Maria del Zingaro 28 febbraio 18.01.08 Il giorno 20 febbraio 2013 si è tenuta l’assemblea dell’I.S.P.C.“V. Cuoco” di Campobasso. L’argomento principale è stato la violenza sulle donne. Spesso donne e bambini vivono situazioni di grande pericolo tra le mura della propria casa che dovrebbe, invece, essere il posto più sicuro. Per le donne la propria casa può trasformarsi in un gigantesco “buco nero”, un luogo di terrore, violenza senza fine. Quello della violenza sulle donne è ormai un fenomeno in aumento, anno dopo anno. Tanto è vero che è ormai noto che la causa principale della morte per le donne non sono le varie malattie, gli incidenti, ma, causa molto più grave e spaventosa, la violenza domestica. Il 14% delle donne in Italia è vittima di violenza, fisica o sessuale che sia. Questa avviene attraverso maltrattamenti, minacce, umiliazioni, stupri, fino ad arrivare alla peggiore delle violenza: quella psicologica. Donne che vivono giorno per giorno situazioni pietose, sofferenze fisiche e psicologiche. Donne che non hanno il coraggio di reagire, di difendersi, di prendere decisioni per tutelare la propria persona. Vittime che vedono i loro diritti violati, costrette a subire continue minacce, umiliazioni. Ma soprattutto esse sono donne a cui, nella maggior parte dei casi, manca la forza necessaria per poter gridare aiuto. Maggiormente si tratta di episodi che avvengono ciclicamente, diventando ogni volta più gravi e frequenti. Si comincia con futili litigi continui, per poi arrivare a litigi di maggiore intensità, con un’aggressività molto pericolosa. La vittima subisce ripetutamente le violenze, facendo finta di niente agli occhi degli altri. Si perde cosi fiducia in se stessi, la propria autostima, fino ad essere consapevoli del fatto che non si uscirà mai da quella situazione. Di questo 14% solo una minuscola percentuale denuncia l’accaduto. La restante maggioranza, anche dopo aver subito gravi lesioni fisiche e soprattutto mentali, non denuncia il suo aggressore. I motivi sono vari, a partire dalla paura, la rabbia, l’insicurezza, e soprattutto la totale sfiducia verso il mondo esterno. Principalmente questa oppressione viene usata per mettere in evidenza il potere maschile sulla donna. Ma come si fa ad uccidere la propria compagna di vita? O, in altri casi, donne del tutto sconosciute? Forse tutta questa cattiveria nasce solo per far capire chi è il più forte. Ma non è cosi. Credo che a volte in una coppia accada qualcosa che fa svanire o quanto meno cambiare l’amore, per cui quella relazione si basa sul solo possesso dell’uomo sulla donna. La violenza sulle donne è una tragedia rivolta a tutti, anche ai più piccoli. Bisogna insegnare loro che la donna non è un oggetto, non è inferiore a nessuno e pertanto va rispettata e soprattutto amata. Come primo passo bisogna smettere di dire che vengono uccise per gelosia, per un amore finito male, per passione… c’è una parola orribile che accomuna tutto ciò, ed è femminicidio. Sì, perché è come se ci fosse il costante bisogno di avere potere, predominio sulle donne. E, in secondo luogo, non bisogna prendere la questione con superficialità, come se fossimo estranei a tutto. Dobbiamo capire i veri rischi di queste azioni e, soprattutto, la loro rapida diffusione, per provare almeno a prevenire quel che è possibile. Chi viene accusato di aver esercitato violenza sulle donne deve essere punito in modo molto severo, non come accade solitamente dicendo che gli aggressori sono affetti da disturbi mentali. NO! Cosi facendo non si fa altro che aprire le porte a nuove violenze. Bisogna invece punire queste oscenità, per spingere così anche le vittime a farsi avanti, a fidarsi e chiedere aiuto, assicurare loro sostegno e protezione. Vorrei concludere le parole del nostro rappresentante di istituto, Dylan Marmorale,: Le donne sono come la nutella.. che mondo sarebbe senza?”! Maria del Zingaro IIIA