“ LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO STRESS LAVORO-CORRELATO, RUOLO DEL MEDICO COMPETENTE” Fare acquisire ai medici competenti abilità e capacità relazionali nei confronti dei soggetti della prevenzione in ambito di lavoro, con presentazione e discussione di casi di disagio lavorativo. Marco Boccoli - Ausl della Romagna 28 novembre 2016 Tecnopolo dell'Università di Ferrara Via Saragat n. 13 - Ferrara LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO STRESS LAVORO-CORRELATO, RUOLO DEL MEDICO COMPETENTE • 8,30–8,45: Registrazione e Presentazione del corso – Dott. Valerio Parmeggiani - Dott.ssa Maria Cristina Rometti; • 9,00 –11,30: Piano Regionale della Prevenzione, La valutazione del rischio stress lavoro-correlato, strumenti di rilevazione check-list INAIL, importanza e ruoli del medico competente - Dott. Marco Broccoli • 11,30–13,00 presentazione casi – studio – Dott. Marco Broccoli Ruolo Significato e caratteristiche del ruolo in una rete di relazioni sociali Cos’è il “ruolo” • L'insieme delle NORME e delle aspettative che convergono su un individuo in quanto occupa una determinata POSIZIONE in una più o meno strutturata rete di RELAZIONI SOCIALI, ovvero in un SISTEMA SOCIALE. • Norme e aspettative provengono dagli individui che occupano le posizioni collegate a quella del soggetto; esse hanno per questi carattere esterno, oggettuale, in varia misura obbligante e costrittivo; sono suscettibili di diverse interpretazioni, e a seconda della situazione possono essere in varia misura rispettate o ignorate o evase. • Il loro insieme, il RUOLO, non deve essere confuso con il modo in cui l'individuo che occupa una data posizione effettivamente agisce; questo si dirà comportamento di ruolo, e il grado in cui questo si avvicina o meno al RUOLO è detto grado di conformità o, all'opposto, di DEVIANZA. Luciano Gallino. Dizionario di Sociologia. UTET. Segmento di ruolo e conflitto intra ruolo Aspettative Lavoratore Datore di lavoro RLS SPP Vigilanza Specialisti INAIL Centro medico altri… • Per settore o segmento di ruolo si intendono le norme e aspettative che provengono da una singola posizione; poiché ogni ruolo è in genere costituito da più segmenti, può avvenire che le norme provenienti dalla posizione A siano in contrasto con quelle provenienti dalla posizione B o da altre. • In questo caso si parla genericamente di conflitto di ruolo; sarebbe tuttavia preferibile parlare di conflitto intra-ruolo. Luciano Gallino. Dizionario di Sociologia. UTET. Diversi ruoli e conflitto inter -ruolo Cittadino Coordinatore / coordinato / centro servizi sanitari MC Altre professioni mediche Componente di una famiglia Società scientifiche Luciano Gallino. Dizionario di Sociologia. UTET. • Conflitto inter-ruolo interviene quando non segmenti di un singolo ruolo, bensì i diversi ruoli che una persona può svolgere (p. es., di maestro, di padre, di iscritto a un partito) sono in contrasto tra loro, in quanto tendono a sottrarsi a vicenda tempo, energie, fedeltà, interessi del soggetto. Ambiguità di ruolo – Pervasività di ruolo • Ambiguità di ruolo: Se il grado di specificazione cade al disotto di una certa soglia, variabile a seconda degli attributi del soggetto, di modo che questi non riesce a capire che cosa ci si attende da lui. • Pervasività del ruolo: Il numero, l'importanza e la profondità dei tratti della personalità impegnati in qualche modo dall'esercizio di un ruolo: certi ruoli coinvolgono gli strati profondi della personalità, altri li sfiorano appena. Luciano Gallino. Dizionario di Sociologia. UTET. Ruoli “strutturati” • La specificazione di un ruolo tende a essere maggiore, il conflitto di ruolo minore, le sanzioni più gravi, la pervasività più elevata, e la norma più impersonale, dovunque prevalgono condizioni di questo tipo: a) il gruppo (o i gruppi dominanti in un sistema di grande scala) si sente minacciato da forze esterne; b) i gruppi dominanti nel sistema si sentono minacciati da forze interne, per lo più derivanti da sviluppi più o meno contraddittori del sistema stesso; c) il gruppo o il sistema sono orientati verso scopi ben definiti e largamente accettati, in cui è evidente una componente morale; d) sussistono esigenze precise di pianificazione e di programmazione; e) il gruppo o il sistema è vincolato globalmente dalla scarsità di risorse, ovvero da obblighi precisi nei confronti di altri gruppi. Luciano Gallino. Dizionario di Sociologia. UTET. Conformità di ruolo • L'effetto principale di un ruolo consiste nel regolare, e quindi nel rendere prevedibile e integrabile con altri, il comportamento del soggetto. • La coincidenza tra ruolo e comportamento di ruolo è massima allorché il ruolo è istituzionalizzato, è minima quando l‘istituzione cui il ruolo si collega è in crisi. • D'altra parte non è mai dato osservare una totale conformità di un soggetto a tutti i suoi ruoli, poiché lo stress sarebbe eccessivo; Luciano Gallino. Dizionario di Sociologia. UTET. Il ruolo struttura la personalità • L'esistenza di ruolo è una condizione necessaria per la formazione della personalità stessa. • La stima di sé, il senso di decenza e di vergogna e le occasioni in cui essi si provano, le emozioni, i sentimenti, sono in notevole misura il prodotto della interiorizzazione di ruolo, ossia delle aspettative e prescrizioni di comportamento che molti giudicano utili, adeguati, «giusti». Luciano Gallino. Dizionario di Sociologia. UTET. Tra conservazione ed evoluzione • Se a livello sistemico, l'esistenza di ruoli ben strutturati ed efficaci, anche se limitatamente interiorizzati, ha di solito per effetto di migliorare il funzionamento del sistema (dal punto di vista di questo) sia nel conseguire i suoi scopi, sia nell'impiego delle risorse, sia nel limitare le tensioni tra i suoi componenti, la presenza di ruoli fortemente strutturati può essere di ostacolo all'evoluzione del sistema stesso, o ad una sua trasformazione più o meno radicale; e quando all'interno di esso si sviluppino forze in tale direzione, possono seguirne gravi tensioni. Luciano Gallino. Dizionario di Sociologia. UTET. Stress lavoro correlato Definizione Lazarus e Folkman: definizione di stress “Una relazione tra persona e ambiente, percepita e valutata dal soggetto come eccedente le sue risorse, e in grado di mettere in pericolo il suo benessere”. (Lazarus e Folkman) “Una risposta psicofisica che occorre quando le richieste del lavoro superano le risorse o le capacità del lavoratore di farvi fronte o di scontrano eccessivamente con i suoi bisogni”. (Eurofound 2010; NIOSH 1999) Definizione di work stress nell’Accordo Europeo Lo stress è uno stato che comporta disturbi e disfunzioni di natura fisica, psicologica o sociale, e crea effetti sugli individui che si ritengono incapaci di colmare le lacune con i propri requisiti o le aspettative riposte su di loro. L’individuo è in grado di fare fronte ad esposizioni di breve durata a pressioni, che possono essere considerate positive, ma ha grande difficoltà nel fare fronte ad esposizioni di intensa e prolungata pressione. Inoltre, gli individui possono reagire diversamente alle situazioni simili e lo stesso individuo può reagire diversamente alle situazioni simili in tempi (periodi) differenti della sua vita. Lo stress non è una malattia, ma l’esposizione prolungata ad esso può ridurre l’efficacia sul lavoro e può causare problemi alla salute. Responsabilità sociale • ff) «responsabilità sociale delle imprese»: integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed ecologiche delle aziende e organizzazioni nelle loro attività commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate. (D.Lgs 81/08 art.2 – Definizioni) Ruolo Ruolo come fattore psicosociale di benessere o stress Ruolo come fattore psicosociale di stress sul lavoro • Conflitto di ruolo: – Aspettative contrastanti da una stessa persona (es. richiesta di essere rapido e accurato); – Aspettative in parte non compatibili da persone diverse; – Aspettative in contrasto con i valori e le credenze; – Troppe aspettative o troppo complesse; – Conflitto lavoro famiglia. Fraccaroli F., Balducci. C. Stress e rischi psicosociali nelle organizzazioni. Il Mulino. Ruolo come fattore psicosociale di stress sul lavoro • Ambiguità di ruolo: – Informazioni trasmesse sono inadeguate (confuse, generiche) – Incertezza sulle conseguenze dei comportamenti attesi (es. neoassunto) Fraccaroli F., Balducci. C. Stress e rischi psicosociali nelle organizzazioni. Il Mulino. Ruolo come fattore psicosociale di stress sul lavoro • Responsabilità per le persone (professioni di aiuto o che chiedono di fare scelte che possono influire sul destino degli altri). • Posizione gerarchica ricoperta nell’organizzazione (condizioni peggiori per i ranghi più bassi dell’organizzazione). Fraccaroli F., Balducci. C. Stress e rischi psicosociali nelle organizzazioni. Il Mulino. Rischi psicosociali: natura e caratteristiche del lavoro • Carico del lavoro (quantità, complessità, sovraccarico, sottocarico, interruzioni non desiderate) • Contenuti del lavoro (cognitivo, relazionale/emotivo, fisico, Taylorismo, scarso feedback e incertezza) • Orario di lavoro (turni, straordinario, rigidità, imprevedibilità) • Controllo sul lavoro (quando, dove, come) Fraccaroli F., Balducci. C. Stress e rischi psicosociali nelle organizzazioni. Il Mulino. Rischi psicosociali: contesto organizzativo e sociale • Ruolo nell’organizzazione (conflitto, ambiguità) • Cultura dell’organizzazione (modalità di gestione del cambiamento, approccio partecipativo, rigida imposizione) • Sviluppo di carriera (opportunità di promozione, di apprendimento e sviluppo personale, insicurezza lavorativa) • Relazioni interpersonali (supporto sociale, stile di leadership, mobbing) • Giustizia organizzativa (distributiva/ricompensa, procedurale/decisioni, interazionale/comunicazione) Fraccaroli F., Balducci. C. Stress e rischi psicosociali nelle organizzazioni. Il Mulino. Lista di controllo per valutazione preliminare (Manuale Inail ricerca) Questionario strumento indicatore (Manuale Inail Ricerca) Coordinamento tecnico interregionale della prevenzione nei luoghi di lavoro Stress lavoro correlato Gennaio 2011 Principi generali • 1. la valutazione è promossa e gestita dal datore del lavoro e/o dal top management; • 2. l’oggetto della valutazione è l’organizzazione del lavoro: gli elementi che possono costituire fattori di stress lavoro-correlato e la loro percezione da parte dei lavoratori; • 3. il processo è orientato alle soluzioni, soprattutto soluzioni di tipo collettivo, a forte valenza preventiva; • 4. la valutazione si impernia sulla partecipazione effettiva dei lavoratori attraverso un processo di coinvolgimento dei lavoratori e/o dei loro rappresentanti; • 5. va garantita sempre e comunque la centralità degli attori interni della prevenzione (RSPP, Medico competente, RLS); • 6. la valutazione deve integrarsi nel processo complessivo di valutazione dei rischi e nel relativo documento ed inserirsi nel programma generale di prevenzione e protezione aziendale con il relativo piano attuativo. Quale percorso • 1) Azioni propedeutiche che comprendono: – individuazione dei soggetti aziendali, eventualmente affiancati da consulenti esterni, che partecipano al processo di valutazione (costituzione del team di valutazione); – scelta dello strumento di valutazione (metodo da seguire); – formazione dei soggetti valutatori, sul metodo scelto, se necessaria; – individuazione dei gruppi omogenei/partizioni organizzative in cui suddividere l’azienda, in ragione dell’effettiva organizzazione aziendale; – definizione delle modalità con cui sentire i lavoratori o gli RLS\RLST, in relazione alla valutazione dei fattori di contesto e di contenuto. Quale percorso • 2) Valutazione preliminare. • 3) Individuazione e attuazione degli interventi correttivi, se necessari, in base ai risultati della valutazione preliminare. • 4) Verifica dell’efficacia degli interventi attuati. • 5) Valutazione approfondita, ove gli interventi correttivi siano risultati inefficaci. • 6) Individuazione e attuazione di ulteriori interventi correttivi, se necessari, in base ai risultati della valutazione approfondita. • 7) Monitoraggio e aggiornamento della valutazione. Informazione e sensibilizzazione dei lavoratori per favorire la partecipazione. Obbligo di informazione e formazione ai sensi dell’art. 36 e 37 del D. Lgs 81/08. La partecipazione dei lavoratori (ruolo degli RLS) Al momento della pianificazione della valutazione: deve essere consultato preventivamente nella individuazione del percorso e dei metodi valutativi; contribuisce alla pianificazione della valutazione con particolare riguardo alla individuazione dei gruppi omogenei o delle partizioni organizzative. Nella fase di valutazione preliminare: contribuisce attivamente (non come osservatore) alla valutazione attraverso check-list; raccoglie informazioni dai lavoratori sui fattori di contesto/contenuto (non la percezione soggettiva, ma il riscontro oggettivo degli elementi valutati dalla check-list); partecipa alla individuazione delle soluzioni. Nella fase di valutazione approfondita: favorisce la partecipazione dei lavoratori; partecipa alla individuazione delle soluzioni. Approccio “bisogna farlo” CARATTERISTICHE DELL’OPERATORE Orientato al tema Orientato alla prestazione OBIETTIVI Avere documenti firmati e pochi fastidi CONDIZIONI DI ESECUZIONE Negazione del tema ATTIVITA’ Stimolo / Abbandono Esecuzione richieste DdL CONSEGUENZE PER L’OPERATORE Soddisfazione / delusione / crescita Burocratizzazione dell’approccio PRESTAZIONE Contributi facilitanti Firme e schermo Approccio “ho convenienza” CARATTERISTICHE DELL’OPERATORE Orientato al tema Orientato alla prestazione OBIETTIVI Benessere organizzativo CONDIZIONI DI ESECUZIONE Orientati alla promozione della persona ATTIVITA’ Stimolo Esecuzione richieste DdL CONSEGUENZE PER L’OPERATORE Soddisfazione / impegno / crescita PRESTAZIONE Contributi facilitanti Adempimenti normativi Ruolo del medico competente Accordo europeo e Commissione consultiva Non si cita la sorveglianza sanitaria Malattie per le quali è obbligatoria la denuncia (Decreto Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale – 14 gennaio 2008) Lista II – Malattie la cui origine lavorativa è di limitata probabilità Gruppo 7 – Malattie psichiche e psicosomatiche da disfunzioni dell’organizzazione del lavoro Lavorazioni / esposizioni 01 DISFUNZIONI DELL’ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO (costrittività organizzative (°)) Malattie Codice identificativo MALATTIE PSICHICHE E PSICOSOMATICHE DISTURBO DELL’ADATTAMENTO CRONICO ( con ansia, depressione, reazione mista, alterazione della condotta e/o della emotività, disturbi somatiformi II.7.01. F43.2 DISTURBO POST-TRAUMATICO DA STRESS II.7.01. F43.1 C.P. Art. 582 - Lesione personale Chiunque cagiona ad alcuno una lesione personale, dalla quale deriva una malattia nel corpo o nella mente, è punito con la reclusione da tre mesi a tre anni. Coordinamento tecnico interregionale della prevenzione nei luoghi di lavoro Stress lavoro correlato e ruolo del Medico Competente Gennaio 2011 H- IL MEDICO COMPETENTE E LA SORVEGLIANZA SANITARIA H.1 Per lo stress lavoro correlato ricorre l’obbligo di sorveglianza sanitaria ? • Ad oggi nell’ambito delle disposizioni normative vigenti non esiste una previsione esplicita di obbligo di sorveglianza sanitaria per i lavoratori esposti al rischio da stress lavorocorrelato. • La sorveglianza sanitaria, infatti, non costituisce una misura d’elezione per tale tipo di rischio, dovendo invece privilegiare gli opportuni interventi sull’organizzazione del lavoro rivolti a ridurre o limitare il rischio. • Va comunque ricordato che sono sempre possibili le visite mediche su richiesta del lavoratore, nel caso previsto dall’art. 41 comma 1 lett. b D.Lgs. 81/08. H.2 Qual è il ruolo del medico competente in relazione allo stress lavoro-correlato ? • Nelle aziende in cui è presente il medico competente (perché nominato in relazione ad altri rischi che comportano l’obbligo di sorveglianza sanitaria), questi, oltre ad effettuare le visite mediche a richiesta dei lavoratori, deve collaborare con il datore di lavoro alla valutazione anche del rischio da stress lavoro-correlato e alla predisposizione delle misure di tutela, come previsto dall’art. 25 comma 1 lett. a del D.Lgs. 81/08. H.2 Qual è il ruolo del medico competente in relazione allo stress lavoro-correlato ? • Tale collaborazione consiste in: 1. partecipare al team di valutazione per l’identificazione dei gruppi omogenei; 2. fornire i dati di propria competenza relativamente agli eventi sentinella; 3. partecipare al team di valutazione per la compilazione delle check list osservazionali; 4. applicare eventuali strumenti di valutazione approfondita del rischio (es. questionari) se in possesso di adeguata formazione; 5. contribuire all’individuazione delle misure correttive, in particolare per i fattori organizzativi stressogeni che sono maggiormente collegati ad aspetti biologici (es. ritmi e turni di lavoro); 6. partecipare alla gestione dei casi individuali che dovessero emergere sia come visite a richiesta, sia con altre modalità, secondo le procedure stabilite dall’azienda; 7. partecipare ad iniziative aziendali di promozione della salute rispetto a patologie correlate allo stress, con particolare attenzione alle differenze di genere e di età, nell’ottica della responsabilità sociale dell’impresa. H.2 Qual è il ruolo del medico competente in relazione allo stress lavoro-correlato ? • Si sottolinea come sia importante mantenere una netta distinzione tra tre diversi piani di attività: a) raccolta, ai fini della valutazione preliminare del rischio, di alcuni eventi sentinella (richieste di visite, segnalazioni di lamentele…); b) valutazione delle condizioni di ipersuscettibilità individuale, ai fini dell’espressione del giudizio di idoneità; c) eventuale raccolta e valutazione epidemiologica di disturbi e segni clinici stress-correlati, ai fini della valutazione approfondita del rischio H.3 Come vanno gestite le visite mediche a richiesta dei lavoratori ? • Tutte le richieste da parte dei lavoratori di visita medica straordinaria, anche se apparentemente non correlate allo stress da lavoro, costituiscono eventi sentinella che devono essere presi in considerazione per la valutazione del rischio e a tal fine devono essere registrate. H.3 Come vanno gestite le visite mediche a richiesta dei lavoratori ? • Il medico competente in relazione alle visite a richiesta del lavoratore per motivi connessi allo stress lavoro-correlato deve valutare l’idoneità lavorativa ed esprimere il conseguente giudizio, al pari di tutte le altre visite, allo scopo di tutelare con misure Previa individuali il lavoratore ipersuscettibile. valutazione rischio • Al tempo stesso, se emergono elementi che configurano una disfunzione dell’organizzazione del lavoro, il medico competente deve segnalarli al datore di lavoro per la revisione della valutazione del rischio relativa alla specifica situazione lavorativa e l’adozione di idonee misure correttive (art. 29, comma 3, D.Lgs 81/08).. H.4 In quali casi può essere opportuna la sorveglianza sanitaria dei lavoratori esposti a stress lavoro-correlato ? • La sorveglianza sanitaria, ancorché non obbligatoria, può essere legittimamente attuata dal datore di lavoro, come misura di prevenzione secondaria, quando la valutazione dei rischi ne evidenzi la necessità, in relazione all’obbligo di affidare i compiti ai lavoratori tenendo conto delle loro capacità e delle condizioni degli stessi in rapporto alla loro salute e sicurezza (art. 18, comma 1, lett. c D.Lgs. 81/08). • Nel caso del rischio da stress lavoro-correlato l’opportunità di attivare la sorveglianza sanitaria si può configurare quando, al termine dell’intero percorso di valutazione del rischio (valutazione preliminare, azioni correttive, valutazione approfondita, ulteriori misure di miglioramento) permane una condizione ineliminabile di stress potenzialmente dannosa. H.5 Quale protocollo per la sorveglianza sanitaria e quali criteri per i giudizi di idoneità sono raccomandati ? • Alla luce delle attuali conoscenze non appare opportuno inserire nella sorveglianza sanitaria indicatori di effetto subclinici (dosaggi ormonali) che non hanno un significato specifico. • Utile invece ricorrere alla rilevazioni di disturbi o patologie stresscorrelate, attraverso strumenti standardizzati di raccolta anamnestica, supportati, se del caso, da riscontri documentali o da accertamenti clinicostrumentali. • Quando si riscontrano effetti negativi sulla salute dei lavoratori riferibili a condizioni di stress lavoro-correlato, devono essere prioritariamente adottate misure correttive idonee a ridurre efficacemente il livello di rischio, evitando di medicalizzare gli interventi di prevenzione. • Occorre evitare di far ricadere sul lavoratore, in termini di giudizio di idoneità, le conseguenza dell’inadeguatezza dell’organizzazione del lavoro. In tal casi è l’organizzazione a non essere idonea e non il lavoratore. H.5 Quale protocollo per la sorveglianza sanitaria e quali criteri per i giudizi di idoneità sono raccomandati ? • Si può comunque verificare che, dopo aver adottato le misure possibili per contenere al massimo il rischio da stress lavorocorrelato, per alcuni lavoratori ipersuscettibili al rischio siano necessari ulteriori misure individuali da inserire come limitazioni o prescrizioni nel giudizio di idoneità. • Le condizioni di ipersuscettibilità sono generalmente legate all’esistenza di patologie per le quali è noto che lo stress costituisce un fattore causale o aggravante. Un utile riferimento è fornito dal documento di consenso della SIMLII del 2006, a cui si riferisce l’elenco di patologie in tab. 1. Tab. 1 - Disturbi e stati patologici correlabili a situazioni di stress Disturbi dell’apparato cardiocircolatorio ipertensione arteriosa, cardiopatia ischemica Disturbi gastrointestinali alterazioni della funzione intestinale, ulcera peptica, pirosi, colite Disturbi dell’apparato riproduttivo alterazioni del ritmo mestruale, amenorree Disturbi della sfera sessuale impotenza, calo del desiderio Disturbi dell’apparato muscoloscheletrico mialgie, dolori muscolo tensivi Disturbi dermatologici arrossamenti, prurito, sudorazione, dermatiti, orticaria, psoriasi Disturbi del sonno insonnia, incubi notturni, spossatezza al risveglio Disturbi neurologici Cefalee Disturbi psicologici (sfera emotivo/affettiva e intellettiva) ansia, depressione, attacchi di panico, irritabilità, apatia, crisi di pianto, disturbi della memoria, difficoltà di concentrazione I.5 Cosa si deve fare quando singoli lavoratori o gruppi di lavoratori si rivolgono ai servizi di prevenzione e vigilanza delle ASL per problematiche di stress lavoro correlato? • La segnalazione di problematiche di stress lavoro-correlato rappresenta una indicazione per un intervento di vigilanza volto a verificare se sia stata fatta correttamente la valutazione del rischio e se vi siano adeguate misure di prevenzione. • Nello stesso tempo i servizi di prevenzione e vigilanza si trovano a svolgere anche una funzione di ascolto per singoli o gruppi di lavoratori, che presentano situazioni di disagio imputabili a condizioni di stress lavorativo, e trovano nel servizio di prevenzione e vigilanza l’interlocutore di tutela privilegiato, se non a volte l’unico. • In questi casi risulta necessario fornire accoglienza e sostegno, analizzando la problematica presentata e ricercando una soluzione articolata che può prevedere il coinvolgimento del medico competente per la gestione di problemi di salute e/o l’invio del lavoratore a un centro diagnostico specialistico. Valutazione del rischio Sorveglianza sanitaria VALUTAZIONE, PREVENZIONE E CORREZIONE DEGLI EFFETTI NOCIVI DELLO STRESS DA LAVORO DOCUMENTO DI CONSENSO Volume 11 - 2006 Valutazione del rischio 1/2 Attività a rischio “noto” secondo letteratura Attività a rischio “non noto” secondo letteratura Conferma della effettiva presenza di fattori critici mirati nell’organizzazione Conferma della effettiva presenza di fattori critici mirati nell’organizzazione Sì No Sorveglianza medica epidemiologica una tantum come se rischio presente finalizzata alla conferma del rischio Sì Se NO stop Valutazione del rischio 2/2 Positività epidemiologica della sorveglianza sanitaria No Positività degli indicatori in singoli lavoratori (vedi flusso 2) Sì Sì Se NO stop Intervento mirato sui singoli lavoratori incluso giudizio di idoneità (valutazione caso per caso, non standardizzabile) Conferma del rischio SORVEGLIANZA SANITARIA SISTEMATICA Indicazioni del Medico Competente sulla opportunità di interventi sull’organizzazione del lavoro Sorveglianza sanitaria 1/3 1* VALUTAZIONE INDICATORI COMPORTAMENTALI (elenco esemplificativo) 2 VALUTAZIONE INDICATORI ORGANICI (elenco esemplificativo) 3* VALUTAZIONE DI 1° LIVELLO INDICATORI DISTURBI PSICHICI (elenco esemplificativo) A - Abuso di alcool, fumo, farmaci. Uso di droghe. B - Disturbi del comportamento alimentare (anoressia, bulimia) C - Aspetti relazionali (isolamento, aggressività, ecc. sul lavoro e fuori lavoro) D - Infortuni ripetuti E - Assenteismo cronico F - Irregolarità nell’eseguire l’orario di lavoro G - Qualità e quantità della risposta ai compiti richiesti H - ….. A - Ipertensione B - Coronaropatia C - Cenestesi (sudorazione, salivazione, cardiopalmo, disfunzioni termiche) D - Affezioni gastrointestinali E - ….. Valutazione di ansia, depressione, fobie Disturbi del sonno (Eventuali strumenti di screening utilizzabili dal Medico Competente) Sorveglianza sanitaria 2/3 No 1e2e3 negativi Sì STOP No Positivo solo 2 Positivi 1 e/o 3 +/- 2 Sì VISITE SPECIALISTICHE MIRATE STOP No Attribuzione a fattori solo extra professionali Sì Sorveglianza sanitaria 3/3 MALATTIA LAVORO CORRELATA Sì Diagnosi certa di MALATTIA No Segnalazioni secondo obbligo di legge Indicazioni del MC sulla opportunità di interventi sulla organizzazione del lavoro Attribuzione a fattori professionali quali causa o concausa efficiente e determinante No Attribuzione a fattori solo extra professionali Sì Intervento mirato sui singoli lavoratori incluso giudizio di idoneità (valutazione caso per caso non standardizzabile) Altri 3 punti • Esame psicodiagnostico per correlate la malattia al lavoro (centri specialistici). Tutti gli esami psicologici e specialistici devono essere coordinati dal medico del lavoro. • Sorveglianza epidemiologica. Rappresentatività statistica e consenso del lavoratore. Valutazione approfondita. • Approccio olistico, che parta dall’organizzazione e miri ad intervenire non solo a livello di singolo lavoratore, ma che si concentri soprattutto sulla progettazione (o ri-progettazione) del lavoro e della sua organizzazione. Ruolo del medico competente La valutazione e la prevenzione dei rischi da stress lavoro correlato: ruoli e proposte metodologiche. A cura del Gruppo “Ergonomia e Rischi Psicosociali in Emilia Romagna VIII Rapporto annuale su Salute e Sicurezza in Emilia-Romagna. Sicurezza, qualità del lavoro e rischi psico-sociali. Regione Emilia Romagna e Ausl di Bologna. 2010-2011 Obbligo di denuncia di malattia • • “L'inserimento nell'elenco delle malattie per le quali è obbligatoria la denuncia, ai sensi e per gli effetti dell'articolo 139 del DPR 1124/65, sia nell'attuale DM 14/01/2008 che nel precedente DM 27/04/2004, del "disturbo dell'adattamento cronico" e del "disturbo post traumatico cronico da stress", causati da disfunzioni dell'organizzazione del lavoro, come malattie appartenenti alla lista II (ovvero malattie la cui origine lavorativa è di limitata probabilità); Il pronunciamento da parte dell'INAIL che le "malattie psichiche e psicosomatiche da stress e disagio lavorativo, compreso il mobbing" sono forme che possono essere riconosciute dall'ente, sia pure con onere della prova a carico del lavoratore, ritenendo dunque che "... il rischio tecnopatico assicurativamente rilevante sia non solo quello collegato alla nocività delle lavorazioni, tabellate e non, ma anche quello riconducibile a particolari condizioni dell'attività e della organizzazione aziendale anche in assenza, allo stato attuale, di specifici riferimenti normativi di carattere prevenzionale" (allegato 1 alla circolare INAIL n.71/2003).” VIII Rapporto annuale su Salute e Sicurezza in Emilia-Romagna. Sicurezza, qualità del lavoro e rischi psico-sociali. Regione Emilia Romagna e Ausl di Bologna. 2010-2011 Collabora o non collabora? Obbligo MC • “E' necessario, inoltre, sottolineare alcuni aspetti poco chiari ed equivoci emergenti dal testo del Decreto Legislativo 81/2008. Il medico competente è sì chiamato a collaborare alla valutazione dei rischi (articolo 25), che deve comprendere anche i rischi collegati allo stress lavoro-correlato (articolo 28), tuttavia la collaborazione del medico competente alla valutazione del rischio appare condizionata dall'articolo 29 che, al comma l, afferma che "il datore di lavoro effettua la valutazione ed elabora il documento di cui all'articolo 17, comma l, lettera a, in collaborazione con il responsabile del servizio di prevenzione e protezione e il medico competente, nei casi di cui all'articolo 41" e quindi la collaborazione del medico competente appare subordinata alla sussistenza dei casi in cui si attua la sorveglianza sanitaria (tra questi casi non sono però contemplati i rischi collegati allo stress lavoro-correlato).” Obbligo DdL VIII Rapporto annuale su Salute e Sicurezza in Emilia-Romagna. Sicurezza, qualità del lavoro e rischi psico-sociali. Regione Emilia Romagna e Ausl di Bologna. 2010-2011 Stress lavoro correlato Aspetti del ruolo del Medico Competente Schema di Leplat e Cuny CARATTERISTICHE DELL’OPERATORE OBIETTIVI CONDIZIONI DI ESECUZIONE ATTIVITA’ CONSEGUENZE PER L’OPERATORE PRESTAZIONE Posizioni collegate • • • • • Datore di lavoro Lavoratore RLS Rspp/Aspp Altre posizioni organizzative in azienda • Responsabile sociale • Consulente • Psicologo del lavoro • • • • • • Vigilanza Autorità giudiziaria INAIL Medico curante Medici specialisti Centro diagnostico specialistico • … Norme e aspettative reciproche • Datore di lavoro – Firma su un documento già redatto – Rapida compilazione di una check list – Coinvolgimento adeguato con richieste e attese da professionalità e attività – Agibilità del ruolo • Lavoratore – Evita la comunicazione (non si fida) – Richiede ascolto (visita a richiesta o periodica) – Contributo alla gestione e miglioramento di situazioni di difficoltà organizzative o personali Norme e aspettative reciproche • RLS – Dialogo, informazioni, collaborazione • RSPP – Confronto nel merito tecnico • Atre posizioni – Dati, informazioni • Responsabile sociale, consulente, psicologo del lavoro – Confronto nel merito – Collaborazione per le soluzioni Norme e aspettative reciproche • Vigilanza – Adempimenti normativi – Presa in carico delle situazioni problematiche • Autorità giudiziaria – Rispetto delle norme e condotta non “colposa” • INAIL – Segnalazioni documentate • Medico curante – Gestione di casi • Medici specialisti – Diagnosi e cura • Centro diagnostico specialistico – Eventuale malattia professionale Attività • Valutazione del rischio – Collabora a valutazione e individuazione misure (team, gruppi omogenei, check list, approfondita, disfunzioni, soluzioni) – Dati sentinella (visite a richiesta, lamentele) • Riunione periodica • Promozione della salute • Responsabilità sociale d’impresa • Sorveglianza sanitaria – Visita a richiesta – Sorveglianza “epidemiologica” – Sorveglianza periodica – Gestione casi individuali • Approfondimento diagnostico • Segnalazione / denuncia Prevenzione Primaria Stressor Ambiente Secondaria Percezione Persona Valutazione Caratteristiche personali Risposta da stress Terziaria Patologia Burnout e fattori organizzativi negli operatori della salute mentale Posizione non permanente Esaurimento Carico di lavoro Controllo Ricompensa Equità Cinismo Cambiamenti positivi Sviluppo di capacità Efficacia Coesione del gruppo di lavoro Lasalvia A, et al. Influence of perceived organisational factors on job burnout: survey of community mental health staff. The British Journal of Psychiatry (2009) 195, 537–544. doi: 10.1192/bjp.bp.108.060871 Orlando furioso 500 anni. Cosa vedeva Ariosto quando chiudeva gli occhi. Ferrara 2016. Ferrara Arte.