Infermiere_n4xPDF.qxp 14-01-2008 15:02 Pagina 32 pubblicazioni La Chikungunya: questa sconosciuta di Laura Aletto, Segretario E TUTTO NASCE A RAVENNA? DI COSA SI TRATTA, COSA SUCCEDE, COME COMBATTERLA? Già nel marzo 2005, l’isola de La Rèunion ed altre zone limitrofe dell’Oceano Indiano sono state interessate da una epidemia di chikungunya. Il virus della chikungunya non è di recente scoperta, la prima epidemia nota fu descritta nel 1952 in Tanzania e da quegli anni diverse epidemie si sono verificate in Asia e Africa. Tuttavia già nel 1779 venne descritta una forma epidemica che forse è attribuibile allo stesso agente virale. La malattia, oggi endemica nei Paesi dell’area dell’Oceano Indiano (India, Malaysia, Mauritius, Seychelles…), è una malattia tropicale che in molte zone convive con la dengue, rispetto alla quale non sempre è facile una diagnosi differenziale. Le Autorità locali, pur rilevando una diminuzione dei casi riportati, non hanno abbassato la guardia verso i viaggiatori diretti verso queste aree. 32 In base ai dati del centro Europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie (ECDC), molti Paesi membri hanno riportato casi di febbre chikungunya nei viaggiatori: in Europa sono stati segnalati al giugno 2006 307 casi in Francia, 17 in Germania, 12 in Belgio, 9 nel Regno Unito, 1 in Norvegia e 1 nella Repubblica Ceca. In Italia si sono verificati, alla stessa data, 11 casi in pazienti che avevano viaggiato nei Paesi endemici. Oltre a questi casi in Francia è stato segnalato il caso di un infermiere che aveva assistito una paziente con chikungunya, acquisendo probabilmente l’infezione attraverso esposizione accidentale al sangue durante la fase viremica. LA FEBBRE CHIKUNGUNYA Il virus chikungunya ad RNA appartiene alla famiglia delle Togaviridae, la malattia virale trasmessa dalla puntura di zanzare infette (malattia trasmessa da artropodi) e si caratterizza per l’improvviso insorgere di febbre, brividi, cefalea, nausea, vomito dolore articolare con o senza segni di flogosi, dolore alla regione inferiore del tronco e rash cutaneo. È una malattia raramente fatale e sono rari i casi con prognosi severa che devono essere ospedalizzati, in genere si tratta di pazienti defedati con interessamento del sistema nervoso centrale. La viremia nell’uomo non è ben definita; si pensa che essa sia compresa in un periodo di tempo che va da 3 a 10 giorni. Allo stato attuale la diagnosi è sierologica o molecolare. Non essendo disponibili dei Kit comIO INFERMIERE - N.4 /2007 Infermiere_n4xPDF.qxp 14-01-2008 15:02 Pagina 33 merciali l’allestimento dei test deve avvenire in un laboratorio a livello di biosicurezza 3 dal momento che è necessario coltivare il virus. Pertanto il campione, separato e conservato a -20°C, deve essere inviato all’Ospedale Spallanzani di Roma garantendo un imballaggio omologato per il materiale biologico infetto (a triplo involucro). Anche per l’allestimento delle tecniche molecolari è necessario avere un laboratorio con elevato livello di sicurezza. Bisogna ricordare che come tutti i microrganismi che si replicano nel sangue (es:la malaria), il virus Chikungunya si può trasmettere da sangue infetto e quindi è importante che i Servizi Trasfusionali provvedano ad una attenta anamnesi così da esonerare, in via cautelativa, i soggetti che riferiscono di aver soggiornato in un Paese endemico. TERAPIA Non esiste al momento alcun trattamento contro il virus della febbre da chikungunya, perciò la terapia è basata sulla somministrazione di farmaci sintomatici (antipiretici, antinfiammatori, riposo, reintegrazione dei fluidi) e, bisogna far attenzione a che, nelle aree endemiche, le persone vengano protette da punture da insetti, per evitare che questi ultimi possano propagare l’infezione. L’assistenza a pazienti con segni e sintomi sospetti o accertati di febbre da chikungunya richiede la corretta applicazione delle precauzioni standard. IO INFERMIERE - N.4 /2007 PREVENZIONE La conoscenza di alcune norme comportamentali è di fondamentale importanza per ridurre il rischio di febbre da chikungunya come per altre malattie trasmesse da artropodi. Pertanto i viaggiatori dovrebbero evitare di esporsi alle punture d’insetti ed applicare tutte le norme indicate di cui è facile trovare descrizione sul sito del ministero della salute (www.ministerosalute.it/promozione/malattie/schede/viaggiatori_big.PDF). Poiché è noto che l’attività degli insetti vettori è generalmente più intensa nella fascia oraria che va dal tramonto all’alba (anche se alcuni pungono durante il giorno) è opportuno: indossare abiti chiari, perché i colori scuri ed accesi attirano gli insetti, con maniche lunghe e pantaloni lunghi che coprano la maggior parte del corpo; evitare l’uso di profumi perché attirano gli insetti; applicare sulla cute esposta, durante il giorno, repellenti per gli insetti, ripetendo l’applicazione ogni 2-3 ore qualora si abbia sudorazione intensa; è possibile spruzzare dei repellenti per gli insetti ed insetticidi direttamente sugli abiti; alloggiare in stanze dotate di condizionamento d’aria e in mancanza di questo, di zanzariere alle finestre, curando che siano in ordine e ben chiuse; spruzzare insetticidi a base di piretro o diffusori operanti a corrente elettrica nelle stanze di soggiorno. È necessario attenersi scrupolosamente alle norme indicate sui foglietti illustrativi dei prodotti repellenti, non utilizzarli sulle mucose o su regioni cutanee lese e porre particolare attenzione al loro uso sui bambini. Infatti prima di usare un prodotto repellente cutaneo le donne gravide e i bambini (<12 anni) devono consultare un medico. 33