Viaggio senza precauzioni fra i nessi di Bergonzoni, altro regalo offerto da Teatro Contatto Anche quest’anno Alessandro Bergonzoni torna a trovare il suo affezionato pubblico friulano per la stagione Differenze di Teatro Contatto CSS e presenta in anteprima il suo ultimo lavoro “Nessi”, in replica al Palamostre anche stasera. Uno spettacolo in evoluzione, in continua crescita, che inizialmente si chiamava lacci per arrivare, adesso, a nessi. Lacci, nessi, come fili sottili e invisibili a cui tutti siamo legati e da cui siamo legati che ci conducono, ci tirano nella nostra esistenza. Ma per capire i collegamenti ci vuole consapevolezza, di sé stessi e degli altri. Lo spettacolo inizia al buio, a sipario abbassato, con la voce di Bergonzoni fuori campo in una sorta di libretto delle istruzioni su come fare o non fare qualcosa e tra la ricerca di una scritta o di una manopola si arriva alle istruzioni su come vivere o su come non morire. Poi il sipario si alza e il fumo denso e freddo lascia spazio alla vita a due incubatrici che contengono fogli scritti. Fogli in incubatrice, libri appena nati, linguaggio da proteggere contro le aggressioni, le semplificazioni, la parola rivolta deve rivolgersi alle persone per arrivare ad una rivolta interna, personale che vuole farci capire come dobbiamo arrivare a qualcosa, alla consapevolezza. Per arrivare a questo però, suggerisce l’autore, non dobbiamo essere chiusi ma aperti, dobbiamo fare nessi – appunto – senza precauzioni, senza preservarci, senza proteggerci. E ci vuole la consapevolezza senza cui non si va da nessuna parte. Con la consapevolezza si riesce a reagire a chi calpesta la “costituzione interiore”, altrimenti si diventa conniventi con chi non riconosce il diverso. Fare nesso con chi è diverso significa mettersi nei panni di altri, essere legati per avere la legalità che tanto viene invocata: ma devono essere fili veri, reali e non virtuali, come quelli del web o di facebook. Le parole snocciolate una dietro l’altra dall’autore sembrano quasi degli scioglilingua: a volte ci si mette un secondo di più per comprenderli, a volte sembra di essere alle prese con i giochini della settimana enigmistica. Ma sono tutti godibilissimi e strappano risate a raffica, mentre si smette di sorridere per una battuta, ecco che se ne affaccia una nuova. Verbi, aggettivi, sostantivi che a seconda di come sono usati assumono significati diversi. Participi presenti raffrontati a participi passati che diventano sostantivi, aggettivi, che ritornano participi. Credenti e non creduti, osservanti, vedenti e non veduti: malpensanti (quelli che volano dall’aeroporto di Milano) e curati (preti?). Giochi di parole apparentemente divertenti che nascondono per poi svelare i fili che li legano. Dal buio dell’inizio, alla luce quasi accecante di fari puntati sul pubblico per la fine dello spettacolo: luci per svegliare le coscienze spesso assopite. C’è materiale, tanto, su cui riflettere con ironia per chi, questa sera, vuole essere al Palamostre. E per chiudere come Bergonzoni: “continuate a pensare: grazie Udine e grazie CSS”. Maria Teresa Ruotolo