ASSOCIAZIONE ITALIANA
MALATI DI MENIÈRE
ONLUS
APRILE 2009
Il Presidente
Grassi Pirrone Franco
Cari amici,
sono ormai due anni che mi onoro , grazie al mandato che
mi avete conferito, di servire l'Associazione in qualità di
Presidente .
Quest'anno per la prima volta l'Assemblea annuale dei
soci si terrà nella nuova sede a Torino, verranno presentati
i bilanci: consuntivo per l'anno 2008 e preventivo per
l'anno 2009.
Approfitto di questa occasione, per rivolgervi l'invito ad
una maggiore partecipazione alle nostre attività
Istituzionali .
Comprendo che per alcuni tale impegno, possa risultare
gravoso, in considerazione alla differente dislocazione di
Torino rispetto a Bologna, inoltre il vincolo dell'orario,
dettatoci dall'organizzazione Ospedaliera può complicare
ulteriormente gli spostamenti.
Voglio comunque rivolgere a tutti, ed in particolare a
coloro che risiedono in Piemonte e nelle Regioni
limitrofe, l'invito a partecipare numerosi.
Non posso nascondervi la preoccupazione per questo
particolare momento di crisi economica che il nostro
paese e tutto il mondo, stanno attraversando, con
l'auspicio di una rapida risoluzione, è doveroso da parte
mia offrirvi un messaggio di speranza e solidarietà.
Oltre a dover fare i conti con la malattia di cui siamo
affetti, alcuni di noi vivono momenti di insicurezza in
ambito lavorativo, con pesanti ripercussioni nella sfera
familiare.
Tutto ciò non fa altro che aumentare lo stato d'ansia e
stress che certamente non giovano alla nostra condizione
di ammalati non di meno si corre il rischio che, possibili
tagli di carattere economico, possano compromettere quel
processo di trasformazione che si era avviato nella sanità
pubblica, per la ricostruzione del rapporto di fiducia tra
servizio sanitario e cittadini, in termini di qualità ed
appropriatezza delle prestazioni.
Le mie sono supposizioni ma il difficile momento che
stiamo attraversando mi impone di mettervi in guardia
dal non rinunciare ai vostri diritti di ammalati. .
Molti di noi, recandosi in alcune strutture Ospedaliere non
hanno trovato un operatore sanitario, professionale, in
grado di riconoscere la malattia.
Il compito, non facile dell'Associazione sarà quello di
continuare ed intensificare il dialogo con le Istituzioni
Sede legale: A.I.M.M. Onlus Corso Tassoni 12 10143 Torino
preposte, affinché anche la nostra malattia sia tenuta nella
giusta considerazione .
Come di consueto anche quest'anno si sono svolti i tre
convegni annuali a Torino, Bologna e Benevento, che
ormai caratterizzano la nostra attività, un doveroso
ringraziamento va a tutti i medici e ai volontari che ne
hanno permesso lo svolgimento .
Per la prima volta, siamo stati ospitati, in occasione della
convention annuale, dal Prof. Conticello presso
l'Ospedale San Luigi di Orbassano (TO). I temi toccati,
riguardanti la malattia di Ménière, sono stati molteplici e
complessi, ma grazie alla competenza e chiarezza del
Professore, tutti coloro che hanno partecipato all'evento si
sono resi conto che una diagnosi precoce può portare ad
affrontare la malattia con maggior consapevolezza ed
efficacia.
Sono lieto di informarvi che, grazie alla disponibilità dei
medici che collaborano con noi, inizia con questo
giornalino, un Percorso Informativo (titolo della
rubrica) rivolto a tutti gli iscritti e simpatizzanti
dell'Associazione che cercherà di porre l'accento (focus
on) sulle principali cause di vertigine periferica,
considerata la più frequente. Lasciatemi esprimere
l'apprezzamento per questa iniziativa, da considerarsi una
prima importante tappa con la quale si avvia un percorso
che coinvolgerà tutti i medici a noi vicini.
Inoltre, in questo numero, si affronta un argomento non
nuovo e tuttavia poco conosciuto: il ruolo del disturbo
occlusivo temporo - mandibolare nella Malattia di
Ménière.
Nei prossimi numeri verranno considerati i tre più
frequenti quadri nosologici di vertigine labirintica ed un
capitolo sarà dedicato alle vertigini di origine centrale.
Siate certi che tutti noi continueremo a lavorare al meglio
delle nostre possibilità per aiutare tutti i malati che ci
contattano, ed offrire ad ognuno la speranza, consapevoli
che questa parola non è la convinzione che tutto andrà
bene, ma la certezza che ciò in cui crediamo ha un senso,
indipendentemente da come andrà a finire.
Come voi tutti sapete, il nostro aiuto è rivolto a tutti i
malati menierici associati e non consentitemi comunque
di ricordarvi l'importanza che ha l'iscrizione all'A.I.M.M.,
il contributo di ognuno di noi ci permetterà di continuare a
mantenere viva ed attiva l'Associazione per il
raggiungimento dei risultati che si siamo prefissati.
on line: www.aimmitalia.it
Un Caloroso Saluto
I
VEMP
nella
diagnosi di
M. di
Ménière
Prof. G. Neri
Responsabile Audiovestibologia Università di Chieti
Da sempre la malattia di Ménière è stata identificata
dalla triade sintomatologica ipoacusia, acufeni e vertigini
oggettive. Questo dato, pur vero nella sua essenzialità, ha
portato tuttavia in passato ad escludere la diagnosi di
Ménière nei casi in cui o non erano presenti tutti i sintomi
o perché, pur in presenza di ipoacusia o pienezza
auricolare, l'assenza della vertigine era considerato segno
di normalità dell'organo vestibolare. La difficoltà della
diagnosi è anche documentata dai diversi schemi
classificativi proposti negli anni, alcuni dei quali sono
ormai unanimemente condivisi, dal fatto che la diagnosi
certa della malattia è ancora considerata quella autoptica.
Nel corso degli anni la diagnostica si è progressivamente
arricchita di nuovi parametri clinici come la fluttuazione
della perdita percettiva, la forma della curva audiometrica
o la consapevolezza di una prima fase solo audiologica e
di metodiche strumentali, che se non hanno ancora
permesso una diagnosi di certezza ne hanno migliorato
sicuramente la sensibilità e la specificità.
Tra i test utilizzabili nella
diagnosi di Malattia di
Ménière, i potenziali miogeni
vestibolari (VEMP - Foto 1)
trovano il loro razionale nella
tesi, già considerata da Tullio
nel 1928 e da Von Bèkèsy nel
1935, che il vestibolo abbia
conservato l'ancestrale
sensibilità' agli stimoli
acustici, per cui l'azione dello stimolo sonoro sui recettori
del sacculo, determina l'attivazione del cosiddetto riflesso
vestibolo-collico che può essere registrato attraverso
alcuni elettrodi posti sulla cute della clavicola, del
muscolo sternocleidomastoideo e dello sterno. I VEMP
sono l'unico test in grado di indagare l'integrità del nervo
vestibolare inferiore, e sono già utilizzati con vantaggio
nella diagnosi del neurinoma dell'acustico, della Vertigine
Parossistica da Posizionamento Benigna e della sindrome
di Minor, ma è presente un risvolto pratico anche nella
diagnosi della malattia di Ménière.
E' stato osservato infatti che in un'alta percentuale (54%)
di pazienti menierici i VEMP sono assenti dal lato
patologico e che l'ipoacusia
percettiva in salita, tipica della
malattia, è strettamente
correlata alla loro alterazione.
Queste osservazioni hanno
fatto ritenere che il sacculo sia
il primo organo del labirinto
posteriore ad essere
danneggiato dall'idrope, anche
in presenza di una normalità alle prove caloriche.
Il sacculo infatti è una struttura posta tra chiocciola e
labirinto posteriore (Fig. 2) e poiché la malattia interessa
precocemente e prevalentemente la coclea coinvolge
sicuramente anche le strutture ad essa più vicine, come
appunto il sacculo, rispetto a quelle più lontane quali i
canali semicircolari e per questo motivo che l'utilizzo dei
VEMP, anche in caso di normale reattività vestibolare alle
prove caloriche, può essere di aiuto nel rivelare
l'interessamento del labirinto posteriore confermando in
tal modo la presenza e l'evoluzione della malattia.
In uno studio pubblicato nel 2007 i VEMP sono stati messi
a confronto anche con l'EcoG che sembrerebbe avere un
valore ancora maggiore ma a differenza dell'EcoG la
ricerca dei potenziali miogenici vestibolari non è una
metodica invasiva e richiede un minimo livello di
collaborazione, è confortevole, veloce da eseguire, non
risente della presenza di una grave ipoacusia ed infine, a
differenza delle prove caloriche, non induce vertigine
oggettiva.
Nel servizio di Audiovestibologia del P.O. SS. Annunziata
di Chieti, abbiamo da alcuni anni affiancato la classica
prova calorica bitermica con l'utilizzo dei VEMP in tutti i
casi di ipoacusia percettiva monolaterale o con curva in
salita ed effettivamente abbiamo osservato anche noi la
presenza di VEMP patologici
in pazienti che
presentavano una assoluta normalità alle prove caloriche
e che non ancora presentavano una vertigine. In molti di
questi casi (42%), in cui in sede di prima visita non era
possibile diagnosticare la Ménière, in seguito si è
manifestato il sintomo.
A nostro parere pertanto, per la loro facile esecuzione e per
i risultati che offrono, i VEMP sono un'arma in più nella
diagnosi audiologica della Malattia di Ménière ed il loro
utilizzo non dovrebbe essere limitato a casi selezionati,
ma dovrebbe divenire uno strumento routinario al pari
dell'audiometria e dell'impedenzometria.
Prof. G. Neri, Responsabile Audiovestibologia
Università di Chieti
Bibliografia:
De Waele C, e coll: Saccular dysfunction in Ménière's
disease. Am J. of Otology 20: 223-232, 1999
Terrence P. e coll.: EcoG and VEMP in the evaluation of
Ménière disease. Otolaryngol head and neck surg.137(2S),
144, 2007
Vicini C. e coll.: Potenziali Vestibolari miogenici e
riabilitazione vestibolare in Cesarani A.: LA
RIABILITAZIONE VESTIBOLARE Omega ed. 2007 Torino.
e mail: [email protected] - [email protected]
Disfunzioni
dell'Articolazione
Temporomandibolare
e Malattia di Menière
questo caso, assai comune, ogni qualvolta l'individuo
deglutisce (e ciò avviene circa duemila volte al giorno a
prescindere dalla volontà e dallo stato di sonno e veglia) i
condili percuotono l'orecchio con più o meno violenza,
come può essere facilmente riscontrato con la palpazione
endo auricolare (infilando i mignoli nell'orecchio e
muovendo la mandibola).
Edoardo Bernkopf, medico chirurgo, specialista in
odontostomatologia
Vicenza - Parma – Roma
e.mail: [email protected]
sito internet: www.studiober.com
fig. 1
Da qualche tempo si sta facendo strada nella letteratura
scientifica una corrente di pensiero che ipotizza uno
stretto legame della Malattia di Ménière con i disturbi
dell'Articolazione Temporo Mandibolare (ATM).
Interazioni fisiopatologiche fra il l'organo della
masticazione (e quindi in particolare con l'ATM) e
l'orecchio sono state ipotizzate e descritte da vari autori,
sulla base di alcuni rilievi clinici:
1) Alcuni pazienti presentano sintomi auricolari senza
patologia dell'Orecchio.
2) L'incidenza dei sintomi dai quali la MdM è
caratterizzata risulta essere maggiore nei casi di
disfunzione dell'ATM rispetto al resto della popolazione.
3) Tali sintomi vengono riferiti in miglioramento o in
risoluzione dopo trattamento odontoiatrico, e in ricaduta
alla sospensione del trattamento stesso.
4) Per contro, in molti pazienti menierici sono presenti
sintomi caratteristici della disfunzione dell'ATM, e un
adeguato trattamento della disfunzione articolare è spesso
in grado di risolvere o migliorare anche tali sintomi.
L'esatto meccanismo fisiopatologico attraverso il quale
una disfunzione dell'ATM può causare sintomi
all'Orecchio fino a poter costituire importante elemento
patogenetico della MdM non sono chiari: sono stati
chiamati in causa riflessi neurogeni, sinergie muscolari,
comuni rapporti con altre patologie oscure, come
l'Emicrania.
Poco considerata risulta invece la possibile componente
meccanica.
In una ATM normale, i condili di entrambi i lati sono in
rapporto con la parete antero-superiore della cavità che li
ospita (Cavità Glenoide) (fig. 1).
Per vari motivi, in parte legati all'ATM stessa, ma più
spesso al non corretto allineamento dei denti e alla cattiva
postura della mandibola, accade però che i condili
possano dislocarsi in una zona più arretrata, entrando in
rapporto con le superfici più distali delle cavità glenoidi
(fig. 2).
Tali superfici sono in intimo rapporto con l'orecchio. In
fig. 2
L'interessamento dell'orecchio potrebbe in questi casi
essere mediato anche dalla Tuba di Eustachio , sommando
la disfunzione tubarica ai meccanismi muscolari e ai
riflessi nervosi da vari autori ipotizzati.
Appare evidente come, se da un lato il movimento di
apertura della bocca viene comunemente sfruttato per il
ripristino dell'equilibrio pressorio sulle due superfici del
timpano alterato, ad esempio per sbalzi di quota, dall'altro
un cronico dislocamento posteriore di uno o entrambi i
condili e lo squilibrio dei muscoli della masticazione e
della deglutizione, possono dar luogo ad una
ipofunzionalità tubarica e, al limite, ad una stenosi,
sostenendo così, oltre a varie patologie dell'Orecchio che
alle disfunzioni tubariche sono legate, anche la
sintomatologia menierica.
Il rapporto fra condilo mandibolare e orecchio potrebbe
spiegare anche la monolateralità e/o la bilateralità della
sintomatologia: una mandibola laterodeviata favorisce
una sintomatologia otologica omolaterale alla deviazione,
una mandibola biretrusa favorisce una sintomatologia
bilaterale (anche se solitamente un lato prevale).
Altra importante concausa nell'insorgenza della
sintomatologia menierica è stata ipotizzata nei difetti di
postura della colonna cervicale: con adeguato trattamento
fisiatrico, associato a quello volto a correggere le
disfunzioni dell'ATM, si sono riscontrate diminuzioni
della sintomatologia menierica.
La colonna va considerata, nella maggior parte dei casi, un
sistema di compenso di malposizioni che intervengono
nei distretti inferiori (bacino, ginocchia, caviglie, piedi)
solitamente chiamate "Ascendenti", o superiori
(malocclusione dentaria con dislocazione della mandibola
e eventuale disfunzione dell'ATM in particolare)
solitamente denominate "Discendenti", questi ultimi assai
spesso trascurati.
La postura della mandibola è dunque pienamente
coinvolta (anche se spesso trascurata) nella postura del
sistema cranio-vertebrale. Se per varie ragioni
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(scheletriche, dentarie, iatrogene) la mandibola è costretta
ad assumere a bocca chiusa una posizione spaziale
scorretta, ad esempio deviata (fig.3), ciò causerà
necessariamente degli atteggiamenti compensatori a
livello dell' intera struttura corporea e del rachide in
particolare: nel tentativo di mantenere la linea bipupillare
orizzontale, il tutto viene compensato con la disposizione
a S della colonna, che si incurva con concavità
omolaterale alla deviazione a livello cervicale e
controlaterale (sempre rispetto alla deviazione
mandibolare) a livello lombare. ( Fig.4).
fig. 3
fig. 4
PERCORSO
INFORMATIVO - n.1
INQUADRAMENTO CLINICO DELLE
VERTIGINI PERIFERICHE
Dott. Diego Di Lisi
Responsabile Audiologia - Osp. Martini di Torino
La vertigine deriva dall'alterazione dei rapporti
normalmente esistenti tra il nostro schema corporeo e
l'ambiente circostante, la cui percezione deriva
dall'integrazione a livello centrale delle informazioni
sensoriali provenienti da diversi recettori situati in alcuni
organi di senso (occhio, orecchio) e da diversi
propriocettori situati nella muscolatura, nelle
articolazioni e nei tendini. Quando a livello centrale
giungono dai diversi recettori informazioni contrastanti
tra di loro, si genera un conflitto neurosensoriale al quale
l'organismo reagisce con il sintomo della vertigine,
che assume il significato di segnale d'allarme che avverte
il soggetto del fatto che si trova in una condizione
sfavorevole.
Le vertigini, in base alle caratteristiche, possono essere
oggettive (il paziente vede ruotare l'ambiente intorno a sé)
o soggettive (il paziente si sente ruotare ma l'ambiente è
fermo). Le vertigini oggettive sono più frequentemente
causate da malattie del labirinto (vertigini periferiche)
mentre le vertigini soggettive sono più frequentemente
causate da malattie del sistema nervoso centrale (vertigini
centrali). L'inquadramento diagnostico delle vertigini è
ovviamente molto importante e tutta una serie di segni e
sintomi aiutano lo specialista nella diagnosi.
Alla vertigine possono associarsi altri sintomi auricolari
(ipoacusia ed acufeni), di tipo neurovegetativo (nausea,
vomito, tachicardia), o di tipo neurologico (tremori,
ipostenia, dismetria, adiadococinesia, cefalea). Le
vertigini possono essere sintomi di svariati quadri
patologici che colpiscono il labirinto, il sistema nervoso
centrale ed anche l'intero organismo.
La diagnosi spesso non è facile e si giova di tutta una serie
di esami che consentono di confermare o meno i sospetti
diagnostici dello specialista: esame audiometrico, esame
impedenzometrico, potenziali evocati acustici, potenziali
evocati miogenici, TC, RMN.
Tuttavia principale e fondamentale è l'anamnesi, cioè il
racconto preciso e particolareggiato dell'esordio, delle
caratteristiche e della durata delle crisi vertiginose, spesso
da solo in grado di orientare lo specialista sulle cause più
frequenti di vertigine (bedside examination).
C'è infine da osservare che anche il meccanismo vascolare
di insorgenza delle vertigini può costituire un fenomeno
connesso con di una disfunzione dell'ATM. Infatti gli
atteggiamenti compensatori posturali del rachide
cervicale (a seguito di una malposizione mandibolare),
associati o meno a fenomeni di degenerazione artrosica,
possono causare un ostacolato afflusso di sangue al
cervello attraverso le arterie vertebrali, ed esitare
conseguentemente in episodi vertiginosi.
Nell'approccio odontoiatrico-occlusale la terapia è rivolta
a ricercare, sulla base dei reperti anamnestici, clinici e
radiografici, la postura corretta della mandibola.
Viene dunque allestito un disposivo intra-orale in resina
acrilica (può essere denominato bite, splint, Oral device
ecc.) che, grazie alla conformazione decisa caso per caso
dal dentista, obbliga il paziente ad atteggiare la propria
mandibola nella posizione prescelta e considerata corretta,
lasciandola libera di effettuare tutti i movimenti necessari
ad una vita normale ma non quelli considerati patologici.
Con questo approccio, in parte di conferma diagnostica , in
parte già terapeutico, è quindi possibile testare l'effettiva
incidenza della malocclusione dentaria e della
disfunzione dell'ATM sulla sintomatologia menierica, e
sulle vertigini in particolare, il tutto in maniera totalmente
reversibile, priva di qualunque rischio biologico: in caso
di insuccesso la rimozione del dispositivo ripristinerà
esattamente la situazione di partenza.
In caso invece di successo, il paziente potrà scegliere se
avvalersi a vita del dispositivo, oppure se passare ad una
seconda fase riabilitativa della propria bocca, attraverso
un piano di trattamento individuale ortodontico, protesico Comunemente si definisce con il termine di "labirintite"
o misto, che verrà però realizzato sulla base delle una malattia del sistema periferico dell'equilibrio. In
indicazioni attenute con il trattamento iniziale .
realtà l'uso del termine è scorretto in quanto
etimologicamente indica un processo infiammatorio
acuto del labirinto in corso di malattie infettive per
e mail: [email protected] - [email protected]
trasmissione di un virus o quale complicanza di un'otite
batterica acuta o cronica, situazioni cliniche che
fortunatamente sono di assai raro riscontro. Un'altra
espressione impropria, quando utilizzata per definire una
diagnosi, è quella di “sindrome vertiginosa”, in quanto per
sindrome si intende un corteo di sintomi (vertigine,
acufeni, nausea, vomito, ecc.) che “spiegano” la malattia
ma non la identificano dal punto di vista patogenetico.
Come abbiamo già detto, infine sono solo tre le malattie
del labirinto di più frequente riscontro e che qui
introdurremo brevemente.
Vertigine posizionale parossistica benigna
(canalolitiasi e/o cupololitiasi)
La malattia è determinata dal distacco di piccole
formazioni dette otoliti all'interno del labirinto, che
avviene per cause non ancora del tutto note (disturbi della
microcircolazione, traumi cranici o cervicali, forme
idiopatiche) oppure per la formazione di macroparticelle
costituite da frammenti di cellule di ricambio,
precipitazione di cristalli, cambiamento della
componente elettrolitica dei liquidi labirintici. La
sintomatologia, ad insorgenza improvvisa, è
caratterizzata da violente vertigini rotatorie (oggettive) di
brevissima durata (da qualche secondo a qualche minuto)
scatenate dai movimenti del capo e del collo e del tronco,
nistagmo (movimento involontario degli occhi) con
caratteristiche particolari, tendenza alla recidiva, assenza
di sintomi otologici e neurologici, presenza di sintomi
neurovegetativi (nausea, conati di vomito, tachicardia) di
breve durata. La diagnosi viene formulata, oltre che dalla
tipica descrizione dei sintomi, anche da una manovra
eseguita dallo specialista che evidenzia la presenza del
tipico nistagmo (manovra di posizionamento). La terapia
consiste nella cosiddetta manovra liberatoria, cioè
posizionando velocemente il capo del paziente in
posizione tale per cui la forza cinetica e di gravità possano
spingere tali particelle fuori dai canali interessati verso
zone del labirinto non dotate di sensori e quindi “liberare”
immediatamente il paziente dalla sintomatologia.
cocleare configurando una Ménière cocleare o un blocco
cocleare acuto. In questi casi i sintomi uditivi prevalgono
su quelli vertiginosi. La caratteristica dell'ipoacusia è
tipica con perdita dell'udito prevalentemente sulle
frequenze gravi e medie del campo tonale e con variazioni
della soglia in rapporto allo stato della malattia (ipoacusia
fluttuante). La diagnosi si avvale, oltre che dell'anamnesi
e dell'esame obiettivo, anche di una serie di esami
strumentali in cui l'audiometria riveste un ruolo chiave.
Cardine della terapia è tutto ciò che aiuta a “scaricare” il
labirinto “rigonfio” d'acqua, quindi i diuretici, che
possono essere somministrati sia per via endovenosa sia
per via orale, la dieta iposodica o asodica, la dieta
iperidrica, finalizzata ad inibire l'effetto dell'ormone
antidiuretico (ADH) a livello renale. Altro caposaldo
della terapia sono i farmaci vestiboloplegici, cioè che
inibiscono la funzione labirintica, per ridurre l'intensità
dei sintomi, prima fra tutti la betaistina. In caso di
fallimento della terapia medica trovano utilizzo altri
metodi, quali l'ablazione tossica-farmacologica del
labirinto mediante instillazioni endotimpaniche di
Gentamicina, il trattamento con impulsi a bassa frequenza
(Meniett) e le instillazioni endotimpancihe di
corticosteroidi. Ormai rara è l'indicazione chirurgica di
neurotomia vestibolare per la presenza di terapie
alternative altrettanto valide e meno rischiose.
Neuronite vestibolare
Si tratta di una "infiammazione acuta" che colpisce
elettivamente i recettori o le fibre del nervo vestibolare.
Spesso la malattia è preceduta da un episodio di natura
infiammatoria delle prime vie aeree (rinite, faringite,
influenza) per cui si sospetta l'origine virale. I sintomi
della malattia consistono in una violenta vertigine
rotatoria ad insorgenza improvvisa della durata di vari
giorni sino a due o tre settimane, accompagnata da
imponente sintomatologia neurovegetativa (nausea,
vomito, cardiopalmo, tachicardia) in assenza assoluta di
sintomi a carico dell'orecchio e del sistema nervoso
centrale. I sintomi tendono ad attenuarsi
progressivamente ma può esitare un danno permanente
della funzione labirintica. La terapia si giova, ove
possibile, dell'uso di cortisone per un periodo abbastanza
Sindrome di Ménière
La sindrome è caratterizzata da una tipica triade lungo e di farmaci vestiboloplegici.
sintomatologica: vertigine oggettiva, ipoacusia ed
acufeni. Un'alterazione nella produzione e/o del
riassorbimento dell'endolinfa con accumulo di liquido
(idrope) è il meccanismo patogenetico ormai più
accreditato anche se a tutt'oggi non si conosce ancora la
causa che spieghi perché ciò avvenga. La vertigine è
rotatoria, improvvisa, molto intensa e accompagnata da
nausea, conati di vomito, pallore, sudorazione e
tachicardia; sono assenti segni e sintomi neurologici. Le
vertigini hanno durata varia (da qualche ora sino a 1-2
giorni) e possono assumere carattere subentrante oppure
ripetersi a notevole distanza di tempo.
Talvolta l'idrope si localizza prevalentemente al labirinto
on line: www.aimmitalia.it
L
a diagnosi della
malattia di
Menière
prima è la misurazione della cedevolezza del timpano,
ottenuta mandando in successione una pressione positiva e
negativa in modo da far spostare la membrana del timpano
e da valutarne la sua funzionalità; la seconda per la
rilevazione dei riflessi stapediali sia ipsi che controlateralmente (studio del funzionamento dei tre ossicini,
martello – incudine – staffa); nell'insieme il test è
fondamentale per individuare eventuali problemi a carico
dell'orecchio medio (sospetta Otosclerosi o presenza di
catarro nell'orecchio); il test viene eseguito inserendo nel
condotto uditivo esterno una sonda con tre piccoli fori
coperta da un tappino di gomma , in modo da ottenere una
chiusura ermetica e poter iniziare la registrazione.
Angela Tartari – audiometrista
Dr. Pier Paolo Cavazzuti
U.O. ORL Osp. Maggiore - Bologna
La malattia di Menière (MM) oltre ad essere una malattia
che molto spesso si presenta in forma diversa da
paziente a paziente, risulta essere anche molto difficile da
diagnosticare, specialmente nella fase iniziale, quando
non tutti i sintomi o almeno i più evidenti, sono presenti.
Spesso chi viene colpito da questa malattia accusa uno o
più di questi sintomi: vertigine, pienezza auricolare,
acufeni, udito fluttuante. A meno che non si abbia la
fortuna di trovare uno specialista che conosca molto bene
la sintomatologia della MM, può succedere di doversi
sottoporre a molte visite prima che qualcuno capisca
veramente di cosa si tratti. Stabilire però, nella fase
iniziale, che un paziente è veramente affetto dalla MM
richiede qualcosa di più che una visita ambulatoriale
dallo specialista, infatti in accordo all'American
Academy of Otolaryngology (AAO) sono stati stabiliti
una serie di criteri per una precisa diagnosi della MM.
Questi si basano principalmente su alcune prove ed
esami diagnostici e di laboratorio, dai risultati dei quali lo
specialista-otorino sarà in grado di accertare con
sicurezza la presenza della MM nel paziente. I più
importanti esami diagnostici che devono essere eseguiti
sono:
ABR-Potenziali evocati uditivi
Questo particolare esame dell'organo dell'udito fa parte
delle tecniche di audiometria obbiettiva, che non
richiedono cioè la collaborazione del paziente. Vengono
applicati alcuni elettrodi al lobo dell'orecchio ed alla fronte
e si inviano, attraverso le cuffie indossate dal paziente,
suoni con particolari caratteristiche. L'esame non è
doloroso né pericoloso ed al paziente viene richiesto di
rimanere ben fermo ed in condizioni di rilassamento al
buio o nella penombra per alcuni minuti. Un particolare
computer registra le risposte elettriche che i suoni
producono nell'orecchio interno e che successivamente
percorrono il nervo acustico e le vie nervose per
raggiungere i centri uditivi del cervello. Quest'esame
fornisce importanti informazioni per la localizzazione di
una perdita uditiva neurosensoriale che potrebbe
dipendere da malattie del labirinto, del nervo acustico o dei
centri nervosi ed è molto importante per escludere la
presenza di un neurinoma del nervo acustico.
Esame audiometrico tonale e vocale
Tonale: test di misurazione della soglia uditiva su ciascun
orecchio, eseguibile sia per via aerea (da 125Hz a
8000Hz) che per via ossea (da 250HZ a 4000Hz)
eseguito con un apparecchio tarato computerizzato
chiamato audiometro; il suono viene trasmesso al
paziente tramite cuffia o vibratore osseo; i risultati
vengono riportati su un grafico che prende il nome di
audiogramma tonale. La soglia di trasmissione per via
aerea indica il grado di perdita dell'udito. La soglia di
trasmissione per via ossea indica la funzione
neurosensoriale .
Vocale: test di misurazione della discriminazione vocale
(comprensione delle parole), eseguito attraverso liste di
parole udite in cuffia o attraverso vibratore osseo. Al
paziente vengono proposte liste di 10 parole
appositamente tarate e registrate; sull'audiogramma
vocale si riporta a quale intensita' il pazienta percepisce le
parole, ne ripete correttamente la meta', le ripete tutte
correttamente .
Otoemissioni Acustiche
Le otoemissioni acustiche o emissioni cocleari sono suoni
generati dalla coclea (organo dell'udito) spontaneamente o
a seguito (evocati) di una determinata stimolazione
acustica esterna. La presenza delle otoemissioni acustiche
testimonia lo stato di buona funzionalità meccanica
dell'apparato uditivo. Pertanto, sono utilizzate per la
diagnosi della sordità di percezione, vale a dire relativa
all'orecchio interno, al nervo acustico ed alle vie acustiche,
che sono quelle vie nervose che collegano l'orecchio al
cervello. Si utilizzano delle apparecchiature sofisticate
che sfruttano il fatto che l'orecchio interno , stimolato da
un suono, oltre a trasmettere al cervello impulsi elettrici,
genera a sua volta segnali acustici (otoemissioni).
Nella diagnosi degli acufeni o di disturbi del labirinto
senza apparente perdita uditiva, quest'indagine, più
sensibile dell'esame audiometrico ( con il quale non è
sovrapponibile), consente di individuare precocemente
eventuali alterazioni a carico della porzione coclearie dell'
orecchio interno.
Esame Impedenzometrico
Test composto da due fasi entrambe molto importanti: la
Potenziali evocati vestibolari miogenici (VEMPs)
Con il termine VEMPs (Vestibular-Evoked Myogenic
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Potentiais) viene indicata una particolare tipologia di
potenziali muscolari registrabili dai muscoli
sternocleidomastoidei (muscoli del collo) a seguito di una
stimolazione meccanico vibratoria sul cranio o di intensa
stimolazione acustica. Si registrano, cioè, le
impercettibili "correnti elettriche" che attraversano il
nostro cervello (potenziali), prodotte in seguito a stimoli
specifici (evocati), che possono essere acustici o
vestibolari. Il nervo che viene studiato è il nervo
vestibolare inferiore, quindi è più specifico per la
valutazione del paziente vertiginoso.
audiometrico basale e di controlli successivi (3 in tutto,
uno all'ora) nelle tre ore successive all'assunzione di
glicerolo pervia orale. Il glicerolo è infatti un diuretico
osmotico, ovvero una sostanza capace di aumentare
l'eliminazione dei liquidi. Se nei controlli successivi si
osserva un miglioramento dell'ipoacusia di almeno 10 dB
l'esame è considerato positivo.
Valutazione otoneurologica ed esame vestibolare
L'apparato vestibolare è costituito dal labirinto situato
nell'orecchio interno, dal nervo vestibolare, dalle vie
vestibolari centrali e dalle informazioni che giungono al
nostro cervello da molti organi e strutture (occhio,
cervelletto, muscoli cervicali, ecc.). Attraverso un
approfondito colloquio con il paziente ed utilizzando una
serie di tests di movimento e di posizionamento, il
vestibologo indaga tutto il complesso sistema che
contribuisce al mantenimento del nostro equilibrio.
L'elettronistagmografia
L'esame vestibolare strumentale con l'impiego di
elettrodi o di telecamere agli infrarossi, studia i
movimenti degli occhi nelle diverse direzioni dello
sguardo e in diverse posizioni del capo. Con l'ausilio di
irrigazioni auricolari tiepide e fredde, verifica lo stato
funzionale dei canali semicircolari orizzontali. Puo'
rivelare la presenza di nistagmo patologico e permette di
diagnosticare diversi disturbi dell'apparato vestibolare. Il
nistagmo può essere congenito (cioè presente dalla
nascita) o può manifestarsi in seguito ad altre malattie
(degli occhi, del sistema nervoso, psichiche, ecc.). La
nistagmografia consente di risalire alle sue cause. Con la
nistagmografia è possibile studiare tanto il nistagmo
spontaneo, quanto quello provocato da sollecitazione
dell' organo dell'equilibrio (prove vestibolari).
L'esame vestibolare studia la funzione del labirinto
stimolandolo mediante l'irrigazione del condotto uditivo
esterno con acqua calda e/o fredda a temperatura
appropriata. L'esame non è doloroso e provoca una
vertigine che scompare nel giro di 2-3 minuti. In alcuni
casi questa può essere piuttosto violenta ed
accompagnarsi a senso di nausea.
Test al Glicerolo
Nelle fasi iniziali della MM, soprattutto se l'ipoacusia è
fluttuante, può a volte essere utile il test al glicerolo.
Attraverso un meccanismo di tipo osmotico il glicerolo
riduce l'idrope endolinfatico e di conseguenza provoca un
miglioramento oggettivo e soggettivo della capacità
uditiva.Per poter accertare la responsabilità dell'idrope
endolinfatico quale meccanismo alla base di una
ipoacusia neurosensoriale è da tempo stato messo a punto
questo tipo di test, che prevede l'effettuazione di un esame
F
orum Europeo per
la salute 2008
Nadia Gaggioli, 9 dicembre 2008
ore 4,30 – che alzataccia… fa un freddo… ma
l'eccitazione è tanta… almeno quanta la paura dell'aereo,
meglio, la paura di entrare in un luogo stretto ed affollato.
Ok, chiamiamola pure“claustrofobia”.
ore 5 – partenza per l'aeroporto e pseudo training
autogeno: chi vuoi che parta per Bruxelles alle 6 del
mattino? L'aereo sarà semi vuoto ed il volo è breve…
ore 5,30 – check in – una fila lunghissima…. Il Congo è
un'ex colonia della famiglia reale Belga e tutt'ora
mantiene dei privilegi nei trasporti, pertanto, per un
congolese, per rientrare nella propria patria, è più
conveniente andare a Bruxelles e da qui in Congo…
Ore 6 – salgo sull'aereo che non è pieno, è stipato. Sono
l'unica donna bianca!!
L'agitazione è tanta, faccio fatica a tenere a freno la
claustrofobia, piuttosto frequente in noi menierici, ma
sono così felice di questo invito che posso superare tutto.
Però, prima arrivo e meglio è…
L'alba mi sorprende sull'aereo ed è uno spettacolo
meraviglioso.
on line: www.aimmitalia.it
Sono a Bruxelles, e questo è il resoconto di quanto è
avvenuto.
Il 10 e 11 dicembre 2008 si è tenuto a Bruxelles il Forum
Europeo per la salute (EU Health Forum 2008).
Il Forum per la salute è organizzato periodicamente dalla
Direzione Generale per la Salute e la Protezione del
Consumatore della Commissione Europea.
Il titolo del Forum 2008 è stato: “Lo sviluppo e il
miglioramento e consolidamento della salute nell'Unione
europea”.
Lo EU Health Forum ha lo scopo di coinvolgere i vari
rappresentati di interessi collettivi (Stakeholders):
associazioni di pazienti, di medici, istituzioni, università,
centri di ricerca ecc. in una discussione comune per
suggerire alla Commissione Europea proposte di azione e
Ho potuto prendere la parola, avendo tutti Voi nel mio
cuore e nella mia mente, per rappresentare e chiedere alle
Istituzioni Europee, ed agli altri rappresentati, di prendere
in considerazione lo status del malato di Menière dato che
a tutt'oggi, come purtroppo ben sappiamo, la malattia di
Menière non è in alcun modo tutelata, non rientrando tra le
malattie rare o invalidanti.
Il Forum è stato aperto da una relazione di Androulla
Vassiliou, Commissaria per la Salute e la Protezione del
Consumatore della Commissione Europea.
I lavori del Forum si sono svolti, in una prima fase, su tre
gruppi di lavoro:
gruppo 1: stili di salute e di vita per la popolazione
giovane
gruppo 2: Europa per i pazienti
gruppo 3: massimizzazione dei benefici per la salute per i
cittadini attraverso le nuove tecnologie.
Androulla Vassiliou, Commissaria per la Salute e la Protezione del Consumatore della Commissione Europea.
attività per proteggere e migliorare la salute dei cittadini Io, naturalmente, ho partecipato al gruppo “Europa
per i Pazienti”.
europei.
Ogni gruppo di lavoro aveva un coordinatore che ha
Al Forum si partecipa su invito: per la prima volta un raccolto i contenuti della discussione, poi gli esiti dei
rappresentate dei malati di Menière è stato invitato e lavori dei tre gruppi sono stati presentati in sessione
plenaria e hanno costituito il documento finale della
ha partecipato ad una edizione del Forum.
edizione
2008 che è stata conclusa da Robert Madelin,
Questo non può non essere per noi motivo di grande
Direttore
Generale della Direzione Generale per la Salute
soddisfazione e di legittimo orgoglio.
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e la Protezione del Consumatore della Commissione
Europea.
Il Forum ha avuto luogo a Palazzo Carlo Magno, uno degli
edifici principali delle Istituzioni Europee di Bruxelles.
Anche in questa sede è stata ribadita l'importanza, sempre
più rilevante, della collaborazione tra le associazioni di
volontariato dei malati, non solo per la tutela che queste
rappresentano, ma anche per il supporto pratico,
informativo e psicologico che affianca il lavoro dei
medici, aumentandone l'efficacia.
Ho avuto modo di conoscere la signora Melody Ross,
rappresentante internazionale di CittadinanzAttiva, alla
quale, pare incredibile, è appena stata diagnosticata la
malattia di Menière. Con lei, che vive a Roma, è bene che
l'A.I.M.M.. prenda contatti cercando una collaborazione
che una associazione di volontariato tra le più importanti
al mondo, certamente potrà dare.
Alla signora Ross ed al dr. Andrzey Rys, Direttore della
Direzione per la Salute Pubblica e la Tutela del Rischio
della Commissione Europea, invierò l'audizione scritta
che ho presentato in Commissione Sanità del Senato, non
appena una volontaria ne terminerà la traduzione in
inglese.
Così si è concluso il 2008, anno che purtroppo non ha
portato grandi novità nel campo delle terapie, ma che
invece ha segnato una svolta positiva nei rapporti con le
Istituzioni:
- l'audizione scritta in Commissione Sanità del Senato
- la pubblicazione della mia relazione di cui sopra nel sito
dell'Ordine dei medici di Bologna e la pubblicazione, nel
bollettino dello stesso Ordine di una pagina interamente
dedicata all'AIMM.
- lo EU Health Forum di Bruxelles
Qualcuno dirà “e i risultati?”
Non so se e quando ci saranno, certamente però nel 2008
ci siamo fatti sentire non solo con i medici (cosa
importantissima), ma abbiamo detto a chi sta all'Apice che
noi esistiamo e che abbiamo il diritto di vivere una vita
dignitosa nel rispetto del concetto di salute quale migliore
condizione psico fisica possibile.
Non possiamo pretendere la guarigione immediata,
possiamo però pretendere che sulla nostra malattia si
faccia ricerca e possiamo pretendere che ci vengano
riconosciute tutte le tutele che ogni malato ha diritto di
avere in rapporto al proprio handicap.
Possiamo e dobbiamo pretendere dignità, rispetto, tutela,
e ciò non può avvenire se ci rapportiamo individualmente
con le Istituzioni, anche in questo è importantissimo il
ruolo di una Associazione che rappresenti la realtà di tanti
pazienti e che, oltre a raccoglierne la voce e spesso il
pianto, si faccia carico di portare queste voci a chi non le
ascolta, spesso anche perché non sa che esistono.
Questo viaggio a Bruxelles penso abbia aperto un piccolo
spiraglio, sta a noi, a tutti noi, da ora in poi, fare in modo
che attraverso questo spiraglio passi sempre più luce.
Come quando all'alba vediamo quella luce meravigliosa
che promette un nuovo, bellissimo, giorno..
on line: www.aimmitalia.it
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Ricercatori italiani in uno studio sulla validità del
trattamento con gentamicina a basse dosi, hanno trattato
55 pazienti malati di Ménière praticando tre iniezioni
intratimpaniche ad intervalli di 12 ore ciascuna. Dopo il
trattamento il 60% dei pazienti ha mostrato un completo
controllo degli attacchi di vertigine, il 16% un buon
controllo, il 4% un controllo moderato, ed infine un 4%
ha riscontrato solo scarsi benefici dal trattamento.
Da un punto di vista audiometrico inoltre è stato notato
che nel 61% dei casi non ci sono state variazioni nella
soglia uditiva, nel 22% si è addirittura notato un
miglioramento e infine nel 17% dei casi un
peggioramento.
American Journal of Otoralyngology, Ottobre 2007
Ricercatori spagnoli hanno sottoposto per un anno un
gruppo di 137 pazienti sofferenti di acufeni alla Tinnitus
Retraining Therapy (TRT), una terapia riabilitativa
dell'orecchio che "sente" acufeni. Questa terapia si basa su
una vera e propria riabilitazione neurosensoriale che può
durare mesi: in pratica ad ogni paziente si fornisce un
piccolo apparecchio acustico da indossare varie ore al
giorno e che emette un rumore bianco a basso volume . Il
rumore “bianco” emesso dall'apparecchio si mescola agli
acufeni senza mai coprirli . Lo scopo è abituare il cervello
a percepire i suoni fastidiosi non come un disturbo, ma
come suoni "normali".
I risultati sono stati molto buoni e in particolare ne hanno
tratto giovamento i malati di Ménière.
American Journal of Otoralyngology,
Agosto 2007
Ricercatori francesi hanno effettuato uno studio
retrospettivo su 58 pazienti sottoposti a neurotomia
vestibolare (NV) e 32 sottoposti a trattamento con
gentamicina. (GM). Il 7% dei pazienti NV e l'11.4% di
pazienti GM hanno nuovamente accusato dopo gli
interventi attacchi di vertigine. La soglia uditiva
aumentava da 45 dB nei pazienti NV e da 69.11 dB a
74.51 dB nei pazienti GM.
In pratica i due tipi di interventi permettono un simile
controllo della vertigine nei malati di Ménière facendo in
generale preferire il trattamento con gentamicina alla
neurotomia per la minore invasività del trattamento
chimico rispetto a quello chirurgico.
Auris Nasus Laryx,
Novembre 2008
L’angolo della posta
Sonia - Empoli
Ciao, amici dell'A.I.M.M., un ciao grandissimo a Nadia,
Anna ed Ignazio, che mi sono stati vicino durante il mio
intervento di neurotomia vestibolare.
Grazie Anna, nonostante i tuoi problemi non mi hai
lasciata sola un giorno, sei grande! Siete grandi!!
Scusate mi presento adesso,era troppo forte e molto
importante la voglia di ringraziare queste persone. Io mi
chiamo Sonia ed abito ad Empoli, ho 52 anni e sono malata
di Menière dal 2000.
Era un pomeriggio di Dicembre 2000, dovevo andare ad
una cena con la mia famiglia, quando tutto cominciò a
roteare intorno a me, non stavo più in piedi, ero in un lago
di sudore: il vomito e le vertigini si stavano impossessando
della mia persona. I miei mi aiutarono a mettermi a letto,
stavo molto male: tutto ciò durò dal pomeriggio al giorno
dopo; una volta passata la crisi ero sfinita, era come se un
treno fosse passato su di me, quanta paura!
I giorni dopo passarono e mi ripresi in mano la mia vita…
credevo, ma la calma durò poco,ci furono altre crisi che si
susseguirono nei giorni e negli anni. Mi rivolsi
all'Ospedale di Careggi, nel reparto di Orl e qui dopo
visite, visite e controlli passarono gli anni, ma non le crisi,
non vidi nessun miglioramento. Cercai su Internet e
scoprii, la Sindrome di Menière; al controllo successivo ne
parlai con il medico mi confermò questa malattia di
Menière.
Chiesi cosa poter fare per alleviare i sintomi e per tentare
di stare un po' meglio, la risposta fu: “deve imparare a
convivere con la sua malattia”. In seguito provarono a
farmi 10 infiltrazioni di Gentamicina, ma neppure questo
servi a qualcosa.
I giorni, i mesi gli anni passavano ed io avevo sempre le
mie vertigini, provai di tutto, pastiglie, diuretici, diete
iposodiche, miglioravo provvisoriamente, e dopo le crisi
si ripresentavano sempre più forti. Quando stavo in po'
meglio andavo a lavorare ma il più delle volte dovevo
essere riaccompagnata a casa, ero fuori e dovevano venire
a riprendermi i miei familiari.
No! , non accettavo più tutto questo, volevo essere ancora
io a decidere della mia vita, e non potevo arrendermi a
questa malattia.
Ritornai così su Internet alla ricerca di un'Associazione
che si occupasse dei malati menierici, ed è così che trovai
voi, carissimi amici, un mercoledì composi il numero di
telefono e li ci trovai la grandissima Anna, che mi ha dato
subito consigli e tanta forza per reagire.
Dopo varie domande, scambio di opinioni, dissi che mi
sarei voluta operare e fu li che Anna mi disse che anche lei
diversi anni prima si era sottoposta all'operazione di
Neurotomia Vestibolare e che adesso stava bene.
Parlammo tantissimo, le chiesi a chi mi sarei dovuta
rivolgere e grazie a lei conobbi il Dott. Cavazzuti
dell'Ospedale Maggiore di Bologna. Dopo le necessarie
visite ed esami si concluse che era necessario sottopormi
all'intervento.
e mail: [email protected] - [email protected]
Il 23 Ottobre del 2008, mi sono sottoposta alla
Neurotomia Vestibolare: è stato un intervento
sofferto,doloroso, gran mal di testa, vomito, ma tutto ciò
ne valeva la pena perché col passare dei giorni miglioravo
notevolmente e ricominciavo nuovamente la mia vita.
Anna in quel periodo mi è stata vicinissima, non c'era
giorno che non venisse in ospedale a trovarmi e darmi
coraggio; così è stato anche per Nadia, donna
meravigliosa e straordinaria; tutt'ora ci sentiamo , grazie!
Un grazie anche ad Ignazio, che mi ha dato consigli e tanta
forza per farcela. Ora avendo sentito tutti loro con il loro
vissuto e con le loro storie è tantissima la voglia di
ritornare ad una vita normale.
Oggi mi ritrovo a scrivere e sono esattamente 27 giorni
che mi sono operata, ho ripreso a camminare da sola,
anche se ancora tentenno riesco a fare le mie cosette, sono
felicissima; ancora la strada è lunga ma ce la devo fare.
A tutti coloro che soffrono di questa malattia dico: Non
arrendetevi mai! Noi dobbiamo essere più forti e ce la
faremo. Ringrazio tutti i medici e gli infermieri del reparto
ORL , che mi sono stati sempre vicino ed aiutato, ancora
un grandissimo grazie ad Anna, Nadia e Ignazio.
Un ciao da Sonia
Giuseppina di San Casciano V.P. (FI)
Cari amici dell' Aimm, grazie per tutto quanto fate per noi
“menierici”.
Ho incontrato la malattia 4 anni fa circa, dopo la morte di
mia madre e l'invalidità (che lo avrebbe portato alla
morte) di mio padre. Acufeni terribili (con astensione dal
sonno per mesi), sordità fluttuante e dopo un paio d'anni
l'apoteosi: crisi giornaliere di vertigini e vomito.
Ho 50 anni e avendo avuto circa 9 anni fa un tumore al
seno, avevo già vissuto un incontro ravvicinato con il
dolore e l'angoscia, ma questa malattia ha fatto
concorrenza anche alla disperazione del periodo dell'
operazione, della chemio etc.
Poco più di un anno fa dopo il solito tragitto (flebo,
mannitolo, camera iperbarica ecc.) risultato inefficace per
me, il Dott. Vannucchi di Firenze mi ha eseguito un'
infiltrazione intratimpanica di gentamicina (il protocollo
sarebbe stato di 3 infiltrazioni, con cadenza non meno di
un mese una dall'altra). Dopo la prima infiltrazione sono
stata bene per circa un anno e quindi non ho eseguito le
altre. Nel settembre, scorso all'improvviso sono tornate
le crisi vertiginose, un po' meno violente, ma di nuovo
abbastanza costanti nei mesi a seguire. Inevitabile a
questo punto l'appuntamento per
una seconda
infiltrazione con le possibili conseguenze positive e
negative fra cui: eventuali danni all'udito (anch'essi
comunque inevitabili nel proseguo della malattia).
Puntuali ritornano i dubbi e i timori su questo nuovo
intervento mirato a devitalizzare “irreversibilmente”
alcune (quante?) cellule del labirinto, di nuovo
domande.....“come reagiranno il mio orecchio e il mio
corpo con tutti i loro “astrusi” equilibri chimicofisici?”... In più a minare la sicurezza della decisione,
l'illusione (infondata) che “il cane feroce”, anche senza
altri interventi, potrebbe rimanere “a cuccia” chissà per
quanto... Nonostante i miei timori e l'onesta dichiarazione
da parte medica che nessuno può dare garanzie assolute
sulla portata delle eventuali conseguenze, decido di
rispettare l'appuntamento, anche grazie al Dott.
Vannucchi che oltre alla sua competenza mi ha fornito
un delicato incoraggiamento morale.
Nella mia vita, decidermi comunque ad “agire” è una
caratteristica costante, non tanto per coraggio, ma perché
nulla è peggio dell'attendere passivi gli eventi con la
”paura della paura” (me le ha dette mio padre queste
parole, poco prima di morire, in uno dei rarissimi
momenti di lucidità).
Strani giochi ti fa la vita, sei una persona tendenzialmente
ansiosa e ti viene un qualcosa che più ansia non ti potrebbe
scatenare: vivere solo aspettando che ti arrivi l'attacco in
auto, come a letto di notte, al lavoro o in coda ad un
museo, come mi è capitato ultimamente.
Non me lo posso permettere, ho due figlie di tredici e
sedici anni e un marito meraviglioso che ha vissuto “nella
buona e nella cattiva sorte” questi ultimi dieci anni
facendomi da autista-infermiere-segretario e che è
duramente provato anche lui dal ruolo di chi guarda,
spesso impotente, la persona amata che ti grida: aiuto, mi
gira tutto, fai qualcosa, reggimi, no…, portami la
bacinella…” veramente poco poetico! Altro che “Dolce
stil novo”!
Per ora le reazioni alla seconda infiltrazione sembrano
buone, già vedere il mondo circostante più “fermo” è un
buon traguardo e sono diverse settimane che non ho
attacchi, la ginnastica vestibolare eventualmente mi
aiuterà a stare ancora meglio in equilibrio e poi...
aspettiamo con fiducia.
Mi fa piacere associarmi all'Aimm e soprattutto avere la
possibilità di condividere con voi, oltre che le angosce
anche la speranza e la fiducia. Anche nelle esperienze più
terribili ho imparato che da qualche parte, qualche filtro di
luce c'è, anzi un piccolissimo fascio di luce è quello che
attira l'attenzione più di tutte le tenebre intorno e ti viene
istintivo seguirlo.
Diceva Seneca: “se cadi, combatti in ginocchio!” e credo
che nel nostro caso si possa applicare alla lettera. Nel mio
percorso con le varie malattie, a cominciare dal cancro al
seno, fra le svariate armi (training autogeno, yoga,
psicoterapia, aiuti sacerdotali...) usate contro i “mali” ho
cercato per libri, pubblicazioni, internet etc. tutte le
massime, tutti gli aforismi, tutta la “saggezza” trovabile e
tuttora ovunque ricerco la testimonianza e la forza che
tantissima gente, anonima o famosa, nel corso dei secoli,
ha regalato al prossimo nella perenne lotta conto il
“Male”, in tutte le forme che può assumere: lutti,
ingiustizie, malattie, paure, disabilità e così via. Ho sparso
per casa le frasi per me più significative, e ne ho raccolte
tantissime da lasciare, come vademecum, per le mie
figlie, anche se, riconosco, servono molto di più, a
“convincere” me nella mia “saggia maturità” che non
loro nella loro “presunta” immaturità giovanile.
Grazie ancora per il conforto e a presto.
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Comunicazioni
per i Soci
Nadia Gaggioli ha aperto un gruppo su Facebook, chiamato
“Malattia di Ménière”.
Il gruppo è aperto a tutti: malati,familiari, medici ecc. e Nadia ne
è l'amministratore.
Il gruppo è già attivo da alcune settimane ed ha lo scopo di
integrare ed affiancare il lavoro dell'A.I.M.M. In ogni momento
della giornata l'iscritto al gruppo potrà confrontarsi, sfogarsi,
attingere informazioni in un contesto di completa condivisione
e comprensione.
Naturalmente bisognerà sempre tenere presente che si tratta di
un gruppo di malati e non di medici, quindi i consigli ricevuti
dovranno sempre essere sottoposti al proprio medico curante. E'
volontà di Nadia che questo contenitore fosse anche se non
sopratutto un luogo dove vivere il quotidiano con tutte le
difficoltà che la nostra malattia ci impone.
Il Dott. Luigi Califano, nostro socio sostenitore, responsabile S.
S. Audiologia e Foniatria dell’Ospedale “G. Rummo” di
Benevento invia il suo più profondo ringraziamento
all’Associazione ad ai singoli malati che gli sono stati vicini al
momento della perdita del suo papà.
Appuntamenti... notizie!
SABATO 18 APRILE 2009
Presso la Sala Colonne dell'Ospedale Martini di Torino – Via Tofane 71
Ore 9,30 Incontro – Conferenza
LE DISFUNZIONI
DELL'ARTICOLAZIONE TEMPORO MANDIBOLARE
NELLA MALATTIA DI MENIERE
quale ruolo patogenetico? quale possibile terapia?
Relatore – Dr. Edoardo Bernkopf – specialista in odontontostomatologia
Ore 11,00 Assemblea ordinaria dell'AIMM
Ore 11,30 Discussione con i medici
Ore 12,30 Termine lavori
Modalita' di iscrizione all'A.I.M.M. Onlus:
La quota associativa annua 2009 è di € 31,00 socio ordinario
La quota associativa annua 2009 è di € 100,00 socio sostenitore
Da versare tramite:
-c/c postale n. 18219782 intestato all'A.I.M.M. Onlus – 10141 Torino.
- bonifico bancario, intestato a A.I.M.M. Onlus presso Banca D'Alba, filiale di Moncalieri (To)
IBAN : IT 10 V 08530 20000 000470 100529
- Assegno bancario intestato a A.I.M.M. Onlus da inviare alla casella postale 3194 -10141 Torino
PUNTI DI ASCOLTO:
TORINO
Tel. 011-70952668
BOLOGNA
Tel. 051-6478724
BENEVENTO Tel. 0824-57499
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Martedì ore 10.30-12.00
Lunedì ore 18.00-19.00
Giovedì ore 17.00-18.30
Mercoledì ore 9.00-10.00
Mercoledì ore 16.30-19.00
e mail: [email protected]
[email protected]
La stampa di questo bollettino è un servizio di IDEA SOLIDALE
LA VERTIGINE E LE SUE PAURE
Relatore - Dr. Diego Di Lisi - Responsabile Audiologia ORL Ospedale Martini