La frase semplice
La frase semplice è una frase che contiene un solo verbo. Una frase che contenga più verbi si
chiama frase complessa. Quindi, a dispetto del significato che nell’uso quotidiano hanno i due
aggettivi, tecnicamente “Sono andata a Milano giovedì con mio fratello e sua moglie, nonostante il
cattivo tempo e la nebbia impenetrabile, a causa di un impegno improrogabile” è una frase
semplice, mentre “mangio e bevo” è una frase complessa.
La frase semplice si divide a sua volta in unità di significato dette sintagmi: un sintagma è un
insieme di parole che svolgono la stessa funzione sintattica.
Per fare un esempio, la frase precedentemente analizzata di divide in sette sintagmi:
(io) – sono andata – a Milano – giovedì – con mio fratello e sua moglie – nonostante il cattivo
tempo e la nebbia impenetrabile – a causa di un impegno improrogabile.
Notiamo che alcuni sintagmi sono introdotti da una preposizione (sintagmi preposizionali); in altri
compaiono più nomi, collegati tra loro da una congiunzione coordinante. La nozione di sintagma
corrisponde in parte a quella di “complemento”, con la differenza che vengono definiti sintagmi
anche il predicato e il soggetto.
Ci occuperemo in questo paragrafo dell’analisi della frase semplice.
I complementi necessari: gli argomenti del verbo
Abbiamo visto che, in relazione al significato del verbo, ci aspettiamo la presenza di alcuni
complementi. Ad esempio, se pensiamo al verbo “dare”, ci aspettiamo che ci sia qualcuno che dà
(il soggetto), qualche cosa che viene data (il complemento oggetto) e qualcuno a cui si dà (il
complemento di termine). Se invece pensiamo a un verbo come “mangiare”, ci aspettiamo sempre
soggetto e oggetto, ma non ci aspettiamo di certo il complemento di termine (infatti non si mangia
“a qualcuno”, mentre c’è “qualcuno” che mangia “qualcosa”).
Vediamo dunque che ci sono alcuni complementi che possono essere legati solo a determinati verbi,
a seconda del significato di questi ultimi: non troveremo, ad esempio, il complemento oggetto con
“correre”, e nemmeno il complemento di termine con “vedere”, o anche il soggetto con “piovere”.
Ci sono invece alcuni complementi che possono essere legati a qualsiasi verbo, a prescindere dal
suo significato: ad esempio il complemento di causa. Infatti qualsiasi processo verbale può avere
una causa: “corro per la fretta”, “piove per l’umidità contenuta nell’aria”, “vedo le montagne
lontane per la trasparenza dell’aria” ecc.
Dobbiamo quindi concludere che non tutti i complementi hanno lo stesso ruolo sintattico: alcuni
sono necessariamente legati al significato del verbo, altri sono da esso indipendenti, e possono stare
con tutti i verbi possibili. Per tutto il corso del volume, chiameremo argomenti i complementi del
primo tipo, e circostanziali quelli del secondo tipo (infatti esprimono degli elementi di “contorno”,
delle “circostanze” dell’azione della frase, costituita dal verbo e dai suoi complementi necessari).
I principali argomenti del verbo sono il soggetto, il complemento oggetto, il complemento di
termine, il complemento d’agente e i complementi di luogo (questi ultimi possono però anche
avere valore di espansione).
Il verbo e i suoi argomenti costituiscono quello che viene chiamato il nucleo della frase.
Attenzione


Non è detto che, per quanto riguarda il significato del messaggio che vogliamo trasmettere, gli
argomenti, siano più importanti dei circostanziali. Ad esempio, nella frase “mangio la pizza con
Johnny Depp”, è evidente che l’informazione essenziale non è veicolata dal complemento
oggetto (sarà indifferente che mangiamo la pizza o gli spaghetti...) ma dal complemento di
compagnia, che è un circostanziale. Gli argomenti sono le prime cose che dobbiamo cercare per
analizzare una frase, perché sono fondamentali a livello di struttura sintattica, non
necessariamente a livello del significato del messaggio.
Non necessariamente gli argomenti sono esplicitati: possiamo tranquillamente dire,
correttamente, “mangio con Johnny Depp”, senza esprimere il complemento oggetto. Tuttavia,
nel verbo “mangiare” è comunque implicito il fatto che, se si mangia, si mangia “qualcosa”.
Esercizio 1
Nelle seguenti frasi individua il nucleo, sottolineando due volte il verbo e una volta gli argomenti.
1. Aspetto da un’ora mia sorella. 2. La mattina, in cucina, come prima cosa mi faccio il caffé. 3. Ho
accompagnato mia figlia a una festa di compleanno. 4. Luca ha visto un bellissimo film con Julia
Roberts. 5. Mia mamma ha preparato una cena coi fiocchi. 6. Giovanni ha detto la verità a sua
madre, nonostante la probabile punizione. 7. Si è verificata una manifestazione studentesca come
protesta contro le riforme scolastiche. 8. Lesbia è stata amata da Catullo con una passione
dirompente. 9. Siamo partiti per la Spagna in quattro su una macchina tutta scassata, alle cinque di
domenica mattina. 10. Mario ha regalato a suo figlio un libro straordinario sulla vita e le abitudini
degli animali.
I complementi aggiunti: i circostanziali
Abbiamo detto che chiamiamo circostanziali i complementi non necessari al verbo, quelli che
potremmo definire “di secondo giro”. Infatti, quando analizziamo una frase, per prima cosa è
necessario individuare il nucleo, e quindi dedicarsi alla ricerca degli argomenti.
Solo in un secondo momento ci dedicheremo all’individuazione e all’analisi dei circostanziali.
Procedere in questo modo è assai utile anche nell’analisi di frasi in italiano, ma diventa davvero
fondamentale per l’analisi delle frasi in latino, lingua che ha un ordine delle parole molto più libero
del nostro.
Se i circostanziali sono i complementi non necessariamente presupposti dal verbo, possiamo dire
che essi si possono trovare con qualsiasi tipo di verbo.
Facciamo un esempio, prendendo a modello il complemento di modo:
Piove a dirotto
Luigi corre a perdifiato.
Luigi divora i romanzi con grande passione
Luigi ha creduto a suo fratello senza esitazione
Luigi ha regalato di cuore il suo libro a un amico.
Luigi è stato punito da sua madre con la massima severità.
Luigi va al mercato di corsa
Alcuni verbi, che assumono a seconda dei contesti diverse sfumature di significato, danno luogo a
diversi tipi di nucleo. Un verbo come “stare”, per esempio, può assumere tanti significati diversi, in
base ai quali costituirà il suo nucleo: “stare alle regole”; “stare attenti”; “stare su un albero.
I complementi del nome e dell’aggettivo
Fino ad ora, abbiamo trattato i complementi che dipendono dal verbo. Ci sono però casi in cui il
complemento si “attacca” a un nome, o a un aggettivo.
Osserviamo le seguenti frasi:
1. I soldati italiani, durante la guerra d’Africa, rimanevano in trincea per anni.
2. La guerra in trincea è considerata la più logorante.
Nella frase 1 il complemento di luogo “in trincea” dipende dal verbo (“rimanevano in trincea”),
mentre nella frase 2 no (il nesso “è considerata in trincea” non funziona): nel secondo caso, infatti,
esso dipende dal nome “guerra”. Si parla in questo caso di complemento del nome.
Un complemento, oltre che dal verbo e dal nome, può dipendere anche da un aggettivo, come nella
frase Luigi ha un attrezzo adatto al bisogno, in cui “al bisogno” dipende da “adatto”: si parla in
questo caso di complemento dell’aggettivo.
Dipende prevalentemente da aggettivi (o avverbi) al grado comparativo il complemento di paragone
(“Il latino è più interessante del previsto”).
Alcuni complementi possono con la stessa frequenza dipendere dal verbo e dal nome: ad es. il
complemento di mezzo si può trovare sia con un verbo che con un nome: “Giovanni va a scuola con
l’autobus”; “Il tragitto con l’autobus da casa a scuola dura mezz’ora”.
Esercizio 2
Nelle seguenti frasi, sottolinea una volta i complementi del nome, due volte i complementi
dell’aggettivo.
1. Ho preso l’autobus per la fiera con venti minuti di ritardo. 2. La lezione di latino è stata davvero
interessante. 3. Le domeniche senza smog dovrebbero migliorare la qualità dell’aria a Bologna. 4. I
viaggi in aereo mi mettono sempre una certa ansia. 5. Gli insegnanti disponibili al dialogo sono
stimati dagli studenti. 6. Ho cercato una casa disposta a sud. 7. Il giornale di ieri non riportava la
notizia dello sciopero. 8. Il volume sul medioevo è il più interessante di tutta l’opera. 9. Luca è
diventato più alto di suo padre. 10. Abbiamo parlato di te per tutta la sera.
La rappresentazione della struttura della frase semplice:
il diagramma ad albero
Nei paragrafi precedenti abbiamo imparato a:
-
distinguere argomenti e circostanziali;
individuare il nucleo di una frase;
-
distinguere complementi del nome e complementi dell’aggettivo.
Con questi elementi impariamo ora a rappresentare graficamente la struttura sintattica (cioè la rete
delle dipendenze) di una frase semplice. Per tutto il volume chiameremo questa rappresentazione
albero della frase.
Vediamo ora quali operazioni sono necessarie per costruire l’albero.
1.
2.
3.
4.
partire dal verbo;
predisporre, in base al significato del verbo, i “rami” degli argomenti;
individuare gli argomenti espliciti nella frase e sottolineare il nucleo così costituito;
procedere ad individuare imcircostanziali, e collegarli con dei trattini in uno spazio
sottostante il nucleo;
5. individuare i complementi del nome e dell’aggettivo, e collegarli con dei trattini ai nomi e
agli aggettivi da cui dipendono.
Procediamo ora ad un caso concreto di analisi di una frase.
Il fidanzato di mia sorella per Natale, con gli ultimi soldi dello stipendio, le ha regalato “I fratelli
Karamazov”, un romanzo di Dostoevskij
1. Il verbo ha regalato genera un nucleo a 3 argomenti: presuppone infatti un soggetto singolare,
un oggetto (il dono) e un destinatario (la persona a cui è stato fatto il dono). Prepariamo dunque
la base dell’albero, ponendo il verbo al centro e predisponendo i trattini che saranno riempiti
dagli argomenti.
ha regalato
2. Cerchiamo nella frase gli elementi che costituiscono gli argomenti:
le
il fidanzato
ha regalato
“i fratelli Karamazov”
3. Il nucleo è costituito: ora dobbiamo sistemare le espansioni:
le
il fidanzato
ha regalato
“i fratelli Karamazov”
per Natale
con gli ultimi soldi
4. restano ora i complementi del nome: dobbiamo cioè verificare da quali nomi dipendono i
complementi di specificazione e le apposizioni:
le
il fidanzato
ha regalato
“i fratelli Karamazov”
di mia sorella
un romanzo
di Dostoevskij
per Natale
con gli ultimi soldi
dello stipendio
Ora l’albero è completo (abbiamo sottolineato il nucleo). A prescindere dalla funzione logica dei
singoli sintagmi, l’albero evidenzia i rapporti di dipendenza verbale e nominale. Questo sarà
molto utile per analizzare la frase latina, in cui l’ordine delle parole è diverso da quello dell’italiano.
Esercizio 3
Analizza col diagramma ad albero le seguenti frasi semplici.
1. Nonostante il disagio dovuto alla presenza dei professori, Luigi, uno studente del primo anno di
medicina, espose con chiarezza e lucidamente le proprie opinioni relative al cattivo funzionamento
di alcuni dei corsi e dei laboratori. 2. La signorina Prism, un’eccentrica zitella, governante di
un’affascinante giovinetta di nome Cecily, è uno dei personaggi più simpatici di una delle
commedie più belle del teatro inglese, “l’importanza di chiamarsi Ernesto” di Oscar Wilde. 3. A
causa dell’inverosimile tasso di smog, molti degli abitanti della città preferiscono passare il fine
settimana in luoghi lontani dall’inquinamento, nonostante le frequenti code sulle strade per il
rientro.