Ottica & medicina > A cura di SILVIO MAFFIOLETTI Estratto dal testo di Emilio Airaghi e Anna Altimani “I muscoli dell’occhio e la funzionalità binoculare” edito dall’Assopto Milano Acofis LA VISIONE BINOCULARE una funzione appresa L’ uomo, come tutti gli animali più evoluti, è un basso numero di fibre omolaterali; nell’uomo, dotato di visione binoculare; scendendo che ha una sovrapposizione dei campi visivi quasi nella scala filogenetica, si trovano animali completa, il numero delle fibre omolaterali è inve- con una posizione meno frontale degli occhi e quin- ce maggiore, pressochè uguale al numero di quelle di con una visione più panoramica ma meno raffina- controlaterali (Airaghi et al., 1985). ta in termini di fusione binoculare. L’acquisizione di una buona visione binoculare offre La semidecussazione delle fibre del nervo ottico a li- all’uomo notevoli vantaggi (Perris, 1985): vello del chiasma è la base che permette lo sviluppo 1) il campo visivo binoculare è più ampio rispetto a della visione binoculare. quello di altre specie (non appartenenti ai primati); Il numero di fibre che non si incrociano al chiasma 2) la sovrapposizione dei due campi visivi elimina dipende dal grado di sovrapposizione dei campi vi- lo scotoma di ciascun occhio in corrispondenza del sivi; negli animali, l’evoluzione ha modificato la posi- punto di emergenza del nervo ottico (papilla ottica o zione degli occhi (che si sono gradualmente spostati punto cieco); in una posizione sempre più frontale) aumentando 3) l’acutezza visiva binoculare è leggermente supe- di pari passo il numero di fibre che non si incrocia- riore a quella monoculare; no al chiasma. Ad esempio il coniglio, che ha un 4) la binocularità permette la percezione stereosco- basso grado di sovrapposizione dei campi visivi, ha pica dello spazio (effetto tridimensionale). 50 OA Magazine 1/09 Area SCIENTIFICA Lo sviluppo della visione binoculare singola azione in pienezza solo verso i tre anni di età; La visione binoculare singola è un processo cortica- le dimensioni definitive, sono invece già pienamente le realizzato mediante un uso corretto e coordinato funzionanti. I muscoli retti interni sono strutturalmen- degli occhi, per cui le immagini retiniche provenienti te i più sviluppati di tutti i muscoli extraoculari. dai due occhi vengono integrate e interpretate come La fissazione bifove- un’immagine singola (figura 1). Si sviluppa quando è ale non è presente avvenuta un’evoluzione sufficientemente corretta e alla nascita, dato che completa di entrambi gli occhi ed è possibile solo se i movimenti binoculari i meccanismi anatomici sono sorretti da un efficace non sono coordinati e funzionamento fisiologico (Bairati, 1979). ognuno dei due oc- Al momento della nascita, gli attributi anatomici e chi si muove indipen- fisiologici non hanno ancora Io stadio di completez- dentemente za necessario allo svolgimento delle loro funzioni all’altro (figura 2). Per- naturali, che verranno raggiunte successivamente. tanto, alla nascita, la Nonostante le difficoltà insite nel rilevare le funzio- fissazione è soltanto ni visive dei neonati, si può affermare che alcune monoculare. Il con- funzioni visive fondamentali sono innate e presen- trollo della direzione bre del nervo ottico nell’uo- ti alla nascita mentre altre funzioni visive (come la visiva principale della da Kandel, Schwartz, 1988. cooperazione binoculare) devono essere apprese; fovea e delle direzioni visive degli altri punti retini- per questo è necessario un certo tempo affinchè ci, relative alla direzione principale, sono innate. La si stabilisca una normale e stabile visione bifoveale fissazione monoculare, pur presente alla nascita, è singola. però inadeguata anche perchè una fissazione con- Dal punto di vista anatomico, al momento della na- scia richiede che il soggetto sia consapevole della scita diversi aspetti evolutivi del bulbo oculare devo- presenza di un certo oggetto e abbia, nei suoi con- no ancora essere completati. Al fine della completa fronti, un sufficiente interesse e un’adeguata capa- strutturazione della visione binoculare, gli aspetti più cità di sostenere l’attenzione per un certo tempo. Il significativi da completare sono i seguenti (Perris, grado di impegno cognitivo necessario a ciò è an- 1985): cora troppo elevato ed eccede le capacità del neo- • la retina e la fovea non sono ancora completa- nato; per questo, inizialmente, la fissazione foveale mente efficienti; l’acutezza visiva è scarsa alla na- è rudimentale e instabile (Maione, 1985). scita e progredisce rapidamente nei primi anni di A circa 2-3 settimane di età il bambino inizia ad ese- vita, sino a raggiungere i 10/10 verso i cinque anni; guire movimenti visivi, seppur poco coordinati, che • le fibre longitudinali e radiali del muscolo ciliare gli consentono di orientare gli occhi per fissare un sono completamente formate, mentre quelle circo- oggetto. A 4-5 settimane dalla nascita, il neonato lari continuano a svilupparsi durante i primi anni di riesce a mantenere stabilmente la fissazione mo- vita. Infatti il muscolo ciliare, che è deputato al mec- noculare di oggetti grandi e vicini. All’età di circa 6 canismo dell’accomodazione, esplicherà la sua settimane, la fissazione viene alternata rapidamente • i muscoli extraoculari, benchè non abbiano ancora 1 rispetto Figura 1 - Decorso delle fimo. Figura modificata tratta OA Magazine 1/09 51 Ottica & medicina > tra i due occhi e, poco dopo, il neonato comincia a fissare La stereopsi 2 In un normale sistema visivo, binocularmente e ad effettua- fusione e stereopsi sono pre- re movimenti coniugati di inse- senti guimento, seguendo persone te. La stereopsi (o percezio- o grossi oggetti situati a di- ne della profondità) è definita stanza prossimale. Inizialmen- come l’ordine relativo degli te questi movimenti d’insegui- oggetti visti in profondità (cioè mento sono prevalentemente nella terza dimensione) ed è la di carattere saccadico ovvero più alta forma di cooperazione composti da piccoli salti, tra i binoculare. La percezione ste- 3 e i 5 mesi di età diventano Fig. 2 - Sezione dell’occhio e del nervo ottico. reoscopica è possibile quando contemporaneamen- invece continui ed armoniosi. I movimenti non co- vengono stimolati simultaneamente elementi retinici niugati di vergenza si sviluppano attorno ai 6 mesi di lievemente disparati in senso orizzontale; la dispari- età, successivamente ai movimenti coniugati. tà verticale non produce effetti stereoscopici. Dopo i 3 mesi, la fissazione diviene conscia e non più Un oggetto solido posto a livello di piano mediano soltanto riflessa. A 2-3 anni si sviluppa il riflesso ac- del capo produce immagini diseguali nei due occhi. comodativo poichè il muscolo ciliare si è totalmente Data la loro separazione orizzontale (misurabile con sviluppato e quindi permette una buona funziona- la interpupillare), ciascun occhio riceve (per motivi lità dell’accomodazione, consentendo la formazio- geometrici) immagini lievemente differenti; la fusio- ne di un’immagine nitida degli oggetti situati a una ne sensoriale delle due immagini retiniche dispara- distanza inferiore all’infinito ottico; al crescere della te orizzontalmente determina una percezione visiva capacità accomodativa si ha anche un incremento singola e dotata di profondità. Non deve essere necessa- dell’acutezza visiva a distanza prossimale (Faini, 1990). Nel- 3 riamente un oggetto solido lo stesso periodo si sviluppa a produrre immagini legger- anche il riflesso fusionale, che mente differenti nei due occhi. regola la coordinazione tra i Un effetto stereoscopico può riflessi accomodativi e la ver- essere indotto anche da figu- genza. La visione binoculare è re bidimensionali, alcune parti pertanto completamente svi- delle quali cadono su elementi luppata e si può quindi struttu- retinici rare la stereopsi, che si affina tre altre parti sono costruite in solo dopo il raggiungimento di modo da fornire immagini di- corrispondenti men- una normale e stabile visione Fig. 3 – Lo stereoscopio, mediante figure bi- sparate in senso orizzontale. dimensionali, fornisce stimoli appropriati che, binoculare (Bredemeyer et al., dopo essere stati elaborati dal sistema visivo, Queste figure, viste separa1986). 52 OA Magazine 1/09 offrono una percezione tridimensionale dello spazio visivo tamente dai due occhi in uno Area SCIENTIFICA stereoscopio o in un aploscopio, forniscono degli stimoli appropriati che, dopo essere stati elaborati IDENTIKIT DELL’AUTORE dal sistema visivo, offrono una percezione tridimensionale dello spazio visivo (figura 3). L’effetto di profondità è tanto maggiore quanto maggiore è la disparità orizzontale delle due figure (Bredemeyer et al., 1986). RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI • Airaghi E., Faini M., Perris R., Tecniche di rieducazione sui problemi comportamentali inerenti a manifestazioni eteroforiche, Istituto Superiore di Scienze Optometriche, Assopto Milano, 1985. • Bairati A., Trattato di anatomia umana, Minerva Medica, Torino, 1979. • Bredemeyer H., Bullock K., Ortottica, Piccin, Padova, 1986. • Faini M., Lezioni di Optometria, Istituto Superiore di Scienze Optometriche, Assopto Milano, 1990. • Kandel E.R., Schwartz J.H., Principi di neuroscienze, Ambrosiana, Milano, 1988 • Maione M., La visione e i suoi meccanismi, Maccari, 1985. • Perris R., Visione binoculare singola, Istituto Superiore di Scienze Optometriche, Assopto Milano, 1985. GRAZIE EMILIO! Emilio Airaghi - E’ nato a Lainate nel 1958. Ha frequentato l’I.T.I.S. ‘Galileo Galilei’ di Milano, ha conseguito l’attestato di Optometria nel 1982 presso l’Istituto Superiore di Scienze Optometriche di Milano e si è laureato in Psicologia nel 1990 presso l’Università degli Studi di Padova. Relatore di congressi e corsi di aggiornamento nazionali, a metà degli anni Ottanta è divenuto docente di Optometria e di Ottica Fisiologica presso l’Istituto Superiore di Scienze Optometriche di Milano. E’ autore con Anna Altimani del testo ‘I muscoli dell’occhio e la funzionalità binoculare’, edito dall’Istituto Superiore di Scienze Optometriche di Milano. E’ morto a Lainate nel 1992. Anna Altimani - E’ nata a Genova e vive a Tradate (VA). Si è diplomata in Ottica nel 1984 presso l’Istituto ‘Fratelli Calvi’ di Busto Arsizio e ha conseguito l’attestato di Optometria nel 1987 presso l’Istituto Superiore di Scienze Optometriche di Milano. E’ autrice con Emilio Airaghi del testo ‘I muscoli dell’occhio e la funzionalità binoculare’, edito dall’Istituto Superiore di Scienze Optometriche di Milano. Svolge attività privata come ottico-optometrista a Tradate (VA). Emilio Airaghi oggi avrebbe cinquant’anni. Non è più tra noi dal novembre del 1992, quando la notizia della sua improvvisa scomparsa si è diffusa lasciando increduli amici e colleghi: aveva 34 anni e alle spalle una vita breve, intensa e generosa. Aveva seguito i corsi della Scuola di Optometria a Milano, nell’antica sede di via Noale. L’Optometria lo appassionava e, dopo alcuni anni come assistente, era passato alla docenza impegnandosi senza risparmio. Anche nello svolgimento della professione di ottico-optometrista, nel suo studio di Lainate, conservava l’entusiasmo che lo caratterizzava a scuola al quale aggiungeva una solida competenza clinica, coltivata giorno per giorno e arricchita da un’etica professionale integra e profonda. Nonostante la forte personalità e la notevole capacità propositiva, Emilio Airaghi rifuggiva dal protagonismo e si esprimeva con equilibrio, semplicità e schiettezza. Gli studenti dell’Istituto Superiore di Scienze Optometriche lo apprezzavano per l’entusiasmo e il rigore scientifico con cui insegnava: era un vero cultore dell’Optometria. La spiegava con intelligenza e passione, annullando le distanze tra sè e gli studenti e distinguendosi per la facilità con cui riusciva a collegare argomenti diversi, spaziando dall’Optometria alla Psicologia all’Ottica Fisiologica: una facilità che poggiava su una solida e profonda conoscenza della materia e gli permetteva di rendere semplici e lineari anche i concetti più complessi. Lo ricordiamo, attraverso questo articolo, con affetto e riconoscenza. Silvio Maffioletti OA Magazine 1/09 53