lezione “gestione infermieristico forense della vittima di violenza

LEZIONE
“GESTIONE INFERMIERISTICO FORENSE DELLA VITTIMA DI
VIOLENZA SESSUALE”
PROF. SSA MONICA SAVOJNI
Università Telematica Pegaso
Gestione infermieristico forense della vittima di violenza sessuale
Indice
1
INTRODUZIONE -------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 3
2
DEFINIZIONE DI VIOLENZA SESSUALE ----------------------------------------------------------------------------- 4
3
TIPI DI VIOLENZA SESSUALE ------------------------------------------------------------------------------------------- 6
3.1
3.2
PREVALENZA ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 6
DINAMICHE ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 7
4
MITI E REALTÀ--------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 7
5
CONSEGUENZE SANITARIE DELLA VIOLENZA SESSUALE -------------------------------------------------- 9
5.1
5.2
5.3
6
FISICHE ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 9
PSICOLOGICHE --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 9
LA SINDROME TRAUMATICA DA STUPRO ------------------------------------------------------------------------------------ 10
STRUTTURE E MATERIALI --------------------------------------------------------------------------------------------- 11
6.1
6.2
6.3
6.4
CONSIDERAZIONI GENERALI --------------------------------------------------------------------------------------------------PRIORITÀ ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------TEMPI ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------MATERIALI -----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
11
11
12
12
7
IL KIT STUPRO -------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 14
8
VALUTAZIONE E VISITA ------------------------------------------------------------------------------------------------- 15
9
DESCRIZIONE DELLE LESIONI ---------------------------------------------------------------------------------------- 23
10
LE LESIONI GENITALI DA PENETRAZIONE ---------------------------------------------------------------------- 26
11
PROVE FORENSI ------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 28
12
APPENDICE ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 29
Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore
(L. 22.04.1941/n. 633)
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Gestione infermieristico forense della vittima di violenza sessuale
1 Introduzione
La violenza sessuale è un problema ubiquitario; è presente in tutte le culture ed a tutti i
livelli della società.
Anche se la maggior parte delle vittime sono donne, non va dimenticato che anche gli
uomini, gli anziani ed i bambini spesso subiscono violenza sessuale.
Le conseguenze della violenza sessuale sono molteplici – dalle gravidanze indesiderate, alle
malattie sessualmente trasmesse, dall'instaurarsi di un circolo vizioso in cui la vittima diventerà
carnefice alle ripercussioni a livello psicologico e psichiatrico quali depressione, abuso di sostanze,
stress postraumatico e inclinazione al suicidio.
Anche se nella maggior parte dei casi l'episodio di violenza sessuale non viene denunciato,
le vittime comunque tendono a cercare assistenza medica e spesso si trovano ad essere assistite da
personale sanitario non specializzato e non preparato a gestire questo tipo di paziente.
La vittima di violenza sessuale ha bisogno di poter accedere a servizi e personale in grado di
fornire un assistenza completa ed efficace in modo da permettere di valutare le conseguenze non
solo fisiche ma anche quelle psicologiche di un'esperienza altamente traumatica, nonché di iniziare
il processo di guarigione ed elaborazione.
Oltre a fornire assistenza sanitaria immediata è necessario che il professionista sanitario sia
in grado di mettere la vittima in contatto con coloro che la seguiranno dopo la dimissione dal pronto
soccorso, associazioni specializzate nell'assistenza psicologica, servizi sociali e legali ed inoltre
fungere da punto di riferimento per le Forze dell'Ordine.
Per quanto riguarda l'assistenza sanitaria, l'infermiera forense ha la possibilità di rendere più
sempice e meno traumatico il processo di raccolta delle prove che serviranno per l'identificazione
dell'assalitore, nonché le conseguenze della violenza.
Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore
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Purtroppo a tutt'oggi, in Italia, la vittima di violenza sessuale che si rivolge al pronto
soccorso, non viene assistita da personale specializzato, nella maggior parte dei pronto soccorsi non
esistono kit stupro, non esistono protocolli riconosciuti ed utilizzati da tutti per la visita e la raccolta
delle prove, spesso la vittima deve essere visitata da diverse persone ed in ambienti non adatti ad
una situazione estremamente delicata quale è il momento successivo ad una violenza sessuale.
Le vittime di violenza sessuale hanno bisogno di un'assistenza particolare, si deve tenere
conto del fatto che è meglio che l'esaminatore sia dello stesso sesso della vittima, del fatto che la
vittima ha bisogno immediato di assistenza psicologica ma anche solo di un professionista sanitario
preparato a gestire situazioni simili.
Nella realtà italiana esiste un vuoto tra l'assistenza sanitaria genericamente offerta all'utente
e ciò di cui necessita una vittima di violenza sessuale. L'infermiera forense può colmare questo
vuoto.
Delle linee guida universalmente riconosciute ed utilizzate sono urgentemente necessarie sia
per la corretta gestione delle vittime sia per la sicurezza per gli operatori sanitari.
2 Definizione di violenza sessuale
I termini “stupro”, “violenza sessuale”, “abuso sessuale”, “violenza carnale” sono utilizzati
come sinonimi e quindi cosiderati intercambiabili. In realtà ogni termine ha un suo significato a
seconda delle varie situazioni e conseguenze.
La definizione che ne dà la World Health Organization è la seguente:
“ ogni atto sessuale, tentativo di ottenere un atto sessuale, commenti o proposte sessuali
non richieste, atti legati al traffico di donne a fini sessuali, attraverso l'uso di coercizione, minacce
o forza fisica”.(1)
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Fino al 1996 in Italia è rimasta in vigore la sezione del Codice Rocco che cosiderava la
violenza sessuale una lesione della moralità pubblica. Finalmente nel 1996 con la Legge n.66
“norme contro la violenza sessuale” si afferma il principio per cui la violenza sessuale è un crimine
contro la persona.
Il Codice Penale si occupa di violenza sessuale con l'art 609 e seguenti che prescrivono la
reclusione da 6 a 12 anni.
La pena aumenta (da 7 a 14 anni) se la violenza è commessa
a)
nei confronti di una persona che non ha compiuto i 14 anni
b)
nei confronti si una persona che non abbia compiuto i 16 anni, se il colpevole è il
genitore (anche adottivo) o il tutore
c)
con l'uso di armi o sostanze alcoliche, narcotiche, stupefacenti o di altri strumenti o
sostanze gravemente lesivi della salute della persona offesa
d)
da persona travisata o che simuli la qualità di pubblico ufficiale o di incaricato di
pubblico servizio
e)
su persone sottoposte a limitazione della libertà personale
Anche l'induzione a compiere o subire atti sessuali abusando delle condizioni di inferiorità
fisica o psichica è considerata un'aggavante, così come la violenza sessuale di gruppo (art. 609
octies). Inoltre se la violenza è commessa su una persona che non abbia compiuto i 10 anni la pena
è ancora più alta, dagli 8 ai 16 anni.
Nel settembre 1998 il Tribunale Internazionale Criminale per il Rwanda ha stabilito che la
violenza sessuale è un crimine di guerra e ad oggi è proibita in tutti gli Stati del mondo, anche in
guerra.
Nel giugno del 2008 il Consiglio di Sicureza dell'ONU ha votato la risoluzione n. 1820 che
include l'uso della violenza sessuale come arma di guerra.
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3 Tipi di violenza sessuale
La violenza sessuale può avvenire in forme differenti, in ambienti differenti ed in
circostanze differenti: può esserci un violentatore o più di uno, può trattarsi di un progetto ben
pianificato o di un attacco a sorpresa, può avvenire in casa della vittima, del violentatore o al lavoro,
a scuola, in carcere, in macchina, per la strada, in luoghi appartati.
Il violentatore può essere un conoscente, un fidanzato, un marito, un parente, un ex oppure
uno sconosciuto, anche se nella maggior parte dei casi si tratta di un qualcuno noto alla vittima. Si
può trattare di una persona ricca o povera, con un'alto o basso livello culturale, in una posizione di
potere, rispettata dalla comunità...
Come abbiamo visto la violenza sessuale è comune in situazioni di guerra o conflitti armati e
nei carceri.
La schiavitù sessuale, le minacce, la richiesta di prestazioni sessuali come merce di scambio,
la prostituzione forzata, l'esposizione forzata a pornografia, la gravidanza forzata, la sterilizzazione
forzata, l'aborto forzato, le mutilazioni genitali femminili...sono tutte forme di violenza sessuale.
Spesso lo stupratore utilizza mezzi di coercizione come l'alcol o la droga.
Le droghe più comunemente usate in questi casi sono il flunitrazepam (Roipnol), il gammaidrossibutirrato (GHB), la ketamina, la cocaina, la metamfetamina.
3.1
Prevalenza
A livello mondiale la violenza sessuale è una realtà per milioni di persone. Purtroppo a
causa del basso numero di incidenti riportati alle forze dell'ordine o ai sanitari, le statistiche non
sono molto attendibili, comunque si parla, in generale dal 6% al 46% di donne vittima di violenza
sessuale (1)
In Italia, lo studio più recente disponibile è lo studio ISTAT 2006 compiuto su 22.000
donne, il 33% delle quali ha ammesso di aver subito violenza sessuale almeno una volta nella vita,
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il 90 % non ha denunciato il fatto, nel 69,7 % dei casi si tratta di violenze subite dal partner, solo il
24,8 % è opera di uno sconosciuto.
3.2
Dinamiche
La violenza sessuale è un atto aggressivo di potere e controllo, non di necessità di sesso
come normalmente si crede. La componenete sessuale in realtà è minima.
Secondo Groth la violenza sessuale “serve a compensare i sentimenti di inadeguatezza, a
rassicurare il perpetratore sulle sue capacità sessuali, a confermare la sua identità, a mantenere uno
status tra i suoi pari, a difendere dalle ansie sessuali ed a scaricare la frustrazione” (2)
4 Miti e realtà
La realtà della violenza sessuale è molto differente dalla percezione comune.
I miti incidono sul modo in cui la società percepisce e risponde alle vittime di violenza
sessuale.
I miti normalmente tendono ad incolpare la vittima, specialmente se la vittima conosce il
violentatore, spesso le vittime semplicemente non vengono credute.
MITO
REALTA'
Il sesso è la motivazione primaria della Si tratta di potere, dominazione e controllo
violenza sessuale
Solo un certo tipo di donne subisce violenza Qualunque donna è a rischio di violenza sessuale
sessuale
Si tratta sempre di uno sconosciuto
La maggior parte delle violenze sessuali è
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commessa da persone conosciute dalla vittima
Lo stupro richiede sempre una notevole forza La maggior parte delle vittima non oppone
fisica o l'uso di armi
troppa resistenza, per paura delle conseguenze e
quindi non serve forza fisica o l'uso di armi
Lo stupro lascia lesioni visibili
Solo circa un terzo delle vittime di stupro riporta
lesioni visibili ad occhio nudo
Se la donna dice di no, in realtà vuol dire di si
“no” vuol dire “no”
Le prostitute non possono essere vittime di A parte il fatto che nella stragrande maggioranza
violenza sessuale
dei casi la prostituzione in sé è una violenza
sessuale, in quanto sono molto poche le donne
che decidono di prostituirsi se non obbligate,
anche le prostitute possono e sono spesso vittime
di violenza sessuale da parte di clienti, poliziotti
o dai propri compagni (fidanzati, mariti)
Un uomo non può commettere violenza Come dimostrano le statistiche questo non è
sessuale sulla propria moglie
vero. Una violenza sessuale resta tale anche se la
vittima è sposata con il colpevole
Se vi è violenza sessuale, ci sarà una denucia La maggior parte degli episodi di violenza
del fatto
sessuale non vengono mai denunciati
L'abbigliamento o l'apparenza fisica della È
vittima sono un fattore di rischio
dimostrato
che
né
l'abbigliamento
né
l'apparenza fisica hanno un'importanza per chi
commette violenza sessuale. Qualunque tipo di
donna è a rischio.
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5 Conseguenze sanitarie della violenza sessuale
Le conseguenze per la vittima si possono distinguere in: fisiche e psicologiche, immediate o
a lungo termine.
5.1
Fisiche
Si possono riscontrare lesioni genitali o non genitali, in alcuni casi anche la morte,
gravidanze non volute, necessità di aborto, malattie sessualmente trasmesse, disfunzioni sessuali,
infertilità traumatica, infezioni del tratto urinario, PID.
Le lesioni genitali normalmente sono nella forchetta posteriore, sulle piccole labbra, l'imene
o la fossa navicolare e possono comprendere ecchimosi, abrasioni, tagli, graffi, irritazione cutanea,
gonfiore.
Le lesioni non genitali più comuni sono i lividi e le contusioni, ferite lacero contuse, segni e
lesioni da legatura ai polsi, alle caviglie, al collo, i cosiddetti patterns ovvero gruppi di lesioni
tipiche, quali segni lasciati dalle dita sulle braccia della vittima, segni lasciati da cinture, legacci,
morsi, traumi rettali e anali.
5.2
Psicologiche
La risposta psicologica al trauma da violenza sessuale è strettamente legata all'individuo,
quindi non ci si deve aspettare un comportamento standard dalle vittime.
Si può però evidenziare quelle che sono le reazioni più comuni.
Queste comprendono (ma non sono limitate a): sindrome traumatica da stupro, sindrome
post traumatica, depressione, fobie, ansia, aumentato uso o abuso di sostanze, comportamento
suicidario, emicranie ricorrenti, insonnia, flashbacks, nausea, bulimia o anoressia, problematiche
che riguardano la sfera sessuale e sociale.
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La sindrome traumatica da stupro
Si può manifestare con sintomi somatici, cognitivi, psicologici, comportamentali e
normalmente si divide in due fasi: la fase acuta e quella cronica.
La fase acuta è un periodo di disorganizzazione, inizia con l'evento traumatico e persiste per
circa 2-3 settimane durante le quali la vittima ha reazioni emotive molto forti e può manifestare
segni e sintomi quali il pianto continuo o episodico, ipomania oppure calma fuori dal normale,
rabbia, paura, ansia oppure può nascondere le proprie emozioni e far finta che tutto vada bene,
cambiamenti repentini di umore, senso di umiliazione, vergogna, sensi di colpa, vendetta, si sente
incapace di controllare la realtà che la circonda ed ha paura di poter incorrere nuovamente in un
altro episodio di violenza.
Dopo circa 2-3 settimane la vittima tende a modificare il proprio comportamento, il che può
avvenire in modalità adattiva o non adattiva.
Anche in questo caso le reazioni dipendono dall'individuo e in particolare dall'età della
vittima, dal particolare momento storico della vita in cui si trova, dalle circostanze della violenza
sessuale, dalla personalità ed dal supporto che la vittima ha da parte di chi la circonda.
Spesso le vittime prendono decisioni drastiche che cambiano la loro vita, si trasferiscono,
cambiano lavoro, partono per un viaggio...
La vittima in questa fase trova difficile riadattarsi alla vita precedente, ha difficoltà al lavoro
a scuola o in casa, si trova ad avere fobie mai avute in precedenza (agorafobia spesso), disfunzioni
sessuali quali il vaginismo, può decidere di chiudere la relazione con il proprio compagno/marito.
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6 Strutture e materiali
6.1
Considerazioni generali
La salute ed il benessere della vittima sono le priorità primarie.
L'assistenza sanitaria e quella forense dovrebbero avvenire nello stesso momento e luogo e
dovrebbero essere fornite dalla stessa persona.
Il personale sanitario preposto dovrebbe ricevere un addestramento specialistico sia in
ambito medico legale sia per quanto riguarda le Leggi che regolamentano la violenza sessuale, così
come deve essere in grado di compilare un verbale che sia accettabile dal punto di vista legale e
conoscere le procedure di Polizia per la raccolta e la gestione delle prove.
Si dovrebbe instaurare un rapporto di collaborazione costruttivo e professionale tra le
diverse persone che assisteranno la vittima nell'immediato e nel prosieguo: personale sanitario,
assitenti sociali, gruppi di volontariato per vittime, Forze dell'Ordine, avvocati, medicine legali,
laboratori ecc...
Il personale sanitario dovrebbe essere privo di pregiudizi ed essere in grado di fornire
assistenza ai più alti livelli, quindi particolare attenzione deve essere posta durante l'intervista per
esempio...preferenze sessuali, abbigliamento, pratiche culturali differenti da quelle del Paese in cui
ci si trova, credenze e divieti religiosi, sono tutti argomenti che devono essere trattati con
delicatezza e senza pregiudizio, anche nel tipo di domande che verranno poste alla vittima.
6.2
Priorità
Come abbiamo già detto la salute ed il benessere della vittima sono le priorità assolute, la
raccolta delle prove e la visita forense devono essere considerate di secondaria importanza.
Questo vuol anche dire che si deve cercare di permettere alla vittima di riprendere il
controllo di quanto avviene intorno a lei, molta attenzione va posta nel garantire la dignità della
vittima in un momento in cui si sentirà sicuramente umiliata e degradata.
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La visita e la raccolta delle prove devono essere condotte in modo tale da minimizzare al
massimo gli esami invasivi e la ripetizione del racconto di quanto avvenuto da parte della vittima.
Il diritto della vittima di prendere decisioni riguardo la propria salute e riguardo la visita e la
raccolta delle prove deve essere assolutamente garantito durante tutto il percorso sanitario e forense.
6.3
Tempi
Ogni ritardo nell'accesso al pronto soccorso può causare la perdita di opportunità
terapeutiche come la contraccezione d'emergenza, la modifica delle prove fisiche e la perdita di
materiale d'importanza forense come le tracce di sangue o sperma; è quindi importante che la
vittima di violenza sessuale che si presenta in pronto soccorso sia visitata al più presto possibile,
ovviamente considerando le urgenze e le emergenze che si presentano in contemporanea.
6.4
Materiali
Per condurre una corretta visita medico legale con corretta raccolta delle prove non è
necessario materiale particolare a parte un colposcopio ed un kit stupro standard.
Il colposcopio serve per poter valutare correttamente quelle lesioni genitali che sono
invisibili ad occhio nudo. Non viene utilizzato per fare diagnosi ginecologiche di nessun tipo,
quindi può essere utilizzato anche da personale non medico come un infermiera forense.
Il colposcopio dovrebbe essere equipaggiato con una macchina fotografica digitale e/o con
una telecamera, per poter documentare i reperti.
Il kit stupro è composto da materiale comunemente reperibile in qualunque ospedale più la
documentazione necessaria per la parte forense della visita e le buste per la conservazione delle
prove.
Il vantaggio di avere dei kit stupro già pronti sta nel fatto di non dover reperire tutto il
materiale necessario sul momento, con il rischio di dimenticarsi di qualcosa o di non essere in grado
di trovare tutto quanto necessario.
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Per quanto riguarda il materiale cartaceo per la registrazione corretta della visita forense, a
tutt'oggi non esiste un modello unico riconosciuto ed utilizzato su tutto il territorio italiano.
Purtroppo la norma è che semplicemente non esistono i moduli necessari e quindi ognuno si trova a
dover improvvisare, con tutte le conseguenze del caso...
In questo elaborato verrà proposto un modello che è stato elaborato dall'Organizzazione
Mondiale della Sanità.
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7 Il kit stupro
Tamponi di cotone e relativi contenitori
Lenzuolo di carta su cui si svestirà la
vittima
Vetrini da laboratorio
Buste di carta per la conservazione delle
prove, di diverse dimensioni
Provette
Buste di plastica per la conservazione
delle prove, di diverse dimensioni
Contenitori per le urine
Pinzette e forbici
Documentazione cartacea
Etichette per l'identificazione delle prove
Modulo per il consenso informato
Righelli forensi a L per la misurazione e
fotografia delle lesioni
Matita per i vetrini da laboratorio
Speculum
Lubrificante
Proctoscopio/anoscopio
Acqua sterile
Pettini
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8 Valutazione e visita
Come già detto la vittima di violenza sessuale dovrebbe essere in grado di accedere
immediatamente alla visita in pronto soccorso. Nel caso in cui, per ragioni di triage, non sia
possibile l'accesso immediato, la vittima non dovrebbe mai essere lasciata sola in sala d'attesa.
A seguito della violenza appena subita, la vittima si troverà in uno stato emozionale
estremamente labile, con un alto livello di attenzione a quanto le accade intorno, quindi è
imperativo che il personale sanitario sia conscio di questo e attento a ogni parola che viene
pronunciata, molte vittime di violenza sessuale raccontano che un commento fatto da medici,
infermieri, poliziotti prima o durante la visita, le ha torturate per anni.
Spesso le vittime hanno paura di non essere credute o di essere considerate responsabili per
quanto accaduto, quindi linguaggio utilizzato, linguaggio corporeo, gestualità, mimica da parte del
personale presente, sanitario e non, deve essere attentamente controllato per comunicare
comprensione, attenzione, empatia, imparzialità, obiettività e rassicurazione alla vittima.
Il primo passo durante la valutazione della paziente deve essere l'accoglienza, che deve
essere completa, calma, professionale senza essere distaccata e rassicurante.
Prima di tutto si deve ottenere il consenso informato per la visita e la raccolta delle prove.
Deve essere messo bene in chiaro che il controllo di quanto avverrà è della vittima stessa, che potrà
interrompere il processo in qualunque momento così come potrà rifiutare una o più parti
della visita senza per questo essere giudicata o inficiare la visita e la raccolta delle prove.
Una volta ottenuto il consenso si potrà procedere con la raccolta dei dati e del racconto di
quanto avvenuto, sarà importante spiegare alla paziente che potrà decidere se sporgere denuncia o
no senza per questo modificare il tipo di visita che verrà effettuata.
La vittima infatti potrebbe non voler sporgere denuncia immediatamente ma decidere più
avanti di farlo, quindi la visita deve essere comunque completa e le prove devono comunque essere
raccolte.
Si dovrà raccogliere l'anamnesi remota e prossima nonché quella ginecologica. In
particolare, per quanto riguarda quella ginecologica, è importante sapere quando è avvenuto l'ultimo
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rapporto sessuale consensuale per poter, nel caso, raccogliere i campioni dal partner in modo da
poterlo escludere e differenziare dai fluidi che verranno reperiti con le prove.
Si passerà poi a raccogliere il racconto della violenza subita, che dovrà essere il più
dettagliato possibile.
Inizialmente si chiederà alla vittima di raccontare quanto avvenuto con parole proprie,
cercando di interromperla il meno possibile, qualunque chiarimento o integrazione potrà essere
richiesto in seguito.
Alla fine del racconto spontaneo si potrà intervenire con domande tese a chiarire determinati
punti della dichiarazione o ad aggiungere particolari che possono essere stati omessi più o meno
volontariamente.
I dati essenziali a questo punto sono: l'ora ed il luogo in cui è avvenuto il fatto compresa una
descrizione del tipo di superficie su cui è avvenuto (terra, strada, moquette, auto ecc), se noto, il
nome dell'assalitore, oppure la descrizione dello stesso, il numero di assalitori, il tipo di contatto che
è intervenuto tra la vittima e l'assalitore, il tipo di violenza subita (vaginale, anale, orale, con
penetrazione o senza, se con penetrazione se è stato usato il pene, le dita o oggetti estranei, se c'è
stata eiaculazione o no e nel caso dove è avvenuta, se sono state usate armi o legacci), l'uso di
sostanze come droghe o alcol, il modo in cui l'abbigliamento è stato rimosso, se la vittima indossava
assorbenti o tamponi interni prima della violenza o se li ha utilizzati dopo, l'utilizzo di preservativi,
se dopo la violenza la vittima ha urinato, defecato, si è lavata (denti, mani, corpo, zona genitale,
anale), se gli abiti che indossa sono gli stessi che indossava durante la violenza o se si è cambiata
dopo.
Raccolti tutti questi dati, si potrà procedere con la visita vera e propria che dovrà iniziare
con un completo esame della paziente dalla testa ai piedi.
Prima di iniziare qualunque procedura sarà opportuno spiegare cosa si sta per fare e dove
verrà toccata la paziente, in quanto spesso il contatto fisico sarà estremamente traumatico in
questa fase post violenza. Una paziente che si senta parte attiva della visita ed a cui venga spiegato
ogni passo, sarà molto più collaborante e rilassata.
Se la paziente lo desidera, un membro della famiglia o un'amica possono essere presenti
durante la visita.
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Il personale sanitario dovrà indossare i guanti per tutto il tempo della visita, anche se non sta
toccando la paziente, ed i capelli dovranno essere legati. Questo (oltre che per la normale protezione
personale) per evitare di lasciare impronte o capelli che risulterebbero estranei all'indagine.
Prima di iniziare l'esame fisico, sarà bene preparare tutto il materiale che si trova nel kit
stupro, in modo da avere tutto a portata di mano. Accertarsi che ci siano sufficienti etichette con i
dati della paziente disponibili, in caso contrario stamparne altri.
Si dovrà chiedere alla paziente di spogliarsi completamente e dovrà essere invitata a farlo
stando in piedi sul lenzuolo di carta presente nel kit stupro (drop sheet), in modo da poter
raccogliere ogni eventuale prova che possa cadere dagli abiti. Il lenzuolo andrà poi piegato su se
stesso verso l'interno in modo da non perdere le eventuali tracce raccolte, e inserito in un sacchetto
di carta per le prove.
Gli indumenti dovranno essere consegnati dalla paziente uno ad uno al personale sanitario
che si occuperà di introdurli, sempre uno per uno, nei diversi sacchetti di carta per le prove.
Un indumento per sacchetto, questo per evitare la contaminazione di un capo di
abbigliamento con le eventuali prove presenti su un altro capo, che potrebbe portare a conclusioni
scorrette in fase giudiziale. Gli indumenti vanno conservati in buste di carta, se ci dovessero essere
indumenti bagnati utilizzare almeno due buste di carta una dentro l'altra o, se possibile lasciar
asciugare prima di inserire nella busta.
Registrare i segni vitali e documentare tutte le lesioni, di qualunque tipo, visibili ad occhio
nudo. Oltre alla registrazione in cartella clinica, si dovranno utilizzare i grafici corporei per indicare
dimensioni e localizzazione delle lesioni.
Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore
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Ogni lesione riscontrata va documentata immediatamente (anche con una macchina
fotografica digitale se possibile) in modo da essere certi di non lasciarsene sfuggire nessuna. Anche
eventuali tatuaggi o cicatrici andranno riportati in cartella e sui grafici. In caso di rilevamento di
materiali sospetti, o anche solo estranei, sulla cute della paziente, questi andranno prelevati con le
pinzette e inseriti separatamente nelle buste per le prove.
Si farà un prelievo per testare HIV, epatite B, epatite C, sifilide e tutte le altre malattie
sessualmente trasmissibili.
La esame fisico della paziente dovrebbe iniziare con le mani. Esaminare attentamente
entrambe le mani, su tutti i lati e registrare eventuali lesioni, poi grattare sotto le unghie della
paziente per recuperare eventuali prove come pelle, sangue secco, terra...è possibile permettere alla
paziente di farlo da sola. Ogni mano va esaminata ed il materiale raccolto da sotto le unghie
separatamente, il materiale raccolto da sotto le unghie andrà depositato su un foglio di carta che
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vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore
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andrà poi piegato e conservato in una busta per le prove, che andrà etichettata con un etichetta con i
dati della paziente, i dati di chi ha effettuato il prelievo, data e ora (normalmente le buste per le
prove hanno una parte su cui scrivere a penna i dati richiesti).

Osservare i polsi per eventuali segni di legatura.
1.
Osservare gli avanbracci per eventuali lesioni da difesa (lividi, arrossamenti,
abrasioni, ferite), ricordarsi che sulle persone di pelle scura i lividi sono meno evidenti e quindi
potrebbe essere facile non distinguerli, durante l'esame toccare le parti che si stanno esaminando e
chiedere sempre alla paziente se sente dolore. Annotare eventuali segni di iniezione.

La superficie interna delle braccia e le ascelle sono aree in cui spesso, in caso di
violenza, si trovano segni di costrizione o segni lasciati dagli abiti che sono stati strappati di dosso
con violenza.

Passare quindi all'esame del viso. Controllare le narici per eventuali segni di
epistassi. Controllare la mandibola per eventuali zone doloranti (a seguito di schiaffi o pugni).
Osservare attentamente la bocca, in particolare per lesioni della mucosa. Spesso in caso di
penetrazione orale non consensuale si rilevano petecchie sul palato duro e/o molle. Controllare che
non ci siano lesioni del frenulo o dei denti. Eseguire un tampone orale passando il tampone sulle
gengive, sui denti, sulla mucosa all'interno delle guance. Il tampone dovrà essere strisciato su un
vetrino da laboratorio prima di essere richiuso per la conservazione.
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
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Esaminare poi le orecchie, senza dimenticare la zona posteriore dove spesso si
rilevano lesioni da schiacciamento o da colpi ricevuti.

Passare poi all'esame dello scalpo che potrebbe rivelare zone dolenti, zone in cui i
capelli sono stati strappati o lesioni difficilmente visibili tra i capelli. Pettinare i capelli
raccogliendo su un foglio di carta eventuali tracce trovate. In caso di capelli appiccicati a seguito di
eiaculazione o di lesione dell'assalitore, se possibile, con il permesso della vittima, tagliare le
ciocche sospette oppure raccogliere con un tampone umido il materiale che incrosta i capelli.

Il collo è un area di grande interesse forense, spesso la vittima viene presa per il collo
per essere trattenuta o per un tentativo di soffocamento, altre volte l'assalitore lascia tracce
biologiche quali saliva o sperma, quindi ogni macchia o zona di colorazione sospetta dovrebbe
essere tamponata con due dei tamponi sterili del kit stupro (uno secco ed uno umido) prima di
essere toccata dall'esaminatrice. I tamponi dovranno essere strisciati su vetrini da laboratorio prima
di essere richiusi nell'apposito contenitore.

Si potrà quindi passare all'esame del tronco partendo dalla schiena per poi passare al
seno. Sul seno è spesso possibile rilevare saliva e sperma, quindi prima di toccare la cute, chiedere
alla paziente se ricorda se c'è stato contatto fisico con l'assalitore (morsi, baci ecc...) e qualunque sia
la risposta della paziente, controllare attentamente se si vedono aree che portebbero rivelare saliva,
sperma o sangue secchi e in caso di dubbio utilizzare un tampone sterile inumidito con acqua sterile
o fisiologica (specificare sul sacchetto delle prove se si è utilizzata fisiologica). La zona del seno è
la prima zona ad essere visitata che potrebbe causare imbarazzo alla paziente, che potrebbe anche
rifiutare l'esame dell'area. In caso di rifiuto da parte della paziente a farsi esaminare il seno, il dato
va riportato in cartella. Zone dolenti o lesioni evidenti vanno, come sempre riportate in cartella e sui
grafici. Non dimenticarsi di esaminare attentamente le spalle che possono aver strisciato a terra o
comunque sulla superficie su cui è avvenuta la violenza, raccogliendo fibre o altro.

Un esame visivo e palpatorio dell'addome permetterà di rilevare lesioni evidenti o
sospettare eventuali lesioni interne.
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
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L'esame delle gambe dovrebbe iniziare dalla parte frontale delle cosce per poi
estendersi al resto delle gambe. Uno dei pattern più comuni nelle vittime di violenza sessuale, sono
le lesioni da forzatura sull'interno delle cosce. Il pattern è normalmente simmetrico ed è causato
dalle ginocchia dell'assalitore. L'esame della parte posteriore delle gambe e dei glutei è condotto più
facilmente se la vittima sta in piedi, in caso di impossibilità si dovrà far ruotare la paziente su
entrambi i fianchi per avere una buona visuale della zona. È abbastanza comune trovare lesioni sulle
ginocchia. Le caviglie devono essere controllate per segni di legatura. I piedi possono presentare
lesioni da strisciamento. Anche la pianta del piede deve essere esaminata.
L'esame della zona genito-anale è la parte sicuramente più delicata di tutta la visita, sarà
opportuno dare alla paziente il tempo di prepararsi ed inoltre ci si dovrà adeguare ai suoi tempi.
Condurre una visita di quest'area con una paziente non collaborante o troppo tesa risulta quasi
impossibile ed estremamente traumatico per la paziente.
Se non si dispone di un lettino ginecologico, l'esame può essere
comunque effettuato facendo mettere la paziente in posizione
litotomica. Una lampada scialitica portatile dovrà essere disponibile per
garantire un'illuminazione adeguata della zona.

iniziare l'esame con un'attenta analisi della zona in
generale, riportare immediatamente le lesioni riscontrate in cartella e
sui grafici.

Dalla sinfisi pubica spostarsi lentamente verso le grandi
labbra toccando delicatamente l'area per evidenziare zone dolenti e lesioni, continuare verso le
piccole labbra, il clitoride e il vestibolo vaginale, la forchetta posteriore ed il perineo. Effettuare un
tampone esterno asciutto ed uno umido (con acqua sterile) prima della palpazione. I tamponi
dovranno essere strisciati su vetrini da laboratorio prima di essere richiusi nel contenitore apposito.
Una leggera estensione della forchetta posteriore può evidenziare lesioni altrimenti invisibili, in
particolare se la zona è arrossata o gonfia. Lo stesso vale per l'estensione delle labbra che
permetteranno anche una visuale migliore dell'imene. Può essere utile chiedere alla paziente di
effettuare la manovra di Valsalva per migliorare la visuale. In questa fase si dovrà utilizzare la
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toluidina che è un colorante che permette la visualizzazione di microlezioni invisibili ad occhio
nudo.

A questo punto si potrà procedere con l'inserzione dello speculum per esaminare le
pareti vaginali. Le tecniche di inserzione dello speculum variano da quella lungo il piano
longitudinale vulvare con rotazione dopo che le pareti vaginali si sono rilassate, a quella più
confortevole per la paziente che prevede il posizionamento della parte frontale dello speculum sulla
forchetta posteriore in modo da permettere l'anticipazione dell'ingresso dello speculum da parte
della muscolatura vaginale e da non richiedere la rotazione. La lenta introduzione dello speculum
mentre si aprono le valve permette di evitare ogni contatto doloroso con l'uretra e di avere da subito
una buona visuale della cervice. Una volta introdotto completamente lo speculum si potrà procedere
con l'esame delle pareti vaginali ed i tamponi (uno vaginale, uno cervicale ed uno endocervicale). In
caso di rifiuto da parte della paziente a questa parte della visita, sarà comunque possibile fare un
tampone alla cieca semplicemente inserendo il tampone in vagina anche se non si riuscirà a fare
tamponi separati per la cervice e l'endocervice.

Lesame anale è necessario solo nel caso in cui la paziente riferisca un contatto con
l'assalitore o penetrazione. L'esame anale può essere fatto con la paziente in posizione litotomica,
anche se risulta più semplice e comodo con la paziente in posizione laterale sinistra. In quest'ultima
posizione è possibile anche chiedere alla paziente di collaborare sollevando il gluteo destro con una
mano, per permettere l'accesso visivo e manuale all'ano. Dall'esame esterno è possibile rilevare
lesioni perianali e della rima anale. Se c'è stata penetrazione sarà necessario fare un esame rettale
per evidenziare le eventuali lesioni, molto comuni in caso di penetrazione forzata. Prima di
utilizzare l'anoscopio/rettoscopio, è opportuno fare prima un controllo digitale. Appoggiare
delicatamente un dito sulla zona perianale, chiedere alla paziente di effettuare la manovra di
Valsalva ed introdurre lentamente il dito. In caso di difficoltà all'inserzione è possibile utilizzare del
lubrificante a base acquosa (presente nel kit stupro), ma è essenziale ricordarsi di riposrtare in
cartella, sui tamponi e sui vetrini l'utilizzo del lubrificante.
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9 Descrizione delle lesioni
Per la corretta registrazione forense delle lesioni è necessario seguire una scaletta che le
descriva in modo chiaro e standardizzato.
L'interpretazione che si avrà in sede processuale delle lesioni dipende esclusivamente
dall'accuratezza e dalla completezza con cui sono state registrate in sede di visita forense.
Le lesioni possono essere classificate come abrasioni/escoriazioni, ecchimosi/ematomi,
ferite lacere/lacero contuse, ferite da taglio, ferite da punta, ferite da taglio e punta, ferite da
fendente, ferite da arma da fuoco.
Per ogni ferita riscontrata si dovrà dare una descrizione che comprenda: posizione
anatomica, dimensione, forma, condizioni dei tessuti circostanti, colore, direzione presunta della
forza che ha causato la lesione, presenza di corpi estranei, epoca presunta, margini, profondità.
Per abrasione si intende una lesione superficiale della cute causata dall'applicazione di
pressione e movimento simultaneamente (graffi, frizione su superfici, impronte di oggetti come
cinture o legacci ecc...).
Per ecchimosi/ematoma si intende invece un'area emorragica sottocutanea, anche se si
possono avere ecchimosi di cavità anatomiche o di organi interni a seguito di trauma. La datazione
delle ecchimosi è molto complessa e non viene più considerata un dato certo a causa dei molti
parametri che influenzano la colorazione, le dimensioni e la forma della lesione. Il colore della
pelle, la diversa luce sotto cui può venire esaminata la lesione, la soggettività di chi la esamina, la
reazione individuale al trauma, la diversa coagulabilità del sangue, il diverso riassorbimento, la
temperatura, sono tutti fattori che impediscono una datazione certa.
Bisogna inoltre considerare che l'ecchimosi potrebbe estendersi oltre il punto di impatto, può
presentarsi in un punto lontano del punto di impatto, può non essere presente immediatamente dopo
il trauma, non riflette necessariamente la forza che è stata applicata né la forma dell'oggetto che l'ha
provocata.
Vi sono però alcuni tipi di ecchimosi facilmente identificabili e che possono dare indicazioni
forensi molto utili:
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
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i segni di morso: ovali o circolari con un'area più chiara all'interno e che a volte
presentano chiari segni dei denti tanto da poter essere comparati con un sospetto

le ecchimosi digitate, cioè impronte di dita,
tonde od ovali, di circa 1-2 cm di diametro, spesso presenti in
gruppi di quattro a rappresentare le dita che hanno afferrato e
stretto una particolare area, tipicamente la parte interna del
braccio o il collo, possono
anche presentare segni di
unghie

le ecchimosi figurate, lasciate da oggetti specifici
come la suola di una scarpa, bastoni, spranghe o altri oggetti
lineari e rigidi che possono lasciare segni a rotaia

le petecchie, solitamente presenti a livello del
collo, del viso, sullo scalpo o negli occhi a seguito di tentativo
di soffocamento
Le ferite lacero-contuse sono causate da mezzi
contundenti che appicano trazione e schiacciamento sufficienti a superare la resistenza dei tessuti
cutanei.sono caratterizzate da margini irregolari, irritati, ecchimotici, sono frequentemente
contaminate da corpi estranei e presentano lacinie tissutali.
Le ferite da punta sono provocate da oggetti quali punteruoli, aghi, chiodi, spine vegetali
ecc... Si caratterizzano per la minima presentazione cutanea rispetto alla profondità.
Le ferite da taglio sono il risultato dell'uso di oggetti con uno o due bordi taglienti come i
coltelli, rasoi, bisturi, pezzi di vetro, forbici, pugnali. I margini sono regolari, non c'è scollamento,
vi è una recisione netta dei tessuti e quindi non vi è presenza di lacinie se non in alcuni casi cioè
quando la lama non penetra perpendicolarmente (ferite da punta e taglio) o quasi alla cute bensi
tangenzialmente, in questo caso si possono trovare le codette tissutali dal lato di uscita della lama
dalla ferita in quanto la profondità di penetrazione è diminuita quando la lama sta allontanandosi dal
corpo.
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Le ferite da arma da fuoco sono molto rare nelle vittime di violenza sessuale, è comunque
opportuno che il personale sanitario che si occupa di questa branca dell'infermieristica forense abbia
delle basi di balistica e sufficienti nozioni sulle ferite da arma da fuoco per poter essere in grado di
descriverle nel rapporto.
Trattandosi di un argomento estremamente vasto si rimanda alla lezione in argomento che
verrà preswentata a breve.
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10 Le lesioni genitali da penetrazione
La penetrazione non consensuale può causare traumi sia da pene eretto o semi-eretto, sia nel
caso in cui siano stati utilizzati dita o altri oggetti.
L'atto stesso della penetrazione causa lo stiramento dei tessuti circostanti e quindi le lesioni
risultanti dipendono da svariati fattori: lo stato dei tessuti (dimensioni, lubrificazione, resistenza), le
dimensioni e le caratteristiche dell'oggetto penetrante, la forza usata, il livello di rilassamento della
muscolatura pelvica e perineale, la posizione dell'assalitore e l'angolo di penetrazione.
Come abbiamo già visto la forchetta posteriore, le grandi e piccole labbra, l'imene ed i
tessuti perianali sono i punti in cui più facilmente si rileveranno lesioni a seguito di violenza
sessuale.
lesioni della forchetta posteriore
lesioni dell'imene
lesioni
perianali
E' però essenziale ricordare che non tutte le vittime di violenza sessuale riportano lesioni
genitali visibili ad occhio nudo, ecco perchè è importante avere a disposizione un colposcopio. Va
inoltre ricordato che può anche succedere che anche con l'ausilio del colposcopio, non si possano
rilevare lesioni genitali, questo perchè la vittima potrebbe aver avuto paura di ribellarsi e quindi
potrebbe non aver opposto troppa resistenza, inoltre una donna adulta sessualmente attiva ha
un'elasticità tissutale che permette una penetrazione anche se non consensuale senza grosse
conseguenze fisiche.
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Da alcuni studi in argomento si è dimostrato che solo circa il 30% delle donne in età fertile
e sessualmente attive riporta lesioni visibili ad occhio nudo, percentuale che aumenta fino al 50%
nelle donne in menopausa. (3) (4)
L'assenza di lesioni genitali quindi non deve far pensare che la violenza non ci sia stata!
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11 Prove forensi
La raccolta delle prove serve per confermare od escludere la connessione fisica tra individui,
oggetti, luoghi.
Il famoso principio di Locard dice che ogni volta che un individuo entra in contatto con un
altro o con un oggetto, ci sarà uno scambio di prove fisiche.
Tracce biologiche quali sangue, saliva, sperma, capelli, frammenti di cute, possono essere
raccolti sia dalla vittima sia dall'assalitore, così come frammenti di terrreno o delle superfici che
sono state a contatto con l'uno o l'altro.
Una volta raccolte, le prove non devono essere mai lasciate incustodite ma consegnate alle
Forze dell'Ordine o al laboratorio con documentazione che ne attesti il passaggio di custodia (vedi
Appendice).
Tutte le prove raccolte devono essere fatte asciugare prima di inserirle nei sacchetti di carta
o plastica (a seconda dei casi) per le prove, se una prova non potesse essere fatta asciugare, per
qualunque motivo, inserirla in una busta di carta lasciata aperta ed inserita in una seconda busta di
carta, segnalando in modo evidente all'esterno “attenzione prova umida”.
Per poter identificare le prove estranee alla vittima, è necessario raccogliere sempre dei
campioni di comparazione dalla vittima stessa: capelli, peli pubici, saliva, sangue, urine.
Tutti i tamponi devono essere strisciati su vetrini da laboratorio prima di essere chiusi negli
appositi contenitori e poi nelle buste per le prove.
Tutte le buste per le prove devono essere identificate con i dati della paziente, i dati di chi ha
condotto l'esame, il luogo e la data, la firma/sigla dell'operatore sanitario.
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12 Appendice
LA SCHEDA PER IL REFERTO DI VISITA
INFERMIERISTICO FORENSE
SU VITTIMA DI VIOLENZA SESSUALE
REFERTO DI VISITA INFERMIERISTICO FORENSE
DATI DEL PAZIENTE
NOME
COGNOME
DATA NASCITA
SESSO
INDIRIZZO
ESAME
DATA
ORA
LUOGO
NOME DELL'ESAMINATORE
ALTRE PERSONE PRESENTI ALL'ESAME
CONSENSO INFORMATO
SI
NO
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CONSENSO OTTENUTO DA ….............................................................................
ANAMNESI
REMOTA
PROSSIMA
ALLERGIE NOTE
TERAPIE IN CORSO
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VACCINAZIONI
EPATITE B
TETANO
ALTRO
RAPPORTO SULLA VIOLENZA SESSUALE SUBITA
DETTAGLI FORNITI DA ALTRI (Polizia, familiari, testimoni...)
DETTAGLI FORNITI DALLA PAZIENTE
DATA DELL'EVENTO
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ORA
LUOGO
NUMERO ASSALITORE/I
IDENTITA' ASSALITORE/I
ALCOL (si, no, quanto, cosa)
DROGHE (si, no, quanto, cosa)
ARMI UTILIZZATE
RACCONTO DELL'EVENTO
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SINTOMI ATTUALI
DOPO LA VIOLENZA
ABITI CAMBIATI? SI/NO
ABITI RIPULITI? SI/NO
DOCCIA/BAGNO? SI/NO
IGIENE INTIMA? SI/NO
ASSORBENTE/TAMPONE INTERNO?
SI/NO
URINATO? SI/NO
DEFECATO? SI/NO
MANGIATO? SI/NO
BEVUTO? SI/NO
FUMATO? SI/NO
ULTIMO RAPPORTO SESSUALE CONSENSUALE
DATA
PRESERVATIVO/SPERMICIDA/
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LUBRIFICANTE?
PARTNER
ASSALITO
PENETRAZIONE
VAGINALE
RE
ASSALITO
RE
ASSALITOR
E
1
2
3
ASSALITO
ASSALITO
ASSALITO
TENTATA/COMPLETA
TA
EIACULAZIONE
SI/NO
PENETRAZIONE
ANALE
RE
RE
RE
1
2
3
ASSALITO
ASSALITOR
ASSALITO
TENTATA/COMPLETA
TA
EIACULAZIONE
SI/NO
PENETRAZIONE
ORALE
RE
E
1
RE
2
3
TENTATA/COMPLETA
TA
EIACULAZIONE
SI/NO
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ASSALITO
RE
ASSALITO
RE
ASSALITOR
E
1
2
3
ASSALITO
ASSALITO
ASSALITOR
EIACULAZIONE
SUL CORPO (dove?)
SALIVA SUL CORPO
(dove?)
RE
RE
E
1
2
3
ASSALITO
ASSALITOR
ASSALITO
PRESERVATIVO
SI/NO
LUBRIFICANTE
SI/NO
OGGETTI USATI
PER LA PENETRAZIONE
RE
E
1
RE
2
3
ANALE
VAGINALE
ORALE
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ESAME OBIETTIVO
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Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore
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PROCTOSCOPIA SI/NO
SPECULUM SI/NO
ALTRI DETTAGLI
FOTOGRAFIE SI/NO
NOME DEL FOTOGRAFO
TERAPIE SOMMINISTRATE
CONTRACCEZIONE
D'EMERGENZA
PROFILASSI HIV
PROFILASSI ANTIBIOTICA
ALTRO
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CONTATTATO ALTRO
PERSONALE
LEGALE SI/NO
NOME DEL LEGALE
ASSOCIAZIONE VITTIME
SI/NO
NOME ASSOCIAZIONE
NOME DEL CONTATTO
FORZE DELL'ORDINE SI/NO
CC/POLIZIA
NOME RESPONSABILE
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APPENDICE
II
SCHEDA PROVE RACCOLTE
E
CATENA DELLA CUSTODIA
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CAMPIONI FORENSI
(DA COMPILARSI IN TRIPLICE COPIA, UNA PER IL PERSONALE SANITARIO,
UNA PER LE FORZE DELL'ORDINE ED UNA PER IL LABORATORIO)
PROVA
QUANTITA'
BUSTE CON CAPI D'ABBIGLIAMENTO
LENZUOLO KIT STUPRO (DROP SHEET)
ASSORBENTI/ TAMPONI INTERNI
PROVE REPERITE SUL CORPO
TAMPONI ORALI
VETRINI ORALI
TAMPONI CON SOSPETTO SPERMA DAL CORPO
TAMPONI CON SOSPETTO SPERMA DAI CAPELLI
TAMPONI CON SOSPETTO SPERMA DAI PELI PUBICI
MATERIALE DA PETTINATURA PELI PUBICI
PROVE REPERITE SOTTO LE UNGHIE
TAMPONI CON SOSPETTA SALIVA
MATERIALE ESTRANEO
ALTRO
PROVE GENITO ANALI
TAMPONI VAGINALI ESTERNI
VETRINI VAGINALI ESTERNI
TAMPONI VAGINALI INTERNI
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VETRINI VAGINALI INTERNI
TAMPONI ENDOCERVICALI
VETRINI ENDOCERVICALI
TAMPONI ANALI ESTERNI
VETRINI ANALI ESTERNI
TAMPONI ANALI INTERNI
VETRINI ANALI INTERNI
TAMPONI RETTALI
VETRINI RETTALI
ALTRO
CAMPIONI DI COMPARAZIONE
QUANTITA'
PELI PUBICI
CAPELLI
TAMPONE ORALE
SANGUE
URINE
ALTRO
NUMERO TOTALE DI BUSTE PER LE PROVE
LUOGO, DATA E ORA ….........................................................................
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IL MATERIALE IN ELENCO E' STATO REPERITO
DA …..........................................................................................................
FIRMA …...................................................................................................
E CONSEGNATO
A ….............................................................................................................
NUMERO MATRICOLA O IDENTIFICATIVO …..................................
TELEFONO …...........................................................................................
FIRMA …...................................................................................................
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IMMAGINI
sotto le unghie della vittima si possono reperire numerose tracce... cute, sangue o altri
liquidi corporei dell'aggressore.
Ferite da difesa
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la pulizia della parte sotto ungueale è molto importante per il reperimento di prove utilissime
in caso di indagini. Risulta molto utile permettere alla vittima di portare a termine questa parte della
raccolta prove, in quanto la aiuta a sentirsi in controllo della situazione e partecipe. I residui vanno
fatti cadere su un foglio di carta (uno per mano), che verrà poi ripiegato e inserito in una busta di
carta
segni di legatura sui polsi
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segni di contenzione provocati dalle dita dell'aggressore
ferita da difesa
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lesione del fondo dell'occhio causata da strangolamento
petecchie oculari a seguito di tentativo di strangolamento
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lesione dell'interno del labbro provocata dai denti a seguito di un pugno
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lesioni da pugno
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lesioni figurate da frustate inferte con cavo elettrico
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morsi
morsi e lesioni da strisciamento
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lesione da morso sul seno
lesione da morso in luce naturale e, a destra, con la lampada di Wood
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contusioni sui glutei e lesione figurata da cinghia a sinistra
lesioni da forzatura, tipiche all'interno delle cosce quando l'aggressore tenta di forzare la
vittima ad aprire le gambe
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lesione figurata da cinghia con anelli metallici utilizzata per legare la vittima
lesioni multiple da stupro
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utilizzo di un catetere con palloncino gonfiato per evidenziare le lesioni dell'imene
lesioni della forchetta posteriore senza l'utilizzo della toluidina
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stesse lesioni della foto sopra con toluidina, il colorante rende le lesioni molto più evidenti
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lesioni della forchetta posteriore con e senza colorante
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immagine di una cervice vista al colposcopio
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