Dalla Corte una sentenza definitiva per i deportati dai nazisti Un atto di giustizia che rischia di aprire un nuovo contenzioso tra Roma e Berlino Cassazione: per gli schiavi di Hitler Germania e Italia devono risarcire ROMA - Nuova tensione tra Italia e Germania. Il caso degli "schiavi di Hitler", i cittadini italiani che furono brutalmente deportati e costretti a lavorare in stato di schiavitù nelle fabbriche belliche del Terzo Reich durante la guerra, è arrivato a una sua conclusione con la sentenza della Cassazione. Ed è un verdetto non comodo per il governo tedesco. La Suprema Corte ha bloccato il veto che la Germania ha più volte proposto contro le cause portate avanti da una cinquantina di ex deportati italiani, stabilendo che è pienamente legittimo chiedere il risarcimento alla Repubblica Federale tedesca per le sofferenze patite. La Germania aveva rivendicato, infatti, il diritto alla "immunità" da ogni forma di risarcimento. Ma gli ermellini non hanno condiviso questa tesi, affermando anzi che quella deportazione e "l'assoggettamento di quegli uomini al lavoro forzato è un crimine contro l'umanità". La Cassazione ha dato ragione agli ex-deportati anche in una causa intentata contro lo Stato italiano. I cittadini italiani deportati in Germania dopo l'8 settembre 1943, sentenzia infatti la Corte, devono essere risarciti dal nostro Paese. Il caso riguardava dodici deportati che avevano presentato ricorso. (fonte: Repubblica, 4 giugno 2008) www.memoteca.it www.memoteca.it www.memoteca.it