ASSOCIAZIONE ITALIANA MALATI DI MENIÈRE ONLUS APRILE 2009 Il Presidente Grassi Pirrone Franco Cari amici, sono ormai due anni che mi onoro , grazie al mandato che mi avete conferito, di servire l'Associazione in qualità di Presidente . Quest'anno per la prima volta l'Assemblea annuale dei soci si terrà nella nuova sede a Torino, verranno presentati i bilanci: consuntivo per l'anno 2008 e preventivo per l'anno 2009. Approfitto di questa occasione, per rivolgervi l'invito ad una maggiore partecipazione alle nostre attività Istituzionali . Comprendo che per alcuni tale impegno, possa risultare gravoso, in considerazione alla differente dislocazione di Torino rispetto a Bologna, inoltre il vincolo dell'orario, dettatoci dall'organizzazione Ospedaliera può complicare ulteriormente gli spostamenti. Voglio comunque rivolgere a tutti, ed in particolare a coloro che risiedono in Piemonte e nelle Regioni limitrofe, l'invito a partecipare numerosi. Non posso nascondervi la preoccupazione per questo particolare momento di crisi economica che il nostro paese e tutto il mondo, stanno attraversando, con l'auspicio di una rapida risoluzione, è doveroso da parte mia offrirvi un messaggio di speranza e solidarietà. Oltre a dover fare i conti con la malattia di cui siamo affetti, alcuni di noi vivono momenti di insicurezza in ambito lavorativo, con pesanti ripercussioni nella sfera familiare. Tutto ciò non fa altro che aumentare lo stato d'ansia e stress che certamente non giovano alla nostra condizione di ammalati non di meno si corre il rischio che, possibili tagli di carattere economico, possano compromettere quel processo di trasformazione che si era avviato nella sanità pubblica, per la ricostruzione del rapporto di fiducia tra servizio sanitario e cittadini, in termini di qualità ed appropriatezza delle prestazioni. Le mie sono supposizioni ma il difficile momento che stiamo attraversando mi impone di mettervi in guardia dal non rinunciare ai vostri diritti di ammalati. . Molti di noi, recandosi in alcune strutture Ospedaliere non hanno trovato un operatore sanitario, professionale, in grado di riconoscere la malattia. Il compito, non facile dell'Associazione sarà quello di continuare ed intensificare il dialogo con le Istituzioni Sede legale: A.I.M.M. Onlus Corso Tassoni 12 10143 Torino preposte, affinché anche la nostra malattia sia tenuta nella giusta considerazione . Come di consueto anche quest'anno si sono svolti i tre convegni annuali a Torino, Bologna e Benevento, che ormai caratterizzano la nostra attività, un doveroso ringraziamento va a tutti i medici e ai volontari che ne hanno permesso lo svolgimento . Per la prima volta, siamo stati ospitati, in occasione della convention annuale, dal Prof. Conticello presso l'Ospedale San Luigi di Orbassano (TO). I temi toccati, riguardanti la malattia di Ménière, sono stati molteplici e complessi, ma grazie alla competenza e chiarezza del Professore, tutti coloro che hanno partecipato all'evento si sono resi conto che una diagnosi precoce può portare ad affrontare la malattia con maggior consapevolezza ed efficacia. Sono lieto di informarvi che, grazie alla disponibilità dei medici che collaborano con noi, inizia con questo giornalino, un Percorso Informativo (titolo della rubrica) rivolto a tutti gli iscritti e simpatizzanti dell'Associazione che cercherà di porre l'accento (focus on) sulle principali cause di vertigine periferica, considerata la più frequente. Lasciatemi esprimere l'apprezzamento per questa iniziativa, da considerarsi una prima importante tappa con la quale si avvia un percorso che coinvolgerà tutti i medici a noi vicini. Inoltre, in questo numero, si affronta un argomento non nuovo e tuttavia poco conosciuto: il ruolo del disturbo occlusivo temporo - mandibolare nella Malattia di Ménière. Nei prossimi numeri verranno considerati i tre più frequenti quadri nosologici di vertigine labirintica ed un capitolo sarà dedicato alle vertigini di origine centrale. Siate certi che tutti noi continueremo a lavorare al meglio delle nostre possibilità per aiutare tutti i malati che ci contattano, ed offrire ad ognuno la speranza, consapevoli che questa parola non è la convinzione che tutto andrà bene, ma la certezza che ciò in cui crediamo ha un senso, indipendentemente da come andrà a finire. Come voi tutti sapete, il nostro aiuto è rivolto a tutti i malati menierici associati e non consentitemi comunque di ricordarvi l'importanza che ha l'iscrizione all'A.I.M.M., il contributo di ognuno di noi ci permetterà di continuare a mantenere viva ed attiva l'Associazione per il raggiungimento dei risultati che si siamo prefissati. on line: www.aimmitalia.it Un Caloroso Saluto I VEMP nella diagnosi di M. di Ménière Prof. G. Neri Responsabile Audiovestibologia Università di Chieti Da sempre la malattia di Ménière è stata identificata dalla triade sintomatologica ipoacusia, acufeni e vertigini oggettive. Questo dato, pur vero nella sua essenzialità, ha portato tuttavia in passato ad escludere la diagnosi di Ménière nei casi in cui o non erano presenti tutti i sintomi o perché, pur in presenza di ipoacusia o pienezza auricolare, l'assenza della vertigine era considerato segno di normalità dell'organo vestibolare. La difficoltà della diagnosi è anche documentata dai diversi schemi classificativi proposti negli anni, alcuni dei quali sono ormai unanimemente condivisi, dal fatto che la diagnosi certa della malattia è ancora considerata quella autoptica. Nel corso degli anni la diagnostica si è progressivamente arricchita di nuovi parametri clinici come la fluttuazione della perdita percettiva, la forma della curva audiometrica o la consapevolezza di una prima fase solo audiologica e di metodiche strumentali, che se non hanno ancora permesso una diagnosi di certezza ne hanno migliorato sicuramente la sensibilità e la specificità. Tra i test utilizzabili nella diagnosi di Malattia di Ménière, i potenziali miogeni vestibolari (VEMP - Foto 1) trovano il loro razionale nella tesi, già considerata da Tullio nel 1928 e da Von Bèkèsy nel 1935, che il vestibolo abbia conservato l'ancestrale sensibilità' agli stimoli acustici, per cui l'azione dello stimolo sonoro sui recettori del sacculo, determina l'attivazione del cosiddetto riflesso vestibolo-collico che può essere registrato attraverso alcuni elettrodi posti sulla cute della clavicola, del muscolo sternocleidomastoideo e dello sterno. I VEMP sono l'unico test in grado di indagare l'integrità del nervo vestibolare inferiore, e sono già utilizzati con vantaggio nella diagnosi del neurinoma dell'acustico, della Vertigine Parossistica da Posizionamento Benigna e della sindrome di Minor, ma è presente un risvolto pratico anche nella diagnosi della malattia di Ménière. E' stato osservato infatti che in un'alta percentuale (54%) di pazienti menierici i VEMP sono assenti dal lato patologico e che l'ipoacusia percettiva in salita, tipica della malattia, è strettamente correlata alla loro alterazione. Queste osservazioni hanno fatto ritenere che il sacculo sia il primo organo del labirinto posteriore ad essere danneggiato dall'idrope, anche in presenza di una normalità alle prove caloriche. Il sacculo infatti è una struttura posta tra chiocciola e labirinto posteriore (Fig. 2) e poiché la malattia interessa precocemente e prevalentemente la coclea coinvolge sicuramente anche le strutture ad essa più vicine, come appunto il sacculo, rispetto a quelle più lontane quali i canali semicircolari e per questo motivo che l'utilizzo dei VEMP, anche in caso di normale reattività vestibolare alle prove caloriche, può essere di aiuto nel rivelare l'interessamento del labirinto posteriore confermando in tal modo la presenza e l'evoluzione della malattia. In uno studio pubblicato nel 2007 i VEMP sono stati messi a confronto anche con l'EcoG che sembrerebbe avere un valore ancora maggiore ma a differenza dell'EcoG la ricerca dei potenziali miogenici vestibolari non è una metodica invasiva e richiede un minimo livello di collaborazione, è confortevole, veloce da eseguire, non risente della presenza di una grave ipoacusia ed infine, a differenza delle prove caloriche, non induce vertigine oggettiva. Nel servizio di Audiovestibologia del P.O. SS. Annunziata di Chieti, abbiamo da alcuni anni affiancato la classica prova calorica bitermica con l'utilizzo dei VEMP in tutti i casi di ipoacusia percettiva monolaterale o con curva in salita ed effettivamente abbiamo osservato anche noi la presenza di VEMP patologici in pazienti che presentavano una assoluta normalità alle prove caloriche e che non ancora presentavano una vertigine. In molti di questi casi (42%), in cui in sede di prima visita non era possibile diagnosticare la Ménière, in seguito si è manifestato il sintomo. A nostro parere pertanto, per la loro facile esecuzione e per i risultati che offrono, i VEMP sono un'arma in più nella diagnosi audiologica della Malattia di Ménière ed il loro utilizzo non dovrebbe essere limitato a casi selezionati, ma dovrebbe divenire uno strumento routinario al pari dell'audiometria e dell'impedenzometria. Prof. G. Neri, Responsabile Audiovestibologia Università di Chieti Bibliografia: De Waele C, e coll: Saccular dysfunction in Ménière's disease. Am J. of Otology 20: 223-232, 1999 Terrence P. e coll.: EcoG and VEMP in the evaluation of Ménière disease. Otolaryngol head and neck surg.137(2S), 144, 2007 Vicini C. e coll.: Potenziali Vestibolari miogenici e riabilitazione vestibolare in Cesarani A.: LA RIABILITAZIONE VESTIBOLARE Omega ed. 2007 Torino. e mail: [email protected] - [email protected] Disfunzioni dell'Articolazione Temporomandibolare e Malattia di Menière questo caso, assai comune, ogni qualvolta l'individuo deglutisce (e ciò avviene circa duemila volte al giorno a prescindere dalla volontà e dallo stato di sonno e veglia) i condili percuotono l'orecchio con più o meno violenza, come può essere facilmente riscontrato con la palpazione endo auricolare (infilando i mignoli nell'orecchio e muovendo la mandibola). Edoardo Bernkopf, medico chirurgo, specialista in odontostomatologia Vicenza - Parma – Roma e.mail: [email protected] sito internet: www.studiober.com fig. 1 Da qualche tempo si sta facendo strada nella letteratura scientifica una corrente di pensiero che ipotizza uno stretto legame della Malattia di Ménière con i disturbi dell'Articolazione Temporo Mandibolare (ATM). Interazioni fisiopatologiche fra il l'organo della masticazione (e quindi in particolare con l'ATM) e l'orecchio sono state ipotizzate e descritte da vari autori, sulla base di alcuni rilievi clinici: 1) Alcuni pazienti presentano sintomi auricolari senza patologia dell'Orecchio. 2) L'incidenza dei sintomi dai quali la MdM è caratterizzata risulta essere maggiore nei casi di disfunzione dell'ATM rispetto al resto della popolazione. 3) Tali sintomi vengono riferiti in miglioramento o in risoluzione dopo trattamento odontoiatrico, e in ricaduta alla sospensione del trattamento stesso. 4) Per contro, in molti pazienti menierici sono presenti sintomi caratteristici della disfunzione dell'ATM, e un adeguato trattamento della disfunzione articolare è spesso in grado di risolvere o migliorare anche tali sintomi. L'esatto meccanismo fisiopatologico attraverso il quale una disfunzione dell'ATM può causare sintomi all'Orecchio fino a poter costituire importante elemento patogenetico della MdM non sono chiari: sono stati chiamati in causa riflessi neurogeni, sinergie muscolari, comuni rapporti con altre patologie oscure, come l'Emicrania. Poco considerata risulta invece la possibile componente meccanica. In una ATM normale, i condili di entrambi i lati sono in rapporto con la parete antero-superiore della cavità che li ospita (Cavità Glenoide) (fig. 1). Per vari motivi, in parte legati all'ATM stessa, ma più spesso al non corretto allineamento dei denti e alla cattiva postura della mandibola, accade però che i condili possano dislocarsi in una zona più arretrata, entrando in rapporto con le superfici più distali delle cavità glenoidi (fig. 2). Tali superfici sono in intimo rapporto con l'orecchio. In fig. 2 L'interessamento dell'orecchio potrebbe in questi casi essere mediato anche dalla Tuba di Eustachio , sommando la disfunzione tubarica ai meccanismi muscolari e ai riflessi nervosi da vari autori ipotizzati. Appare evidente come, se da un lato il movimento di apertura della bocca viene comunemente sfruttato per il ripristino dell'equilibrio pressorio sulle due superfici del timpano alterato, ad esempio per sbalzi di quota, dall'altro un cronico dislocamento posteriore di uno o entrambi i condili e lo squilibrio dei muscoli della masticazione e della deglutizione, possono dar luogo ad una ipofunzionalità tubarica e, al limite, ad una stenosi, sostenendo così, oltre a varie patologie dell'Orecchio che alle disfunzioni tubariche sono legate, anche la sintomatologia menierica. Il rapporto fra condilo mandibolare e orecchio potrebbe spiegare anche la monolateralità e/o la bilateralità della sintomatologia: una mandibola laterodeviata favorisce una sintomatologia otologica omolaterale alla deviazione, una mandibola biretrusa favorisce una sintomatologia bilaterale (anche se solitamente un lato prevale). Altra importante concausa nell'insorgenza della sintomatologia menierica è stata ipotizzata nei difetti di postura della colonna cervicale: con adeguato trattamento fisiatrico, associato a quello volto a correggere le disfunzioni dell'ATM, si sono riscontrate diminuzioni della sintomatologia menierica. La colonna va considerata, nella maggior parte dei casi, un sistema di compenso di malposizioni che intervengono nei distretti inferiori (bacino, ginocchia, caviglie, piedi) solitamente chiamate "Ascendenti", o superiori (malocclusione dentaria con dislocazione della mandibola e eventuale disfunzione dell'ATM in particolare) solitamente denominate "Discendenti", questi ultimi assai spesso trascurati. La postura della mandibola è dunque pienamente coinvolta (anche se spesso trascurata) nella postura del sistema cranio-vertebrale. Se per varie ragioni on line: www.aimmitalia.it (scheletriche, dentarie, iatrogene) la mandibola è costretta ad assumere a bocca chiusa una posizione spaziale scorretta, ad esempio deviata (fig.3), ciò causerà necessariamente degli atteggiamenti compensatori a livello dell' intera struttura corporea e del rachide in particolare: nel tentativo di mantenere la linea bipupillare orizzontale, il tutto viene compensato con la disposizione a S della colonna, che si incurva con concavità omolaterale alla deviazione a livello cervicale e controlaterale (sempre rispetto alla deviazione mandibolare) a livello lombare. ( Fig.4). fig. 3 fig. 4 PERCORSO INFORMATIVO - n.1 INQUADRAMENTO CLINICO DELLE VERTIGINI PERIFERICHE Dott. Diego Di Lisi Responsabile Audiologia - Osp. Martini di Torino La vertigine deriva dall'alterazione dei rapporti normalmente esistenti tra il nostro schema corporeo e l'ambiente circostante, la cui percezione deriva dall'integrazione a livello centrale delle informazioni sensoriali provenienti da diversi recettori situati in alcuni organi di senso (occhio, orecchio) e da diversi propriocettori situati nella muscolatura, nelle articolazioni e nei tendini. Quando a livello centrale giungono dai diversi recettori informazioni contrastanti tra di loro, si genera un conflitto neurosensoriale al quale l'organismo reagisce con il sintomo della vertigine, che assume il significato di segnale d'allarme che avverte il soggetto del fatto che si trova in una condizione sfavorevole. Le vertigini, in base alle caratteristiche, possono essere oggettive (il paziente vede ruotare l'ambiente intorno a sé) o soggettive (il paziente si sente ruotare ma l'ambiente è fermo). Le vertigini oggettive sono più frequentemente causate da malattie del labirinto (vertigini periferiche) mentre le vertigini soggettive sono più frequentemente causate da malattie del sistema nervoso centrale (vertigini centrali). L'inquadramento diagnostico delle vertigini è ovviamente molto importante e tutta una serie di segni e sintomi aiutano lo specialista nella diagnosi. Alla vertigine possono associarsi altri sintomi auricolari (ipoacusia ed acufeni), di tipo neurovegetativo (nausea, vomito, tachicardia), o di tipo neurologico (tremori, ipostenia, dismetria, adiadococinesia, cefalea). Le vertigini possono essere sintomi di svariati quadri patologici che colpiscono il labirinto, il sistema nervoso centrale ed anche l'intero organismo. La diagnosi spesso non è facile e si giova di tutta una serie di esami che consentono di confermare o meno i sospetti diagnostici dello specialista: esame audiometrico, esame impedenzometrico, potenziali evocati acustici, potenziali evocati miogenici, TC, RMN. Tuttavia principale e fondamentale è l'anamnesi, cioè il racconto preciso e particolareggiato dell'esordio, delle caratteristiche e della durata delle crisi vertiginose, spesso da solo in grado di orientare lo specialista sulle cause più frequenti di vertigine (bedside examination). C'è infine da osservare che anche il meccanismo vascolare di insorgenza delle vertigini può costituire un fenomeno connesso con di una disfunzione dell'ATM. Infatti gli atteggiamenti compensatori posturali del rachide cervicale (a seguito di una malposizione mandibolare), associati o meno a fenomeni di degenerazione artrosica, possono causare un ostacolato afflusso di sangue al cervello attraverso le arterie vertebrali, ed esitare conseguentemente in episodi vertiginosi. Nell'approccio odontoiatrico-occlusale la terapia è rivolta a ricercare, sulla base dei reperti anamnestici, clinici e radiografici, la postura corretta della mandibola. Viene dunque allestito un disposivo intra-orale in resina acrilica (può essere denominato bite, splint, Oral device ecc.) che, grazie alla conformazione decisa caso per caso dal dentista, obbliga il paziente ad atteggiare la propria mandibola nella posizione prescelta e considerata corretta, lasciandola libera di effettuare tutti i movimenti necessari ad una vita normale ma non quelli considerati patologici. Con questo approccio, in parte di conferma diagnostica , in parte già terapeutico, è quindi possibile testare l'effettiva incidenza della malocclusione dentaria e della disfunzione dell'ATM sulla sintomatologia menierica, e sulle vertigini in particolare, il tutto in maniera totalmente reversibile, priva di qualunque rischio biologico: in caso di insuccesso la rimozione del dispositivo ripristinerà esattamente la situazione di partenza. In caso invece di successo, il paziente potrà scegliere se avvalersi a vita del dispositivo, oppure se passare ad una seconda fase riabilitativa della propria bocca, attraverso un piano di trattamento individuale ortodontico, protesico Comunemente si definisce con il termine di "labirintite" o misto, che verrà però realizzato sulla base delle una malattia del sistema periferico dell'equilibrio. In indicazioni attenute con il trattamento iniziale . realtà l'uso del termine è scorretto in quanto etimologicamente indica un processo infiammatorio acuto del labirinto in corso di malattie infettive per e mail: [email protected] - [email protected] trasmissione di un virus o quale complicanza di un'otite batterica acuta o cronica, situazioni cliniche che fortunatamente sono di assai raro riscontro. Un'altra espressione impropria, quando utilizzata per definire una diagnosi, è quella di “sindrome vertiginosa”, in quanto per sindrome si intende un corteo di sintomi (vertigine, acufeni, nausea, vomito, ecc.) che “spiegano” la malattia ma non la identificano dal punto di vista patogenetico. Come abbiamo già detto, infine sono solo tre le malattie del labirinto di più frequente riscontro e che qui introdurremo brevemente. Vertigine posizionale parossistica benigna (canalolitiasi e/o cupololitiasi) La malattia è determinata dal distacco di piccole formazioni dette otoliti all'interno del labirinto, che avviene per cause non ancora del tutto note (disturbi della microcircolazione, traumi cranici o cervicali, forme idiopatiche) oppure per la formazione di macroparticelle costituite da frammenti di cellule di ricambio, precipitazione di cristalli, cambiamento della componente elettrolitica dei liquidi labirintici. La sintomatologia, ad insorgenza improvvisa, è caratterizzata da violente vertigini rotatorie (oggettive) di brevissima durata (da qualche secondo a qualche minuto) scatenate dai movimenti del capo e del collo e del tronco, nistagmo (movimento involontario degli occhi) con caratteristiche particolari, tendenza alla recidiva, assenza di sintomi otologici e neurologici, presenza di sintomi neurovegetativi (nausea, conati di vomito, tachicardia) di breve durata. La diagnosi viene formulata, oltre che dalla tipica descrizione dei sintomi, anche da una manovra eseguita dallo specialista che evidenzia la presenza del tipico nistagmo (manovra di posizionamento). La terapia consiste nella cosiddetta manovra liberatoria, cioè posizionando velocemente il capo del paziente in posizione tale per cui la forza cinetica e di gravità possano spingere tali particelle fuori dai canali interessati verso zone del labirinto non dotate di sensori e quindi “liberare” immediatamente il paziente dalla sintomatologia. cocleare configurando una Ménière cocleare o un blocco cocleare acuto. In questi casi i sintomi uditivi prevalgono su quelli vertiginosi. La caratteristica dell'ipoacusia è tipica con perdita dell'udito prevalentemente sulle frequenze gravi e medie del campo tonale e con variazioni della soglia in rapporto allo stato della malattia (ipoacusia fluttuante). La diagnosi si avvale, oltre che dell'anamnesi e dell'esame obiettivo, anche di una serie di esami strumentali in cui l'audiometria riveste un ruolo chiave. Cardine della terapia è tutto ciò che aiuta a “scaricare” il labirinto “rigonfio” d'acqua, quindi i diuretici, che possono essere somministrati sia per via endovenosa sia per via orale, la dieta iposodica o asodica, la dieta iperidrica, finalizzata ad inibire l'effetto dell'ormone antidiuretico (ADH) a livello renale. Altro caposaldo della terapia sono i farmaci vestiboloplegici, cioè che inibiscono la funzione labirintica, per ridurre l'intensità dei sintomi, prima fra tutti la betaistina. In caso di fallimento della terapia medica trovano utilizzo altri metodi, quali l'ablazione tossica-farmacologica del labirinto mediante instillazioni endotimpaniche di Gentamicina, il trattamento con impulsi a bassa frequenza (Meniett) e le instillazioni endotimpancihe di corticosteroidi. Ormai rara è l'indicazione chirurgica di neurotomia vestibolare per la presenza di terapie alternative altrettanto valide e meno rischiose. Neuronite vestibolare Si tratta di una "infiammazione acuta" che colpisce elettivamente i recettori o le fibre del nervo vestibolare. Spesso la malattia è preceduta da un episodio di natura infiammatoria delle prime vie aeree (rinite, faringite, influenza) per cui si sospetta l'origine virale. I sintomi della malattia consistono in una violenta vertigine rotatoria ad insorgenza improvvisa della durata di vari giorni sino a due o tre settimane, accompagnata da imponente sintomatologia neurovegetativa (nausea, vomito, cardiopalmo, tachicardia) in assenza assoluta di sintomi a carico dell'orecchio e del sistema nervoso centrale. I sintomi tendono ad attenuarsi progressivamente ma può esitare un danno permanente della funzione labirintica. La terapia si giova, ove possibile, dell'uso di cortisone per un periodo abbastanza Sindrome di Ménière La sindrome è caratterizzata da una tipica triade lungo e di farmaci vestiboloplegici. sintomatologica: vertigine oggettiva, ipoacusia ed acufeni. Un'alterazione nella produzione e/o del riassorbimento dell'endolinfa con accumulo di liquido (idrope) è il meccanismo patogenetico ormai più accreditato anche se a tutt'oggi non si conosce ancora la causa che spieghi perché ciò avvenga. La vertigine è rotatoria, improvvisa, molto intensa e accompagnata da nausea, conati di vomito, pallore, sudorazione e tachicardia; sono assenti segni e sintomi neurologici. Le vertigini hanno durata varia (da qualche ora sino a 1-2 giorni) e possono assumere carattere subentrante oppure ripetersi a notevole distanza di tempo. Talvolta l'idrope si localizza prevalentemente al labirinto on line: www.aimmitalia.it L a diagnosi della malattia di Menière prima è la misurazione della cedevolezza del timpano, ottenuta mandando in successione una pressione positiva e negativa in modo da far spostare la membrana del timpano e da valutarne la sua funzionalità; la seconda per la rilevazione dei riflessi stapediali sia ipsi che controlateralmente (studio del funzionamento dei tre ossicini, martello – incudine – staffa); nell'insieme il test è fondamentale per individuare eventuali problemi a carico dell'orecchio medio (sospetta Otosclerosi o presenza di catarro nell'orecchio); il test viene eseguito inserendo nel condotto uditivo esterno una sonda con tre piccoli fori coperta da un tappino di gomma , in modo da ottenere una chiusura ermetica e poter iniziare la registrazione. Angela Tartari – audiometrista Dr. Pier Paolo Cavazzuti U.O. ORL Osp. Maggiore - Bologna La malattia di Menière (MM) oltre ad essere una malattia che molto spesso si presenta in forma diversa da paziente a paziente, risulta essere anche molto difficile da diagnosticare, specialmente nella fase iniziale, quando non tutti i sintomi o almeno i più evidenti, sono presenti. Spesso chi viene colpito da questa malattia accusa uno o più di questi sintomi: vertigine, pienezza auricolare, acufeni, udito fluttuante. A meno che non si abbia la fortuna di trovare uno specialista che conosca molto bene la sintomatologia della MM, può succedere di doversi sottoporre a molte visite prima che qualcuno capisca veramente di cosa si tratti. Stabilire però, nella fase iniziale, che un paziente è veramente affetto dalla MM richiede qualcosa di più che una visita ambulatoriale dallo specialista, infatti in accordo all'American Academy of Otolaryngology (AAO) sono stati stabiliti una serie di criteri per una precisa diagnosi della MM. Questi si basano principalmente su alcune prove ed esami diagnostici e di laboratorio, dai risultati dei quali lo specialista-otorino sarà in grado di accertare con sicurezza la presenza della MM nel paziente. I più importanti esami diagnostici che devono essere eseguiti sono: ABR-Potenziali evocati uditivi Questo particolare esame dell'organo dell'udito fa parte delle tecniche di audiometria obbiettiva, che non richiedono cioè la collaborazione del paziente. Vengono applicati alcuni elettrodi al lobo dell'orecchio ed alla fronte e si inviano, attraverso le cuffie indossate dal paziente, suoni con particolari caratteristiche. L'esame non è doloroso né pericoloso ed al paziente viene richiesto di rimanere ben fermo ed in condizioni di rilassamento al buio o nella penombra per alcuni minuti. Un particolare computer registra le risposte elettriche che i suoni producono nell'orecchio interno e che successivamente percorrono il nervo acustico e le vie nervose per raggiungere i centri uditivi del cervello. Quest'esame fornisce importanti informazioni per la localizzazione di una perdita uditiva neurosensoriale che potrebbe dipendere da malattie del labirinto, del nervo acustico o dei centri nervosi ed è molto importante per escludere la presenza di un neurinoma del nervo acustico. Esame audiometrico tonale e vocale Tonale: test di misurazione della soglia uditiva su ciascun orecchio, eseguibile sia per via aerea (da 125Hz a 8000Hz) che per via ossea (da 250HZ a 4000Hz) eseguito con un apparecchio tarato computerizzato chiamato audiometro; il suono viene trasmesso al paziente tramite cuffia o vibratore osseo; i risultati vengono riportati su un grafico che prende il nome di audiogramma tonale. La soglia di trasmissione per via aerea indica il grado di perdita dell'udito. La soglia di trasmissione per via ossea indica la funzione neurosensoriale . Vocale: test di misurazione della discriminazione vocale (comprensione delle parole), eseguito attraverso liste di parole udite in cuffia o attraverso vibratore osseo. Al paziente vengono proposte liste di 10 parole appositamente tarate e registrate; sull'audiogramma vocale si riporta a quale intensita' il pazienta percepisce le parole, ne ripete correttamente la meta', le ripete tutte correttamente . Otoemissioni Acustiche Le otoemissioni acustiche o emissioni cocleari sono suoni generati dalla coclea (organo dell'udito) spontaneamente o a seguito (evocati) di una determinata stimolazione acustica esterna. La presenza delle otoemissioni acustiche testimonia lo stato di buona funzionalità meccanica dell'apparato uditivo. Pertanto, sono utilizzate per la diagnosi della sordità di percezione, vale a dire relativa all'orecchio interno, al nervo acustico ed alle vie acustiche, che sono quelle vie nervose che collegano l'orecchio al cervello. Si utilizzano delle apparecchiature sofisticate che sfruttano il fatto che l'orecchio interno , stimolato da un suono, oltre a trasmettere al cervello impulsi elettrici, genera a sua volta segnali acustici (otoemissioni). Nella diagnosi degli acufeni o di disturbi del labirinto senza apparente perdita uditiva, quest'indagine, più sensibile dell'esame audiometrico ( con il quale non è sovrapponibile), consente di individuare precocemente eventuali alterazioni a carico della porzione coclearie dell' orecchio interno. Esame Impedenzometrico Test composto da due fasi entrambe molto importanti: la Potenziali evocati vestibolari miogenici (VEMPs) Con il termine VEMPs (Vestibular-Evoked Myogenic e mail: [email protected] - [email protected] Potentiais) viene indicata una particolare tipologia di potenziali muscolari registrabili dai muscoli sternocleidomastoidei (muscoli del collo) a seguito di una stimolazione meccanico vibratoria sul cranio o di intensa stimolazione acustica. Si registrano, cioè, le impercettibili "correnti elettriche" che attraversano il nostro cervello (potenziali), prodotte in seguito a stimoli specifici (evocati), che possono essere acustici o vestibolari. Il nervo che viene studiato è il nervo vestibolare inferiore, quindi è più specifico per la valutazione del paziente vertiginoso. audiometrico basale e di controlli successivi (3 in tutto, uno all'ora) nelle tre ore successive all'assunzione di glicerolo pervia orale. Il glicerolo è infatti un diuretico osmotico, ovvero una sostanza capace di aumentare l'eliminazione dei liquidi. Se nei controlli successivi si osserva un miglioramento dell'ipoacusia di almeno 10 dB l'esame è considerato positivo. Valutazione otoneurologica ed esame vestibolare L'apparato vestibolare è costituito dal labirinto situato nell'orecchio interno, dal nervo vestibolare, dalle vie vestibolari centrali e dalle informazioni che giungono al nostro cervello da molti organi e strutture (occhio, cervelletto, muscoli cervicali, ecc.). Attraverso un approfondito colloquio con il paziente ed utilizzando una serie di tests di movimento e di posizionamento, il vestibologo indaga tutto il complesso sistema che contribuisce al mantenimento del nostro equilibrio. L'elettronistagmografia L'esame vestibolare strumentale con l'impiego di elettrodi o di telecamere agli infrarossi, studia i movimenti degli occhi nelle diverse direzioni dello sguardo e in diverse posizioni del capo. Con l'ausilio di irrigazioni auricolari tiepide e fredde, verifica lo stato funzionale dei canali semicircolari orizzontali. Puo' rivelare la presenza di nistagmo patologico e permette di diagnosticare diversi disturbi dell'apparato vestibolare. Il nistagmo può essere congenito (cioè presente dalla nascita) o può manifestarsi in seguito ad altre malattie (degli occhi, del sistema nervoso, psichiche, ecc.). La nistagmografia consente di risalire alle sue cause. Con la nistagmografia è possibile studiare tanto il nistagmo spontaneo, quanto quello provocato da sollecitazione dell' organo dell'equilibrio (prove vestibolari). L'esame vestibolare studia la funzione del labirinto stimolandolo mediante l'irrigazione del condotto uditivo esterno con acqua calda e/o fredda a temperatura appropriata. L'esame non è doloroso e provoca una vertigine che scompare nel giro di 2-3 minuti. In alcuni casi questa può essere piuttosto violenta ed accompagnarsi a senso di nausea. Test al Glicerolo Nelle fasi iniziali della MM, soprattutto se l'ipoacusia è fluttuante, può a volte essere utile il test al glicerolo. Attraverso un meccanismo di tipo osmotico il glicerolo riduce l'idrope endolinfatico e di conseguenza provoca un miglioramento oggettivo e soggettivo della capacità uditiva.Per poter accertare la responsabilità dell'idrope endolinfatico quale meccanismo alla base di una ipoacusia neurosensoriale è da tempo stato messo a punto questo tipo di test, che prevede l'effettuazione di un esame F orum Europeo per la salute 2008 Nadia Gaggioli, 9 dicembre 2008 ore 4,30 – che alzataccia… fa un freddo… ma l'eccitazione è tanta… almeno quanta la paura dell'aereo, meglio, la paura di entrare in un luogo stretto ed affollato. Ok, chiamiamola pure“claustrofobia”. ore 5 – partenza per l'aeroporto e pseudo training autogeno: chi vuoi che parta per Bruxelles alle 6 del mattino? L'aereo sarà semi vuoto ed il volo è breve… ore 5,30 – check in – una fila lunghissima…. Il Congo è un'ex colonia della famiglia reale Belga e tutt'ora mantiene dei privilegi nei trasporti, pertanto, per un congolese, per rientrare nella propria patria, è più conveniente andare a Bruxelles e da qui in Congo… Ore 6 – salgo sull'aereo che non è pieno, è stipato. Sono l'unica donna bianca!! L'agitazione è tanta, faccio fatica a tenere a freno la claustrofobia, piuttosto frequente in noi menierici, ma sono così felice di questo invito che posso superare tutto. Però, prima arrivo e meglio è… L'alba mi sorprende sull'aereo ed è uno spettacolo meraviglioso. on line: www.aimmitalia.it Sono a Bruxelles, e questo è il resoconto di quanto è avvenuto. Il 10 e 11 dicembre 2008 si è tenuto a Bruxelles il Forum Europeo per la salute (EU Health Forum 2008). Il Forum per la salute è organizzato periodicamente dalla Direzione Generale per la Salute e la Protezione del Consumatore della Commissione Europea. Il titolo del Forum 2008 è stato: “Lo sviluppo e il miglioramento e consolidamento della salute nell'Unione europea”. Lo EU Health Forum ha lo scopo di coinvolgere i vari rappresentati di interessi collettivi (Stakeholders): associazioni di pazienti, di medici, istituzioni, università, centri di ricerca ecc. in una discussione comune per suggerire alla Commissione Europea proposte di azione e Ho potuto prendere la parola, avendo tutti Voi nel mio cuore e nella mia mente, per rappresentare e chiedere alle Istituzioni Europee, ed agli altri rappresentati, di prendere in considerazione lo status del malato di Menière dato che a tutt'oggi, come purtroppo ben sappiamo, la malattia di Menière non è in alcun modo tutelata, non rientrando tra le malattie rare o invalidanti. Il Forum è stato aperto da una relazione di Androulla Vassiliou, Commissaria per la Salute e la Protezione del Consumatore della Commissione Europea. I lavori del Forum si sono svolti, in una prima fase, su tre gruppi di lavoro: gruppo 1: stili di salute e di vita per la popolazione giovane gruppo 2: Europa per i pazienti gruppo 3: massimizzazione dei benefici per la salute per i cittadini attraverso le nuove tecnologie. Androulla Vassiliou, Commissaria per la Salute e la Protezione del Consumatore della Commissione Europea. attività per proteggere e migliorare la salute dei cittadini Io, naturalmente, ho partecipato al gruppo “Europa per i Pazienti”. europei. Ogni gruppo di lavoro aveva un coordinatore che ha Al Forum si partecipa su invito: per la prima volta un raccolto i contenuti della discussione, poi gli esiti dei rappresentate dei malati di Menière è stato invitato e lavori dei tre gruppi sono stati presentati in sessione plenaria e hanno costituito il documento finale della ha partecipato ad una edizione del Forum. edizione 2008 che è stata conclusa da Robert Madelin, Questo non può non essere per noi motivo di grande Direttore Generale della Direzione Generale per la Salute soddisfazione e di legittimo orgoglio. e mail: [email protected] - [email protected] e la Protezione del Consumatore della Commissione Europea. Il Forum ha avuto luogo a Palazzo Carlo Magno, uno degli edifici principali delle Istituzioni Europee di Bruxelles. Anche in questa sede è stata ribadita l'importanza, sempre più rilevante, della collaborazione tra le associazioni di volontariato dei malati, non solo per la tutela che queste rappresentano, ma anche per il supporto pratico, informativo e psicologico che affianca il lavoro dei medici, aumentandone l'efficacia. Ho avuto modo di conoscere la signora Melody Ross, rappresentante internazionale di CittadinanzAttiva, alla quale, pare incredibile, è appena stata diagnosticata la malattia di Menière. Con lei, che vive a Roma, è bene che l'A.I.M.M.. prenda contatti cercando una collaborazione che una associazione di volontariato tra le più importanti al mondo, certamente potrà dare. Alla signora Ross ed al dr. Andrzey Rys, Direttore della Direzione per la Salute Pubblica e la Tutela del Rischio della Commissione Europea, invierò l'audizione scritta che ho presentato in Commissione Sanità del Senato, non appena una volontaria ne terminerà la traduzione in inglese. Così si è concluso il 2008, anno che purtroppo non ha portato grandi novità nel campo delle terapie, ma che invece ha segnato una svolta positiva nei rapporti con le Istituzioni: - l'audizione scritta in Commissione Sanità del Senato - la pubblicazione della mia relazione di cui sopra nel sito dell'Ordine dei medici di Bologna e la pubblicazione, nel bollettino dello stesso Ordine di una pagina interamente dedicata all'AIMM. - lo EU Health Forum di Bruxelles Qualcuno dirà “e i risultati?” Non so se e quando ci saranno, certamente però nel 2008 ci siamo fatti sentire non solo con i medici (cosa importantissima), ma abbiamo detto a chi sta all'Apice che noi esistiamo e che abbiamo il diritto di vivere una vita dignitosa nel rispetto del concetto di salute quale migliore condizione psico fisica possibile. Non possiamo pretendere la guarigione immediata, possiamo però pretendere che sulla nostra malattia si faccia ricerca e possiamo pretendere che ci vengano riconosciute tutte le tutele che ogni malato ha diritto di avere in rapporto al proprio handicap. Possiamo e dobbiamo pretendere dignità, rispetto, tutela, e ciò non può avvenire se ci rapportiamo individualmente con le Istituzioni, anche in questo è importantissimo il ruolo di una Associazione che rappresenti la realtà di tanti pazienti e che, oltre a raccoglierne la voce e spesso il pianto, si faccia carico di portare queste voci a chi non le ascolta, spesso anche perché non sa che esistono. Questo viaggio a Bruxelles penso abbia aperto un piccolo spiraglio, sta a noi, a tutti noi, da ora in poi, fare in modo che attraverso questo spiraglio passi sempre più luce. Come quando all'alba vediamo quella luce meravigliosa che promette un nuovo, bellissimo, giorno.. on line: www.aimmitalia.it ZA N DA L M O DELLA SC I EN O D Ricercatori italiani in uno studio sulla validità del trattamento con gentamicina a basse dosi, hanno trattato 55 pazienti malati di Ménière praticando tre iniezioni intratimpaniche ad intervalli di 12 ore ciascuna. Dopo il trattamento il 60% dei pazienti ha mostrato un completo controllo degli attacchi di vertigine, il 16% un buon controllo, il 4% un controllo moderato, ed infine un 4% ha riscontrato solo scarsi benefici dal trattamento. Da un punto di vista audiometrico inoltre è stato notato che nel 61% dei casi non ci sono state variazioni nella soglia uditiva, nel 22% si è addirittura notato un miglioramento e infine nel 17% dei casi un peggioramento. American Journal of Otoralyngology, Ottobre 2007 Ricercatori spagnoli hanno sottoposto per un anno un gruppo di 137 pazienti sofferenti di acufeni alla Tinnitus Retraining Therapy (TRT), una terapia riabilitativa dell'orecchio che "sente" acufeni. Questa terapia si basa su una vera e propria riabilitazione neurosensoriale che può durare mesi: in pratica ad ogni paziente si fornisce un piccolo apparecchio acustico da indossare varie ore al giorno e che emette un rumore bianco a basso volume . Il rumore “bianco” emesso dall'apparecchio si mescola agli acufeni senza mai coprirli . Lo scopo è abituare il cervello a percepire i suoni fastidiosi non come un disturbo, ma come suoni "normali". I risultati sono stati molto buoni e in particolare ne hanno tratto giovamento i malati di Ménière. American Journal of Otoralyngology, Agosto 2007 Ricercatori francesi hanno effettuato uno studio retrospettivo su 58 pazienti sottoposti a neurotomia vestibolare (NV) e 32 sottoposti a trattamento con gentamicina. (GM). Il 7% dei pazienti NV e l'11.4% di pazienti GM hanno nuovamente accusato dopo gli interventi attacchi di vertigine. La soglia uditiva aumentava da 45 dB nei pazienti NV e da 69.11 dB a 74.51 dB nei pazienti GM. In pratica i due tipi di interventi permettono un simile controllo della vertigine nei malati di Ménière facendo in generale preferire il trattamento con gentamicina alla neurotomia per la minore invasività del trattamento chimico rispetto a quello chirurgico. Auris Nasus Laryx, Novembre 2008 L’angolo della posta Sonia - Empoli Ciao, amici dell'A.I.M.M., un ciao grandissimo a Nadia, Anna ed Ignazio, che mi sono stati vicino durante il mio intervento di neurotomia vestibolare. Grazie Anna, nonostante i tuoi problemi non mi hai lasciata sola un giorno, sei grande! Siete grandi!! Scusate mi presento adesso,era troppo forte e molto importante la voglia di ringraziare queste persone. Io mi chiamo Sonia ed abito ad Empoli, ho 52 anni e sono malata di Menière dal 2000. Era un pomeriggio di Dicembre 2000, dovevo andare ad una cena con la mia famiglia, quando tutto cominciò a roteare intorno a me, non stavo più in piedi, ero in un lago di sudore: il vomito e le vertigini si stavano impossessando della mia persona. I miei mi aiutarono a mettermi a letto, stavo molto male: tutto ciò durò dal pomeriggio al giorno dopo; una volta passata la crisi ero sfinita, era come se un treno fosse passato su di me, quanta paura! I giorni dopo passarono e mi ripresi in mano la mia vita… credevo, ma la calma durò poco,ci furono altre crisi che si susseguirono nei giorni e negli anni. Mi rivolsi all'Ospedale di Careggi, nel reparto di Orl e qui dopo visite, visite e controlli passarono gli anni, ma non le crisi, non vidi nessun miglioramento. Cercai su Internet e scoprii, la Sindrome di Menière; al controllo successivo ne parlai con il medico mi confermò questa malattia di Menière. Chiesi cosa poter fare per alleviare i sintomi e per tentare di stare un po' meglio, la risposta fu: “deve imparare a convivere con la sua malattia”. In seguito provarono a farmi 10 infiltrazioni di Gentamicina, ma neppure questo servi a qualcosa. I giorni, i mesi gli anni passavano ed io avevo sempre le mie vertigini, provai di tutto, pastiglie, diuretici, diete iposodiche, miglioravo provvisoriamente, e dopo le crisi si ripresentavano sempre più forti. Quando stavo in po' meglio andavo a lavorare ma il più delle volte dovevo essere riaccompagnata a casa, ero fuori e dovevano venire a riprendermi i miei familiari. No! , non accettavo più tutto questo, volevo essere ancora io a decidere della mia vita, e non potevo arrendermi a questa malattia. Ritornai così su Internet alla ricerca di un'Associazione che si occupasse dei malati menierici, ed è così che trovai voi, carissimi amici, un mercoledì composi il numero di telefono e li ci trovai la grandissima Anna, che mi ha dato subito consigli e tanta forza per reagire. Dopo varie domande, scambio di opinioni, dissi che mi sarei voluta operare e fu li che Anna mi disse che anche lei diversi anni prima si era sottoposta all'operazione di Neurotomia Vestibolare e che adesso stava bene. Parlammo tantissimo, le chiesi a chi mi sarei dovuta rivolgere e grazie a lei conobbi il Dott. Cavazzuti dell'Ospedale Maggiore di Bologna. Dopo le necessarie visite ed esami si concluse che era necessario sottopormi all'intervento. e mail: [email protected] - [email protected] Il 23 Ottobre del 2008, mi sono sottoposta alla Neurotomia Vestibolare: è stato un intervento sofferto,doloroso, gran mal di testa, vomito, ma tutto ciò ne valeva la pena perché col passare dei giorni miglioravo notevolmente e ricominciavo nuovamente la mia vita. Anna in quel periodo mi è stata vicinissima, non c'era giorno che non venisse in ospedale a trovarmi e darmi coraggio; così è stato anche per Nadia, donna meravigliosa e straordinaria; tutt'ora ci sentiamo , grazie! Un grazie anche ad Ignazio, che mi ha dato consigli e tanta forza per farcela. Ora avendo sentito tutti loro con il loro vissuto e con le loro storie è tantissima la voglia di ritornare ad una vita normale. Oggi mi ritrovo a scrivere e sono esattamente 27 giorni che mi sono operata, ho ripreso a camminare da sola, anche se ancora tentenno riesco a fare le mie cosette, sono felicissima; ancora la strada è lunga ma ce la devo fare. A tutti coloro che soffrono di questa malattia dico: Non arrendetevi mai! Noi dobbiamo essere più forti e ce la faremo. Ringrazio tutti i medici e gli infermieri del reparto ORL , che mi sono stati sempre vicino ed aiutato, ancora un grandissimo grazie ad Anna, Nadia e Ignazio. Un ciao da Sonia Giuseppina di San Casciano V.P. (FI) Cari amici dell' Aimm, grazie per tutto quanto fate per noi “menierici”. Ho incontrato la malattia 4 anni fa circa, dopo la morte di mia madre e l'invalidità (che lo avrebbe portato alla morte) di mio padre. Acufeni terribili (con astensione dal sonno per mesi), sordità fluttuante e dopo un paio d'anni l'apoteosi: crisi giornaliere di vertigini e vomito. Ho 50 anni e avendo avuto circa 9 anni fa un tumore al seno, avevo già vissuto un incontro ravvicinato con il dolore e l'angoscia, ma questa malattia ha fatto concorrenza anche alla disperazione del periodo dell' operazione, della chemio etc. Poco più di un anno fa dopo il solito tragitto (flebo, mannitolo, camera iperbarica ecc.) risultato inefficace per me, il Dott. Vannucchi di Firenze mi ha eseguito un' infiltrazione intratimpanica di gentamicina (il protocollo sarebbe stato di 3 infiltrazioni, con cadenza non meno di un mese una dall'altra). Dopo la prima infiltrazione sono stata bene per circa un anno e quindi non ho eseguito le altre. Nel settembre, scorso all'improvviso sono tornate le crisi vertiginose, un po' meno violente, ma di nuovo abbastanza costanti nei mesi a seguire. Inevitabile a questo punto l'appuntamento per una seconda infiltrazione con le possibili conseguenze positive e negative fra cui: eventuali danni all'udito (anch'essi comunque inevitabili nel proseguo della malattia). Puntuali ritornano i dubbi e i timori su questo nuovo intervento mirato a devitalizzare “irreversibilmente” alcune (quante?) cellule del labirinto, di nuovo domande.....“come reagiranno il mio orecchio e il mio corpo con tutti i loro “astrusi” equilibri chimicofisici?”... In più a minare la sicurezza della decisione, l'illusione (infondata) che “il cane feroce”, anche senza altri interventi, potrebbe rimanere “a cuccia” chissà per quanto... Nonostante i miei timori e l'onesta dichiarazione da parte medica che nessuno può dare garanzie assolute sulla portata delle eventuali conseguenze, decido di rispettare l'appuntamento, anche grazie al Dott. Vannucchi che oltre alla sua competenza mi ha fornito un delicato incoraggiamento morale. Nella mia vita, decidermi comunque ad “agire” è una caratteristica costante, non tanto per coraggio, ma perché nulla è peggio dell'attendere passivi gli eventi con la ”paura della paura” (me le ha dette mio padre queste parole, poco prima di morire, in uno dei rarissimi momenti di lucidità). Strani giochi ti fa la vita, sei una persona tendenzialmente ansiosa e ti viene un qualcosa che più ansia non ti potrebbe scatenare: vivere solo aspettando che ti arrivi l'attacco in auto, come a letto di notte, al lavoro o in coda ad un museo, come mi è capitato ultimamente. Non me lo posso permettere, ho due figlie di tredici e sedici anni e un marito meraviglioso che ha vissuto “nella buona e nella cattiva sorte” questi ultimi dieci anni facendomi da autista-infermiere-segretario e che è duramente provato anche lui dal ruolo di chi guarda, spesso impotente, la persona amata che ti grida: aiuto, mi gira tutto, fai qualcosa, reggimi, no…, portami la bacinella…” veramente poco poetico! Altro che “Dolce stil novo”! Per ora le reazioni alla seconda infiltrazione sembrano buone, già vedere il mondo circostante più “fermo” è un buon traguardo e sono diverse settimane che non ho attacchi, la ginnastica vestibolare eventualmente mi aiuterà a stare ancora meglio in equilibrio e poi... aspettiamo con fiducia. Mi fa piacere associarmi all'Aimm e soprattutto avere la possibilità di condividere con voi, oltre che le angosce anche la speranza e la fiducia. Anche nelle esperienze più terribili ho imparato che da qualche parte, qualche filtro di luce c'è, anzi un piccolissimo fascio di luce è quello che attira l'attenzione più di tutte le tenebre intorno e ti viene istintivo seguirlo. Diceva Seneca: “se cadi, combatti in ginocchio!” e credo che nel nostro caso si possa applicare alla lettera. Nel mio percorso con le varie malattie, a cominciare dal cancro al seno, fra le svariate armi (training autogeno, yoga, psicoterapia, aiuti sacerdotali...) usate contro i “mali” ho cercato per libri, pubblicazioni, internet etc. tutte le massime, tutti gli aforismi, tutta la “saggezza” trovabile e tuttora ovunque ricerco la testimonianza e la forza che tantissima gente, anonima o famosa, nel corso dei secoli, ha regalato al prossimo nella perenne lotta conto il “Male”, in tutte le forme che può assumere: lutti, ingiustizie, malattie, paure, disabilità e così via. Ho sparso per casa le frasi per me più significative, e ne ho raccolte tantissime da lasciare, come vademecum, per le mie figlie, anche se, riconosco, servono molto di più, a “convincere” me nella mia “saggia maturità” che non loro nella loro “presunta” immaturità giovanile. Grazie ancora per il conforto e a presto. on line: www.aimmitalia.it Comunicazioni per i Soci Nadia Gaggioli ha aperto un gruppo su Facebook, chiamato “Malattia di Ménière”. Il gruppo è aperto a tutti: malati,familiari, medici ecc. e Nadia ne è l'amministratore. Il gruppo è già attivo da alcune settimane ed ha lo scopo di integrare ed affiancare il lavoro dell'A.I.M.M. In ogni momento della giornata l'iscritto al gruppo potrà confrontarsi, sfogarsi, attingere informazioni in un contesto di completa condivisione e comprensione. Naturalmente bisognerà sempre tenere presente che si tratta di un gruppo di malati e non di medici, quindi i consigli ricevuti dovranno sempre essere sottoposti al proprio medico curante. E' volontà di Nadia che questo contenitore fosse anche se non sopratutto un luogo dove vivere il quotidiano con tutte le difficoltà che la nostra malattia ci impone. Il Dott. Luigi Califano, nostro socio sostenitore, responsabile S. S. Audiologia e Foniatria dell’Ospedale “G. Rummo” di Benevento invia il suo più profondo ringraziamento all’Associazione ad ai singoli malati che gli sono stati vicini al momento della perdita del suo papà. Appuntamenti... notizie! SABATO 18 APRILE 2009 Presso la Sala Colonne dell'Ospedale Martini di Torino – Via Tofane 71 Ore 9,30 Incontro – Conferenza LE DISFUNZIONI DELL'ARTICOLAZIONE TEMPORO MANDIBOLARE NELLA MALATTIA DI MENIERE quale ruolo patogenetico? quale possibile terapia? Relatore – Dr. Edoardo Bernkopf – specialista in odontontostomatologia Ore 11,00 Assemblea ordinaria dell'AIMM Ore 11,30 Discussione con i medici Ore 12,30 Termine lavori Modalita' di iscrizione all'A.I.M.M. Onlus: La quota associativa annua 2009 è di € 31,00 socio ordinario La quota associativa annua 2009 è di € 100,00 socio sostenitore Da versare tramite: -c/c postale n. 18219782 intestato all'A.I.M.M. Onlus – 10141 Torino. - bonifico bancario, intestato a A.I.M.M. Onlus presso Banca D'Alba, filiale di Moncalieri (To) IBAN : IT 10 V 08530 20000 000470 100529 - Assegno bancario intestato a A.I.M.M. Onlus da inviare alla casella postale 3194 -10141 Torino PUNTI DI ASCOLTO: TORINO Tel. 011-70952668 BOLOGNA Tel. 051-6478724 BENEVENTO Tel. 0824-57499 on line: www.aimmitalia.it Martedì ore 10.30-12.00 Lunedì ore 18.00-19.00 Giovedì ore 17.00-18.30 Mercoledì ore 9.00-10.00 Mercoledì ore 16.30-19.00 e mail: [email protected] [email protected] La stampa di questo bollettino è un servizio di IDEA SOLIDALE LA VERTIGINE E LE SUE PAURE Relatore - Dr. Diego Di Lisi - Responsabile Audiologia ORL Ospedale Martini