DIARIO DELLE LEZIONI DI MATEMATICA PER FARMACIA (P-Z) a.a. 2016/2017 3 ottobre.(3 ore) Alcune considerazioni sul perchè studiare matematica. Unità di misura: errori nell’uso delle unità di misura possono risultare pericolosi, se pensiamo al dosaggio errato di un farmaco, o costosi (vedi la motivazione del fallimento di una missione spaziale su Marte nel 1998: https://it.wikipedia.org/wiki/Mars Climate Orbiter ). Notazione scientifica, notazioni che si usano per i multipli e sottomultipli di una unità di misura (dal pico-metro al Tera-metro, dal pico-grammo al Teragrammo . . . . . .). Per avere un’idea della scala delle grandezze, vedere: https://www.youtube.com/watch?v=uaGEjrADGPA (in basso a destra c’è l’ordine di grandezza in metri, cliccare sul video per fermarlo, cliccare nuovamente per farlo ripartire: va dal metro ai suoi sottomultipli e poi risale fino ai multipli di varii ordini . . . . . .) Numeri approssimati: sia a ∈ (a, a) cioé immaginiamo di conoscere un valore minimo (a) e un valore massimo (a) tra i quali il numero puó cadere. Viene allora considerato come valore approssimato ã = a+a 2 , quindi il punto medio dell’intervallo e come errore la metà della lunghezza dell’intervallo, quindi ∆a = a−a 2 . Valori approssimati ed errori nel caso di somma e differenza di quantità approssimate. Errore assoluto (∆a) e errore relativo ( ∆a a ). Valori approssimati ed errori di prodotti e quozienti di quantità approssimate. É stato distribuito un Questionario (vedi ”ESERCIZI” in basso in questa pagina), in cui sono trattati argomenti che gli studenti devono rivedere sui libri di liceo, qualora non li considerassero noti. In base alle risposte date dagli studenti, alcuni di questi argomenti saranno ripresi brevemente (si invitano gli studenti a segnalare eventuali problemi piú rilevanti su alcuni argomenti). 5 ottobre.(2 ore) Richiami sui numeri naturali, interi, razionali (in√rappresentazione decimale sono tutti periodici, eventualmente di periodo 0). 2 non è un numero razionale: come tutti gli irrazionali ha una rappresentazione decimale non periodica (illimitata). I numeri reali sono l’unione dell’insieme dei numeri razionali e di quello degli irrazionali (i numeri reali permettono di rappresentare tutti i punti di una retta). Richiamo di alcune proprietà dei numeri reali (∀a, b, c ∈ R): • sommando a entrambi i membri di una diseguaglianza uno stesso numero, la diseguaglianza si conserva: a ≤ b ⇒ a + c ≤ b + c; • moltiplicando entrambi i membri di una diseguaglianza con uno stesso numero positivo, la diseguaglianza si conserva a ≤ b, c > 0 ⇒ a · c ≤ b · c (se invece c fosse negativo la diseguaglianza si invertirebbe) Attenzione: non si puó dividere per x = 0 (dividere per un numero significa moltiplicare per il suo reciproco x1 = x−1 e si ha x1 x = x−1 x = 1, ma solo se x 6= 0. Infatti non è possibile che sia 10 0 = 1 perché qualunque numero moltiplicato per 0 deve dare 0 e quindi non puó dare 1. Intervalli della retta reale (anche chiamata asse reale). Percentuali. Applicazione alle soluzioni: soluto disciolto in solvente (ad esempio sale disciolto in acqua) è una soluzione. Si parla di una soluzione al p p % = 100 se, indicata con Su la quantità di soluto e con Sv la quantità di p u = 100 . Si osservi che se cambiamo unità di misura la solvente, risulta SvS+S u percentuale non cambia: si tratta di un numero adimensionale, indica la frazione del tutto costituita dal soluto (svolgere l’esercizio 14 del Questionario). Misura degli angoli in gradi e radianti. Funzioni sin x e cos x a partire dal loro significato geometrico. Grafico della funzione cos x. 7 ottobre.(3 ore) [cap. 6 del testo di Villani-Gentili] Funzioni (f : D → C, ∀x ∈ D, f (x) = . . .): dominio (o insieme di definizione o campo di esistenza, in questo caso D), codominio (in questo caso C), insieme immagine (f (D) = {f (x), ∀x ∈ D}, sottinsieme del codominio, eventualmente coincidente con esso, quindi f (D) ⊆ C). Funzioni iniettive (ad esempio la funzione che ad ogni studente associa il numero di matricola è iniettiva, quella che gli associa l’anno di nascita non lo è). Grafico della funzione sin x. Le funzioni cos x e sin x hanno periodo 2π. Grafico della funzione tan x dopo averne determinato l’insieme di definizione (anche chiamato dominio). La funzione tan x ha periodo π. Funzioni ottenute considerando ciascuna delle seguenti funzioni cos(x + 2), 2 + cos x, cos x − 1, 2 cos x. Se si considera cos(2x) si ottiene una funzione che oscilla piú velocemente: ha periodo π (il grafico è come quello di cos x ma schiacciato su un intervallo dimezzato), invece cos(x/2) oscilla piú lentamente: ha periodo 4π (il grafico è come quello di cos x ma dilatato su un intervallo doppio). Funzioni elementari e loro grafici (x, 2x − 3, x2 , x3 , x4 , x5 , x1 ). Si è discussa l’iniettività di ciascuna funzione e si sono confrontati tra loro i grafici delle potenz. Definizione di funzione pari (e osservazione che ha grafico simmetrico rispetto all’asse delle y) e di funzione dispari (e osservazione che ha grafico simmetrico rispetto all’origine). Foglio di Esercizi 1: in aula, con la discussione di qualche esercizio. 10 ottobre(2 ore + 1 ora esecizi), 12 ottobre(2 ore), 14 ottobre.(2 ore) Si è calcolata la funzione inversa della funzione f (x) = 2x − 3 e se n’è disegnato il grafico. Per una funzione iniettiva f : D → f (D) ⊆ C è definita la funzione inversa f −1 : f (D) → D che, per ogni y ∈ f (D) associa f −1 (y) = x ∈ D tale che f (x) = y. Quindi f −1 è la legge inversa di f (attenzione non ha nessuna 1 !!). Si ottiene: relazione con la funzione ottenuta passando al reciproco f (x) −1 per ogni x ∈ D si ha f (f (x)) = x e per ogni y ∈ f (D) si ha f (f −1 (y)) = y. Osservazione che scriviamo f : D ↔ f (D) (con la freccia nei due versi) per indicare che f è iniettiva e quindi c’è la legge inversa che va da f (D) → D. In questo caso diciamo che c’è una corrispondenza biunivoca tra d e f (D). Quando contiamo un numero finito, n ∈ N, di elementi di un insieme, li mettiamo in 2 corrispondenza biunivoca con {1, 2, . . . , n}. Se l’insieme è infinito, esso puó essere messo in corrispondenza biunivoca con un suo sottinsieme. Ad esempio, se P è l’insieme dei numeri naturali pari, la funzione b : N → P, definita da b(n) = 2n, è biettiva. Data una funzione f iniettiva, indicando con x (invece di y) gli elementi a cui applichiamo la funzione f −1 , in modo da rappresentare sull’asse delle x la variabile indipendente, e disegnando il grafico della funzione inversa, si ottiene che ha grafico simmetrico di quello di f , rispetto alla retta y = x (l’abbiamo potuto anche vedere per la funzione f prima considerata (polinomio di I grado)). Osservazione che restringendo il grafico di x2 all’intervallo [0, +∞), si ottiene una funzione iniettiva ĥ : [0, +∞) → ĥ([0, +∞)) = [0, +∞) √ che è quindi invertibile ed ha come inversa la funzione y : [0, +∞) → [0, +∞). √ Ne segue √ (vedere es.4 ii) del Questionario)√che x2 = x solo se x ≥ 0. Se x < 0, allora √x2 = −x. Quindi ∀x ∈ R si ha x2 = |x|. Funzione 3 x, inversa di x3 , e inverse delle altre potenze o delle loro restrizioni. A partire dalla funzione x2 si sono costruite le funzioni (x − 2)2 , x2 − 1, x + 1, −x2 , . . . . . .. Parabole con concavità verso l’alto o verso il basso, asse di simmetria, vertice e loro determinazione. Parabole che si annullano i due punti, o in un solo punto o di segno costante. Calcolo delle radici dell’equazione ax2 + bx + c = 0, quando esistono. Funzione |x| che rappresenta la distanza di un punto dell’asse orientato x dall’origine. Funzioni |x| + 1, |x| − 1, |x − 2|, . . .. |x − x0 | rappresenta la distanza di x da x0 . Funzioni 2x , 3x , 10x , (1/2)x = 2−x e loro grafici (disegnandoli in uno stesso piano cartesiano li abbiamo confrontati tra loro). Le abbiamo calcolate prima sui numeri naturali, interi, razionali e su tutti i reali (successivamente, per confronto con 2x e 3x abbiamo accennato il grafico di ex , dove e ' 2, 718 è il numero di Eulero) . Piú in generale abbiamo considerato ax per a > 0. Stretta crescenza e iniettività di tale funzione se a > 1. Tale funzione ha come insieme immagine (0, +∞). Quindi possiamo definire la funzione inversa che indichiamo con loga x : 80, +∞) → R. Stretta crescenza e altre proprietà della funzione logaritmo che discendono dalla sua definizione di funzione inversa e dalle proprietà della funzione esponenziale. Stretta decrescenza della funzione esponenziale ax nel caso 0 < a < 1, e quindi della sua inversa loga x (se 0 < a < 1). Nel caso a = 1 si ottiene una funzione costante, quindi non invertibile. Per a < 0 la funzione sarebbe ben definita solo per alcuni valori di x, quindi non ha interesse considerarla e quindi si puó considerare la funzione loga x solo se a > 0 e a 6= 1. Funzioni logaritmiche piú utilizzate e presenti sulle calcolatrici: Logx = log x = log10 x e ln x = loge x, detto anche logaritmo naturale. Possibilità di riportare qualsiai funzione logaritmica al logaritmo in altra base (a, b > 0, a, b 6= 1): 2 loga x = logb x log10 x ln x = = . logb a log10 a ln a Determinazione del dominio e accenno del grafico delle p seguenti funzioni: √ √ 2x − 5, |2x − 5|, x2 − 1, log(x2 − 1), |x2 − 1|, log(x − 1) + 3. 3 Esercizio. Per risparmiare, un’azienda programma interventi successivi, che riducano il consumo di energia, ogni anno, del 14 % rispetto a quello dell’anno precedente. [4 punti] Dopo quanti anni circa si scende al 40 % del consumo iniziale? . . . . . . infatti . . . . . . [4 punti] Se si vuole raggiungere lo stesso risultato in soli 3 anni, riducendo ogni anno il consumo della stessa percentuale rispetto al consumo dell’anno precedente, quale deve essere approssimativamente la percentuale di risparmio annua? . . . . . . infatti . . . . . . 17 ottobre.(3 ore) (vedere Bibliografia: ”Vettori e Sistemi”) Sistemi lineari di due equazioni in due incognite e loro interpretazione geometrica: ciascuna equazione rappresenta una retta del piano cartesiano. Quindi ho una sola soluzione se le due equazioni rappresentano due rette secanti, nessuna soluzione se si tratta di due rette parallele, infinite soluzioni se si tratta della stessa retta, ma l’equazione non sembra la stessa se ad esempio è stata moltiplicata per una costante. Un sistema puó essere individuato attraverso la sua matrice dei coefficienti e la colonna dei termini noti. Si è visto che un sistema di due equazioni in due incognite ha una soluzione che è unica se è diverso da zero il ”determinante” della ”matrice” dei coefficienti. Metodo (di Cramer) per scrivere le soluzioni quando il determinante della matrice dei coefficienti è diverso da zero. Significato di un’equazione ax + by + cz = h nelle variabili x, y, z, con a, b, c, h costanti reali: i punti dello spazio (x, y, z) che verificano questa equazione appartengono tutti ad un piano. Sistemi di tre equazioni in tre incognite e loro significato geometrico. Casi possibili: esiste una sola soluzione (i piani sono tutti sghembi tra loro), non esiste nessuna soluzione (due dei piani sono paralleli o i piani si intersecano a due a due su rette che risultano tra loro parallele), esistono infinite soluzioni ( ad esempio i piani passano tutti per una stessa retta, una delle variabili puó essere scelta arbitrariamente, le altre sono funzioni di quella). Calcolo del determinante di una matrice A, 3×3 (avente 3 righe e 3 colonne) con la regola di Laplace. Se detA 6= 0 il sistema avente A come matrice dei coefficienti ha una sola soluzione che posso calcolare con la regola di Cramer o per sostituzione. Se detA = 0 o non esiste nessuna soluzione o ne esistono infinite e posso stabilirlo per sostituzione (ricavando una delle variabili in una equazione, sostituendo nelle altre , ecc.). Foglio di Esercizi 2: esercitazione in aula. 19 ottobre.(2 ore) (vedere Bibliografia: ”Vettori e Sistemi”) Enunciato del Teorema di Cramer già visto nella lezione precedente e trattazione generale del caso di ugual numero di equazioni e di incognite. Discussione delle diverse situazioni che si possono presentare (infinite soluzioni o nessuna soluzione) se il determinante della matrice (quadrata) dei coefficienti è nullo. Calcolo delle infinite soluzioni di un sistema di tre equazioni in tre incognite che ha soluzioni dipendenti dalla scelta arbitraria di una delle variabili. Si dice in questo caso che si hanno ∞1 soluzioni, in quanto si tratta di una retta di soluzioni. Nel caso in cui le soluzioni dipendano da due variabili scelte 4 arbitrariamente, avremo un piano di soluzioni (le tre equazioni rappresentano allora lo stesso piano) e diremo che abbiamo ∞2 . Vettori nel piano, loro significato di ”spostamento” e quindi equivalenza di vettori applicati in punti diversi. Modulo di un vettore. Somma di vettori, vettore opposto, differenza di vettori e loro rappresentazione nel piano. Prodotto di un vettore per uno scalare. 21 ottobre.(2 ore) (vedere Bibliografia: ”Vettori e Sistemi”) Discussione di esercizi già assegnati. Sistemi di un diverso numero di equazioni e incognite (esitenza o meno di soluzioni loro unicità o infinità di soluzioni e significato geometrico del risultato): 4x − y = 2 5x − 2y + 2z − 3 = 0 3y − 12x = −6 , . x − y + 3z = 0 5x − 2y = 1 Abbiamo ripetuto lo studio del primo sistema nel caso in cui la seconda equazione è sostituita da 3y − 12x = 1. Esercizio C6.1 e 2 del Gentili Villani pag. 75 (vedi Allegato Lezione 21/10/2016, si è introdotto l’esercizio, non si sono visti tutti i casi). 24 ottobre. (2 ore + 1 esercizi in aula) Versori, cioé vettori di modulo 1. Prodotto tra un vettore e un numero reale (anche detto ”scalare” per distinguerlo dal vettore), ”prodotto scalare” tra vettori (il risultato è uno scalare, quindi un numero reale, non un vettore). Vettori perpendicolari e prodotto scalare nullo. Prodotto righe per colonne di una matrice A (di due righe e due colonne, detta brevemente matrice 2 × 2) per un vettore. Visualizzazione in un piano cartesiano di alcuni vettori ~v e, in un altro piano cartesiano, dei vettori che ne sono l’immagine tramite la funzione F (~v ) = A~v : R2 → R2 . I vettori immagine dei due versori degli assi sono le colonne della matrice. Se il determinante è nullo i due versori degli assi hanno come immagine vettori paralleli. Quindi le colonne della matrice sono in proporzione quando la matrice ha determinante nullo. Quindi la verifica del parallelismo tra vettori puó essere effettuata sia calcolando il coefficiente angolare della retta da essi individuata (o riconoscendo che si tratta di vettori entrambi paralleli all’asse y), sia verificando che sia nullo il determinante della matrice formata dai due vettori. Significato geometrico del determinante di una matrice: per una matrice due per due a b A= a0 b0 se il determinante è positivo coincide con l’area del parallelogrammo che ha come lati i vettori a b A~e1 = = ~ a , A~ e = = ~b 2 a0 b0 che ne costituiscono le colonne (qui ~e1 = (1, 0)T , ~e2 = (0, 1)T sono, come d’abitudine, i versori degli assi). Se il determinante è negativo la stessa area è data dal modulo del determinante, |detA|. Infatti il determinante coincide con a b c det = |a| |b| sin(~a ~b). a0 b0 5 e si vede facilmente che si tratta dell’area del parallelogrammo o del suo opposto, a seconda se il seno dell’angolo che i vettori formano sia positivo o negativo (l’angolo va considerato positivo se si ruota in senso antiorario, negativo se si ruota in senso orario). Quando il determinante è nullo, significa che il parallelogrammo si ”schiaccia” su un segmento, cioé che i due vettori che ne costituiscono gli spigoli sono allineati. Analogamente nello spazio, per matrici 3 × 3, il modulo del determinante rappresenta il volume del parallelepipedo i cui spigoli sono i vettori delle tre colonne della matrice e quindi esso si annulla quando i vettori che ne costituiscono gli spigoli si ”schiacciano” su un piano. Foglio di Esercizi 3. 26 ottobre. (2 ore) Si è vista l’efficacia della rappresentazione di dati con l’uso di istogrammi, grafici e areogrammi. A ciascuno studente è richiesto di approfondire le varie modalità con cui si possono rappresentare graficamente raccolte di dati [cap. 2 del testo di Villani-Gentili]. La capacità di utilizzare fogli elettronici e produrre istogrammi, areogrammi, diagrammi a barre, ideogrammi, è fortemente consigliata (esistono softwares gratuiti per questo, ad esempio Open-Office). Tale capacità sarà particolarmente utile nello studio della Statistica. La capacità di utilizzare fogli elettronici per rappresentare dati e fare calcoli statistici sarà valutata in sede di esame orale (solo positivamente, non è obbligatoria ai fini del superamento dell’esame stesso). Rappresentazione trigonometrica dei vettori. Come risalire da un vettore ~v = (v1 , v2 ) all’angolo che esso forma con il semiasse positivo delle x. Per risolvere questo problema: restrizione della funzione tangente all’intervallo (−π/2, π/2), sua invertibilità e quindi sua funzione inversa, detta ”arctan x” e sue proprietà . Osservazione che se l’angolo α formato dal vettore con il semiasse positivo delle x appartiene all’intervallo (−π/2, π/2), cioè il vettore sta nel primo o quarto quadrante, risulta α = arctan( vv21 ), altrimenti α = arctan vv12 ) ± π. Se v2 = 0 avremo allora α =? Come rappresentare i punti di una circonferenza, come capire se un’equazione rappresenta una circonferenza trovandone anche il centro e il raggio. Come rappresentare i punti di un cerchio e quelli esterni a un cerchio. Ellisse come insieme di punti la cui somma delle distanze da due punti fissi detti fuochi è costante, uguale a 2a (a > 0). Caso in cui i fuochi F± sono sull’asse delle x, quindi F± = (±c, 0) (c < a): si potrebbe dimostrare che allora l’equazione √ 2 2 dell’ellisse ha la forma xa2 + yb2 = 1, dove si è posto b = a2 − c2 . Analogamente, se invece i fuochi F± sono sull’asse delle y, detta 2b (b > 0) la somma delle distanze dai fuochi, si ha F± = (0, ±c) (c < b): si potrebbe dimostrare che allora √ 2 2 l’equazione dell’ellisse ha la forma xa2 + yb2 = 1, dove si è posto a = b2 − c2 . Successione, come funzione definita sui numeri naturali. Esempio di successione geometrica. 28 ottobre. (2 ore) Esempi di successioni che vorrebbero modellizzare lo sviluppo di un’epidemia: primo caso, una progressione geometrica che risulta un modello adeguato solo inizialmente, poi una successione costruita ricorsivamente (Fn = Fn−1 + Fn−1 (1 − Fn−1 )). Confronto tra le due successioni (vedere anche la Tabella 3.1 ”Diffusione di un’epidemia” su Villani-Gentili). 6 Successione an = (1 + n1 )n e possibile motivazione. Si potrebbe dimostrare che si tratta di una successione crescente e che risulta limitata superiormente da 4. Inoltre la successione bn = (1+ n1 )n+1 è decrescente (si potrebbe dimostrarlo) e quindi si ha a1 = 2 ≤ an = (1 + 1 n 1 ) ≤ bn = (1 + )n+1 ≤ b1 = 4 . n n an e bn sono l’approssimazione per difetto e quella per eccesso, rispettivamente, di un ben determinato numero irrazionale, detto numero di Eulero o di Nepero e indicato con e. Allora a1 = 2 ≤ an = (1 + 1 1 n ) ≤ e ≤ bn = (1 + )n+1 ≤ b1 = 4 . n n Calcolo l’errore dell’n-esima approssimazione: dn = i (bn − an ) 1 1 h 4 2 = (1 + )n (1 + ) − 1 /2 ≤ = , (∀n ≥ 1) . 2 n n 2n n La differenza tra l’approssimazione per eccesso bn e quella per difetto an , quindi, puó essere resa piccola quanto si vuole, calcolando e con la precisione che si vuole [vedere Tabella su Numero di Eulero dove sono riportati i valori di queste quantità per alcuni valori di n che aumentiamo di multipli di 10]. Diremo in questo caso che limn→∞ (1 + n1 )n = e, dove e = 2, 7182 . . . è detto numero di Nepero. 02 novembre. (2 ore) La funzione f (x) = 1/x, le sue proprietà e i suoi limiti per x → +∞, per x → −∞ e poi per x → 0+ e x → 0− . Funzione ”parte intera di x”= [x] = n per x ∈ [n, n + 1), ∀n ∈ Z, suo grafico e limiti per x → 0+ e x → 0− , x → 2+ e x → 2− . Significato di limite al finito e all’infinito. Definizione di funzione continua come funzione il cui limite in un punto dell’insieme di definizione coincide con il valore della funzione in quel punto. I polinomi, le funzioni sin x, cos x, 10x , ax , loga (x)(a > 0, a 6= 1) sono continue in R, le funzioni razionali (cioé quelle che sono rapporto di due polinomi), sono contiunue dove sono definite. Sono continue anche somme, prodotti, rapporti, composte di funzioni continue, nel loro dominio. Le funzioni continue in un intervallo, hanno un grafico che si puó ”disegnare senza sollevare mai a matita dal foglio”, non fanno salti. Limiti delle funzioni già studiate agli estremi del loro insieme di definizione (giustifichiamo tali limiti riconoscendoli graficamente, senza dimostrazioni rigorose che lasciamo ai matematici). Esempi di limiti. 04 novembre. (2 ore) Forme indeterminate. Limiti del rapporto di due polinomi a +∞ e a −∞. Funzioni composte di funzioni note: insieme di definizione, crescenza e decrescenza, limiti. 07 novembre. (3 ore) Una parte della lezione è stata dedicata alla PRIMA VERIFICA IN ITINERE. Studio di altre forme indeterminate (anche del tipo 0/0). Decomposizione di un polinomio di secondo grado che permette di eliminare, semplificandola, una forma indeterminata. Discussione della forma indetrminata sinx x per x → 0. 7 09 novembre. (2 ore) Funzioni definite per intervalli. Intervalli di crescenza e decrescenza di una funzione, massimi e minimi assoluti e relativi e punti di massimo e minimo. Se un corpo si muove con velocità costante v, la distanza raggiunta dopo un tempo x è espressa dalla funzione f (x) = q + v x dove q è la posizione al tempo x = 0. Calcolare la velocità media di un corpo in moto a partire dalla sua posizione f (x0 ) e f (x) agli istanti x0 e x, equivale a trovare il coefficiente angolare della retta che passa per i due punti assegnati (x0 , f (x0 )) e (x, f (x)). La velocità media su intervalli sempre piú brevi si avvicina a quella istantanea. Definizione di rapporto incrementale: esso risulta il coefficiente angolare della retta secante il grafico ed è la velocità media di variazione della funzione. Definizione di derivata in un punto del dominio di una funzione come limite del rapporto incrementale, quando tale limite esiste finito (quindi la derivata in un punto indica la velocità istantanea di variazione della funzione in quel punto). Significato geometrico di derivata come coefficiente angolare della retta tangente (limite delle rette secanti). Calcolo di alcune derivate. La derivata del prodotto di una costante per una funzione è il prodotto della costante per la derivata della funzione. La derivata di una somma di funzioni è la somma delle derivate di ciascuna funzione. Stretta crescenza [decrescenza] di una funzione in un intervallo in cui la derivata sia strettamente positiva [negativa]. 11 novembre. (2 ore) Equazione della retta tangente al grafico di una funzione in un punto in cui sia derivabile. Derivata del prodotto di funzioni e della funzione composta. Derivata della funzione esponenziale, della funzione logaritmo, delle funzioni sin x e cos x, delle potenze intere (positive e negative) e delle potenze reali. Studio completo di funzioni utilizzando limiti e derivate e determinazione di eventuali massimi e minimi relativi e/o assoluti. 14 novembre. (2 ore +1 esercizi in aula) Esempi di funzioni che non hanno limite. Osservazione: se α > 0 la funzione f (x) = xα , è definita per ogni x ≥ 0. La sua derivata f 0 (x) = Dxα = αxα−1 non è definita in x = 0 se α < 1. Infatti, se α < 1 il limite del rapporto incrementale in x = 0 tende a +∞ per x → 0+ , in quanto in quel punto il grafico ha una tangente verticale. Quindi la derivata non esiste per x = 0 (ricordiamo che si dice che una funzione è derivabile in un punto se esiste finito il limite del rapporto incrementale). Regola di derivazione del rapporto di due funzioni derivabili. Asintoti orizzontali e verticali. Studi di funzione utilizzando lo studio del segno della derivata per stabilire gli intervalli di crescenza e decrescenza e, come conseguenza, determinazione di eventuali massimi e minimi relativi / assoluti. 16 novembre. (2 ore) Calcolo di aree con contorni curvilinei. Area della regione detta ”sottografico” di una funzione in un intervallo, ottenuta come limite delle somme delle aree di rettangoli contenuti nella regione (approssimazione per difetto) e somme delle aree di rettangoli contenenti la regione (approssimazione per eccesso). Calcolo esplicito di tale area in casi semplici: funzione costante, f (x) = x, f (x) = x2 . Legame tra l’area ottenuta e la funzione di cui 8 si calcola il sottografico. Osservazione geometrica che la velocità di variazione dell’area del sottografico, al variare dell’estremo destro dell’intervallo, coincide con la funzione di cui si sta calcolando l’area del sottografico. Definizione di integrale definito di funzioni continue (nonnegative) su un intervallo limitato, come area del sottografico, ottenuto come limite delle somme approssimanti per eccesso e per difetto. Studi di alcune funzioni e uso della derivata per determinare la crescenza di una funzione, ma anche i suoi massimi e minimi relativi o assoluti. Se a sinistra di un punto la funzione cresce e a destra decresce, il punto sarà di massimo relativo, mentre se a sinistra la funzione decresce e a destra cresce, il punto sarà di minimo relativo. Osservazione che una funzione, pur essendo solo crescente o solo decrescente nel dominio, puó avere massimo e/o minimo su un estremo del dominio (se tale estremo appartiene al dominio). 18 novembre. (2 ore) Osservazione che l’integrale definito risulta l’area del sottografico della funzione solo se la funzione assume valori positivi o nulli. Significato geometrico dell’integrale definito se la funzione cambia segno o è negativa. Osservazione che, data una funzione continua, la velocità di variazione del suo integrale su un intervallo [a, x], al variare di x, è uguale alla stessa funzione integranda. Questo risultato è il Teorema Fondamentale R x del Calcolo Integrale (I parte) Se f : [a, b] → R è continua, la funzione F (x) = a f (t) dt è una funzione derivabile e si ha F 0 (x) = f (x). Definizione di funzione primitiva. Integrale indefinito come insieme delle funzioni primitive. Calcolo delle primitive come inversione delle leggi di derivazione. Uso delle primitive per il calcolo degli integrali definiti. 21 novembre. (3 ore) Funzione arctan come inversa della funzione tangente 1 con dominio ristretto all’intervallo (−π/2, π/2). D(arctan x) = 1+x 2 , senza R 1 dimostrazione. Osservazione che quindi 1+x2 dx = arctan x + c. Integrazione per sostituzione per gli integrali indefiniti. Esempi. Calcolo di aree del sottografico di una funzione positiva, dell’area compresa tra il grafico di una funzione e l’asse delle x e le parallele all’asse delle y passanti per gli estremi dell’intervallo. Area della regione compresa tra due funzioni. Possibilità di ottenere un integrale su un intervallo [a, b] come somma degli integrali sugli intervalli [a, c] e [c, b] dove c ∈ [a, b] (”additività dell’integrale”). Correzione alla lavagna di esercizi del foglio 5 con discussione di alcuni metodi e risultati. 23 novembre. (2 ore) Teorema Fondamentale del Calcolo Integrale (II parte) Se f : [a, b] → R è continua e G : [a, b] → R è una sua qualsiasi primitiva (cioé b Rb una funzione tale che G0 (x) = f (x)), allora a f (x) dx = G(b)−G(a) = G(x) a . R 0 (x) 0 (x) Osservazione che D ln |g(x)| = gg(x) e quindi gg(x) dx = ln |g(x)| + c, risultato che abbiamo anche ottenuto con una sostituzione. Esempi. Si richiede agli studenti di saper fare integrali semplici come quelli dati nei fogli di esercizi, oppure, se ottengono la primitiva di una funzione (ad esempio grazie a un sito di calcolo delle primitive trovato in rete), devono essere in grado di verificare che si tratti veramente di una primitiva. Alcuni esempi. 9 Calcolo dell’area di una regione illimitata: data una funzione f : [a, +∞) → R, f ≥ 0 continua, l’area A della regione illimitata compresa tra il grafico della funzione, l’asse delle x e la retta x = a è : Z A= lim M →+∞ M Z f (x) dx = a +∞ f (x) dx a se tale limite è finito. Diremo invece che tale regione ha area infinita se quel limite fosse +∞. R +∞Se il limite precedente è finito diciamo che esiste l’integrale generalizzato a f (x) dx, se invece fosse infinito diremmo che tale integrale generalizzato è divergente. 25 novembre. (2 ore) Intergazione per parti (argomento facoltativo) come regola dedotta dalla regola di Esercizi R derivazioneR del prodotto. R R di applicazione dell’integrazione per parti ( x sin x dx, xex dx, x ln x dx, ln x dx). Esercizi di ricapitolazione: vedere Esercizi2016-11-25. 28 novembre. (3 ore) [Statistica: vedere cap. 10 del testo di Villani e Gentili] La statistica per interpretare e sintezzare dati: esempio dei voti della prova in itinere. Utilità del riordinare i dati numerici, del contare quelli ripetuti (frequenza di un dato). Calcolo della media (aritmetica), della mediana, dei quartili, dell’(ampiezza dell’) intervallo di variazione. Distanza interquartile: q3 − q1 , dove q1 e q3 sono rispettivamente il primo e terzo quartile, dà una misura di quanto i dati siano dispersi o meno (analogamente all’intervallo di variazione, xmax − xmin = q4 − q0 che puó anch’esso essere interpretato come differenza tra quartili). Varianza (σ 2 ) e √ sua scrittura semplificata, ”scarto quadratico medio o deviazione standard” (σ = σ 2 , radice quadrata della varianza). Esercizi (ancora su derivate e integrali): equazioni differenziali sono equazioni in cui l’incognita è una funzione di cui nell’equazione compare una derivata e eventualmente la funzione stessa. Sono interessanti nelle applicazioni fisiche, biologiche, ecc.. Tuttavia non si è studiato come risolverle, ma si richiede solo di saper verificare se una funzione sia soluzione di un’equazione differenziale (vedere esercizi 1 e 2 nel Foglio di Esercizi 7). Risoluzione di esercizi del Foglio 7. 30 novembre. (2 ore) Discussione dell’esercizio 3 del Foglio 4: significato del pH. Media geometrica e sua interpretazione come media degli ordini di grandezza, attraverso la sua scrittura con i logaritmi in base 10 (in quanto logx = log10 x ci dà l’ordine di grandezza della quantità x: 10n ≤ x < 10n+1 ⇔ n ≤ logx < n + 1). Richiamo delle grandezze statistiche giá introdotte, nel caso i dati siano indicati con la loro frequenza. Esempio di calcolo di media, mediana, quartili. Definizione di Moda o classi modali applicabile anche a dati non numerici trattandosi del dato o dei dati con maggiore frequenza. 2 dicembre. (2 ore) Richiamo delle grandezze statistiche varianza e scarto quadratico medio (o deviazione standard) nel caso in cui i dati siano indicati con la loro frequenza. Frequenza assoluta e frequenza relativa. Media pesata 10 (esempio media dei voti pesata con il numero dei crediti). Utilizzando la frequenza relativa risultano piú facilmente comparabili indagini statistiche con un diverso numero di dati (confronto tra i dati di presenza di cotinina nel sangue per una popolazione di fumatori e per una di non fumatori). Suddivisione dei dati in piú classi e scelta di riportare sulle ascisse i dati stessi, sulle ordinate le frequenze relative in modo che l’area sottesa dal grafico corrispondente ad un intervallo di dati, sia uguale alla percentuale di dati in quell’intervallo. La funzione che dà la frequenza relativa dei dati si chiama anche funzione di distribuzione. Prendendo classi di dati che comprendono intervalli sempre piú piccoli di dati, si passa da una funzione costante a tratti a una funzione continua. Allora l’integrale di tale funzione nell’intervallo comprendente tutti i dati deve essere la frequenza relativa totale, quindi uguale ad 1 [(per questo argomento vedere la parte finale della pagina http://www-dimat.unipv.it/atorre/farmacia2013-2014/ in particolare il file del 2013: statistica6.pdf, della prof.ssa A. Torre dell’Univ. di Pavia] Osservazione che se i dati si dispongono simmetricamente, la media e la mediana coincidono con il valore rispetto a cui c’è simmetria. Se il numero dei dati è molto alto e consideriamo classi di dati sempre piú piccole, molti fenomeni simmetrici −(x−µ)2 /2σ 2 . sono approssimabili con distribuzioni gaussiane della forma g(x) = e σ√2π R +∞ e−(x−µ)2 /2σ2 √ Si ottiene −∞ dt = 1, e a una tale distribuzione corrisponde, per σ 2π simmetria, una media µ uguale alla mediana e una deviazione standard σ (come si potrebbe calcolare, anche se lasciamo ai matematici tale calcolo). 5 dicembre. (2 ore + 1 ora esercizi) Per una popolazione di dati (o misure) che segue una distribuzione gaussiana di media µ e deviazione standard σ assegnate, è possibile stabilire la percentuale di dati che cadono in un certo intervallo, grazie alle Tabelle della Gaussiana (vedere link su elearning). Esercizi [vedere §10.3 del testo Villani e Gentili e sulla pagina della Prof.ssa A. Torre (Univ. di Pavia) http://www-dimat.unipv.it/atorre/farmacia2013-2014/ il file del 2013 statistica6.pdf (nella parte finale della pagina), in cui vi sono anche esercizi. Per la successiva parte facoltativa (Teorema del Limite Centrale), vedere alla stessa pagina il file statistica7.pdf]. FACOLTATIVO:(si tratta di un esempio di distribuzione gaussiana che si presenta tutte le volte che si cerca di approssimare la media di un gran numero di dati basandosi solo su un campione) TEOREMA DEL LIMITE CENTRALE. Sia data una popolazione numerica infinita di media µ e deviazione standard σ da cui siano estratti dei campioni casuali {x1 , . . . xn }, di media x̄, formati ciascuno da n individui con n abbastanza grande (n > 30). La distribuzione delle medie campionarie x̄ tende, al crescere di n, ad una distribuzione Gaussiana di media µ e deviazione standard σ √ . n Una approssimazione di σ si ottiene calcolando la deviazione standard campionaria s cosı́ definita: sP n 2 i=1 (xi − x̄) s= ' σ, n−1 11 dove {x1 , . . . xn } sono i dati del campione e x̄ è la media campionaria (cioé di questi dati, quindi del campione, non di tutta la popolazione). Si capisce che dividendo per n − 1, invece che dividere per n, si ottiene una quantità piú grande. Si dimostra che questa è una migliore approssimazione della deviazione standard σ relativa a tutti i dati. Infatti in questo caso stiamo considerando solo un campione di dati e quindi anche la media è quella del campione (media campionaria), non quella di tutta la popolazione. Utilizzando il Teorema del limite centrale possiamo allora dire che gli intervalli in cui √ cade √ la media µ (di tutta la popolazione) sono del tipo [x̄ − us/ n, x̄ + us/ n], ad esempio con una affidabilità del 68 %, 95 %, 99 % se scegliamo rispettivamente u = 1, u = 1, 96, u = 2, 58, come si ottiene consultando la tabella suddetta. Si osservi che la distribuzione delle medie campionarie x̄ tende ad una legge gaussiana al tendere del numero dei campioni all’infinito, anche se stiamo osservando una popolazione di dati (di cui cerchiamo la media) che non segue una distribuzione gaussiana! Esercizi del Foglio 8. 7 dicembre. (2 ore) Distribuzioni a due caratteri, retta di regressione e coefficiente di correlazione (che indica quanto sia significativa o meno l’approssimazione dei dati con la retta di regressione)[Villani Gentili §10.4]. Utilizzo di grafici in scala semi–logaritmica o logaritmica quando i dati hanno ordini di grandezza diversi (si veda anche l’esercizio 1 del successivo Foglio 9). 12 dicembre. (2 ore + 1 di esercizi), [Bibliografia nella pagina web del corso] Permutazioni, disposizioni senza ripetizione o con ripetizione, combinazioni, potenza del binomio e coefficienti binomiali e loro calcolo con il triangolo di Tartaglia. Esercizi di applicazione di permutazioni, disposizioni, combinazioni. Attenzione! Esercizio: qual è il numero m di schede diverse, che si possono votare a favore di uno stesso partito, nel caso sia possibile dare 3 preferenze, il partito abbia 5 candidati e sia possibile indicare ogni candidato in 3 modi (cognome, nome e cognome, cognome e nome)? si ottiene m = D(5, 3) · 33 = 5 · 4 · 3 = 60 · 27 = 1620. In aula credo di aver scritto altro per errore. [ Villani - Gentili, cap. 11] Esempi di fenomeni casuali che avvengono con una certa ”probabilità ”. Spazio degli eventi, calcolo della probabilità quando lo spazio degli eventi è finito e gli eventi elementari sono tutti equiprobabili. Esempi. Esercizi del Foglio 9. 14 dicembre. (2 ore) Probabilità di un evento aleatorio: definizione classica, frequentista e soggettivista. Esempi. Proprietà della probabilità, eventi incompatibili ed eventi indipendenti. Grafi ad albero. Probabilità condizionata e teorema di Bayes. Esempio di applicazione. 16 dicembre. (2 ore) Applicazione del Teorema di Bayes. Considerazioni sugli eventi incompatibili e la proprietà della somma per l’evento unione, sugli eventi indipendenti e la proprietà del prodotto per l’evento intersezione. Il caso di eventi con due risultati (ad esempio testa e croce, eventualmente anche con probabililità diverse): replicando l’evento piú volte, interessa di calcolare la 12 probabilità che uno dei risultati si ripeta un numero preciso di volte. In questo caso si dice che abbiamo un processo bernoulliano. Si utilizzano le combinazioni e quindi i coefficienti binomiali. Esempi. 19 e 21 dicembre. (3 ore + 2 ore) Esercizi di calcolo delle probabilità , con applicazione delle proprietà della probabilità . Utilizzo dei grafi ad albero, del teorema di Bayes, dell’indipendenza di eventi o della loro incompatibilità [vedere anche Esercizi in Aula ultime lezioni senza e con Risoluzione, dove sono riportati alcuni esercizi] . [Argomento facoltativo] Test diagnostici e suoi valori predittivi, cioé probabilità che il risultato positivo (o il risultato negativo) sia corretto. Matrice di decisione, specificità (probabilità di risposta negativa se l’individuo è sano) e sensibilità (probabilità di risposta positiva se l’individuo è malato) del test. Attraverso la matrice di decisione è possibile ricavare la probabilità della correttezza dei risultati. Esempio su Villani–Gentili, Es. 11.36 (dalla matrice di decisione è possibile calcolare la probabilità che un risultato sia corretto). Attenzione: con M + , M − , . . . si indicano sia gli insiemi che la loro numerosità (come specificato in Villani–Gentili). 13