L'IMPATTO DELLA CRISI ECONOMICA SUL SETTORE AGRICOLO Ripercussioni della crisi economica sul settore agricolo. Questo il tema del dibattito-seminario tenutosi a Bruxelles lo scorso 28 gennaio presso la Commissione Europea da Tassos Haniotis, Capo Unità “Analisi e prospettive delle politiche agricole” all’interno della Direzione “Agricoltura e Sviluppo rurale” della Commissione Europea, cui hanno partecipato Beatriz Velazquez della stessa unità “, e Alessandro Antimiani, Ricerche macroeconomiche e congiunturali dell’Inea. Il contributo fornito dall’Inea, in collaborazione con la dott.ssa Velazquez, è consistito nella simulazione di scenari preliminari sull’impatto della crisi, attraverso un modello di equilibrio economico generale, GTAP (https://www.gtap.agecon.purdue.edu/ ), un modello standard per le ipotesi di teoria economica implicitamente assunte per rappresentare in maniera sintetica l’economia 1 . È ormai un fatto che la crisi economica del 2008 sia stata innescata principalmente dal collasso del mercato immobiliare americano e dalle crescenti difficoltà del settore bancario e finanziario nella gestione del risparmio. La contrazione delle attività registrate in questi due settori, data l’ampiezza del primo e il ruolo trasversale del secondo, hanno innescato un processo ‘domino’ che ha coinvolto tutti i settori, tra cui anche quello agro-alimentare. Figura 1 - The “four stages of the financial meltdown” (FT) Source: Financial Times, 17 Jan 2009 global banking/insurance, trillion USD 10 Aug 2007 Mar 2008 Sep 2008 Jan 2009 8 6 4 2 0 Ph 1: from subprime into credit crunch crisis Ph 2: investment banks feel Ph 3: governments step in pain Market capitalisation Ph 4: instability returns Writedowns* * Reduction of the book value of an asset which is overvalued with respect to its market value La conseguenza diretta delle difficoltà incontrate dal settore delle banche e della finanza (figura 1), ovvero il credito alle imprese e ai consumi, si è avuta in termini di diminuzione della crescita media mondiale del PIL, che da valori superiori al 4% per il 2006 e il 2007, è scesa da circa il 3% per il 2008 fino a una previsione di meno dello 0,5% per il 2009 (Global Insight e IMF, Gennaio 2009). Situazione questa che ha interessato i paesi sviluppati ma anche quelli cosiddetti emergenti, Cina, India e Brasile, con l’effetto di un vistoso calo dei prezzi delle commodities, già a partire da maggio 2008 dovuto alla contrazione mondiale della domanda (figura 2). Figura 2 – Andamenti dei pre zzi, per categorie merceologiche, dal 2000 al 2008 1 Dove non specificato la fonte sono elaborazioni degli autori sul modello GTAP. Source: World Bank, January 2009 In current prices 800 700 600 500 400 300 200 100 Agriculture Food Energy Fertilizers sept-08 mai-08 janv-08 sept-07 mai-07 janv-07 sept-06 mai-06 janv-06 sept-05 mai-05 janv-05 sept-04 mai-04 janv-04 sept-03 mai-03 janv-03 sept-02 mai-02 janv-02 sept-01 mai-01 janv-01 sept-00 mai-00 janv-00 0 Metals/Minerals Sulla base di simulazioni effettuate con GTAP, i prezzi, per il 2009 e il 2010, appaiono in leggera ripresa, anche se con percentuali decisamente inferiori ai tassi mostrati prima dell’inizio della crisi (figura 3). Le simulazione sono state ottenute inserendo alcuni shock di politica economica relativa all’evoluzione della PAC insieme alle stime della forza lavoro, della popolazione e del PIL. Figura 3 - Variazione prezzo mondiale per settori, simulazioni GTAP 2009 e 2010 Gas Oil Coal Services Manifactures Beverages and tobacco products Food products Agricultural products 2010 2009 0 1 2 3 4 5 % È lampante come il 2009 rappresenti ancora un anno di crisi, con variazioni di prezzo sostanzialmente stazionarie: i prodotti del settore primario, grazie ad una maggiore rigidità della domanda, fanno registrare la variazione più rilevante tra i vari settori, in linea con quanto evidenziato dai beni energetici. Viceversa, nel 2010, la ripresa coinvolge l’economia nel suo complesso con una sostanziale omogeneità tra i settori. Diversamente dalla media mondiale, le simulazioni per il biennio 2009-10 evidenziano come l’Unione Europea present i una dinamica di ripresa dei prezzi ancora più contenuta rispetto al resto del mondo. Questo andamento, inoltre, si manifesta in maniera particolarmente accentuata nel settore agricolo dell’UE, con il conseguente maggiore impatto sul reddito degli agricoltori. Di conseguenza le politiche di sostegno della PAC si rivelano ancora più cruciali: se si osserva il peso sul PIL dei pagamenti provenienti dall’UE, in due diverse simulazioni, senza e con recessione, si evidenzia che nel secondo caso il peso complessivo degli aiuti sul PIL supererà il 4% (figura 4). Figura 4 – Quota dei trasferimenti dell’UE sul Pil in totale e per categoria di intervento (simulazioni in base alle attuali stime di crescita del PIL) % of GDP January 2009 GDP ECFIN forecast 5% 4% 3% 2% 1% 0% Market support Direct payments EU-15 Rural development EU-12 Structural actions Total EU-27 In particolare in Italia l’impatto della crisi risulta ancora più significativo di quanto non avvenga all’interno dell’UE27 (figura 5). Nel 2009, i soli settori della produzione forestale e della lana, seta e materie prime per il tessile, evidenziano variazioni di prezzo maggiori rispetto alla media dell’UE. Per i derivati del latte, anche in conseguenza del deciso aumento delle quote concesso all’Italia, la dinamica dei prezzi appare in netta contrazione; similmente per il settore degli allevamenti e della pesca, che pagano, probabilmente, la bassa specializzazione del nostro paese in questi settori. In termini di output, l’impatto della crisi sul settore agroalimentare appare particolarmente negativo : le proiezioni evidenzia no, per la quasi totalità delle produzioni, una maggiore contrazione rispetto alla media UE, rimarcando quindi una minore tenuta rispetto agli shock di prezzo (figura 6). Figura 5 - Variazione prezzi di mercato per settore in Italia e media EU27, 2009 Services Manifactures Beverages and tobacco products Food products (nec) Sugar Processed rice Dairy products Vegetable oils and fats Meat products (nec) Bovine meat products Fishing Forestry Wool, silk-worm cocoons Animal products (nec) Bovine cattle, sheep and goats, horses Other crops Plant-based fibers Raw sugar Oil Seeds Fruit&vegetables Cereal grains Wheat Paddy rice -3 -2.5 -2 -1.5 -1 -0.5 0 0.5 1 1.5 Figura 6 - Variazione output per settore in Italia e media EU27, 2009 Services Manifactures Beverages and tobacco products Food products (nec) Sugar Processed rice Dairy products Vegetable oils and fats Meat products (nec) Bovine meat products Fishing Forestry Wool, silk-worm cocoons Animal products (nec) Bovine cattle, sheep and goats, horses Other crops Plant-based fibers Raw sugar Oil Seeds Fruit&vegetables Cereal grains Wheat Paddy rice -2 -1 0 1 2 3 % 4 5 6 7 8 Figura 7 – Differenza tra l’andamento del PIL e l’output settoriale, Italia 2009 Services Manifactures Beverages and tobacco products Food products (nec) Sugar Processed rice Dairy products Vegetable oils and fats Meat products (nec) Bovine meat products Fishing Forestry Wool, silk-worm cocoons Animal products (nec) Bovine cattle, sheep and goats, horses Other crops Plant-based fibers Raw sugar Oil Seeds Fruit&vegetables Cereal grains Wheat Paddy rice -1.0 0.0 1.0 2.0 3.0 4.0 5.0 6.0 7.0 8.0 9.0 Ma non si presentano solo le note dolenti. Rispetto alla variazione dei prezzi, infatti, alcuni settori dell’agroalimentare evidenziano un andamento dell’output maggiore della media del PIL (figura 7). In particolare, a parte i settori dei derivati del latte e della lana, seta e materie prime per il tessile, la cui espansio ne quantità è probabilmente conseguenza della contrazione dei prezzi, dev’essere sottolineata la buona performance del riso lavorato, che evidenzia una leggera tenuta del prezzo e una variazione positiva in termini di output settoriale. Negativo, invece, l’andamento del comparto delle bevande e del tabacco, la cui contrazione è in termini di prezzo e di quantità. Mancando la distinzione fra tra bevande e tabacco all’interno del modello GTAP, risulta difficile capire quanto ‘pessimistica’ sia la previsione per un settore strategico per il nostro Paese quale è quello delle bevande. Il settore agroalimentare, paragonato al totale dell’economia sembra, comunque, avere una tenuta maggiore rispetto ai servizi e al manifatturiero in termini sia di prezzi sia di output. In conclusione, la crisi, date le attuali proiezioni sul PIL, ha un impatto notevole sui prezzi e sulle produzioni, non solo per l’economia nel suo complesso, ma anche più specificatamente per il settore agricolo ed alimentare. In questo settore, la dinamica dei prezzi, a livello mondiale, risulta meno negativa grazie alla rigidità della domanda e al ruolo delle economie emergenti. Quest’ultime, infatti, pur risentendo della crisi, continuano a segnare variazioni positive del PIL e, considerata la rilevanza del settore agricolo, alimentano, quindi, la tenuta dei prezzi delle derrate agricole e la produzioni mondiale attraverso la produzione nazionale e la domanda estera. Per ulteriori informazioni è possibile rivolgersi alla ([email protected]) o al dott. Antimiani ([email protected]). dott.ssa Velazquez