Patty Pravo, per sempre giovane,Benvenuti nel Club Dogo

Anteprima del nuovo tour di
Luca Carboni
Testo: Vincenzo Nicolello – Foto: Stefanino Benni
La sua voce è inconfondibile. I suoi pezzi sono amati da
intere generazioni e lui, raggiunto il traguardo dei 50 anni,
continua ad essere il ragazzo bolognese triste di sempre. Luca
Carboni ha molte cose da raccontare e così dopo un lungo tour
invernale che ha toccato diversi teatri italiani, con la bella
stagione ha deciso di proseguire l’attività all’aperto,
visitando le città turistiche dello stivale.
Dallo scorso 30 giugno, Luca era a Crema per preparare il
nuovo set e proprio nel suo “improvvisato laboratorio” al
Teatro San Domenico ha deciso di regalare il concerto numero
“0”. Uno show che oltre al sapore del debutto ha avuto
un’importanza solidale, visto che la fondazione San Domenico
ha deciso di puntare sul cantautore emiliano per raccogliere
fondi in favore delle popolazioni terremotate.
Lo scorso 3 luglio, un pubblico caldo di appassionati ha
aspettato l’uscita di Luca, che è partito subito forte,
proponendo alcuni dei suoi brani più celebri alternandoli alla
nuova produzione del disco “Senza Titolo”.
Una lunga carrellata che ha consentito di effettuare un lungo
viaggio, costellato di cambiamenti, perché lui stesso ci ha
detto che «un vero artista deve essere sempre pronto a
percorrere nuove strade, l’importante è seguire la passione
per la musica».
Passione che di certo non gli manca, come non difetta della
grande verve autorale che spesso lo porta ad affidare le sue
creature ad altri colleghi. «A volte preferisco limitarmi a
comporre e lasciare che gli altri cantino per me» ci ha
confessato qualche tempo fa. Del resto forse in pochi sanno
che agli albori della sua carriera, si presentò in un bar
bolognese, a pochi passi da via Paolo Fabbri (proprio la via
della casa di Francesco Guccini) ed incontrò un certo Gaetano
Curreri (leader degli Stadio). In quel breve provino riuscì a
conquistare la fiducia dell’artista che lo arruolò per
comporre Navigando contro vento, inserito poi nella
discografia della band bolognese. Questa apparizione, consentì
a quel ragazzo timido e ricco di talento di intraprendere la
carriera da solista, arrivando a vendere milioni di dischi e
raggiungendo il cuore delle fan.
E’ stata sicuramente una serata meravigliosa, fatta di buona
musica, quella che è sempre più difficile ascoltare in giro
per l’Italia. Che canti Silvia lo sai, Inno nazionale, Zingari
Felici, Farfallina, Fare le valige o Ci vuole un fisico
bestiale, Carboni riesce a far sognare e continuerà a farlo,
con la sua voce roca, le sue piccole stonature e quel suo modo
tutto personale di proporre le sue canzoni.
Ad aprire la serata i Caponord, provenienti da Crema e Bergamo
e attivi musicalmente dal 2009. Classificati al terzo posto al
Premio Lunezia 2010 con “Un Giorno Stupendo”, la band ha vinto
l”iTunes Rewind” come “Nuovo artista dell’anno (musica
alternativa)” per il precedente disco “Un Film Sul Panico”
oltre ad aver partecipato al Live @ MTV DAYS 2011 a Torino e
ad avere due brani nella colonna sonora di Popland, serie
televisiva prodotta da MTV Latino America e distribuita in
tutto il mondo.
Organizzazione Evento F&P Group
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Gran festa a Torino per gli
Mtv Days
foto e testo di Vincenzo Nicolello
TORINO
– Per il terzo anno consecutivo Torino si scopre
capitale della musica grazie agli Mtv Days, grande kermesse
che si è svolta dal 28 al 30 giugno. E’ stata una tre giorni
intensissima, fatta di live ma anche di conference e clinic,
dove gli appassionati hanno potuto conoscere e confrontarsi da
vicino con i loro musicisti preferiti.
Si è partiti a Venaria Reale, dove si è svolto un opening
party fatto di dj set. Tra gli ospiti in console si sono
alternati gli Stylophonic, Andro Id from Negramaro, Two
Fingerz,
Power Francers, Dj Aladyn, Salmo & Dj Slait e
Useless Wooden Toys. Il giorno successivo, il centro
strategico è diventato Palazzo Nuovo, che ha ospitato le
conferenze. Ad inaugurare la sessione è stato Cesare
Cremonini, che si è raccontato “a cuore aperto” al pubblico.
Affollatissimi e molto seguiti gli altri incontri che hanno
visto come protagonisti artisti, giornalisti ed esperti del
mondo musicale italiano tra cui Emma, Nina Zilli, Club Dogo,
Emis Killa.
Al partire dal tardo pomeriggio l’attenzione è stata rivolta
sul palco di piazza Castello, dove si è svolta la grande
maratona televisiva in diretta su Mtv,
Marracash, Angela Rafanelli e Ensi.
presentata
da
Venerdì 29 giugno, si sono esibiti Litfiba, Club Dogo, Nina
Zilli, Emma, Fedez, Julia Lenti, Bianco. La stessa sera Mtv
Italia ha lanciato, sempre dal palco degli Mtv Days, una
raccolta di fondi per la ricostruzione dell’Istituto Superiore
Galileo Galilei di Mirandola in provincia di Modena attraverso
il progetto “Adotta una scuola” in collaborazione con il
Ministero dell’Istruzione e l’ufficio scolastico regionale per
l’Emilia Romagna, grazie al brano “Se il mondo fosse” di Emis
Killa, Club Dogo, J-Ax e Marracash e prodotto da Big Fish. Il
brano, da subito disponibile su iTunes e che ha raggiunto
immediatamente il primo posto nella classifica dei più
scaricati, è stato cantato in anteprima venerdì sera sul palco
di Piazza Castello con una performance a sorpresa di tutti
quattro gli artisti. I fondi raccolti grazie al brano “Se il
mondo fosse” saranno utilizzati in particolare per la
ricostruzione dei laboratori della scuola, degli spazi di
accoglienza e delle aree dedicate all’espressione artistica
degli alunni disabili o che vivono situazioni di disagio.
Nella serata del 30 giugno si sono invece alternati sul palco
Benny Benassi, Negrita, Giorgia, Marco Mengoni, Emis Killa, Il
Cile, Heike Has The Giggles. Anche per l’edizione 2012 degli
Mtv Days, parte integrante del cast musicale sono stati sei
rappresentanti di Mtv New Generation, la piattaforma web per
lo scouting e la promozione di giovani artisti emergenti
italiani. Emis Killa, Fedez, Heike Has The Giggles, Il Cile,
Julia Lenti, Bianco sono stati infatti gli opening act dei
concerti in Piazza Castello nelle serate del 29 e 30 giugno.
E’ stata una festa bellissima ed intensa. Il pubblico ha
davvero divorato ogni singolo momento della kermesse. Un
simile calore (e non solo quello meteorologico) ha già
lasciato intuire che anche nel 2013, Torino sarà ancora la
principale candidata per ospitare la nuova edizione degli Mtv
Days.
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Patty
Pravo,
giovane
testo: Vincenzo Nicolello –
per
sempre
foto: Stefanino Benni
Basta il suo nome per raccontare una storia artistica
infinita, fatta di eccessi, di sorprese, di depressioni e di
rinascite, ma soprattutto di canzoni indimenticabili.
Nicoletta Strambelli, da quando salì per la prima volta sul
palco del Piper di Roma ha fatto tantissima strada, facendo
sognare intere generazioni e continuando a regalare emozioni a
360 gradi.
Oggi continua ad essere la bambola di sempre, e a mantenere
quel suo aspetto fatato, ma alzi la mano chi può credere al
fatto che abbia già spento le 64 candeline.
Patty
continua
a
non
risparmiarsi e così all’alba
di questa torrida estate
ritorna a calcare i palchi
italiani.
Lo
fa
da
protagonista
assoluta
regalando al suo pubblico un
repertorio infinito, magari
cantando brani di cui si è un
po’ stufata, ma non dimenticando altri pezzi che solo la
critica delle volte non ha saputo apprezzare davvero. Nella
scaletta non manca nemmeno “La Luna”, una canzone scritta per
lei da Vasco Rossi, che avrebbe dovuto essere interpretata a
Sanremo. Un condizionale d’obbligo, visto che l’album del
Festival ci ha raccontato una storia diversa.
Non vogliamo rimarcare il dato anagrafico di Patty, ma ci
piace sottolineare come anche lei, in quest’epoca di grandi
cambiamenti, si sia perfettamente adeguata.
Basta ascoltare le sue parole per capirlo: «Carissimi, questo
2012 é per me un anno importante, da quando ho capito che i
dischi non si vendono più ho deciso di adeguarmi ai tempi! “La
Luna” un grande pezzo scritto da Vasco Rossi e musiche di
Gaetano Curreri prodotto dalla Emi, non uscirà su supporto
fisico, ma sarà in vendita sulle principali piattaforme
digitali. Un singolo da non acquistare nei negozi, ma, negli
shop virtuali. Fino ad un paio di anni fa, Facebook e Twitter,
non sapevo neppure cosa fossero, adesso mi hanno conquistata e
ho voglia di interagire con voi, ma dovete essere “vivi” come
lo sono io! Stimoliamoci a vicenda, vi saluto e ringrazio i
miei preziosi e giovanissimi collaboratori che sono con me in
questa nuovissima avventura Valentina Oldani, Matteo Lottini e
Marco Piraccini ».
Che Nicoletta sia viva lo testimonia anche questa sua data
“zero” di La Luna Tour ospitata la sera del 28.06.12 nel
bellissimo Teatro San Domenico di Crema. Bella, intensa e
simpatica, come sempre .
Organizzazione Evento: LiveNation
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Benvenuti nel Club Dogo!
di Erika Sambuco
I cattivi maestri di questo paese ci hanno insegnato tante
cose – recita – a non credere a quello che ci raccontano
perché potrebbe essere un depistaggio, a ricordare una bomba,
una tangente, una legge perché poi ce le fanno di nuovo, a
difendere le persone e le cose a cui teniamo perché se no ce
le proibiscono. Non so se odiarli o essergli grato… Sono
queste le parole che ieri sera, al laghetto di Villa Ada,
hanno aperto il concerto dei veri “ragazzi della Piazza”: Club
Dogo o meglioGuèPequeno, Jake La Furia e Don Joe, tre ragazzi
milanesi che per quasi dieci anni ce l’hanno messa tutta per
raggiungere quello status di star del rap che oggi spetta loro
per bravura e fantasia. Un tour che li porta in giro per tutto
il paese e domani li vedrà protagonisti degli MtvDays a
Torino.
Questo è un momento cruciale per il trio, centrale soprattutto
quando i Dogo ormai nelle grazie della musica commerciale, che
faparlaredisestessa,chevende,èmusicachefacrescerei
giovani
costruendo
l’immaginario collettivo di
una generazione addirittura
nei bambini, già vestiti come
loro (e numerosi sotto al
palco).
Un
successo
consolidato che per loro è un
“meglio tardi che mai”, per
noi che parliamo a tutti è solo un inizio. Ed è ora infatti
che vanno gettate le ancore più grosse. Sul palco solo il trio
e quattro lettere retro illuminate sullo sfondo (D – O – G –
O), rime sicure e atteggiamento “Zarrogante”, parola
inesistente ma che è definisce qualcosa di abbastanza nuovo
nel rapporto cantante-fan: il ragazzo che viene dal basso, che
è uscito o che è dentro lo schifo fino al collo, guarda ai
Club Dogo come a esempi di rispetto di chi ce l’ha fatta in
modo pulito. Ed è fiero di portare addosso l’energia della
periferia, l’invadenza del tatuaggio che arriva fino al collo,
la devozione verso chi (finalmente) parla la loro lingua.
Numerose le collaborazioni che, nel rap, rappresentano la
normalità: “è bello poter mischiare amicizia e rispetto,
classe e sensibilità artistica, bravura e senso del ritmo”
raccontano. Nel loro ultimo album Noi siamo il Club i Dogo
sono infatti affiancati da un inaspettato Carlo Lucarelli,
Marracash, Ensi, J-Ax, Giuliano Palma, Il Cile, PowerFrancers,
Zuli, Emiliano Pepe ed i Datura. Il nuovo cd è stato
pubblicato in due versioni: una basic e una deluxe con undici
tracce speciali oltre le altre quindici ed è stato subito un
successo con i due singoli Cattivi esempi e Chissenefrega,
entrati di prepotenza nelle classifiche dei brani più
scaricati.Tra la dovuta auto celebrazione (“Abbiamo dimostrato
che niente è impossibile”, urla Jake La Furia sul palco) e
alcuni inviti a comprare il cd in modo legale, oltre la
scaletta niente sembrava costruito, nulla appariva pensato.
L’improvvisazione è il segreto del successo di chi sta
nell’hip hop, ma la costruzione di uno spettacolo che sia di
livello
nella
musica
ma
che
si
ispiri
anche
all’intrattenimento che offre il rap in America, dai Dogo
prima o poi lo pretendiamo, visto che nessuno in Italia ancora
lo fa… Rimane comunque che Club DOGO è per la gente, su le
mani tutti, le mani su su!!
foto gentilmente concesse da Serena De Angelis
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Concerto per l’Emilia: 36mila
cuori pulsanti per una gara
di solidarietà
testo e foto: Vincenzo Nicolello
BOLOGNA – Uno stadio Dall’Ara pulsante di oltre 36 mila cuori
ha assistito all’evento – happening Concerto per l’Emilia,
organizzato lo scorso 25 giugno per raccogliere fondi in
favore delle popolazioni terremotate. La maratona musicale ha
visto la presenza di buona parte degli artisti EmilianoRomagnoli a partire dalle stelle Ligabue, Laura Pausini,
Zucchero e Cesare Cremonini, fino ai Modena City Ramblers ed i
Nomadi. Proprio il front-man del gruppo modenese, Beppe
Carletti è stato tra gli artefici di una serata che ha
consentito di raccogliere oltre un milione di euro (frutto
dell’incasso del concerto). Una cifra anche superiore (1,5
milioni di euro) è arrivata invece dagli sms, spediti in gran
numero dagli spettatori televisivi, incollati su Rai Uno, dove
“udite udite” è stata trasmesso lo spettacolo senza alcuna
interruzione pubblicitaria. Sul palco a presentare Fabrizio
Frizzi, accompagnato sporadicamente dallo stesso Carletti,
impegnato ad annunciare il risultato di questa gara di
solidarietà.
Si inizia subito alla grande, con Zucchero Fornaciari e si
prosegue senza soluzione di continuità fino all’una con i
Nomadi. Nessun intoppo, solo brevi intermezzi di Frizzi,
pronto a coprire il cambio palco ricordando il numero
telefonico a cui devolvere i 2 euro dell’offerta.
Ogni artista propone un paio di brani e, in alcuni casi,
propone duetti interessanti. E’ il caso di Francesco Guccini
che canta con Caterina Caselli, di Gaetano Curreri degli
Stadio che si esibisce con Gianni Morandi e di Cesare
Cremonini che si abbina con Laura Pausini proponendo un
omaggio a Lucio Dalla e al suo L’anno che verrà. Non sono
mancate le sorprese, quali l’esibizione di Raffaella Carrà,
pronta a scatenarsi sul palco con il suo “Rumore”. Tra gli
altri ospiti c’è da segnalare anche Alberto Tomba, che ha
salutato il pubblico in compagnia del suo erede sciistico,
Giuliano Razzoli. Breve e sentito il discorso di Vasco Errani.
Il presidente della Regione Emilia, ha arringato chiedendo
aiuto e non elemosina, pretendendo il giusto e non un euro in
più di quanto necessario.
Tra i momenti più belli ricordiamo il monologo di Alessandro
Bergonzoni, che ha letto un elogio alla terra. Tra quelli più
imbarazzanti i fischi all’indirizzo di papa Benedetto XVI,
quando Frizzi ha annunciato l’imminente visita del pontefice
alle zone terremotate.
Dopo quasi 5 ore di show, il pubblico è andato a casa
soddisfatto, felice di aver trascorso una serata diversa,
potendo fare del bene.
Concludiamo
citando
l’organizzazione,
curata
dalla
Rai,
dall’agenzia Open Gate e da Studio’s di Modena.
Questa la scaletta: Zucchero – Il suono della domenica;
Zucchero – Per colpa di chi; Francesco Guccini – Il vecchio e
il bambino; Francesco Guccini & Caterina Caselli – Per fare un
uomo; Caterina Caselli – Insieme a te non ci sto più; Ligabue
– Il giorno di dolore che uno ha; Ligabue – Il meglio deve
ancora venire; Raffaella Carrà – Rumore; Nomadi – Io voglio
vivere; Nomadi – Io vagabondo; Alessandro Bergonzoni – Lettera
alla terra; Stadio – Sorprendimi; Stadio e Gianni Morandi –
Chiedi chi erano i Beatles; Stadio e Gianni Morandi – Piazza
Grande; Nek – Lascia che io sia; Nek – E da qui; Alberto Tomba
e Giuliano Razzoli; Samuele Bersani – Giudizi universali;
Samuele Bersani – Chicco e Spillo; Vasco Errani e Beppe
Carletti; Paolo Belli – Un giorno migliore; Paolo Belli – Noi
cantiamo ancora; Fabrizio Frizzi (Poesia di Michele Serra);
Luca Carboni – Silvia lo sai; Luca Carboni – Mi ami davvero;
Luca Carboni – Mare mare; Cesare Cremonini – Mondo; Cesare
Cremonini & Laura Pausini – L’anno che verrà; Andrea Mingardi
– Con un amico vicino; Andrea Mingardi – With a little help
from my friends; Andrea Mingardi – E’ la musica; Andrea
Griminelli – Ave Maria; Modena City Ramblers con Cisco – ¡Viva
la vida!; Modena City Ramblers con Cisco – I cento passi;
Nomadi – Dio è morto.
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Metti due sere, a Piazzale
Verano, una Tempesta Gemella
testo: Francesco Corbisiero – foto: Serena De Angelis
Partiamo con una premessa: chi parla di musica o almeno ne
bazzica gli ambienti dev’essere ben consapevole del fatto che
il mercato discografico in Italia è pesantemente dominato dal
mondo delle major, che lasciano ben poco alle etichette
indipendenti. E almeno dal punto di vista della distribuzione
degli album è così. Per la produzione il discorso è assai
diverso, nell’ultimo periodo stanno prendendo piede sempre più
piccole case discografiche che gestiscono artisti che
ottengono una visibilità in altri tempi insperata. Se tutto
ciò è successo, però lo si deve a coloro che hanno messo in
piedi, diversi anni or sono, quello che è in assoluto il
miglior risultato per quanto riguarda le etichette
indipendenti nel nostro Paese, quella scuderia di tutto
rispetto di artisti che corrisponde al nome de ‘La Tempesta’ e
che ha il merito storico di essere stata l’apripista di tutte
le altre.
E’ con questo spirito che ci si deve approcciare alla Tempesta
Gemella, il festival della casa discografica di Pordenone con
sede nel contesto del San Lorenzo Estate, a Roma. Una due
giorni meravigliosa di musica coi nomi più interessanti del
panorama underground, e non solo rock.
Mi infilo nel cortile dell’area concerti quando sul palco i
tecnici preparano gli strumenti al Pan del Diavolo, due
ragazzi palermitani che
durante
il
concerto
dimostrano di aver messo a
punto nelle loro sonorità un
marchingegno sofisticato che
mette insieme il folk e il
rock’n’roll delle origini,
quello dell’America profonda
degli anni ’50. Convincono e
sul palco non stanno fermi nemmeno un momento, ma a quanto
pare non scaldano.
Di tutt’altro tenore, l’esibizione del gruppo successivo.
Avete presente Mick Jagger? Ecco, Andrea Appino è la versione
italiana, punk e ferocemente strozzapreti e anti-borghese del
leader storico dei Rolling Stones. Il pubblico lo sa, risponde
caloroso, pogando disperatamente, mentre lui sul palco si
scatena e come una calamita catalizza verso di sé e verso i
suoni della sua chitarra gli occhi e i corpi
sudati e
impazziti di giovani che urlano i testi delle sue canzoni, e
lancia strali spietati contro i suoi bersagli di sempre,
complice Ufo, il bassista dei tre pisani, molto più ironico
del suo collega alle 5 corde, e Teskio che a torso nudo butta
l’anima sulle bacchette e da di matto su rullanti e tamburi.
Il live scivola via che è un piacere, così, tra ‘Gente di
merda’, ‘Andate tutti a fanculo’, ‘L’amorale’, ‘L’egoista’,
‘We just wanna live’, ‘Vent’anni’ e la bellissima ‘Nati per
subire’ a chiudere il cerchio. Tutto nel segno di un
iconoclastia punk che in Italia non ha mai trovato sacerdoti
così ligi e ortodossi come loro.
E poi s’arriva al culmine della serata, l’esibizione
attesissima della band storica della Tempesta e del gruppo di
colui che ha creato dal nulla questo collettivo di musicisti
autoprodotti, l’istituzione per eccellenza per chiunque abbia
vissuto l’onda rock degli anni’90, disegnatore e discepolo
dell’indimenticabile Andrea Pazienza: Davide Toffolo, frontman dei Tre Allegri Ragazzi Morti. Vivere l’adolescenza non è
affatto facile al giorno d’oggi. Ecco i T.A.R.M. nascono da
quest’esigenza: raccontare tutta la fatica di essere giovani
in chiave rock e anche, dall’ultimo disco, ‘Primitivi del
futuro’, in salsa reggae e dub, in una sperimentazione che ha
dell’audace. E Toffolo si presenta sul palco vestito proprio
così, nonostante il caldo incredibile, con una tuta da scimmia
che lo ricopre interamente e lo fa sembrare un uomo delle
caverne, lasciando scoperta solo la testa, occultata dalle
solite maschere a forma di teschio. Il risultato del concerto
è meraviglioso, tutti conoscono a memoria i brani e cantano
‘Mai come voi’, ‘Il mondo prima’, ‘Codalunga’, ‘La faccia
della luna’,’Signorina primavolta’, ‘Il principe in
bicicletta’, ‘Francesca ha gli anni che ha’, ‘Quasi adatti’,
‘Occhi bassi’ e ‘Ogni adolescenza’ con l’impeto corale e
catartico di chi si rispecchia in quei vent’anni che il grande
vecchio urla al microfono, invocando la forza del rock’n’roll.
E poi, per finire, ‘La Tempesta’, con Davide da solo alla
chitarra elettrica, quasi un inno, un canto d’amore verso la
sua creatura, ma solo dopo aver dato appuntamento alla sera
successiva, quando sul palco saliranno altri nomi importanti
dell’etichetta a movimentare l’estate romana.
S’inizia come sempre alle 18,
questa volta ad aprire sono i
Cosmetic, band romagnola con
3 dischi all’attivo e un
sound che sembra un tentativo
tutto italiano di riprendere
quello che oltre l’Oceano
Atlantico hanno realizzato
con successo di critica e
pubblico i The Pains Of Being Pure At Heart. Interessanti. E i
primi 45 minuti ( tanto il tempo concesso a ogni complesso per
mettere in scena i propri successi ) filano via così.
Secondi in scaletta gli A Classic Education, 5 ragazzi che,
tra tatuaggi e occhiali da sole, portano al pubblico una dose
di indie-rock contaminata da una travolgente passione per
l’America musicale degli anni ’60. Il cantato in inglese non
aiuta moltissimo, la lingua italiana, siamo sicuri, potrebbe
essere in futuro un punto in più per loro e li renderebbe un
gruppo veramente degno della ribalta. Per il resto, il suono e
le capacità ci sono, la verve pure. Il tempo li aiuterà,
intanto li si tenga d’occhio.
A prendere il loro posto sul palco di San Lorenzo arriva poi
una realtà che non ha bisogno di presentazioni: i Sick
Tamburo. I reduci dei Prozac+, lasciata Eva Poles ai suoi
progetti solisti, si presentano alla folla radunata al
Supersanto’s tutti di nero vestiti, cravatta rossa e
passamontagna in testa e picchiano gli strumenti come Dio
comanda. Gli arrangiamenti sono molto più incisivi, i testi
rimangono quelli, il marchio di fabbrica è il punk e se siete
deboli di cuore o non siete almeno un minimo incazzati con il
resto del mondo, metteteci una croce sopra ed evitate di
ascoltarli. Se invece decidete di farlo, preparatevi a
chitarre assassine e ritmi che vi perforeranno le orecchie.
E qui arriva la parte del disco che io preferisco: Giorgio
Canali. Sì, Giorgio Canali è un signore romagnolo un po’
attempato che ha le tipiche rughe di un uomo che di rock ne sa
a mazzi e l’ha vissuto sulla propria pelle con intensità. Uno
che ha collaborato con i CCCP-Fedeli alla linea entrando nei
successivi sbocchi di quella indimenticabile esperienza
musicale che segnò la musica in Italia, i C.S.I prima e poi i
P.G.R., sempre al fianco di Ferretti. E nei ritagli di tempo
s’improvvisava addirittura collaboratore dei primi Noir Desir
in Francia ( sì, un gruppo che il 99% delle persone ricorda
per l’assassinio di Marie Trintignant compiuto dal front-man
del gruppo, nonché suo marito, Bertand Cantat, dimenticando la
via al rock francese disegnata da questi splendidi ragazzi di
Bordeaux ) arrivando a lanciare nel nostro Paese negli ultimi
anni quel fenomeno della musica indipendente che si chiama
Vasco Brondi, nome d’arte Le Luci della Centrale Elettrica.
Tra tutti questi impegni, trova il tempo di mettere su un
collettivo di suonatori, i Rossofuoco, che lo accompagna in
giro a infiammare le platee. E così fa anche a Roma, con un
energia inaudita, presentando brani provenienti da tutti e 6
gli album nel suo repertorio. Una pietra miliare, che sul
palco mette tutto se stesso e prende a testate il microfono a
più riprese, un incendiario del rock, intransigente, coerente,
a tratti eversivo. A mio parere il concerto più bello della
serata di ieri.
Proprio mentre si è a un passo dalla fine però, l’Italia
calcistica prende il sopravvento. La gente affolla lo spazio
antistante il maxi-schermo e guarda tutto il secondo tempo di
Italia-Inghilterra. Nei primi 90 minuti non ce la fanno a
segnare, gli azzurri, anche se tutti lo sperano. Un po’ perché
temono i rigori, un po’ perché dopo c’è il Teatro degli Orrori
e insomma, a chi va di perderselo o peggio, di guardarlo
facendosi venire il torcicollo per cercare di capire come
andrà a finire il match? Infatti s’avverano le previsioni
peggiori: Balotelli & Co. devono affrontare i supplementari e
Favero, Capovilla, Valente e Mirai prendono in mano gli
strumenti. Che torcicollo sia. Il Teatro però apre il suo
live con una sorpresa, una di quelle cose che ti fa veramente
dimenticare gli Europei, una canzone che non eseguiva dal vivo
da tempo: il riadattamento in musica della poesia ‘All’amato
me stesso’ di Majakovskji. Ottimo. Proseguono con una bella
scaletta che include ‘Io cerco te’, ‘Alt!’, ‘Non vedo l’ora’ (
partecipatissima da parte del pubblico, perché – bisogna dirlo
– un po’ tutti abbiamo qualcuno a cui vorremmo gridare: ‘Non
vedo l’ora di/ abbracciarti ancora/ fino a farti mancare il
respiro/ io non vedo l’ora’ ), ‘Skopje’, ‘Gli Stati Uniti
d’Africa’ in paio con ‘A sangue freddo’ ( vero capolavoro e
pezzo amatissimo dai fan ), ‘Pablo’, ‘Monica’ e ‘Doris’. La
serata si conclude con due pezzi sentitissimi dal Capovilla:
il primo è ‘Ion’ , lirica ispirirata da un fatto di cronaca
nera accaduto anni fa a Ion Cazacu, operaio rumeno ucciso dal
suo datore di lavoro, ed emblematico, secondo il leader del
gruppo, di un’Italia che ha perso la bussola e antepone la
difesa di meschini egoismi a quella dei valori fondamentali,
primo tra tutti quello della vita umana. La seconda è ‘La
canzone di Tom’, brano dedicato a un amico scomparso, pezzo
storico e di presa sicura.
Ecco, il Teatro degli Orrori ieri sera s’è dimostrato più in
forma che mai, ancora capace di dialogare col pubblico, di
sensibilizzare su determinate circostanze. Pierpaolo ha
notevolmente migliorato la voce rispetto alle esibizioni degli
anni precedenti, dove arrivava a stento. Giulio resta la mente
del gruppo e sul suo basso (dato alla fine del concerto al
pubblico per le foto) si snoda tutto il lavoro importante di
regia degli altri strumenti, Gionata con la chitarra ci fa
ancora all’amore e delizia in maniera sublime riecheggiando
gli Jusus Lizard e Frank dietro quei piatti e i tamburi
picchia sempre come un forsennato. Perfetto, perfetto così.
La Tempesta Gemella si chiude i battenti, con la dimostrazione
che le etichette discografiche indipendenti sono tutt’altro
che in declino, vivono e lottano insieme a noi, rosicchiano
cospicue parti di pubblico al mainstream, forniscono contenuti
affascinanti in contenitori validi e riescono a mettere in
piedi festival coinvolgenti in una cornice urbana che più
adatta non si poteva. Volevate di più? Beh, non si può, perché
non era possibile. Allora provate magari a pensare che abbiamo
anche preso a pallonate la perfida Albione e che giocheremo
Italia-Germania in semifinale. Va bene, ma a parte questo,
fate i complimenti alla Tempesta. Se ne merita cento (e forse
più) di giorni come questi.
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Un ‘Fermoimmagine’ sul nuovo
tour di Francesco Renga
Fotoconcerto di Stefanino Benni
Abbiamo già incontrato Renga durante il suo precedente tour in
occasione del live nella meravigliosa cornice di Villa Reale a
Monza il 23 giugno del 2011 ed ora a distanza di un anno siamo
invitati per la data 0 del nuovo Tour “Fermoimmagine”. Ci
ritroviamo nel bellissimo Teatro San Domenico di Crema che
ospita abitualmente grandissimi artisti e che anche in questo
caso segna un nuovo sold out accogliendo a braccia aperte
Francesco Renga, che con questa prima data del 22 giugno dà il
via con la sua band ad un tour estivo (fino a settembre) in
cui ripercorre il meglio
della sua produzione di
vent’anni di carriera e in
chiave squisitamente Rock con
quell’energia che lo ha fatto
conoscere ad un vastissimo
pubblico.
In Teatro quattro chiacchere con l’amico Dario Parisini
(Direttore di Produzione di Francesco Renga) e con la
bellissima Irene Fornaciari (tra il pubblico) e poi subito si
spengono le luci e sul palco compare sorridente Francesco
Renga accolto con grande entusiasmo dal pubblico di Crema, che
lo ricorda anche per un suo primo passaggio con i Timoria nel
1995, come anche un suo ritorno nel 2000 all’inizio della sua
carriera solista e poi nel 2005, anno in cui vinse il festival
di Sanremo con la splendida canzone “Angelo”, riproposta al
termine dlla serata tra gli applausi generali.
< Notte fonda – Senza luna – E un silenzio che mi consuma – Il
tempo passa in fretta – E tutto se ne va… – preda degli eventi
e dell’età – Ma questa paura per te non passa mai – Angelo,
prenditi cura di lei – Lei non sa vedere al di la di quello
che da – E l’ingenuità è parte di lei… – Che è parte di me –
Cosa resta – Del dolore – E di preghiere, se Dio non vuole? –
parole vane al vento… >
In teatro i fan si abbandonano alla sua musica e cantano
insieme le sue parole che in questa calda sera estiva ci
deliziano di Rock e poesia…
< Mentre aspetto che tutto finisca – E ti guardo perché sei
perfetta – Sei la cosa che più mi spaventa – Mentre togli il
vestito di fretta – Non rimane che la meraviglia – Che la tua
pelle nuda risveglia – Sto precipitando amore mio – Come la
pioggia sul tuo viso – come il cielo quando crolla
all’improvviso – Se la tua bellezza è – Furiosa e nobile – è
qualcosa che somiglia alla parte migliore di me – Se la tua
bellezza è – La tua bellezza è…>
Organizzazione LiveNation
Un particolare ringraziamento a Roberta Ruffoni (Responsabile
Uff. Stampa del Teatro), a Raffaele Checchia e Sunshine
Pegoiani (rispettivamente Manager e Personal di Francesco
Renga)
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Esplode
Sepultura
l’energia
dei
Fotoconcerto di Stefanino Benni
Grande appuntamento con il primo evento del Marumore Festival
presso il Campo Sportivo di Rugby a Piacenza sotto l’attenta
organizzazione di Maruga E20 ed Emilia Eventi.
Un Live molto particolare che fonde nelle serate del 16 e 17
giugno Rock, Trash/Death-Metal, Hard-Rock e Punk-hardcore è in
questa prima edizione ha come ospite principale i brasiliani
Sepultura con la loro ineguagliabile carica esplosiva di
energia.
In apertura i thrashers israeliani Hammercult, con i loro
particolarissimi riff che hanno dominato il palco del Wacken
2011, portandoli ad essere probabilmente tra i testimoni più
importanti della scena underground mondiale.
Tripudio di fan riuniti nel Metal estremo che colora di suoni
e decibel questa bella location di Piacenza, per una vera e
propria maratona Rock, da gustare in tutte le sue
particolarità coreografiche. Tra il pubblico diversi amici e
conoscenti di questo particolare mondo di musica, che si
ritrovano spesso sotto palco per condividere indimenticabili
momenti Rock da immortalare in
immagini e sensazioni fotografiche.
Ma pare doveroso, come di consueto, tracciare qualche spunto
biografico musicale proprio per meglio conoscere una tra le
maggiori band mondiali esponenti del metal estremo e risaliamo
addirittura a quasi 30 anni fa quando i Sepultura si formarono
a Belo Horizonte (Brasile) nel 1984 partendo da un thrash
metal primitivo per poi spaziare in stili più variegati e
caratterizzati da notevoli capacità creative, ma comunque
sempre di estrazione Metal (sicuramente da gustare
nell’ascolto il particolarissimo brano strumentale
“Inquisition Symphony”). Tra gli album più famosi
“Schizophrenia” del 1987, “Beneath the Remains” del 1989 ,
“Arise” del 1991, “Chaos A.D.” del 1993 e “ Roots” che nel
1996 riscosse un successo enorme di vendite e critica (7
dischi d’oro e oltre 1 milione di copie vendute), album in cui
la band sperimentò estrapolazioni della musica indigena
brasiliana (del Mato Grosso) miscelata da bellissimi ritmi
tribali e da un gran numero di percussioni. E ora questa metal
band tra le più famose degli anni novanta giunge a noi
proponendo il dodicesimo album “Kairos” del 2011, già
assaggiato dal pubblico nelle date italiane del luglio scorso.
E allora abbandoniamoci alle loro ritmiche energiche,
esplosive ed adrenaliniche che li hanno portati a vendere
oltre 15 milioni di dischi in tutto il mondo, che per il
genere musicale sono di assoluto rispetto …… < Hello uptown –
Hello downtown – Hello midtown – Hello trenchtown –
…Ratamahatta !!! … >
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Calibro 35 e Offlaga Disco
Pax:
musica
italiana
di
qualità
fotoconcerto di Serena De Angelis
Ieri sera al Supersanto’s, a Roma, è stata la volta dei
Calibro 35 e degli Offlaga Disco Pax.
Due gruppi della scena italiana underground (ma neanche
troppo, per fortuna), grazie ai quali possiamo dire che esiste
musica italiana di qualità. Musicisti eccezionali quelli dei
Calibro, testi psichedelici degni di un cantautorato che non
esiste quasi più, quelli degli Offlaga.
I Calibro 35 nascono nel 2007 e subito hanno attirato
l’attenzione su di loro per aver scelto di fare
prevalentemente musica strumentale, ispirata alle colonne
sonore dei film degli anni 70. Numerose le collaborazioni
dalla Vanoni agli Afterhours.
E’ uscito da poco il loro
ultimo lavoro “Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti
realmente accaduti è puramente casuale.”
Gli emiliani Offlaga Disco Pax si autodefiniscono “un
collettivo neosensibilista contrario alla democrazia nei
sentimenti” e il loro primo album, del 2005, si intitola
“Socialismo tascabile (Prove tecniche di trasmissione)”: il
tema è si la politica, il socialismo nei suoi vari aspetti, ma
il tutto è raccontato come fosse una storia. Max Colini, la
voce degli Offlaga, recita letteralmente, e ci racconta
l’Emilia degli anni 70, i suoi ricordi di bambino, i suoi
pensieri, le atmosfere della Praga del post-comunismo.
Accompagnati da una musica con influenze prevalentemente new
wave, ci fanno pensare, chiudere gli occhi e ricordare…
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Masoko + Dente @ San Lorenzo
Estate
fotoconcerto di Serena De Angelis
Altro appuntamento con la musica di qualità ieri sera
Supersanto’s per San Lorenzo Estate, a Roma.
Sul palco
nuova scena della musica italiana con Tommaso Di Giulio che
aperto il concerto al calare del sole, per poi lasciare
staffetta ai Masoko e infine a Dente.
al
la
ha
la
Erano in tantissimi a gremire il bellissimo spazio del
Supersanto’s, alcuni dalle 19 sotto le transenne.
I Masoko (Davide De Leonardis alla voce, Alessandro La Padula
alla chitarra, Ivana Calò al basso e
Simone Ciarocchi alla
batteria) hanno presentato in anteprima il loro nuovo album
“Le vostre speranze non saranno deluse” (Modern
Life/Audioglobe), in uscita il 15 Giugno, da cui è stato
estratto il primo singolo “Il futuro non è”. A distanza di
tre anni dal loro ultimo lavoro “Masokismo”, tornano con il
loro mix di rock e pop, che fa ballare il pubblico durante le
esibizioni live. Sul palco ieri sera anche Frankie Bellani al
synth, tastiere e campionatori, che ha reso il suono ancora
più pieno. Sicuri che le nostre speranze non saranno deluse
aspettiamo sabato 16 giugno quando l’album verrà presentato
ufficialmente alla FNAC di Roma alle 18.00.
Attesissimo il live di Dente, al secolo Giuseppe Peveri, la
nuova promessa della canzone d’autore italiana. E proprio a
questa fa riferimento nelle sue canzoni, ironiche e poetiche
al tempo stesso. C’è una leggerezza che rassicura nei suoi
testi, così come nel suo modo di cantare: riesce ad essere
intimista ma con una freschezza tipica del vento nuovo.
Già acclamato di recente nella Capitale, al Concertone del
Primo Maggio, Dente ha definitivamente conquistato i romani
ieri sera, cantando per loro brani tratti dal suo ultimo
lavoro “Io tra di noi”, uscito nel 2011, ma anche
ripercorrendo musicalmente tutta la sua carriera.
Una
carriera breve, iniziata solo nel 2006, che comunque sembra
già avergli garantito un posto di rilievo nel panorama della
nuova musica italiana.
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