Anteprima del nuovo tour di Luca Carboni Testo: Vincenzo Nicolello – Foto: Stefanino Benni La sua voce è inconfondibile. I suoi pezzi sono amati da intere generazioni e lui, raggiunto il traguardo dei 50 anni, continua ad essere il ragazzo bolognese triste di sempre. Luca Carboni ha molte cose da raccontare e così dopo un lungo tour invernale che ha toccato diversi teatri italiani, con la bella stagione ha deciso di proseguire l’attività all’aperto, visitando le città turistiche dello stivale. Dallo scorso 30 giugno, Luca era a Crema per preparare il nuovo set e proprio nel suo “improvvisato laboratorio” al Teatro San Domenico ha deciso di regalare il concerto numero “0”. Uno show che oltre al sapore del debutto ha avuto un’importanza solidale, visto che la fondazione San Domenico ha deciso di puntare sul cantautore emiliano per raccogliere fondi in favore delle popolazioni terremotate. Lo scorso 3 luglio, un pubblico caldo di appassionati ha aspettato l’uscita di Luca, che è partito subito forte, proponendo alcuni dei suoi brani più celebri alternandoli alla nuova produzione del disco “Senza Titolo”. Una lunga carrellata che ha consentito di effettuare un lungo viaggio, costellato di cambiamenti, perché lui stesso ci ha detto che «un vero artista deve essere sempre pronto a percorrere nuove strade, l’importante è seguire la passione per la musica». Passione che di certo non gli manca, come non difetta della grande verve autorale che spesso lo porta ad affidare le sue creature ad altri colleghi. «A volte preferisco limitarmi a comporre e lasciare che gli altri cantino per me» ci ha confessato qualche tempo fa. Del resto forse in pochi sanno che agli albori della sua carriera, si presentò in un bar bolognese, a pochi passi da via Paolo Fabbri (proprio la via della casa di Francesco Guccini) ed incontrò un certo Gaetano Curreri (leader degli Stadio). In quel breve provino riuscì a conquistare la fiducia dell’artista che lo arruolò per comporre Navigando contro vento, inserito poi nella discografia della band bolognese. Questa apparizione, consentì a quel ragazzo timido e ricco di talento di intraprendere la carriera da solista, arrivando a vendere milioni di dischi e raggiungendo il cuore delle fan. E’ stata sicuramente una serata meravigliosa, fatta di buona musica, quella che è sempre più difficile ascoltare in giro per l’Italia. Che canti Silvia lo sai, Inno nazionale, Zingari Felici, Farfallina, Fare le valige o Ci vuole un fisico bestiale, Carboni riesce a far sognare e continuerà a farlo, con la sua voce roca, le sue piccole stonature e quel suo modo tutto personale di proporre le sue canzoni. Ad aprire la serata i Caponord, provenienti da Crema e Bergamo e attivi musicalmente dal 2009. Classificati al terzo posto al Premio Lunezia 2010 con “Un Giorno Stupendo”, la band ha vinto l”iTunes Rewind” come “Nuovo artista dell’anno (musica alternativa)” per il precedente disco “Un Film Sul Panico” oltre ad aver partecipato al Live @ MTV DAYS 2011 a Torino e ad avere due brani nella colonna sonora di Popland, serie televisiva prodotta da MTV Latino America e distribuita in tutto il mondo. Organizzazione Evento F&P Group ngg_shortcode_0_placeholder Gran festa a Torino per gli Mtv Days foto e testo di Vincenzo Nicolello TORINO – Per il terzo anno consecutivo Torino si scopre capitale della musica grazie agli Mtv Days, grande kermesse che si è svolta dal 28 al 30 giugno. E’ stata una tre giorni intensissima, fatta di live ma anche di conference e clinic, dove gli appassionati hanno potuto conoscere e confrontarsi da vicino con i loro musicisti preferiti. Si è partiti a Venaria Reale, dove si è svolto un opening party fatto di dj set. Tra gli ospiti in console si sono alternati gli Stylophonic, Andro Id from Negramaro, Two Fingerz, Power Francers, Dj Aladyn, Salmo & Dj Slait e Useless Wooden Toys. Il giorno successivo, il centro strategico è diventato Palazzo Nuovo, che ha ospitato le conferenze. Ad inaugurare la sessione è stato Cesare Cremonini, che si è raccontato “a cuore aperto” al pubblico. Affollatissimi e molto seguiti gli altri incontri che hanno visto come protagonisti artisti, giornalisti ed esperti del mondo musicale italiano tra cui Emma, Nina Zilli, Club Dogo, Emis Killa. Al partire dal tardo pomeriggio l’attenzione è stata rivolta sul palco di piazza Castello, dove si è svolta la grande maratona televisiva in diretta su Mtv, Marracash, Angela Rafanelli e Ensi. presentata da Venerdì 29 giugno, si sono esibiti Litfiba, Club Dogo, Nina Zilli, Emma, Fedez, Julia Lenti, Bianco. La stessa sera Mtv Italia ha lanciato, sempre dal palco degli Mtv Days, una raccolta di fondi per la ricostruzione dell’Istituto Superiore Galileo Galilei di Mirandola in provincia di Modena attraverso il progetto “Adotta una scuola” in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e l’ufficio scolastico regionale per l’Emilia Romagna, grazie al brano “Se il mondo fosse” di Emis Killa, Club Dogo, J-Ax e Marracash e prodotto da Big Fish. Il brano, da subito disponibile su iTunes e che ha raggiunto immediatamente il primo posto nella classifica dei più scaricati, è stato cantato in anteprima venerdì sera sul palco di Piazza Castello con una performance a sorpresa di tutti quattro gli artisti. I fondi raccolti grazie al brano “Se il mondo fosse” saranno utilizzati in particolare per la ricostruzione dei laboratori della scuola, degli spazi di accoglienza e delle aree dedicate all’espressione artistica degli alunni disabili o che vivono situazioni di disagio. Nella serata del 30 giugno si sono invece alternati sul palco Benny Benassi, Negrita, Giorgia, Marco Mengoni, Emis Killa, Il Cile, Heike Has The Giggles. Anche per l’edizione 2012 degli Mtv Days, parte integrante del cast musicale sono stati sei rappresentanti di Mtv New Generation, la piattaforma web per lo scouting e la promozione di giovani artisti emergenti italiani. Emis Killa, Fedez, Heike Has The Giggles, Il Cile, Julia Lenti, Bianco sono stati infatti gli opening act dei concerti in Piazza Castello nelle serate del 29 e 30 giugno. E’ stata una festa bellissima ed intensa. Il pubblico ha davvero divorato ogni singolo momento della kermesse. Un simile calore (e non solo quello meteorologico) ha già lasciato intuire che anche nel 2013, Torino sarà ancora la principale candidata per ospitare la nuova edizione degli Mtv Days. ngg_shortcode_1_placeholder Patty Pravo, giovane testo: Vincenzo Nicolello – per sempre foto: Stefanino Benni Basta il suo nome per raccontare una storia artistica infinita, fatta di eccessi, di sorprese, di depressioni e di rinascite, ma soprattutto di canzoni indimenticabili. Nicoletta Strambelli, da quando salì per la prima volta sul palco del Piper di Roma ha fatto tantissima strada, facendo sognare intere generazioni e continuando a regalare emozioni a 360 gradi. Oggi continua ad essere la bambola di sempre, e a mantenere quel suo aspetto fatato, ma alzi la mano chi può credere al fatto che abbia già spento le 64 candeline. Patty continua a non risparmiarsi e così all’alba di questa torrida estate ritorna a calcare i palchi italiani. Lo fa da protagonista assoluta regalando al suo pubblico un repertorio infinito, magari cantando brani di cui si è un po’ stufata, ma non dimenticando altri pezzi che solo la critica delle volte non ha saputo apprezzare davvero. Nella scaletta non manca nemmeno “La Luna”, una canzone scritta per lei da Vasco Rossi, che avrebbe dovuto essere interpretata a Sanremo. Un condizionale d’obbligo, visto che l’album del Festival ci ha raccontato una storia diversa. Non vogliamo rimarcare il dato anagrafico di Patty, ma ci piace sottolineare come anche lei, in quest’epoca di grandi cambiamenti, si sia perfettamente adeguata. Basta ascoltare le sue parole per capirlo: «Carissimi, questo 2012 é per me un anno importante, da quando ho capito che i dischi non si vendono più ho deciso di adeguarmi ai tempi! “La Luna” un grande pezzo scritto da Vasco Rossi e musiche di Gaetano Curreri prodotto dalla Emi, non uscirà su supporto fisico, ma sarà in vendita sulle principali piattaforme digitali. Un singolo da non acquistare nei negozi, ma, negli shop virtuali. Fino ad un paio di anni fa, Facebook e Twitter, non sapevo neppure cosa fossero, adesso mi hanno conquistata e ho voglia di interagire con voi, ma dovete essere “vivi” come lo sono io! Stimoliamoci a vicenda, vi saluto e ringrazio i miei preziosi e giovanissimi collaboratori che sono con me in questa nuovissima avventura Valentina Oldani, Matteo Lottini e Marco Piraccini ». Che Nicoletta sia viva lo testimonia anche questa sua data “zero” di La Luna Tour ospitata la sera del 28.06.12 nel bellissimo Teatro San Domenico di Crema. Bella, intensa e simpatica, come sempre . Organizzazione Evento: LiveNation ngg_shortcode_2_placeholder Benvenuti nel Club Dogo! di Erika Sambuco I cattivi maestri di questo paese ci hanno insegnato tante cose – recita – a non credere a quello che ci raccontano perché potrebbe essere un depistaggio, a ricordare una bomba, una tangente, una legge perché poi ce le fanno di nuovo, a difendere le persone e le cose a cui teniamo perché se no ce le proibiscono. Non so se odiarli o essergli grato… Sono queste le parole che ieri sera, al laghetto di Villa Ada, hanno aperto il concerto dei veri “ragazzi della Piazza”: Club Dogo o meglioGuèPequeno, Jake La Furia e Don Joe, tre ragazzi milanesi che per quasi dieci anni ce l’hanno messa tutta per raggiungere quello status di star del rap che oggi spetta loro per bravura e fantasia. Un tour che li porta in giro per tutto il paese e domani li vedrà protagonisti degli MtvDays a Torino. Questo è un momento cruciale per il trio, centrale soprattutto quando i Dogo ormai nelle grazie della musica commerciale, che faparlaredisestessa,chevende,èmusicachefacrescerei giovani costruendo l’immaginario collettivo di una generazione addirittura nei bambini, già vestiti come loro (e numerosi sotto al palco). Un successo consolidato che per loro è un “meglio tardi che mai”, per noi che parliamo a tutti è solo un inizio. Ed è ora infatti che vanno gettate le ancore più grosse. Sul palco solo il trio e quattro lettere retro illuminate sullo sfondo (D – O – G – O), rime sicure e atteggiamento “Zarrogante”, parola inesistente ma che è definisce qualcosa di abbastanza nuovo nel rapporto cantante-fan: il ragazzo che viene dal basso, che è uscito o che è dentro lo schifo fino al collo, guarda ai Club Dogo come a esempi di rispetto di chi ce l’ha fatta in modo pulito. Ed è fiero di portare addosso l’energia della periferia, l’invadenza del tatuaggio che arriva fino al collo, la devozione verso chi (finalmente) parla la loro lingua. Numerose le collaborazioni che, nel rap, rappresentano la normalità: “è bello poter mischiare amicizia e rispetto, classe e sensibilità artistica, bravura e senso del ritmo” raccontano. Nel loro ultimo album Noi siamo il Club i Dogo sono infatti affiancati da un inaspettato Carlo Lucarelli, Marracash, Ensi, J-Ax, Giuliano Palma, Il Cile, PowerFrancers, Zuli, Emiliano Pepe ed i Datura. Il nuovo cd è stato pubblicato in due versioni: una basic e una deluxe con undici tracce speciali oltre le altre quindici ed è stato subito un successo con i due singoli Cattivi esempi e Chissenefrega, entrati di prepotenza nelle classifiche dei brani più scaricati.Tra la dovuta auto celebrazione (“Abbiamo dimostrato che niente è impossibile”, urla Jake La Furia sul palco) e alcuni inviti a comprare il cd in modo legale, oltre la scaletta niente sembrava costruito, nulla appariva pensato. L’improvvisazione è il segreto del successo di chi sta nell’hip hop, ma la costruzione di uno spettacolo che sia di livello nella musica ma che si ispiri anche all’intrattenimento che offre il rap in America, dai Dogo prima o poi lo pretendiamo, visto che nessuno in Italia ancora lo fa… Rimane comunque che Club DOGO è per la gente, su le mani tutti, le mani su su!! foto gentilmente concesse da Serena De Angelis ngg_shortcode_3_placeholder Concerto per l’Emilia: 36mila cuori pulsanti per una gara di solidarietà testo e foto: Vincenzo Nicolello BOLOGNA – Uno stadio Dall’Ara pulsante di oltre 36 mila cuori ha assistito all’evento – happening Concerto per l’Emilia, organizzato lo scorso 25 giugno per raccogliere fondi in favore delle popolazioni terremotate. La maratona musicale ha visto la presenza di buona parte degli artisti EmilianoRomagnoli a partire dalle stelle Ligabue, Laura Pausini, Zucchero e Cesare Cremonini, fino ai Modena City Ramblers ed i Nomadi. Proprio il front-man del gruppo modenese, Beppe Carletti è stato tra gli artefici di una serata che ha consentito di raccogliere oltre un milione di euro (frutto dell’incasso del concerto). Una cifra anche superiore (1,5 milioni di euro) è arrivata invece dagli sms, spediti in gran numero dagli spettatori televisivi, incollati su Rai Uno, dove “udite udite” è stata trasmesso lo spettacolo senza alcuna interruzione pubblicitaria. Sul palco a presentare Fabrizio Frizzi, accompagnato sporadicamente dallo stesso Carletti, impegnato ad annunciare il risultato di questa gara di solidarietà. Si inizia subito alla grande, con Zucchero Fornaciari e si prosegue senza soluzione di continuità fino all’una con i Nomadi. Nessun intoppo, solo brevi intermezzi di Frizzi, pronto a coprire il cambio palco ricordando il numero telefonico a cui devolvere i 2 euro dell’offerta. Ogni artista propone un paio di brani e, in alcuni casi, propone duetti interessanti. E’ il caso di Francesco Guccini che canta con Caterina Caselli, di Gaetano Curreri degli Stadio che si esibisce con Gianni Morandi e di Cesare Cremonini che si abbina con Laura Pausini proponendo un omaggio a Lucio Dalla e al suo L’anno che verrà. Non sono mancate le sorprese, quali l’esibizione di Raffaella Carrà, pronta a scatenarsi sul palco con il suo “Rumore”. Tra gli altri ospiti c’è da segnalare anche Alberto Tomba, che ha salutato il pubblico in compagnia del suo erede sciistico, Giuliano Razzoli. Breve e sentito il discorso di Vasco Errani. Il presidente della Regione Emilia, ha arringato chiedendo aiuto e non elemosina, pretendendo il giusto e non un euro in più di quanto necessario. Tra i momenti più belli ricordiamo il monologo di Alessandro Bergonzoni, che ha letto un elogio alla terra. Tra quelli più imbarazzanti i fischi all’indirizzo di papa Benedetto XVI, quando Frizzi ha annunciato l’imminente visita del pontefice alle zone terremotate. Dopo quasi 5 ore di show, il pubblico è andato a casa soddisfatto, felice di aver trascorso una serata diversa, potendo fare del bene. Concludiamo citando l’organizzazione, curata dalla Rai, dall’agenzia Open Gate e da Studio’s di Modena. Questa la scaletta: Zucchero – Il suono della domenica; Zucchero – Per colpa di chi; Francesco Guccini – Il vecchio e il bambino; Francesco Guccini & Caterina Caselli – Per fare un uomo; Caterina Caselli – Insieme a te non ci sto più; Ligabue – Il giorno di dolore che uno ha; Ligabue – Il meglio deve ancora venire; Raffaella Carrà – Rumore; Nomadi – Io voglio vivere; Nomadi – Io vagabondo; Alessandro Bergonzoni – Lettera alla terra; Stadio – Sorprendimi; Stadio e Gianni Morandi – Chiedi chi erano i Beatles; Stadio e Gianni Morandi – Piazza Grande; Nek – Lascia che io sia; Nek – E da qui; Alberto Tomba e Giuliano Razzoli; Samuele Bersani – Giudizi universali; Samuele Bersani – Chicco e Spillo; Vasco Errani e Beppe Carletti; Paolo Belli – Un giorno migliore; Paolo Belli – Noi cantiamo ancora; Fabrizio Frizzi (Poesia di Michele Serra); Luca Carboni – Silvia lo sai; Luca Carboni – Mi ami davvero; Luca Carboni – Mare mare; Cesare Cremonini – Mondo; Cesare Cremonini & Laura Pausini – L’anno che verrà; Andrea Mingardi – Con un amico vicino; Andrea Mingardi – With a little help from my friends; Andrea Mingardi – E’ la musica; Andrea Griminelli – Ave Maria; Modena City Ramblers con Cisco – ¡Viva la vida!; Modena City Ramblers con Cisco – I cento passi; Nomadi – Dio è morto. ngg_shortcode_4_placeholder Metti due sere, a Piazzale Verano, una Tempesta Gemella testo: Francesco Corbisiero – foto: Serena De Angelis Partiamo con una premessa: chi parla di musica o almeno ne bazzica gli ambienti dev’essere ben consapevole del fatto che il mercato discografico in Italia è pesantemente dominato dal mondo delle major, che lasciano ben poco alle etichette indipendenti. E almeno dal punto di vista della distribuzione degli album è così. Per la produzione il discorso è assai diverso, nell’ultimo periodo stanno prendendo piede sempre più piccole case discografiche che gestiscono artisti che ottengono una visibilità in altri tempi insperata. Se tutto ciò è successo, però lo si deve a coloro che hanno messo in piedi, diversi anni or sono, quello che è in assoluto il miglior risultato per quanto riguarda le etichette indipendenti nel nostro Paese, quella scuderia di tutto rispetto di artisti che corrisponde al nome de ‘La Tempesta’ e che ha il merito storico di essere stata l’apripista di tutte le altre. E’ con questo spirito che ci si deve approcciare alla Tempesta Gemella, il festival della casa discografica di Pordenone con sede nel contesto del San Lorenzo Estate, a Roma. Una due giorni meravigliosa di musica coi nomi più interessanti del panorama underground, e non solo rock. Mi infilo nel cortile dell’area concerti quando sul palco i tecnici preparano gli strumenti al Pan del Diavolo, due ragazzi palermitani che durante il concerto dimostrano di aver messo a punto nelle loro sonorità un marchingegno sofisticato che mette insieme il folk e il rock’n’roll delle origini, quello dell’America profonda degli anni ’50. Convincono e sul palco non stanno fermi nemmeno un momento, ma a quanto pare non scaldano. Di tutt’altro tenore, l’esibizione del gruppo successivo. Avete presente Mick Jagger? Ecco, Andrea Appino è la versione italiana, punk e ferocemente strozzapreti e anti-borghese del leader storico dei Rolling Stones. Il pubblico lo sa, risponde caloroso, pogando disperatamente, mentre lui sul palco si scatena e come una calamita catalizza verso di sé e verso i suoni della sua chitarra gli occhi e i corpi sudati e impazziti di giovani che urlano i testi delle sue canzoni, e lancia strali spietati contro i suoi bersagli di sempre, complice Ufo, il bassista dei tre pisani, molto più ironico del suo collega alle 5 corde, e Teskio che a torso nudo butta l’anima sulle bacchette e da di matto su rullanti e tamburi. Il live scivola via che è un piacere, così, tra ‘Gente di merda’, ‘Andate tutti a fanculo’, ‘L’amorale’, ‘L’egoista’, ‘We just wanna live’, ‘Vent’anni’ e la bellissima ‘Nati per subire’ a chiudere il cerchio. Tutto nel segno di un iconoclastia punk che in Italia non ha mai trovato sacerdoti così ligi e ortodossi come loro. E poi s’arriva al culmine della serata, l’esibizione attesissima della band storica della Tempesta e del gruppo di colui che ha creato dal nulla questo collettivo di musicisti autoprodotti, l’istituzione per eccellenza per chiunque abbia vissuto l’onda rock degli anni’90, disegnatore e discepolo dell’indimenticabile Andrea Pazienza: Davide Toffolo, frontman dei Tre Allegri Ragazzi Morti. Vivere l’adolescenza non è affatto facile al giorno d’oggi. Ecco i T.A.R.M. nascono da quest’esigenza: raccontare tutta la fatica di essere giovani in chiave rock e anche, dall’ultimo disco, ‘Primitivi del futuro’, in salsa reggae e dub, in una sperimentazione che ha dell’audace. E Toffolo si presenta sul palco vestito proprio così, nonostante il caldo incredibile, con una tuta da scimmia che lo ricopre interamente e lo fa sembrare un uomo delle caverne, lasciando scoperta solo la testa, occultata dalle solite maschere a forma di teschio. Il risultato del concerto è meraviglioso, tutti conoscono a memoria i brani e cantano ‘Mai come voi’, ‘Il mondo prima’, ‘Codalunga’, ‘La faccia della luna’,’Signorina primavolta’, ‘Il principe in bicicletta’, ‘Francesca ha gli anni che ha’, ‘Quasi adatti’, ‘Occhi bassi’ e ‘Ogni adolescenza’ con l’impeto corale e catartico di chi si rispecchia in quei vent’anni che il grande vecchio urla al microfono, invocando la forza del rock’n’roll. E poi, per finire, ‘La Tempesta’, con Davide da solo alla chitarra elettrica, quasi un inno, un canto d’amore verso la sua creatura, ma solo dopo aver dato appuntamento alla sera successiva, quando sul palco saliranno altri nomi importanti dell’etichetta a movimentare l’estate romana. S’inizia come sempre alle 18, questa volta ad aprire sono i Cosmetic, band romagnola con 3 dischi all’attivo e un sound che sembra un tentativo tutto italiano di riprendere quello che oltre l’Oceano Atlantico hanno realizzato con successo di critica e pubblico i The Pains Of Being Pure At Heart. Interessanti. E i primi 45 minuti ( tanto il tempo concesso a ogni complesso per mettere in scena i propri successi ) filano via così. Secondi in scaletta gli A Classic Education, 5 ragazzi che, tra tatuaggi e occhiali da sole, portano al pubblico una dose di indie-rock contaminata da una travolgente passione per l’America musicale degli anni ’60. Il cantato in inglese non aiuta moltissimo, la lingua italiana, siamo sicuri, potrebbe essere in futuro un punto in più per loro e li renderebbe un gruppo veramente degno della ribalta. Per il resto, il suono e le capacità ci sono, la verve pure. Il tempo li aiuterà, intanto li si tenga d’occhio. A prendere il loro posto sul palco di San Lorenzo arriva poi una realtà che non ha bisogno di presentazioni: i Sick Tamburo. I reduci dei Prozac+, lasciata Eva Poles ai suoi progetti solisti, si presentano alla folla radunata al Supersanto’s tutti di nero vestiti, cravatta rossa e passamontagna in testa e picchiano gli strumenti come Dio comanda. Gli arrangiamenti sono molto più incisivi, i testi rimangono quelli, il marchio di fabbrica è il punk e se siete deboli di cuore o non siete almeno un minimo incazzati con il resto del mondo, metteteci una croce sopra ed evitate di ascoltarli. Se invece decidete di farlo, preparatevi a chitarre assassine e ritmi che vi perforeranno le orecchie. E qui arriva la parte del disco che io preferisco: Giorgio Canali. Sì, Giorgio Canali è un signore romagnolo un po’ attempato che ha le tipiche rughe di un uomo che di rock ne sa a mazzi e l’ha vissuto sulla propria pelle con intensità. Uno che ha collaborato con i CCCP-Fedeli alla linea entrando nei successivi sbocchi di quella indimenticabile esperienza musicale che segnò la musica in Italia, i C.S.I prima e poi i P.G.R., sempre al fianco di Ferretti. E nei ritagli di tempo s’improvvisava addirittura collaboratore dei primi Noir Desir in Francia ( sì, un gruppo che il 99% delle persone ricorda per l’assassinio di Marie Trintignant compiuto dal front-man del gruppo, nonché suo marito, Bertand Cantat, dimenticando la via al rock francese disegnata da questi splendidi ragazzi di Bordeaux ) arrivando a lanciare nel nostro Paese negli ultimi anni quel fenomeno della musica indipendente che si chiama Vasco Brondi, nome d’arte Le Luci della Centrale Elettrica. Tra tutti questi impegni, trova il tempo di mettere su un collettivo di suonatori, i Rossofuoco, che lo accompagna in giro a infiammare le platee. E così fa anche a Roma, con un energia inaudita, presentando brani provenienti da tutti e 6 gli album nel suo repertorio. Una pietra miliare, che sul palco mette tutto se stesso e prende a testate il microfono a più riprese, un incendiario del rock, intransigente, coerente, a tratti eversivo. A mio parere il concerto più bello della serata di ieri. Proprio mentre si è a un passo dalla fine però, l’Italia calcistica prende il sopravvento. La gente affolla lo spazio antistante il maxi-schermo e guarda tutto il secondo tempo di Italia-Inghilterra. Nei primi 90 minuti non ce la fanno a segnare, gli azzurri, anche se tutti lo sperano. Un po’ perché temono i rigori, un po’ perché dopo c’è il Teatro degli Orrori e insomma, a chi va di perderselo o peggio, di guardarlo facendosi venire il torcicollo per cercare di capire come andrà a finire il match? Infatti s’avverano le previsioni peggiori: Balotelli & Co. devono affrontare i supplementari e Favero, Capovilla, Valente e Mirai prendono in mano gli strumenti. Che torcicollo sia. Il Teatro però apre il suo live con una sorpresa, una di quelle cose che ti fa veramente dimenticare gli Europei, una canzone che non eseguiva dal vivo da tempo: il riadattamento in musica della poesia ‘All’amato me stesso’ di Majakovskji. Ottimo. Proseguono con una bella scaletta che include ‘Io cerco te’, ‘Alt!’, ‘Non vedo l’ora’ ( partecipatissima da parte del pubblico, perché – bisogna dirlo – un po’ tutti abbiamo qualcuno a cui vorremmo gridare: ‘Non vedo l’ora di/ abbracciarti ancora/ fino a farti mancare il respiro/ io non vedo l’ora’ ), ‘Skopje’, ‘Gli Stati Uniti d’Africa’ in paio con ‘A sangue freddo’ ( vero capolavoro e pezzo amatissimo dai fan ), ‘Pablo’, ‘Monica’ e ‘Doris’. La serata si conclude con due pezzi sentitissimi dal Capovilla: il primo è ‘Ion’ , lirica ispirirata da un fatto di cronaca nera accaduto anni fa a Ion Cazacu, operaio rumeno ucciso dal suo datore di lavoro, ed emblematico, secondo il leader del gruppo, di un’Italia che ha perso la bussola e antepone la difesa di meschini egoismi a quella dei valori fondamentali, primo tra tutti quello della vita umana. La seconda è ‘La canzone di Tom’, brano dedicato a un amico scomparso, pezzo storico e di presa sicura. Ecco, il Teatro degli Orrori ieri sera s’è dimostrato più in forma che mai, ancora capace di dialogare col pubblico, di sensibilizzare su determinate circostanze. Pierpaolo ha notevolmente migliorato la voce rispetto alle esibizioni degli anni precedenti, dove arrivava a stento. Giulio resta la mente del gruppo e sul suo basso (dato alla fine del concerto al pubblico per le foto) si snoda tutto il lavoro importante di regia degli altri strumenti, Gionata con la chitarra ci fa ancora all’amore e delizia in maniera sublime riecheggiando gli Jusus Lizard e Frank dietro quei piatti e i tamburi picchia sempre come un forsennato. Perfetto, perfetto così. La Tempesta Gemella si chiude i battenti, con la dimostrazione che le etichette discografiche indipendenti sono tutt’altro che in declino, vivono e lottano insieme a noi, rosicchiano cospicue parti di pubblico al mainstream, forniscono contenuti affascinanti in contenitori validi e riescono a mettere in piedi festival coinvolgenti in una cornice urbana che più adatta non si poteva. Volevate di più? Beh, non si può, perché non era possibile. Allora provate magari a pensare che abbiamo anche preso a pallonate la perfida Albione e che giocheremo Italia-Germania in semifinale. Va bene, ma a parte questo, fate i complimenti alla Tempesta. Se ne merita cento (e forse più) di giorni come questi. ngg_shortcode_5_placeholder Un ‘Fermoimmagine’ sul nuovo tour di Francesco Renga Fotoconcerto di Stefanino Benni Abbiamo già incontrato Renga durante il suo precedente tour in occasione del live nella meravigliosa cornice di Villa Reale a Monza il 23 giugno del 2011 ed ora a distanza di un anno siamo invitati per la data 0 del nuovo Tour “Fermoimmagine”. Ci ritroviamo nel bellissimo Teatro San Domenico di Crema che ospita abitualmente grandissimi artisti e che anche in questo caso segna un nuovo sold out accogliendo a braccia aperte Francesco Renga, che con questa prima data del 22 giugno dà il via con la sua band ad un tour estivo (fino a settembre) in cui ripercorre il meglio della sua produzione di vent’anni di carriera e in chiave squisitamente Rock con quell’energia che lo ha fatto conoscere ad un vastissimo pubblico. In Teatro quattro chiacchere con l’amico Dario Parisini (Direttore di Produzione di Francesco Renga) e con la bellissima Irene Fornaciari (tra il pubblico) e poi subito si spengono le luci e sul palco compare sorridente Francesco Renga accolto con grande entusiasmo dal pubblico di Crema, che lo ricorda anche per un suo primo passaggio con i Timoria nel 1995, come anche un suo ritorno nel 2000 all’inizio della sua carriera solista e poi nel 2005, anno in cui vinse il festival di Sanremo con la splendida canzone “Angelo”, riproposta al termine dlla serata tra gli applausi generali. < Notte fonda – Senza luna – E un silenzio che mi consuma – Il tempo passa in fretta – E tutto se ne va… – preda degli eventi e dell’età – Ma questa paura per te non passa mai – Angelo, prenditi cura di lei – Lei non sa vedere al di la di quello che da – E l’ingenuità è parte di lei… – Che è parte di me – Cosa resta – Del dolore – E di preghiere, se Dio non vuole? – parole vane al vento… > In teatro i fan si abbandonano alla sua musica e cantano insieme le sue parole che in questa calda sera estiva ci deliziano di Rock e poesia… < Mentre aspetto che tutto finisca – E ti guardo perché sei perfetta – Sei la cosa che più mi spaventa – Mentre togli il vestito di fretta – Non rimane che la meraviglia – Che la tua pelle nuda risveglia – Sto precipitando amore mio – Come la pioggia sul tuo viso – come il cielo quando crolla all’improvviso – Se la tua bellezza è – Furiosa e nobile – è qualcosa che somiglia alla parte migliore di me – Se la tua bellezza è – La tua bellezza è…> Organizzazione LiveNation Un particolare ringraziamento a Roberta Ruffoni (Responsabile Uff. Stampa del Teatro), a Raffaele Checchia e Sunshine Pegoiani (rispettivamente Manager e Personal di Francesco Renga) ngg_shortcode_6_placeholder Esplode Sepultura l’energia dei Fotoconcerto di Stefanino Benni Grande appuntamento con il primo evento del Marumore Festival presso il Campo Sportivo di Rugby a Piacenza sotto l’attenta organizzazione di Maruga E20 ed Emilia Eventi. Un Live molto particolare che fonde nelle serate del 16 e 17 giugno Rock, Trash/Death-Metal, Hard-Rock e Punk-hardcore è in questa prima edizione ha come ospite principale i brasiliani Sepultura con la loro ineguagliabile carica esplosiva di energia. In apertura i thrashers israeliani Hammercult, con i loro particolarissimi riff che hanno dominato il palco del Wacken 2011, portandoli ad essere probabilmente tra i testimoni più importanti della scena underground mondiale. Tripudio di fan riuniti nel Metal estremo che colora di suoni e decibel questa bella location di Piacenza, per una vera e propria maratona Rock, da gustare in tutte le sue particolarità coreografiche. Tra il pubblico diversi amici e conoscenti di questo particolare mondo di musica, che si ritrovano spesso sotto palco per condividere indimenticabili momenti Rock da immortalare in immagini e sensazioni fotografiche. Ma pare doveroso, come di consueto, tracciare qualche spunto biografico musicale proprio per meglio conoscere una tra le maggiori band mondiali esponenti del metal estremo e risaliamo addirittura a quasi 30 anni fa quando i Sepultura si formarono a Belo Horizonte (Brasile) nel 1984 partendo da un thrash metal primitivo per poi spaziare in stili più variegati e caratterizzati da notevoli capacità creative, ma comunque sempre di estrazione Metal (sicuramente da gustare nell’ascolto il particolarissimo brano strumentale “Inquisition Symphony”). Tra gli album più famosi “Schizophrenia” del 1987, “Beneath the Remains” del 1989 , “Arise” del 1991, “Chaos A.D.” del 1993 e “ Roots” che nel 1996 riscosse un successo enorme di vendite e critica (7 dischi d’oro e oltre 1 milione di copie vendute), album in cui la band sperimentò estrapolazioni della musica indigena brasiliana (del Mato Grosso) miscelata da bellissimi ritmi tribali e da un gran numero di percussioni. E ora questa metal band tra le più famose degli anni novanta giunge a noi proponendo il dodicesimo album “Kairos” del 2011, già assaggiato dal pubblico nelle date italiane del luglio scorso. E allora abbandoniamoci alle loro ritmiche energiche, esplosive ed adrenaliniche che li hanno portati a vendere oltre 15 milioni di dischi in tutto il mondo, che per il genere musicale sono di assoluto rispetto …… < Hello uptown – Hello downtown – Hello midtown – Hello trenchtown – …Ratamahatta !!! … > ngg_shortcode_7_placeholder Calibro 35 e Offlaga Disco Pax: musica italiana di qualità fotoconcerto di Serena De Angelis Ieri sera al Supersanto’s, a Roma, è stata la volta dei Calibro 35 e degli Offlaga Disco Pax. Due gruppi della scena italiana underground (ma neanche troppo, per fortuna), grazie ai quali possiamo dire che esiste musica italiana di qualità. Musicisti eccezionali quelli dei Calibro, testi psichedelici degni di un cantautorato che non esiste quasi più, quelli degli Offlaga. I Calibro 35 nascono nel 2007 e subito hanno attirato l’attenzione su di loro per aver scelto di fare prevalentemente musica strumentale, ispirata alle colonne sonore dei film degli anni 70. Numerose le collaborazioni dalla Vanoni agli Afterhours. E’ uscito da poco il loro ultimo lavoro “Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale.” Gli emiliani Offlaga Disco Pax si autodefiniscono “un collettivo neosensibilista contrario alla democrazia nei sentimenti” e il loro primo album, del 2005, si intitola “Socialismo tascabile (Prove tecniche di trasmissione)”: il tema è si la politica, il socialismo nei suoi vari aspetti, ma il tutto è raccontato come fosse una storia. Max Colini, la voce degli Offlaga, recita letteralmente, e ci racconta l’Emilia degli anni 70, i suoi ricordi di bambino, i suoi pensieri, le atmosfere della Praga del post-comunismo. Accompagnati da una musica con influenze prevalentemente new wave, ci fanno pensare, chiudere gli occhi e ricordare… ngg_shortcode_8_placeholder Masoko + Dente @ San Lorenzo Estate fotoconcerto di Serena De Angelis Altro appuntamento con la musica di qualità ieri sera Supersanto’s per San Lorenzo Estate, a Roma. Sul palco nuova scena della musica italiana con Tommaso Di Giulio che aperto il concerto al calare del sole, per poi lasciare staffetta ai Masoko e infine a Dente. al la ha la Erano in tantissimi a gremire il bellissimo spazio del Supersanto’s, alcuni dalle 19 sotto le transenne. I Masoko (Davide De Leonardis alla voce, Alessandro La Padula alla chitarra, Ivana Calò al basso e Simone Ciarocchi alla batteria) hanno presentato in anteprima il loro nuovo album “Le vostre speranze non saranno deluse” (Modern Life/Audioglobe), in uscita il 15 Giugno, da cui è stato estratto il primo singolo “Il futuro non è”. A distanza di tre anni dal loro ultimo lavoro “Masokismo”, tornano con il loro mix di rock e pop, che fa ballare il pubblico durante le esibizioni live. Sul palco ieri sera anche Frankie Bellani al synth, tastiere e campionatori, che ha reso il suono ancora più pieno. Sicuri che le nostre speranze non saranno deluse aspettiamo sabato 16 giugno quando l’album verrà presentato ufficialmente alla FNAC di Roma alle 18.00. Attesissimo il live di Dente, al secolo Giuseppe Peveri, la nuova promessa della canzone d’autore italiana. E proprio a questa fa riferimento nelle sue canzoni, ironiche e poetiche al tempo stesso. C’è una leggerezza che rassicura nei suoi testi, così come nel suo modo di cantare: riesce ad essere intimista ma con una freschezza tipica del vento nuovo. Già acclamato di recente nella Capitale, al Concertone del Primo Maggio, Dente ha definitivamente conquistato i romani ieri sera, cantando per loro brani tratti dal suo ultimo lavoro “Io tra di noi”, uscito nel 2011, ma anche ripercorrendo musicalmente tutta la sua carriera. Una carriera breve, iniziata solo nel 2006, che comunque sembra già avergli garantito un posto di rilievo nel panorama della nuova musica italiana. ngg_shortcode_9_placeholder