SC 10-11 - nel dopoguerra oltre alla guerra fredda un altro processo interviene a cambiare il sistema politico internazionale: la DECOLONIZZAZIONE. I due fenomeni – guerra fredda e decolonizzazione – sono intrecciati: per la loro debolezza molti paesi dopo l’indipendenza entrano nella sfera di influenza di una delle due superpotenze - cosa si intende per decolonizzazione? Il raggiungimento dell’indipendenza da parte di stati che prima erano colonie di diverse potenze europee: della Francia, dell’Inghilterra, in primis - le caratteristiche del processo furono diverse da paese a paese: in alcune aree il passaggio fu relativamente pacifico e indolore, in altre invece furono necessarie lunghe guerre di liberazione. Anche il dopo liberazione ebbe sviluppi diversificati: in alcuni paesi una transizione dolce, in altri sorsero conflitti interni - il processo di decolonizzazione riguardò essenzialmente due continenti, ASIA e AFRICA - la seconda guerra mondiale può essere considerata un fattore scatenante, che diede impulso al processo: o a differenza della prima guerra mondiale, che era stata combattuta essenzialmente in Europa (solo la Germania aveva combattuto per mare anche fuori dal Mediterraneo), la seconda guerra mondiale era stata un conflitto mondiale anche dal punto di vista militare, combattuto in diversi continenti o anche molti popoli extraeuropei l’avevano vissuta sulla propria pelle, soffrendo perdite umane, e anche combattendo con proprie truppe al fianco di quelle degli imperi cui il loro paese apparteneva o in questo modo “la storia” (il processo storico) aveva incluso nuovi soggetti - bisogna considerare quale fosse la situazione all’inizio della seconda guerra mondiale: in tutta l’Africa per esempio i paesi indipendenti erano SOLO TRE e in Asia anche, solamente 3 paesi indipendenti - solo in minima parte era stato riconosciuto il diritto all’autodeterminazione dei popoli previsto dai 14 punti del presidente americano Wilson alla fine della prima guerra mondiale 1 - anche nel corso della seconda guerra mondiale si ripeté la stessa trafila: negli incontri al vertice i leader discussero di decolonizzazione come base di un mondo pacifico retto da rapporti paritari tra stati: o a volerlo erano soprattutto Churchill, primo ministro inglese e Roosevelt, presidente degli Stati Uniti: entrambi, peraltro, predicavano bene ma razzolavano male, visto che l’Inghilterra tardava a concedere l’indipendenza all’India mentre gli Stati Uniti intervenivano regolarmente e anche militarmente in Centro America, che consideravano il loro “cortile di casa” - in realtà, al di là dei buoni propositi, fu soprattutto l’indebolimento politico e militare delle due maggiori potenze coloniali – Francia e Inghilterra – ad obbligarle ad allentare il controllo sulle colonie, rendendo impossibile un ritorno al passato, ovvero un controllo stretto del centro sulle periferie o l’Inghilterra decise perciò di concedere lo status di “dominion” a tutte le sue colonie o la Francia concesse la cittadinanza francese a tutti gli abitanti delle colonie - assai più efficace del vecchio colonialismo si dimostrava la strategia americana, l’IMPERIALISMO INFORMALE: o questa strategia era adottata dagli USA fin dagli anni trenta in Centro America o dopo la guerra fu estesa a Giappone e Europa, per consolidare la propria area di influenza in funzione antisovietica - le vecchie armi dell’imperialismo erano gli eserciti di occupazione e i governi coloniali - le nuove armi erano gli aiuti in denaro per favorire la ripresa economica e condizionare indirettamente la politica e in alcuni casi anche la gestione delle risorse, che veniva comunque formalmente lasciata alle élite locali - ovviamente c’era un motivo pratico per cui Francia e Inghilterra non potevano adottare questa strategia sic et simpliciter: aveva un costo elevato e l’impoverimento di quei due paesi durante la guerra era stato tale che non potevano permetterselo - primi a muoversi furono i PAESI ASIATICI, perché il Giappone aveva “smosso le acque” nell’area, suscitando con la sua invasione della costa orientale asiatica forti movimenti di resistenza in diversi paesi o quando il Giappone fu sconfitto, nella seconda guerra mondiale, subentrarono le potenze coloniali europee ma già si erano diffusi 2 nell’area sentimenti nazionali di appartenenza e l’idea dell’indipendenza o dopo la resa del Giappone il ritorno allo status quo era impossibile o nel 1947 il raggiungimento dell’indipendenza da parte dell’INDIA mostrò che l’obiettivo era ampiamente raggiungibile o due anni dopo la CINA di Mao fornì un modello di strategia politicomilitare: la guerriglia contadina (la non violenza di Gandhi era infatti un modello non facilmente esportabile, molto legato all’identità religiosa indù) - l’INDIA fu uno dei paesi che raggiunsero l’indipendenza in forma pacifica ma si ritrovò rapidamente a fare i conti con gravissimi conflitti. L’India aveva due grossi problemi: o uno erano le tensioni religiose, tra indù e islamici o l’altro era lo sviluppo economico (o meglio il sottosviluppo), che significava in quel momento in India lotta contro la fame - la divisione religiosa tra indù e islamici fu alimentata dagli inglesi, che seguirono il famoso precetto divide et impera, ovvero cercarono di aumentare i contrasti per governare più facilmente o di fatto la Lega musulmana si rafforzò e i mussulmani dell’India cominciarono a pretendere non solo l’indipendenza ma un proprio stato separato o dopo la guerra i contrasti esplosero violenti, dando luogo a scontri e massacri: dopo l’indipendenza nel 1947 Gandhi che l’aveva guidata fu ucciso da un fondamentalista islamico o non era più possibile frenare le divisioni politiche, si adottò la soluzione di creare due diversi stati: INDIA, a maggioranza indù, e PAKISTAN a maggioranza musulmana. ! Questa divisione fu accompagnata però da ulteriori violenze e dall’esodo di milioni di persone ! Inoltre, il Pakistan risultava diviso in due parti, separate da una striscia di territorio indiano, fino a quando dopo anni di scontri, si formò un nuovo stato, il BANGLADESH (1971) o Queste soluzioni non risolsero il problema del conflitto tra indù e musulmani, che è ancora oggi uno dei maggiori problemi dell’India e provoca cicliche esplosioni di violenza o A questo si aggiunge il separatismo e il terrorismo dei sikh, i seguaci di un’antica setta religiosa concentrati nella parte settentrionale del paese - Dopo l’indipendenza l’India è stata governata per 40 anni dallo stesso partito, il Partito del congresso. Con il leader di questo partito, Nehru, al 3 potere fino alla metà degli anni sessanta, fu avviata la modernizzazione del paese. o Gli Stati uniti lo appoggiarono, per l’importanza strategica del paese in Asia (per contrastare la Cina comunista soprattutto), tuttavia l’India ebbe sempre come obiettivo mantenersi indipendente dai due blocchi e fu anzi tra i promotori del movimento dei non allineati o Il primo leader, Nehru, cercò di democratizzare il paese seguendo la scuola del socialismo democratico occidentale: abolì il sistema delle caste, stabilendo l’uguaglianza giuridica dei cittadini e anche la parità tra i sessi o Promosse un ruolo molto attivo dello stato nell’economia, costruendo infrastrutture e favorendo l’industrializzazione del paese - Gli altri paesi dell’area che raggiunsero l’indipendenza – Filippine, Malesia, Birmania (Myamar) – dovettero tutti in diversa misura affrontare conflitti interni, in particolare la guerriglia comunista o I movimenti di resistenza armata, erano tutti contadini: reclamavano la riforma agraria e una vera autonomia dagli interessi stranieri o Il problema è che dopo l’indipendenza questi paesi si trovarono a competere con le economie sviluppate, e milioni di contadini vivevano in condizioni di mera sussistenza - se la Gran Bretagna era intenzionata a non contrastare con le armi le aspirazioni all’indipendenza dei popoli asiatici, la FRANCIA di De Gaulle non intendeva rinunciare al proprio impero coloniale. o La costituzione francese promulgata dopo la guerra concedeva la cittadinanza francese a tutti i sudditi delle colonie ma evitava ogni riferimento all’indipendenza - I problemi maggiori per la Francia sorsero in INDOCINA, dove il leader comunista Ho chi-minh proclamò nel 1945 l’indipendenza del VIETNAM, introducendo una serie di riforme progressiste ed espropriando il latifondo - La Francia pretendeva di creare una federazione di antiche colonie (anche Cambogia, Laos e Annam) e tentò di procedere alla riconquista militare del Vietnam. o Riuscì a instaurare un nuovo stato vietnamita nel sud ma l’offensiva verso nord del 1953 si risolse in una delle peggiori sconfitte subite da un paese europeo in Asia, Dien Bien Phu 4 o Alla conferenza di pace vennero creati due stati, il Vietnam del nord retto da un regime comunista e il Vietnam del sud dove si formò un regime instabile, lotte politiche e religiose. o Iniziò una guerriglia comunista nel Vietnam del sud e intervennero gli Stati Uniti nel 1961, prima con armi e consiglieri militari e poi direttamente con proprie truppe - il passaggio dal dominio coloniale della Francia alla tutela militare degli Stati Uniti dettata da ragioni strategiche (frenare l’avanzata comunista nel sud est asiatico) sfociava in un nuovo conflitto. PAESI ARABI - nella zona mediorientale i due principali soggetti della rivolta anticoloniale in Asia - la guerriglia comunista e le masse rurali senza terra – non erano in grado di giocare un ruolo di quel rilievo. - I protagonisti furono piuttosto militari e studenti ma a svolgere un ruolo fondamentale nell’agglutinare le forze indipendentiste fu la religione islamica - la seconda guerra mondiale aveva visto crescere il movimento PANARABO, cui le due potenze coloniali dell’area, le solite Francia e Inghilterra, avevano promesso l’indipendenza in cambio della collaborazione nella guerra contro Hitler o Nel 1944 si formò la LEGA ARABA, promossa dall’Egitto e Arabia saudita tra gli altri, che chiese una soluzione equa del problema dei rapporti tra palestinesi ed ebrei nella regione oltre che l’indipendenza o Siria e Libano subito dopo la guerra ottengono l’indipendenza, e si forma lo stato di Israele nel 1948 *** Parentesi: cosa si intende per MONDO ARABO e paesi arabi: • l’espressione “mondo arabo” è usata convenzionalmente per indicare i 22 stati membri della Lega degli Stati Arabi (che si formò appunto nel 1944) • per “paesi arabi” si intendono i paesi la cui lingua ufficiale maggioritaria è l'arabo. • È importante ricordare che i paesi arabi non vanno confusi con l'insieme del mondo musulmano, sia perché alcuni paesi e territori arabi comprendono significative minoranze cristiane o di altre religioni, sia perché ci sono paesi islamici (come, solo per citarne 5 alcuni, la Turchia, l'Iran, l'Afghanistan, il Pakistan, il Bangladesh, la Malaysia o l'Indonesia) che non sono arabi. • Gli attuali conflitti nel mondo arabo (Siria, ISIS), sono in larga misura legati alla divisione fondamentale del mondo musulmano: quella tra sunniti e sciiti: o i sunniti, ovvero i seguaci della Sunna (la consuetudine), costituiscono la corrente ortodossa e maggioritaria (70%). o gli sciiti (il cui nome deriva dall’espressione abbreviata “fazione di Alì”, discendenti del profeta Maometto) sono nettamente inferiori di numero o fatto cento il numero di musulmani, la proporzione è almeno di settanta-trenta a favore dei sunniti o • Alcuni dei paesi arabi sono schierati con gli Stati Uniti per bombardare le postazioni di Isis in Siria: Giordania, Arabia Saudita, Barhein, Emirati Arabi Uniti e Qatar. Questi cinque paesi sono paesi a maggioranza sunnita - la fondazione di ISRAELE, vista come un’imposizione del mondo occidentale, fu uno dei fattori all’origine di conflitti nell’area - L’altro fattore di instabilità fu l’impossibilità per la Lega araba di trovare una guida autorevole: il tentativo dell’Egitto di guidare i paesi non allineati si risolse in un fallimento - a metà degli anni cinquanta anche TUNISIA e MAROCCO, colonie francesi, conquistarono l’indipendenza. Tra i paesi arabi che ancora non l’avevano ottenuta c’era l’ALGERIA, che come il Vietnam era caratterizzata da una forte presenza di coloni francesi o nel 1954 iniziò la guerra d’indipendenza, che la Francia condusse in modo brutale, deportando due milioni di civili e usando ogni metodo, inclusa la tortura per debellare la guerriglia o in Francia si sviluppò un forte movimento di opinione contro la guerra e il modo in cui veniva condotta: l’Algeria fu il Vietnam della Francia o la guerra si concluse nel 1962 con l’indipendenza dell’Algeria ma come era logico non risolse tutti i problemi del paese, che economicamente passò a dipendere dalle esportazioni di materie prime, soprattutto petrolio e gas e quindi dalle congiunture del mercato internazionale o L’Algeria fu uno dei paesi arabi in cui tra 2010 e 2011 si verificarono le proteste e rivolte conosciute in Occidente come PRIMAVERA 6 ARABA: le cause qui come negli altri paesi erano corruzione, povertà diffusa, assenza di libertà, disoccupazione - Se le proteste della primavera araba sono dovute a ragioni di ordine soprattutto sociale e politico, nel processo di decolonizzazione dei popoli arabi un ruolo fondamentale fu svolto dalla RELIGIONE ISLAMICA. o La lotta per l’indipendenza favorì il sorgere di una nuova consapevolezza nazionale ma anche lo sviluppo di movimenti integralisti islamici che si contrapponevano all’Occidente. - Numerosi conflitti rimasti senza soluzione – in primo luogo quello tra paesi arabi e stato d’Israele – sono stati tra i fattori che hanno favorito la radicalizzazione di questi movimenti - anche se ormai abbiamo visto che la contrapposizione all’Occidente (che favorisce per esempio il reclutamento di militanti tra gli immigrati e i loro discendenti in Occidente) è funzionale ad obiettivi strategici interni al mondo arabo: in particolare la costruzione di uno stato islamico radicale che sta attuando il cosiddetto “califfato” - la fase della decolonizzazione, vide l’affermarsi di BORGHESIE NAZIONALI LAICHE, modernizzatrici e spesso filoccidentali. - La sconfitta dei paesi arabi in politica estera, con la formazione di Israele, e i fallimenti di politiche interne che mantennero le popolazioni nella miseria e nel sottosviluppo, hanno favorito il successo dell’integralismo - una svolta si verificò in diversi paesi arabi tra fine anni settanta e anni ottanta del 900: o sorse la repubblica iraniana nel 1979, guidata da KHOMEINI: l’Iran si è avviato verso un esperimento di recupero integrale della tradizione giuridica della legge islamica, la sharia o fu assassinato il presidente egiziano SADAT nel 1981 o il Fronte islamico di salvezza vinse le elezioni in Algeria nel 1990 - una nuova svolta si verificò nel 2001 con l’attacco terrorista alle torri gemelle >> processo di decolonizzazione in AFRICA: mentre nel mondo arabo e in Asia si verificarono violenti conflitti, in Africa l’indipendenza per molti stati arrivò più tardi e in modo non traumatico 7 - in dieci anni tra 1957 e 1967, 40 stati africani ottennero l’indipendenza, quasi tutto il continente eccetto le colonie portoghesi (metà degli anni settanta, Mozambico, Angola). Quali furono le caratteristiche di questo processo: o l’assenza di una lingua comune e di una religione comune ha reso la presenza occidentale in Africa molto più devastante che in altri contesti o in molti casi, gli stati coloniali erano pure creazioni geografiche artificiali, che sommavano tra loro etnie e culture eterogenee: la lingua ufficiale dei colonizzatori era l’unico fattore in grado di tenere unito il paese o la rivendicazione dell’indipendenza non poteva basarsi su una nazione preesistente >> era il prodotto di élite coloniali che collaboravano in molti casi con la potenza occupante nella gestione dello stato e nello sfruttamento delle sue risorse (risorse minerarie in molti casi - la fragilità dei movimenti nazionali ha fatto sì che dopo l’indipendenza si verificassero una serie di dinamiche o furono mantenuti i confini stabiliti dalle potenze coloniali, spesso privi di senso e anche la lingua ha continuato ad essere la stessa o si è verificata in molti paesi una endemica violenza tribale, spesso causa di derive autoritarie dei sistemi politici: molti paesi si trasformarono rapidamente in dittature militari o ancor oggi le IDENTITA’ TRIBALI prevalgono su altre forme di appartenenza politica – stiamo parlando in generale, questo discorso non vale per tutti i paesi – anche a livello di politica estera, sono falliti tutti i tentativi di coordinare i paesi africani - questa fragilità politica si è tradotta in nuove forme di sfruttamento a livello economico, denunciati come NEOCOLONIALISMO: o molti governi africani di fatto erano governi fantoccio controllati dalle potenze coloniali, che alimentarono secessioni e fornirono armi e denaro a mercenari; o le potenze coloniali attraverso la connivenza con pezzi delle élite locali riuscirono ad assicurarsi concessioni per lo sfruttamento delle risorse minerarie - un aspetto della decolonizzazione è quello della lenta democratizzazione dei regimi minoritari bianchi del SUDAFRICA e della RHODESIA 8 o nel caso della Rhodesia, la concessione del diritto di voto ai neri è arrivata grazie alla mediazione della Gran Bretagna e degli Stati Uniti negli anni settanta (lo stato ha cambiato nome e ora si chiama Zimbabwe) o nel caso del Sudafrica il processo è stato più lento e marcato dalla radicalizzazione della minoranza bianca che fino agli anni 90 ha rifiutato la trattativa con la maggioranza nera, commesso crimini (eccidio di Soweto) e incarcerato i leader neri – in primis Nelson Mandela, in carcere per vent’anni – che arriverà poi alla presidenza negli anni 90 o sono negli anni novanta fu abolito il regime dell’apartheid - in AMERICA LATINA l’indipendenza era stata raggiunta da tutti i paesi all’inizio del XIX secolo, il problema nel secondo dopoguerra fu quello dell’indipendenza economica o si trattava di una difesa interessi nazionali dell’industria e dell’agricoltura e di un’uscita dallo stato di dipendenza provocato dalla modello economico basato sull’esportazione di materie prime e sull’importazione di prodotti finiti o nei due principali paesi del Sud America, Brasile e Argentina, questo processo fu portato avanti da regimi populisti ! con il termine populismo si fa riferimento a un tipo di regimi basati su una leadership carismatica, una grande capacità di mobilitare le masse, un tipo di proposta politica demagogica - un’alternativa radicale fu quella di CUBA, dove Fidel Castro costruì un regime comunista, espropriando il latifondo e costruendo un’industria di stato. - Il regime entrò in conflitto con gli americani e – secondo una dinamica frequente della guerra fredda – si avvicinò all’Unione Sovietica, che pose l’isola sotto la propria protezione. Gli Stati Uniti reagirono creando un’Alleanza dei paesi latinoamericani da cui esclusero il regime castrista o LA GUERRA FREDDA interferì profondamente e negativamente con l’azione interna del regime, radicalizzandolo in senso repressivo 9 - per altri versi, il successo della guerriglia castrista, ha affascinato molti movimenti rivoluzionari del continente sudamericano, negli anni sessanta e settanta o questo fascino è simboleggiato dalla figura di ERNESTO “CHE” GUEVARA, compagno d’armi di Castro e teorizzatore della lotta armata per la liberazione dei popoli del Terzo mondo e la fine della dipendenza 10 IL MONDO OCCIDENTALE, 1945-1975 - “I TRENTA GLORIOSI”: così sono chiamati gli anni 1945-1975 nel mondo occidentale, un periodo di forte crescita economica come mai si era visto in passato – misurato col tasso di produzione industriale dei principali paesi - alcuni di essi, in particolare i paesi sconfitti nella seconda guerra mondiale – ITALIA, GERMANIA e GIAPPONE, che erano usciti dalla guerra in condizioni disastrose, realizzano veri e propri miracoli di crescita economica – >> con la definizione di “miracolo economico” ci si riferisce in particolare in Italia agli anni 1958-1963, in cui si registrò appunto una forte crescita della produzione industriale - se in America latina gli STATI UNITI non erano esattamente un modello di virtù, in Europa nel secondo dopoguerra il modello americano si impose decisamente o sono gli anni in cui gli Stati Uniti diventano la prima superpotenza come allora si diceva mondiale e il sistema di vita americano, basato sull’espansione dei consumi privati – si afferma in buona parte dei paesi più sviluppati del pianeta o sono anche gli anni in cui il dollaro diventa la moneta di riferimento dell’economia internazionale. o Gli Stati Uniti spingono per il libero commercio per sfruttare la straordinaria forza espansiva del loro capitalismo e dare modo ai loro prodotti di conquistare i mercati internazionali - questa CRESCITA ECONOMICA ha avuto aspetti spettacolari, come – anche a livello simbolico – l’emblematico sbarco del primo americano sulla Luna nel 1969, ma poi collegato a ciò il progresso scientifico e tecnologico, il diffuso miglioramento del tenore di vita e l’accesso di massa a beni di consumo durevoli (elettrodomestici, automobili) - la ricchezza non è stata distribuita in modo eguale, tra paesi e all’interno dei singoli paesi: o un tentativo di redistribuire quanto più possibile la ricchezza è stato fatto soprattutto nel Nord Europa (paesi scandinavi) e in Gran Bretagna, con il sistema del cosiddetto WELFARE STATE (stato di benessere), che era in pratica un sistema di protezione del cittadino “dalla culla alla tomba”, con fornitura da parte dello stato di servizi gratuiti, dall’istruzione alla sanità - gli Stati Uniti sono il paese che ha fatto da battistrada nella crescita economica del periodo. 11 o Gli Stati uniti escono dalla seconda guerra mondiale con la disoccupazione ai minimi e la produzione industriale aumentata del 50% o Anche gli altri indici, come per esempio il tasso di scolarizzazione, ne fanno il paese più sviluppato al mondo o L’altra faccia della medaglia: alti indici di povertà, soprattutto tra la popolazione di colore, che in molti stati del sud viveva ancora in condizioni di segregazione razziale (scuole, uffici, ristoranti separati) negli anni cinquanta e sessanta. Martin Luther King, la figura che guidò la lotta dei neri per porre fine a questa discriminazione e segregazione - L’inizio della guerra fredda ebbe pesanti effetti sul clima interno: nel 1947 il nuovo presidente Henry Truman diede il via a un programma di indagini sistematiche contro potenziali “sovversivi” e “infiltrazioni comuniste” (la democrazia americana fu messa a dura prova: es. i controlli sugli immigrati che arrivavano dall’Europa e dall’est europeo in particolare) o le indagini coinvolsero circa 3 milioni di americani e portarono ad alcune migliaia di licenziamenti, creando un clima di sospetto o le ansie anticomuniste trovarono il loro interprete nel senatore Joseph Mc Carthy: fu la stagione del cosiddetto “maccartismo”, la caccia alle streghe che colpì molti intellettuali e uomini di cultura e anche cineasti o la morte di Stalin nel 1953 e la fine della guerra di Corea allentano le tensioni a livello internazionale, ! tuttavia da questa data gli Stati Uniti cominceranno a far ricorso alle “operazioni nascoste” della CIA per impedire l’avanzata del comunismo o comunque di regimi ostili soprattutto ma non solo nei paesi americani ! la strategia americana passava dall’idea del “contenimento” dell’avanzata sovietica nel mondo a quella del “roll back”, l’arretramento, una strategia più aggressiva che pretendeva di “ricacciare indietro” i sovietici - ma sono gli anni in cui gli americani non esportano solo armi e soldati ma anche un modello di vita – il cosiddetto “American way of life” – basato sui consumi di massa e su una società aperta - la società americana descritta in un libro dell’economista John Galbraith nel 1958 (“la società opulenta”) era comunque fortemente squilibrata: cresciuta attorno ai consumi individuali, non in grado di attuare politiche sociali, con enormi sacche di povertà soprattutto tra la popolazione di colore 12 o segregazione razziale (in 17 stati scuole riservate solo ai neri): anche sotto la spinta del movimento di decolonizzazione in Africa, movimento per i diritti civili, con forme di lotta non violente come il sit-in (sedersi dentro letteralmente), ovvero occupare i posti riservati ai bianchi o impegno di due presidenti, Kennedy (che sarà assassinato nel 1963) e Johnson per porre fine alla segregazione razziale: esercito a difendere i neri dopo interventi legislativi e riconoscimenti da parte della Corte suprema dell’incostituzionalità della segregazione - gli anni sessanta in America saranno segnati soprattutto dalla guerra in Vietnam, che si concluse nel 1975 con l’abbandono dell’ambasciata a Saigon, e segnò la prima sconfitta militare degli americani. o Il conflitto segnò una generazione, ebbe un impatto enorme nella società americana, un movimento pacifista si sviluppò a partire dai campus universitari o guerra mediatica, in discussione la legittimità della guerra e il modo in cui veniva condotta: le televisioni mostrarono le vittime americane (50.000) per la prima volta ma anche le vittime civili vietnamite 13 ITALIA 1945-1992 - l’Italia repubblicana ha ormai quasi 70 anni - due parti: 1) la prima dal 1946 al 1992, 2) la seconda dal 1992 a oggi o la cesura collocata in coincidenza con lo smottamento di Tangentopoli, la scoperta del sistema di tangenti che portò alla fine della “repubblica dei partiti”, o “prima repubblica” come viene anche chiamata. - La certezza che sia iniziata una “seconda repubblica” per la fine del sistema dei partiti (nessun partito della “prima repubblica” esiste più) era molto forte nel 1992 ma si è incrinata e anzi è ormai venuta quasi del tutto meno: qualcuno dice ormai che una seconda repubblica non è mai nata. o Da un lato siamo sicuri che il 1992 è la fine di un’epoca, dall’altro non è facile mettere un’etichetta al periodo successivo, che ha coinciso con il tentativo di fare riforme istituzionali e dar vita a una nuova repubblica, un nuovo patto, ponendo rimedio ai vizi della precedente fase o Siamo rimasti a metà del guado: fine della Repubblica basata sul sistema dei partiti ma senza che sia stata costruita un’impalcatura istituzionale solida nuova - tratti salienti, unificanti dei primi cinquant’anni, all’incirca il periodo che va dal 1945 a metà degli anni novanta. Tre: 1. affermarsi dei grandi partiti di massa e ruolo centrale che essi svolsero nel processo di democratizzazione del paese (fino alla degenerazione e crisi di quel sistema dei partiti, che collochiamo dagli anni settanta-ottanta in poi) 2. i rapidi processi di trasformazione economica e sociale che hanno cambiato il volto del paese. Boom economico, migrazioni interne ed esterne e trasformazione del paese da agricolo a industriale avanzato 3. ruolo e condizionamento del contesto internazionale sul sistema politico repubblicano: bisogna considerare due fattori: a) il peso che ebbe la guerra fredda nel dar forma a un sistema politico bloccato – il partito comunista, pur arrivando ad avere quasi un terzo dei voti, era escluso di fatto dal governo b) il processo di costruzione dell’Europa e il modo in cui ha condizionatole scelte politiche del nostro paese 14 - L’Italia che esce dalla guerra è un paese lacerato, oltre che un paese che ha subito danni materiali gravi per gli effetti della guerra e dei bombardamenti, che hanno messo fuori uso infrastrutture e fabbriche - vent’anni di dittatura fascista, la guerra e le sofferenze che ha provocato, gli orrori dell’occupazione nazista (le stragi di civili per esempio che l’esercito tedesco compì durante la ritirata, in alcuni casi con la collaborazione dei fascisti) hanno lasciato strascichi pesanti: o l’Italia deve affrontare la punizione dei crimini fascisti (lo fa con l’amnistia del 1946) o il ritorno dei prigionieri di guerra dai campi di internamento o la perdita dei territori orientali, l’Istria soprattutto che era abitata nelle città e nella fascia costiera soprattutto da italiani: le violenze dei partigiani di Tito che avevano combattuto per la liberazione del paese dal nazifascismo e la successiva annessione dell’Istria alla Jugoslavia provocano un esodo di centinaia di migliaia di persone o la situazione economica è molto difficile: disoccupazione (2 milioni di persone) e miseria diffusa, soprattutto al Sud - il primo governo dopo la fine della guerra fu presieduto da Ferruccio Parri, comandante partigiano ed esponente del piccolo Partito d’Azione , che sarebbe scomparso nel 1947 - la prima tappa importante, il referendum monarchia-repubblica del 2 giugno 1946: vince la Repubblica, la DC non si schiera e il Sud premia la monarchia con larghi consensi o a dimostrazione del diverso clima che si respirava nelle regioni meridionali, alle contestuali elezioni per l’Assemblea costituente (che doveva scrivere la nuova costituzione democratica), al Sud prende molti voti il movimento dell’Uomo qualunque, il primo partito anti politico della storia italiana: ! si fa interprete della stanchezza e dalla protesta contro tutti i partiti ! Il fondatore Guglielmo Giannini difende l’uomo della strada, che reclama il diritto di farsi i fatti suoi e non occuparsi di politica - La nuova Costituzione entra in vigore il 1° gennaio 1948: disegna una repubblica parlamentare, con un sistema bicamerale e contiene principi generali molto innovativi, nel campo delle tutele della persona, dell’ambiente e del lavoro o In pratica a lungo molte delle novità della Costituzione non furono attuate o furono attuate con ritardo 15 o la Corte costituzionale comincia a funzionare nel 1955 e solo in quel momento comincia a eliminare dall’ordinamento italiano leggi e codici del periodo fascista >> continuità dello stato, degli apparati e degli uomini nella transizione alla democrazia o le Regioni sono istituite solo nel 1970 - la guerra fredda che inizia subito dopo la guerra è uno dei fattori che contribuiscono a congelare la democrazia italiana: o il patto su cui si era fondata la costituzione e la nuova italiana democratica era il patto antifascista ma tra le forze antifasciste una molto importante era il partito comunista o di fatto il partito di maggioranza relativa, la DC, cominciò presto a lasciar cadere i riferimenti alla Resistenza come elemento fondante della Repubblica o secondo alcuni studiosi come Renzo De Felice e Ernesto Galli della Loggia dopo l’8 settembre del 1943 – armistizio con gli Alleati – sarebbe entrata definitivamente in crisi l’idea di nazione nel nostro paese: in realtà a entrare in crisi era stata una idea di nazione, l’idea di nazione del fascismo o bisognava trovare dei nuovi valori ma appunto l’antifascismo nel clima della guerra fredda non funzionò come collante, si formarono modelli contrapposti di identità politiche o inoltre, lo stesso clima della guerra fredda contribuì a far prevalere le esigenze della lotta contro il comunismo e rimasero in vigore molte leggi del periodo fascista, nonché molti uomini che venivano dal ventennio mussoliniano - in ogni caso, c’era una grande novità: il pluralismo politico, dopo vent’anni di partito unico, e il delinearsi di un sistema fondato sui grandi partiti di massa - il leader della Democrazia cristiana, De Gasperi, cerca e trova il sostegno degli Stati uniti, cui si appoggia economicamente e offre in cambio l’estromissione dal governo dei partiti di sinistra. L’Italia si beneficia del Piano Marshall, che serve soprattutto a finanziare la ricostruzione industriale 16 - Con le elezioni politiche del 18 aprile 1948, la vittoria della Democrazia Cristiana (48% dei voti), inizia la fase del cosiddetto centrismo (alleanza tra la DC, il partito liberale, il partito repubblicano, il socialdemocratico - Momento di forte tensione: luglio del 1948, attentato al leader comunista Palmiro Togliatti, estremista di destra lo ferisce: sembrò che l’Italia fosse sull’orlo di un’insurrezione ma in realtà lo stesso Togliatti invitò alla calma o In questo clima di tensione, con il sindacato che proclamò lo sciopero generale, si produsse la scissione della CGIL, con l’uscita dei cattolici che andarono a costituire la CISL - Polarizzazione politica in ogni ambito: dal sindacato alla società civile. Mondo cattolico - comunismo - Uno dei fattori che rendono più profonde le divisioni della guerra fredda è l’influenza della Chiesa sulla società italiana e sul sistema politico: o Nel 1949 scomunica dei comunisti o Rete di associazioni cattoliche legate alla DC, che si proponeva come baluardo contro il comunismo - Molto forte anche la presenza politica e sociale della sinistra, con le sue organizzazioni e un partito che aveva 2 milioni di iscritti nel 1956. o Il nuovo partito comunista di Palmiro Togliatti era un partito di massa - se guardiamo all’economia, alla fine della guerra l’Italia è ancora un paese prevalentemente agricolo, e una delle prime riforme che attuano i governi centristi è la riforma agraria: o è la risposta alla ripresa delle lotte dei braccianti, i contadini senza terra che occupano i terreni del latifondo meridionale reclamando l’assegnazione delle terre o una riforma parziale… - non risolve tutti i problemi del Mezzogiorno: ripresa emigrazione e anche immigrazione nelle regioni settentrionali negli anni del boom economico - le politiche per il sud (descritto da romanzi come Cristo si è fermato a Eboli, di Carlo Levi o dai film del neorealismo): il governo si dota di un nuovo strumento la Cassa per il mezzogiorno (crediti e costruzione di infrastrutture) o la modernizzazione fondamentale delle infrastrutture ebbe un’importanza 17 - forte sviluppo ebbe anche l’industria, sia pubblica che privata in questi anni del centrismo: o la nascita dell’ENI, Ente nazionale idrocarburi, ente pubblico di fondamentale importanza per lo sfruttamento del petrolio e del gas naturale appena scoperto (1953 ENI); o lo stesso anno la Fiat (beneficiaria crediti piano Marshall) apre lo stabilimento di Mirafiori a Torino dove produrrà la 500 e la 600, le automobili simbolo della motorizzazione di massa nell’Italia del dopoguerra - sono alcune delle premesse delle trasformazioni che tra la fine degli anni cinquanta e l’inizio degli anni sessanta attraversarono l’Italia cambiando il modo di produrre, di consumare e di vivere: il cosiddetto MIRACOLO ECONOMICO - alcuni dati: o il reddito nazionale netto quasi raddoppiò in dieci anni (1954-64) o quello pro-capite aumentò di due terzi o nel 1958 gli italiani occupati nell’industria superano per la prima volta quelli occupati in agricoltura: i lavoratori agricoli calano in totale da 8 a 5 milioni di persone o nello stesso tempo, la produttività industriale quasi raddoppiò - i mutamenti a livello produttivo si tradussero in uno stravolgimento sociale: cambiarono gli assetti tradizionali del paese o geograficamente, l’industrializzazione investì tutta la pianura padana, comprese aree come il Veneto, che erano ancora agricole in prevalenza, e in centro Italia Toscana e Marche soprattutto o l’industrializzazione investì anche il sud, dove furono creati dei “poli di produzione” (meccanica – la Fiat – industria pesante, siderurgia e petrolchimica) che si sperava avrebbero sviluppato quelle regioni: non fu così - effetti dirompenti, per la profondità e la rapidità delle trasformazioni, per esempio sulla distribuzione della popolazione: o l’industrializzazione innescò un gigantesco processo di migrazioni sia interne alla penisola, sia di nuovo verso l’estero (in particolare verso l’Europa, Francia, Svizzera, anche GERMANIA dal 1955 in poi) o i flussi migratori si mossero in generale dalle campagne e dalle aree povere di collina e montagna verso le città. o All’inizio anche dalle campagne povere del Nord e del Centro, poi soprattutto dal Sud - ma gli effetti furono pesanti per esempio anche sul paesaggio 18 - I comparti decisivi del boom: la meccanica e la chimica. o La meccanica, vuol dire in primis automobili: catene di Fiat Lancia Alfa Romeo ma anche la meccanica leggera: elettrodomestici o La chimica: vuol dire concimi per l’agricoltura per esempio, a prezzi competitivi, vuol dire plastica che rivoluziona la produzione degli oggetti della vita quotidiana - uno degli effetti del boom economico è la rivoluzione dei consumi: o gli italiani cominciano a girare prima in moto e poi in macchina, l’Italia “si rimpicciolì” (Galli della Loggia) o diffusione rapida di altri elementi simbolo del boom, come il frigorifero o la televisione: inizio delle trasmissioni televisive nel 1954 o ma anche la soddisfazione di bisogni primari: i consumi alimentari o gli effetti sull’immaginario di queste trasformazioni - per capire lo sviluppo, ricordare la tensione tra arretratezza iniziale e rapidità del processo di trasformazione - questo ci aiuta a comprendere come per esempio ci fossero ritardi nell’espansione edilizia o perché i salari non tennero il passo dell’aumento della produttività e rimasero bassi - per governare questi cambiamenti, c’era bisogno di POLITICHE PUBBLICHE adeguate, che correggessero gli squilibri (tra nord e sud) e ordinassero la crescita - la politica come risponde: o l’indebolimento della formula del centrismo (primo ciclo), tentativo di spostamento a destra dell’asse politico (con Fernando Tambroni, tra 1957 e 1960, secondo ciclo), o un nuovo ciclo si apre a inizio anni 60 con l’entrata al governo del partito socialista, nella nuova formula del centro-sinistra che caratterizzerà gli anni sessanta >> tentativo di intervento pubblico per sanare vecchi e nuovi squilibri attraverso riforme - gli squilibri antichi: nord sud - le riforme: nazionalizzazione energia elettrica, scuola media unica e obbligo fino a 14 anni - riforme abortite: la legge urbanistica, che fu affondata dalla stessa Dc 19 - uno dei fattori che bloccano le riforme sono i tentativi di destabilizzazione del sistema politico democratico: o primo nel 1964, il piano Solo conosciuto nel 1967 grazie a un’inchiesta dell’Espresso: arresto di esponenti dell’opposizione, giro a destra autoritario. o scarsa capacità del potere politico visibile di sventare questi tentativi di destabilizzazione - alcuni studiosi come Guido Crainz hanno parlato di un fallimento del centro sinistra, di una stagione di riforme troppo breve: o le richieste di rinnovamento che venivano da una società trasformata non sarebbero state raccolte dalla politica, che sempre più punta al mantenimento del consenso occupando con propri uomini, ovvero “lottizzando”, le istituzioni ! cosa si intende per “lottizzazione”? occupazione-spartizione delle poltrone o ne sarebbe derivata una radicalizzazione dei conflitti negli anni settanta o politica che rimane indietro rispetto alla modernizzazione della società, non riesce a governare lo sviluppo, spreca risorse e energie - in questo contesto si capisce perché l’esplosione dei movimenti studenteschi del 1968 – il SESSANTOTTO come viene chiamato – abbia avuto un impatto maggiore in Italia che in altri paesi - fu un fenomeno di portata internazionale: forme diverse nei paesi europei e negli Usa, dove si collegò soprattutto alla protesta studentesca contro la guerra in Vietnam - in Italia i movimenti di protesta studenteschi del ’68 ebbero soprattutto la particolarità di saldarsi con i conflitti e le proteste in fabbrica - per quanto riguarda le proteste studentesche, reclamavano un adeguamento delle istituzioni scolastiche alla nuova dimensione della scolarizzazione di massa: istituzioni scolastiche che funzionavano con modelli educativi autoritari vecchi. o Protagonista della proteste è una generazione di giovani che ha superato le divisioni in classi della società si identifica in modelli culturali nuovi, veicolati dalla musica e dal cinema o Dalla critica all’autoritarismo della scuola si passò alla critica dell’autoritarismo della società nel suo complesso, nei rapporti familiari e sociali: rivolta dei figli contro i padri si disse 20 o La contestazione diventa contestazione del sistema capitalistico nel suo complesso e contestazione delle diverse forme di manipolazione del consenso - Nel corso del 68 la contestazione studentesca (occupazione dell’università, assemblee, interruzione delle lezioni da parte degli studenti: lo spirito del 68, la rivolta contro ogni forma di autorità) si salda con la ripresa del movimento sindacale : questa saldatura è peculiare dell’Italia - critica all’organizzazione capitalistica del lavoro, denuncia della realtà della fabbrica, le libertà dei lavoratori violate, richiesta di democrazia anche all’interno del mondo sindacale: sono i temi che sfoceranno nel cosiddetto AUTUNNO CALDO, del 1969, quando ci fu un’ondata di scioperi dei metalmeccanici senza precedenti - le conquiste degli operai furono importanti: la settimana di 40 ore, il diritto a tenere assemblee in fabbrica per ragioni sindacali, aumenti salariali uguali per tutti - nel 1970 il parlamento approvò lo STATUTO DEI LAVORATORI, che tutelava i diritti dei lavoratori nelle fabbriche: o dello statuto fa parte l’articolo 18, reintegrazione obbligatoria del lavoratore licenziato senza giusta causa: un articolo che in origine doveva tutelare il lavoratore dal licenziamento discriminatorio e garantire il libero esercizio dell’attività sindacale, che era quasi sempre collegato ad attività sindacale sgradita al datore di lavoro - parentesi: come erano i rapporti di lavoro in fabbrica negli anni sessanta in Italia. Un libro di BIANCA GUIDETTI SERRA, Le schedature della FIAT: o La vicenda ricostruita dalla Guidetti venne alla luce quasi casualmente. Il 24 settembre 1970 tale Caterino Ceresa intenta causa alla Fiat di fronte alla pretura del lavoro di Torino perché sostiene di aver prestato per anni la sua opera con una qualifica diversa da quella corrispondente alle sue effettive mansioni e di essere stato licenziato in tronco senza giusta causa. o Mentre il Ceresa era stato assunto come fattorino, egli sostiene di aver trascorso il suo tempo a informare l’azienda con “ampie relazioni scritte, previe opportune e discrezionali indagini… in ordine alle qualità morali, ai trascorsi penali, alla rispettabilità delle persone con le quali la società stessa era o doveva entrare in relazione”. 21 o il procuratore che aveva in carico l’indagine, Raffaele Guariniello, si presenta nei locali della Fiat e sequestra 354.077 schede personali, che documentano una ventennale attività di informazione, con l’evidente scopo di valutare appartenenze politiche e ideologiche (oltre che la vita privata) dei lavoratori, per deliberarne l’assunzione o la successiva destinazione. o Esempi di schede: “prepotente e impulsivo… spesso viene notato in compagnia di elementi sospetti tanto dal lato morale quanto da quello politico”. Oppure: “È iscritto alla Fiom. Attivista propagandista, schedato come tale viene saltuariamente vigilato dai competenti organi di polizia. Politicamente pericoloso in caso di sommosse”. - la stagione della protesta operaia del 69 coincide con un gravissimo attentato che acutizzò le tensioni politiche e sociali: la BOMBA alla Banca dell’Agricoltura in Piazza Fontana a Milano, il 12 dicembre 1969 - All’inizio le indagini indicano la pista anarchica - Si scoprirà tardi che responsabile era il gruppo neofascista di ORDINE NUOVO - è l’inizio di quella che è stata chiamata STRATEGIA DELLA TENSIONE: il tentativo di destabilizzare il sistema democratico italiano per favorire soluzioni autoritarie. L’elenco degli attentati dà l’idea delle ferite provocate nel paese: - bomba in piazza Loggia a Brescia nel 1974, 8 morti - bomba sul treno Italicus, 12 morti 1974 - bomba alla stazione di Bologna, 85 morti e oltre 200 feriti, 1980 - responsabilità esponenti del neofascismo e dell’estremismo di destra, complicità di uomini dei servizi segreti furono provati in tribunale nel corso dei processi - emerse di nuovo quindi incapacità del potere visibile di tenere sotto controllo queste spinte al suo interno - quello che successe è che nel giro di pochi anni ci fu prima una radicalizzazione del linguaggio politico e poi progressivamente l’uso della violenza diventò nel corso degli anni settanta una caratteristica della lotta politica nelle piazze e a essa si aggiunse lo scatenarsi del terrorismo come strumento di lotta politica: - al terrorismo nero – le stragi con responsabili di destra – si aggiunse il cosiddetto terrorismo rosso - GLI ANNI DI PIOMBO: furono così chiamati gli anni settanta 22 - stagione del terrorismo di sinistra inizia negli anni settanta con la formazione delle BRIGATE ROSSE nel 1970, che si renderanno responsabili con altre formazioni armate di sinistra di un’escalation di violenza con decine di omicidi nella seconda metà degli anni settanta, soprattutto di magistrati, poliziotti e giornalisti, con l’obiettivo di far maturare una situazione rivoluzionaria – gli obiettivi erano cittadini anonimi, presunti “simboli” dello stato repressivo - altri gruppi terroristi armati di estrema sinistra furono “Prima Linea” e i “Gruppi comunisti combattenti” - il terrorismo delle Brigate Rosse culminò nel rapimento e l’uccisione del leader della DC ALDO MORO, il 9 maggio del 1978 - il terrorismo fu sconfitto dallo stato, anche attraverso una legislazione che favoriva il cosiddetto pentitismo, ovvero la collaborazione con la giustizia di individui appartenenti a formazioni terroristiche - la legislazione speciale introdotta per sconfiggere il terrorismo viene oggi da più parti criticata ma sta di fatto che in Italia l’ordinamento democratico e lo stato di diritto fu salvaguardato – non così in altri paesi, come in Argentina, dove la risposta al terrorismo dei gruppi estremisti furono dittature militari che misero in atto il terrorismo di stato - un contributo fondamentale alla sconfitta del terrorismo venne dalle scelte delle forze politiche democratiche, e in particolare del partito comunista, alla cui “famiglia ideologica” appartenevano i gruppi terroristici di sinistra (Brigate Rosse etc.): o il PCI con il segretario Berlinguer propose un patto di solidarietà nazionale, come quello durante la guerra di liberazione, o questo patto fu chiamato COMPROMESSO STORICO: in pratica un’alleanza di governo con la Democrazia cristiana o con questa proposta politica il PCI tentava di uscire dall’impasse senza sbocco della situazione italiana, con il secondo partito per numero di voti impossibilitato ad accedere al governo o la proposta di Berlinguer – che aveva il suo interlocutore nella DC proprio in Aldo Moro, si inseriva in un processo di distacco del partito comunista italiano dal partito comunista sovietico: una politica che fu chiamata EUROCOMUNISMO e che fu seguita anche da altri partiti comunisti in Europa occidentale - il partito comunista che andò più a fondo nel distaccarsi dalla linea dell’Unione sovietica fu il partito comunista italiano 23 - tuttavia i governi di “unità nazionale”, che dovevano sorgere dall’alleanza tra PCI e DC si rivelarono una soluzione di breve durata per il sistema politico italiano, - il nostro era di fatto un sistema politico bloccato, ovvero senza possibilità di alternanza - chi deteneva il potere era di fatto inamovibile e già negli anni settanta cominciarono a emergere scandali, che rivelavano fenomeni di diffusa corruzione: non è che questi scandali non venissero - di fatto, possiamo dire dunque che i fattori esterni e in primis la guerra fredda condizionarono pesantemente il sistema politico italiano in tutto il dopoguerra e ci volle un cambiamento esterno, ovvero il crollo del comunismo, per sbloccare il sistema politico italiano: o Tangentopoli, ossia le inchieste che portarono al tramonto dei partiti che per trent’anni erano stati l’asse del sistema politico italiano furono possibili nella nuova situazione determinatasi a livello internazionale - la campagna elettorale di Silvio Berlusconi nel 1993 fu in buona misura centrata sull’anticomunismo: Berlusconi dichiarò di essere sceso in campo per “salvare il paese dal comunismo”: o a dimostrazione di quanto fosse forte in una parte dell’elettorato italiano il timore che il partito comunista, pur ormai trasformato (tappe trasformazione PCI: con segretario Achille Occhetto, svolta della Bolognina, nascita del Partito dei democratici di Sinistra nel 1991, poi Democratici di Sinistra (segretario D’Alema, riferimento alla socialdemocrazia europea) nel 1998 e poi Partito democratico (2007, con Veltroni eletto segretario: riferimento al partito Democratico americano) - di fatto fino a Tangentopoli la DC continuò a governare con il PSI come principale alleato, cui garantì sempre maggiori margini di potere (anni ottanta: il segretario del PSI Bettino Craxi diventa presidente del consiglio) 24