La Sinistra hegeliana e
KARL MARX
Giovanni Gullotta
L’eredità di Hegel
Era opinione diffusa tra i discepoli di Hegel che
la sua filosofia rappresentasse una sintesi
conclusiva che si poteva consolidare, chiarire,
applicare e divulgare, ma oltre la quale non si
poteva andare.
Giovanni Gullotta
Destra e Sinistra hegeliana
• Destra hegeliana: composta dai cosiddetti “vecchi
hegeliani” che sostenevano che nessun altro sistema come
quello di Hegel consentiva il più completo accordo tra
filosofia e fede cristiana.
• Sinistra hegeliana: composta dai cosiddetti “giovani
hegeliani” che sostenevano come la religione coglie ed
esprime l’unità tra Dio e l’uomo nella forma della
rappresentazione. Pertanto Cristo è frutto dell’attività
dell’immaginazione e quindi è una sorta di mito. Infatti per
Strauss è contraddittorio che l’Idea si sia realizzata una
volta per tutte in un individuo storico (Cristo). Solo
l’umanità intera nella storia può portare a compimento la
riconciliazione tra natura umana e natura divina
simboleggiata da Cristo.
Giovanni Gullotta
FEUERBACH
(Landshut 1804-Norimberga 1872)
• Per Feuerbach storia della filosofia e storia
della teologia (in particolare del cristianesimo)
non si possono disgiungere, ma rappresentano
fasi diverse di un medesimo processo che
porta
dalla
teologia
all’antropologia,
attraverso la filosofia come critica della
religione. Feuerbach non rivolge critiche alla
religione di tipo razionalistico o illuministico,
ma ne spiega la necessità delle sue forme e
delle sue manifestazioni.
Giovanni Gullotta
FEUERBACH
• Proprio in quanto la coscienza umana, per
trovarsi e riconoscersi, tende a oggettivare la sua
essenza in qualcosa considerato altro da sé, la
religione non è altro che l’oggettivazione
dell’essenza dell’uomo in un essere considerato
indipendente da lui (Dio appunto). La
caratteristica della religione è quella di compiere
questo processo di oggettivazione senza
rendersene conto e di considerare il suo risultato
come un essere dotato di una propria realtà,
invece di riconoscerlo come una sua proiezione.
Giovanni Gullotta
FEUERBACH
• La religione comporta sempre una dialettica di
alienazione e integrazione insieme: alienazione in
quanto l’uomo proietta fuori di sé ciò di cui ha bisogno
e a cui aspira; integrazione, in quanto trova
soddisfazione a tale bisogno in questa sua proiezione
(Dio).
• Merito della filosofia speculativa, iniziata da Cartesio e
conclusa da Hegel, è stato quello di aver fatto
comprendere il carattere spirituale, razionale, astratto
di quel Dio che la religione cristiana concepiva come
essere reale, indipendente ed anzi creatore del mondo
e dell’uomo.
Giovanni Gullotta
FEUERBACH
• L’età moderna è la negazione della teologia e
l’idealismo tedesco è la vera e propria
apoteosi della ragione come scoperta del fatto
che il contenuto delle religioni, anche delle più
alte e delle più pure come il cristianesimo, è
costituito dalle strutture logiche e dialettiche
della ragione stessa che in quella religione è
obiettata e alienata.
Giovanni Gullotta
FEUERBACH ED HEGEL
• Secondo Feuerbach l’idealismo hegeliano ripresenta in
termini razionali la dottrina teologica cristiana,
secondo cui la natura è creata da Dio e l’essere
materiale deriva da un essere immateriale. Gli oggetti
vengono concepiti soltanto come predicati di un
pensiero che pensa se stesso. Questa è la
contraddizione della filosofia hegeliana, che rimane
chiusa nell’ambito di una ragione separata e distinta
dai sensi, dal mondo, dall’uomo, così come era il Dio
della teologia tradizionale; quanto invece, nel progetto
ideale di Hegel, avrebbe dovuto conciliare razionale e
reale, pensiero e vita.
Giovanni Gullotta
KARL MARX
Treviri 1818-Londra 1883
Giovanni Gullotta
La critica alla filosofia hegeliana.
• Nella prospettiva hegeliana lo Stato fonda la
società civile in quanto quest’ultima è
legittimata a svolgere le sue funzioni solo
all’interno delle istituzioni statali.
• Per Marx lo Stato dipende dalla società civile,
nel senso che è un prodotto di questa.
• Hegel si sbaglia in quanto non prende in
considerazione le istituzioni, gli uomini nella
loro concretezza, ma come categorie astratte.
Giovanni Gullotta
La critica alla filosofia hegeliana
• Per Hegel lo Stato, considerato che è un
momento necessario allo sviluppo dell’Idea,
non può essere oggetto di critica, pertanto
tende a giustificarlo a tutti i costi,
proiettandolo
nell’ideale
e,
quindi,
assolutizzandolo.
Giovanni Gullotta
IL PROBLEMA DELL’UGUAGLIANZA
• Marx condivide di Hegel la definizione della
moderna società civile come sistema di
bisogni, però non ritiene che siano
componibili all’interno dello Stato, in quanto
questo non viene inteso come rappresentante
dell’interesse generale, ma espressione della
classe dominante.
Giovanni Gullotta
IL PROBLEMA DELL’UGUAGLIANZA
• Marx ritiene che affinché si possa realizzare
una effettiva uguaglianza dei cittadini, non
basta la formale uguaglianza giuridica, ma
necessita quella economica-sociale. Pertanto
l’emancipazione politica frutto della rivol.
francese deve essere portata a compimento
con l’emancipazione umana. Il proletariato, la
classe dei lavoratori sfruttati e privi di diritti, è
il soggetto politico individuato da Marx per
poter realizzare questo progetto.
Giovanni Gullotta
IL LAVORO ALIENATO
• Il capitalismo tende sempre più ad espandersi,
a sfruttare i lavoratori per ottenere maggiori
profitti e acquistare posizioni monopolistiche.
Davanti alla crescente forza del capitalista, la
manodopera è costretta ad accettare
condizioni
contrattuali
sempre
più
svantaggiose, che si traducono in una vita di
crescente miseria. Quanto più è la ricchezza
prodotta dall’operaio tanto più diventa
povero. Da qui “l’alienazione” del proletariato.
Giovanni Gullotta
IL LAVORO ALIENATO
• A differenza di quanto accade nella dialettica
servo-padrone, nelle società capitalistiche il
prodotto del lavoro, dove l’uomo si oggettiva,
non appartiene al lavoratore, anche se esce
dalle sue mani, ma è possesso del capitalista.
L’oggettivazione diventa alienazione, l’operaio
“perde qualcosa di sé”. Il lavoro diventa solo
un mezzo per sopravvivere e perde il suo ruolo
sociale.
Giovanni Gullotta
IL COMUNISMO
• Per Marx causa dell’alienazione è la proprietà
privata dei mezzi di produzione. Abolendo la
proprietà privata dei mezzi di produzione,
creando la proprietà comune tra tutti coloro
che contribuiscono al sistema produttivo, si
supera il capitalismo e l’alienazione, così
dando vita al comunismo.
Giovanni Gullotta
IL MATERIALISMO STORICO
• Il materialismo storico si fonda su una visione
della storia che pone alla base della realtà la
vita materiale degli uomini e il modo in cui
essi producono i propri mezzi di sussistenza.
Attraverso la separazione tra campagna e
città; tra l’agricoltura, il commercio e
l’industria; tra il lavoro manuale e quello
intellettuale e la ripartizione ineguale dei
prodotti e delle proprietà si formano le classi
sociali.
Giovanni Gullotta
STRUTTURA E SOVRASTRUTTURA
• La struttura è la base reale e concreta che
caratterizza una determinata società.
• La sovrastruttura è il complesso delle
istituzioni e delle manifestazioni culturali o
delle idee elaborate dagli uomini.
• La separazione tra la struttura e sovrastruttura
fa sì che le idee della classe dominante si
ergono, in ogni epoca storica, a idee
dominanti nella sfera economico-sociale.
Giovanni Gullotta
LE TAPPE DELLA RIVOLUZIONE
COMUNISTA
• Società capitalistica avanzata , sue contraddizioni e crisi economica.
• La classe operaia prende il potere sotto la guida-controllo del
Partito Comunista.
• Dittatura del proletariato
• Abolizione della proprietà privata capitalistica e socializzazione dei
mezzi di produzione (spariscono le distinzioni tra le classi sociali)
• Poiché lo Stato è l’espressione del potere della classe economica
dominante, non essendoci “classi”, lo Stato si estinguerà
• Si realizza il comunismo, cioè una società senza classi e senza Stato
Giovanni Gullotta
IL CONCETTO DI PLUSVALORE
• Nelle società capitalistiche più lavoro
necessita per produrre una merce più questa
vale. Ma al valore di una merce non sempre
corrisponde il prezzo in modo adeguato, in
quanto questo è determinato dal “mercato”.
La stessa forza lavoro è “venduta” dal
proletario in cambio del salario. Il costo della
forza lavoro è notevolmente inferiore al
ricavato del capitalista. Questa differenza è il
plusvalore.
Giovanni Gullotta