LA NOTTE PAISIELLIANA venerdì|2settembre speciale notte bianca dedicata a Giovanni Paisiello tra i vicoli, le piazze e le corti del borgo antico di Taranto CITTÀ VECCHIA Taranto Via Duomo - ore 21 (partenza da Palazzo di Città) ORCHESTRA DI FIATI “GIUSEPPE CHIMIENTI” DI MONTEMESOLA Lorenzo De Felice, direttore programma Giovanni Paisiello (Taranto, 1740 - Napoli, 1816) Inno delle Due Sicilie Le nozze di Bacco e Arianna Mascherata modenese del 1765 Avviso La mascherata fa noto al Pubblico, che questa sera darà il divertimento d’una festa da Ballo nella Sala del Sig. Cesare Bassoli, alla quale saranno indistintamente ammesse tutte le Maschere proprie, e civili, con che però all’ingresso si levino la Maschera, rimanendo poi in piena libertà di rimetterla. Intende con ciò la Mascherata di dare una nuova dimostrazione dopo l’ultima sua comparsa della riconoscenza, che protesta a tutta la città per gli obbliganti contrassegni di bontà, e di gradimento, che la medesima ha ricevuti. 19 Le nozze di Bacco e Arianna di Maria Antonietta Carola 20 Francesco III D’Este, duca di Modena e Reggio, fu sovrano illuminato e gaudente, e la sua Corte prosperava di letterati, poeti e musicisti. In un Settecento di maniera, libero e libertino, la Corte modenese accoglie un Giovanni Paisiello giovanissimo, di appena 25 anni, cui affida la composizione di una festosa mascherata per il Carnevale del 1765. Le mascherate, rappresentazioni popolari di antica matrice fiorentina, sono simbolo di sfarzo e potere e si accompagnano alle cerimonie raffinate ed eleganti imbandite per celebrare e rafforzare l’autorità ducale. La musica diventa un vero e proprio piacere che accompagna carri allegorici e trionfi, ossia spettacoli con rievocazioni di personaggi mitologici, nonché di modelli di virtù. Come le eroine del mondo greco, Arianna è certamente uno dei miti più antichi della storia, ma in questa mascherata invece di incarnare l’eco dei tormenti d’amore, ella festeggia le sue nozze con Bacco, e con lei tutti gli amanti cantano a squarciagola i loro amori vittoriosi. Riecheggiando il celeberrimo Trionfo di Bacco e Arianna di Lorenzo il Magnifico, il connubio della mascherata modenese avviene tra i versi poetici dell’Abate Antonio Biondini e la prorompente musica di Giovanni Paisiello. Il manoscritto n. 1795 del Fondo Campori conservato nella Biblioteca Estense di Modena custodisce alcune pagine autografe di Giovanni Paisiello: “Musica del contrascritto coro”, un brano per coro misto a tre voci con l’accompagnamento di Violini I e II, Corni e Basso continuo, e una “Contradanza….intitolata La Baccante”. Entrambi i brani appartenevano alla Mascherata allestita l’11 febbraio del 1765 per le vie di Modena, avente come ambientazione allegorica Le Nozze di Bacco e Arianna. Il manoscritto in massima parte appartiene alla memoria di un’Accademia di letterati, che come spesso accadeva nel Settecento, aveva come scopo quello di promuovere e favorire le iniziative culturali ad uso locale. Coloro che vi appartenevano assumevano un nome simbolico, spesso rievocatore di glorie della letteratura classica greca e latina. L’Abate Flaminio Bastardi, in arte “Uranio Acheleio, prencipe di detta Accademia”, è il curatore di questa raccolta di poesie, musica e testimonianze della vita dell’ “Accademia de’ poeti fanatici”, ma soprattutto egli traccia la cronaca della mascherata delle Nozze di Bacco e Arianna, evento che segnò la memoria della città. Il contenuto a noi più caro oggi è proprio quello scorcio incompleto di musica da cui traspare lo stile giovanile di un Paisiello che muoveva i primi passi verso le glorie del teatro. Giunto a Modena nel 1764 chiamato dal suo amico e protettore don Giuseppe Carafa, principe di Colubrano, Paisiello allestì per il teatro di corte la commedia per musica “I Francesi brillanti”. Nel manoscritto modenese però egli è più volte ricordato come il compositore dell’opera seria “Il Demetrio” scritta nell’anno 1765 e andata in scena presso il teatro Rangone. Nello stesso anno, grazie ai successi delle sue opere fu incaricato di scrivere le musiche per questa magnificente e trionfale Mascherata “…ove li pargoletti amori…..vanno quindi il loro giubilo, in bella gara e graziosa, manifestando”. Questa sera, per la prima volta, su commissione del “Giovanni Paisiello Festival” ascolteremo delle trascrizioni per Banda di sinfonie e arie tratte da “Nina, o sia La pazza per amore” e “Il Barbiere di Siviglia” di Paisiello eseguite dall’Orchestra di Fiati “Giuseppe Chimienti” Città di Montemesola (TA) diretta dal M° Lorenzo De Felice Concluderemo la serata con l’Inno Nazionale del Regno delle Due Sicilie, scritto e musicato da Giovanni Paisiello su commissione di Ferdinando I delle Due Sicilie nel 1787. La partitura originale prevede l’esecuzione con due parti di canto: soprano e basso, mentre gli strumenti utilizzati sono: flauti, clarinetti in do, oboi, corni in fa, trombe in do, fagotto e serpentone. 21 E la Banda suona Paisiello di Lorenzo De Felice 22 Una banda musicale, o semplicemente banda, o anche orchestra di fiati, è un complesso musicale formato esclusivamente da strumenti musicali a fiato e a percussione. L’assenza degli archi è compensata dall’impiego di strumenti a fiato normalmente estranei all’orchestra sinfonica, come i flicorni, o dall’uso massiccio di strumenti a fiato costruiti in diversi “tagli”, come vari tipi di clarinetto e di sassofono. Un particolare tipo di banda sinfonica professionale è la “Banda da giro”, tipica del sud Italia ed in particolar modo di Puglia, Campania e Abruzzo. Si tratta di grandi formazioni che, accanto ad un ampio repertorio di marce sinfoniche e musiche religiose, eseguono sui tipici palchi, chiamati “casse armoniche”, trascrizioni di intere sinfonie classiche e poemi sinfonici. Le bande musicali eseguono anche ampie trascrizioni di opere liriche (ad es. di Verdi, Puccini, Bellini), dove le arie cantate vengono interpretate da solisti: il flicorno sopranino ha il ruolo del soprano, il flicorno soprano quello del secondo soprano o del mezzosoprano o del contralto, il flicorno tenore quello del tenore, al flicorno baritono, o all’eufonio, quello del baritono o del basso. Questa sera, per la prima volta, su commissione del “Giovanni Paisiello Festival” ascolteremo delle trascrizioni per Banda di sinfonie e arie tratte da “Nina, o sia La pazza per amore” e “Il Barbiere di Siviglia” di Paisiello eseguite dall’Orchestra di Fiati “Giuseppe Chimienti” Città di Montemesola (TA) diretta dal M° Lorenzo De Felice Concluderemo la serata con l’Inno Nazionale del Regno delle Due Sicilie, scritto e musicato da Giovanni Paisiello su commissione di Ferdinando I delle Due Sicilie nel 1787. La partitura originale prevede l’esecuzione con due parti di canto: soprano e basso, mentre gli strumenti utilizzati sono: flauti, clarinetti in do, oboi, corni in fa, trombe in do, fagotto e serpentone. LA NOTTE PAISIELLIANA venerdì|2settembre CITTÀ VECCHIA Taranto speciale notte bianca dedicata a Giovanni Paisiello tra i vicoli, le piazze e le corti del borgo antico di Taranto Salone degli Specchi - ore 21,30 Vincenzo Lentini, pianoforte programma Giovanni Paisiello (Taranto, 1740 - Napoli, 1816) Sei sonate per cembalo Domenico Scarlatti (Napoli, 1685 - Madrid, 1757) Sonate K1, K159, K141, K119 Franz Joseph Haydn (Rohrau, 1732 – Vienna, 1809) Sonata Hob, XVI, n. 34 Presto Adagio Finale, Molto vivace 23 Paisiello tra Scarlatti e Haydn di Giovanni Fornaro Il programma di questo concerto, previsto nell’ambito della straordinaria “Notte” dedicata al compositore tarantino nell’anno del bicentenario dalla scomparsa, presenta molteplici motivi di attrazione e di sicuro interesse. Sarà possibile constatare gli esiti del diretto confronto tra le sei sonate per cembalo di Paisiello e alcune composizioni omologhe di due altri straordinari e universalmente noti artisti, coevi del Maestro: Domenico Scarlatti e Franz Josef Haydn. Similarità e differenziazioni, sia nella capacità compositiva che nelle soluzioni tecniche adottate in rapporto allo strumento - in questa occasione, il pianoforte - emergeranno chiaramente agli occhi e alle orecchie del pubblico. Le sonate per cembalo furono composte dal tarantino a San Pietroburgo, tra il 1781 e il 1783, inserite in una miscellanea costituita da “Sonates, Caprices et Pièces pour le Piano” destinati alla Granduchessa Maria Fëdorovna, sua allieva per lezioni di cembalo e di armonia. La Granduchessa, a Vienna alla vigilia di Natale dello stesso anno 1781, ebbe poi modo di assistere alla famosa competizione “performativa” fra Mozart e Clementi, ai quali chiese di eseguire alcune di queste sonate, evidentemente da lei particolarmente apprezzate. Si tratta di brani di origine didattica che richiedono una certa abilità nella diteggiatura, anche se non costituiscono una sfida tecnicamente elevata, e sono contraddistinti da un vivido spirito musicale, nell’ambito del diffuso «stile galante» del periodo. Il confronto fra i due maestri “napoletani” si farà serrato ascoltando, subito dopo, la deliziosa Sonata in re minore K1 di Domenico Scarlatti, artista immenso, vero caposaldo della produzione per tastiera. Nata probabilmente per scopi d’insegnamento e pur non disponendo dell’originale, come accade purtroppo per tutta la musica del Maestro, è inserita negli Essercizi per gravicembalo, pubblicati a Londra nel 1738. La Sonata in do maggiore K159 (ante 1752) è animata da forti contrasti, caratteristica che condivide con molte altre composizioni scarlattiane per lo stesso strumento, e presenta una “importante” e fragorosa fanfara iniziale, forse eco di scene naturali di caccia. Altre fresche e affascinanti composizioni sono le successive sonate K141, anche questa in re minore, e la K119 (ante 1749), che vira la scala verso il re maggiore e la cui ecletticità 24 e difficoltà esecutiva conduce ad apprezzare la vividezza delle soluzioni melodiche e, soprattutto, armoniche, spesso sovrapposte e tonalmente differenziate. Alle opere dei due musicisti italiani il programma affianca una composizione di Franz Joseph Haydn, la Sonata in mi minore Hob: XVI: 34 (1784). Anche la figura di Haydn è imprescindibilmente legata al repertorio per tastiera, nella tradizione musicale occidentale còlta, grazie alla sua straordinaria capacità di costruire, in particolare per le sonate, una intelaiatura musicale di base, suscettibile di qualsivoglia immaginabile variazione: un vero e proprio topos che poi verrà ampiamente utilizzato da maestri come Mozart e van Beethoven, non a caso anch’essi appartenenti all’area linguistica e culturale germanofona. Scrittura brillante, narrazione per variazioni e non per contrapposizione, nonché una inusuale ampiezza del secondo dei tre movimenti (peraltro in sol maggiore), dal carattere più spiccatamente improvvisativo, sono i tratti più rilevanti di questa splendida composizione. 25 LA NOTTE PAISIELLIANA venerdì|2settembre CITTÀ VECCHIA Taranto speciale notte bianca dedicata a Giovanni Paisiello tra i vicoli, le piazze e le corti del borgo antico di Taranto Palazzo Galeota - ore 21,30 Giuseppe DeMaglie, pianoforte programma Ludwig van Beethoven (Bonn, 1770 - Vienna, 1872) Sei variazioni sul duetto: “Nel cor più non mi sento” nell’opera “La Molinara” di Paisiello Domenico Scarlatti (Napoli, 1685 - Madrid, 1757) Sonata in La maggiore Sonata in Re minore Wolfgang Amadeus Mozart (Salisburgo, 1756 - Vienna, 1791) Sonate K311 in Re maggiore 26 Paisiello “sottotraccia” di Giovanni Fornaro La proposta di questo concerto identifica un Paisiello “sottotraccia”: infatti, non ascolteremo direttamente musica del genius loci tarantino, ma ne avvertiremo l’eco in alcune composizioni caratterizzanti. Tre grandi autori, fra i tanti che si sono lasciati affascinare dalla grande musica paisielliana, sono presentati in questo seducente programma, a cominciare da Ludwig van Beethoven. La Molinara fu l’opera buffa di Paisiello più nota e acclamata, tra la fine del ‘700 e l’inizio del nuovo secolo, e il grande compositore di Bonn ebbe occasione di ascoltarla al Burgtheater di Vienna nel 1795. Decise, così, di ispirarsene per due serie di variazioni per pianoforte, una sul quintetto “Il villan che coltiva il giardino”, l’altra - che ascoltiamo in questa “Notte Paisielliana” - sul motivo del duetto doppio “Nel cor più non mi sento” (inizio del secondo atto), su cui poi molti altri artisti scriveranno utilmente e appassionatamente le loro variazioni, fra i quali Niccolò Paganini. L’imprescindibile confronto pianistico fra Domenico Scarlatti e Paisiello, presente anche in altre proposte della ”Notte”, conduce in questa esecuzione a due notevoli sonate del maestro napoletano, la Sonata in La maggiore K39 e quella in Re minore K213. Sebbene scritte in periodi diversi, entrambe appaiono come splendidi frutti delle grandi capacità improvvisative del compositore e caratterizzate da una notevole articolazione melodica, in qualche modo contrapposta a un ridotto range nelle altezze. Infine, del Salisburghese per eccellenza, Amadé Mozart (come si firmava Wofgang Amadeus), che ebbe modo di incontrare almeno quattro volte di persona Giovanni Paisiello e di ammirare alcune sue opere in esecuzione, ascoltiamo la Sonata per pianoforte n. 9 in re maggiore K311 (1777), uno dei brani più immediati e affascinanti del catalogo mozartiano. In tre movimenti, la composizione si evidenzia subito per la straordinaria invenzione tematica, che ben si inserisce in una solida struttura musicale, già molto matura e non scevra da impennate virtuosistiche, che ne fanno un brano non semplice nel momento performativo. Giovanni Fornaro 27 LA NOTTE PAISIELLIANA venerdì|2settembre CITTÀ VECCHIA Taranto speciale notte bianca dedicata a Giovanni Paisiello tra i vicoli, le piazze e le corti del borgo antico di Taranto Cattedrale di San Cataldo- ore 21,30 Francesco Buccolieri, organo programma Francesco Durante (Frattamaggiore, 1684 - Napoli, 1755) Ouverture in Do maggiore Giovanni Paisiello (Taranto, 1740 - Napoli, 1816) Sonata V Anonimo (XVIII sec.) Sinfonia in Re maggiore Giovanni Paisiello (Taranto, 1740 - Napoli, 1816) Sonata per organo in Si bemolle maggiore Anonimo (XVIII sec.) Tempesta di mare Gaetano Valeri (Padova, 1760 - 1822) Sonata IX Sonata X Ferdinando Provesi (Parma, 1770 – Busseto, 1833) Sinfonia in Do maggiore 28 Un excursus sulle musiche per organo di Giovanni Fornaro La “Notte Paisielliana” propone con questo concerto un ampio e articolato excursus sulle musiche per organo, sul magnifico strumento realizzato da Michele Corrado nel 1790 e collocato nella Cattedrale di San Cataldo. Utilizzato sin nel mondo antico, l’aerofono ha attraversato tutta la storia della musica occidentale senza soluzione di continuità e in un ampia gamma di taglie, grazie alle enormi possibilità armoniche e di registro che presenta, tali da poter utilmente sostituirsi ad una intera orchestra. In questa prospettiva, e con un focus concentrato sul compositore tarantino, il programma intende dispiegarsi ad ampio raggio, partendo da uno dei grandi maestri della scuola napoletana come Francesco Durante (1684-1755) con la sua incantevole Invertura in do maggiore, ai purtroppo anonimi compositori settecenteschi della Sinfonia in re maggiore e della Tempesta di Mare, fino alle due più tarde Sonata IX e Sonata X dell’organista e compositore padovano Gaetano Valeri (1760-1822) e alla Sinfonia in do maggiore di Ferdinando Provesi (1770-1833), altro organista e compositore, nato a Parma e noto anche per essere stato il più importante fra i primi insegnanti di Giuseppe Verdi. Come contrappunto e termine di paragone per questi magnifici ascolti, il concerto presenta ben due composizioni per organo di Giovanni Paisiello: la Sonata V e la Sonata per organo in sib maggiore, due intensi brani di cui si potrà apprezzare l’alta capacità compositiva, l’intelligenza melodica e la complessità armonica, in un mix da cui emerge in modo evidente la notevole musicalità dell’artista tarantino, anche per questo strumento. 29 LA NOTTE PAISIELLIANA venerdì|2settembre speciale notte bianca dedicata a Giovanni Paisiello tra i vicoli, le piazze e le corti del borgo antico di Taranto CITTÀ VECCHIA Taranto Cattedrale di San Cataldo - ore 22,00 CHORALITER coro Pierluigi Lippolis, direttore programma Giovanni Paisiello (Taranto, 1740 - Napoli, 1816) Te Deum Laudamus (o Inno Ambrosiano) estratti per coro Te Deum Laudamus Te aeternum Patrem Tibi cherubim et seraphim Sanctus Pleni sunt coeli et terra Te gloriosus Patrem immensae maiestatis Salvum fac populum tuum 30 Il Te Deum di Paisiello di Pierluigi Lippolis 31 Nel 1791 Giovanni Paisiello fu invitato dal re di Polonia Stanislao Augusto a scrivere una grandiosa composizione per celebrare il primo anniversario della costituzione polacca appena promulgata. Quello stesso anno Paisiello compose per il re polacco il “Te Deum Laudamus”, per doppio coro e grande orchestra, riscuotendo un successo straordinario. Il Te Deum fu eseguito a Varsavia il 3 maggio 1791, tuttora festa nazionale e riproposto, per celebrare un altro grande evento, nel maggio del 2004 quando la Polonia, tornata libera, entrò a far parte, con altri dieci paesi dell’Unione Europea. Fa molto piacere che, dopo oltre due secoli, il compositore tarantino sia ancora ricordato anche in Polonia e sia stato scelto per celebrare un avvenimento storico internazionale di tale importanza. Paisiello fu musicista anche presso la corte di Caterina II di Russia, di Ferdinando IV, oltre che del re Stanislao di Polonia, dell’imperatore Giuseppe II, ed adorato da Napoleone del quale fu ospite a Parigi fino al giorno della sua incoronazione, occasione nella quale compose una Messa solenne e curò l’esecuzione del “Te Deum” che ascolterete questa sera. Tra i vari canti sacri della tradizione cristiana, ce n’è solo uno in grado di far tremare il cuore, anche a personaggi notoriamente anticlericali; è proprio il “Te Deum”. Quelle note, sgorgate nella magnificenza del gregoriano, in qualche modo evocano il Giudizio e la sentenza finale. Il Te Deum (estesamente Te Deum laudamus, latino per «noi ti lodiamo, Dio») è un inno cristiano in prosa di origine antica. Nella Chiesa cattolica il Te Deum è legato alle cerimonie di ringraziamento; viene tradizionalmente cantato la sera del 31 dicembre, per ringraziare dell›anno appena trascorso, oppure nella Cappella Sistina ad avvenuta elezione del nuovo pontefice, prima che si sciolga il conclave oppure a conclusione di un Concilio. Quest’inno è tanto bello e terribile, che non hanno osato rinunciarvi neppure Napoleone, che non se ne perse uno, arrivando a minacciare di morte il clero se non gliel’avesse eseguito in pompa magna. Il Piemonte delle leggi eversive metteva in carcere i vescovi che si rifiutavano di intonarlo per protesta. Perfino Garibaldi, il più fanatico dei mangiapreti, pretese il solenne Te Deum, e più di una volta. LA NOTTE PAISIELLIANA venerdì|2settembre CITTÀ VECCHIA Taranto speciale notte bianca dedicata a Giovanni Paisiello tra i vicoli, le piazze e le corti del borgo antico di Taranto Piazzatta Delli Ponti - ore 22 LE EPISTOLE RESE ALLA MEMORIA di Paisiello Angelo Giordano, controtenore Tiziana Vestita, soprano Attilio Cantore, pianoforte Angela De Bellis Tiziana Risolo Chicco Passaro voci recitanti programma Giovanni Paisiello (Taranto, 1740 - Napoli, 1816) A tollerare avvezza da Zenobia in Palmira Se talora a te d’intorno da Zenobia in Palmira Se quel caro amabil volto da Zenobia in Palmira Nel cor più non mi sento da La Molinara Donne vaghe da La serva padrona Wolfgang Amadeus Mozart (Salisburgo, 1756 – Vienna, 1791) Variazioni KV 398 sull’aria “Salve tu, domine” da I Filosofi immaginari di Paisiello 32 «Paisiello nous manque». Così Luigi Sobieski terminò un’accorata lettera allorquando scoprì che il rinomato Cavalier Don Giovanni Paisiello, dopo più di sette anni di servizio in qualità di Maestro di Cappella presso la corte della zarina Caterina II, aveva lasciato di gran carriera San Pietroburgo. Ma Paisiello manca a noi tutti ancora oggi, e vieppiù nell’anno del bicentenario della sua morte. Da Napoli a San Pietroburgo, da Varsavia a Venezia, da Vienna a Bologna, da Roma a Parigi, non v’era teatro, società o salotto «che non brillasse per i componimenti dettati dal versatile ingegno del Paisiello»1: il ciclone paisielliano investì l’Europa, ottenendo l’ovazione di principi e imperatori ed imponendo la figura di un influente «compositore alla moda, oltremodo amabile: dalle [cui] mani piovono zuccherose prelibatezze»2: un artista causticamente mordace, indomabile, pungente e sempre scettico circa el gran teatro del mundo. Suadentemente nostalgico è immaginare per un attimo che sia il 5 giugno 1816 e noi fossimo nella casa di via Montecalvario 48, ultima dimora del Maestro - aggirandoci fra porcellane della Real Fabbrica Ferdinandea, una vetrina in legno impiallacciato poggiante su un tavolo parietale dorato, pile di spartiti abbandonate su un clavicembalo esausto ed un secrétaire di noce dal profilo ondulato, traforato e arricchito di intagli a rocailles. Forse potremmo finanche compulsare, placidamente indisturbati, fra la corrispondenza privata di Paisiello. Ecco, il grande compositore «che rabbellì di elette forme la music’arte e ne fe’ lieto il mondo» lo si vuole ricordare, appunto, proprio a partire dalla lettura di alcune epistole commemorative. Lettura che godrà dell’adiacenza nuziale di un breve hommage mozartiano (nota è l’amicizia fra Mozart e Paisiello, oscillante fra suggestioni artistiche e massoniche, e altrettanto noti sono gli influssi che la musica del Nostro ebbe su quella del Salisburghese); di Arie del repertorio comico (tratte da L’Amor contrastato e da La serva padrona, per la quale Paisiello venne costretto a riutilizzare il libretto del 1733 di Gennarantonio Federico, «trasforma[ndo] una forte terracotta in un delicato pastello», per nulla soffrendo l’ovvio confronto con la musica dell’immortale Pergolesi) e di una preziosa selezione di F. de Jorio, «L’Omnibus pittoresco», Napoli, giovedì 12 agosto 1841 (collezione privata Paolo Ruta). 2 Ch.F.D. Schubart, Ideen zu einer Ästhetik der Tonkunst, Wien 1806, pp. 51-52. 1 33 Arie tratte dal dramma Zenobia in Palmira dell’abate Gaetano Sertor (rappresentato il 30 maggio 1790 a Napoli presso u Triato Riale ’e San Carlo) che fanno di continuo pensare, come ha registrato anche Paolo Isotta, a quelle del Lucio Silla, dell’Idomeneo e de La clemenza di Tito di Amadé, oltre che ai capolavori seri di Haydn. Haud dubie, Paisiello fu eminentemente «un maestro più di altri abile nel sintonizzarsi con il gusto del pubblico amplificando in senso patetico-sentimentale i nodi drammatici dei libretti intonati e assimilando per primo gli istituti morfologici sperimentali da essi adottati»3. L. Mattei, Musica e dramma nel “Dramma per musica”. Aspetti dell’opera seria da Pergolesi a Mozart, Progedit, Bari 2012, p. 77. 3 34 LA NOTTE PAISIELLIANA venerdì|2settembre CITTÀ VECCHIA Taranto speciale notte bianca dedicata a Giovanni Paisiello tra i vicoli, le piazze e le corti del borgo antico di Taranto Chiesa di Sant’Andrea degli Armeni- ore 21 I ritratti di Paisiello raccolta privata Una “Notte” dedicata a Giovanni Paisiello deve avere per protagonista, nelle intenzioni del Festival, non solo l’arte musicale del compositore, ma anche la figura stessa di Paisiello nelle “letture” che l’iconografia ci ha restituito nel corso dei secoli che ci separano dalla sua dipartita, duecento anni fa. Dalla grande collezione privata di materiali e documenti storici di Paolo Ruta su Paisiello, iniziata vari decenni fa sulla scia di una passione che lo ha portato ad organizzare da ben quattordici edizioni il festival dedicato al grande Tarantino - sicuramente il personaggio della città jonica che più ha inciso nella storia culturale dell’Occidente - vengono in questa occasione “estratti” i ritratti del compositore: stampe, disegni, incisioni, medaglioni, acquerelli e molto altro riguarda l’immagine fisica del musicista, che potrebbero, anzi “dovrebbero” far parte della sezione espositiva della CasaMuseo su Paisiello che da anni alcuni consapevoli operatori culturali e professionisti tarantini stanno cercando di istituire, come sarebbe doveroso, nel luogo in cui nacque. Giovanni Fornaro 35 LA NOTTE PAISIELLIANA venerdì|2settembre speciale notte bianca dedicata a Giovanni Paisiello tra i vicoli, le piazze e le corti del borgo antico di Taranto CITTÀ VECCHIA Taranto Piazzetta Monteoliveto (Via Paisiello) - ore 23 ORCHESTRA DI FIATI “GIUSEPPE CHIMIENTI” DI MONTEMESOLA Lorenzo De Felice, direttore programma Giovanni Paisiello (Taranto, 1740 - Napoli, 1816) IL BARBIERE DI SIVIGLIA Sinfonia Aria della Calunnia NINA, o sia LA PAZZA PER AMORE Finale andante lento Aria di Giorgio Cavatina 36