TESTI STORICI, SCIENTIFICI, DIVULGATIVI, E…UN PIZZICO DI FANTASIA Le opere qui presentate sono solo alcune delle pubblicazioni che circolano in lingua italiana raggruppabili sotto la voce “Astronautica”; va detto che nel Catalogo del Sistema Bibliotecario Nazionale le opere catalogate alla classe “Astronautica” in lingua italiana, pubblicate a partire dal 1995, sono solo 71, di cui moltissime per ragazzi. Abbiamo aggiunto anche alcune opere di carattere storico-letterario, e qualche curiosità. Umberto Cavallaro, Donne nello spazio, Milano, Mursia, 2015. Umberto Cavallaro tratteggia il panorama dell'astronautica «al femminile», presentando i profili di 60 «eroine del nostro tempo», i primati che hanno accumulato nella loro attività e raccontando aneddoti, curiosità e ricordi delle loro imprese. (http://www.mursia.com/index.php/it/attualita/donne-nello-spazio-detail, cons. 11.05.2017) Stephen W. Hawking, Dove il tempo si ferma. La nuova teoria sui buchi neri, Milano, Rizzoli, 2016. I buchi neri sfidano la natura dello spazio e del tempo. Comprenderli vuol dire svelare il segreto ultimo dell'universo. Alla metà degli anni Settanta, Stephen Hawking fece una serie di scoperte inquietanti, secondo cui i buchi neri potrebbero evaporare, o anche esplodere, e distruggere tutta l'informazione della materia caduta al loro interno. I fisici hanno impiegato i successivi quarant'anni a mettere ordine alle conseguenze di questo risultato, finora indimostrato. In queste due lezioni, Hawking ritorna sul tema chiave della sua ricerca per raccontarci qual è il punto della situazione, e cosa rimane da capire sullo spazio, sul tempo, sulla nostra parte nell'universo. "I buchi neri rappresentano una sfida al principio più fondamentale che riguarda la prevedibilità dell'universo e la certezza della storia", scrive. E ci coinvolge nell'ultima puntata di un'appassionata disputa scientifica, iniziata parecchi anni fa, tra la fisica classica della relatività generale e la fisica quantistica. "Si dice che a volte la realtà superi la fantasia. nel caso dei buchi neri possiamo dire che nessuno tra gli scrittori di fantascienza è mai arrivato a immaginare tanto." (https://www.ilgiardinodeilibri.it/libri/__dove-tempo-siferma-hawking.php, cons. 11.05.2017) Giovanni Caprara, Storia italiana dello spazio. Visionari, scienziati e conquiste dal XIV secolo alla stazione spaziale, Milano, Bompiani, 2012 . La storia dello spazio italiano inizia alla fine del Trecento, ma sarà l'Ottocento a segnare l'avvio delle ricerche sui razzi in chiave più scientifica seguendo gli inglesi che per primi li costruivano e li impiegavano a scopo bellico. Dopo la Seconda guerra mondiale la Marina e l'Aeronautica "arruolano" due scienziati tedeschi per affrontare la tecnologia dei razzi. E negli anni Sessanta sarà Luigi Broglio a diventare il vero "padre" dello spazio italiano realizzando il primo satellite italiano "San Marco" per indagare l'atmosfera. Un'avventura straordinaria per un'Italia coraggiosa che amava le sfide: in quel periodo l'Italia conquisterà il suo ultimo Nobel scientifico con Giulio Natta. La nascita nel 1988 dell'Agenzia Spaziale Italiana darà il via a un vero programma di esplorazione su vari fronti di ricerca cosmica e alla importante collaborazione per la stazione spaziale internazionale. Un libro documentato che è una lunga storia di uomini: visionari, scienziati, tecnologi e politici che hanno sostenuto l'idea dell'esplorazione dello spazio. Una storia che ha generato nuova scienza, nuove tecnologie e favorito lo sviluppo del Paese a livello internazionale in un campo d'avanguardia. (https://www.ibs.it/storia-italiana-dello-spazio-libro-giovanni-caprara/e/9788845271106, cons 11-05-2017) Janna Levin, Il blues dei buchi neri. Storia della scoperta delle onde gravitazionali. Milano, Mondadori, 2016. Da quando nel 1916 Einstein predisse l'esistenza delle onde gravitazionali minuscole increspature nello spaziotempo generate da eventi insondabili la scienza si è preoccupata di indagare se tali vibrazioni possano essere registrate. Perché, in questo caso, potremmo osservare il nostro universo attraverso il suono: il "sibilo" del Big Bang, il "canto" simile a quello delle balene delle supernovae che esplodono, le "vibrazioni" prodotte dalla collisione di due buchi neri. Il 14 settembre 2015 la previsione di Einstein ha ricevuto una clamorosa conferma: per la prima volta due interferometri del progetto statunitense LIGO (Laser Interferometer Gravitational-Wave Observatory) hanno rivelato gli effetti di una potentissima collisione di due buchi neri avvenuta 1,3 miliardi di anni fa, e che è stata percepita sulla Terra come un lieve "tremore". Ma forte abbastanza da provocare un vero e proprio terremoto nel campo della astrofisica. Janna Levin racconta con divertita leggerezza e un linguaggio accessibile l'affascinante storia di un secolo di ricerca, di ipotesi teoriche e di esperimenti scientifici, ma anche di creatività, tic, aspirazioni e ossessioni, raccolta dalla viva voce di Rai Weiss, Kip Thorne e Ron Drever, i tre scienziati che hanno dato vita al progetto LIGO. (https://books.google.it/books/about/Il_blues_dei_buchi_neri_Storia_della_sco.html?id=Prg_vgAACAAJ&redir_esc=y, cons. 11.05.2017) Jurij Gagarin, Non c’è nessun Dio quassù. L’autobiografia del primo uomo a volare nello spazio, Roma, Red Star Press, 2013. "Pojechali", cioè, in russo, "andiamo". Fu questa l'ultima parola pronunciata da Jurij Gagarin il 12 aprile del 1961. Poi ci fu tempo soltanto per i reattori del Vostok 1, l'astronave che avrebbe consentito al ventisettenne Gagarin di compiere un'impresa mai tentata prima: raggiungere lo spazio e riuscire a vedere la Terra dalla Luna. Tutto il mondo restò allora con il fiato sospeso, come dubitando che il figlio di un carpentiere potesse compiere una simile missione. C'era in gioco, in quel momento, il senso stesso della Rivoluzione d'Ottobre: un'aspirazione alla giustizia e all'uguaglianza che Gagarin racconta attraverso la sua vita, dall'infanzia, trascorsa al tempo della resistenza contro l'invasore nazista e alla vittoria della "grande guerra patriottica", fino all'addestramento riservato ai piloti dell'aeronautica, passando per la vita nel colcos e per gli studi preliminari all'ammissione nel Partito comunista. Una grande avventura dove in primo piano c'è l'uomo, le sue aspirazioni e i suoi sogni. Perché quello che è certo è che Jurij Gagarin riuscì a trovare la via del cosmo, riportando dalle orbite frasi destinate a restare famose per sempre: "Non c'è nessun Dio quassù". (https://www.ibs.it/non-c-nessun-dio-quassu-libro-jurij-a-gagarin/e/9788867180738?gclid=CIW93-yE6NMCFYU_GwodtINGQ&gclsrc=aw.ds, cons. 11.05.2017) Giovanni Mengali / Alessandro A. Quarta, Fondamenti di meccanica del volo spaziale, Pisa, Pisa University Press, 2013. La Meccanica del Volo Spaziale è la disciplina che studia il moto dei satelliti artificiali e delle sonde interplanetarie. Partendo da una descrizione fisica dei vari problemi in gioco, in questo volume vengono forniti gli elementi necessari perché il lettore sia in grado di familiarizzare con i concetti fondamentali riguardanti sia il moto orbitale che la dinamica ed il controllo dei satelliti. In particolare viene dettagliatamente descritta la meccanica kepleriana classica e fornita un’ampia panoramica sulle manovre orbitali, sulle perturbazioni orbitali e sull’analisi di missione. Il volume contiene anche una descrizione delle principali tecniche di stabilizzazione passiva ed un’introduzione alla dinamica ed al controllo attivo dei satelliti. Sono inoltre presenti numerosi esempi che, oltre a dimostrare la possibilità pratica di applicare le metodologie descritte da un punto di vista teorico, hanno lo scopo di fare acquisire l’indispensabile dimestichezza con i valori numerici che assumono le varie quantità in gioco. Il taglio dell’opera è di carattere applicativo e molti degli argomenti trattati sono esposti in maniera tale da poter essere facilmente tradotti in algoritmi da implementare su un elaboratore elettronico e da approfondire mediante simulazione. (http://www.pisauniversitypress.it/scheda-libro/giovanni-mengali-alesandro-a-quarta/fondamenti-di-meccanica-del-volo-spaziale9788867412105-144974.html, cons. 11.05.2017) Dennis William Sciama, Questo bizzarro Universo. Spazio-tempo, buchi neri, big bang, Roma, Di Renzo Editore, 1988. La moderna astronomia ha posto una serie di problemi bizzarri, per la varietà e per la stravaganza dei fenomeni. Esiste un solo universo o infiniti universi? Cosa fa brillare il Sole e le stelle? Di che cosa è composta la materia oscura dell’universo? Conoscere le risposte a queste domande ci consentirebbe di comprendere come si trasforma l’energia e di risolvere molti dei problemi astronomici. Dennis Sciama, padre della moderna cosmologia, ci invita a mettere da parte le implicazioni del senso comune e a ragionare. Non è sbagliato seguire idee bizzarre, a patto di rispettare qualche regola: seguire la logica, essere coerenti, lavorare su osservazioni reali. Solo così tante “stranezze” della fisica relativistica e quantistica hanno preso piede e tanti problemi apparentemente bizzarri hanno trovato una soluzione. (Quarta di copertina) Marco Ciardi, Il mistero degli antichi astronauti, Roma, Carocci, 2017 Quando si parla di «teoria degli antichi astronauti» ci si riferisce in genere alla possibilità che entità extraterrestri abbiano raggiunto il nostro pianeta nel passato, lasciando qualche traccia, più o meno tangibile, del loro passaggio: si va dall'esistenza di particolari reperti archeologici, non spiegabili all'interno del contesto nel quale sono stati rinvenuti, alla manipolazione del codice genetico degli ominidi preistorici e, quindi, a un'influenza diretta sull'evoluzione del genere umano. La letteratura relativa a questo argomento, considerato da molti uno dei grandi misteri dei nostri giorni, è stata una delle più prolifiche e commercialmente redditizie della seconda metà del Novecento, e gode tutt'ora di buona, anzi ottima salute. Ma in questo caso il termine «teoria» indica davvero qualcosa che ha un fondamento scientifico, oppure no? E' quanto cercheremo di capire nel corso di questo libro. (http://www.caffescienza.it/programma-2016-2017/il-misterodegli-antichi-astronauti-gli-extraterrestri-del-passato, cons. 11.05.2017) Maria Rosa Menzio, Spazio, tempo, numeri e stelle. Teatro e scienza 1, Torino, Bollati Boringhieri, 2005 Maria Rosa Menzio propone un libro sorprendente sotto molti punti di vista: innanzitutto perché unisce scienza e teatro, operazione non del tutto inedita ma certo poco frequentata, forse in omaggio alla credenza diffusa circa l’impopolarità della scienza e la conseguente impossibilità di farne buona divulgazione. Invece l’interesse delle scienziate per la divulgazione è cosa nota e Menzio si inserisce in questa lunghissima tradizione che possiamo ripercorrere partendo da Margherita Hack e passando per una schiera infinita di ricercatrici che dedicarono energie e tempo a scrivere manuali o traduzioni - come Gaetana Agnesi e la Marchesa du Chatelet – a organizzare corsi, aprire laboratori al pubblico – come Ellen Swallow Richards. Per questa via possiamo giungere fino a Ipazia, che non abbandonò l’insegnamento, quando la furia integralista dei cristiani in ascesa politica rese pericolosa l’attività intellettuale e pagò con la vita la sua coerenza. Proprio Ipazia è uno dei protagonisti dei testi teatrali presentati in questo inconsueto volume. Una Ipazia reinterpretata in modo del tutto originale, come, del resto, gli altri scienziati messi in scena: Padre Saccheri, logico e matematico ligure vissuto tra il 17° e il 18° secolo, Fibonacci e padre Boccardi, direttore dell’osservatorio astronomico di Torino. Nelle loro vicende si può scorgere un filo rosso, un sottile e pulsante filo che lega la terra al cielo, lo spazio al tempo, l’innamoramento e l’indagine scientifica. In questa nuova dimensione tutto è possibile: salire sulla Via Lattea, perdersi nel deserto e anche capire qualcosa di più della geometria non euclidea e della relatività generale. Si tratta di opere teatrali rappresentate a Torino dal 2002 al 2004 e inserite in un articolato progetto scientifico in atto nella regione Piemonte, che speriamo continui. (http://www.universitadelledonne.it/menzio.htm, cons. 11.05.2017) Arthur C. Clarke, Il volo interplanetario. Introduzione all’astronautica, Milano, Sperling & Kupfner, 1952 Si tratta di un “classico” dell’alta divulgazione sull’argomento, scritto da uno dei più importanti autori di fantascienza del ‘900 (suo l’indimenticabile “2001 Odissea nello spazio”) che era anche un buon scienziato. Arthur Clarke (1917-2008) esamina i problemi del volo interplanetario non solo in modo discorsivo, ma anche con un apprezzabile apparato matematico, che ne fa tuttora un testo interessante e utile. Arthur C. Clarke, L’esplorazione dello spazio, Torino, Einaudi, 1955 “Arthur Clarke presidente della Società Interplanetaria Britannica, è autore di numerosi studi di carattere strettamente teorico sui problemi del volo interplanetario. Ne L’esplorazione dello spazio egli ha inteso presentare al lettore non specializzato le esperienze, i risultati e le prospettive della nuova scienza, l’astronautica. A differenza di molti autori che ne trattano in termini o genericamente <<avveniristici>> o di mera tecnica, Arthur Clarke si segnala, da un lato per un pacato e tuttavia vivo e poetico senso dell’avventura, dall’altro per la vigile consapevolezza delle molteplici implicazioni e ripercussioni che la conquista dello spazio avrà sullo sviluppo delle scienze, sul modo di pensare, sulla vita stessa della società e degli uomini.” (Quarta di copertina)