Opera Polifonica è un Ensemble vocale fondato nel 1995
dal suo direttore Raffaele Puccianti. Nato inizialmente come
attività formativa mirata alla formazione di cantanti
nell'esecuzione di musica antica vocale, da anni esegue
attività concertistica avvalendosi di professionisti e di cantori
esperti nel repertorio rinascimentale con un organico
variabile da 8 a 24 cantori.
Esibizioni e rassegne in luoghi importanti in Italia e all'estero,
un lavoro costante di studio e ricerca che ha permesso
l'esecuzione di gran parte del repertorio sacro a cappella
fiammingo, italiano, spagnolo ed inglese compreso tra il ‘400
e il ‘600, hanno reso Opera Polifonica rara nel suo genere in
anni in cui ancora questo repertorio non era molto praticato.
Nel 2011 Opera Polifonica è stata diretta da Peter Phillips
(celebre direttore del gruppo inglese “The Tallis Scholars”)
per un importante concerto dedicato a T. L. de Victoria in
occasione dell’anniversario della morte. Nel mese di
Novembre 2015 festeggia il 25° anniversario con un
concerto sotto la direzione di Peter Phillips e di Raffaele
Puccianti, presso la Basilica di San Lorenzo a Firenze.
Raffaele Puccianti, Pianista e direttore di coro, è
nato a Firenze nel 1972 ed ha compiuto gli studi musicali
al Conservatorio “L.Cherubini” di Firenze diplomandosi in
pianoforte con pieni voti e lode nella classe di Rosa Maria
Scarlino, studiando composizione e lettura della partitura
con Salvatore Sciarrino e Romano Pezzati. Si è
perfezionato in pianoforte al Conservatorio di Stato di S.
Pietroburgo con Murina Ek. Alexeevna. Nel 1996 si è
diplomato al I corso triennale "Fosco Corti" di
qualificazione professionale per direttori di coro
organizzato dalla Fondazione “G. D’Arezzo”, dalla
Comunità Europea e dalla Regione Toscana, studiando
con i maestri René Clemencic, Gary Graden, Diego
Fasolis, Marco Balderi, Roberto Gabbiani, Francesco Luisi,
Romano Pezzati, Piergiorgio Righele. E’ direttore e
fondatore dell’ensemble Opera Polifonica dell’Accademia
Musicale di Firenze, del coro Polifonici Senesi del Coro
Schola Cantorum dell’Associazione Musicale “Carmen
Campori” di Incisa Valdarno. Da Febbraio 2010, è alla
guida del Coro Harmonia Cantata di Firenze con cui ha
effettuato diverse produzioni, Nel 2014 ha collaborato con
il Coro del Maggio Musicale Fiorentino come “altro
maestro del Coro”. Dal 2015 è direttore del Chigiana
Children’s Choir, nuova formazione corale di voci bianche
dell’Accademia Musicale Chigiana di Siena.
La Chiesa di Santi Apostoli
È una delle chiese più antiche e ricche di
storia di Firenze, dove hanno origine
alcune delle più antiche leggende della
città e la sua centralità in feste popolari
come lo Scoppio del Carro le hanno
valso il soprannome popolare di "Vecchio
Duomo di Firenze", nonostante non sia
mai stata cattedrale della città. Una targa
sulla facciata ne farebbe risalire la
fondazione addirittura all'anno 800, alla
presenza niente di meno che di Carlo
Magno ed il Paladino Orlando. In realtà
gli storici dubitano di questa antica
iscrizione, risalente a qualche secolo
dopo i presunti fatti, e datano più
coerentemente la fondazione della chiesa
attorno alla fine dell'XI secolo.
MISSA PAPAE MARCELLI
OPERA
POLIFONICA
Raffaele Puccianti,
direttore
CONCERTO PER I RESTAURI DELLA CHIESA
Domenica 2 Ottobre 2016, ore 21.00
Chiesa dei Santi Apostoli, piazzetta del Limbo 1 Firenze
Le offerte raccolte saranno devolute ai restauri della Chiesa
Opera Polifonica
PROGRAMMA
G. P. da Palestrina
(c.ca 1525 - 1594)
Missa Papae Marcelli, 6 v.
Kyrie
Gloria
Credo
Sanctus
Agnus Dei I e II
F. Guerrero
(1528 - 1599)
Ave Virgo Sanctissima, 5 v.
Elena Bernardi, Francesca Bizzarri,
Elena Mariani, Daniela Murgia,
Soprani
Eloisa Guarneri, Valeria Indice,
Costanza Bertini
Contralti
Francesco Tribioli, Valerio Vieri
Tenori
Alessandro Guerrini, Paolo Ramacciotti,
Jeff Shapiro, Claudio Siliani
Bassi
Raffaele Puccianti, direttore
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J. Mouton
(1459 - 1522)
Nesciens Mater, 8 v.
G. P. da Palestrina
(c.ca 1525 - 1594)
Stabat Mater, 8 v.
Nunc Dimittis, 8 v.
Palestrina e la polifonia
Giovanni Pierluigi da Palestrina è senza dubbio uno dei
compositori rinascimentali che dimostra grandi varietà stilistiche. I
brani presentati in questo concerto ne sono un esempio. Il
compositore passa più volte da uno stile musicale fiammingo ad
uno stile musicale più semplice e classico, alternando una scrittura
rinascimentale ad uno stile precursore delle funzioni armonicotonali. Nei brani presentati in questo concerto egli sfoggia una
grandissima sapienza nell’uso delle 8 voci e del doppio coro, il cui
modo di comporre, contrariamente a quanto si possa immaginare,
è espressione di due tecniche ben diverse. Se nello Stabat Mater e
nel Nunc Dimittis usa una scrittura a doppio coro con struttura
decisamente alternata, egli sembra invece adottare, nella Messa
Papae Marcelli, a 6 v. una tecnica che emula quella del doppio
coro pur avendo sole 6 voci in organico. Le complesse tecniche
dei compositori fiamminghi influenzarono moltissimi i compositori
di quel periodo, tanto che lo stile musicale d’ oltralpe diventò un
modello di polifonia da studiare e da imitare in tutta Europa. I
compositori provenienti da queste aree geografiche furono richiesti
e profumatamente pagati dalle più importanti corti italiane. Anche
Palestrina fu profondamente influenzato dalle tecniche
fiamminghe.
Tuttavia la complessità della polifonia fiamminga, che mirava ad
una espressione della religiosità con elaborate strutture
innovative a scapito di una chiara intelligibilità del testo
liturgico, fece insorgere la chiesa e l’ ambiente del vaticano che
nel concilio di Trento (1545-1563) fu sul punto di bandire ogni
forma di polifonia. Il merito di Palestrina tramite questa Messa,
fu quello di influenzare le drastiche decisioni che il Concilio si
apprestava a varare. Si era infatti sul punto di bandire ogni
forma di polifonia a favore di un ritorno al Gregoriano e alla
monodia, molto più adatta, secondo i Padri conciliare, ad
esprimere la preghiera. E’ ormai celebre l’ episodio che vide
coinvolto Papa Marcello II, il quale in una particolare occasione,
rimase profondamente colpito dall’ esecuzione di “alcune
musiche semplici e lineari del Palestrina eseguite dalla
cantoria”. Si trattava della celebre Messa Papae Marcelli la cui
esecuzione avrebbe fatto ricredere i padri conciliari e
scongiurato il pericolo che la polifonia venisse bandita. Scritto
durante la presenza di Palestrina presso la Cappella Giulia
(1571-1594), lo Stabat Mater, su versi di Jacopone da Todi, si
articola in frasi di perfetta fluidità il cui tempo sembra
“trasformarsi” lentamente in “spazio” attraverso l’articolazione
dilatata di un grande “racconto”, il cui motore iniziale è
rappresentato da due accordi ripresi poi a distanza di molti anni
da R. Wagner nel Parsifal. Per aspetti simile allo Stabat Mater, il
Nunc Dimittis, si articola con incisi melodici brevi, divisi ed
alternati nei due cori. Anche nel Nunc Dimittis, così come nello
Stabat Mater, è presente una sezione intermedia in tempo
ternario, (“Gloria Patri et Filio et Spiritui Sancto”), dove il tempo
in tre sta a simboleggiare il riferimento alla SS. Trinità. Nel
mottetto del compositore spagnolo Francisco Guerrero, Ave
Virgo Sanctissima, in cui i due soprani cantano una melodia in
canone per tutto l’intero brano e nel bellissimo mottetto
Nesciens Mater Virgo Virum del compositore fiammingo Juan
Mouton, è presente una serrata e complessa imitazione che si
traduce in qualcosa di veramente imponente. Nel brano di
Mouton, in particolare, quattro sole parti creano un canone
serratissimo e reggono l’intera struttura del brano con una
grandissima espressività sonora.
Raffaele Puccianti