L’ AFRICA OCCIDENTALE SOTTO ASSEDIO
“BAMBINI ORFANI STIGMATIZZATI, SCUOLE CHIUSE, CITTA’ DA CUI
NON SI PU0’ ENTRARE E USCIRE, CLINICHE E OSPEDALI
ABBANDONATI DAI MEDICI. QUI E’ UN INFERNO!!”
Milano, 11 settembre 2014 - L'epidemia continua a mietere vittime. Un’onda letale, che sembra
inarrestabile, ha determinato un tasso di mortalità del 52%. Si va dal 42% in Sierra Leone, al 66%
in Guinea. Più del 40% del numero totale dei casi di malattia si sono verificati negli ultimi 21 giorni.
Guinea.
Su 771 casi sospetti, 494 sono le morti accertate. Mentre molte persone hanno seguito i consigli
dati dagli operatori sanitari, dalle autorità governative, dai leader religiosi attraverso comunicazioni
e incontri di sensibilizzazione, aumenta il numero di coloro che continuano a ritenere le
informazioni false o a pensare si tratti di propaganda politica. La ragione di questo preoccupante
fenomeno è che, nonostante l'elevato numero di vittime registrate nel paese, il virus ha finora
gravemente colpito solo alcune comunità.
Il Ministero della Salute sta lavorando con l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e altri
partner per attuare rigide misure di controllo dei focolai e per prevenire la diffusione.
All'inizio di agosto, il Presidente ha dichiarato lo Stato di Emergenza ma i funzionari della Sanità
lamentano la riluttanza dei cittadini nel collaborare e la prassi consueta di nascondere, in casa, i
pazienti affetti dal virus. Per combattere l'epidemia, il Governo ha implementato alcune misure, tra
cui il dispiegamento di forze militari nelle zone di frontiera, la fornitura di materiali protettivi e delle
attrezzature mediche.
Un team multidisciplinare è stato costituito per sensibilizzare le comunità sulla prevenzione e il
controllo dell'epidemia.
“Fino ad oggi, nessun caso di contagio è stato fortunatamente registrato tra i nostri beneficiari. Non
appena si è diffusa l'epidemia nel paese abbiamo adottato una serie di iniziative per salvaguardare
bambini, ragazzi e tutto il personale nelle zone di Conakry, Kankan, N'Zérékoré e Labe. Abbiamo
organizzato incontri di sensibilizzazione per le comunità e distribuito saponi e disinfettanti. Ora
Tutte le famiglie SOS seguono le misure preventive necessarie: il frequente lavaggio delle mani
con l'uso di acqua e sapone, la frizione delle mani con soluzione alcolica, l’utilizzo del
disinfettante. Le scuole elementari e secondarie sono ancora chiuse. Mancano termometri,
disinfettanti, guanti, secchi, sapone, cloro, polverizzatori e kit per la diarrea” – racconta il direttore
nazionale.
Sierra Leone.
396 sono i morti su 1.115 casi di persone che hanno contratto il virus. 240 pazienti sono
sopravvissuti al virus e sono stati dimessi. L’unico quartiere che non ha registrato casi di Ebola è
quello di Koinadugu.
Tutti i nostri progetti e programmi SOS a Freetown sono considerati sicuri e tutti i nostri bambini,
ragazzi e collaboratori stanno bene. Il Governo non è intervenuto tempestivamente con la fornitura
di materiale. Questo fatto, aggiuntosi alla mancanza di attenzione da parte della comunità, ha
determinato un aumento dell’epidemia.
A partire dal 3 settembre, tutto il personale impiegato nei progetti e programmi SOS è a casa fino a
nuovo avviso, per ridurre i movimenti dentro e fuori le nostre strutture. La situazione verrà
riesaminata periodicamente. Tutte le attività sono sospese fino a nuovo avviso fatta eccezione la
distribuzione di materiali medici e la fornitura di strumenti di prevenzione. I collaboratori, le Mamme
SOS, i bambini e i ragazzi non possono allontanarsi dal Villaggio SOS fino a nuova disposizione.
“Abbiamo chiuso le scuole SOS che riapriranno solo per decreto ministeriale. Stiamo raccogliendo
e distribuendo materiali di supporto e forniture mediche a 2500 beneficiari. Mancano rifornimenti di
disinfettanti per le mani, sapone antisettico. I prezzi sono aumentati del 100%. Scarseggia il cibo” –
dichiara il Direttore Woode.
Il presidente Ernest Bai Koroma ha dichiarato l’Emergenza nazionale per consentire al governo di
allargare i programmi di prevenzione a tutti i distretti. Quelli di Kailahun e Kenema e le città nella
zona di Bo sono in quarantena sotto la supervisione di forze militari. “Abbiamo donato riso, latte,
zucchero, olio da cucina, secchi, tazze, dentifricio e sapone a queste comunità e aiuteremo 165
bambini e ragazzi rimasti orfani a causa della malattia. Per loro il problema è quello della
stigmatizzazione. Nessuno li vuole, hanno tutti paura” – continua Woode - "Come sempre per i
bambini è più difficile. Mancano cure adeguate e una politica che li preservi dalle emergenze”.
Sono stati confermati 44 casi nella città di Makeni, dove abbiamo il nostro terzo Villaggio SOS. 6
posti di blocco, sorvegliati da entrambe le forze di polizia, garantiscono che tutte le persone in
entrata e in uscita vengano sottoposte a screening per i sintomi correlati al virus. 750 sono i soldati
dispiegati nelle regioni più colpite per aiutare gli operatori sanitari a lavorare in modo efficace ed
efficiente.
“Siamo in stato di guerra! Le banche sono aperte per poche ore, le moto non possono transitare
dalle 19:00 per paura che vengano trasportati casi sospetti da un luogo all'altro. I taxi non possono
portare più di tre i passeggeri. Sono vietati tutti gli incontri pubblici tranne quelli rivolti alla
sensibilizzazione in cui deve essere presente almeno un membro del Ministero della Sanità. Tutte
le discoteche, i locali notturni, i pub, i centri commerciali e i cinema sono stati chiusi fino a nuovo
avviso. Anche le cliniche e gli ospedali sono stati chiusi. Per cercare di motivare gli infermieri e i
medici a presentarsi al lavoro, il governo ha recentemente aumentato gli stipendi e le indennità di
rischio previsti” - conclude Woode.
Liberia
La Presidente Ellen Johnson Sirleaf ha visitato il Centro Medico SOS di Monrovia, l’unico ancora
operativo 24 ore al giorno. Ieri il numero dei morti era di 1.224; quasi la metà dei decessi dell’Africa
occidentale, secondo il Washington Post.
Sirleaf è arrivata poco dopo 15.00 e ha incontrato il personale di SOS che gestisce l'unico centro
medico della capitale. "Sono venuta a dire grazie per il vostro duro lavoro. So perfettamente cosa
stiate facendo per il nostro Paese. Voi siete una delle poche strutture mediche ancora aperte al
pubblico. Tutto il settore sanitario ha ceduto sotto l’emergenza Ebola. Molti operatori sanitari sono
malati o non si presentano al lavoro per mancanza di materiali protettivi adeguati”.
La clinica SOS non tratta i pazienti sospettati di avere contratto il virus. Vengono infatti trasferiti in
strutture adeguate a trattare la malattia.
La BBC ha riportato le affermazioni del ministro della difesa liberiano, Brownie Samukai, che ha
riferito ai membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite: "In Liberia mancano infrastrutture,
le capacità logistiche, le competenze professionali e le risorse finanziarie per affrontare
efficacemente questa malattia. La Liberia sta affrontando una seria minaccia per la sua esistenza
nazionale”.
In tutti gli spazi e strutture SOS sono state adottate le seguenti misure preventive:
•
Sensibilizzazione sulla malattia e su come fermare la sua diffusione
•
Come utilizzare l’abbigliamento e i materiali di protezione
•
Tenere traccia di qualsiasi sintomo di Ebola
•
Collaborazione con il Ministero della Sanità in materia strategie necessarie per affrontare e
combattere il virus
SOS Villaggi dei Bambini è la più grande organizzazione a livello mondiale, impegnata nel sostegno di bambini privi di cure familiari o
a rischio di perderle. Nasce nel 1949 e, ad oggi, è la sola Associazione che ha la capacità di accogliere, all’interno dei suoi Villaggi
SOS, 82.300 bambini, ai quali garantisce istruzione, cure mediche e tutela in situazioni di emergenza. Promuove programmi di
supporto alle famiglie in stato di necessità ed è presente in 134 paesi e territori nel mondo, dove aiuta quasi 2.000.000 di persone. In
Italia è membro dell’Osservatorio nazionale per l’infanzia e l’adolescenza e aiuta 642 bambini e ragazzi e le loro famiglie attraverso 7
Villaggi SOS - rispettivamente a Trento, Ostuni (BR), Vicenza, Morosolo (VA), Roma, Saronno (VA) e Mantova - e un Programma di
rafforzamento familiare a Torino, rivolto alle famiglie in stato di necessità. Sostiene, inoltre, il Centro Estivo Internazionale SOS di
Caldonazzo (TN). www.sositalia.it