la voce delle istituzioni Duilio Cambellotti Le grazie e le virtu’ dell’acqua A cura di R.Z. Dal 27 febbraio al 14 giugno 2015, nel Palazzo dell’Acquedotto Pugliese, a Bari, sarà visibile la mostra che celebra la grandezza di un artista che ha saputo rappresentare l’importanza dell’acqua in una terra assetata, come quella pugliese, ma anche il centenario dalla costruzione dell’Acquedotto Pugliese, vero riscatto sociale ed economico di tutta la Regione. “I l 24 aprile 2015 festeggiamo un secolo dall’arrivo dell’acqua nella città di Bari, risultato di un immane sforzo – senza precedenti al mondo – per la realizzazione di una grande opera di ingegneria, “la maggiore del nostro tempo e superba realtà di tecnica e di lavoro umano”, come la definì il Presidente dell’Ente Autonomo Acquedotto Pugliese, On.le Gaetano Postiglione, in una lettera a Duilio Cambellotti”. Così il Dott. Nicola Costantino, Amministratore Unico di Acquedotto Pugliese S.p.A., presenta l’evento che coinvolgerà Bari e tutta la Puglia: il centenario dell’arrivo dell’acqua nelle terre pugliesi (1915-2015), attraverso una mostra che rende omaggio alla figura dell’artista Duilio Cambellotti, che “ha saputo dar corpo e figura alla celebrazione dell’acqua nelle terre assetate della Puglia”. “Per cogliere appieno - afferma il Dott. Costantino - il significato sociale, oltre che tecnico, dell’opera, dobbiamo ricordare che la nostra regione era – prima dell’acquedotto – una terra arida e spesso insalubre, oppressa da una generalizzata miseria. E’ celebre l’incipit del discorso con cui Matteo Renato Imbriani aprì il suo intervento in Parlamento reclamando il finanziamento dell’Acquedotto pugliese: “Vengo dalla Puglia, terra sitibonda di acqua e di giustizia”. Per questo “l’arrivo dell’acqua - prosegue il Dott. Costantino - segnò una reale palingenesi socio-economica, rendendo diffusa ed abbondante una risorsa estremamente preziosa, fino ad allora faticosamente ricercata e minuziosamente centellinata come un vero e proprio dono del cielo . L’artista colse pienamente il senso di intima sacralità che l’acqua aveva per la “sitibonda” Puglia, conferendo al Palazzo dell’Acquedotto, con le sue preziose opere, ora in mostra insieme ad altre prestateci da varie collezioni, la valenza simbolica di una vera e propria “cattedrale laica” dell’acqua. Sacralità oggi ancora attuale, e ben rappresentata dal motto del nostro logo: “L’acqua, bene comune”. Una mostra quella organizzata dalla società Sistema Museo, che non solo vuole celebrare la poliedricità dell’artista Duilio Cambellotti, che fu incaricato, nel 1931, per la decorazione e l’arredo del Palazzo dell’Acquedotto Pugliese, a Bari, ma anche celebrare il successo di una grande opera d’ingegneria, che ha portato acqua laddove non c’era, rendendo la terra pugliese nuovamente viva e salubre, fondamentale incipit per quella rinascita culturale, sociale, economica e turistica di cui la Puglia, in questi cento anni, è stato teatro privilegiato. L’Acquedotto Pugliese vuol dire 40.000 chilometri di rete idrica e fognante; ha voluto dire portare progresso, sviluppo e civiltà in un territorio che è riuscito a sfruttare tutte le sue enormi potenzialità. “Effettivamente - afferma il Dott. Costantino - la storia dell’Acquedotto Pugliese è di estremo interesse non solo per i notevoli risultati ingegneristici conseguiti con le rela- EVENTI CULTURALI 396 la voce delle istituzioni tivamente modeste tecnologie dell’epoca, ma anche per la capacità, nell’Italia di inizio ‘900, di “pensare in grande” e porsi obiettivi estremamente ambiziosi, come quello di dissetare un’intera regione con acque provenienti da centinaia di chilometri di distanza”. Tutto questo in una Italia che ha ancora complesse difficoltà nel portare avanti progetti ingegneristici di fondamentale importanza per lo sviluppo del nostro territorio; tutto questo in un’Italia che ha difficoltà a trasformare i progetti di grandi opere in cantieri, persi tra i molteplici cavilli burocratici. L’Acquedotto Pugliese dovrebbe essere preso a modello di come la volontà politica e la capacità umana possa produrre opere infrastrutturali, che non sono semplici cattedrali nel deserto, ma opportuni volani per il rilancio di tutto il territorio. “Oggi - continua il Dott. Costantino - il nostro paese soffre un grave deficit infrastrutturale nel settore del Servizio Idrico Integrato. Secondo la competente Autorità per l’Energia Elettrica, il Gas ed il Sistema Idrico Integrato spendiamo in media – per investimenti annui pro capite nel settore – meno della metà di quanto sarebbe necessario per soddisfare gli elevati standard qualitativi che, insieme a tutta la comunità europea, ci siamo imposti”. “Non credo però - prosegue il Dott. Costantino - che il problema principale sia quello finanziario: investimenti del genere possono essere potenzialmente affrontati, e risolti, in termini di project financing – raccogliendo risparmio privato e remunerandolo nei termini (fortunatamente lunghi) di ammortamento fisico e tecnologico delle opere realizzate – senza gravare quindi sul bilancio dello stato; occorre però un quadro normativo (compreso EVENTI CULTURALI 397 la voce delle istituzioni l’indispensabile adeguamento del quadro giuridico agli esiti referendari sulla natura pubblica del bene acqua) più stabile e completo di quello attuale”. La società Acquedotto Pugliese, oggi, è anche sinonimo di come la buona gestione della cosa pubblica possa produrre ottimi benefici sul territorio in cui opera, questo in una Italia dove spesso amministrare la cosa pubblica diventa simbolo di sprechi e scambi di favori politici. “Avendo sviluppato esperienze manageriali - afferma il Dott. Costantino - in entrambi i contesti, ho imparato che la buona amministrazione – nel pubblico come nel privato – è fatta di professionalità, etica e responsabilità. Da questo punto di vista mi ritengo fortunato per essere stato chiamato ad amministrare una società con un capitale umano di prim’ordine – quasi 2000 dipendenti distribuiti su un vasto territorio sovraregionale, ed impegnati, con grande senso di responsabilità, in un servizio di assoluta continuità – ed una struttura organizzativa adeguatamente strutturata, anche grazie ad una attenta opera di riorganizzazione sviluppata dal socio unico (la Regione Puglia) negli ultimi anni”. Una realtà quasi unica quella dell’Acquedotto Pugliese, voluto fortemente da chi amministrava allora il territorio per dare nuove opportunità di vita e di benessere ai pugliesi, e che ha prodotto ricchezza, salubrità, sviluppo ed economia, in un territorio che ha saputo cogliere le straordinarie opportunità di questo investimento, ed è riuscito a non sprecare nel tempo, gli ottimi benefici che aveva prodotto la sua costruzione. Una capacità ed una volontà che devono fungere da stimolo, soprattutto in un periodo oscuro come questo, dove la crisi economica morde la società civile, mette in ginocchio le aziende e lega le mani alla buona politica che vorrebbe continuare ad investire nel proprio territorio per riscattarlo. Il Dott. Nicola Costantino, autore anche del libro “Abbondanza, per tutti - Contro la scienza triste della scarsità”, ci offre una visione diversa dell’attuale crisi: “Il tema è di grande complessità, perche richiede una pressoché totale rivisitazione dei paradigmi culturali della scienza economica. In termini di estrema sintesi: la galoppante innovazione tecnologica e la glo- balizzazione dei mercati distruggono posti di lavoro ad un ritmo crescente, come aveva peraltro previsto Keynes quasi 90 anni fa, e i redditi si concentrano in sempre meno mani, generando livelli insostenibili di diseguaglianza che, come affermano, tra gli altri, Stiglitz e Piketty, comportano enormi costi sociali, oltre che etici”. “L’Oxfam - prosegue il Dott. Costantino - ha recentemente rilevato che l’1% più ricco della popolazione mondiale possiede quanto il restante 99%. Nessun sistema può sopravvivere a lungo a tali eccessi: l’economia liberista si sta strangolando con le sue stesse mani. La risposta è peraltro molto difficile, perché la soluzione di questa crisi, chiaramente strutturale, non può essere locale, ma globale: abbiamo bisogno di nuove regole di redistribuzione dei redditi, e del lavoro, condivise a livello planetario. Se riusciremo a darcele, potremo garantire un livello di vita dignitoso a tutta la popolazione mondiale. E’ un’utopia, certo, ma un’utopia necessaria”. La crisi economica deve essere vista, quindi, come una grande opportunità, per riscrivere le regole comuni, per ridisegnare una nuova visione della nostra società, proprio come fece la Puglia cento anni fa, quando per uscire dalla profonda crisi dovuta dalla scarsità dell’acqua, decise di investire su se stessa, di dotarsi di uno strumento fondamentale, come l’acquedotto, cogliendo appieno tutte le opportunità che da esso scaturirono. Perché l’acqua è bene prezioso, l’acqua è bene comune, che non va disperso. EVENTI CULTURALI 398