la notte paisielliana - Giovanni Paisiello Festival

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LA NOTTE PAISIELLIANA
venerdì|2settembre
speciale notte bianca dedicata a Giovanni Paisiello
tra i vicoli, le piazze e le corti del borgo antico di Taranto
CITTÀ VECCHIA
Taranto
Via Duomo - ore 21 (partenza da Palazzo di Città)
ORCHESTRA DI FIATI “GIUSEPPE CHIMIENTI”
DI MONTEMESOLA
Lorenzo De Felice, direttore
programma
Giovanni Paisiello
(Taranto, 1740 - Napoli, 1816)
Inno delle Due Sicilie
Le nozze di Bacco e Arianna
Mascherata modenese del 1765
Avviso
La mascherata fa noto al Pubblico, che
questa sera darà il divertimento d’una
festa da Ballo nella Sala del Sig. Cesare Bassoli, alla quale saranno indistintamente ammesse tutte le Maschere
proprie, e civili, con che però all’ingresso si levino la Maschera, rimanendo poi in piena libertà di rimetterla.
Intende con ciò la Mascherata di dare
una nuova dimostrazione dopo l’ultima
sua comparsa della riconoscenza, che
protesta a tutta la città per gli obbliganti contrassegni di bontà, e di gradimento, che la medesima ha ricevuti.
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Le nozze
di Bacco e
Arianna
di Maria Antonietta Carola
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Francesco III D’Este, duca di Modena e Reggio, fu sovrano illuminato e gaudente, e la sua Corte prosperava di letterati, poeti
e musicisti. In un Settecento di maniera, libero e libertino, la
Corte modenese accoglie un Giovanni Paisiello giovanissimo,
di appena 25 anni, cui affida la composizione di una festosa
mascherata per il Carnevale del 1765.
Le mascherate, rappresentazioni popolari di antica matrice
fiorentina, sono simbolo di sfarzo e potere e si accompagnano
alle cerimonie raffinate ed eleganti imbandite per celebrare e
rafforzare l’autorità ducale. La musica diventa un vero e proprio piacere che accompagna carri allegorici e trionfi, ossia
spettacoli con rievocazioni di personaggi mitologici, nonché
di modelli di virtù. Come le eroine del mondo greco, Arianna
è certamente uno dei miti più antichi della storia, ma in questa
mascherata invece di incarnare l’eco dei tormenti d’amore, ella
festeggia le sue nozze con Bacco, e con lei tutti gli amanti cantano a squarciagola i loro amori vittoriosi.
Riecheggiando il celeberrimo Trionfo di Bacco e Arianna di
Lorenzo il Magnifico, il connubio della mascherata modenese
avviene tra i versi poetici dell’Abate Antonio Biondini e la prorompente musica di Giovanni Paisiello. Il manoscritto n. 1795
del Fondo Campori conservato nella Biblioteca Estense di Modena custodisce alcune pagine autografe di Giovanni Paisiello:
“Musica del contrascritto coro”, un brano per coro misto a
tre voci con l’accompagnamento di Violini I e II, Corni e Basso continuo, e una “Contradanza….intitolata La Baccante”.
Entrambi i brani appartenevano alla Mascherata allestita l’11
febbraio del 1765 per le vie di Modena, avente come ambientazione allegorica Le Nozze di Bacco e Arianna. Il manoscritto
in massima parte appartiene alla memoria di un’Accademia
di letterati, che come spesso accadeva nel Settecento, aveva
come scopo quello di promuovere e favorire le iniziative culturali ad uso locale. Coloro che vi appartenevano assumevano
un nome simbolico, spesso rievocatore di glorie della letteratura classica greca e latina. L’Abate Flaminio Bastardi, in arte
“Uranio Acheleio, prencipe di detta Accademia”, è il curatore
di questa raccolta di poesie, musica e testimonianze della vita
dell’ “Accademia de’ poeti fanatici”, ma soprattutto egli traccia
la cronaca della mascherata delle Nozze di Bacco e Arianna,
evento che segnò la memoria della città.
Il contenuto a noi più caro oggi è proprio quello scorcio
incompleto di musica da cui traspare lo stile giovanile di un
Paisiello che muoveva i primi passi verso le glorie del teatro.
Giunto a Modena nel 1764 chiamato dal suo amico e protettore don Giuseppe Carafa, principe di Colubrano, Paisiello
allestì per il teatro di corte la commedia per musica “I Francesi
brillanti”. Nel manoscritto modenese però egli è più volte
ricordato come il compositore dell’opera seria “Il Demetrio”
scritta nell’anno 1765 e andata in scena presso il teatro Rangone. Nello stesso anno, grazie ai successi delle sue opere
fu incaricato di scrivere le musiche per questa magnificente
e trionfale Mascherata “…ove li pargoletti amori…..vanno
quindi il loro giubilo, in bella gara e graziosa, manifestando”.
Questa sera, per la prima volta, su commissione del “Giovanni
Paisiello Festival” ascolteremo delle trascrizioni per Banda di
sinfonie e arie tratte da “Nina, o sia La pazza per amore” e “Il
Barbiere di Siviglia” di Paisiello eseguite dall’Orchestra di Fiati
“Giuseppe Chimienti” Città di Montemesola (TA) diretta dal M°
Lorenzo De Felice
Concluderemo la serata con l’Inno Nazionale del Regno delle
Due Sicilie, scritto e musicato da Giovanni Paisiello su commissione di Ferdinando I delle Due Sicilie nel 1787. La partitura originale prevede l’esecuzione con due parti di canto: soprano e basso, mentre gli strumenti utilizzati sono: flauti, clarinetti
in do, oboi, corni in fa, trombe in do, fagotto e serpentone.
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E la Banda
suona Paisiello
di Lorenzo De Felice
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Una banda musicale, o semplicemente banda, o anche
orchestra di fiati, è un complesso musicale formato esclusivamente da strumenti musicali a fiato e a percussione.
L’assenza degli archi è compensata dall’impiego di strumenti
a fiato normalmente estranei all’orchestra sinfonica, come i
flicorni, o dall’uso massiccio di strumenti a fiato costruiti in
diversi “tagli”, come vari tipi di clarinetto e di sassofono.
Un particolare tipo di banda sinfonica professionale è la
“Banda da giro”, tipica del sud Italia ed in particolar modo di
Puglia, Campania e Abruzzo. Si tratta di grandi formazioni che,
accanto ad un ampio repertorio di marce sinfoniche e musiche
religiose, eseguono sui tipici palchi, chiamati “casse armoniche”, trascrizioni di intere sinfonie classiche e poemi sinfonici.
Le bande musicali eseguono anche ampie trascrizioni di opere
liriche (ad es. di Verdi, Puccini, Bellini), dove le arie cantate
vengono interpretate da solisti: il flicorno sopranino ha il ruolo
del soprano, il flicorno soprano quello del secondo soprano o
del mezzosoprano o del contralto, il flicorno tenore quello del
tenore, al flicorno baritono, o all’eufonio, quello del baritono o
del basso.
Questa sera, per la prima volta, su commissione del “Giovanni
Paisiello Festival” ascolteremo delle trascrizioni per Banda di
sinfonie e arie tratte da “Nina, o sia La pazza per amore” e “Il
Barbiere di Siviglia” di Paisiello eseguite dall’Orchestra di Fiati
“Giuseppe Chimienti” Città di Montemesola (TA) diretta dal M°
Lorenzo De Felice
Concluderemo la serata con l’Inno Nazionale del Regno delle
Due Sicilie, scritto e musicato da Giovanni Paisiello su commissione di Ferdinando I delle Due Sicilie nel 1787. La partitura originale prevede l’esecuzione con due parti di canto: soprano e basso, mentre gli strumenti utilizzati sono: flauti, clarinetti
in do, oboi, corni in fa, trombe in do, fagotto e serpentone.
LA NOTTE PAISIELLIANA
venerdì|2settembre
CITTÀ VECCHIA
Taranto
speciale notte bianca dedicata a Giovanni Paisiello
tra i vicoli, le piazze e le corti del borgo antico di Taranto
Salone degli Specchi - ore 21,30
Vincenzo Lentini, pianoforte
programma
Giovanni Paisiello
(Taranto, 1740 - Napoli, 1816)
Sei sonate per cembalo
Domenico Scarlatti
(Napoli, 1685 - Madrid, 1757)
Sonate K1, K159, K141, K119
Franz Joseph Haydn
(Rohrau, 1732 – Vienna, 1809)
Sonata Hob, XVI, n. 34
Presto
Adagio
Finale, Molto vivace
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Paisiello
tra Scarlatti
e Haydn
di Giovanni Fornaro
Il programma di questo concerto, previsto nell’ambito della
straordinaria “Notte” dedicata al compositore tarantino
nell’anno del bicentenario dalla scomparsa, presenta molteplici
motivi di attrazione e di sicuro interesse.
Sarà possibile constatare gli esiti del diretto confronto tra le
sei sonate per cembalo di Paisiello e alcune composizioni
omologhe di due altri straordinari e universalmente noti artisti,
coevi del Maestro: Domenico Scarlatti e Franz Josef Haydn.
Similarità e differenziazioni, sia nella capacità compositiva che
nelle soluzioni tecniche adottate in rapporto allo strumento - in
questa occasione, il pianoforte - emergeranno chiaramente agli
occhi e alle orecchie del pubblico.
Le sonate per cembalo furono composte dal tarantino a San
Pietroburgo, tra il 1781 e il 1783, inserite in una miscellanea
costituita da “Sonates, Caprices et Pièces pour le Piano”
destinati alla Granduchessa Maria Fëdorovna, sua allieva per
lezioni di cembalo e di armonia.
La Granduchessa, a Vienna alla vigilia di Natale dello
stesso anno 1781, ebbe poi modo di assistere alla famosa
competizione “performativa” fra Mozart e Clementi, ai quali
chiese di eseguire alcune di queste sonate, evidentemente
da lei particolarmente apprezzate. Si tratta di brani di origine
didattica che richiedono una certa abilità nella diteggiatura,
anche se non costituiscono una sfida tecnicamente elevata, e
sono contraddistinti da un vivido spirito musicale, nell’ambito
del diffuso «stile galante» del periodo.
Il confronto fra i due maestri “napoletani” si farà serrato
ascoltando, subito dopo, la deliziosa Sonata in re minore
K1 di Domenico Scarlatti, artista immenso, vero caposaldo
della produzione per tastiera. Nata probabilmente per scopi
d’insegnamento e pur non disponendo dell’originale, come
accade purtroppo per tutta la musica del Maestro, è inserita
negli Essercizi per gravicembalo, pubblicati a Londra nel 1738.
La Sonata in do maggiore K159 (ante 1752) è animata da
forti contrasti, caratteristica che condivide con molte altre
composizioni scarlattiane per lo stesso strumento, e presenta
una “importante” e fragorosa fanfara iniziale, forse eco di
scene naturali di caccia.
Altre fresche e affascinanti composizioni sono le successive
sonate K141, anche questa in re minore, e la K119 (ante
1749), che vira la scala verso il re maggiore e la cui ecletticità
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e difficoltà esecutiva conduce ad apprezzare la vividezza
delle soluzioni melodiche e, soprattutto, armoniche, spesso
sovrapposte e tonalmente differenziate.
Alle opere dei due musicisti italiani il programma affianca
una composizione di Franz Joseph Haydn, la Sonata in
mi minore Hob: XVI: 34 (1784). Anche la figura di Haydn
è imprescindibilmente legata al repertorio per tastiera,
nella tradizione musicale occidentale còlta, grazie alla sua
straordinaria capacità di costruire, in particolare per le
sonate, una intelaiatura musicale di base, suscettibile di
qualsivoglia immaginabile variazione: un vero e proprio
topos che poi verrà ampiamente utilizzato da maestri come
Mozart e van Beethoven, non a caso anch’essi appartenenti
all’area linguistica e culturale germanofona. Scrittura brillante,
narrazione per variazioni e non per contrapposizione, nonché
una inusuale ampiezza del secondo dei tre movimenti
(peraltro in sol maggiore), dal carattere più spiccatamente
improvvisativo, sono i tratti più rilevanti di questa splendida
composizione.
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LA NOTTE PAISIELLIANA
venerdì|2settembre
CITTÀ VECCHIA
Taranto
speciale notte bianca dedicata a Giovanni Paisiello
tra i vicoli, le piazze e le corti del borgo antico di Taranto
Palazzo Galeota - ore 21,30
Giuseppe DeMaglie, pianoforte
programma
Ludwig van Beethoven
(Bonn, 1770 - Vienna, 1872)
Sei variazioni sul duetto: “Nel cor più non mi sento”
nell’opera “La Molinara” di Paisiello
Domenico Scarlatti
(Napoli, 1685 - Madrid, 1757)
Sonata in La maggiore
Sonata in Re minore
Wolfgang Amadeus Mozart
(Salisburgo, 1756 - Vienna, 1791)
Sonate K311 in Re maggiore
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Paisiello
“sottotraccia”
di Giovanni Fornaro
La proposta di questo concerto identifica un Paisiello
“sottotraccia”: infatti, non ascolteremo direttamente musica
del genius loci tarantino, ma ne avvertiremo l’eco in alcune
composizioni caratterizzanti.
Tre grandi autori, fra i tanti che si sono lasciati affascinare
dalla grande musica paisielliana, sono presentati in questo
seducente programma, a cominciare da Ludwig van Beethoven.
La Molinara fu l’opera buffa di Paisiello più nota e acclamata,
tra la fine del ‘700 e l’inizio del nuovo secolo, e il grande
compositore di Bonn ebbe occasione di ascoltarla al
Burgtheater di Vienna nel 1795. Decise, così, di ispirarsene
per due serie di variazioni per pianoforte, una sul quintetto “Il
villan che coltiva il giardino”, l’altra - che ascoltiamo in questa
“Notte Paisielliana” - sul motivo del duetto doppio “Nel cor
più non mi sento” (inizio del secondo atto), su cui poi molti
altri artisti scriveranno utilmente e appassionatamente le loro
variazioni, fra i quali Niccolò Paganini.
L’imprescindibile confronto pianistico fra Domenico Scarlatti
e Paisiello, presente anche in altre proposte della ”Notte”,
conduce in questa esecuzione a due notevoli sonate del
maestro napoletano, la Sonata in La maggiore K39 e quella
in Re minore K213. Sebbene scritte in periodi diversi,
entrambe appaiono come splendidi frutti delle grandi capacità
improvvisative del compositore e caratterizzate da una notevole
articolazione melodica, in qualche modo contrapposta a un
ridotto range nelle altezze.
Infine, del Salisburghese per eccellenza, Amadé Mozart
(come si firmava Wofgang Amadeus), che ebbe modo di
incontrare almeno quattro volte di persona Giovanni Paisiello
e di ammirare alcune sue opere in esecuzione, ascoltiamo la
Sonata per pianoforte n. 9 in re maggiore K311 (1777), uno
dei brani più immediati e affascinanti del catalogo mozartiano.
In tre movimenti, la composizione si evidenzia subito per la
straordinaria invenzione tematica, che ben si inserisce in una
solida struttura musicale, già molto matura e non scevra da
impennate virtuosistiche, che ne fanno un brano non semplice
nel momento performativo.
Giovanni Fornaro
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LA NOTTE PAISIELLIANA
venerdì|2settembre
CITTÀ VECCHIA
Taranto
speciale notte bianca dedicata a Giovanni Paisiello
tra i vicoli, le piazze e le corti del borgo antico di Taranto
Cattedrale di San Cataldo- ore 21,30
Francesco Buccolieri, organo
programma
Francesco Durante
(Frattamaggiore, 1684 - Napoli, 1755)
Ouverture in Do maggiore
Giovanni Paisiello
(Taranto, 1740 - Napoli, 1816)
Sonata V
Anonimo
(XVIII sec.)
Sinfonia in Re maggiore
Giovanni Paisiello
(Taranto, 1740 - Napoli, 1816)
Sonata per organo in Si bemolle maggiore
Anonimo
(XVIII sec.)
Tempesta di mare
Gaetano Valeri
(Padova, 1760 - 1822)
Sonata IX
Sonata X
Ferdinando Provesi
(Parma, 1770 – Busseto, 1833)
Sinfonia in Do maggiore
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Un excursus
sulle musiche
per organo
di Giovanni Fornaro
La “Notte Paisielliana” propone con questo concerto un ampio
e articolato excursus sulle musiche per organo, sul magnifico
strumento realizzato da Michele Corrado nel 1790 e collocato
nella Cattedrale di San Cataldo.
Utilizzato sin nel mondo antico, l’aerofono ha attraversato tutta
la storia della musica occidentale senza soluzione di continuità
e in un ampia gamma di taglie, grazie alle enormi possibilità
armoniche e di registro che presenta, tali da poter utilmente
sostituirsi ad una intera orchestra.
In questa prospettiva, e con un focus concentrato sul compositore tarantino, il programma intende dispiegarsi ad ampio
raggio, partendo da uno dei grandi maestri della scuola
napoletana come Francesco Durante (1684-1755) con la sua
incantevole Invertura in do maggiore, ai purtroppo anonimi
compositori settecenteschi della Sinfonia in re maggiore e
della Tempesta di Mare, fino alle due più tarde Sonata IX e
Sonata X dell’organista e compositore padovano Gaetano Valeri (1760-1822) e alla Sinfonia in do maggiore di Ferdinando
Provesi (1770-1833), altro organista e compositore, nato a
Parma e noto anche per essere stato il più importante fra i primi insegnanti di Giuseppe Verdi.
Come contrappunto e termine di paragone per questi magnifici
ascolti, il concerto presenta ben due composizioni per organo
di Giovanni Paisiello: la Sonata V e la Sonata per organo in sib
maggiore, due intensi brani di cui si potrà apprezzare l’alta capacità compositiva, l’intelligenza melodica e la complessità armonica, in un mix da cui emerge in modo evidente la notevole
musicalità dell’artista tarantino, anche per questo strumento.
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LA NOTTE PAISIELLIANA
venerdì|2settembre
speciale notte bianca dedicata a Giovanni Paisiello
tra i vicoli, le piazze e le corti del borgo antico di Taranto
CITTÀ VECCHIA
Taranto
Cattedrale di San Cataldo - ore 22,00
CHORALITER coro
Pierluigi Lippolis, direttore
programma
Giovanni Paisiello
(Taranto, 1740 - Napoli, 1816)
Te Deum Laudamus (o Inno Ambrosiano)
estratti per coro
Te Deum Laudamus
Te aeternum Patrem
Tibi cherubim et seraphim
Sanctus
Pleni sunt coeli et terra
Te gloriosus
Patrem immensae maiestatis
Salvum fac populum tuum
30
Il Te Deum
di Paisiello
di Pierluigi Lippolis
31
Nel 1791 Giovanni Paisiello fu invitato dal re di Polonia
Stanislao Augusto a scrivere una grandiosa composizione
per celebrare il primo anniversario della costituzione polacca
appena promulgata. Quello stesso anno Paisiello compose
per il re polacco il “Te Deum Laudamus”, per doppio coro
e grande orchestra, riscuotendo un successo straordinario.
Il Te Deum fu eseguito a Varsavia il 3 maggio 1791, tuttora
festa nazionale e riproposto, per celebrare un altro grande
evento, nel maggio del 2004 quando la Polonia, tornata libera,
entrò a far parte, con altri dieci paesi dell’Unione Europea.
Fa molto piacere che, dopo oltre due secoli, il compositore
tarantino sia ancora ricordato anche in Polonia e sia stato
scelto per celebrare un avvenimento storico internazionale di
tale importanza. Paisiello fu musicista anche presso la corte
di Caterina II di Russia, di Ferdinando IV, oltre che del re
Stanislao di Polonia, dell’imperatore Giuseppe II, ed adorato
da Napoleone del quale fu ospite a Parigi fino al giorno della
sua incoronazione, occasione nella quale compose una Messa
solenne e curò l’esecuzione del “Te Deum” che ascolterete
questa sera. Tra i vari canti sacri della tradizione cristiana,
ce n’è solo uno in grado di far tremare il cuore, anche a personaggi notoriamente anticlericali; è proprio il “Te Deum”.
Quelle note, sgorgate nella magnificenza del gregoriano,
in qualche modo evocano il Giudizio e la sentenza finale. Il
Te Deum (estesamente Te Deum laudamus, latino per «noi ti
lodiamo, Dio») è un inno cristiano in prosa di origine antica.
Nella Chiesa cattolica il Te Deum è legato alle cerimonie di
ringraziamento; viene tradizionalmente cantato la sera del 31
dicembre, per ringraziare dell›anno appena trascorso, oppure
nella Cappella Sistina ad avvenuta elezione del nuovo pontefice, prima che si sciolga il conclave oppure a conclusione di
un Concilio. Quest’inno è tanto bello e terribile, che non hanno
osato rinunciarvi neppure Napoleone, che non se ne perse
uno, arrivando a minacciare di morte il clero se non gliel’avesse eseguito in pompa magna. Il Piemonte delle leggi eversive
metteva in carcere i vescovi che si rifiutavano di intonarlo per
protesta. Perfino Garibaldi, il più fanatico dei mangiapreti, pretese il solenne Te Deum, e più di una volta.
LA NOTTE PAISIELLIANA
venerdì|2settembre
CITTÀ VECCHIA
Taranto
speciale notte bianca dedicata a Giovanni Paisiello
tra i vicoli, le piazze e le corti del borgo antico di Taranto
Piazzatta Delli Ponti - ore 22
LE EPISTOLE RESE ALLA MEMORIA di Paisiello
Angelo Giordano, controtenore
Tiziana Vestita, soprano
Attilio Cantore, pianoforte
Angela De Bellis
Tiziana Risolo
Chicco Passaro
voci recitanti
programma
Giovanni Paisiello
(Taranto, 1740 - Napoli, 1816)
A tollerare avvezza
da Zenobia in Palmira
Se talora a te d’intorno
da Zenobia in Palmira
Se quel caro amabil volto
da Zenobia in Palmira
Nel cor più non mi sento
da La Molinara
Donne vaghe
da La serva padrona
Wolfgang Amadeus Mozart
(Salisburgo, 1756 – Vienna, 1791)
Variazioni KV 398 sull’aria “Salve tu, domine”
da I Filosofi immaginari di Paisiello
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«Paisiello nous manque». Così Luigi Sobieski terminò un’accorata lettera allorquando scoprì che il rinomato Cavalier Don
Giovanni Paisiello, dopo più di sette anni di servizio in qualità
di Maestro di Cappella presso la corte della zarina Caterina II,
aveva lasciato di gran carriera San Pietroburgo. Ma Paisiello
manca a noi tutti ancora oggi, e vieppiù nell’anno del bicentenario della sua morte.
Da Napoli a San Pietroburgo, da Varsavia a Venezia, da Vienna
a Bologna, da Roma a Parigi, non v’era teatro, società o salotto
«che non brillasse per i componimenti dettati dal versatile
ingegno del Paisiello»1: il ciclone paisielliano investì l’Europa,
ottenendo l’ovazione di principi e imperatori ed imponendo la
figura di un influente «compositore alla moda, oltremodo amabile: dalle [cui] mani piovono zuccherose prelibatezze»2: un
artista causticamente mordace, indomabile, pungente e sempre
scettico circa el gran teatro del mundo.
Suadentemente nostalgico è immaginare per un attimo che sia
il 5 giugno 1816 e noi fossimo nella casa di via Montecalvario
48, ultima dimora del Maestro - aggirandoci fra porcellane
della Real Fabbrica Ferdinandea, una vetrina in legno impiallacciato poggiante su un tavolo parietale dorato, pile di spartiti
abbandonate su un clavicembalo esausto ed un secrétaire di
noce dal profilo ondulato, traforato e arricchito di intagli a
rocailles. Forse potremmo finanche compulsare, placidamente
indisturbati, fra la corrispondenza privata di Paisiello.
Ecco, il grande compositore «che rabbellì di elette forme la
music’arte e ne fe’ lieto il mondo» lo si vuole ricordare, appunto, proprio a partire dalla lettura di alcune epistole commemorative. Lettura che godrà dell’adiacenza nuziale di un breve
hommage mozartiano (nota è l’amicizia fra Mozart e Paisiello,
oscillante fra suggestioni artistiche e massoniche, e altrettanto
noti sono gli influssi che la musica del Nostro ebbe su quella
del Salisburghese); di Arie del repertorio comico (tratte da L’Amor contrastato e da La serva padrona, per la quale Paisiello
venne costretto a riutilizzare il libretto del 1733 di Gennarantonio Federico, «trasforma[ndo] una forte terracotta in un
delicato pastello», per nulla soffrendo l’ovvio confronto con la
musica dell’immortale Pergolesi) e di una preziosa selezione di
F. de Jorio, «L’Omnibus pittoresco», Napoli, giovedì 12 agosto 1841 (collezione privata
Paolo Ruta).
2
Ch.F.D. Schubart, Ideen zu einer Ästhetik der Tonkunst, Wien 1806, pp. 51-52.
1
33
Arie tratte dal dramma Zenobia in Palmira dell’abate Gaetano
Sertor (rappresentato il 30 maggio 1790 a Napoli presso u
Triato Riale ’e San Carlo) che fanno di continuo pensare, come
ha registrato anche Paolo Isotta, a quelle del Lucio Silla, dell’Idomeneo e de La clemenza di Tito di Amadé, oltre che ai capolavori seri di Haydn. Haud dubie, Paisiello fu eminentemente
«un maestro più di altri abile nel sintonizzarsi con il gusto del
pubblico amplificando in senso patetico-sentimentale i nodi
drammatici dei libretti intonati e assimilando per primo gli
istituti morfologici sperimentali da essi adottati»3.
L. Mattei, Musica e dramma nel “Dramma per musica”. Aspetti dell’opera seria da
Pergolesi a Mozart, Progedit, Bari 2012, p. 77.
3
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LA NOTTE PAISIELLIANA
venerdì|2settembre
CITTÀ VECCHIA
Taranto
speciale notte bianca dedicata a Giovanni Paisiello
tra i vicoli, le piazze e le corti del borgo antico di Taranto
Chiesa di Sant’Andrea degli Armeni- ore 21
I ritratti di Paisiello
raccolta privata
Una “Notte” dedicata a Giovanni Paisiello deve avere per
protagonista, nelle intenzioni del Festival, non solo l’arte
musicale del compositore, ma anche la figura stessa di
Paisiello nelle “letture” che l’iconografia ci ha restituito nel
corso dei secoli che ci separano dalla sua dipartita, duecento
anni fa.
Dalla grande collezione privata di materiali e documenti
storici di Paolo Ruta su Paisiello, iniziata vari decenni fa
sulla scia di una passione che lo ha portato ad organizzare
da ben quattordici edizioni il festival dedicato al grande
Tarantino - sicuramente il personaggio della città jonica che
più ha inciso nella storia culturale dell’Occidente - vengono
in questa occasione “estratti” i ritratti del compositore:
stampe, disegni, incisioni, medaglioni, acquerelli e molto altro
riguarda l’immagine fisica del musicista, che potrebbero, anzi
“dovrebbero” far parte della sezione espositiva della CasaMuseo su Paisiello che da anni alcuni consapevoli operatori
culturali e professionisti tarantini stanno cercando di istituire,
come sarebbe doveroso, nel luogo in cui nacque.
Giovanni Fornaro
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LA NOTTE PAISIELLIANA
venerdì|2settembre
speciale notte bianca dedicata a Giovanni Paisiello
tra i vicoli, le piazze e le corti del borgo antico di Taranto
CITTÀ VECCHIA
Taranto
Piazzetta Monteoliveto (Via Paisiello) - ore 23
ORCHESTRA DI FIATI “GIUSEPPE CHIMIENTI”
DI MONTEMESOLA
Lorenzo De Felice, direttore
programma
Giovanni Paisiello
(Taranto, 1740 - Napoli, 1816)
IL BARBIERE DI SIVIGLIA
Sinfonia
Aria della Calunnia
NINA, o sia LA PAZZA PER AMORE
Finale andante lento
Aria di Giorgio
Cavatina
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