Bologna British - Bologna Welcome

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Attratti dal fascino dell’antico, gli inglesi giungono
in Italia fin dai tempi delle Crociate. Bologna, città
universitaria e città della musica, continua ad
essere visitata anche durante il Cinquecento dopo
laitafrattura fra chiesa cattolica e chiesa anglicana.
Giardini Margher
Nel Settecento e nell’Ottocento ogni gentiluomo
borghese nel tour in Italia è irretito dalle bellezze
artistiche, naturali e culinarie che la città offre.
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Palazzo Archiginnasio.
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Dal porticato di fronte all’ingresso si accede al Chiostro anglicano
con tombe dei primi anni dell’Ottocento dalla simbologia ermetica: il sarcofago classico, il caduceo di Mercurio, l’uroboro (serpenvia A. Costa
te che si morde la coda), la porta dell’Ade.
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tomba dell’inglese Harriet Rochfort (1833), quella di Webster Parcks
(1845) e la lapide di Gaspar Breidenback. Nel campo centrale si
trovano invece lapidi più recenti: la tomba della famiglia Witting
(1924), quella di Bruns (1938), quella inclinata in granito di Chantre
Bedot (1936). Bellissime sono le lastre dell’Accademico dei Lincei
Carlo Maria Viola (1925), incisa da rami di quercia a forma di croce, e quella del pastore evangelico Postpischl e della sua famiglia
(1937). Fa da sfondo scenografico al chiostro il monumento
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via SaraGasparini nel 1810,
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è realizzato in scagliola dipinta, a mo’ di catafalco: sopra poggiano
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due figure, una donna in atteggiamento dolente e un giovane vestito all’antica. Sulla lapide al centro è scritto I credenti in Cristo
passeranno dalla morte alla vita.
www.storiaememoriadibologna.it/certosa
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Considerato uno degli scultori più significativi della sua generazione,
Tony Cragg (Liverpool, 1949) si è concentrato negli ultimi
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tema della trasparenza, per cui utilizza vetro, bronzo,A.cera,
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pietra colorata. Collocato all’interno del percorso Morandi,
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Landscape, mostra l’idea della fisicità effimera. Altro nome importante presente nelle collezioni del MAMbo - esposte a rotazione - è
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il londinese Jesse Ash (Londra, 1977).
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Dal 1999 la Cineteca è impegnata nel restauro e nella diffusione dell’opera di Charlie Chaplin. Questo lavoro minuzioso,
voluto dagli eredi, consiste nel complesso restauro della sua
opera cinematografica e nella digitalizzazione e catalogazio-
Via Don Minzoni, 14
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Via Riva di Reno, 72
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9. Cineteca di Bologna
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ne dell’archivio cartaceo. Il sito ufficiale del catalogo on-line
Charlie Chaplin Archive racconta l’intera carriera dell’indimenticabile artista e cineasta inglese.
www.cinetecadibologna.it
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dorato, pasta vitrea e corallo del VIII-IX secolo. Era tradizione
irlandese portare le reliquie in processione nelle vicinanze dei
territori monastici o nei campi di battaglia.
www.museibologna.it/arteantica
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www.bolognawelcome.it
[email protected]
Piazza Maggiore 1/e
Aeroporto G. Marconi, via Triumvirato 84
MAMbo. Tony Cragg - Eroded landscape
Certosa. Chiostro anglicano
Informazioni turistiche
tel. +39 051 239660 - +39 051 6472201
1. Palazzo Re Enzo
Piazza Nettuno, 1
La cappella di Santa Maria dei Carcerati fu costruita nel 1371
come luogo di rifugio spirituale per i carcerati condannati a
morte. Al suo interno è stato realizzato nel 2003 un grande wall
drawing dall’artista inglese David Tremlett (1945), che ha acquistato fama mondiale grazie a questo particolare mezzo espressivo: il wall drawing a pastello è una tecnica che permette di
coprire enormi superfici attraverso pigmenti stesi a mano. Le
polveri colorate sono infatti in grado di tingere grandi spazi con
esigue quantità. L’artista, affascinato dalla nuda semplicità del
luogo e dalla sua storia, volle rispettare la sensazione di silenzio
e raccoglimento, lasciando alla cappella un’atmosfera sospesa
che contrasta con il clamore della piazza.
Palazzo Re Enzo. Wall drawing D. Tremlett
2. Museo Internazionale e
Biblioteca della Musica
Strada Maggiore, 34
Nella quadreria raccolta da Padre Giovanni Battista Martini,
insegnante a Bologna anche di un giovanissimo W. A. Mozart,
troviamo il ritratto attribuito a Sir Joshua Reynolds di Charles
Burney, copia di quello conservato alla National Gallery di Londra: il musicologo inglese incontra Padre Martini a Bologna nel
1770, durante una delle tappe di studio in Europa per la redazione della sua opera in quattro volumi, A General History of Music
(1777-1789).
Thomas Gainsborough ritrae Johann Christian Bach (1776), figlio
del famoso compositore tedesco Johann Sebastian. A Bologna
il giovane Bach ricevette la formazione di Padre Martini (1756)
in un rapporto che continuerà anche dopo il suo trasferimento a Londra. Il dipinto è un suo omaggio all’anziano maestro.
Gainsborough, da sempre legato alla musica e amico di molti
compositori, trasformò la richiesta in un capolavoro.
Di Pietro Benvenuti è il Ritratto di Lord John Fane Burghersh
(1784 – 1859), conte di Westmoreland, militare e diplomatico.
Sostenitore delle campagne contro Napoleone a fianco del Duca
di Wellington, si fece ritrarre alla corte dei Lorena in qualità di
alto ufficiale dell’esercito. Ma il conte fu anche violinista e scrittore teatrale, ottenne nel 1826 la carica di compositore onorario
all’Accademia Filarmonica di Bologna e fu uno dei fondatori della Royal Academy of Music a Londra nel 1822.
www.museibologna.it/musica
gli dedicò l’altare di San Salvatore. Nel polittico Incoronazione
della Vergine (1353), uno dei capolavori di Vitale da Bologna,
San Thomas Beckett è ritratto in abiti vescovili mentre invoca
la protezione su un religioso ai suoi piedi.
Il priore, raffigurato in piccolo, non fu probabilmente il vero
committente: si noterà una minuscola figura accanto a San
Giovanni Battista, probabilmente un ricco studente inglese
votato al culto di Thomas Beckett che forse sentì il bisogno di
dotare l’altare della cappella di una decorazione.
3. Museo Davia Bargellini
8. Museo Civico Medievale
Strada Maggiore, 44
Nato nel 1924, questo museo d’arte industriale, conserva una
coppia di vasi Wedgwood (Sala 6) in ceramica inglese della fine
del XVIII secolo. Nello Staffordshire, regione ricca di carbone e
d’argilla, nasce il genio imprenditoriale di Josiah Wedgwood,
fondatore di una fabbrica di ceramiche che inaugura la nuova
stagione della produzione industriale delle arti applicate, introducendo nel mercato un’alternativa alla costosa porcellana
e alla maiolica. I vasi esposti, provenienti dalla collezione del
marchese Rusconi, presentano il tipico gres creato dalla fabbrica inglese; ispirato al biscuit di Sevrès, poteva assumere
varie tonalità di colore, in questo caso l’azzurro, chiamato da
Wedgwood “diaspro”.
www.museibologna.it/arteantica
4. Palazzo dell’Archiginnasio
Piazza Galvani, 1
Sede dell’Università fino al 1803, il palazzo ospita oggi la prestigiosa Biblioteca comunale con un patrimonio di oltre 800.000
opere. La ricchissima decorazione araldica include stemmi e
memorie di studenti e professori inglesi dello Studium, visibili
nelle sale della biblioteca al piano superiore.
www.archiginnasio.it
5. Chiesa di San Salvatore
Via Volto Santo, 1
La chiesa conserva i resti dell’antica cappella dedicata agli studenti inglesi iscritti all’Università di Bologna, che verso il XII secolo si erano stabiliti nelle sue vicinanze.
Tra loro Thomas Beckett, futuro arcivescovo di Canterbury.
Dopo il suo barbaro assassinio nel 1171, il santo fu eletto patrono della nazione inglese a Bologna e il cardinale Ildebrando
in Italia, dove scrisse il Pellegrinaggio del Giovane Aroldo, opera
semiseria in versi sulle vicissitudini di un giovane ricco. Il proprietario volle ricordare il passaggio del poeta inglese con una
lapide e un testo dettato da Giosuè Carducci.
Qui Lord Byron visse il suo amore italiano, la contessa Teresa,
giovanissima moglie del conte Alessandro Guiccioli di Ravenna,
il quale capì quanto fosse determinante per la salute di Teresa
la presenza del poeta e accettò che li seguisse a Bologna. Questo menage a trois non destò scandalo, ma solo pettegolezzi
come quando, usciti insieme a vedere la tragedia Mirra di Alfieri
all’Arena del Sole, Byron e Teresa profondamente colpiti dagli
atti finali, manifestarono pubblicamente il loro turbamento.
Via Manzoni, 4
Chiesa San Salvatore. Polittico di Vitale da Bologna
6. Palazzo Belloni
Via de’ Gombruti, 13
Giacomo III Stuart fu l’unico sovrano inglese a scegliere ripetutamente Bologna come sede della sua corte. Lo ospitò il marchese Belloni. Nella sua casa una scala, costruita su progetto
di Giuseppe Antonio Torri, venne decorata di statue e di affreschi proprio in occasione del soggiorno a Bologna di Giacomo III
Stuart, pretendente al trono d’Inghilterra, nel 1717. Le statue in
arenaria di Ercole e Orfeo sono di Andrea Ferreri. Giacomo Stuart
lodò più volte la bellezza del palazzo, diffondendone la fama anche in patria.
Il museo custodisce un anello anglosassone (sala 5), ritrovato presso il fiume
Reno alle porte di Bologna e risalente probabilmente al IX secolo, esempio unico
di oreficeria longobarda. Il colore scuro è
dovuto alla tecnica di lavorazione, il niello:
Anello anglosassone
il metallo veniva inciso e riempito di volta
in volta con rame, argento piombo e zolfo; una volta raffreddato, veniva levigato per far risaltare il disegno nero, bruno
o grigio ottenuto. Nella sala 7 un piviale inglese della prima
metà XIV secolo rappresenta una delle rare testimonianze in
Italia di opus anglicanum, un ricamo in seta e oro prodotto
in Inghilterra a partire dal XIII secolo. Nelle piccole nicchie
sono rappresentate scene della vita di Cristo e della Vergine e
il martirio di Thomas Beckett. Nel committente è chiara l’intenzione di alludere alla sovranità del papato su quella del re;
fu infatti un papa, Benedetto XI (1303-1304), a farne dono a
Bologna e più precisamente ai suoi confratelli. Sempre nella
sala 7 un piccolo Reliquiario irlandese portatile per uso privato a forma di casa, con una tracolla, in bronzo cesellato e
7. Il rifugio del Pellegrino
Via Ugo Bassi, 7
L’hotel del Pellegrino, non più esistente, fu uno dei più famosi fra
Sette e Ottocento, e particolarmente amato dai turisti inglesi.
Ospitò capi di stato, personaggi facoltosi e letterati. Fu reso celebre soprattutto dai soggiorni di Lord Byron (1788-1824), che
nel 1817, dopo aver abbandonato la moglie e il suo paese, giunse
Proiezione in piazza Maggiore. Cineteca Bologna
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