta
Marx pensa che l’ingiustizia nella distribuzione della ricchezza è
strutturalmente una caratteristica del sistema capitalistico borghese,
perché fondato sullo sfruttamento del lavoro salariato da parte del
capitale. La soluzione può essere trovata solo nell’abbattimento del sistema
capitalistico e nel suo superamento nel sistema socialista e comunista,
fondato sulla proprietà collettiva dei mezzi di produzione.
Risposta accettabile
Secondo Marx il capitalismo fondato sulla proprietà privata è sempre
ingiusto. Soltanto il comunismo può consentire la realizzazione della
giustizia sociale perché prevede l’abolizione della proprietà privata e
l’uguaglianza sociale nella distribuzione della ricchezza.
Risposta non accettabile
Nel capitalismo l’ingiustizia sociale è dovuta all’egoismo individualistico
e all’immoralità dei comportamenti dei capitalisti. Solo la nuova morale del
comunismo potrà consentire di volgere nell’interesse di tutto il popolo il
capitalismo industriale.
4)
risposta esatta
Il corpo può essere oggetto di conoscenza dall’esterno come rappresentazione
fenomenica, ma può essere conosciuto dall’interno di noi stessi , attraverso
una forma di autocoscienza. Il corpo si rivela come volontà irrazionale di;
emerge attraverso il bisogno che richiede soddisfazione e tende alla
conservazione e all’espansione di sé. Per analogia si può identificare nella
volontà l’essenza di tutte le forze della natura.
Risposta accettabile
Schopenhauer afferma che attraverso la ragione si riesce a conoscere solo
attraverso il velo dei fenomeni e ci si ferma alla superficie della realtà.
Ma qualunque conoscenza intellettuale non può che guardare dall’esterno le
cose e rappresentarle attraverso costruzioni mentali. Soltanto attraverso
l’interno del nostro corpo l’uomo è in grado di mettersi in contatto
direttamente con la sorgente vera della nostra vita, che è volontà.
Risposta inaccettabile
Schopenhauer afferma che la ragione ci inganna nella conoscenza delle cose
della vita perché costruisce rappresentazioni senza l’esperienza sensibile.
Invece attraverso il corpo l’uomo può percepire i dati attraverso i sensi e
quindi su di essi costruire adeguate rappresentazioni della realtà.
5)
risposta esatta
Nietzsche con il termine super-uomo(che sarebbe meglio definire oltre-uomo
in quanto oltrepassa il vecchio modo di essere uomini) intende definire un
modo nuovo di essere uomini dopo "la morte di Dio". L’oltre-uomo ha il
coraggio di accettare la verità del nichilismo e di superarlo, la forza di
superare la vecchia morale, di sopportare la morte di Dio, si pone come
volontà di potenza nella prospettiva dell’eterno ritorno.
Risposta accettabile
Nietzsche dice che gli uomini devono accettare il fatto che le vecchie
certezze non hanno fondamento (nichilismo) e che l’unica certezza è
costituita dall’uomo che costruisce il senso della sua esistenza. Il
superuomo è colui che sa accettare la mancanza di grandi verità su cui
poggiare il capo e ha il coraggio di realizzarsi secondo la sua volontà di
potenza, al di fuori e al di sopra degli schemi sociali-culturali.
Risposta non accettabile
Nietzsche afferma che le vecchie certezze metafisiche e morali, vanno bene
per gli uomini comuni- il gregge; mentre esse sono ingiustamente vincolanti
per l’uomo eccezionale, che sa reggere da solo la vita sua ed è in grado di
crearsi da solo una morale, che ha tanta forza da imporsi come dominante
sulla masse del gregge dei benpensanti, che sono deboli e senza coraggio,
bisognosi di obbedire per vivere.
6)
risposta esatta
a) la scienza è l’unica forma di conoscenza possibile e il suo metodo
l’unico valido; b) la metafisica che non si fonda su dati e su un metodo
scientifico non ha valore conoscitivo; c) la filosofia non ha più un suo
oggetto specifico ma ricerca i principi comuni alle varie scienze; d)il
metodo della scienza, unico valido, va esteso a tutti i campi della
conoscenza ; e) il progresso della scienza è la base del progresso umano.
Risposta accettabile
Per il positivismo la scienza è l’unica forma di conoscenza valida e le
altre sono tutte infondate , compresa la metafisica. Il progresso
dell’umanità dipende dalla scienza e dalla tecnica. L’umanità deve dare
importanza soltanto a ciò che è scientifico e tecnico in tutti i campi e si
deve liberare di gradualmente di tutto ciò che non lo è.
Risposta non accettabile
Il positivismo afferma che la tecnica è l’unico mezzo che l’umanità ha a
disposizione per progredire. La conoscenza della verità delle cose,
filosofica o scientifica, non ha alcun senso. Solo ciò che consente di
dominare la natura e di risolvere i problemi può essere ritenuto di valore
positivo.
7)
risposta esatta
La ricerca scientifica secondo Popper ha come compito la ricerca della
verità, ma non ha un sicuro criterio di riconoscimento della verità. Si
elaborano ipotesi per risolvere problemi e spiegare fenomeni, che possono
essere controllabili empiricamente in modo sperimentale. L’ipotesi elaborata
rimane valida finchè non si riesca a falsificarla. Non si può mai avere la
certezza che non esista un ipotesi migliore di quella già controllata.
Risposta accettabile
Il criterio di falsificabilità di Popper implica che una teoria per essere
vera deve essere controllata attraverso il metodo sperimentale; gli
scienziati però non possono mai essere sicuri di pervenire ad una verità
definitiva e non possono escludere che possa esistere una teoria o
un’ipotesi migliore per spiegare dei fenomeni. Invece di parlare di
"verifica", che implica una definitività, è meglio parlare di tentativi di
falsificarla.
Risposta non accettabile
Secondo Popper le teorie scientifiche non sono mai vere, perché non si può
in ogni caso controllarle. Allora è meglio che gli scienziati tentino di
falsificare quelle teorie che presumono di essere vere, così almeno si fa
chiarezza sulle possibilità umane. Le teorie scientifiche sono costruzioni
del tutto umane soltanto plausibili o probabili.
8)
risposta esatta
Secondo Heidegger la tecnica è un modo di disvelamento dell’essere, la
manifestazione compiuta della "volontà di potenza dell’umanità"(nel senso
nietzschiano) nella civiltà occidentale, manifestatasi nella metafisica. Nel
mondo della universale utilizzabilità che caratterizza la tecnica esiste il
rischio di obliare l’essere: per comprenderne il senso autentico Heidegger
si rivolge al mondo dell’arte.
Risposta accettabile
La tecnica secondo Heidegger tende solo a dominare la natura e il mondo
degli uomini , senza interessarsi ai fini e agli scopi dell’esistenza umana
e così ci rende tutti schiavi di un processo di sviluppo che non si domanda
dove va. Questo sarebbe il compimento del percorso della civiltà occidentale
iniziata con Platone. La ragione tecnica ci imprigiona e occorre rivolgersi
all’arte per capire il senso delle cose.
Risposta inaccettabile
Heidegger condanna la tecnica e la scienza occidentale, che rappresentano
una deformazione della nostra storia vera, perché rovinano la nostra vita:
non ci fa fare un vero progresso, ci imbarbarisce. Secondo Heidegger bisogna
tornare al mondo preindustriale, riscoprire la terra come unica fonte di
ricchezza, abbandonare le città invivibili e avere la religione come unico
riferimento della nostra vita.
9)
risposta esatta
Nel disagio della civiltà Freud teorizza un’insanabile conflitto tra
principio del piacere e principio della realtà, tra le pulsioni sessuali e
quelle dell’io, tra eros e thanatos, pulsione di vita e pulsione di morte.
La riduzione della felicità personale a favore di una maggiore sicurezza
viene pagato con un aumento progressivo del senso di colpa, dovuto
all’inibizione degli impulsi libidici ed aggressivi.
Risposta accettabile
Freud afferma che l’umanità non può evitare di inibire in buona parte le sue
pulsioni sessuali al fine di garantire la sicurezza della sua vita, anche a
costo dell’accettazione della sofferenza che questa limitazione della
tensione al piacere può provocare. L’uomo paga la ricerca della sicurezza
con la rinuncia ad una quota inevitabile di felicità.
Risposta inaccettabile
Freud afferma che la civiltà non può che essere fondata sulla infelicità
perché gli uomini sono strutturalmente incapaci di perseguire il piacere.
Possono soltanto controllare la quota di sofferenza che spetta loro.
10)
Risposta esatta
Gran parte dei problemi tradizionali si giustificano solo sulla base di un
cattivo uso del linguaggio, L’autenticvo compito della filosofia deve essere
quello di chiarire l’insensatezza della filosofia come metafisica. La
filosofia non è una scienza né ha un dominio specifico: essa consiste in un
metodo, in un’attività di chiarificazione logica del pensiero e del
linguaggio. Molti problemi filosofici sono "perplessità linguistiche".
Risposta accettabile
La filosofia per Wittgenstein non ha nessun compito specifico né esistono
problemi filosofici peculiari. I problemi filosofici nascono dal fatto che
nel linguaggio comune spesso non si chiariscono i problemi e i termini
usati. Se si chiariscono le parole e i contesti linguistici i problemi
filosofici spariscono e tutto si riduce a chiarificazione
logico-linguistica.
Risposta inaccettabile
Per Wittgenstein la filosofia è fatta solo di chiacchiere perché non si
occupa di problemi reali ma di fantasie. La conoscenza non può che che
essere scientifica, su tutto il resto bisogna solo stare in silenzio perché
non si può dire nulla di sensato e di definitivo.
Considerazioni generali per i docenti
Questa prova è
tradizionali e
radicale della
si contrappone
di tipo oggettivo, semistrutturata. Intermedia tra quelle
quelle oggettive totalmente strutturate. Alla accentuazione
dimensione soggettiva nelle prove tradizionali di filosofia
la dimensione oggettiva delle prove totalmente strutturate.
Si presuppone che una prova oggettiva offra, rispetto a quelle tradizionali,
una quantità di informazioni sulle conoscenze e sulle competenze con un
certo margine di validità nell’offerta e nella rilevazione degli stimoli
nonchè nella valutazione vera e propria.
Prove tradizionali e prove oggettive
Nelle prove strutturate in modo globale gli stimoli offerti all’allievo,
relativi a processi e prodotti dell’apprendimento della filosofia, sono
organicamente concepiti e articolati in sistematica connessione tra di loro,
in modo "chiuso", cui devono essere date risposte "chiuse".
Nelle prove semistrutturate, come quelle in esame, si offrono stimoli
"chiusi" ma sono previste risposte "aperte".
Risposte "aperte"
Cioè nelle prove della tipologia in esame le risposte devono essere
elaborate dagli studenti cui si somministrano, secondo confini, criteri e
regole, che l’autore delle prove pone in termini "prescrittivi". I vincoli
rendono poi possibile il confronto con i criteri di correzione
predeterminati.
I docenti, quindi, nel preparare le prove di questo tipo devono stabilire
dei criteri; questi criteri devono diventare vincoli della prova (cioè la
lunghezza, il confine della trattazione-elaborazione, cosa porre in risalto,
e così via.).
Sulla base di questi criteri si deve poi definire la congruità delle
risposte degli allievi.
La scala di misura si deve riferire all’adeguatezza delle risposte a quella
predefinita. In termini semplici, sarebbe opportuno che l’autore delle prove
stabilisca anche le possibile risposte alle domande, graduandole, sia pure
in termini brevi, secondo una maggiore o minore approssimazione alla
risposta esatta. La risposta che esprime il massimo della ricchezza con il
massimo della unità sintetica, la maggiore esaustività, completezza,
ricchezza di elementi e ridotta quantità di parole entro i confini
prestabiiti a priori, costituisce la risposta migliore.
Certo tutto è in relazione al grado di complessità con cui una questione su
cui articolare le prove è stato trattata dal docente durante l’anno, per cui
solo la commissione d’esame è in grado di formulare nel modo adeguato e
pertinente le prove finali. Tutto è relativo al modo e alle caratteristiche
del processo di insegnamento-apprendimento costruito durante l’anno tra
docenti e studenti.
Questo tipo di prove richiede l’attivazione di abilità più complesse,
processi intellettuali superiori, dal momento che viene richiesto allo
studente di costruire relazioni sofisticate tra elementi che non sempre lo
sono esplicitamente e di utilizzare , eventualmente, più saperi disciplinari
per la soluzione di una questi quesiti ( riassunti e saggi brevi)
La semplicità
Si suggerisce di elaborare prove semplici e graduate in modo da consentire a
tutti gli allievi di esprimere, anche se a livelli diversi, la propria
preparazione, valorizzando tutto quello che in ogni singolo allievo è
rilevabile come apprendimento acquisito.
Le prove devono essere composte in modo che non sia impedito all’allievo di
proseguire nell’esecuzione della prova se non fosse in grado di rispondere
alla prima domanda. Deve essere impedito l’effetto a cascata della risposta
alla prima domanda su quelle successive; la risposta ad una domanda
precedente non deve condizionare la risposta a quelle successive.
Le prove devono essere formulate con estrema chiarezza e con semplicità e
devono richiedere allo studente l’espressione di precise conoscenze e di
abilità per utilizzarle in qualche modo. La risposta non può in nessuna caso
essere lasciata al caso.
Per consentire agli allievi di mettere a fuoco l’area problematica cui si
riferiscono i temi oggetto di verifica sarebbe opportuno far precedere la
prova da una breve introduzione, chiara e semplice, che definisca di cosa si
tratti e cosa venga richiesto.
Bisogna stabilire inizialmente gli obiettivi che si vogliono perseguire con
le prove:
Es. si vuole verificare il possesso delle seguenti conoscenze e abilità.
sapere
. Termini e concetti filosofici di uno o più autori
. Tesi e teorie, procedure argomentative a sostegno
. regole e principi epistemologici del filosofo
saper fare
. individuare e sottolineare problematicità di tesi e teorie
. individuare e usare regole e principi del filosofo
. fare confronti tra teorie e tra singole tesi, individuando differenze e
somiglianze
. essere capaci di rispondere personalmente agli stimoli offerti dalla
filosofia
dell’autore
. essere capaci di integrare conoscenze del campo filosofico con quelle di
altri campi disciplinari intorno al tema oggetto della domanda.
. essere capaci di valutare
. a partire dai presupposti dell’autore
. a partire dalle proprie posizioni, esplicitandone motivazioni argomentate
che possano sostenerle
Cosa verificare:
. il possesso di specifiche conoscenze
. le capacità e abilità di suo delle informazioni offerte nella introduzione
e delle conoscenze già possedute dallo studente sulla questione in esame;
. la capacità d’uso delle regole, dei concetti e delle teorie filosofiche
apprese e di elaborarle autonomamente(operazioni di analisi, di sintesi, di
valutazione dei dati e del contesto per risolvere un problema;
. la capacità dello studente di formulare ipotesi esplicative e risolutive
di una questione utilizzando le conoscenze e abilità apprese ;
. la capacità di saper giustificare le scelte compiute e i percorsi seguiti
sul piano teorico e metodologico.
Stabilire i criteri di accettabilità
La commissione d’esame dovrebbe stabilire in sede di elaborazione delle
prove anche i criteri di accettabilità delle risposte. Cioè dovrebbe
stabilire quando una risposta si può ritenere accettabile e in che misura:
Occorre, come sopra accennato, stabilire quando le risposte devono essere
ritenute accettabili. Al limite la procedure più semplice e pratica potrebbe
essere quella di preparare in commissione un modello di risposte alle
singole domande, raggruppando le possibili risposte in un certo ambito di
graduale accettabilità:
. risposta esatta
. risposta accettabile
.risposta non accettabile
La correzione
Nella correzione si possono usare i modelli preparati come modelli standard
cui riferire l’accettabilità delle risposte. Ad ogni risposta esatta o
accettabile bisogna attribuire un punteggio.
Bisogna stabilire quale è il punteggio massimo e quello minimo e a quali
condizioni, attribuendo ad ogni domanda un punteggio prestabilito
Tempi
E’ opportuno stabilire i tempi: in media dai 3 ai 5 minuti per ogni risposta
da dare. Se sono 10 le domande il tempo complessivo assegnato potrebbe
essere di 30 o 50 minuti.
7. ESAMI DI STATO: TERZA PROVA
TIPOLOGIA A, B, C
DISCIPLINA: FILOSOFIA
Argomenti: Il positivismo
Heidegger e l’ermeneutica filosofica
PREMESSA
Le prove proposte costituiscono un esempio di tipologie differenziate di
verifiche di argomento filosofico. Si è ritenuto opportuno progettare
intorno allo stesso tema differenti prove, perché ciascuna tipologia
consente di perseguire obiettivi specifici e di verificare conoscenze,
competenze e capacità diversificate.
Tra le proposte di prove abbiamo ritenuto di dare spazio a esercizi che
partano dal testo e che
richiedano di compiere operazioni di analisi, concettualizzazione e
ricomposizione.
Ciascun tipo di prova presenta obiettivi didattici diversi, dipendenti dalla
particolare tipologia prevista dei decreti ministeriali. Obiettivi e
modalità sono precisati separatamente per ciascuna prova.
Tipologia A
Il Positivismo è stato definito la filosofia della società industriale.
Esprimi una tua valutazione su questo giudizio motivandola con riferimenti
agli autori studiati.
(Risposta in 10 righe. Tempo massimo 20 minuti)
Obiettivi: capacità di sintesi, di valutazione; coerenza argomentativa.
Tipologia B
"E’ nelle leggi dei fenomeni che consiste realmente la scienza, alla quale i
fatti propriamente detti, per esatti e numerosi che possano essere,
forniscono sempre solo indispensabili materiali. Ora, considerando il fine
costante di queste leggi, può dirsi, senza nessuna esagerazione, che la vera
scienza, ben lungi dall’essere formata da semplici osservazioni, tende
sempre a dispensare, per quanto è possibile, dall’indagine diretta,
sostituendovi questa previsione razionale, che costituisce, sotto tutti i
punti di vista, il principale carattere dello spirito positivo, come il
complesso degli studi astronomici ci farà chiaramente vedere" (A. Comte,
Discorso sullo spirito positivo).
Dopo aver letto il brano, svolgi i seguenti punti:
Definisci il significato di positivo.
Delinea le caratteristiche del metodo scientifico.
Indica funzioni e scopo della scienza.
(Risposta in 3 righe per ciascun punto. Tempo massimo 15 minuti)
Obiettivi: capacità di comprensione e di analisi testuale e di
concettualizzazione
Tipologia C
1. Quale tra questi filosofi non appartiene al Positivismo?
Spencer
Ardigò
Stuart Mill
Gioberti
2. La legge dei tre stadi. Formulata da Comte, si può definire
una teoria generale dell’evoluzione della psiche umana
la periodizzazione del progresso scientifico
la legge di sviluppo delle conoscenze dello spirito umano
la legge di sviluppo dialettico del divenire storico
(Per ciascun test a risposta multipla due minuti)
Obiettivi: competenze e conoscenze acquisite.
Tipologia A
"Il progettarsi- in- avanti nell' "in-vista-di-se-stesso", progettarsi che
si fonda nell'avvenire, è un carattere essenziale dell'esistenzialità. Il
senso primario dell'esistenzialità è l'avvenire.
Allo stesso modo il "già" significa il senso esistenziale temporale
dell'essere dell'ente che, in quanto è, è già sempre gettato. Solo perché la
Cura si "fonda" nell'esser-stato, l'Esserci può esistere come quell'ente
gettato che è" (M. HEIDEGGER, Essere e tempo , par. 65).
Sulla base del testo proposto, delinea il rapporto fra essere e temporalità
e i caratteri dell'analitica esistenziale heideggeriana.
(Risposta in 10 righe. Tempo massimo 20 minuti)
Obiettivi: capacità di sintesi, di valutazione; coerenza argomentativa.
Tipologia B
Definisci il concetto di nichilismo. Quale filosofo del secondo Ottocento ha
tematizzato esplicitamente il problema?
Quali filosofi del Novecento hanno affrontato la questione del nichilismo?
Che cos’è il circolo ermeneutico?
(Risposta in 3 righe per ciascun punto. Tempo massimo 15 minuti)
Obiettivi: capacità di concettualizzazione e verifica delle conoscenze
acquisite.
Tipologia C
1. Per ermeneutica si intende:
una tecnica di analisi del testo
la capacità retorica di persuadere
un tipo di logica
la prospettiva filosofica dell’interpretazione
2. Quale tra questi pensatori non si è occupato dei problemi
dell’interpretazione?
Gadamer
Schleiermacher
Freud
Stuart Mill
(Per ciascun test a risposta multipla due minuti)
Obiettivi: competenze e conoscenze acquisite.
8 .ESAMI DI STATO: TERZA PROVA
Tipologia A: Trattazione sintetica di argomenti
DISCIPLINA: FILOSOFIA
Argomento: la filosofia di Hegel
Premessa e obiettivi:
Qualora il lavoro in aula sia stato compiuto durante l’anno scolastico sui
testi filosofici, con analisi volta a far emergere il modello di razionalità
del filosofo, la terza prova potrebbe essere costruita a partire da un
documento testuale che contenesse già in sé questo modello; semmai la
difficoltà si sposta dallo studente al consiglio di classe al quale spetta
la formulazione della prova; esso, infatti, se vuole dare continuità al suo
‘fare filosofià in classe, dovrà ricercare un breve brano adatto allo scopo.
Se l’approccio didattico durante l’anno scolastico ha invece privilegiato lo
studio dei sistemi esposti nel manuale, la terza prova dovrà essere
confezionata in modo diverso, privilegiando domande che mettano in evidenza
gli intrecci tra i singoli sistemi o tra le problematiche movimentate in
classe.
La esemplificazione, che subito sotto viene riportata, parte dall’assunto
che siano stati usati i testi, anche se accompagnati dal manuale. Per
confezionare la prova occorre aver chiari in mente su quali canoni
incentrarla affinché lo studente metta allo scoperto, in poche righe di
risposte sintetiche, conoscenze, competenze e capacità (cogliere il modello
di razionalità, conoscere il linguaggio particolare del filosofo, utilizzare
il suo lessico, individuare la struttura portante del pensiero, definire
criticamente e penetrare nei temi e nei problemi nascenti dall'applicazione
del modello, rapportare il brano al pensiero globale del filosofo,
ricostruire le dinamiche mosse dal brano, passare dalla metafora al sistema,
conoscere la forma letteraria del testo e rapportarla all'intenzionalità del
filosofo, cogliere la persuasività del modello cercandone i punti deboli o i
limiti, cogliere lo spessore semantico e la natura specifica
dell'informazione trasmessa dal modello, trasportare tale modello anche in
altro contesto, saper uscire dalle ristrettezze di un modello per porre la
verità trascendente il modello, dimostrare capacità ricostruttiva del
sistema).
Innanzitutto nella scelta del brano si dovranno privilegiare quei passi dai
quali sia possibile estrapolare la struttura mentale su cui il filosofo
regge il suo sistema, tutto il resto potrà anche essere presente, ma potrà
avere funzione accessoria anche se non inutile.
Siccome si presume che tra i filosofi dell’ultimo anno non possa esser stato
tralasciato Hegel, l’esemplificazione che qui compare si soffermerà sul suo
pensiero a partire dalle cinque-sei righe che si trovano nelle prime pagine
della Fenomenologia dello spirito, a cura di A. Negri, La Nuova Italia,
Firenze 1960, p. 2.
In sintesi gli obiettivi:
La prova intende accertare se lo studente abbia conseguito i seguenti
obiettivi (tutti o in parte):
* comprensione del testo filosofico, del lessico, della metafora
esplicitata;
* uso di strumenti di analisi;
* comprensione del modello di razionalità hegeliano;
* conoscenza dei concetti fondamentali del pensiero hegeliano e loro
rapporto con il modello di razionalità che vi sottostà (evidenziazione
di reti concettuali);
* conoscenza del panorama storico in cui si è maturato il pensiero
filosofico;
* conoscenza e comprensione di altri modelli di razionalità;
* raffronto tra modelli filosofici diversi;
* estrapolazione delle chiavi di lettura di un modello di razionalità
filosofico e loro applicazione al di fuori del mondo della storia della
filosofia (padronanza nell’applicazione di categorie filosofiche);
* capacità di ricostruzione problematica del sapere.
Criteri di valutazione:
Considerato che a disposizione della commissione vi sono 15 punti, tenderei
a suddividerli all’interno dei quattro quesiti in modo tale da privilegiare
competenze e capacità più che conoscenze e apprendimenti per cui,
all’interno di ogni domanda (per le quali prevederei il seguente punteggio:
3 per la prima, 3.5 per la seconda, 4 per la terza e 4.5 per la quarta),
graduerei la votazione secondo una scaletta ricavabile dal discorso qui di
seguito esposto in cui sono state sottolineate i vari stadi; in effetti non
è pensabile, in una risposta aperta, applicare un punteggio che non tenga
conto della possibile differenziazione interna di ogni risposta; per cui,
per quanto riguarda le competenze acquisite nell’anno (e qui è il consiglio
di classe a determinarle con il suo progetto iniziale) la valutazione
potrebbe tener conto almeno di due livelli di abilità, quello riguardante il
lessico e quello concernente la strutturazione del pensiero, pur logicamente
complesso ma esposto in modo chiaro ed inequivocabile.
Per quanto riguarda il lessico, il voto minimo potrebbe partire dalla
corretta conoscenza dei termini all’interno del pensiero dell’autore per
giungere al voto massimo in presenza della comprensione della specificità
del linguaggio filosofico rispetto ad altre forme di linguaggio; quindi,
volendo graduare la votazione, si potrebbe porre l’attenzione prima alla
comprensione dei termini poi alla capacità di rapportarli tra loro
evidenziando espressioni chiave e loro valore; la votazione salirebbe se il
candidato dimostrasse il possesso della terminologia non solo in rapporto al
pensiero dell’autore ma anche in rapporto all’uso che essa ha assunto nel
corso della storia del pensiero, a partire dalla corretta etimologia fino a
giungere ad un confronto tra autori diversi; l’aver colto i mutamenti di
significato dei termini può portare lo studente a dimostrare il possesso
anche dei differenti registri linguistici messi in moto dal filosofo
attraverso l’uso di metafore, di esemplificazioni a sostegno o
dell’argomentazione o dell’esposizione di fatti e dati.
Per quanto concerne le competenze raggiunte nella strutturazione di un
pensiero logicamente complesso ma esposto in modo chiaro ed inequivocabile,
la votazione sufficiente potrebbe iniziare non tanto dalla capacità di
riassumere, che si dà già come prerequisito posseduto da tutti gli studenti,
quanto dalla capacità di riorganizzare il testo in una sequenza logicamente
controllata; occorrerebbe verificare se il candidato ha raggiunto una
comprensione forte della specificità del sapere filosofico rispetto ad altre
forme di sapere, se sa usare gli strumenti dell’analisi filosofica, se sa
evidenziare una rete concettuale di nodi fondamentali, se sa rilevare le
tematiche trasversali e le loro ricadute in altri ambiti culturali. Si può
pensare di giudicare positivamente lo studente che dimostri di aver
individuato le tesi fondamentali del testo, i concetti portanti, le idee
centrali; ancor più elevato sarà il giudizio se lo studente dimostrerà di
saper ricostruire la problematica mossa dal filosofo inserendola magari in
un quadro d’assieme dove siano messe in rilievo analogie e differenze fra
diverse posizioni di pensiero, inserite in un contesto storico, meglio se
problematico-critico; se poi il candidato dimostrasse anche l’acquisizione
di una minima padronanza nell’applicazione delle categorie del pensiero
filosofico (ad es. natura, spirito, causa, ragione, principio, fondamento,
idea, materia, essere, divenire, esperienza, scienza, diritto, dovere,
individuo, persona, società, Stato) ad altri settori della vita, con una
riflessione personale che allargasse l’orizzonte del problema dato, allora
si potrebbe pensare di arrivare ad una votazione ancor superiore.
Per quanto concerne le conoscenze acquisite e da cui partire per allargarle
ad altri campi, nel caso specifico (riguardante il passo tratto dalla
Fenomenologia dello spirito), si potrebbe graduare la valutazione delle
risposte considerando di dare un punteggio sempre crescente ad ogni
approfondimento individuale di un problema o ad ogni allargamento del
problema stesso e cioè si potrebbe partire da un punteggio minimo in
presenza di semplice spiegazione del brano senza che siano state colte le
implicazioni che la metafora presuppone; un punteggio leggermente superiore
per chi, pur fermandosi all’interno della metafora, sapesse evidenziare
l’importanza del tutto come risultato di un processo, come sintesi delle
parti dove ognuna è necessaria alla vita del tutto; un punteggio ancor
superiore se riuscisse a precisare e a spiegare la dialettica come vita
(tesi T), morte del singolo (antitesi A), vita del tutto (sintesi S); un
voto quasi massimo se lo studente sapesse rapportare la metafora ad altri
passi forti del sistema dell’autore (ad esempio alla vita dello Stato etico
dove l’individuo è solo un semplice funzionario dell’intero), massimo se
sapesse cogliere le implicazioni del modello di razionalità hegeliano
rapportate ad altri modelli filosofici e a problematiche esterne al mondo
della storia della filosofia.
Tempo di svolgimento: 60 minuti
Si sono organizzate delle batterie, alternative fra loro, comprendenti
normalmente due domande relative al modello di razionalità hegeliano e due
incentrate sul confronto tra questo modello e quello di altri filosofi o
movimenti filosofici; per ogni batteria si potrebbero concedere circa 15
minuti a risposta; la prova dunque durerebbe circa un’ora.
Normalmente la prima domanda (3 punti) vuole verificare se gli studenti
sanno collegare la metafora presente nel testo ad altri settori del pensiero
hegeliano, oppure se dal testo sanno trarre quelle caratteristiche proprie
del modello di razionalità hegeliano e le sanno collegare ad altri settori,
sempre del pensiero del filosofo tedesco. (si potrebbero misurare la
capacità di cogliere le tesi fondamentali del testo, i concetti portanti, le
idee centrali, le implicazioni che la metafora presuppone, ecc…).
La seconda (3.5 punti) intende travalicare il semplice sapere nozionistico
chiuso nel mondo di Hegel e verificare se gli studenti sanno applicare anche
al di fuori del pensiero del filosofo quel modello (si potrebbero misurare
le competenze nell’applicazione delle categorie del pensiero filosofico, le
capacità nel saper allargare l’orizzonte del problema dato, nel saper
evidenziare una rete concettuale di nodi fondamentali, nel saper rilevare le
tematiche trasversali e le loro ricadute in altri ambiti culturali).
Nella terza (4 punti) e nella quarta domanda (4.5 punti) l’intenzione è
quella di verificare competenze circa la ricostruzione della problematica
mossa dal filosofo, inserendola magari in un quadro d’assieme dove siano
messe in rilievo analogie e differenze fra diverse posizioni di pensiero.
Testo della prova: Il candidato fissi l’attenzione sulle domande situate in
calce al breve brano che gli viene esibito, tenendo presente che dovrà
soffermarsi a trattare gli argomenti in modo sintetico (in non più di dieci
righe) mostrando le sue conoscenze e le sue competenze anche nella
illustrazione del modello di razionalità hegeliano.
"Il boccio dispare nella fioritura, e si potrebbe
confutato da questa; similmente, all'apparire del
dichiarato una falsa esistenza della pianta, e il
del fiore come sua verità. Tali forme non solo si
di esse dilegua anche sotto la spinta dell'altra,
reciprocamente incompatibili. Ma in pari tempo la
momenti dell'unità organica, nella quale esse non
sono anzi necessarie l'una non meno dell'altra; e
costituisce ora la vita dell'intiero".
dire che quello vien
frutto, il fiore vien
frutto subentra al posto
distinguono, ma ciascuna
perché esse sono
loro fluida natura ne fa
solo non si respingono, ma
questa eguale necessità
Prima batteria
1. Dal testo sembra emergere una verità: contraddirsi per svilupparsi; ciò
significa attuare quel dover essere che ancora non è, ma che è
necessario che abbia luogo; applica questo schema al sistema hegeliano
2. L’ego, come il boccio, deve accettare la negazione di sé se vuole
superare la staticità e realizzare il suo programma; quali
esemplificazioni potresti portare a sostegno di questa tesi?
3. L’illuminismo per Hegel compie un errore in quanto l'intelletto isola
le singolarità in tanti nuclei separati; per Hegel invece occorre
utilizzare la ragione, sola in grado di farci cogliere i nessi che
unificano il tutto; questa differenziazione tra intelletto e ragione
pone le basi per capire la razionalità del tutto. Mostralo tenendo
sullo sfondo il pensiero illuministico
4. Il punto di vista circa il valore della vita tra Schopenhauer ed Hegel
è diverso; nel primo la vita è dichiarata vana "meglio non esser mai
nati o, se nati, affrettarsi verso il nulla", nel secondo come viene
giustificata la vita?
Seconda batteria
5. Ti sembra che nel testo emerga un’individualità tesa a preservare
intatta la propria originalità? Quali parole del brano ti indicano
questa ipotesi di lavoro? Difendi la posizione da te assunta
6. L’ignoto non nasconde il caos, ma una nuova struttura razionale della
realtà che emerge dalla affermazione hegeliana: "tutto ciò che è
razionale è reale e tutto ciò che è reale è razionale"; dagli studi
fatti o servendoti della tua esperienza in quale maniera potresti
affermare che l’ignoto è razionale?
7. Tre riferimenti culturali si possono rapportare al pensiero hegeliano,
l’apologo di Menenio Agrippa (ogni classe sociale ha valore nello
Stato), il passo di S. Paolo nella Lettera ai Corinti (12, 12-31) (le
membra e il corpo) e la parabola del Vangelo dei tralci e della vite
(l'unità sta nella Comunione ecclesiale); te ne ricordi una sulla quale
fermare l’attenzione per applicarvi il modello di razionalità
hegeliano?
8. Kierkegaard si oppone alla dialettica hegeliana per aver questa messo
in secondo piano l’esistente; precisa i punti di contrasto tra i due
modi di intendere il soggetto
Terza batteria
9. Il brano tratta dell’unità nelle differenze; è un modello di
razionalità che può ben essere applicato a molti altri punti del
sistema hegeliano. Parlane
10. In quale modo la dialettica è una strategia della ragione utile allo
sviluppo della individualità; Lo puoi scoprire anche al di fuori del
pensiero hegeliano?
11. La logica hegeliana è eraclitea e non aristotelica; in effetti in
Eraclito il ‘panta rei’ è la contraddizione nella quale ogni essere è
immerso, mentre in Aristotele A è sempre uguale ad A; accettando la
posizione di Aristotele la realtà sarebbe, secondo Hegel, statica; la
dinamicità allora deriva dalla dialetticità del reale; partendo dalla
metafora del boccio, del fiore e del frutto, metti in risalto la logica
hegeliana e contrapponila a quella aristotelica
12. Perché si può definire il processo di Hegel circolare e non lineare?
Quello di Fichte, invece, si può definire lineare e non circolare;
perché?
Quarta batteria
13. La dialettica triadica appare anche nel passo che ti è stato assegnato;
come può essere applicata all’interno del pensiero hegeliano?
14. Meccanicismo e finalismo; due volti di uno stesso mondo; a tuo giudizio
quale dei due è quello prefigurato da Hegel? A quali conseguenze porta
il primo; ed il secondo?
15. L’Assoluto di Hegel è ben diverso dalla notte in cui tutte le vacche
sono grigie; quali sono le differenze tra il tutto di Hegel e quello di
Schelling?
16. Ad ogni ostacolo che viene superato, ad ogni contraddizione che viene
confutata, la propria identità paradossalmente si fortifica perché
ingloba l’alterità; ma non è forse la stessa posizione di Fichte?
Quinta batteria
17. Nel meccanicismo il tutto è una somma di parti, nel finalismo le parti
vivono illuminate dal tutto; dal brano ti sembra che Hegel difenda il
finalismo o il meccanicismo? da quali parole del brano ricavi questa
posizione? rapportala al pensiero globale di Hegel mostrando la
funzione di questo finalismo nell’ambito dell’evoluzione della storia
18. Logos e polemos: razionalità e guerra; il soggetto deve accettare la
lotta se vuole che emerga la razionalità; Hegel giustifica la guerra
come evento razionale; questa affermazione ha dei risvolti inquietanti
o è quietiva per la mente umana?
19. Panlogismo da una parte e singolarità dall’altra; quando mai si
ritroveranno alla stessa tavola Hegel e Kierkegaard? immaginali in
discussione tra loro.
20. In Herbart la realtà sarebbe composta da una molteplicità di reali
mentre in Hegel i tre reali boccio-fiore-frutto sono solo l’emergere di
un tutto che vi sta sotto; metti in risalto le differenze tra i due
modi di pensare.
Sesta batteria
21. Morte perpetua uguale a vita rinnovata; da quali parole del brano
emerge questa visione? Tutto il sistema hegeliano è impregnato di
questa scansione; finirà mai questa dialettica o sarà continua?
22. Immergersi nell’ignoto è un transitare verso, un travalicare; tutto il
sistema hegeliano è pervaso da questa visione; che cosa significa per
Hegel tale affermazione? e per il giovane odierno?
23. La dialettica hegeliana la si può definire triadica, mentre quella
fichtiana no; perché?
24. Paradossalmente l’uomo diventa libero quando non ha paura della morte
del proprio presente, quando non teme l’alterità, quando non ha terrore
dell’ignoto o della contraddizione; la posizione di Kierkegaard ti
sembra simile o diversa? Sostieni la tua tesi.
Settima batteria
1. Ogni morte è l’inizio di una nuova vita (fiore che vive sulla morte del
boccio) per cui occorre che il boccio muoia se vuole che viva la
pianta; nel sistema hegeliano si dovrebbe ammettere la morte dell’idea
in sé; che cosa ne dici?
2. La guerra sembra essere la sola igiene del mondo; in effetti la logica
hegeliana mette in primo piano la contraddizione, la negazione, la
morte del soggetto (A) perché il suo contrapposto (non-A) possa
esistere; a quali conclusioni può portare un simile atteggiamento?
3. Il recupero della storia non è solo opera di Hegel, ma anche degli
altri idealisti; per quale ragione costoro guardano al passato con
occhio benevolo?
4. Oggettivazione della Ragione (Hegel) ed oggettivazione della Volontà
irrazionale (Schopenhauer); due modi diversi di rapportarsi alla
natura; come fanno a difendere le loro posizioni i due filosofi? Metti
in parallelo le due posizioni
Ottava batteria
5. Il nuovo non è mai completamente tale perché ritrova sempre le proprie
radici nel passato, nella memoria; infatti ciò che trapassa si conserva
come tenue ombra; ti sembra che questa affermazione esca dal brano che
ti è stato consegnato? Se si applica questa convinzione hegeliana alla
storia dell’uomo che cosa ne esce? (analizza sia la storia dei fatti
sia quella delle idee).
6. Dice Bodei che la Fenomenologia non è solo una catabasi (uno
sprofondare nella notte della autocoscienza); è anche un fare
esperienza delle tappe del sapere di sé, è una sequenza di un viaggio
di scoperta; prendendo il boccio come punto di riferimento conduci un
percorso che porti ad evidenziare (all’interno del sistema hegeliano)
questo fare esperienza della coscienza e poi rifletti su come possa
questo schema applicarsi anche alla vita quotidiana dei giovani d’oggi.
7. Il principio di identità contrasta con il pensiero hegeliano anche se
visto, al di là di Aristotele, in Herbart; con un dialogo metti in
evidenza le due posizioni (i soggetti dialoganti sono Herbart e Hegel).
8. Ottimismo rivolto al progresso e pessimismo rivolto alla irrazionalità
della esistenza; due modi di intendere la vita del tutto; a quali
filosofi ci si riferisce e quali sono le motivazioni con cui essi
sostanziano le proprie posizioni i due filosofi?
Nona batteria
9. Hegel, superando la parzialità del reale affermata
dall'intellettualismo illuministico, concepisce ogni manifestazione
come espressione correlata con il tutto, necessaria perché il tutto si
realizzi, strumento (stazioni prefissate dirà in altra parte della
Fenomenologia) di questa realizzazione è l'intero. Questo intero viene
inteso come statica realizzazione finale, come punto di arrivo, o come
processo di un continuo divenire? Porta a sostegno della tua tesi delle
affermazioni hegeliane.
10. L'intero è un divenire, non una stasi e la sua anima è la
contraddizione; convalida questo assunto del pensiero hegeliano con
riferimenti alla vita umana nel suo complesso.
11. In Hegel la dialettica è l’anima del divenire; anche in Marx la
dialettica è l’anima del divenire; eppure sono su fronti opposti; qual
è il punto fondamentale che separa questi due filosofi?
12. Lo schema biologico del sapere, che legge la crescita del sapere come
un passaggio da una età (età degli dei, degli eroi, degli uomini di
Vico e stadio teologico, metafisico, positivo di Comte) ad un’altra, in
quale modo può essere paragonato alla fenomenologia dello spirito di
Hegel?
Decima batteria
13. Immaginando di dover ricostruire il modello hegeliano con le seguenti
affermazioni, da quale partiresti per esporlo? Ricostruisci il modello
di razionalità hegeliano
*
*
*
*
le singole parti esistono solo in funzione del tutto;
importante è l'intero dove ogni parte contraddice la precedente;
ogni parte prepara la successiva;
è un processo dialettico.
1. Ciò che si realizza, in quanto manifestazione di ciò che "doveva"
realizzarsi, è più importante delle singole parti che lo hanno
preceduto? Spiegane non solo i motivi, a partire dalla metafora che ti
è stata data, ma anche i risvolti positivi e/o negativi se questo
schema viene ad essere applicato alla vita sociale e politica odierna.
2. Anche il sapere (lo spirito), come la pianta, procedendo in un cammino
dove il tutto ha maggiore importanza delle singole parti, finirà per
diventare assoluto; come si manifesta questo tutto e quale differenza
esiste con il tutto di Schelling?
3. In Hegel ragione e volontà sono in simbiosi, la seconda in funzione
della prima; non così, invece in Blondel per il quale volontà e
pensiero sono in dissidio costante; sostieni con riferimento a passi
letti in classe le due argomentazioni.
Undicesima batteria
4. Rapportando i passaggi del boccio-fiore-frutto alla storia si può fare
una considerazione: essa sembra essere la manifestazione di un
percorso; si può parlare di ‘un avvento’ o di ‘una serie di eventi’? A
reggere i fatti che accadono c’è un perché, c’è una struttura
sottostante? Il percorso è concatenato, la realtà è mossa da una
razionalità che aspetta solo di essere portata alla luce? Parlane con
riferimenti testuali.
5. La dialettica che si scopre all’interno del processo
boccio-fiore-frutto è uno schema attraverso cui leggere i fatti o
risiede nella realtà dei fatti? Se è solo uno schema ha dei risvolti
che vanno precisati; se invece risiede nella realtà vanno precisate le
conseguenze sul piano della vita umana
6. Partendo dalla metafora del boccio, si può ricavare che, sotto sotto,
c’è la cosiddetta ‘astuzia della ragione’ che attua i suoi fini
attraverso gli individui; se si porta questa astuzia all’interno dello
Stato, quale funzione assume il cittadino? E come si pone Marx al
riguardo?
Il tutto di Hegel, l’intero di cui parla nel passo che ti è stato assegnato
può essere la manifestazione di un modello di razionalità che può essere
portato, in più vasta scala, fuori dal mondo hegeliano, nella storia degli
uomini politici del secolo presente; sapresti riferirti a qualche fatto in
particolare?