Micromega, Voltaire « In uno dei pianeti che girano intorno alla stella che si chiama Sirio, c'era un giovane molto intelligente, che ha avuto l'onore di conoscere durante il recente viaggio che ha fatto nel nostro piccolo formicaio. Si chiamava Micromega, nome perfettamente adatto a tutte le persone grandi. Era alto otto leghe, voglio dire ventiquattromila passi geometrici di cinque piedi ciascuno. » (Micromega, incipit) Micromega è un cortoromanzo filosofico scritto da Voltaire nel 1752. In questa novella filosofica il grande pensatore francese immagina che Micromega, un gigante filosofo della galassia di Sirio, nei suoi viaggi incontra un filosofo di Saturno. Nei suoi innumerevoli viaggi Micromega aveva visto esseri di ogni genere, infinitamente grandi e intelligenti ma anche piccolissimi (almeno ai suoi occhi), per cui si avvicina al saturniano con sincera curiosità e solo dopo aver discorso un po' con lui non può fare a meno di compiacersi, tra sé e sé, della propria superiore intelligenza e delle proprie capacità fisiche. Decidono di intraprendere un viaggio insieme e così facendo giungono rapidamente sulla Terra. Inizialmente la credono ma poi si accorgono che tutte le forme di vita presenti sono microscopiche ai loro occhi. Casualmente s’imbattono in una spedizione di scienziati e filosofi di ritorno dal circolo polare artico su una grande nave. Solo con molta fatica e utilizzando un diamante come microscopio riesce a distinguere la sagoma dei terrestri e si stupisce dell'esistenza di creature così piccole. Restano addirittura sbigottiti nel costatare che creature ai loro occhi tanto insignificanti sono in grado di comunicare e di effettuare calcoli matematici. Ciò che li sorprenderà più di tutto però, sarà scoprire le loro abitudini e l’insensata follia che regola il nostro piccolo mondo. Il libretto si chiude con la consegna ai terrestri, da parte del siriano, di un libro contenente il senso della vita. Tanto semplice quanto paranormale la storia è una specie di dibattito sulle concezioni filosofiche e scientifiche del XVIII e su temi svariatissimi quali la guerra, la religione, la filosofia e i fondamenti dell’illuminismo, ossia la sconsacrazione delle sacre certezze e la presa di visione di un punto di vista il più possibile distante. L’influenza di Newton nel racconto è confermata dal suo tema centrale, quello del viaggio come apertura su nuovi mondi, come fonte di conoscenza grazie all’apertura di nuovi orizzonti dal sapere geometrico a quello matematico. Il racconto è influenzato anche dalle tesi di Locke e Leibniz sul razionalismo e ciò si manifesta nello scetticismo di fondo del racconto e nell’estrema radicalizzazione de dubbio critico sul sapere filosofico. Alla domanda di Micromega : ‘Cos’è l’anima?’ nessuno è in grado di rispondere in modo esaustivo: l’ironia di Voltaire colpisce Aristotele, Malebranche,Cartesio,Leibniz, Locke e San Tommaso di cui i sei scienziati si fanno portavoce e il racconto si chiude sul riso ‘inestinguibile’ dei due viaggiatori il fronte all’orgoglio infinitamente grande di questi uomini così infinitamente piccoli. « Promise loro che avrebbe composto un bel libro di filosofia, scritto in piccolo per loro uso, e che in quel libro avrebbe svelato l'essenza delle cose. Infatti prima di partire, diede loro il volume: lo portarono a Parigi, all'Accademia delle Scienze; ma quando il segretario l'ebbe aperto, vide che il libro era tutto bianco: Ah! disse mi pareva bene! » (Voltaire, Micromega, 1752)