5. MEDICINA: Obesità, in Italia il più alto tasso europeo tra i bambini In Italia sempre più persone hanno problemi con il cibo. I dati a disposizione vedono infatti il Belpaese fanalino di coda in Europa con il più alto tasso di obesità infantile: il 22% dei bambini è sovrappeso, mentre il 10,6% è obeso. Tra gli adulti, ha problemi di peso il 42% della popolazione (il 31% è sovrappeso e l'11 soffre d'obesità) e nel Paese si spendono ogni anno circa 9 miliardi di euro per l'obesità e le malattie correlate. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, entro 15 anni nel mondo sarà sovrappeso il 70% degli uomini e il 50% delle donne. I numeri sono stati ricordati durante un incontro promosso dall'associazione 'Amici obesi onlus' per illustrare alcune soluzioni al problema dei chili di troppo, fra cui anche il palloncino intragastrico. "Sembra un fenomeno inarrestabile, eppure esistono strumenti e strategie in grado di arginarlo - assicura Marina Biglia, Presidente di Amici obesi onlus - Se da un lato l'obesità può essere curata, dall'altro devono essere sviluppati e applicati programmi di prevenzione che educhino alla corretta alimentazione sin dall'infanzia e che aiutino le persone già in sovrappeso a non diventare obese". Il sovrappeso, infatti, è una condizione che tende ad aggravarsi con il tempo. Quando non basta correre ai ripari con la dieta, si può intervenire con soluzioni non chirurgiche in grado di prevenire un ulteriore aumento del peso ed educare le persone ad alimentarsi meglio. "Nella pratica clinica quotidiana, vediamo pazienti molto diversi per classe sociale ed età - spiega Alfredo Genco del Dipartimento di Chirurgia generale e specialistica del Policlinico 'Umberto I di Roma e Harvard Medical School Lecturer 2014 Ciò che li accomuna è la sorpresa nel rendersi conto di aver preso un peso eccessivo e la grande difficoltà a seguire un programma alimentare restrittivo nel lungo periodo. Per le persone in sovrappeso grave o obesità leggera ci sono soluzioni non chirurgiche come il palloncino intragastrico, sicuro ed efficace, in grado di far perdere fino al 59% del peso in eccesso in 6 mesi". Il palloncino permette di sentire prima il senso di sazietà e quindi diminuisce il desiderio di introdurre grandi quantità di cibo. Ha un alto profilo di sicurezza e efficacia - assicurano gli esperti - come dimostrano gli studi pubblicati negli ultimi 20 anni. Per essere inserito non è necessario un intervento chirurgico, ma basta un'endoscopia. Inoltre, può essere rimosso e riposizionato a intervalli di tempo più o meno lunghi, per dare continuità al trattamento. Il tempo limite è di 6 mesi, dopo i quali è necessario rimuoverlo e, prima di un reinserimento, bisogna attendere un periodo di tempo variabile determinato dal medico. A questo percorso viene associato un programma di supporto di 12 mesi, anche con l'obiettivo di insegnare al paziente a modificare le proprie abitudini alimentari e il proprio stile di vita. "Il ricorso al posizionamento del palloncino intragastrico è un valido aiuto, ma rappresenta il 50% della soluzione - ricorda Biglia - Il restante 50% è nelle mani del paziente, che deve cambiare il modo di rapportarsi al cibo. È questa l'unica strada per fare prevenzione ed evitare che non ricada negli stessi errori, mantenendo i risultati a lungo termine. Il palloncino intragastrico, unito al coaching, può permettere di rompere questo circolo vizioso e prendersi davvero cura della propria salute. Il peso eccessivo non è, infatti, solo una questione estetica, è soprattutto una questione di salute". L'obesità si può misurare con l'indice di massa corporea (BMI), un rapporto tra peso e altezza. Si ritiene obesa una persona con BMI superiore a 30, mentre tre 25 e 30 è considerata sovrappeso. "Da un punto di vista medico - conclude Genco - intervenire precocemente, sia in termini di peso, sia in termini di età, rende la terapia più efficace e duratura. Intervenire prima di aver raggiunto uno stato di obesità pone meno rischi, e più si è giovani più è facile modificare stili di vita non corretti. Inoltre, dato che le patologie concomitanti insorgono col tempo, intervenire prima permette di ridurne l'incidenza e la gravità".