Nota sugli autori Marcello D`Alessandro per quasi un trentennio

Nota sugli autori
Marcello D’Alessandro per quasi un trentennio dirigente scolastico, è uno dei fondatori del Gruppottanta,
associazione culturale di intervento teatrale che dal 1970 mette in scena nel suo piccolo teatro, nelle
scuole, in altri spazi teatrale e nei teatri della Calabria opere di significativo impatto cultura le civile.
Ha scritto per il Gruppottanta:
“ Rre Tammurru”, apologo in lingua calabrese della dialettica tra riformismo e rivoluzione;
“Gli intrighi mal riposti e quelli ben riusciti”, pièce alla maniera della Commedia dell’arte in cui si
denunziano, in forma scherzosa, le condizioni del sottosviluppo;
“Favola costituzionale”, in cui, in forma favolistica, si esemplificano le procedure ed i valori che stanno a
base del costituzionalismo democratico;
“Butirri e cannuoli”, in cui la presa di coscienza di una donna si scontra con un ambiente colluso con la
politica mafiosa.
Da anni impegnato a rivisitare, in forma drammaturgica, pagine e personaggi poco noti della storia della
Calabria,nella forma delle interviste impossibili ha scritto testi teatrali su Leonzio Pilato, Occhialì, Caterina
Morelli,Pasquale Cavallaro e la Repubblica di Caulonia.
Convinto che il teatro , come forma interattiva di linguaggi diversi, verbali e non verbali, si configura come
un prezioso strumento formativo, insostituibile come strumento di attivazione simbolico-semiotica,
emotiva,dinamico-relazionale, Marcello D’Alessandro ed il Gruppottanta da tempo operano nelle scuole
nella messa in atto di progetti nazionali ed europei nel campo della scrittura drammaturgica e della messa
in scena.
Marcello D’Alessandro, nell’ambito di questi progetti, ha scritto:
“Le ferite di Gaia, operetta sul mito di Colapesce;
“Pallina”, trascrizione scenica del racconto di Guy de Maupassant “ Boule de suif”;
“Alla ricerca di Antigone”, rielaborazione scenica da Sofocle ed Anouilh;
“Dianora Piccolomini”, storia d’amore e morte in un feudo calabrese del cinquecento;
“Gummulicchiu luccicante”, trascrizione scenica del racconto di Lev Tolstoi “ Cosa fa vivere gli uomini”;
“L’angelo di Muridike”, testo sulla breve vita di Iqbql Masih e sul lavoro minorile;
“(S)torti e diritti”, girotondo con la costituzione dei diritti dei bambini;
“Perspicillum”, sulla vita di Galileo Galilei;
“Gli occhi di Marta”, una storia d’amore al tempo dei Normanni.
Nel campo della didattica teatrale è autore di “Sipario-Breve storia del teatro e della messa in scena” in
collaborazione con Angelo Avignone, ed. Klipper, Cosenza, 1995.
Francesco Misasi, ingegnere e cultore di astronomia, è alla sua prima prova di scrittura.
Gli autori non sono iscritti alla SIAE
Nota sull’opera da rappresentare
“Le sfere celesti” narra della breve vita di Giambattista D’Amico, astronomo cosentino del cinquecento.
Giovane talento , compiuti i suoi primi studi nella città natale, si trasferisce a Padova, in quella università
del Bò, centro della riflessione su Aristotele e palestra della cultura scientifica del tempo. Insofferente al
conformismo dominante, alla piaggeria retorica ed ai canoni tralatizi della cultura accademica, vive a
Padova la sua breve stagione: è infatti misteriosamente ucciso in quella città a soli ventisette anni.
Su questi accidenti e sulle scarse notizie biografiche sul personaggio gli autori costruiscono una storia.
Il filo conduttore è Bernardino Telesio, coetaneo ed amico di Giambattista , anch’egli per un breve periodo
studente a Padova, che avvia un’indagine al fine di scoprire l’autore e le ragioni dell’assassinio.
Non era certo l’esatta ricostruzione storica lo scopo propostosi dagli autori bensì l’esame di una figura che
trascende il suo tempo e le vicende a lui accadute.
Giambattista agisce in luogo, Padova, che si cercato di descrivere per vero, si relazione con alcuni
personaggi realmente esistiti come Guglielmo Postel e Tullia D’Aragona, ed altri costruiti su modelli
verosimili, come verosimili sono gli accadimenti attraverso i quali la vicenda si dipana che vuole esemplare
le turbolenze esistenziali di un giovane , ieri come oggi, alla ricerca del senso da dare alla propria vita.
Il testo è arricchito da canzoni scritte da Marcello D’Alessandro e musicate da Leonardo Saraceni.