Standard di qualità ambientale per il tema dei campi

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ANPA
SISTEMA NAZIONALE CONOSCITIVO E DEI CONTROLLI IN CAMPO
AMBIENTALE
Centro Tematico Nazionale Agenti Fisici
Standard di qualità ambientale per i campi elettromagnetici
AGF-T-RAP-99-35
OBIETTIVO INTERMEDIO: OB08 TASK: TSK41
TEMA: T23
STATO: (1) Definitivo
REDATTO DA: (2)
RIVISTO DA: (3)
APPROVATO PER IL
RILASCIO DA: (4)
VERSIONE: 0
S. Violanti
C. Barbieri
F. Frigo
R. Sogni
DATA:
30/04/00
DATA:
30/04/00
P. Mozzo
DATA DI RILASCIO: 30/04/00
(1) bozza, definitivo. Il passaggio di stato del documento da “bozza” a “definitivo” è determinato dalla approvazione
da parte del CTN Leader.
(2) Autore/autori del documento.
(3) Responsabile della task.
(4) CTN Leader.
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INDICE
Introduzione
PARTE A: Standard di qualità per campi elettromagnetici compresi
tra 0 – 300 GHz.
Premessa
1 Linee guida internazionali raccomandate da ICNIRP
1.1 Definizioni
1.2 Limiti di esposizione
1.3 Limiti di esposizione per campi statici
2 Raccomandazione della Comunità Europea
2.1 Definizioni
2.2 Limiti di esposizione
3 Normative dei singoli paesi stranieri
3.1 Stati Uniti
3.2 CSI- Confederazione degli Stati Indipendenti
3.3 Giappone
3.4 Australia
3.5 Germania
3.6 Austria
3.7 Belgio
3.8 Regno Unito
3.9 Svizzera
3.9.1
Campo d’applicazione
3.9.2
Definizioni
3.9.3
Limitazioni preventive delle emissioni
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3.9.4
Valori limite d’immissioni
4 Norme CENELEC/CEI
4.1 Esposizione umana a campi elettromagnetici - bassa frequenza
(0-10 kHz)
4.1.1
Definizioni
4.1.2
Limiti di esposizione
4.2 Esposizione umana a campi elettromagnetici - alta frequenza
(10 kHz-300 GHz)
4.2.1
Definizioni
4.2.2
Limiti di esposizione
5 Normativa Italiana
5.1 Decreto Ministeriale n°381, 10 Settembre 1998
5.2 DPCM 23 Aprile 1992
6 Normativa Regionale Italiana
7 Confronti tra le normative nazionali ed internazionali
PARTE B: Standard di qualità per radiazione ottica coerente (laser)
ed ultravioletta (UV).
1. Laser
1.1 Linee guida internazionali raccomandate da ICNIRP
1.1.1
Campo di applicazione e finalità
1.1.2
Definizioni
1.1.3
Limiti di esposizioni
1.2 Elenco di altre normative nazionali, internazionali, europee
1.2.1
Norme CENELEC/CEI
1.2.1.1
Definizioni
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1.2.1.2
Classificazione dei laser
2. Radiazione ultravioletta (UV)
2.1 Limiti di esposizione alla radiazione ultravioletta
Glossario
Bibliografia
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Introduzione
Obiettivo del seguente lavoro è l’individuazione degli standard di qualità ambientale in tema di
inquinamento elettromagnetico a livello nazionale ed internazionale; in particolare verranno
considerati quelli definiti da organismi riconosciuti come ICNIRP, CENELEC/CEI, quelli derivanti
dalle raccomandazioni comunitarie, quelli di alcuni singoli paesi stranieri (Germania, Austria,
Regno Unito, Stati Uniti, etc.) ed infine quelli nazionali e regionali.
Parte A
Standard di qualità per campi elettromagnetici
compresi tra 0 e 300 GHz.
Premessa
Per poter determinare l’esposizione alle onde elettromagnetiche è necessario introdurre degli
indicatori di inquinamento elettromagnetico a cui riferire valori limite per la salvaguardia della
salute pubblica.
La protezione rispetto agli effetti acuti si realizza con la definizione di limite di esposizione, anche
in rapporto alle categorie delle persone esposte prese in considerazione (si distingue tra lavoratori e
popolazione).
La definizione dei limiti previsti si articola in due fasi distinte. La prima considera gli effetti sanitari
che s’intendono prevenire, limiti di base, che vengono espressi mediante grandezze fisiche correlate
agli effetti sanitari; la seconda considera i livelli di riferimento (limiti derivati), che sono definiti
mediante grandezze radiometriche che caratterizzano l’ambiente in cui avviene l’esposizione del
soggetto, ed essendo grandezze fisiche esterne al corpo sono facilmente misurabili con una
strumentazione adeguata.
L’idea che è alla base di questo procedimento è che, se in un ambiente si misurano valori inferiori ai
livelli di riferimento, in nessuna circostanza l’esposizione determinerà il superamento dei limiti di
base.
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1. Linee guida internazionali raccomandate da ICNIRP
Estratto da [1] e [2]
Le normative internazionali di protezione dalle Radiazioni non Ionizzanti (NIR) si basano su
un’attenta valutazione della documentazione scientifica esistente riguardo i possibili effetti sanitari
cosiddetti “acuti” e fissano livelli di esposizione che, se non superati, non comportano alcun effetto
negativo immediato sulla salute degli individui esposti.
Recentemente l’ICNIRP ha emanato linee guida per la limitazione dell’esposizione a campi
elettromagnetici variabili fino a frequenza di 300 GHz, sia per i lavoratori che per la popolazione
[1].
I limiti di base proposti dall’ICNIRP sono espressi in termini di densità di corrente indotta che
fluisce nel corpo umano, misurata in A/m2 per campi a frequenze da 100 kHz a 10 MHz, e in
termini di SAR (Specific Adsorbition Rate), grandezza fisica che esprime la quantità di energia
assorbita dalla massa unitaria corporea nell’unità di tempo (W/kg), per frequenze da 10 MHz a 300
GHz.
I limiti di base proposti dall’ICNIRP sono riferiti alle grandezze introdotte a seconda dei range di
frequenze:
Ø per frequenze comprese tra 1 Hz e 10 MHz i limiti di base si riferiscono alla densità di corrente,
(sono riferiti alla produzione di effetti sulle funzioni del sistema nervoso);
Ø per i campi a frequenza compresa tra 100 kHz e 10 GHz le limitazioni sono riferite al SAR
(prevenzione in riferimento all’eccessivo riscaldamento del corpo);
Ø per frequenze tra 100 kHz e 10 MHz i limiti tengono conto sia del SAR che della densità di
corrente;
Ø per frequenze tra 10 e 300 GHz, i valori base limitano la densità di potenza (prevenzione
dall’eccessivo riscaldamento dei tessuti).
1.1 Definizioni
Nella tabella 1.1 sono raccolte delle grandezze che caratterizzano i campi elettromagnetici e
quantità dosimetriche con le relative unità di misura.
Tabella 1.1 Grandezze fisiche e corrispondenti unità di misura nel SI [1].
Grandezza
Simbolo
Unità
Densità di corrente
J
Ampère per metro quadro A/m2
Intensità del campo elettrico
E
Volt per metro V/m
Intensità del campo magnetico
H
Ampère per metro A/m
Induzione magnetica
B
Tesla T
Densità di potenza
S
Watt per metro quadro W/m2
Rateo di assorbimento specifico di
SAR
Watt per chilogrammo W/kg
energia
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Densità di corrente: è un vettore (J) il cui integrale su una data superficie è uguale alla corrente
che fluisce attraverso la superficie stessa. E’ espressa in Ampere per metro quadro (A/m2 ).
Intensità del campo elettrico: è la forza (E) esercitata su di una carica positiva unitaria e
stazionaria in un punto di un campo elettrico; è misurata in Volt per metro (V/m).
Intensità del campo magnetico: è una quantità vettoriale (H) che, insieme con la densità di
flusso magnetico, specifica il valore del campo magnetico in ogni punto dello spazio, ed è espressa
in Ampère per metro (A/m).
Induzione magnetica: E’ una quantità vettoriale (B) che si esprime come forza che agisce su una
carica in movimento, ed è espressa in Tesla (T).
Densità di potenza (S): questa grandezza si impiega nel caso delle frequenze molto alte, per le
quali la profondità di penetrazione nel corpo è modesta. Si tratta della potenza radiante incidente
perpendicolarmente a una superficie, divisa per l'area della superficie in questione ed è espressa in
Watt per metro quadro (W/m2).
Root mean square (rsm): certi effetti elettrici sono proporzionali alla radice quadrata del valore
medio del quadrato di una funzione periodica. Questo valore è considerato quello effettivo, detto
rms, dal momento che è derivato da una prima quadratura della funzione, dalla successiva
determinazione del valore medio dei quadrati ottenuti, ed infine dalla radice quadrata di questo
valore medio.
Tasso di assorbimento specifico di energia (SAR): è la velocità con cui l’energia è assorbita
dal tessuto biologico, ed è espresso in Watt per chilogrammo (W/kg). Il SAR è una quantità
dosimetrica che viene largamente usata per frequenze al di sopra di circa 100 kHz.
1.2 Limiti di esposizione
A. Limiti di base
Le restrizioni sull’esposizione a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici variabili nel tempo, si
basano su reali effetti sulla salute e sono chiamati limiti di base. Essi dipendono dalla frequenza del
campo e le quantità fisiche che specificano questi limiti sono la densità di corrente (J), il tasso di
assorbimento specifico (SAR) e la densità di potenza (S). Solo la densità di potenza in aria, fuori dal
corpo, può essere agevolmente misurata per gli individui esposti.
I limiti di base per la popolazione indicati dall’ICNIRP sono riportati in tabella 1.2, per frequenze
tra 0 Hz e 10 GHz, ed in tabella 1.3 per frequenze comprese tra 10 e 300 GHz.
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Tabella 1.2 Limiti di base per la popolazione per frequenze fino a 10 GHz [1].
Intervallo di
frequenza
Densità di
SAR mediato su SAR localizzato SAR localizzato
corrente per la
tutto il corpo
(testa e tronco)
(arti)
testa ed il tronco
(W/kg)
(W/kg)
(W/kg)
(mA/m2 ), (rms)
fino a 1 Hz
8
1 - 4 Hz
8/f
4 Hz – 1 kHz
2
1 – 100 kHz
f/500
100kHz-10MHz
f/500
0.08
2
4
10 MHz-10GHz
0.08
2
4
Note:
1. f è la frequenza in Hz.
2. A causa dell’inomogeneità elettrica del corpo, le densità di corrente devono essere mediate su una
sezione di 1 cm2 perpendicolare alla direzione della corrente.
3. Per frequenze fino a 100 kHz, i valori di picco della densità di corrente possono essere ottenuti
moltiplicando il valore del rms per 2(1.414 ) . Per impulsi di durata tp la frequenza equivalente da
applicare nei limiti di base va calcolata come f = 1 (2t p ) .
4. Per frequenze fino a 100 kHz e per campi magnetici pulsati, il massimo della densità di corrente
associata all’impulso può essere calcolata dalla velocità massima del cambiamento della densità di flusso
magnetico.
5. Tutti i valori del SAR sono stati mediati su un periodo di 6 minuti.
6. La media del SAR localizzato viene eseguita ogni 10 g di tessuto contiguo, il valore massimo del SAR
così ottenuto è il valore che va considerato per limitare l’esposizione.
7. Per impulsi di durata tp la frequenza equivalente da applicare ai limiti di base deve essere calcolato come
f = 1 (2t p ) .
Tabella 1.3 Limiti di base per la densità di potenza per frequenze comprese tra 10 e 300 GHza [1].
Caratteristiche di esposizione
Popolazione
a
Densità di potenza (W/m2 )
10
Note:
1. Le densità di potenza devono essere mediate su ogni 20 cm2 di area esposta e su ogni periodo di
68/f1.05minuti (f è in GHz) per compensare la progressiva diminuzione di penetrazione che si ha
aumentando la frequenza.
2. Il massimo spaziale della densità di potenza, mediato su 1 cm2 , non deve superare di 20 volte i valori
sopra.
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B. Livelli di riferimento
Questi livelli sono forniti per vedere se i limiti base vengono superati e sono derivati da questi
stessi. Le quantità derivate sono il campo elettrico (E), quello magnetico (B), la densità di potenza
(S) e le correnti che fluiscono attraverso gli arti (IL). Le quantità che descrivono gli effetti indiretti
sono la corrente di contatto (IC) e per campi pulsati, l’assorbimento specifico (SA).
I livelli di riferimento per la popolazione, espressi in termini valore efficace di campo elettrico,
magnetico ed in termini di densità di potenza dell’onda piana equivalente, raccomandati
dall’ICNIRP, sono riportati nella tabella 1.4.
Tabella 1.4 Livelli riferimento per l’esposizione della popolazione a campi elettrici e magnetici
variabili nel tempo [1].
Intervallo di
frequenza
Intensità del campo
elettrico E
(V/m)
Intensità del campo
magnetico H
(A/m)
Induzione
magnetica B
(µT)
Fino a 1 Hz
1-8 Hz
8-25 Hz
0.025-0.8 kHz
0.8-3 kHz
3-150 kHz
0.15-1 MHz
1-10 MHz
10-400 MHz
400-2000 MHz
2-300 GHz
10.000
10.000
250/f
250/f
87
87
87/f1/2
28
1.375f 1/2
61
3.2 × 104
3.2 × 104 /f2
4.000/f
4/f
5
5
0.73/f
0.73/f
0.073
0.0037f 1/2
0.16
4 × 104
4 × 104 /f2
5.000/f
5/f
6.25
6.25
0.92/f
0.92/f
0.092
0.0046f 1/2
0.20
Densità di potenza
dell’onda piana
equivalente Seq
(W/m2 )
2
f/200
10
Note:
3. f come indicato nella colonna relativa alla frequenza.
4. Per frequenze comprese tra 100 kHz e 10 GHz, Seq, E2 , H2 e B2 devono essere mediati su un intervallo di
6 minuti.
5. Per i valori di picco a frequenze fino a 100 kHz si veda tabella 1.2 nota 3.
6. Per frequenze superiori a 10 GHz, Seq, E2 , H2 e B2 devono essere mediati su un intervallo pari a 68/f1.05
minuti (f in GHz).
7. Nessun valore di campo elettrico è indicato per frequenze < 1 Hz, trattandosi di campi elettrici statici.
Per la maggior parte delle persone la fastidiosa percezione di cariche elettriche superficiali non si
verifica ad intensità del campo inferiori a 25 kV/m.
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1.3 Limiti di esposizione per campi statici
Estratto da [9]
I limiti forniti dall’ICNIRP [2] per i campi magnetici statici sono raccolti nella tabella 1.5.
Le attuali conoscenze scientifiche non suggeriscono l’esistenza di alcun effetto dannoso sui più
importanti parametri fisiologici, di funzionamento e di sviluppo degli organismi superiori per
esposizioni transitorie con una densità di flusso magnetico statico fino a 2 T.
La restrizione a 200 mT è un valore limite dato dalla mancanza di informazioni sugli effetti a lungo
termine dell’esposizione.
Considerazioni aggiuntive sui potenziali rischi dovuti all’interferenza dei campi magnetici con i
dispositivi elettronici, portano alla raccomandazione che nelle zone con una densità di flusso
magnetico > 0.5 mT si debbano porre degli appropriati segnali di avvertimento.
E’ difficile fornire delle precise linee guida sugli effetti dei campi magnetici statici su materiali o
dispositivi con impianti ferromagnetici; esse, infatti, dipendono da fattori come il gradiente del
campo, il grado di ferromagnetismo dell’impianto, la sua misura e la sua orientazione.
Si è visto che alcuni materiali ferromagnetici possono essere mossi o addirittura staccati da campi
statici di pochi millitesla.
Le considerazioni sui potenziali rischi dovuti al movimento e distaccamento dei materiali
ferromagnetici impiantati o di altri oggetti, porta indicare con specifici segnali di avvertimento le
aree con densità di flusso magnetico > 3 mT.
Tabella 1.5 Limiti di esposizione della popolazione ai campi magnetici statici* [2].
Caratteristche di esposizione
Esposizione continua
Densità di flusso magnetico
40 mT
* Le persone con pacemakers cardiaci ed altri dispositivi elettricamente attivabili, o con impianti
ferromagnetici non sono adeguatamente protetti dai limiti sopra citati.
La maggior parte dei pacemaker cardiaci sono improbabilmente danneggiati da esposizioni a campi
magnetici inferiori ai 0.5 mT; mentre persone con impianti ferromagnetici o dispositivi elettricamente
attivabili sono danneggiati da campi superiori a pochi mT.
Quando la densità di flusso magnetico supera i 3 mT, si devono prendere delle precauzioni per prevenire i
rischi derivanti dalla presenza di oggetti metallici “volanti”(flying metallic objects).
Analogamente orologi, carte di credito, cassette magnetiche, etc., possono essere danneggiati
dall’esposizione a campi di 1 mT.
L’occasionale accesso al pubblico, in luoghi con una densità di flusso magnetico superiore ai 40 mT, può
essere concesso sotto specifici controlli che prevedono il rispetto dell’appropriato limite di esposizione
professionale.
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2. Raccomandazione della Comunità Europea
Estratto da [16]
E’ stata redatta da un apposito gruppo di lavoro, ed approvata dal Consiglio dell’Unione Europea,
una raccomandazione integralmente fondata sulle linee guida ICNIRP per la tutela della
popolazione: “Raccomandazione del Consiglio dell’Unione Europea del 21 Luglio 1999 relativa
alla limitazione dell’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici da 0 Hz a 300 GHz”
(1999/519/CE), pubblicata sulla G.U. delle Comunità Europee 199/59 del 30 luglio 1999 [16].
In questo caso viene ribadita l’impossibilità di definire limiti di esposizione per i possibili effetti a
lungo termine.
Tale documento tratta in maniera esaustiva le radiazioni non ionizzanti, le principali sorgenti,
l’esposizione e gli effetti sulla salute.
2.1 Definizioni
Ai fini della presente raccomandazione, con il termine “campi elettromagnetici” si intendono i
campi statici, i campi a frequenza estremamente bassa (ELF) e i campi a radiofrequenza (RF),
comprese le microonde, nella gamma di frequenza fra 0 Hz e 300 GHz.
A. Grandezze fisiche
Nell'ambito dell'esposizione ai campi elettromagnetici si fa di norma riferimento alla seguenti
grandezze fisiche:
Corrente di contatto (Ic): la corrente di contatto tra una persona e un oggetto è espressa in
Ampère (A). Un conduttore che si trovi in un campo elettrico può essere caricato dal campo.
Intensità di campo elettrico: è una quantità vettoriale (E) che corrisponde alla forza esercitata
su una particella carica indipendentemente dal suo movimento nello spazio. E’ espressa in Volt per
metro (V/m).
Intensità di campo magnetico: è una quantità vettoriale (H) che, assieme all'induzione
magnetica, specifica un campo magnetico in qualunque punto dello spazio. E’ espressa in Ampère
per metro (A/m).
Induzione magnetica: è una grandezza vettoriale (B) che determina una forza agente sulle cariche
in movimento. E’ espressa in Tesla (T).
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Densità di potenza (S): questa grandezza si impiega nel caso delle frequenze molto alte, per le
quali la profondità di penetrazione nel corpo è modesta. Si tratta della potenza radiante incidente
perpendicolarmente a una superficie, divisa per l'area della superficie in questione ed è espressa in
Watt per metro quadro (W/m2).
Tasso di assorbimento specifico di energia (SAR): si tratta del valore mediato su tutto il
corpo o su alcune parti di esso, del tasso di assorbimento di energia per unità di massa del tessuto
corporeo ed è espresso in watt per chilogrammo (W/kg). Il SAR riferito a tutto il corpo è una misura
ampiamente accettata per porre in rapporto gli effetti termici nocivi all'esposizione a RF. Oltre al
valore del SAR mediato su tutto il corpo, sono necessari anche valori locali del SAR per valutare e
limitare la deposizione eccessiva di energia in parti piccole del corpo conseguenti a speciali
condizioni di esposizione, quali ad esempio il caso di un individuo in contatto con la terra, esposto a
RF nella gamma inferiore di MHz e di individui esposti nel campo vicino di un'antenna.
Tra le grandezze sopra citate, le seguenti possono essere misurate direttamente: l'induzione
magnetica, la corrente di contatto, l'intensità di campo elettrico e magnetico, nonché la densità di
potenza.
B. Limiti di base e livelli di riferimento
Ai fini dell'applicazione delle limitazioni basate sulla va lutazione dei possibili effetti sulla salute dei
campi elettromagnetici, occorre distinguere tra i limiti di base e i livelli di riferimento.
Limiti di base: le limitazioni all'esposizione ai campi elettrici magnetici ed elettromagnetici
variabili nel tempo, che si fondano direttamente su effetti accertati sulla salute e su considerazioni
di ordine biologico, sono denominate “limiti di base”. In base alla frequenza del campo, le quantità
fisiche impiegate per specificare tali limitazioni sono: la densità di flusso magnetico (B), la densità
di corrente (J), il tasso di assorbimento specifico di energia (SAR), e la densità di potenza (S). La
densità di flusso magnetico e la densità di potenza negli individui esposti possono essere misurate
rapidamente.
Livelli di riferimento: questi livelli sono indicati a fini pratici di valutazione dell'esposizione in
modo da determinare se siano probabili eventuali superamenti dei limiti di base. Alcuni livelli di
riferimento sono derivati dai limiti di base fondamentali attraverso misurazioni e/o tecniche
informatiche e alcuni livelli di riferimento si riferiscono alla percezione e agli effetti nocivi indiretti
dell'esposizione ai campi elettromagnetici. Le quantità derivate sono: l'intensità di campo elettrico
(E), l'intensità di campo magnetico (H), la densità del flusso magnetico (B), la densità di potenza
(S) e la corrente su un arto (IL). Le grandezze che si riferiscono alla percezione e agli altri effetti
indiretti sono la corrente (di contatto) (Ic) e, per i campi pulsati, l'assorbimento specifico di energia
(SAR). In qualunque situazione particolare di esposizione, i valori misurati o calcolati di una delle
quantità sopra citate possono essere raffrontati al livello di riferimento appropriato. L'osservanza del
livello di riferimento garantirà il rispetto delle restrizioni fondamentali corrispondenti. Se il valore
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misurato supera il livello di riferimento, non ne consegue necessariamente che sia superata la
restrizione fondamentale. In tali circostanze, tuttavia, vi è la necessità di definire se il limite di base
sia o meno rispettato.
Nella presente raccomandazione non sono indicate limitazioni quantitative per i campi elettrici
statici. Tuttavia, si raccomanda di evitare il contatto con cariche elettriche superficiali e le scariche
distruttive che possono causare stress o comunque disturbo.
A determinate frequenze (cfr. allegati II e III della normativa) alcune grandezze quali la densità di
flusso magnetico (B) e la densità di potenza (S) sono utilizzate sia ai fini dei limiti di base che dei
livelli di riferimento.
2.2 Limiti di esposizione
A. Limiti di base
Per specificare i limiti di base relativi ai campi elettromagnetici, a seconda della frequenza, sono
utilizzate le seguenti grandezze fisiche (quantità dosimetriche/esposimetriche):
- fra 0 e 1 Hz sono stati definiti limiti di base per l'induzione magnetica, relativamente ai campi
magnetici statici (0 Hz), e per l'intensità di corrente, relativamente ai campi variabili nel
tempo fino a 1 Hz, al fine di evitarne effetti sul sistema cardiovascolare e sul sistema nervoso
centrale,
- fra 1 Hz e 10 MHz sono stati definiti limiti di base per l'intensità di corrente, in modo da evitare
effetti sulle funzioni del sistema nervoso,
- fra 100 kHz e 10 GHz sono stati definiti limiti di base per il SAR, in modo da evitare lo stress
da calore su tutto il corpo e l'eccessivo riscaldamento localizzato dei tessuti. Nell'intervallo di
frequenza compreso fra 100 kHz e 10 MHz, i limiti di base previsti si riferiscono sia
all'intensità di corrente che al SAR,
-
fra 10 GHz e 300 GHz sono stati definiti limiti di base per la densità di potenza al fine di
evitare il riscaldamento dei tessuti della superficie del corpo o in prossimità della stessa.
I limiti di base indicati nella tabella 2.1 sono stabiliti in modo da tenere conto delle incertezze
connesse con la sensibilità individuale delle condizioni ambientali e delle differenti età e condizioni
di salute fra i membri della popolazione.
Tabella 2.1 - Limiti di base per i campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici (0 Hz-300 GHz), [16].
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_________________________________________________________________________________________________
Gamma
di
frequenza
Densità
di flusso
magnetico
(mT)
Densità
di corrente
(mA/m2 )
(rms)
SAR
SAR
SAR
Densità
mediato sul
localizzato
localizzato
di
corpo
(capo e
(arti)
potenza
intero
tronco)
(W/Kg)
S
(W/Kg)
(W/Kg)
(W/m2 )
_________________________________________________________________________________________________
0 Hz
40
-
-
-
-
-
>0-1 Hz
-
8
-
-
-
-
1-4 Hz
-
8/f
-
-
-
-
4-1 000 Hz
-
2
-
-
-
-
1 000 Hz
-100 kHz
-
f/500
-
-
-
-
100 kHz
-10 MHz
-
f/500
0,08
2
4
-
10 MHz
-10 GHz
-
-
0,08
2
4
-
10-300 GHz
10
_________________________________________________________________________________________________
Note
1. ƒ è la frequenza in Hz.
2. I limiti di base per l'intensità di corrente si prefiggono di proteggere dagli effetti gravi da esposizione
acuta dei tessuti del sistema nervoso centrale nella testa e nel torace e include un fattore di sicurezza. I
limiti di base per i campi ELF sono basati sugli effetti nocivi accertati sul sistema nervoso centrale.
Tali effetti acuti sono essenzialmente istantanei e non v'è alcuna giustificazione scientifica per
modificare i limiti di base nel caso di esposizioni di breve durata. Tuttavia, poiché i limiti di base si
riferiscono agli effetti nocivi sul sistema nervoso centrale, sono possibili intensità di corrente più
elevate in tessuti corporei diversi dal sistema nervoso centrale a parità di condizioni di esposizione.
3. Data la non omogeneità elettrica del corpo, le intensità di corrente devono essere calcolate come media
su una sezione di 1 cm2 perpendicolare alla direzione della corrente.
4. Per le frequenze fino a 100 kHz, i valori dell'intensità della corrente di picco possono essere ottenuti
moltiplicando il valore efficace rms per v2 (~1,414). Per gli impulsi di durata t, la frequenza
equivalente per l'applicazione dei limiti di base va calcolata come ƒ= 1/(2tp).
5. Per le frequenze fino a 100 kHz e per i campi magnetici pulsati, la densità massima di corrente
associata agli impulsi può essere calcolata in base ai tempi di salita/discesa e al tasso massimo di
cambiamento della densità di flusso magnetico. L'intensità della corrente indotta può essere
confrontata con i corrispondenti limiti di base.
6. Tutti i valori di SAR devono essere ottenuti come media su un qualsiasi periodo di 6 minuti.
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7. La massa adottata per calcolare il SAR medio localizzato è pari a 10 g di tessuto contiguo. Il SAR
massimo ottenuto in tal modo costituisce il valore impiegato per la stima dell'esposizione. Si intende
che i suddetti 10 g di tessuto devono essere una massa di tessuto contiguo con proprietà elettriche
quasi omogenee. Nello specificare una massa contigua di tessuto, si riconosce che tale concetto può
essere utilizzato nella dosimetria computazionale ma che può presentare difficoltà per le misurazioni
fisiche dirette. Può essere utilizzata una geometria semplice quale una massa cubica di tessuto, purché
le quantità dosimetriche calcolate abbiano valori conservativi rispetto alle norme guida in materia di
esposizione.
8. Per gli impulsi di durata tp, la frequenza equivalente da applicarsi ai limiti di base va calcolata come ƒ=
1/(2tp). Inoltre, per esposizioni pulsate nella gamma di frequenza compresa fra 0,3 e 10 GHz e per
esposizioni localizzate del capo, allo scopo di limitare ed evitare effetti auditivi causati da espansioni
termoelastiche, si raccomanda un ulteriore limite di base. Quest'ultimo è l'assorbimento specifico (SA)
che non dovrebbe superare 2 mJ kg-1 calcolato come media su 10 g di tessuto.
B. Livelli di riferimento
I livelli di riferimento relativi all'esposizione sono indicati al fine di poterli confrontare con i
valori di grandezze misurate. Il rispetto di tutti i livelli di riferimento raccomandati garantisce il
rispetto dei limiti di base.
Se il valore delle grandezze misurate supera i livelli di riferimento, non ne consegue
necessariamente che i limiti di base siano superati. In tal caso, sarà necessario effettuare una
valutazione per decidere se i livelli di esposizione siano inferiori a quelli fissati per i limiti di
base.
I livelli di riferimento volti a limitare l'esposizione sono stati ottenuti dai limiti di base nella
situazione di massimo accoppiamento fra campo e individuo esposto e perciò forniscono la
massima protezione. Nelle tabelle 2.2 e 2.3 sono riportati i livelli di riferimento. Questi, di
norma, vanno considerati come valori mediati nel volume del corpo dell'individuo esposto ma
con la condizione tassativa che i limiti di base per esposizione localizzati non siano superati.
In talune situazioni in cui l'esposizione è altamente localizzata, come l'esposizione del capo nel
caso dei radiotelefoni portatili, l'impiego dei livelli di riferimento non risulta adeguato. In tali
casi l'osservanza dei limiti di base relativi ad esposizioni localizzate dovrà essere valutata
direttamente.
Livelli di campo:
Tabella 2.2 - Livelli di riferimento per i campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici (0 Hz-300 GHz,
valori efficaci (rms) non perturbati) [16].
_____________________________________________________________________________________________
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Intervallo
di frequenza
Intensità
di campo E
(V/m)
Densità di
potenza ad
onda piana
equivalente
S eq (W/m2 )
_________________________________________________________________________________________________
0-1 Hz
-
Intensità
di campo H
(A/m)
Campo B
(µT)
3,2 x 104
4 x 104
-
1-8 Hz
10 000
3,2 x 104 /f2
4 x 104 /f 2
-
8-25 Hz
10 000
4 000/f
5 000/f
-
0,025-0,8 kHz
250/f
4/f
5/f
-
0,8-3 kHz
250/f
5
6,25
-
3-150 kHz
87
5
6,25
-
0,15-1 MHz
87
0,73/f
0,92/f
-
1-10 MHz
87/f1/2
0,73/f
0,92/f
-
10-400 MHz
28
0,073
0,092
2
400-2 000 MHz
1,375 f1/2
0,0037 f1/2
0,0046 f1/2
f/200
2-300 GHz
61
0,16
0,20
10
_________________________________________________________________________________________________
Note:
1. ƒ come indicato nella colonna della gamma di frequenza.
2. Per le frequenze comprese fra 100 kHz e 10 GHz, Seq E2 , H2 , e B2 devono essere calcolati come media
su qualsiasi periodo di 6 minuti.
3. Per le frequenze che superano 10 GHz, Seq, E2 , H2 , e B2 devono essere ottenuti come media su qualsiasi
periodo di 68/ƒ1,05 minuti (ƒ in GHz).
4. Non è fornito alcun valore di campo E per le frequenze <1 Hz, perché di fatto sono campi elettrici statici.
Per la maggior parte delle persone la sensazione fastidiosa di cariche elettriche di superficie non è avvertibile
a intensità di campo inferiori a 25 kV/m. Le scariche che provocano stress o disturbo vanno evitate.
Nota 1:
Livelli di riferimento più elevati per esposizioni a campi ELF di breve durata non sono indicati (cfr.
tabella 2.1, nota 2). In molti casi, quando i valori misurati sono superiori al livello di riferimento,
non ne consegue necessariamente che i limiti di base siano superati. A condizione che possano
essere evitati impatti nocivi sulla salute causati dagli effetti indiretti dell'esposizione (quali i
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microshock), si ammette che i livelli di riferimento per la popolazione possano essere superati
purché non vengano superati i limiti di base sull'intensità di corrente. In molte situazioni pratiche di
esposizione, campi ELF esterni di intensità corrispondente ai livelli di riferimento indurranno nei
tessuti del sistema nervoso centrale intensità di corrente inferiori ai limiti di base. Viene inoltre
riconosciuto che una serie di dispositivi comuni emettono campi localizzati superiori ai livelli di
riferimento. Tuttavia, ciò avviene generalmente in condizioni di esposizione in cui i limiti di base
non vengono superati a causa del debole accoppiamento tra il campo ed il corpo.
Per i valori di picco, si applicano i seguenti livelli di riferimento dell'intensità di campo E (V/m),
dell'intensità di campo magnetico H (A/m) e dell'induzione magnetica B (µT):
- per le frequenze fino a 100 kHz, i valori di riferimento di picco si ottengono moltiplicando i
corrispondenti valori efficaci (rms) per v2 (~1,414). Per gli impulsi di durata tp, la frequenza
equivalente da applicarsi deve essere calcolata come ƒ= 1/(2tp );
- per le frequenze comprese fra 100 kHz e 10 MHz, i valori di riferimento di picco si ottengono
moltiplicando i corrispondenti valori efficaci (rms) per 10a, dove a= [0,665 log(ƒ/105 )+0,176);
ƒ in Hz
- per le frequenze comprese fra 10 MHz e 300 GHz i valori di riferimento di picco si ottengono
moltiplicando i corrispondenti valori efficaci (rms) per 32.
Nota 2:
Anche se sul nesso fra effetti biologici e valori di picco dei campi pulsati le conoscenze sono scarse,
si propone che, per le frequenze che superano i 10 MHz, il valore di Seq valutato come media sulla
durata dell'impulso non superi di 1000 volte i livelli di riferimento, oppure che le intensità di campo
non superino di 32 volte i livelli di riferimento delle intensità di campo. Per le frequenze comprese
fra circa 0,3 GHz e vari GHz e per l'esposizione localizzata del capo, allo scopo di limitare o di
evitare gli effetti uditivi causati dall'espansione termoelastica, si dovrà limitare l'assorbimento
specifico degli impulsi. In questa gamma di frequenza, l'assorbimento specifico di 4-16 mJ kg-1 per
produrre questo effetto corrisponde, per impulsi da 30- µs, a valori di picco del SAR di 130-520 W
kg-1 nel cervello. Fra 100 kHz e 10 MHz, i valori di picco per le intensità di campo sono ottenuti
tramite interpolazione del valore di picco moltiplicato per 1, 5 a 100 kHz al valore di picco
moltiplicato per 32 a 10 MHz.
Correnti di contatto e correnti attraverso gli arti
Allo scopo di evitare i rischi dovuti alle correnti di contatto, per le frequenze fino a 110 MHz si
raccomandano livelli di riferimento addizionali. I livelli di riferimento per le correnti di contatto
sono presentati nella tabella 2.3. Questi livelli sono stati definiti tenendo conto che le correnti di
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contatto di soglia, che inducono reazioni biologiche nelle donne adulte e nei bambini, sono pari
rispettivamente a circa due terzi e alla metà di quelle che inducono le stesse reazioni sugli uomini
adulti.
Tabella 2.3 - Livelli di riferimento per le correnti di contatto da oggetti conduttori (f in kHz), [16].
_________________________________________________________________________________________________
Gamma di frequenza
Corrente di contatto
massima (mA)
_________________________________________________________________________________________________
0 Hz - 2,5 kHz
0,5
2,5 kHz - 100 kHz
0,2 f
100 KHz - 110 MHz
20
_________________________________________________________________________________________________
Nell'intervallo di frequenza compresa fra 10 MHz e 110 MHz, si raccomanda un livello di
riferimento di 45 mA per la corrente che attraversa ciascun arto. Questa norma è intesa a limitare il
SAR localizzato su qualsiasi periodo di 6 minuti.
3 Normative dei singoli paesi stranieri
In questo paragrafo viene riportata una panoramica degli standard di qualità definiti nelle normative
emanate dai vari Stati del mondo.
3.1 Stati Uniti
Estratto da [5] e [6]
Gli Stati Uniti sono stati tra i primi ad investigare gli effetti dell’esposizione ai campi
elettromagnetici ad alta frequenza.
Gli standard statunitensi si basano sull’ipotesi che la principale conseguenza dell’esposizione alla
radiazione elettromagnetica sia “l’effetto termico”, che viene caratterizzato dal SAR.
L’ANSI ha proposto limiti differenti per l’esposizione della popolazione e dei lavoratori.
Nelle seguent i tabelle vengono riportati i limiti nell’intervallo 3 kHz e 300 GHz, nella versione
sviluppata successivamente dell’IEEE (Institute of Electrical and Electronic Engineers) nel 1991,
per la popolazione.
Tabella 3.1 Livelli massimi ammissibili delle intensità dei campi elettrico e magnetico e della densità di
potenza [5] e [7].
Intervallo di
frequenza
Campo elettrico
E
Campo magnetico
H
Densità di potenza
media S
Tempo di media
(min)
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(mW/cm2 )
(MHz)
(V/m)
(A/m)
0.003-0.1
614
163
0.1-1.34
614
16.3/f
1.34-3.0
823.8/f
16.3/f
(180 / f
2
÷ 10.000 / f
3-30
823.8/f
16.3/f
(180 / f
2
÷ 10.000 / f
30-100
27.5
158.3/f1.668
100-300
300-3000
3000-15000
15.000-300.000
27.5
-
0.0729
-
E2 ,S
(100 ÷ 1.000 .000 )∗
(100 ÷ 10.000 / f )
2 ∗
(0.2
)
)
2
6
6
6
6
2 ∗f
2
/0.3
)
2 ∗ 30
∗
÷ 940 .000 / f 3.336
0.2
f/1500
f/1500
10
H
6
6
30 0.0636·f1.337
30
30
90.000/f
616.000/f1/2
30
-
Note:
f è la frequenza in MHz.
*I valori di densità di potenza dell’onda piana equivalente, sebbene non siano adatti in condizioni di campo
vicino, sono utilizzati come paragone con i MPE (Maximum Permissible Exposure) a frequenze maggiori e
sono forniti dalla strumentazione di misura in uso.
E’ stato recentemente pubblicato il documento C95.1-1999 che conferma i limiti del 1991, le novità
riguardano aspetti pratici di misura e chiarimenti interpretativi.
Anche la Federal Communications Commission (FCC) ha emanato una normativa che fissa i limiti
riportati nella tabella sottostante.
Tabella 3.2 Livelli ammissibili delle intensità di campi elettrico, magnetico e della densità di potenza per
la popolazione [5] e [8].
Intervallo di
Campo elettrico
Campo magnetico
frequenza
E
H
(MHz)
(V/m)
(A/m)
0.3-1.34
614
1.63
1.34-30
824/f
2.19/f
30-300
27.5
0.073
300-1.500
1.500-100.000
*Densità di potenza dell’onda piana equivalente
Nota:
f è la frequenza in MHz.
Densità di potenza
(mW/cm2 )
Tempo
(min)
(100)*
(180/f)*
0.2
f/1500
1.0
30
30
30
30
30
Per quanto riguarda le basse frequenze, la normativa varia all’interno dell’Unione. Solo due Stati
prevedono limiti di esposizione sia per campi elettrici che per quelli magnetici. In Florida l’intensità
di induzione magnetica deve essere inferiore ai 20 µT per le linee a 500 kV o a 15µT per linee a 230
kV. Nello Stato di New York il limite massimo di esposizione è di 20 µT [6].
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3.2 CSI – Confederazione degli Stati Indipendenti (ex Unione
Sovietica)
Estratto da [5]
Le normative protezionistiche della CSI si fondano sul principio che l’esposizione non deve alterare
minimamente lo stato di salute degli individui esposti.
Gli effetti ai quali si sono riferiti gli studiosi includono anche quelli definiti non termici, che essi
descrivono come effetti sul sistema nervoso centrale, attribuibili ad esposizioni di lunga durata
(anni) anche a bassi livelli.
Nella tabella seguente sono riportati gli standard del CSI per la popolazione.
Tabella 3.3 Limiti di esposizione previsti dalla normativa sovietica per la popolazione (CSI 1982 – [5]).
Frequenza (MHz)
Intensità di campo elettrico
Densità di potenza S
imperturbato E
(W/m2 )
(V/m)
0.03-0.3
25
0.3-3
15
30-300
3
300-300.000
0.1
3.3 Giappone
Estratto da [6]
Il limite dell’intensità di campo elettrico nella zona di rispetto è di 3 kV/m, misurato ad un metro
dal suolo. Non esistono norme precise per i lavoratori [6].
3.4 Australia
Estratto da [6]
La normativa riguarda linee a 500 kV. Il campo elettrico massimo consentito nella zona di rispetto,
misurato ad un metro da terra è di 10 kV/m, quello massimo consentito ai confini della zona è di 2
kV/m. La zona di rispetto non è definita in modo univoco, ma coincide con la fascia di terreno
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lungo la linea elettrica. La sua ampiezza dovrebbe essere di 60 metri per le linee a 330 kV e 60/70
metri per le linee a 500 kV [6].
.
3.5 Germania
Estratto da [6] e [9]
In Germania, la responsabilità per la protezione dalle radiazioni dipende dal Ministero
dell’Ambiente.
Recentemente, la German Radiation Protection Commission, ha formulato una raccomandazione
per la protezione da campi elettrici e magnetici a bassa frequenza (SSK 1995). Essa è applicabile
agli impianti che servono per fornire ed usare energia elettrica.
La Commissione raccomanda l’applicazione dei valori limite suggeriti da INIRC per l’esposizione
della popolazione a campi elettrici e magnetici di 50 Hz [9].
Per le basse frequenze è previsto un limite di intensità di campo elettrico massimo di 20 kV/m; il
limite di intensità di induzione magnetica è di 5 mT sia per la popolazione che per i lavoratori [6].
In Germania esiste una normativa elaborata da DIN/VDE che definisce i limiti di esposizione
indifferenteme nte per i lavoratori e la popolazione, per frequenze da 10 kHz a 300 GHz.
Nella seguente tabella sono riportati i valori limite di esposizione per la poplazione.
Tabella 3.4 Limiti di esposizione per la popolazione (DIN/VDE 1991).
Intervallo di frequenza
(MHz)
Valore effettivo del
campo elettrico
equivalente
(V/m)
Valore effettivo del
campo magnetico
equivalente
(A/m)
Valore medio
densità di flusso
(W/m2 )
0.03-0.14
>0.1-0.92
>0.92-10
>10-30
>30-400
>400-2.000
>2.000-300.000
300
300
275/f
27.5
27.5
1.37 f1/2
61.4
16
2.19/f
2.19/f
2.19/f
0.07
3.64 10-3 f1/2
0.16
2
f/200
10
Nota: f è la frequenza in MHz.
3.6 Austria
Estratto da [9]
In Austria, paese che si basa sui principi dell’ Austrian Electrotechnical Committee, fu pubblicata
nel 1994 [10] una normativa per l’esposizione a campi elettrici e magnetici a bassa frequenza.
Questa è stata sviluppata da un comitato formato dall’ Austrian Standards Institute e
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dall’Austrian Electrotechnical Association. Il principio base è essenzialmente lo stesso di quello
adottato da IRPA/INIRC sulle linee guida per l’esposizione a campi elettrici e magnetici di 50/60
Hz [11].
I limiti austriaci, per un’esposizione illimitata della popolazione, sono riportati nella tabella 3.5.
E’stato stabilito un differente set di limiti per l’esposizione a breve termine a radiazioni di
frequenza pari a 50 Hz; in particolare, i limiti di esposizione ai campi elettrici e magnetici, sono
stati diminuiti di un fattore 2 e 5, rispettivamente, in accordo con IRPA/INIRC (1990).
Inoltre, in Austria, nel 1992 vennero stabilite delle regolamentazioni per l’esposizione a
radiofrequenze e microonde da 10 kHz a 300 GHz.
I limiti per il campo elettrico e magnetico sono riportati nelle tabelle seguenti.
Tabella 3.5 Limiti di esposizione a campi elettrici e magnetici nel range di frequenza da da 0 Hz a 30 kHz,
validi per il pubblico, in Austria [10].
Frequenza (Hz)
0
>0-4
4-25
25-250
250-910
815-10.000
10.000-30.000
Forza del campo elettrico
(kV/m)
14
10
10
250/f
250/f
0.275
0.275
Densità di flusso magnetico
(mT)
1.75
1.25
50/f
50/f
0.020
0.020
*
*Tabella incompleta a causa della scarsa leggibilità dell’originale in lingua inglese.
Tabella 3.6 Limiti di esposizione per il pubblico a campi elettromagnetici a radiofrequenze e microonde in
Austria [12].
Frequenza (MHz)
Forza del campo elettrico
(V/m)
Forza del campo magnetico
(A/m)
0.03-3
3-30
30-300
300-1.500
1.500-300.000
275
824/f
27.5
*
*
3.15601
*
0.072
*
0.16
*Tabella incompleta a causa della scarsa leggibilità dell’originale in lingua inglese.
3.7 Belgio
Estratto da [9]
Gli unici limiti esistenti in questo paese riguardano i campi elettrici generati dalle linee elettriche.
Questi furono emanati nel 1987 e confermati nel 1988 [13].
I limiti riportati nella tabella 3.7, possono essere applicati a linee elettriche di qualunque voltaggio.
Nessun limite è stato predisposto per la densità di flusso magnetico.
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Tabella 3.7 Limiti per il campo elettrico generato dalle linee elettriche in Belgio [13].
Area
abitata
Zona di passaggio
Altre aree
Forza del campo elettrico (kV/m)
5
7
10
3.8 Regno Unito
Estratto da [9]
Nel Regno Unito vennero stabilite nel 1993 da NRPB [14] delle restrizioni per l’esposizione ai
campi elettromagnetici che vengono riportate nelle tabelle 3.8, 3.9 e 3.10.
Tabella 3.8 Limiti di base per l’esposizione a campi fino a 300 GHz nel Regno Unito [14].
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(La frequenza f è in Hz).
Intervallo di frequenza
0-1 Hz
Limiti di base
200 mT
Grandezza considerata
Densità di flusso magnetico
mediata su 24 h, nei tessuti della
testa, del collo e del tronco.
2T
Densità di flusso magnetico
massima nei tessuti della testa, del
collo e del tronco.
5T
Densità di flusso magnetico
massima negli arti.
100 mA/m2
Densità di corrente indotta nei
tessuti della testa, del collo e del
tronco.
1-10 Hz
10 Hz-1 kHz
100/f mA/m2
10 mA/m2
1 kHz-100 kHz
100 kHz-10 MHz
f/100 mA/m2
f/100 mA/m2
100 kHz-10 GHz
0.4 W/kg
Densità di corrente indotta nei
tessuti della testa, del collo e del
tronco.
Densità di corrente nella testa, nel
collo e nel tronco.
SAR mediato su tutto il corpo e su
un periodo di 15 minuti.
10 W/kg
SAR mediato su 10 giorni, sul
collo e sul tronco e su un periodo
di 6 minuti.
10 W/kg
SAR mediato su 100 giorni, sul
collo e sul tronco e su un periodo
di 6 minuti.
20 W/kg
SAR mediato su 100 giorni, sugli
arti e su un periodo di 6 minuti.
100 W/m2
Densità di potenza incidente su
ogni parte del corpo.
Tabella 3.9 Limiti per i campi elettrici e magnetici nel range di frequenza da 0 a12 MHz, nel Regno Unito
[14] e [9].
Intervallo di frequenza
Forza del campo magnetico
(A/m)
Densità del campo magnetico
(µT)
<0.4 Hz
200.000
*
0.4 Hz-1kHz
54.000/f (Hz)
80.000/f (Hz)
1kHz-535kHz
64
80
2
2
535 kHz-12 MHz
18/f (MHz)
23/f (MHz)
*Tabella incompleta a causa della scarsa leggibilità dell’originale in lingua inglese.
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Tabella 3.10 Limiti per campi elettromagnetici con frequenze da 12 MHz a 300 GHz, nel Regno Unito [14]
e [9].
Frequenza
Forza del campo
magnetico (A/m)
Densità di flusso
magnetico (µT)
Forza del campo
elettrico (V/m)
0.13
0.66f
0.26
0.33f
0.52
0.16
0.79f
0.31
0.40f
0.82
50
250f
100
125f
194
12 MHz-200 MHz
200 MHz-400 MHz
400 MHz-800 MHz
800 MHz-1.55 GHz
1.55 GHz- 300 GHz
Densità di potenza
(W/m2 )
66
165f
26
41f
100
3.9 Svizzera
Estratto da [15]
La Svizzera ha emanato una “Ordinanza sulla protezione da radiazioni non ionizzanti” [15] con lo
scopo di proteggere l’uomo dalle radiazioni non ionizzanti dannose o moleste.
3.9.1 Campo d’applicazione
La presente ordinanza regola:
a. La limitazione delle emissioni provenienti da campi elettrici e magnetici con frequenze da
0 Hz a 300 GHz prodotte durante l’esercizio di impianti fissi.
b. Il rilevamento e la valutazione delle emissioni di radiazioni.
c. Le esigenze relative alla delimitazione delle zone edificabili.
3.9.2 Definzioni
Corrente di contatto: è la corrente elettrica che scorre quando una persona tocca un oggetto
conduttore non collegato alla sorgente di tensione, il quale si scarica attraverso un campo elettrico o
magnetico.
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Corrente indotta: la corrente indotta attraverso il corpo è la corrente elettrica che si scarica a
terra da una persona situata in un campo elettrico, senza che vi sia contatto con un oggetto
conduttore.
Potenza equivalente irradiata (ERP): è la potenza immessa in un’antenna, moltiplicata per il
fattore di guadagno dell’antenna nella direzione principale d’irradiazione, riferito al dipolo a
semionda.
3.9.3
Limitazioni preventive delle emissioni
A. Linee aeree e sotterranee per il trasporto di energia elettrica
Le disposizioni si applicano ai seguenti impianti con una tensione nominale di almeno 1000 V:
a. Linee aeree a corrente alternata.
b. Linee sotterranee a corrente alternata con cavo a un conduttore in tubi separati.
Il valore limite dell’impianto per il valore efficace della densità del flusso magnetico è di 1 µT.
B. Stazioni di trasformazione
Le seguenti disposizioni si applicano agli impianti di trasformazione dall’alta alla bassa tensione.
Il valore limite dell’impianto per il valore efficace della densità del flusso magnetico è di 1 µT.
C. Sottostazioni ed impianti di distribuzione
Le seguenti disposizioni si applicano agli impianti di trasformazione tra due diversi livelli di alta
tensione come pure agli impianti di distribuzione ad alta tensione.
Il valore limite dell’impianto per il valore efficace della densità del flusso magnetico è di 1 µT.
D. Ferrovie e tram
Le seguenti disposizioni si applicano alle ferrovie ed ai tram che funzionano a corrente alternata.
Il valore limite dell’impianto per il valore efficace della densità del flusso magnetico è di 1 µT,
misurato come valore medio su 24 ore.
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E. Impianti di trasmissione per la telefonia mobile e per i collegamenti telefonici
senza filo
Le seguenti disposizioni si applicano agli impianti di trasmissioni per reti a struttura cellulare
destinate alla telefonia mobile ed agli impianti di trasmissione per collegamenti telefonici senza
filo, con potenza equivalente irradiata (ERP) complessiva di almeno 6 W.
Il valore limite dell’impianto per il valore efficace dell’intensità del campo elettrico è di:
a. 4 V/m, per impianti che trasmettono esclusivamente nell’intervallo di frequenza
attorno a 900 MHz.
b. 6 V/m, per impianti che trasmettono esclusivamente nell’intervallo di frequenza
attorno a 1800 MHz o in un intervallo di frequenza superiore.
c. 5 V/m, per impianti che trasmettono nell’intervallo di frequenza dei punti a e b.
F. Impianti di
radiofoniche
trasmissione
per
la
radiodiffusione
ed
altre
applicazioni
Le seguenti disposizioni si applicano agli impianti di trasmissione per la radiodiffusione e per le
altre applicazioni radiofoniche, che hanno una potenza equivale nte irradiata (ERP) complessiva di
almeno 6 W e che trasmettono dallo stesso sito durante almeno 800 ore all’anno.
Il valore limite dell’impianto per il valore efficace dell’intensità del campo elettrico è di:
a. 8.5 V/m, per trasmettitori a onde lunghe e medie.
b. 3.0 V/m, per tutti gli altri impianti di trasmissione.
G. Impianti radar
Le seguenti disposizioni si applicano agli impianti radar che hanno un ERP medio di almeno 6 W e
che emettono dallo stesso sito durante almeno 800 ore all’anno.
Il valore limite dell’impianto per il valore efficace dell’intensità del campo elettrico è di 5.5 V/m,
misurato quale valore medio durante un ciclo di scansione completo.
3.9.4 Valori limite d’immissioni (Immissioni a frequenza unica)
I.
Valori limite d’immissione per le grandezze di campo
Tabella 3.11 Valori limite d’immissione per il valore efficace dell’intensità di campo elettrico, magnetico e
della densità di flusso magnetico [15].
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Frequenza (f)
< 1Hz
1-8 Hz
8-25 Hz
0.025-0.8 kHz
0.8-3 kHz
3-100 kHz
100-150 kHz
0.15-1 MHz
1-10 MHz
10-400 MHz
400-2000 MHz
2-10 GHz
10-300 GHz
II.
Valore limite d’immissione per il valore efficace della
Intensità del campo Intensità del campo Densità del flusso
elettrico (V/m)
magnetico (A/m)
magnetico (µT)
32000
40000
10000
32000 /f2
40000 /f2
10000
4 /f
5 /f
250 /f
4000 /f
4000 /f
250 /f
5
6.25
87
5
6.25
87
5
6.25
87
0.73 /f
0.92 /f
87/vf
0.73 /f
0.92 /f
28
0.073
0.092
1.375/vf
0.0037/vf
0.0046/vf
61
0.16
0.20
61
0.16
0.20
Durata
d’apprezzamento
(minuti)
6
6
6
6
6
6
68 /f1.05
Valori limite d’immissione per la corrente indotta attraverso il corpo
Tabella 3.12 In caso di immissioni pulsate, per il valore efficace dell’intensità di campo elettrico,
magnetico e della densità di flusso magnetico, calcolato come media durante la durata dell’impulso, valgono
i seguenti valori limite d’immissione [15].
Frequenza (f)
10-400 MHz
400-2000 MHz
2-300 GHz
III.
Valore limite d’immissione per il valore efficace della
Intensità del campo
elettrico (V/m)
900
44/vf
1950
Intensità del campo
magnetico (A/m)
2.3
0.12/vf
5.1
Densità del flusso
magnetico (µT)
2.9
0.15/vf
6.4
Durata
d’apprezzamento
(minuti)
Durata dell’impulso
Durata dell’impulso
Durata dell’impulso
Valori limite d’immissione per la corrente di contatto
Tabella 3.13 Valori limite d’immissione per il valore efficace della corrente di contatto [15].
Frequenza (f)
Valore limite d’immissione per il valore efficace
della corrente di contatto
<2.5 kHz
0.5
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25-100 kHz
0.1-110 MHz
0.2f
20
4. Norme CENELEC/CEI
Nota del 29 maggio 2000: LE PRESENTI NORME CENELEC RELATIVE AD ALTA E BASSA
FREQUENZA SONO STATE RITIRATE TRAMITE DECISIONE DEL 102ND TECHNICAL
BOARD D/102/090: LE NORME CEI SPERIMENTALI DEL MAGGIO ’95 (CEI ENV 50166-1 E
CEI ENV 50166-2) SONO STATE STATE PERTANTO ABROGATE IN DATA 18-2 -2000.
Estratto da [3] e [4]
Il CENELEC ha approvato nel novembre del 1994 le linee guida applicabili agli intervalli 0 Hz-10
kHz e 10 kHz-300 GHz.
Tali norme, che fissano dei valori limite di base e di riferimento coerenti con il documento ICNIRP,
sono state pubblicate nel maggio del 1995 dal CEI .
La presente norma sperimentale (CENELEC/CEI), che è divisa in due parti, tratta dell’esposizione
della popolazione e dei lavoratori ai campi elettromagnetici compresi tra 0 e 300 GHz (Parte 1: da 0
a 10 kHz - [3]; Parte 2: da 10 kHz a 300 GHz – [4]). La norma si basa sui ben noti effetti a breve
termine che, a seconda della frequenza, comprendono la stimolazione di cellule dei tessuti nervosi e
muscolari eccitabili elettricamente ed il riscaldamento (aumento della temperatura).
Per prevenire qualsiasi conseguenza negativa di questi effetti, vengono fissati dei limiti di base.
Essi sono specificati in termini di grandezze rilevanti ai fini biologici, tipicamente la densità di
corrente indotta ed il tasso di assorbimento specifico. Queste grandezze non possono essere
determinate direttamente, perciò la norma definisce un insieme di livelli di riferimento più
facilmente misurabili, in termini di intensità di campi elettrici e magnetici esterni e di densità di
potenza derivati dai limiti di base.
I campi elettromagnetici possono interagire anche indirettamente quando una persona tocca un
oggetto conduttore immerso in un campo. Per controllare questi effetti vengono fissati dei limiti per
la corrente di contatto.
4.1 Esposizione umana
frequenza (0-10 kHz)
a
campi
elettromagnetici
–
Bassa
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La presente parte della norma sperimentale [3] tratta della prevenzione degli effetti nocivi a breve
termine derivanti dall’esposizione umana a campi elettrici e magnetici statici ed a bassa frequenza,
nell’intervallo di frequenze da 0 a 10 kHz.
4.1.1 Definizioni
Limiti di base
I limiti di base sono le prescrizioni o i valori specificati per le grandezze strettamente correlate agli
effetti biologici da controllare. I limiti di base non devono essere superati. Per l’intervallo di
frequenze considerato in questa parte della norma, vengono stabiliti limiti di base in termini di
densità di corrente indotta, corrente di contatto, campo elettrico e magnetico statico.
Livelli di riferimento
I livelli di riferimento sono grandezze più facilmente misurabili, come i livelli di campo, derivate
dai limiti di base e definite per fornire un mezzo più semplice di verifica dell’osservanza dei limiti
di base e per valutare gli effetti dei campi. In generale i livelli di riferimento possono essere superati
a condizione che non vengano superati i limiti di base.
Effetti diretti
Gli effetti diretti sono quelli che risultano dall’accoppiamento diretto fra un campo elettrico o
magnetico ed il corpo umano. Un campo elettrico induce sul corpo esposto una carica superficiale
mentre quello magnetico dà origine ad una corrente indotta all’interno del corpo.
Effetti indiretti
Gli effetti indiretti sono quelli che risultano dall’accoppiamento di un campo elettrico o magnetico
con un certo oggetto, come una struttura metallica, e successivamente con una persona che tocca
quell’oggetto. Da ciò possono derivare delle scariche ed una corrente di contatto permanente.
Campo elettrico
Il campo elettrico creato in vicinanza di un conduttore in tensione è un vettore la cui intensità è
indicata con E. Questa quantità è la forza esercitata da un campo elettrico su una carica unitaria ed è
misurata in V/m.
Poiché il campo elettrico in prossimità di oggetti conduttori (incluse persone) è generalmente
perturbato da tali oggetti, il valore del campo elettrico imperturbato (cioè il campo che esisterebbe
in assenza di oggetti mobili e di persone) sarà usato per caratterizzare le condizioni di esposizione.
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Campo magnetico
Il campo magnetico è una quantità vettoriale. L’intensità del campo magnetico H è espressa in A/m.
Tuttavia la densità di flusso magnetico B, comunemente chiamata induzione magnetica, è spesso
usata per caratterizzare i campi magnetici, in particolare nel contesto degli effetti biologici.
L’induzione magnetica è definita in termini di forza esercitata su una carica che si muove nel campo
ed ha come unità di misura il Tesla (T).
Esiste una differenza importante tra i campi B ed H, in particolare nei materiali magnetici. Tuttavia,
nel vuoto, ed ai fini pratici nell’aria e nel tessuto biologico, il rapporto B/H è una costante.
Valore efficace del campo
I campi elettrici e magnetici alternati sono, generalmente, polarizzati ellitticamente e ciascuno di
essi può essere descritto in termini di componenti lungo tre assi ortogonali che variano nel tempo
con regime sinusoidale. Il valore efficace del campo (root mean square -rms) è la radice quadrata
della somma dei quadrati dei valori efficaci di queste tre componenti. Per un campo elettrico:
E=
(E x2 + E y 2 + Ez 2 )
dove E x , E y , E z sono i valori efficaci delle tre componenti considerate. Una espressione simile si
applica ai campi magnetici.
Densità di corrente
La densità di corrente è una quantità vettoriale la cui intensità è uguale alla carica che attraversa
nell’unità di tempo una superficie unitaria perpendicolare al flusso di carica. La densità di corrente è
espressa in A/m2 .
Corrente di contatto
La corrente di contatto è la corrente alternata che fluisce attraverso un corpo umano a seguito del
contatto con un oggetto conduttore accoppiato ad un campo elettrico e magnetico.
4.1.2 Limiti di esposizione
A. Limiti di base
I limiti di base per la popolazione, per basse frequenze, sono indicati nelle tabelle seguenti.
Nella tabella 4.1 sono riportati i limiti di base della densità di corrente indotta nella testa e nel
tronco da un’esposizione continua a campi esterni alternati. La densità di corrente indotta nella testa
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e nella regione cardiaca deve risultare dalla media su di una sezione trasversale di 100 mm2
perpendicolare al flusso di corrente. Questi limiti di base sono i fattori che determinano i livelli di
riferimento per il campo elettrico nell’intervallo di frequenze da 50/60 Hz a 10 kHz (tabella 4.3), e
per il campo magnetico nell’intervallo di frequenze da 0.23/1.15 Hz a 10 kHz (tabella 4.4).
Densità di corrente indotta
Tabella 4.1 Densità di corrente indotta- Popolazione [3].
Frequenza (f, Hz)
0.1-1
1-4
4-1000
100-1000
Densità di corrente indotta (mA/m2 , valori efficaci)
16
16/f
4
f/250
Corrente di contatto
Tabella 4.2
Limiti di base per la corrente di contatto derivante dal contatto con oggetti immersi in un
campo alternato. Il transitorio iniziale al momento del contatto è escluso da questi limiti. La corrente deve
essere calcolata come media su un tempo di 1 secondo. Questi limiti sono validi per la popolazione [3].
Frequenza (Hz) Corrente (mA efficaci)
0.1-7500
1.5
7500-10000
2 × 10-4 f
Campo elettrico
Il limite di base per l’esposizione dell’intero corpo umano a campi elettrici prevalentemente
paralleli al corpo stesso è 42 kV/m (valore di picco) per l’intervallo di frequenze da 0 a 0.1 kHz, e
30kV/m (valore efficace) per le frequenze superiori a 0.1 Hz. Questo limite di base è la grandezza
che determina i livelli di riferimento dei campi elettrici fino a 50 Hz per l’esposizione dei lavoratori.
Campo magnetico statico
Il limite di base per l’esposizione dell’intero corpo umano a campi magnetici statici è di 2T.
B. Livelli di riferimento
L’osservanza dei livelli di campo definiti in questo paragrafo assicura automaticamente il rispetto
dei limiti di base sulla densità di corrente indotta, sui campi elettrici, e magnetici statici. Laddove si
possa dimostrare che i limiti di base sulla densità di corrente indotta sono rispettati, i relativi livelli
di riferimento possono essere superati.
Con riferimento ai campi elettrici ed alla popolazione, tale superamento dei livelli di riferimento
non dovrà causare stress o fastidio dovuti agli effetti di percezione della carica superficiale. Per i
campi magnetici statici, sempre con riferimento alla popolazione, il superamento del relativo livello
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di riferimento dovrà essere limitato all’accesso occasionale a particolari installazioni che avvenga
sotto condizioni opportunamente controllate.
I livelli di riferimento sono riportati nelle tabelle seguenti, in funzione della frequenza, in termini di
valori efficaci delle intensità di campo, ad eccezione dell’intervallo di frequenze da 0 a 0.1 Hz dove
sono utilizzati i valori di picco.
Campo elettrico
Tabella 4.3
Livelli di riferimento per campi elettrici imperturbati - Popolazione [3].
Frequenza (Hz) Campo elettrico (kV/m)
0-0.1
14
0.1-60
10
60-1500
600/f
1500-10000
0.4
Campo magnetico
Tabella 4.4.I Livelli di riferimento per il campo magnetico statico - Popolazione [3].
Frequenza (Hz)
0-0.1
0.1-1.15
1.15-1500
1500-10000
Campo magnetico
0.04 T
0.028 T
32/f mT
(0.64 mT a50 Hz)
0.021 mT
Per campi magnetici non uniformi, si può considerare il valore medio delle intensità di campo
all’interno del volume che potrebbe essere occupato dalla testa o dal busto di una persona o, se non
fosse possibile determinare questo valor medio, i valori che il campo assume al centro dei volumi
suddetti.
Tabella 4.4.II Per gli arti sono consentiti i valori [3].
Frequenza (Hz)
0-0.1
0.1-7.1
7.1-1500
(a 50 Hz)
1500-10000
Campo magnetico (mT)
100
71
500/f
(10)
0.33
4.2 Esposizione umana a campi elettromagnetici –
Alta frequenza (10 kHz-300 GHz)
La presente parte della norma sperimentale [4] tratta della prevenzione degli effetti nocivi a breve
termine derivanti dall’esposizione umana a campi elettromagnetici nell’intervallo di frequenze da
10 kHz a 300 GHz.
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Gli effetti a breve termine che comprendono, a seconda della frequenza, la stimolazione di cellule
dei tessuti nervosi e muscolari eccitabili elettricamente ed il riscaldamento (aumento della
temperatura), sono specificati in termini di grandezze rilevanti ai fini biologici come la densità di
corrente indotta ed il tasso di assorbimento specifico. Non essendo queste grandezze direttamente
misurabili, la norma definisce un insieme di livelli di riferimento più facilmente misurabili, in
termini di campi elettrici e magnetici esterni e di intensità di potenza.
2.2.1 Definizioni
Nella tabella 4.5 vengono raccolte le grandezze fisiche d’interesse e le loro unità di misura.
Tabella 4.5 Grandezze fisiche e corrispondenti unità di misura nel SI [4].
Grandezza
Densità di corrente
Intensità del campo elettrico
Intensità del campo magnetico
Densità di potenza
Assorbimento specifico di energia
Tasso di assorbimento specifico di
energia
Simbolo
J
E
H
S
SA
SAR
Unità
Ampère per metro quadro A/m2
Volt per metro V/m
Ampère per metro A/m
Watt per metro quadro W/m2
Joule per chilogrammo J/kg
Watt per chilogrammo W/kg
Densità di corrente
Corrente indotta da un campo elettromagnetico nell’unità di superficie all’interno del corpo umano.
Intensità di campo elettrico (E)
Il modulo del vettore del campo elettrico in un punto è la forza (F) applicata ad una piccola carica
positiva (q), divisa per la carica stessa:
E = F/q
Intensità del campo magnetico (H)
Modulo di un campo vettoriale che si manifesta in un punto come forza (F) su di una carica q in
moto con la velocità ν.
F = q (v × µH )
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Densità di potenza (S)
Potenza che fluisce nell’unità di superficie posta perpendicolarmente alla direzione di propagazione
dell’onda elettromagnetica.
Nel caso di onde piane, la densità di potenza (S), l’intensità di campo elettrico (E) e l’intensità di
campo magnetico (H) sono legate tra loro dall’impedenza d’onda Z0 del vuoto (Z0 =377 ohm).
S = E2 /Z0 = H2 Z0
Assorbimento specifico di energia (SA)
Quoziente dell’energia elementare (dW) assorbita da (dissipata in) una massa elementare (dm)
contenuta in un volume elementare (dV) di densità (?):
SA =
dW
dW
=
dm ρdV
Tasso di assorbimento specifico (SAR)
E’ la derivata rispetto al tempo dell’energia elementare (dW) assorbita da (dissipata in) una massa
elementare (dm) contenuta in un volume elementare (dV) di densità (?):
SAR =
4.2.2
d  dW  d  dW

= 
dt  dm  dt  ρdV



Limiti di esposizione
A. Limiti di base
I limiti di base si considerano rispettati quando non vengono superati i livelli di riferimento delle
intensità di campo elettrico e magnetico considerate separatamente, della densità di potenza, della
densità di energia e della corrente indotta nel corpo umano.
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I livelli di riferimento delle intensità di campo elettrico e magnetico considerate separatamente o la
loro somma, o entrambe ove applicabile, oppure la densità di potenza, possono essere superati, se è
possibile dimostrare che i limiti di base non vengono superati.
Densità di corrente, 10 kHz- 10 MHz
Esposizione continua:
J = f/250 (mA/m2 )
dove J è la densità di corrente in mA/m2 ed f è la frequenza in Hz.
La densità di corrente deve essere mediata su 100 ms e su sezioni di 100 mm2 perpendicolari alla
direzione della corrente.
Tasso di Assorbimento Specifico (SAR) e Assorbimento Specifico (SA) da 10 kHz a
300 GHz.
I valori SAR e SA riportati nella tabella 4.6 si riferiscono all’insieme del SAR e del SA prodotti
dall’assorbimento di energia nel corpo umano durante l’esposizione a campi elettromagnetici
compresi tra 10 kHz e 300 GHz.
Tabella 4.6 Limiti di SAR (esposizione continua) e di SA [4].
SAR mediato su
SAR mediato su
SAR mediato su
Valore massimo di
ogni intervallo di
ogni intervallo di
ogni intervallo di
SA mediato su ogni
tempo di 6 minuti e tempo di 6 minuti e tempo di 6 minuti e
10 ga di tessuto
su tutto il corpo
su ogni 10 ga di
su ogni 10 ga di
tessuto esclusi mani,
tessuto di mani,
polsi, piedi e
polsi, piedi e
caviglie
caviglie
Popolazione
0.08 W/kg
2 W/kg
4 W/kg
2 mJ/kgb
Note:
a. La massa di 10 g va considerata di forma cubica e non laminare in superficie.
b. Per impulsi di durata inferiore ai 30 µs e frequenza superiore a 300 MHz.
Nel caso di esposizioni brevi (inferiori ai 6 minuti), si può applicare il seguente limite per il SAR:
∑ (SARi ⋅ ti ) ≤ 0.48[W
kg ⋅ min ]
i
dove SARi è il SAR durante l’esposizione i-esima, espresso in W/kg e ti è la durata dell’esposizione
i-esima in minuti.
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C. Livelli di riferimento
Intensità dei campi, densità di potenza e densità di energia
I livelli di riferimento qui riportati sono validi per i campi imperturbati.
Per periodi di esposizione = 6 min. si applicano i valori riportati in tabella 4.7.
Tabella 4.7 Livelli di riferimento delle intensità dei campi elettrico e magnetico e della densità di potenza
per esposizione continua (f in MHz) [4].
Frequenza (MHz)
Valore efficace del
Valore efficace del
Densità di potenza media
campo elettrico (V/m)
campo magnetico (A/m)
(W/m2 )
a
a
0.01-0.042
400
16.8
a
0.042-0.68
400
0.7/f a
0.68-10
275/f
0.7/f
10-400
27.5
0.07
2
1/2
-3 1/2
400-2000
1.37f
3.64 10 f
f/200
2000-150000
61.4
0.163
10
150000-300000
0.158 f1/2
4.21 10-4 f1/2
6.67 10-5 f
Note:
a. Valori di riferimento per esposizioni soltanto a campi elettrici (E) o magnetici (H). Le esposizioni ad
entrambe le componenti (E,H) generate da una stessa sorgente devono essere considerate come
esposizione simultanea a due sorgenti indipendenti.
Nel caso di esposizione a radiazione pulsata si applicano i valori massimi riportati nella tabella 4.8.
Tabella 4.8 Livelli di riferimento per i valori di picco delle intensità dei campi elettrico e magnetico e della
densità di potenza (f in MHz) [4].
Frequenza (MHz)
Valore di picco del
Valore di picco del
Massima densità di
campo elettrico (V/m)
campo magnetico (A/m)
potenza (W/m2 )
0.01-0.25
1936
80
0.25-4.16
1936
20/f
4.16-10
7940/f
20/f
10-400
794
2
1588
400-2000
39.7 f1/2
0.1 f1/2
3.97f
2000-150000
1775
4.17
7934
1/2
1/2
150000-300000
4.58 f
0.0115 f
0.053f
Corrente indotta nel corpo umano
I limiti per le correnti di contatto si basano su risultati di studi scientifici fino a 3 MHz. Si
raccomanda comunque di estendere il limite di 20 mA fino a 100 MHz.
Tabella 4.9 Limiti per le correnti di contatto [4].
Frequenza (MHz)
Corrente (mA)
0.01-0.1
200f (MHz)
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0.1-3
20
5. Normativa Italiana
Estratto da [17]
5.1 Decreto Ministeriale n°381, 10 settembre 1998
Nel decreto n. 381 del 10 settembre 1998: “Regolamento recante norme per la determinazione dei
tetti di radiofrequenza compatibili con la salute umana”, pubblicato sulla G.U. n. 257 del 03
novembre 1998, ve ngono fissati per il nostro paese i limiti di esposizione della popolazione ai
campi elettromagnetici connessi al funzionamento ed all’esercizio dei sistemi fissi di
teleradiocomunicazione e radiotelevisivi operanti nell’intervallo di frequenza tra 100 kHz e 300
GHz [17].
1. Campo di applicazione
1. Le disposizioni del presente decreto fissano i valori limite di esposizione della popolazione ai
campi elettromagnetici connessi al funzionamento ed all'esercizio dei sistemi fissi delle
telecomunicazioni e radiotelevisivi operanti nell'intervallo di frequenza compresa fra 100 kHz e 300
GHz.
2. I limiti di esposizione del decreto, non si applicano ai lavoratori esposti per ragioni professionali.
2. Definizioni ed unita' di misura
Le definizioni delle grandezze fisiche citate nel decreto e le corrispondenti unita' di misura sono
riportate nella pagina seguente.
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3. Limiti di esposizione
1. Nel caso di esposizione al campo elettromagnetico i livelli dei campi elettrici, magnetici e della
densita' di potenza, mediati su un'area equivalente alla sezione verticale del corpo umano e su
qualsiasi intervallo di sei minuti, non devono superare i valori di tabella 5.1.
Tabella 5.1 Limiti di esposizione per la popolazione, [17].
Frequenza f
(MHz)
0,1 - 3
> 3 - 3000
>3000 - 300000
Valore efficace di
intensita' di campo
elettrico E
(V/m)
60
20
40
Valore efficace di
intensita' di campo
magnetico H
(A/m)
0.2
0.05
0.1
Densita' di potenza
dell'onda piana
equivalente
(W/m2 )
1
4
2. Nel caso di campi elettromagnetici generati da piu' sorgenti, la somma dei relativi contributi
normalizzati, definiti nell' allegato B della norma, deve essere minore dell'unita'.
4. Misure di cautela ed obiettivi di qualità
1. La progettazione e la realizzazione dei sistemi fissi delle telecomunicazioni e radiotelevisivi
operanti nell'intervallo di frequenza compresa fra 100 kHz e 300 GHz e l'adeguamento di quelle
preesistenti, deve avvenire in modo da produrre i valori di campo elettromagnetico piu' bassi
possibile, compatibilmente con la qualita' del servizio svolto dal sistema stesso al fine di
minimizzare l'esposizione della popolazione.
2. In corrispondenza di edifici adibiti a permanenze non inferiori a quattro ore non devono essere
superati i seguent i valori, indipendentemente dalla frequenza, mediati su un'area equivalente alla
sezione verticale del corpo umano e su qualsiasi intervallo di sei minuti: 6 V/m per il campo
elettrico, 0,016 A/m per il campo magnetico intesi come valori efficaci e, per frequenze comprese
tra 3 MHz e 300 GHz, 0,10 W/m2 per la densita' di potenza dell'onda piana equivalente.
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5.2 DPCM 23 Aprile 1992
Estratto da [18]
1. Campo di applicazione
Il decreto fissa i limiti massimi di esposizione, relativamente all'ambiente esterno ed abitativo, ai
campi elettrico e magnetico generati alla frequenza industriale nominale (50Hz). Non si applica alle
esposizioni professionali sul luogo di lavoro ed alle esposizioni intenzionali di pazienti sottoposti a
diagnosi e cure mediche.
3. Definizioni
Ai fini dell'applicazione del presente decreto si assumono le seguenti definizioni:
a) intensità di campo elettrico è: il valore quadratico medio delle tre componenti mutuamente
perpendicolari in cui si può pensare scomposto il vettore campo elettrico nel punto considerato,
misurato in volt al metro (V/m);
b) intensità di induzione magnetica è: il valore quadratico medio delle tre componenti mutuamente
perpendicolari in cui si può pensare scomposto il vettore campo magnetico nel punto
considerato, misurato in tesla (T);
c)
elettrodotto è l'insieme delle linee elettriche propriamente dette, sottostazioni e cabine di
trasformazione .
3. Limiti di esposizione e criteri di applicazione.
Sono definiti i seguenti limiti:
5 kV/m e 0,1 mT, rispettivamente per l'intensità di campo elettrico e di induzione magnetica, in
aree o ambienti in cui si possa ragionevolmente attendere che individui della popolazione
trascorrano una parte significativa della giornata;
10 kV/m e 1 mT, rispettivamente per l'int ensità di campo elettrico e di induzione magnetica, nel
caso in cui l'esposizione sia ragionevolmente limitata a poche ore al giorno.
I valori di campo elettrico sono riferiti al campo elettrico imperturbato, intendendosi per tale un
campo elettrico misurabile in un punto in assenza di persone, animali e cose non fisse.
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4. Distanze di rispetto dagli elettrodotti
Con riferimento alle linee elettriche aeree esterne a 132 kV, 220 kV e 380 kV, si adottano, rispetto
ai fabbricati adibiti ad abitazione o ad altra attività che comporta tempi di permanenza prolungati, le
seguenti distanze da qualunque conduttore della linea:
linee a 132 kV = 10 m
linee a 220 kV = 18 m
linee a 380 kV = 28 m
Per linee a tensione nominale diversa, superiore a 132 kV e inferiore a 380 kV, la distanza di
rispetto viene calcolata mediante proporzione diretta da quelle sopra indicate.
Per linee a tensione inferiore a 132 kV restano ferme le distanze previste dal decreto
interministeriale 16 gennaio 1991 (ad esempio per le linee a 15 kV la distanza deve essere =3.15
m).
La distanza di rispetto dalle parti in tensione di una cabina o da una sottostazione elettrica deve
essere uguale a quella prevista, mediante i criteri sopra esposti, per la più alta tra le tensioni presenti
nella cabina o sottostazione stessa.
6. Normativa Italiana Regionale
Estratto da [19-20-21-22-23]
Regione Abruzzo
Con la Legge Regionali n°20 del 4 Giugno 1991 e quella n°77 del 2 Agosto 1997, la Regione
Abruzzo, al fine di salvaguardare l’ambiente e tutelare la salute della popolazione dall’esposizione
ai campi elettromagnetici, ha disciplinato gli insediamenti di emittenza radio e radiotelevisiva nel
proprio territorio, nel rispetto della vigente normativa nazionale.
Con la Legge Regionale n°27 del 10 Maggio 1999 recepisce i limiti di esposizione emanati dalla
normativa statale, DM 381/98 ([19]).
Regione Emilia Romagna
La regione ha emana to la Legge Regionale 10/93 [20], e successive modificazioni, che prevedono
che ARPA, insieme a AUSL, effettui una valutazione degli impianti in progetto (vedi art. 4).
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Regione Liguria
La Legge Regionale n°41 del 20/12/1999 [21] disciplina gli impianti, i sistemi e le apparecchiature,
quali stazioni radio base per telefonia mobile, radar, impianti per emittenza radiotelevisiva, che
possono comportare l’esposizione della popolazione a campi elettromagnetici causati da sistemi di
trasmissione operanti con frequenze comprese tra 100 kHz e 300 GHz, nonché gli elettrodotti.
Non possono essere installati impianti che siano posti:
Ø ad una altezza che garantisca il rispetto di 6 V/m di campo elettrico in tutti gli edifici e relative
pertinenze che prevedono una permanenza di persone non inferiore a 4 ore;
Ø ad una altezza inferiore a 4 metri dal suolo.
Regione Toscana
La regione ha emanato la Legge Regionale n°51 del 11/08/1999 [22] concernente “Disposizioni di
linee elettriche ed impianti elettrici”. In particolare al titolo ? “Disposizione di prevenzione e tutela
dell’ambientale”, art.16, vengono introdotti i valori di qualità ambientale.
Regione Veneto
La regione Veneto ha emanato la Legge Regionale n° 27 del 30 giugno 1993 ([23]) sulla
prevenzione dei danni derivati dai campi elettromagnetici generati da elettrodotti, modificata
nell’art. 4 con l’art. 98 della Legge Regionale n°5 del 28/01/2000, (pubblicata sul BUR n°11 del
01/02/2000).
La modifica delinea gli standard di qualità per l’applicazione della legge individuando, per ogni
tipologia di linea, la distanza alla quale si misura un campo magnetico di 0.2 µT.
Le distanze sono misurate a partire dalla proiezione sul terreno dell’asse centrale della linea.
La distanza di rispetto minima in proporzione al potenziale, in modo che il campo elettrico misurato
all’esterno delle abitazioni e dei luoghi di abituale prolungata permanenza, a 1.5 m da terra, non
superi il valore di 0.5 kV/m ed il campo magnetico non sia superiore a 0.2 µT.
Per tutelare la popolazione dall’esposizione a radiazioni non ionizzanti generate da impianti per
teleradiocomunicazioni la regione Veneto, con la delibera del 29/12/98, ha recepito il D.M. 381/98,
modificandolo nell’art.5.
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7. Confronti tra le normative nazionali ed
internazionali
Estratto da [5]
Al fine di confrontare gli standard di qualità proposti dai diversi organismi stranieri e dall’Italia per
le frequenze tipiche della telefonia mobile (900 MHz-1800 MHz), si riporta la tabella 7.1. Si noti
che i valori fissati dall’Italia risultano più restrittivi rispetto a quelli indicati dall’ICNIRP,
CENELEC, ANSI/IEE e DIN/VDE.
In riferimento alle ELF, in particolare per i 50 Hz, si riporta inoltre il confronto tra i valori previsti
per esposizione prolungata e per esposizioni di poche ore a livello internazionale, dei singoli paesi
oltre che quelli nazionali (tabella 7.2).
Tabella 7.1 Confronto tra i limiti nazionali ed internazionali per le frequenze tipiche della telefonia mobile
[5].
Ente
ICNIRP
(Austria , Francia)
CENELEC
DIN/VDE (Germania)
ANSI (USA)
NRPB (Regno Unito)
ITALIA -Limite generale
- Luoghi con permanenza di 4 o più ore
Limiti di densità di potenza (W/m2 )
900 MHz
1800 MHz
4.5
9
4.5
4.5
6
33
1
0.1
9
9
12
100
1
0.1
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Tabella 7.2 Valori limite nazionali ed internazionali per i 50 Hz [6].
IRPA/INIRC
CENELEC
Australia
Austria
Belgio
Cecoslovacchia
Germania
Giappone
Gran Bretagna
Italia
Polonia
Russia
USA:
Florida
Montana
New York
POPOLAZIONE
Esposizione
Poche ore
prolungata
Campo
Campo
Campo
Campo
elettrico magnetico elettrico
magnetico
(kV/m)
(µT)
(kV/m)
(µT)
5
100
10
1.000
10
640
5
10
5
100
10
5
10
5
10
7
400
108(6 ore) 1.000(6 ore)
3
2.56
12
2.000
5
100
10
1.000
1
10
0.5
15
2
1
1.6
15-20
20
10
7
7-11
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PARTE B
Standard di qualità per radiazione ottica
coerente (laser) ed ultravioletta (UV).
1. Laser
Le apparecchiature laser vengono utilizzate in una grande varietà di applicazioni industriali,
domestiche scientifiche e mediche.
Un numero sempre crescente di dispositivi, in ambienti di vita e di lavoro, incorpora laser: lettori di
musica, analizzatori nei supermercati, ecc… In generale queste applicazioni usano radiazione laser
a bassa intensità, nell’intervallo di lunghezze d’onda comprese tra 630 nm e 910 nm.
Gli effetti nocivi dell’esposizione alla radiazione laser sono importanti nel visibile e nel vicino
infrarosso (da 400 a 1400 nm), dove si può avere un danno alla retina, sebbene effetti biologici
nocivi siano teoricamente possibili entro l’intero spettro ottico, da 180 nm, nell’ultravioletto (UV), a
1 mm, nel lontano infrarosso. Entro questa regione gli standard di qualità variano moltissimo, a
causa delle variazioni negli effetti biologici e delle diverse strutture critiche dell’occhio
potenzialmente a rischio. I limiti di esposizione sono stati sviluppati per tutta questa regione di
lunghezze d’onda e per tempi di esposizione compresi tra 1 ns e 8 ore. Gli effetti indotti dalla
radiazione ottica sono sostanzialmente gli stessi, sia per sorgenti coerenti che non e per ogni
lunghezza d’onda.
1.1 Linee guida internazionali raccomandate dall’ICNIRP
Estratto da [24]
1.1.1 Campo di applicazione e finalità
I limiti di esposizione (EL) riportati si applicano all’intervallo di lunghezze d’onda tra i 180 nm ed
1 nm e si basano su un accordo internazionale sugli effetti sanitari e sui rischi della radiazione laser
(UNEP/WHO/IRPA 1992). Queste linee guida si applicano a tutte le esposizioni dell’uomo, sia
acute che croniche, a radiazione ottica emessa da dispositivi laser, ad eccezione delle esposizioni
deliberate a pazienti che subiscono trattamenti medici, in cui l’esposizione è parte della terapia. In
generale nelle tecniche diagnostiche questi EL non dovrebbero essere superati.
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1.1.2 Definizioni
I limiti di esposizione per la protezione dalla radiazione ottica si esprimono attraverso le seguenti
grandezze: l’irradianza (E), espressa in W/m2 , mW/cm2 o µW/cm2 e l’esposizione radiante (H), in
J/m2 , mJ/cm2 o µJcm2 , utilizzate nella descrizione dei concetti di rateo di dose e di dose da
radiazione laser diretta; la radianza (L), espressa in W/(m2 .sr), W/(cm2 .sr), e la radianza integrata
nel tempo (Lp ), espressa in J/(m2 .sr) o J/(cm2 .sr), utilizzate per definire la “luminosità” di una
sorgente estesa la cui immagine può essere focalizzata sulla retina.
Irradianza: indica la potenza radiante incidente su di una superficie per unità di area. Si ottiene
dividendo il valore della potenza incidente per l’area della superficie in oggetto, viene indicata con
il simbolo E, e la sua unità di misura è il W/m2 .
Esposizione radiante: indica l’energia radiante incidente su di una superficie per unità di area. Si
ottiene dividendo il valore l’energia incidente per l’area della superficie in oggetto, viene indicata
con il simbolo H, e la sua unità di misura è il J/m2 .
Radianza: indica la potenza radiante emessa da una superficie per unità di angolo solido entro cui
la radiazione è emessa e per unità di area emittente perpendicolare alla direzione individuata
dall’angolo solido. Si ottiene dividendo il valore della potenza per l’angolo solido considerato e per
l’area della proiezione della superficie emittente su un perpendicolare alla direzione della
radiazione, viene indicata con il simbolo L, e la sua unità di misura è il W/(m2 .sr).
Radianza integrata: indica l’energia radiante emessa da una superficie per unità di angolo solido
entro cui la radiazione è emessa e per unità di area emittente perpendicolare alla direzione
individuata dall’angolo solido. Si ottiene dividendo il valore dell’energia per l’angolo solido
considerato e per l’area della proiezione della superficie emittente su un perpendicolare alla
direzione della radiazione, viene indicata con il simbolo Lp , e la sua unità di misura è il J/(m2 sr).
1.1.3 Limiti di esposizione
Gli occhi e la pelle sono gli organi più suscettibili al danno della radiazione laser. Il tipo di effetto,
la soglia del dolore e i meccanismi di danno variano significativamente con la lunghezza d’onda,
quindi a seconda delle regioni spettrali riportate nella tabella 1.1.
Queste bande spettrali sono state usate come basi per specificare i limiti di esposizione.
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Tabella 1.1 Divisione dello spettro ottico [24].
Banda
Lunghezza d’onda
Nomenclatura
UVC
100-280 nm
Lontano ultravioletto
UVB
280-315 nm
Medio ultravioletto
UVA
315-400 nm
Vicino ultravioletto
Light
400-780 nm
Visibile
IRA
780-1400 nm
Vicino infrarosso
IRB
1.4-3 µm
Medio infrarosso
3
IRC
3-10 µm
Lontano infrarosso
Nota: Questi range sono in accordo con quelli definiti da International Commission on Illumination (CIE).
Gli EL si dovrebbero usare come guida per controllare l’esposizione dell’uomo alla radiazione
laser.
Esposizioni a livelli inferiori agli EL non dovrebbero provocare effetti nocivi alla salute.
Gli EL per l’esposizione per gli occhi e per la pelle indicati nelle tabelle seguenti si riferiscono alle
singole esposizioni. Per esposizioni ripetute si deve applicare un fattore di correzione Cp ai valori
limite. I fattori di correzione spettrale CA, CB e CC sono già inclusi nelle tabelle riportate.
Gli EL per gli occhi sono sempre riferiti ad un piano tangente alla cornea nel punto appartenente al
suo asse ottico, mentre per la pelle i limiti di esposizione sono specificati per la superficie della
pelle.
Tabella 1.2 Limiti di esposizione dell’occhio ad un fascio laser nel caso di visione diretta* [24].
Lunghezza d’onda, ?
Durata di esposizione, t
Limite di esposizione
Restrizioni
(nm)
Ultravioletto
180-302
1 ns-30 ks
3.0 × 101 Jm −2
303
1 ns-30 ks
4.0 × 101 Jm −2
304
1 ns-30 ks
6.0 × 101 Jm −2
305
1 ns-30 ks
1.0 × 10 2 Jm −2
306
1 ns-30 ks
1.6 × 10 2 Jm −2
307
1 ns-30 ks
2.5 × 10 2 Jm −2
308
1 ns-30 ks
4.0 × 10 2 Jm −2
309
1 ns-30 ks
6.3 × 102 Jm −2
310
1 ns-30 ks
1.0 × 103 Jm −2
311
1 ns-30 ks
1.6 × 103 Jm −2
312
1 ns-30 ks
2. 5× 103 Jm −2
313
1 ns-30 ks
4. 0 ×10 3 Jm −2
314
1 ns-30 ks
6.3 × 103 Jm−2
315-400
1 ns-10 s
5.6 × 103 t1 4 Jm −2
315-400
1 ns-30 ks
4.0 × 10 4 Jm −2
Visibile e IRA
400-700
1 ns- 18 µs
0.005 Jm −2
400-700
18 µs-10 s
18 t 3 4 Jm −2
Tutti i limiti di
esposizione per ?<315
nm, devono essere
= 5.6 × 103 t1 4 Jm −2 per
t<10 s
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400-550
10 s-10 ks
100 Jm −2
550-700
10 s- T1
18 t 3 4 Jm −2
550-700
T1 -10 ks
100 CB- Jm −2
400-700
10 ks-30 ks
0.01 CB- Wm −2
700-1050
1 ns-18 µs
0.005 CA- Jm −2
700-1050
18 µs-1 ks
18 CA t 3 4 Jm −2
1051-1400
1 ns-50 µs
0.05 CC Jm −2
1051-1400
50 µs-1 ks
90 CC t 3 4 Jm −2
701-1400
1 ks-30 ks
3.2 CA CC Wm −2
IRB e IRC
1401-1500
1 ns-1 ms
1000 Jm −2
1401-1500
1 ms-10 s
5.6 t1 4 Jm −2
1501-1800
1 ns-10 s
10 4 Jm −2
1801-2600
1 ns-10 ms
1000 Jm −2
1801-2600
1 ms-10 s
6
5.6 t1 4 Jm −2
1 ns-100 ns
100 Jm −2
6
100 ns-10 s
5.6 t1 4 Jm −2
6
10 s-30 ks
1000 Wm −2
2.601-10
2.601-10
1401-10
Tabella 1.2 continuazione
Note: * Vedi tabella 1.4 per la misura dell’apertura limite.
•
1 ks= 1000 s; 30 ks = 8 h; CA = 1 se ?= 400-700 nm; CA = 10[0.002 (λ −700)] se ?= 700-1.050 nm; ; CA = 5
?= 1.051-1400 nm; CB = 1 se ?<550 nm; CB = 10[0.0015(λ−550 )] se ?= 550-700 nm; T1 =
10 × 10[0.02(λ −550 )] se ?= 550-700 nm; CC = 1 se ?<1150 nm;; CC = 10[0.018(λ −1150 )] se 1150<?<1200 nm;
CC = 8 se 1200<?<1400 nm.
se
Tabella 1.3 Limiti di Esposizione della pelle ad un fascio laser* [24].
Lunghezza d’onda, ?
(nm)
Ultravioletto
180-400
Visibile e IRA
400-1400
Durata di esposizione, t
Limite di esposizione
Restrizioni
1 ns-30 ks
Come per gli occhi
Vedi tabella 1.4 per i
limiti
1 ns-100 ns
0.2 CA kJm−2
400-1400
100 ns-10 s
11 CA t1 4 kJm−2
400-1400
10 s-30 ks
2.0 CA k Wm −2
Lontano IR
1401-106
1 ns-30 ks
Come per gli occhia
Aperture
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a
Per un’area di pelle esposta superiore a 0.1 m2 , il limite di esposizione si riduce a 100 W m-2 . Per aree
esposte comprese tra 0.001 e 0.1 m2 , il limite di esposizione è inversamente proporzionale all’area esposta.
Note:
1 ks= 1000 s; 30 ks = 8 h; CA = 1 se ?= 400-700 nm; CA = 10[0.002 (λ −700)] se ?= 700-1.050 nm; ; CA = 5 se
?= 1050-1400 nm
Tabella 1.4 Aperture limite per applicare i limiti di esposizione [24].
Regione spettrale
180-400 nm
400-1400 nm
1401-105 nm
105 –106 nm
Durata di esposizione, t
(s)
<10 s
=10 s
1 ns-30 ks
1 ns-0.3 s
0.3 s-10 s
10 s-30 ks
1 ns-30 ks
Esposizione degli occhi
(nm)
1
3.5
7.0
1.0
1.5 t 3 8
3.5
11
Esposizione della pelle
(nm)
3.5
3.5
3.5
3.5
3.5
3.5
11
1.2 Elenco di altre normative nazionali, internazionali, europee
Estratto da [25]
Le normative sono emesse dagli Enti normatori e stabiliscono le specifiche tecniche al fine di
soddisfare i requisiti di sicurezza prescritti dalle direttive [25].
Esistono Enti normatori a livello mondiale, europeo e nazionale.
Sicurezza elettrica: IEC (Mondiale), CENELEC (Europeo), CEI (Nazionale).
Sicurezza meccanica o altro genere: ISO, CEN, UNI.
In Italia i sistemi laser sono soggetti alle seguenti normative:
• sicurezza elettrica: CEI 76-1 (IEC 820), CEI 62-5 (IEC 601-1) solo per medicali;
• sicurezza dalle radiazioni: CEI 76-2 (IEC 825);
guide per l’utilizzatore: CEI 1284G.
1.2.1 Norme CENELEC/CEI
Estratto da [27]
Dal 1984 è stata definita dalla Commissione Elettrotecnica Internazionale (IEC) una normativa per
la sicurezza nell’impiego delle radiazioni laser (Pubbl. IEC 825, [26]). Tale pubblicazione si
articola in una parte relativa alle prescrizioni di fabbricazione per i costruttori ed in una relativa alla
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guida per gli utilizzatori. Questo documento è stato recepito dal CEI in versione italiana con
l’emanazione della norma CEI 76-2 (Pubbl. CEI 76-2, [27]).
Tale norma contiene, in particolare, le indicazione relative ai vari dispositivi di protezione che
devono essere presenti in un apparato laser in base alla classe di appartenenza [28].
1.2.1.1 Definizioni
Limite di emissione accessibile (LEA)
Livello massimo di emissione accessibile permesso in una particolare classe.
Esposizione massima permessa (EMP)
Il livello della radiazione laser a cui, in condizioni normali, possono essere esposte le persone senza
subire effetti dannosi. I livelli di EMP rappresentano il livello massimo al quale l’occhio o la pelle
possono essere esposti senza subire un danno a breve o a lungo termine; questi livelli dipendono
dalla lunghezza d’onda della radiazione, dalla durata dell’impulso o dal tempo di esposizione, dal
tipo di tessuto esposto e, per quanto riguarda la radiazione visibile ed il vicino infrarosso
nell’intervallo tra 400 e 1400 nm, dalla dimensione dell’immagine retinica.
1.2.1.2 Classificazione dei laser
A causa dell’estensione dei valori possibili per la lunghezza d’onda, il contenuto di energia e le
caratteristiche degli impulsi di un fascio laser, i rischi derivanti dal loro uso sono molto variabili.
Non è possibile considerare i laser come un unico gruppo al quale possono essere applicati limiti di
sicurezza comuni. Vengono pertanto classificati nel seguente modo:
Classe 1: Laser che sono sicuri nelle condizioni di funzionamento ragionevolmente prevedibili.
Classe 2: Laser che emettono radiazione visibile nell’intervallo di lunghezza d’onda tra 400 e 700
nm. La protezione dell’occhio è normalmente assicurata dalle reazioni di difesa, compreso il
riflesso palpebrale.
Classe 3A: Laser che sono sic uri ad occhio nudo. Per i laser che emettono radiazione nell’intervallo
di lunghezza d’onda tra 400 e 700 nm la protezione è assicurata dalle reazioni di difesa, compreso
il riflesso palpebrale. Per le altre lunghezze d’onda il rischio per l’occhio nudo non è superiore a
quello della Classe 1. La visione diretta del fascio dei laser di Classe 3A con strumenti ottici può
essere pericolosa.
Classe 3B: La visione diretta del fascio di questi laser è sempre pericolosa. La visione di riflessioni
diffuse è normalmente non pericolosa.
Classe 4: Laser che sono anche in grado di produrre riflessioni diffuse pericolose. Possono causare
lesioni alla pelle e potrebbero anche costituire un pericolo d’incendio. Il loro uso richiede molta
cautela.
Standard di qualità ambientale per i campi elettromagnetici - AGF-T-RAP-99-35
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Sono stati definitidei limiti di emissione accessibile (LEA) per le Classi 1, 2, 3A e 3B indicate nelle
tabelle n° 1, 2, 3 e 4 del CEI 76-2 ([27]).
I valori limite delle esposizioni massime permesse (EMP), destinate agli utilizzatori, sono riportati nelle
tabelle n° 6, 7, 8 del CEI 76-2 ([27]).
2. Radiazione ultravioletta (UV)
Estratto da [31]
Nell’ambito delle radiazioni elettromagnetiche non ionizzanti la radiazione ottica comprende, in
ordine crescente di energia dei fotoni, le regioni spettrali corrispondenti alla radiazione infrarossa
(IR), visibile (VIS) ed ultravioletta (UV) a cui corrispondono valori di lunghezza d’onda compresi
fra 1 mm e 100 nm.
La radiazione UV è compresa nell’intervallo spettrale 100-400 nm ed è ulteriormente suddivisa in
tre bande spettrali note come: UV-A (400-315 nm), UV-B (315-280 nm), UV-C (280-100 nm).
Questa suddivisione è il risultato di decisioni prese dalla Commission Internationale de l’Eclairage
(CIE).
2.1 Limiti di esposizione alla radiazione ultravioletta
I limiti di esposizione alla radiazione UV elaborati dalla ACGIH ([29]), da IRPA-INIRC ([30]), e
successivamente da ICNIRP, definiscono i livelli di esposizione al di sotto dei quali non si
verificano effetti dannosi di tipo acuto. Detti limiti si applicano nell’esposizione alla radiazione UV
emessa da tutte le sorgenti artificiali escluse quelle laser e dal sole.
Gli effetti acuti presi in considerazione per definire quantitativamente i limiti di esposizione sono
tre: l’eritema per l’esposizione della pelle, la fotocheratite e la fotocongiuntivite per quella degli
occhi.
A seconda della sua durata l’esposizione è espressa mediante il valore dell’irradianza (W/m2 ) o
dell’esposizione radiante (J/m2 ).
L’esposizione efficace espressa in W/m2 efficaci o J/m2 efficaci è definita mediante una funzione di
efficacia spettrale, detta spettro d’azione per il danno di tipo acuto, nell’intervallo 180-400 nm.
Il limite di esposizione è stato derivato dai valori di soglia sperimentali relativi ai tre effetti
considerati.
Nella tabella 2.1 sono riportati i limiti dell’esposizione radiante in funzione della lunghezza d’onda
ed i valori dell’efficacia spettrale relativa mediante i quali si determina il valore dell’esposizione
radiante efficace.
L’irradianza efficace di una sorgente non coerente a larga banda, “pesata” rispetto al massimo della
curva di efficacia spettrale per il danno (270 nm), si determina attraverso la formula:
E eff =
400
∑ Eλ ⋅ S λ ⋅ ∆λ
180
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nella quale Eeff (W/m2 eff.) è l’irradianza efficace relativa ad una sorgente monocromatica a 270
nm, E? è l’irradianza spettrale W/ m2 nm, S? è l’efficacia spettrale relativa (adimensionale) e ? ? è la
larghezza di banda degli intervalli calcolati e misurati in cui viene suddiviso lo spettro della regione
considerata. Nota l’irradianza efficace, il tempo massimo di esposizione (in secondi) nella singola
giornata, può essere calcolato dividendo il limite dell’esposizione radiante efficace, cioè 30 J/m2 eff.
per il valore di Eeff espresso in W/m2 eff.
Per sorgenti radianti UVA (315-400 nm) sia la ACGIH che la IRPA-INIRC hanno definito dei
limiti specifici che devono essere rispettati contestualmente a quelli riportati in tabella 2.1.
a) ACGIH (315-400 nm). L’esposizione radiante incidente sull’occhio non protetto non deve
superare 10 kJ/m2 per tempi di esposizione inferiori a 1000 secondi mentre per tempi più lunghi,
ma sempre nell’arco di tempo di otto ore, l’irradianza non deve superare 10 W/m2 .
b) IRPA-INIRC (315-400 nm). L’esposizione radiante incidente sull’occhio non protetto integrata
nell’intervallo di otto ore non deve superare 10 kJ/m2 .
Gli standard di qualità per la radiazione UV definiti da ACGIH e da IRPA-INIRC per occhi e pelle
non protetti devono essere considerati assoluti, e quindi non superabili, nell’esposizione dell’occhio.
I limiti di esposizione riportati in tabella 2.1 sono il risultato dell’analisi approfondita della
letteratura scientifica e della valutazione comparata delle soglie sperimentali degli effetti indotti
dalla radiazione UV ottenute sia su modelli animali che sull’uomo.
Il loro rispetto previene l’insorgenza di effetti quali l’eritema, la fotocheratite, la fotocongiuntivite e
la cataratta da esposizione acuta, per i quali è possibile individuare una soglia di induzione ma, per
definizione, non può annullare i rischi per effetti a lungo termine dipendenti dalla dose accumulata.
Perciò i limiti di esposizione alla radiazione UV non devono essere considerati come una linea di
demarcazione al di sotto della quale tali effetti non possono verificarsi.
Limitare l’esposizione al di sotto della soglia di induzione degli effetti acuti contribuisce,
comunque, a diminuire la dose che si accumula giorno dopo giorno e quindi si riduce anche la
probabilità degli effetti a lungo termine.
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Tabella 2.1 Radiazione UV: limiti di esposizione [29-30].
?
(nm)
180
190
200
205
210
215
220
225
230
235
240
245
250
254
255
260
265
270
275
280
285
290
295
300
305
310
315
320
325
330
335
340
345
350
355
360
365
370
375
380
385
390
395
400
Esposizione radiante
(joule/m2 )
2500
1600
1000
590
400
320
250
200
160
130
100
83
70
60
58
46
37
30
31
34
39
47
56
100
500
2000
1.0 •104
2.9 •104
6.0 •104
7.3 •104
8.8 •104
1.1 •105
1.3 •105
1.5 •105
1.9 •105
2.3 •105
2.7 •105
3.2 •105
3.9 •105
4.7 •105
5.7 •105
6.8 •105
8.3 •105
1.0 •106
Efficacia spettrale
S?
0.012
0.019
0.030
0.051
0.075
0.095
0.120
0.150
0.190
0.240
0.300
0.360
0.430
0.500
0.520
0.650
0.810
1.000
0.960
0.880
0.770
0.640
0.540
0.300
0.060
0.015
0.003
0.0010
0.00050
0.00041
0.00034
0.00028
0.00024
0.00020
0.00016
0.00013
0.00011
0.000093
0.000077
0.000064
0.000053
0.000044
0.000036
0.000030
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GLOSSARIO
Ø ACGIH: American Conference of Governamental Industrial Hygienists
Ø ANSI: American National Standard Institute
Ø CEI: Comitato Elettrotecnico Italiano
Ø CENELEC: Comitato Elettrotecnico di Normalizzazione Elettrotecnica
Ø CIE: Commission International de l’Eclairage
Ø DIN/VDE: Verband Deutscher Elektrotechniker
Ø FCC: Federal Communication Commission
Ø ICNIRP: International Commission on Non - Ionizing Radiation Protection
Ø IEC: Commission Electrotechnique Internationale
Ø IEEE: Institute of Electrical and Electronic Engineers
Ø INIRC: International Non - Ionizing Radiation Committee
Ø IRPA: International Radiation Protection Assocition
Ø NRPB: National Radiological Protection Board
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BIBLIOGRAFIA
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Bevitori – Maggioli Editori.
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pubblicata sul BUR n°31 del 08/08/1997.
Ø L.R. del 10 Maggio 1999, n° 27: Attuazione del Decreto del Ministero dell’Ambiente
10/09/1998, n° 381, contenente il regolamento recante norme per la determinazione dei tetti di
radiofrequenza compatibili con la salute umana; pubblicata sul BUR n°20 del 25/05/1999.
Ø L.R. del 21 Luglio 1999, n° 42: Modifiche ed integrazioni alla L.R. del 10 Maggio 1999, n° 27;
pubblicata sul BUR n°31 del 30/07/1999.
20. Leggi regionali della Regione Emilia Romagna:
Ø L.R. del 22 Febbraio 1993, n° 10: Modifiche alla L.R. del 22 Febbraio 1993, n° 10; pubblicata
sul BUR n°52 del 26/04/1999.
21. Leggi regionali della Regione Liguria:
Ø L.R. del 20 Dicembre 1999, n° 41: Integrazione alla L.R. del 21 Giugno 199, n° 18; pubblicata
sul BUR n°1 del 12/01/2000.
22. Leggi regionali della Regione Toscana:
Ø L.R. del 11 Agosto 1999, n° 51: Disposizioni in materia di linee elettriche ed impianti elettrici;
pubblicata sul BUR n°26 del 20/08/1999.
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23. Leggi regionali della Regione Veneto:
Ø L.R. del 30 Giugno 1993, n° 27: Prevenzione dei danni derivanti dai campi elettromagnetici
generati da elettrodotti; pubblicata sul BUR n° 60 del 25/07/1997.
Ø L.R. del 20 Gennaio 2000, n°5: modifica dell’articolo n°4 della L.R. n°27 del 30 Giugno 1993;
pubblicata sul BUR n°11 del 01/02/2000.
Ø L.R. del 9 Luglio 1993, n° 29: Tutela igienico-sanitaria della popolazione dall’esposizione a
radiazioni non ionizzanti generate da impianti per teleradiocomunicazioni - Recepimento
decreto interministeriale n° 381 del 10/09/98; pubblicata sul BUR n°12 del 09/02/1999.
24. ICNIRP 1996. (International Commission on Non-Ionizing Radiation Protection). Guidelines on
Limits of exposure to Laser Radiation of Wavelengths between 180 nm and 1 mm, Health
Physics Vol. 71 n° 5, pp. 804-819, November 1996.
25. Il ruolo della società dei servizi nell’ambito della sicurezza sanitaria; G. Buccheri - da Atti del
Convegno: “Gli apparati laser: applicazioni e problemi di sicurezza”- 29, 30 marzo 1990Università degli Studi di Roma, Tor Vergata.
26. Pubbl. IEC 825: “Radiation safety of products, equipment classification, requirements and
user’s guide”. Ed. Bureau Central de la CEI – Geneve 3, rue de Varembè – Suisse (1984).
27. Pubbl. CEI 76-2: Sicurezza degli apparecchi laser: Parte 1: Classificazione delle
apparecchiature, prescrizioni e guida per l’utilizzatore. CEI EN 60825 – 1(terza edizione),
Settembre 1995.
28. Norme di sicurezza per l’impiego di apparati laser; A. Sona – da Atti del Convegno: “Gli
apparati laser: applicazioni e problemi di sicurezza”- 29, 30 marzo 1990- Università degli
Studi di Roma, Tor Vergata.
29. Threshold limit values for chemical substances and physical agents in the workroom enviroment
with intended changes for 1972; ACGIH 1972.
30. Proposed change to the IRPA 1985 guidelines on limits of exposure to ultraviolet radiation;
Health Physics Vol. 56 n° 6, pp. 971-972.
31. Radiazione ottica non coerente: esposizione, rischio e protezione, Gianni F. Mariutti, dBA’98.
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