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Università degli Studi di Milano – Teatro Franco Parenti
Laboratorio “Dal testo alla scena. L’alfabeto delle emozioni”
con il sostegno di ScenAperta Altomilanese Teatri
Il re si diverte
uno studio teatrale
di Maddalena Mazzocut-Mis
da Le roi s’amuse di Victor Hugo
regia di Paolo Bignamini
in scena Paola Vincenzi
13 giugno 2012
Ore 21.00
Teatro Franco Parenti
Sala AcomeA
via Pier Lombardo 14 - Milano
www.teatrofrancoparenti.it
ingresso libero
Per informazioni:
tel. 02 599951
Università degli Studi di Milano – Teatro Franco Parenti
Laboratorio “Dal testo alla scena. L’alfabeto delle emozioni”
con il sostegno di ScenAperta Altomilanese Teatri
Il re si diverte
uno studio teatrale di Maddalena Mazzocut-Mis
da Le roi s’amuse di Victor Hugo
regia di Paolo Bignamini
rielaborazione di musiche verdiane di Azio Corghi
in scena Paola Vincenzi
aiuto regia Francesca Barattini
assistente Gloria Frigerio
foto di Stefania Ciocca
grafica di Daniela Ferrario
progetto realizzato con la collaborazione
di Sara Sivelli e Claudio Rozzoni
Il misterioso sacco della morte dentro
il quale scompare Triboulet alla fine
de “Il re si diverte” è un buco nero dell'anima.
La riscrittura del testo di Victor Hugo a opera di
Maddalena Mazzocut-Mis sposta il dualismo tra la figura di
Bianca e quella del padre all'interno del confine del corpo di
Rigoletto. Dilaniato dalla scissione di un'anima bianca
che lo può ancora salvare, ma la cui perdita lo porterà alla
dannazione, Triboulet cammina sul filo pericoloso del rischio
estremo: procrastinare un passo più in là la redenzione di se
stesso e, contemporaneamente, concedersi un giorno in più di
perdizione. Molto presto sarà troppo tardi. Il Rigoletto che
vediamo in scena è qualcuno che assomiglia a noi, che ci
giudica e ci suggerisce una sfumatura inquietante della nostra
anima. Informe, come senza forma è ogni spiritualità, sembra
sibilare al pubblico: nessuno è salvo, nessuno è al sicuro.
Nessuno di voi. Nessuno di noi. Questa insicurezza, questa
perdita di innocenza, questa colpa ci pervade e, nello specchio
della scena – più vera del vero, più reale della realtà, come ben
sa Amleto – ritroviamo la nostra anima, che credevamo Bianca.