La misura della temperatura Lezioni d'Autore Un video: n.b. E' attivabile l'opzione sottotitoli in italiano Clic Un altro video: Clic La termometria pratica (I) E' molto semplice costruire un termoscopio con una beuta di piccole dimensioni, un tappo forato, un lungo tubicino in vetro al cui interno l’aria è intrappolata da una goccia d’acqua che aderisce alle pareti del tubicino. Riscaldando con le mani la beuta, l’aria al suo interno si espande provocando lo spostamento verso l’alto della goccia. La termometria pratica (II) I termoscopi possono avere forme più o meno complesse, e la loro origine storica è cinquecentesca . Tra gli ideatori dei termoscopi compare il nome di Galileo Galilei. La termometria pratica (III) I termometri cinquantigradi ebbero una diffusione ampia, tanto che Robert Hooke, curatore degli esperimenti della Royal Society di Londra, ne entrò in possesso nel 1661. Hooke mise a punto una scala a partire dal punto di solidificazione dell’acqua. Il grado rappresentava una percentuale della variazione del volume di alcol. La termometria pratica (IV) Nel Settecento, diversi sperimentatori perfezionarono la termometria basata sulle variazioni di volume di un liquido portando alla definizione delle scale ancor oggi conosciute. Da una parte, il miglioramento delle tecniche di soffiatura del vetro, dall’altro l’impiego del mercurio permise la costruzione di termometri facilmente riproducibili. La termometria pratica (V) Infine la definizione di due punti di riferimento, in cui ai volumi del liquido V e V corrispondevano le temperature arbitrarie t e t , portò a definire la temperatura t in funzione del volume del liquido termometrico (non contenuto nel bulbo) secondo una relazione lineare: 1 0 1 0 t=t +(V-V )(t -t )/(V -V ). 0 0 1 0 1 0 La termometria pratica (VI) Il Comitato Internazionale dei Pesi e delle Misure adottò nel 1887 la scala termometrica centigrada avente come riferimenti la temperatura del ghiaccio fondente puro (0 °C) e quella di ebollizione dell’acqua distillata (100 °C), alla pressione atmosferica normale. La termometria pratica (VII) Nello stesso periodo i notevoli progressi delle misure termoelettriche, in particolare basati sulla misura di resistenza di fili di platino (la resistività dei fili sostituiva il volume del mercurio come grandezza di riferimento per giungere ai valori di temperatura) portava alcuni autori come il giovane Hugh Longbourne Callendar a proporre una scala basata su un termometro a resistenza di platino, valida dal punto di solidificazione dell’acqua a quello dell’alluminio, con valori prossimi a quelli oggi normalmente accettati. La termometria pratica (VIII) La scala pratica di temperatura International Temperature Scale del 1990 (ITS 90), ancor oggi valida, ha 14 punti fissi che vanno da 13,8 K (punto triplo dell’idrogeno) a 1357,77 K (punto di solidificazione del rame). Mentre per valori più bassi della temperatura si utilizzano relazioni tra pressione e temperatura relative a isotopi dell’elio 3 e 4. Integrati nel 2000 nella cosiddetta PLTS (Provisional Low Temperature Scale) con valori che giungono fino a 0,9 mK. La termometria pratica (IX) La termometria pratica utilizza celle standard a punti fissi ….. La termometria pratica (X) ….e termometri campioni a resistenza, costituiti da fili di platino estremamente puro, a forma di spirale, chiuso in vetro di quarzo. Termometri standard a gas (I) Guillaume Amontons (1663-1705) fu il primo a costruire un termometro ad aria. Le sue misure, effettuate mantenendo il volume dell’aria costante, lo portarono a concludere che la temperatura fosse semplicemente proporzionale alla pressione. La temperatura più bassa possibile era dunque quella corrispondente al valore nullo della pressione. Termometri standard a gas (II) Un modello di termometro a gas, spesso associato al nome di Philipp Gustav von Jolly, è rappresentato in figura. Il volume del gas contenuto nel bulbo è mantenuto costante esercitando una opportuna pressione variando la posizione del serbatoio. La misura della temperatura è riconducibile a quella della pressione, rilevabile attraverso il dislivello manometrico. Termometri standard a gas (III) Gli esperimenti sui termometri a gas mostrano la quasi totale indipendenza, almeno per basse densità, della misura dal particolare gas utilizzato. Del resto l’equazione di stato dei gas ideali PV=nRT è indipendente dalla particolare sostanza termometrica. Anche oggi in un moderno termometro primario (che può servire per intervalli di temperatura compresi tra 3 K e 1000 K) si determina la temperatura assoluta indipendentemente dal sistema termometrico. Vediamo schematicamente come... Termometri standard a gas (IV) Si riempie con quantità di gas via via crescenti il bulbo termometrico, in modo però da mantenere costante il prodotto PV (pressione volume). Rappresentando poi la quantità PV/nR in funzione del rapporto n/V (n quantità di sostanza espressa in moli). Estrapolando i valori per n/V tendente a zero l’intercetta della curva dà proprio la temperatura assoluta, ovvero il rapporto PV/nR tende a T. Termometri standard a gas (V) Un’equazione di stato è dunque alla base della termometria primaria e viene a dipendere dalla precisione con cui si conosce la costante R dei gas, una volta tenuto conto di tutti i problemi della misura reale (gradienti di pressione e densità, misura del volume del gas contenuto nel capillare, assorbimento del gas da parte del recipiente, etc...). La definizione dell’unità di misura della temperatura (I) Il kelvin (simbolo K) è dalla XIII Conferenza generale dei pesi e delle misure (CGPM) del 1967-68 la frazione 1/273,16 della temperatura termodinamica del punto triplo dell’acqua. Inoltre per indicare una differenza di temperatura o un intervallo di temperatura, è consentito anche l’uso del grado Celsius (simbolo °C), la cui grandezza è uguale al kelvin. In altre parole le variazioni di temperatura nelle due scale portano agli stessi risultati perché sussiste una semplice relazione di linearità tra la temperatura t misurata in gradi Celsius e la temperatura termodinamica T misurata in kelvin: t=T-273,15. La definizione dell’unità di misura della temperatura (II) Infine nel 2005 al 94° incontro del Comitato internazionale dei pesi e delle misure (CIPM), sottolineando la dipendenza dell’unità della temperatura dalle proprietà dell’acqua, si è specificata anche la composizione isotopica dell’acqua stessa che dovrebbe essere utilizzata nelle celle di riferimento. Essa si avvicina a quella dell’acqua distillata oceanica identificata dalla sigla VSMOW (Vienna standard mean ocean water) e deve contenere 0,00015576 moli di deuterio per ogni mole di idrogeno, 0,0003799 moli dell’isotopo 17O per mole di ossigeno e 0,0020052 moli di 18O per mole di ossigeno. La definizione dell’unità di misura della temperatura (III) Il miglioramento delle misure di termometria acustica (legate alla misura della velocità del suono in un gas), di termometria a rumore termico, di termometria a costante dielettrica (basate sulla polarizzazione di un gas) e di termometria di radiazione, hanno portato i metrologi a sostenere la necessità di una nuova definizione di kelvin basata sul valore del rapporto tra la costante dei gas R e il numero di Avogadro N (numero di particelle che compongono una quantità di sostanza pari a una mole). Il rapporto è uguale alla costante di Boltzmann k=1,3806 10 J K . A -23 -1 La definizione dell’unità di misura della temperatura (IV) Il 24° Congresso CGPM del 2011 ha sancito nella prima risoluzione di ridefinire il kelvin, unità di misura della temperatura termodinamica, in modo tale che la costante di Boltzmann sia esattamente k=1,3806X 10 J K , rimandando però l’effettiva applicazione della risoluzione al miglioramento delle misure sperimentali che dovrebbero portare alla sostituzione del segno incognito X con cifre significative. -23 -1 La definizione dell’unità di misura della temperatura (V) La ridefinizione del kelvin è vincolata alla riduzione dell’incertezza delle misure della costante di Boltzmann k. Basandosi su misure di termometria primaria che applicano metodi differenti, fondamentalmente termometria acustica in gas (AGT) e termometria a costante dielettrica in gas (DCGT), l’incertezza relativa deve essere ridotta a una parte su un milione (1 ppm). La definizione dell’unità di misura della temperatura (VI) Inoltre i valori trovati vanno corroborati dalle tecniche di termometria a rumore termico (Johnson noise thermometry), dalla termometria di radiazione e da quella basata sulla spettroscopia Doppler (DBT, Doppler broadening thermometry). Lo sforzo degli Istituti metrologici quali l’INRiM (Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica) italiano, il CEM (Centro Español de Metrologia) spagnolo, l’NPL (National Physical Laboratory) indiano e il LNE (L'Institut National de Métrologie) francese, a partire dalle pioneristiche misure di termodinamica acustica effettuate da Mike Moldover presso il National Institute of Science and Technology statunitense nel 1988, ha portato negli ultimi anni a un valore di k prossimo alle specifiche richieste. La definizione dell’unità di misura della temperatura (VII) Nel grafico qui sotto sono riportate le misure ottenute dai diversi laboratori con la tecnica AGT (Acoustic Gas Thermometry). La linea continua indica il valore più probabile accettato nel 2006 e la linea tratteggiata quello proposto nel 2010. I segmenti verticali rappresentano le incertezze sperimentali. La definizione dell’unità di misura della temperatura (VIII) Una visione d’insieme delle diverse misure di precisione di k è visibile invece nella figura seguente: La definizione dell’unità di misura della temperatura (IX) Gli errori relativi della maggioranza delle tecniche sono ancora troppo grandi (rumore termico 12 parti su milione, Doppler 50 parti per milione, costante dielettrica 8 parti per milione, acustica prossima a 1,2 parti per milione). La stima 2012 di k è 1,3806488(13) 10-23 J K-1. Si valuta che già nel 2013 i differenti metodi migliorino sensibilmente l’incertezza relativa, ma solo forse nel 2015 il valore di k sarà conosciuto con la necessaria precisione. In attesa delle nuove misure termiche il kelvin (come la mole, il kilogrammo e l’ampere) rimane ancora vincolato alle vecchie definizioni. Altri video: Video.1 Il termoscopio Clic Video.2 La dilatazione termica Clic Video.3 Calore e temperatura Clic