10° Convegno Nazionale “L’ingegneria Sismica in Italia”, Potenza-Matera 9-13 settembre 2001 Differenti Tecniche Di Isolamento Alla Base: Il Sistema Misto Scivolatori/Isolatori Elastomerici Della Struttura Sperimentale Di Rapolla F. Braga Dipartimento di Ingegneria Strutturale e Geotecnica, Università degli Studi “La Sapienza” di Roma, Italy M. Laterza Dipartimento di Strutture, Geotecnica, Geologia applicata all’ingegneria, Università della Basilicata, Potenza, Italy SOMMARIO: Viene presentata una sperimentazione effettuata su un edificio isolato dotato di due differenti sistemi di isolamento tra loro intercambiabili. L'edificio isolato, realizzato nel comune di Rapolla, ha permesso di effettuare prove di rilascio utilizzando una prima tecnica di isolamento (sistema di progetto), largamente consolidata, con appoggi in elastomero ad elevato smorzamento (HDRB), ed una seconda, di natura sperimentale, utilizzando appoggi scorrevoli acciaio/teflon a basso attrito in accoppiata ad un sistema di richiamo elastico costituito da parte degli stessi isolatori in elastomero appartenenti al primo sistema. La sperimentazione ha evidenziato le differenze comportamentali dei due sistemi ed ha permesso di verificare la fattibilità e la convenienza di quello sperimentale. ABSTRACT: An application of seismic isolation using slide bearings technique is presented. Such technique has been applied to a residence building, built in Italy at Rapolla (PZ- Basilicata). To the system, designed by using elastomeric bearings it has been added a slide bearings isolation system. The application has allowed to investigate, through a series of dynamic SnapBack tests, the behaviour of base isolated structure with only elastomeric bearings or with mixed system (slide bearings and High Damping Rubber Bearings "HDRB"). The work deals with two main problems: seismic protection level which can be attained, detailing and construction procedure using mixed system (slide bearings for isolation and steel rubber bearings to have a recentering force). 1 INTRODUZIONE Sono stati realizzati nel comune di Rapolla, commissionati dall'Azienda Territoriale per l'Edilizia Residenziale (ATER) di Potenza, due edifici dei quali uno a struttura portante in cemento armato tradizionale (edificio B – fig. 1.1,1.2,1.3) ed uno isolato alla base (edificio A – fig.1.1,1.4,1.5). I due edifici, contigui e perfettamente identici nella struttura in elevazione, sono destinati ad uso abitativo e situati in zona sismica di prima categoria (coefficiente di sismicità S = 12). In ottemperanza a quanto prescritto dalla Prima Sezione del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, sono state eseguite, per l’edificio isolato alla base, le prove di “di caratterizzazione dinamica del sistema di isolamento atte a verificare, nei riguardi di azioni di tipo sismico, che le caratteristiche della costruzione corrispondano a quelle attese”. Le prove sono consistite nel traslare la struttura orizzontalmente, allontanandola di massimo 17 cm dalla posizione di equilibrio (spostamento di poco inferiore ai 18 cm di spostamento orizzontale da sisma di progetto), e nel rilasciala improvvisamente, al fine di rilevarne le caratteristiche dinamiche durante le conseguenti oscillazioni libere. Data la natura sperimentale dell’intervento progettato a Rapolla e grazie alla disponibilità dell’ATER (Ente appaltante), è stato possibile sperimentare, in alternativa al sistema di isola- X Congresso Nazionale “L’ingegneria Sismica in Italia”, Potenza-Matera 9-13 settembre 2001 mento mediante appoggi in neoprene armato, un sistema misto che prevedeva l’utilizzo di appoggi scorrevoli a basso attrito (acciaio-teflon) in accoppiata ad un sistemi di richiamo elastico costituito da parte degli appoggi elastomerici utilizzati nel sistema principale. Fig.1.1: Carpenteria del piano tipo, comune ai due edifici (A – Isolato alla base; B - Tradizionale) Fig.1.2: Sezione trasversale centrale (Edificio B - Tradizionale) Fig.1.3: Pianta fondazioni (Edificio B - Tradizionale) 10° Convegno Nazionale “L’ingegneria Sismica in Italia”, Potenza-Matera 9-13 settembre 2001 Fig.1.4: Sezione trasversale centrale (Edificio A – Isolato alla base) Fig 1.5: Pianta fondazioni (Edificio A – Isolato alla base) Occorre rilevare che l'isolamento sismico con appoggi scorrevoli a basso attrito in accoppiata ad isolatori elastomerici è stato in passato utilizzato in varie applicazioni caratterizzate da due differenti sistemi di accoppiamento, il primo in serie ed il secondo in parallelo. Un esempio di sistema in serie è costituito da quello sviluppato dalla Electricitè de France (Gueraud et al. 1985) per la protezione sismica di centrali nucleari realizzate in Francia, Sudafrica e Iran. Numerosi sono gli esempi applicativi del sistema in parallelo tra cui si annovera, negli Stati Uniti, un brevetto (U.S. patent no. 4,554,767, del 26 Novembre 1985) denominato ‘Alexisismon’ a nome Ikonomou. Tra le principali applicazioni si trovano le seguenti: • Mackay School of Mines, Reno, Nevada, adeguata sismicamente nel 1993. • Long Beach V.A. Hospital, California, adeguato sismicamente nel 1995, 12 piani in c.a., 110 isolatori con nucleo di piombo + 18 LDRB + 36 Slitte. • Our Lady of the Angels Cathedral, Los Angeles, California, il cui completamento è previsto per il 2002, 200 appoggi tra HDRB e Slitte. • Public Safety building, Berkeley, California, 2000, 27 isolatori con nucleo di piombo + 5 Slitte. X Congresso Nazionale “L’ingegneria Sismica in Italia”, Potenza-Matera 9-13 settembre 2001 • New Zealand National Museum, Wellingon, Nuova Zelanda, 1995, di 5 piani e 23m di altezza, 145 isolatori con nucleo di piombo + 230 LDRB + 42 Slitte. • Los Angeles City Hall, Los Angeles, California, adeguata sismicamente nel 1999, di 28 piani, 475 HDRB + 58 Slitte + 58 dissipatori viscosi alla base + 12 dissipatori viscosi in elevazione. • New Los Angeles Country Martin Luther King Hospital, in costruzione, 70 HDRB + 12 Slitte. In generale va' peraltro evidenziato che il sistema misto (HDRB o LDRB + Slitte) in parallelo permette di disaccoppiare rigidezza e dissipazione di energia altrimenti legati in un isolatore elastomerico. Seppure, infatti, le mescole a base di elastomeri artificiali, additivate opportunamente, permettano, a differenza della gomma naturale, di progettare le caratteristiche di rigidezza, dissipazione e durabilità degli isolatori, ciò risulta estremamente complicato soprattutto nel caso di elastomeri estremamente deformabili. Ne consegue che per edifici relativamente piccoli, come nel caso dell'edificio di Rapolla, non si riesca facilmente a coniugare la bassa rigidezza trasversale richiesta agli isolatori con una sufficiente dissipazione di energia a causa del peso limitato della sovrastruttura. Allo stesso tempo, sempre a causa delle limitazioni tecnologiche legate alla realizzazione dell'elastomero, non potendone diminuire oltremodo il modulo tangenziale si è costretti a ridurre la sezione degli appoggi incrementandone il rischio di instabilità (Aiken et Al. 1989, Buckle et Al. 1994, Braga et Al. 2000). Il sistema misto permette quindi, attraverso l'uso delle slitte (es. acciaio-teflon), di progettare la forza minima di scivolamento necessaria a tenere fissa la struttura in caso di azioni di esercizio quali il vento, produce dissipazione aggiuntiva attraverso l'attrito, ed evita problemi di instabilità assegnando prevalentemente alle slitte il compito di portare i carichi verticali ed agli isolatori in elastomero il richiamo elastico ed eventualmente una parziale dissipazione di energia. Alle qualità sopra esposte va aggiunta sicuramente la maggiore convenienza economica derivante dal minor costo delle slitte rispetto agli isolatori elastomerici oltre, soprattutto nel caso di interventi di adeguamento, alla facilità di installazione ed al minore ingombro (pochi centimetri) richiesto dalle slitte. Nel seguito si riferirà degli aspetti peculiari (sperimentali e di progetto) riguardanti i sistemi di isolamento sperimentati. 2 DATI DI PROGETTO L’edificio tipo, il cui progetto risale al mese di Settembre del 1995, è costituito da tre impalcati più la copertura, possiede una pianta di forma rettangolare di dimensioni 22.6x13.3 m con andamento regolare lungo l'elevazione ed un’altezza di interpiano costante e pari a 3.05 m. Il corpo scala, collocato in posizione centrale, ha una struttura costituita da travi a ginocchio 40x50 cm con gradini a sbalzo. Gli elementi strutturali sono disposti secondo un reticolo planimetrico avente passo regolare di 3.30 m in direzione longitudinale e di 3.90 m in direzione trasversale. I solai sono realizzati mediante posa in opera di travetti prefabbricati e getto di calcestruzzo di completamento, alleggerito con elementi in laterizio. Lo spessore della soletta è di 5 cm. Le travi centrali sono a spessore, mentre quelle di bordo sono emergenti ed intradossate rispetto al solaio. Le travi a spessore sono tessute in direzione sia trasversale sia longitudinale ed hanno dimensioni 80x25 cm e 100x25 cm, mentre quelle emergenti, hanno dimensioni 30x50 cm e 30x60 cm. Dei 28 pilastri, tutti a sezione costante in altezza, costituenti la struttura verticale portante, i 10 centrali sono a sezione rettangolare 40x60 cm ed i restanti 18 perimetrali a sezione quadrata 40x40 cm. Su uno dei due edifici gemelli (edificio A), in relazione alla localizzazione dell'edificio in zona sismica di prima categoria, si è voluto conseguire una protezione sismica superiore a quella strettamente richiesta, attraverso l'adozione di un sistema di isolamento alla base, realizzato mediante isolatori elastomerici disposti al di sopra del piano di fondazione. In particolare, gli isolatori sono interposti tra un grigliato inferiore di fondazione, di identica sezione per i due edifici, formato da travi rovesce 120x120x60x40 cm, ed un grigliato superiore, formato da travi 70x80 cm, che costituisce una base flessionalmente rigida da cui spiccano i pilastri della struttura in elevazione. Per contenere gli spostamenti sono stati adottati isolatori ad 10° Convegno Nazionale “L’ingegneria Sismica in Italia”, Potenza-Matera 9-13 settembre 2001 alta dissipazione, capaci di fornire uno smorzamento equivalente, in corrispondenza dello spostamento di progetto, pari almeno al 10% dello smorzamento critico. Intorno alle fondazioni dell’edificio isolato, al fine di creare un cunicolo per l’ispezione e la sostituzione degli isolatori, sono presenti opere di contenimento del terreno, realizzate mediante muri in c.a. completamente separati dalla struttura in elevazione dell'edificio. La progettazione sismica degli edifici è stata effettuata nel rispetto dell’allora vigente normativa (D.M. 24Gennaio 1986) e della relativa zonazione, tenuto conto del grado di sismicità S=12 (I categoria) dell'area in questione. La risposta alle azioni sismiche é stata calcolata, con il metodo dello spettro di risposta, mediante analisi dinamica effettuata considerando i modi di cui, nelle seguenti tabelle, sono riportati i valori dei periodi e dei coefficienti di partecipazione in presenza delle masse di esercizio. Tab.2.1 Frequenze e periodi dei modi di vibrare dell'edificio tradizionale MODO AUTOVALORE FREQUENZA FREQUENZA 2 NUMERO (RAD/SEC) (RAD/SEC) (CICLI/SEC) 1 .166138E+03 .128895E+02 2.051420 2 .254558E+03 .159549E+02 2.539295 3 .260163E+03 .161296E+02 2.567100 4 .197192E+04 .444063E+02 7.067484 5 .296503E+04 .544521E+02 8.666317 6 .297727E+04 .545644E+02 8.684193 PERIODO (SEC) .487467 .393810 .389545 .141493 .115389 .115152 Tab.2.2 Coefficiente di partecipazione delle masse - (percentuale) dell'edificio tradizionale MODO DIR-X DIR-Y DIR-Z X-SOM Y-SOM 1 87.091 .000 00.000 87.091 .000 2 .003 .000 00.000 87.094 .000 3 .000 84.596 00.000 87.094 84.596 4 10.426 .000 00.000 97.520 84.596 5 .010 .000 00.000 97.530 84.596 6 .000 12.362 00.000 97.530 96.959 Tab.2.3 Frequenze e periodi dei modi di vibrare dell'edificio isolato MODO AUTOVALORE FREQUENZA FREQUENZA 2 NUMERO (RAD/SEC) (RAD/SEC) (CICLI/SEC) 1 .100351E+02 .316783E+01 .504175 2 .101896E+02 .319212E+01 .508042 3 .130578E+02 .361356E+01 .575115 4 .491679E+03 .221738E+02 3.529077 5 .694554E+03 .263544E+02 4.194433 Z-SOM 00.000 00.000 00.000 00.000 00.000 00.000 PERIODO (SEC) 1.983437 1.968341 1.738782 .283360 .238411 Tab.2.4 Coefficiente di partecipazione delle masse - (percentuale) dell'edificio isolato MODO DIR-X DIR-Y DIR-Z X-SOM Y-SOM 1 99.916 .000 00.000 99.916 .000 2 .000 99.961 00.000 99.916 99.961 3 .000 .000 00.000 99.916 99.961 4 .082 .000 00.000 99.998 99.961 5 .000 .038 00.000 99.998 99.999 Z-SOM 00.000 00.000 00.000 00.000 00.000 3 CARATTERISTICHE DEI SISTEMI DI ISOLAMENTO SISMICO SPERIMENTATI 3.1 Criteri generali di progetto L'adozione dell'isolamento alla base in uno dei due edifici gemelli (edificio A) è stata finalizzata al conseguimento dei seguenti obbiettivi: X Congresso Nazionale “L’ingegneria Sismica in Italia”, Potenza-Matera 9-13 settembre 2001 • incremento della sicurezza al collasso della struttura, rispetto a strutture tradizionali senza isolamento progettate secondo norma; • mantenimento della struttura in campo elastico per terremoti di intensità superiore (circa doppia) a quella specificata dalla allora vigente normativa (D.M. 24 gennaio 1986, "Norme tecniche per le costruzioni in zone sismiche"); • drastica riduzione dei danni prodotti dal sisma alle parti non strutturali. Il sistema di isolamento di progetto è stato realizzato mediante l'uso di appoggi in neoprene armato ad alto smorzamento (isolatori HDRB). La riduzione degli effetti del sisma è stata conseguita attraverso l'incremento del periodo proprio e dello smorzamento del sistema strutturale. Le caratteristiche di rigidezza degli isolatori in neoprene, infatti, sono tali da determinare, per i due primi modi traslazionali nelle due direzioni principali, un periodo proprio To pari a circa 2 sec. Rispetto alla struttura a base fissa che, nel caso in esame, ha periodi inferiori ad 1 secondo, si ottiene un fattore di riduzione delle accelerazioni, e dunque delle forze d'inerzia agenti sulla struttura, pari al rapporto tra le ordinate spettrali (2.0/0.8)2/3=1.84. Le capacità dissipative della speciale mescola di gomma utilizzata per gli isolatori, in grado di fornire uno smorzamento equivalente pari ad almeno il 10%, producono una ulteriore diminuzione della risposta, valutabile in un 20÷40%. Si giunge pertanto ad una riduzione complessiva che, assumendo per gli effetti dello smorzamento valori cautelativi, può essere assunta pari a 1.84*1.2=2.2. Tale sensibile riduzione potrebbe essere sfruttata per conseguire un sostanziale risparmio sulla struttura in elevazione, rispetto ad una struttura fissa alla base. Tuttavia, in accordo con gli obbiettivi elencati in precedenza, essa è stata utilizzata esclusivamente per conseguire una maggiore sicurezza al collasso ed al danneggiamento. Infatti l'entità delle forze sismiche con cui le strutture sono state progettate è all'incirca equivalente a quella che si è adottata per la struttura fissa alla base (edificio B). Il dimensionamento della struttura in c.a. e delle relative armature è risultato, pertanto, del tutto identico per le due strutture progettate. Per i ragionamenti sopra esposti si può affermare che i livelli di sicurezza adottati nella progettazione della struttura isolata sono, in termini di forze di progetto, all'incirca doppi di quelli correntemente prescritti dalla normativa per la struttura tradizionale. Inoltre, l'assunzione di tali livelli di forze garantisce, anche nell'eventualità di mal funzionamenti del sistema di isolamento, un livello di protezione almeno pari a quello richiesto alla struttura B tradizionale. 3.2 Criteri di progetto della struttura isolata con HDRB Il sistema di isolamento di progetto è costituito da appoggi in neoprene armato ad alto smorzamento (HDRB), ossia appoggi formati da strati alterni di neoprene e acciaio tra loro efficacemente vincolati mediante vulcanizzazione e conformi alle istruzioni CNR-UNI 10018 per gli apparecchi di appoggio. Le dimensioni dei 28 isolatori cilindrici progettati e posti in opera sono riportati di seguito in tabella 3.2. Tab.3.2 - Dimensioni degli isolatori. Tipo Isol. Dg Ds Tg Ng Hg Ts Te Tc H 1500 500 480 4 34 136 2 20 35 242 Legenda: Dg = diametro degli strati di gomma (mm) Ds = diametro degli strati di acciaio (mm) Tg = spessore del singolo strato di gomma (mm) Ng = numero strati di gomma Hg = altezza totale di gomma (mm) Ts = spessore delle lamine di acciaio (mm) Te = spessore delle piastre di acciaio di estremità (mm) Tc = spessore delle contropiastre (mm) H = altezza totale dell'isolatore escluse le contropiastre (mm) La massima deformazione tangenziale di progetto della gomma, corrispondente al massimo spostamento prodotto dal terremoto (circa 18 cm), è risultata pari al 134%. La disposizione degli isolatori tra i due grigliati di travi, è tale da permettere l'accesso per l'ispezione e per la sostituzione in qualsiasi momento. A tal proposito si evidenzia che il grigliato superiore di travi è stato dimensionato e verificato nella condizione, più gravosa, di sostituzione degli isolatori ipotizzando di disporre i martinetti, necessari ad assorbire il carico che ravava sull'isolatore, ad una distanza massima dall'asse verticale degli appoggi pari ad 1 metro. 10° Convegno Nazionale “L’ingegneria Sismica in Italia”, Potenza-Matera 9-13 settembre 2001 Il calcolo della struttura in elevazione è stato effettuato adottando un modello di telaio tridimensionale in cui gli isolatori sono stati modellati con elementi elastici di rigidezza pari a quella efficace (rigidezza secante in corrispondenza dello spostamento di progetto). Si sono considerati isolatori di portata verticale massima pari a 1500 kN, le cui rigidezze di progetto sono riportate nella tab.3.1. Tab.3.1 - Rigidezze degli isolatori. Car.vert. Max Car.vert. min kN kN 1500 350 Rigid.orizzontale kN/m 657 Rigid.verticale min. kN/m 1900000 Come in precedenza evidenziato, per la progettazione sismica, si è adottato lo spettro di progetto definito dalla normativa italiana per la prima categoria sismica (S=12), nella quale ricade il comune di Rapolla. Data la destinazione d'uso degli edifici si è assunto un coefficiente di importanza I=1.0. Per portare in conto gli effetti benefici dovuti alle capacità dissipative del sistema di isolamento, in grado di assicurare uno smorzamento pari almeno al 10% dello smorzamento critico, si è assunto un coefficiente riduttivo dell'azione pari a 1/1.2. Complessivamente lo spettro di progetto adottato risulta avere la massima ordinata spettrale pari a 0.083 g. La presenza del sistema di isolamento determina notevoli spostamenti relativi alla base della struttura in elevazione, che in generale necessitano di un'attenta valutazione, sia per dimensionare correttamente i giunti di separazione con strutture fisse o isolate adiacenti, che per progettare gli isolatori e verificarne l'adeguatezza mediante prove sperimentali. Lo spostamento spettrale, pari a 4.5 cm per l’edificio di Rapolla, è stato quindi moltiplicato, per giungere agli spostamenti effettivi (spettro elastico), come richiesto dalle norme per φ=4, così ottenendo: ∆ = 4.5*4 = 18 cm Per evitare contatti ed urti tra diverse parti della struttura, pericolosi sia per l'integrità delle singole parti strutturali e non strutturali che per il comportamento d'insieme, si sono adottati giunti strutturali rispetto a strutture non isolate (muri di contenimento perimetrali) di ampiezza largamente esuberante (pari almeno a 30 cm) rispetto al valore di spostamento in precedenza stimato. In questo modo ci si è garantiti nei confronti di un eventuale spostamento aggiuntivo dovuto a moti torsionali non previsti in progetto, derivanti da distribuzioni irregolari dei carichi accidentali o da mal funzionamenti di uno o più isolatori. Come accennato, gli elementi in c.a. della struttura sono stati tutti progettati per resistere, nel rispetto delle tensioni ammissibili, a sollecitazioni doppie di quelle ottenute con l'azione descritta dallo spettro di norma. In pratica, pertanto, essi sono in grado di sostenere delle forze sismiche generate da un'accelerazione sulle masse strutturali all'incirca pari a: a= 2* [ 0.1*1.0/1.2*(0.8/2.0)2/3 ] g ≈ 0.09 g di poco inferiore all'accelerazione da applicare alle masse dell’edificio fisso alla base. La maggiorazione delle sollecitazioni di progetto garantisce il mantenimento in campo elastico della struttura per terremoti largamente superiori al terremoto di progetto, ottenendo, pertanto, un sensibile incremento della sicurezza nei confronti del danneggiamento strutturale. 3.3 Isolamento misto mediante appoggi scorrevoli e HDRB Immediatamente al di sopra dei 28 isolatori elastomerici, posti alla base dell'edificio isolato "A" di Rapolla, sono state montate in serie slitte a basso attrito (Acciaio/Teflon), in modo tale da poter utilizzare alternativamente per ogni singolo appoggio o la parte elastomerica o la parte scorrevole. Il passaggio dal primo sistema di isolamento (isolatore elastomerico HDRB) al secondo sistema di isolamento (appoggio scorrevole) si consegue agevolmente bloccando alla traslazione orizzontale, con controventi in acciaio, la parte elastomerica e sbloccando, attraverso lo smontaggio di apposite boccole, la parte scorrevole (slitta) (fig. 3.1). X Congresso Nazionale “L’ingegneria Sismica in Italia”, Potenza-Matera 9-13 settembre 2001 Fig.3.1 Dispositivo di isolamento Isolatore+Slitta e vista della fondazione e del sistema di isolamento (Appoggi in elastomero bloccati alla traslazione orizzontale) I sistemi di isolamento che ne possono conseguire sono due, il primo costituito da soli isolatori HDRB ed il secondo costituito in parte da slitte sbloccate montate su HDRB bloccati ed in parte da HDRB sbloccati con slitta bloccata che costituiscono il sistema di richiamo elastico. In particolare, il sistema misto sperimentato consisteva di 12 HDRB per il richiamo elastico e 16 slitte sbloccate alla traslazione, configurazione questa stabilita per ottenere, nelle condizioni di prova (massa dell’edificio isolato pari a circa il 60% della massa di progetto in esercizio), un periodo isolato pari a circa 2 secondi, usato per il progetto della struttura in esercizio ed isolata con soli HDRB, ed un coefficiente di smorzamento equivalente elevato dell'ordine del 30%. Nell’applicazione effettuata il dispositivo misto ha permesso, pertanto, di scegliere il numero di slitte da sbloccare dopo aver verificato la risposta del sistema con soli HDRB, che ,nelle condizioni di prova, ha evidenziato un periodo isolato pari a 1.47 secondi a fronte dei 2 sec di progetto, ed uno smorzamento equivalente pari a circa il 17% di quello critico a fronte del 10% previsto in progetto. Va evidenziato, quindi, che il dispositivo misto di figura 3.1, a fronte di un leggero incremento di costi, permetterebbe una più facile standardizzazione della produzione degli appoggi in quanto renderebbe possibile, semplicemente bloccando o sbloccando le slitte, di coprire un'ampia casistica di applicazioni (differenti richieste di rigidezza trasversale e dissipazione di energia) con uno stesso tipo di appoggio. 4 PROVE DINAMICHE DI RILASCIO (SNAP-BACK) – EDIFICIO A (ISOLATO ALLA BASE) Le prove dinamiche di “snap-back”, ossia di rilascio istantaneo del sistema strutturale dalla configurazione deformata, sono state effettuate per verificare la rispondenza del comportamento del sistema isolato al comportamento previsto in progetto. Prove di questo tipo sono state già effettuate in Italia sugli edifici TELECOM di Ancona (Bettinali et Al. 1991, Forni et Al. 1991), anch’essi dotati di isolamento sismico alla base realizzato con isolatori in gomma. In quel caso venne applicato uno spostamento dell’ordine dei 10 cm, attraverso un complesso sistema di martinetti con cariche esplosive sincronizzate in modo da applicare il rilascio istantaneo contemporaneamente nei diversi punti di applicazione delle forze. Per le prove sull’edificio di Rapolla, è stato utilizzato un sistema di applicazione dello spostamento in un solo punto, ed un rilascio basato su di un dispositivo meccanico senza uso di esplosivo. Il dispositivo, già utilizzato per prove di rilascio dell’ordine di qualche centimetro su uno degli edifici isolati alla base del nuovo complesso Universitario della Basilicata a Potenza (Braga et Al. 2001), è stato assoggettato a sostanziali modifiche per renderlo adatto ad applicare gli spostamenti dell’ordine dei 20 cm raggiunti durante le prove di Rapolla. 10° Convegno Nazionale “L’ingegneria Sismica in Italia”, Potenza-Matera 9-13 settembre 2001 4.1 Modalità di esecuzione delle prove Le prove sono state effettuate imponendo uno spostamento iniziale alla struttura variabile da 40 a 170 mm; detti spostamenti sono stati imposti immediatamente al di sopra del piano di isolamento. In tabella 4.1 è riportato il prospetto delle principali prove eseguite con indicati gli spostamenti efficaci pari allo spostamento applicato a partire dalla posizione costruttiva meno il residuo rilevato alla fine delle oscillazioni. Tabella 4.1 Prospetto dei principali tests effettuati N. Test Data Sistema di Isolamento 1 27.07.2000 28 HDRB 2 28.07.2000 28 HDRB 3 29.08.2000 12 HDRB + 16 Slitte 4 30.08.2000 12 HDRB + 16 Slitte 5 30.08.2000 12 HDRB + 16 Slitte 6 01.09.2000 28 HDRB Spostamento impresso (mm) 87 136 150 150 150 150 Fig.4.1: Punto di applicazione della forza atta ad imporre lo spostamento iniziale e schema di prova del sistema misto HDRB+Slitte. Il punto di applicazione della forza necessaria ad ottenere lo spostamento voluto è collocato al centro del lato lungo del fabbricato, come riportato schematicamente in figura 4.1 nella quale sono cerchiati i dispositivi sbloccati allo slittamento nel sistema misto. Fig.4.2. Vista in pianta e in prospetto del dispositivo di spinta X Congresso Nazionale “L’ingegneria Sismica in Italia”, Potenza-Matera 9-13 settembre 2001 La spinta è stata applicata alla struttura mediante un dispositivo a rilascio istantaneo, riportato nelle figg. 4.2 e 4.3. Il funzionamento del dispositivo, utilizzato per imprimere lo spostamento iniziale all'edificio, si basa su due serie di bielle contrapposte, unite da un albero centrale che si sposta verso il basso per l’azione di un martinetto idraulico collegato all’albero da quattro tiranti. In tal modo le bielle, contrastando contro una struttura fissa adiacente, spingono orizzontalmente l'edificio isolato. Raggiunto lo spostamento orizzontale desiderato, un ulteriore minimo spostamento verso il basso determina l’istantaneo rilascio per effetto della condizione di equilibrio instabile raggiunta dalle bielle. L’edificio, pertanto, viene spostato orizzontalmente attraverso una forza, applicata verticalmente, la cui risultante orizzontale Fh sulla struttura è data da: Fh = Fv cotangα 2 dove Fv è la forza che il martinetto deve applicare in direzione verticale e α è l'angolo formato dalle bielle con l'orizzontale. T = Fv ⋅ cotangα T = Fv ⋅ cotangα T = Fv ⋅ cotangα α Fh Fv Fh = Fv cotang α 2 Fig. 4.3. Schema di funzionamento del dispositivo di spinta Il dispositivo di spinta è stato frapposto tra la struttura ed un Muro di Reazione, appositamente progettato e realizzato (fig.4.4) per effettuare le prove di rilascio, del peso complessivo di circa 500 tonnellate compresi i 5 pali φ1200mm infissi per 15m nel terreno su cui è fondato. Fig.4.4: Vista in pianta e sezione del Muro di Reazione La forza massima orizzontale agente sulla struttura, nel corso della prova n.6 con spostamento impresso pari a 170 mm, è stata di circa 3000 kN, mentre la forza massima richiesta al martinetto verticale è stata pari a circa 1000 kN. 10° Convegno Nazionale “L’ingegneria Sismica in Italia”, Potenza-Matera 9-13 settembre 2001 3000 200 150 Forze Verticali ed Orizontali applicate (kN) Lab Test Test di rilascio Forza di taglio (kN) 100 50 0 -200 -150 -100 -50 0 50 100 150 200 -50 -100 2500 Fh 2000 1500 Fv 1000 500 -150 0 0 -200 20 40 Spostamento (mm) 60 80 100 120 Spostamento Orizontale Applicato (mm) 140 160 Fig.4.5: Forze rilevate durante la fase di applicazione dello spostamento prima del rilascio 160 1800 140 1600 Forza Orizzontale (KN) Spostamento Orizontale Applicato (mm) In figura 4.5 sono diagrammati i valori delle forze applicate sia in verticale sul dispositivo di spinta sia in orizzontale sulla struttura. Si noti sul primo grafico la perfetta corrispondenza tra il comportamento dell’isolatore sperimentato in laboratorio e quello dell’isolatore posto in opera (linea spessa). Il dispositivo di spinta permette inoltre di effettuare test ciclici del sistema di isolamento aumentando e diminuendo ciclicamente la forza vericale senza raggiungere la condizione di rilascio. La figura 4.6 mostra la storia degli spostamenti applicati ed i cicli forza-spostamento dell'intero sistema di isolamento durante una prova ciclica effettuata sul sistema misto prima del rilascio n.4, mentre la figura 4.7 mostra i cicli di oscillazione libera dopo il rilascio nei test n 3,4,5 e 6. 120 100 80 60 40 1400 1200 1000 800 600 400 20 200 0 0 0 200 400 600 800 1000 1200 1400 1600 0 20 40 Tempo (sec) 60 80 100 120 140 160 Spostamento (mm) Fig.4.6 Storia degli spostamenti ciclici applicati alla sovrastruttura prima del rilascio (test n.4) e cicli di isteresi del sistema misto (12 HDRB + 16 Slitte) misurati. 200 Test n.3 (12 HDRB+16 Slitte) 150 Spostamento (mm) Test n.4 (12 HDRB+16 Slitte) Test n.5 (12 HDRB+16 Slitte) 100 Test n.6 (28 HDRB) 50 0 -50 -100 0 1 2 3 Tempo (sec) 4 5 6 Fig. 4.7. Oscillazioni libere dell'edificio - confronto tra i due sistemi di isolamento sperimentati. X Congresso Nazionale “L’ingegneria Sismica in Italia”, Potenza-Matera 9-13 settembre 2001 5 CONCLUSIONI La sperimentazione presentata ha prodotto una notevole mole di dati sia in termini di accelerazioni misurate ai piani sia di spostamenti alla base. L'analisi di tali dati permetterà di effettuare un confronto dettagliato della risposta dei due sistemi sperimentati, finalizzata ad una migliore comprensione del comportamento in opera dei sistemi isolati, in particolare utilizzando il sistema misto proposto, ed al fine di ricavarne indicazioni normative di cui si constata la carenza come nelle attuali Linee Guida Italiane per l'Isolamento Sismico. Di particolare interesse potrà rivelarsi, inoltre, il futuro confronto della risposta, soprattutto in termini di danneggiamento non strutturale, ad eventi naturali di bassa e media intensità dei due fabbricati ambedue protetti dal sisma uno tradizionalmente (Edificio B a base fissa) l'altro con isolamento alla base (Edificio A isolato con 28 HDRB). 6 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI Guèraud R., Noel-Leroux J.-P., Livolant M., Michalopoulos A.P. 1985. Seismic Isolation Using Slidingelastomer Bearing Pads. Nuclear Engineering and Design 84 pp. 363-377 Tajirian F.F. 1998. Base Isolation Design for Civil Components and Civil Structures. Proceedings, Structural Engineers World Congress, San Francisco, California, July 1998. Ikonomou A.S. 1985. Alexisismon Isolation for Nuclear Power Plants. Nuclear Engineering and Design 85 pp. 201-216. Aiken I. D., Kelly J. M., Tajirian F. F. 1989. Mechanics of Low Shape Factor Elastomeric Seismic Isolation Bearings, Report No. UCB/EERC-89/13 1989. M. 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