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In occasione del SOUQ Film Festival e della lectio magistralis di Arjun Appadurai
la Biblioteca del Confine propone degli approfondimenti sulla città
come luogo di sofferenza e, allo stesso tempo, inclusione
Monografie:
Appadurai, Arjun. Modernità in polvere. Roma: Meltemi, 2001.
http://clmr.infoteca.it/bw5net/opac.aspx?WEB=BLRT&IDS=98064
Nel suo testo più noto l’antropologo anglo-americano Appadurai illustra gli
effetti culturali della globalizzazione. La crisi della modernità coincide con la
crisi dello stato-nazione, che cessa di essere il riferimento principale non solo
dei modelli politici ma anche di quelli culturali. La globalizzazione non è
considerata però dall’antropologo come un fenomeno calato dall’alto, in cui
una cultura egemonica appiattisce ogni differenza, ma come un processo in
divenire in cui gli utensili culturali messi a disposizione dai flussi transnazionali di persone, merci,
tecnologie, informazioni ed idee, in cui tutti siamo immersi, vengono costantemente appropriati e
“indigenizzati” fino ad assumere dei nuovi significati locali.
Zajczyk, Francesca, Barbara Borlini, Francesco Memo e Silvia Mugnano.
Milano: quartieri periferici tra incertezza e trasformazione. Milano: Bruno
Mondadori, 2005.
http://clmr.infoteca.it/bw5net/opac.aspx?WEB=BLRT&IDS=50623
Nella città contemporanea i quartieri periferici, e in particolare quelli di edilizia
residenziale pubblica appaiono i territori "fragili" caratterizzati cioè da scarse
capacità di adattamento e apprendimento. Capacità preziose e necessarie per
affrontare i vecchi e nuovi problemi che affliggono queste aree, tra i quali il
diffondersi di un generalizzato senso di insicurezza che si manifesta spesso come sensazione di
abbandono e marginalità. D'altra parte queste aree non sono entità immutabili, ma sperimentano sotto la spinta di processi di origine locale, cittadina e globale - traiettorie diversificate di
cambiamento, partecipando così alle più generali trasformazioni che investono la città.
Ravazzini, Marzia e Benedetto Saraceno. Le sfide della modernità urbana.
Milano: Il Saggiatore: 2012.
http://clmr.infoteca.it/bw5net/opac.aspx?WEB=BLRT&IDS=98067
Dall’ecologia della sofferenza sociale negli spazi urbani alle difficoltà di
accesso alla giustizia dei migranti, dal confronto tra diverse culture e diversi
periodi storici all’analisi della tratta delle donne e del fenomeno migratorio dei
rifugiati, l’annuario 2012 mette al centro la persona, chiave di volta di una città
vivibile. Perché la città non vive se non è luogo di relazioni di prossimità e di
responsabilità.
Film
La zona. Un film di Rodrigo Plà. Milano: Feltrinelli, 2008. DVD.
http://clmr.infoteca.it/bw5net/opac.aspx?WEB=BLRT&IDS=80027
Nella sua opera prima il regista Rodrigo Plà ambienta la storia del difficile
incontro tra adolescenti e dello scontro tra le classi sociali. “La Zona” che dà
il titolo al film è un quartiere residenziale di Città del Messico, circondato da
un alto muro che lo separa dalla povertà delle favelas. La mappa stessa
della città diventa quindi un disegno su cui leggere le linee
dell’emarginazione e delle differenze sociali che dividono i suoi abitanti.
Articoli:
Augé, Marc. “Al centro della città: dinamiche di urbanizzazione.” Aggiornamenti sociali 63, n. 11
(2012): 775-783.
L’etnologo francese, pioniere dell’”antropologia del mondo contemporaneo”, riflette sul
cambiamento che subisce il ruolo della città in un’epoca segnata dall’urbanizzazione del mondo.
Secondo Augé con la diffusione generalizzata dell’“urbano”, stiamo perdendo la città, nel senso
che essa, da sempre luogo dello scambio e delle relazioni sociali, tende a ridursi a supporto
spaziale delle vite individuali.
Martini, Carlo Maria. “Impegnarsi per realizzare una città abitabile.” Prospettive sociali e sanitarie,
n. 17 (2002): 16-17.
Partendo dall’episodio evangelico dell’“indemoniato di Gerasa” il Card. Martini ha proposto una
riflessione sul legame tra cittadinanza e salute mentale. Le necessità di un malato non sono molto
diverse da quelle di ciascuno, ma sono precedute da una domanda di ascolto difficile da capire e
da gestire. La città, quindi, può diventare luogo di cura se diviene luogo di inclusione, in cui il ruolo
del cittadino davanti ai problemi di salute mentale è quello di “prescrivere sé stesso come
farmaco.”
Saraceno, Benedetto. “Dalla «sofferenza urbana» alla cittadinanza diffusa: non una città senza
diversi, ma una diversa città.” Animazione sociale, n. 1, (2008): 26-32.
Con l'aumento del numero di abitanti delle aree urbane si assiste a un incremento di fenomeni di
"sofferenza" urbana: povertà, disagio psicologico e sociale, violenza, insicurezza, ecc. Interessano
strati sempre più ampi di popolazione. E' necessario la protezione formale dei diritti di ogni
soggetto da parte della collettività e dell'opinione pubblica.
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