Che cos`è l`elettrosmog? - Comune Di Montecchio Maggiore

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CHE COS’E’ L’ELETTROSMOG?
1. INTRODUZIONE SULL’ARGOMENTO ‘’ELETTROMAGNETISMO’’
Termini come inquinamento elettromagnetico o elettrosmog sono all’ordine del giorno tra le notizie
dei mezzi di informazione e motivo di forti preoccupazioni nell’opinione pubblica; tuttavia
l’impiego di questi termini è spesso generico e non permette di fare chiarezza sulle differenze tra le
varie sorgenti di campi elettromagnetici ed i loro possibili effetti.
Il fenomeno dell’esposizione a campi elettromagnetici non è una novità degli ultimi anni, ma il
recente sviluppo del settore delle telecomunicazioni ha prodotto un consistente aumento delle fonti
di inquinamento elettromagnetico; in particolare la massiccia diffusione di impianti per la telefonia
mobile ha focalizzato sul problema l’attenzione del pubblico.
Nonostante ciò, comunque, la normativa sta oggi regolamentando la materia in modo sempre più
efficace e questo nell’interesse della popolazione esposta a questo tipo di inquinamento.
Vediamo quindi
2. CAMPI E ONDE ELTTROMAGNETICHE
L’umanità è sempre stata immersa in un fondo elettromagnetico naturale: producono onde
elettromagnetiche il Sole, le stelle, alcuni fenomeni meteorologici (scariche elettrostatiche). La
Terra stessa genera un campo magnetico. A queste fonti si sono aggiunte le sorgenti artificiali., tra
cui gli apparecchi televisivi, i forni a microonde, le linee dell’alta tensione, gli impianti delle
telecomunicazione, i radar, ...
I campi elettromagnetici hanno origine dalle cariche elettriche e dal movimento delle cariche stesse
(corrente elettrica) ; un’onda elettromagnetica è infatti una forma di propagazione dell’energia nello
spazio ed è costituita da due grandezze elettriche (il campo elettrico, misurato in Volt/metro, ed il
campo magnetico, misurato in Ampere/metro - per descrivere l’interazione del campo magnetico
con i tessuti viventi si utilizza invece l’induzione magnetica misurata in Tesla - ) che variano
periodicamente nel tempo. Le loro proprietà dipendono fortemente da una grandezza caratteristica
chiamata frequenza, che rappresenta il numero di oscillazioni effettuate dall’onda in un secondo.
Maggiore è la frequenza di un’onda, maggiore è l’energia che essa trasporta.
L’insieme di tutte le possibili onde elettromagnetiche, al variare della frequenza, viene chiamato
spettro elettromagnetico.
La frequenza non è l’unico elemento caratterizzante le onde elettromagnetiche: infatti onde alla
stessa frequenza possono differire per intensità, che è determinata dall’ampiezza del campo elettrico
e di quello magnetico.
Invece di indicare separatamente le ampiezze dei due campi si può utilizzare un’unica grandezza
che è la densità di potenza (misurata in Watt/metro quadrato).
E’ importante sottolineare che la densità di potenza diminuisce molto rapidamente allontanandosi
dalla sorgente che la emette.
3. LE STAZIONI RADIO BASE
Le stazioni radio base SRB per la telefonia cellulare sono gli impianti di telecomunicazione che, per
la loro capillare diffusione nei centri abitati, generano maggiore preoccupazione tra i cittadini.
La telefonia radiomobile, e più in generale le radiocomunicazioni, interessano lo spettro di
frequenze comprese nell’intervallo 100 kHz - 300 Ghz, e appartengono, quindi, al gruppo di
radiazioni non ionizzanti.
L’infrastruttura della rete radiomobile è costituita da quattro elementi: una serie di calcolatori in
grado di capire dove trovare l’utente e come gestirne la mobilità, una serie di centrali che
fisicamente connettono le linee, le stazioni radio base ed il terminale radiomobile, noto soprattutto
come telefonino.
Dalle stazioni radio base SRB viene irradiato e ricevuto il segnale radio da e verso il telefonino
tramite il quale siamo in grado di comunicare in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo.
Il collegamento radio, come tutti i collegamenti, è realizzato da due terminazioni e da un mezzo che
le connette: le due terminazioni sono l’antenna della stazione radio base e l’antenna del telefonino,
il collegamento fisico è l’onda elettromagnetica.
Per mantenere il collegamento è necessario che l’onda elettromagnetica sia di intensità sufficiente
ad essere captata dall’apparato ricevente; quando l’intensità è inferiore la qualità della
conversazione diventa scadente ed il collegamento non è più garantito.
4. TIPOLOGIA DI SISTEMI DI IRRADIAZIONI E RELATIVE FASCE O
VOLUMI DI RISPETTO
Per ogni tipologia di sistema radiante viene definita una fascia di rispetto o volume di rispetto calcolato tramite appositi programmi di simulazione che, considerando il tipo di antenna utilizzata,
riescono a calcolare la distribuzione del campo intorno all’installazione - che, per semplicità, è
costituito dal volume occupato da un parallelepipedo regolare con base rettangolare all’interno del
quale sono contenuti tutti i punti in cui il livello di campo può essere uguale o superiore al valore
limite di esposizione per la popolazione.
Per tale limite si assume quello fissato dalla normativa nazionale - D. Min. Amb. n. 381 del
10/09/1998 - sia art. 3 (zone di pubblico accesso) sia art. 4 relativamente a quei luoghi dove è
presumibile la permanenza di più di 4 ore di membri della popolazione (6V/m).
Le dimensioni del parallelepipedo si ricavano dallo schema allegato a partire dalle distanze delle
sue superfici dal centro elettrico del sistema irradiante collocato al suo interno:
d1 = distanza nella direzione di massimo irraggiamento;
d2 = distanza nella direzione verticale verso il basso e/o alto;
d3 = distanza nella direzione laterale;
d4 = distanza nella direzione opposta a quella di massimo irraggiamento.
Le distanze riportate si riferiscono a propagazione in spazio libero senza considerare alcuna
eventuale attenuazione aggiuntiva dovuta ad ostacoli, pertanto tale condizione è da ritenersi
cautelativa, essendo inoltre le valutazioni di tipo puntuale esse risultano sicuramente più restrittive
rispetto alla media sull’area equivalente alla sezione verticale del corpo umano definita nel D.M.
381/98.
5. GLI EFFETTI SANITARI
Le ricerche sugli effetti legati all’esposizione a campi elettromagnetici sono da molti anni oggetto di
un intenso lavoro di ricerca: si contano più di 12 mila lavori pubblicati di cui circa 3 mila dal 1995.
Al fine di valutare in maniera esaustiva ed inconfutabile i relativi rischi sanitari, Commissioni di
lavoro sono state costituite sia a livello di singoli Governi nazionali e sia a livello internazionale, tra
queste di particolare rilevanza sono quella dell’Organizzazione Mondiale della Sanità OMS e della
Commissione Internazionale per la Protezione dalle Radiazioni Non Ionizzanti ICNIRP.
La revisione svolta dall’OMS sulle informazioni scientifiche contenute nella letteratura disponibile
ha concluso che non c’è nessuna evidenza convincente che l’esposizione a campi elettromagnetici
prodotti da telefoni cellulari o dalle corrispondenti stazioni radio base provochi alcun effetto
negativo sulla salute umana.
E’ importante ricordare che i telefoni cellulari, pur rispettando le normative di protezione sanitaria,
espongono la popolazione almeno 100 volte di più di quanto facciano le stazioni radio base. Questo
valore deriva dal confronto dei livelli reali di esposizione, in termine di densità di potenza, con i
relativi limiti di esposizione consentiti dalle normative internazionali di protezione sanitaria.
Le intensità di campo elettrico a 5 cm. di distanza dall’antenna di un telefono cellulare sono
comprese tra circa 10 e 100 V/m, mentre la quantità di potenza assorbita diminuisce con la distanza:
infatti a 30 cm. dal telefono mobile essa è ridotta di circa 100 volte.
Tra i vari Paesi il nostro è quello che si è dotato di norme molto restrittive che proteggono la
popolazione italiana di più (decina di volte) di quanto è protetta la popolazione degli altri paesi della
Comunità Europea.
6. COMPATIBILITA’ ELETTROMAGNETICA
I circuiti elettronici che compongono le apparecchiature elettriche possono essere influenzati nel
loro funzionamento dai campi elettromagnetici.
Tra queste apparecchiature quelle considerate più delicate sono gli elettromedicali, quali ad esempio
i misuratori di pressione sanguigna, i monitor di battiti cardiaci, le apparecchiature per l’udito, ecc.
Comitati scientifici internazionali e nazionali hanno fissato valori limite di esposizione al campo
elettromagnetico al di sopra dei quali tali apparecchiature possono essere influenzate negativamente
dalla presenza del campo elettromagnetico.
In particolare la Commissione Elettrotecnica Internazionale ha curato lo standard IEC 601-1-3/1992
che fissa tale limite per la frequenza della telefonia cellulare, in 3 V/m. Tale limite è stato ripreso
dalla norma italiana CEI nel 1993 (CEI EN 60601-1-2).
A scopo comparativo si fa presente che il Food Drug Administration (l’equivalente Statunitense del
nostro Ministero della Sanità) ha fissato tale limite in 7 V/m per frequenze comprese tra 450 e 1000
Mhz.
Per quanto riguarda infine il pace-makers, il limite a cui i problemi di mal funzionamento iniziano a
sorgere appare, da ricerche di laboratorio, essere compreso tra 70 e 80 V/m. Ciò in accordo con un
recente studio su pazienti portatori di pace-makers (Occhetta et. al. in Pacing clin Electrophysiol,
luglio 1999 vol. 22 pp. 983-989), per i quali l’utilizzo del telefono cellulare non ha creato
interferenze.
7. LEGISLAZIONE DI RIFERIMENTO
• D.Min. Amb. 10/09/1998 n. 381 recante ’’Regolamento recante norme per la determinazione dei
tetti di radiofrequenza compatibili con la salute umana’’: entrato in vigore il 2 Gennaio 1999,
fissa per le frequenze comprese nell’intervallo 3 Mhz - 3 Ghz i seguenti limiti di campo elettrico,
campo magnetico e densità di potenza:
Campo elettrico
20 V/m
Campo magnetico
0,05 A/m
Densità di potenza
1 W/mq.
Per edifici adibiti a permanenze non inferiori a 4 ore, i limiti diventano:
Campo elettrico
6 V/m
Campo magnetico
0,016 A/m
Densità di potenza
0,1 W/mq.
Tali limiti, a titolo di cronaca, risultano 45 volte più severi rispetto a quelli indicati dagli enti
ICNIRP e CENELEC.
Il rispetto di queste normative per le stazioni radio base viene ottenuto mediante la definizione del
cosiddetto ‘’volume di rispetto’’, di cui si è accennato più sopra.
• L. 22/02/2001 n. 36 recante ‘’Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici,
magnetici ed elettromagnetici’’, pubblicata sulla G.U. n. 55 del 07/03/2001.
Tale legge demanda al Presidente del Consiglio dei Ministri la promulgazione di appositi DPCM
contenenti i limiti di esposizione ai campi elettromagnetici nel range di frequenza da 0 Hz a 300
Ghz per i lavoratori e per la popolazione, confermando fino alla pubblicazione dei suddetti
DPCM la validità del D. Min. Amb. n. 381 citato al punto precedente.
Nonostante la Legge n. 36 preveda la protezione sia della popolazione sia dei lavoratori esposti
per motivi professionali, il D. Min. Amb. n. 381 fissa i valori limite di esposizione della sola
popolazione ai campi elettromagnetici connessi al funzionamento ed all’esercizio dei sistemi
fissi delle telecomunicazioni e radio televisivi operanti nell’intervento di frequenza compresa fra
100 kHz e 300 Ghz, escludendo l’applicabilità del decreto ai lavoratori esposti per ragioni
professionali.
Tale decreto prevede all’art. 3, inerentemente la realizzazione dei sistemi fissi di comunicazione
nelle bande di frequenza > 3-3000 Mhz e per un qualsiasi intervallo temporale di 6 minuti, il
livello limite di esposizione consentito in Italia, meglio descritto come valore efficace di
intensità di campo elettrico E pari a 20 V/m, e un valore efficace di intensità di campo magnetico
H pari a 0,05 A/m.
Inoltre, in conseguenza dell’art. 4 ‘’in corrispondenza di edifici adibiti a permanenze non
inferiori a quattro ore non devono essere superati i seguenti valori, indipendentemente dalla
frequenza, mediati su un’area equivalente alla sezione verticale del corpo umano e su qualsiasi
intervallo di 6 minuti: 6 V/m per il campo elettrico - 0,016 A/m per il campo magnetico intesi
come valori efficaci ...‘’.
8. BIBLIOGRAFIA
• ‘’Rapporto sugli Impianti Omnitel e norme di protezione sanitaria da campi elettromagnetici’’
dell’Ospedale di Ivrea - Servizio di Fisica Sanitaria del 26/11/2001;
• ‘’Elettromagnetismo. Le risposte della scienza.’’ della Telecom Italia Mobile 1999;
• ‘’Onde in chiaro. A proposito di ...inquinamento elettromagnetico’’ - ARPAV 2002.
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