Liceo Statale U.Dini “Alla ricerca del meteo perduto” Guido Cioni A.S. 2007-2008 Guido Cioni – Formazioni stratificate al tramonto 1 1 L’atmosfera e i suoi costituenti 2 Circolazione nella troposfera e fenomeni meteorologici 3 Previsioni Meteorologiche - Utilizzo dei modelli 4 Climatologia e Raccolta Dati Meteo 5 Come il clima ha influenzato ed influenza la storia 6 Inquinamento Atmosferico e Sviluppo Sostenibile APPENDICE Come i fenomeni meteorologici hanno influenzato la letteratura ed appassionato un particolare poeta Versione completa 2 1 )L’atmosfera e i suoi costituenti La Terra è rivestita esternamente da un involucro fluido allo stato gassoso composto da diversi componenti chimici che viene diviso in varie zone per consentirne il suo studio. Fig. 1 Schema degli strati costituenti l’atmosfera I gas più abbondanti nell’atmosfera sono 4 : l’azoto (N2 - 78,03 %) , l’ossigeno ( O2 – 20,99 % ) , l’Argon ( Ar - 0,94 % ) e l’anidride carbonica ( CO2 – 0,03 % ) che negli ultimi anni sta aumentando in modo sensibile. L’atmosfera , nonostante una divisione assegnata dall’uomo , non ha confini ben precisi e il suo spessore si aggira sulle migliaia di chilometri. Le particelle presenti nell’atmosfera riflettono la luce del sole, soprattutto la componente azzurra, in tutte le direzioni : ecco perché il cielo ci appare uniformemente azzurro. L’atmosfera viene suddivisa in due zone principali ( alta e bassa atmosfera ) che si dividono a loro volta in varie zone il cui spessore può variare in funzione delle condizioni dell’atmosfera stessa. 3 La BASSA ATMOSFERA è la parte più vicina alla terra ed ha uo spessore approssimativo di 100150 km. In questa fascia oltre ai gas gia citati vi sono tracce di ozono , idrogeno, elio oltre al vapore acqueo che però non si trova in percentuale fissa come gli altri gas. Di questa fascia fanno parte , in ordine di vicinanza alla terra , la troposfera ( con la tropopausa ) , la stratosfera ( con la stratopausa), la mesosfera (con la mesopausa) e parte della termosfera. Queste zone sono state individuate in base al cambiamento della temperatura che si ha salendo progressivamente. In certe zone la temperatura aumenta in modo uniforme mentre in altre diminuisce. La zona in cui si ha un’inversione di tendenza nell’andamento della temperatura prende il nome di “pausa”. La troposfera è riscaldata dal calore che emette il terreno, riscaldato dal sole. In questa fascia la temperatura diminuisce progressivamente con la salita di quota. Questa è una delle zone più importanti poiché qui è contenuta circa l’80 % della massa dell’intera atmosfera e qui si svolgono tutti i principali fenomeni meteorologici. Nella stratosfera la temperatura cresce progressivamente dai circa –80 gradi della tropopausa fino ai 30 gradi circa della stratopausa. Sebbene in questa zona non si verifichino fenomeni che influenzano la circolazione della fascia inferiore, questa ha una fondamentale importanza poiché il suo riscaldamento progressivo è dovuto alla presenza di ozono ( O3) fondamentale elemento chimico che negli ultimi tempi è stato al centro di numerosi dibattiti. L’ozono assorbe direttamente parte delle radiazione solari evitando che queste raggiungano in quantità troppo elevate la superficie terrestre. L’ozono si forma in seguito alla scissione di un ossigeno molecolare in due atomi di ossigeno e alla successiva reazione di un atomo di ossigeno con una molecola di ossigeno. Fig. 2 Schema del meccanismo di formazione dell’Ozono Nella sezione dei cambiamenti climatici verrà trattato il problema derivante dall’utilizzo dei clorofluorocarburi (CFC) che ha compromesso la presenza dello strato di ozono. Nella mesosfera la temperatura torna nuovamente a diminuire con la quota soprattutto perché questa fascia non è più riscaldata dal sole. Nella mesopausa si registrano i valori termici più bassi di tutta l’atmosfera. Dopo questa fascia si entra nell’ALTA ATMOSFERA caratterizzata dalla presenza di particelle rarefatte come l’elio o l’idrogeno che diventano qui gas prevalenti rispetto alla bassa atmosfera. 4 La temperatura in questa fascia torna a crescere perché i raggi solari cedono energia alle molecole dei gas senza però riuscire a scinderli come succedeva nella stratosfera. La maggior parte dei fenomeni meteorologici sono legati ai moti convettivi dei gas che avvengono nella troposfera. 2) Circolazione nella troposfera e fenomeni meteorologici CIRCOLAZIONE : Nella troposfera si concentrano la maggior parte dei movimenti di masse d’aria che condizionano l’evoluzione del tempo sul suolo terrestre. Il continuo movimento delle masse d’aria è dovuto proprio ad un elemento fondamentale della troposfera cioè la sua instabilità. L’aria viene riscaldata dal basso e , dilatandosi , sale , lascia il posto a masse d’aria più fredde che hanno densità maggiore e quindi risultano essere più pesanti. Il continuo movimento di queste masse d’aria calde e fredde crea i moti convettivi che denotano l’instabilità caratteristica della troposfera. Questo continuo movimento è all’origine della formazione delle zone di alta o bassa pressione che sono gli elementi fondamentali per prevedere lo spostamento di una certa massa d’aria. La pressione è una grandezza fondamentale del sistema di misura internazionale e dipende da tre caratteristiche fondamentali : l’altitudine ( mare o montagna) , la temperatura ( aria calda meno densa di quella fredda quindi esercita pressione minore ) e l’umidità ( aria umida più leggera di quella secca ). La distribuzione di aree di pressione di diverso valore sul globo terrestre forma quella che noi chiamiamo zone di Alta Pressione ( anticicloni ) e zone di Bassa Pressione ( cicloni ). La circolazione e il movimento dell’aria nelle due zone è invertito : se infatti nelle prime le masse d’aria seguono un movimento circolare in senso orario e tendono a scendere verso il basso , nelle seconde l’aria tende a salire verso l’alto formando un movimento circolatorio in senso antiorario. Questi movimenti delle masse d’aria sono alla base dei venti che si sviluppano come flussi di aria che si spostano orizzontalmente dalle zone di alta pressione verso quelle a bassa pressione. Questo percorso sulla Terra non si sviluppa perpendicolarmente alle due zone di bassa e alta pressione ma segue un percorso deviato a causa dell’azione della forza di Coriolis ( dovuta alla rotazione terrestre) e in parte anche dell’attrito. La deviazione prodotta dal movimento del globo terrestre è alla base anche della vorticosità delle aree pressorie. La velocità del vento che si produce tra due aree a pressione diversa è direttamente proporzionale alla differenza di pressione e inversamente proporzionale alla distanza tra le due aree. Quindi nello spazio tra due zone con valori molto alti ed estremi di pressione collocate vicine tra di loro è molto probabile che si verifichino episodi di instabilità come forti venti. VENTI :Su scala locale i venti soffiano in modo irregolare e discontinuo ma se esaminiamo la situazione su scala planetaria si possono individuare fasce ben delimitate in cui i venti spirano secondo una direzione prevalente. Questo porta alla formazione di venti regolari che spirano in una precisa direzione e di zone con basse o alte pressioni permanenti. I venti che spirano regolarmente sono : -gli Alisei che spirano nelle fasce subtropicali-equatoriali da Nord-Est verso Sud-Ovest -i venti occidentali che spirano alle medie latitudini da Sud-Ovest verso Nord-Est -i venti orientali polari che nelle regioni a Nord soffiano da Nord-Est verso Sud-Ovest. La circolazione così descritta porta alla formazione di zone con condizioni precise : -basse pressioni equatoriali (0°) dove la calma prodotta dalla convergenza degli alisei dei due emisferi porta al riscaldamento da parte del sole delle masse d’aria che salendo formano bassa pressione -alte pressioni subtropicali (30°) dove le aree anticicloniche si formano per la discesa di aria dall’altra troposfera -basse pressioni subpolari ( 60°) -alte pressioni polari che si formano per la consistente pesantezza dell’aria che è notevolmente fredda 5 Nell’alta troposfera dove l’influenza della forza di attrito con la terra è minore si formano correnti che spirano regolarmente da ovest verso est , seguendo così il movimento di rotazione della Terra. Troviamo quindi le correnti occidentali , intervallate sull’equatore da deboli correnti orientali , e più in alto le correnti a getto , flussi di aria compatti che si muovono a grande velocità ( circa 500 km/h). Queste ultime si dividono in due grandi flussi distinti per posizione e caratteristiche differenti : la corrente a getto subtropicale e la corrente a getto del fronte polare. Queste correnti sono molto importanti nello sviluppo dei fenomeni atmosferici poiché influenzano notevolmente lo spostamento delle basse e delle alte pressioni. Figura : Distribuzione dei principali venti sulla Terra NUBI : I fenomeni meteorologici come pioggia , neve o grandine sono causati dalle nubi di cui ora descriveremo la formazione. Possiamo affermare che la nebbia e le nubi si formano con lo stesso processo con la differenza che per le seconde l’aria , invece di muoversi dal basso verso l’alto , si muove dall’alto verso il basso , formando quelle che si chiamano situazioni di “subsidenza” . Le nubi si formano per la condensazione del vapore acqueo contenuto in una certa massa d’aria che , salendo verticalmente , viene raffreddata dalla diminuzione di pressione e temperatura ( per la legge dei gas infatti [ T=pv/nR ] al diminuire della pressione anche la temperatura diminuisce ) . La condensazione del vapore acqueo ( la cui presenza percentuale viene indicata con il valore dell’umidità relativa ) porta alla formazione di nubi o nebbie. La condensazione del vapore acqueo è favorita dalla presenza di nuclei di condensazione , micro particelle che permettono l’aggregazione del vapore grazie alla loro capacità di assorbire l’umidità ( possono essere pulviscolo atmosferico , sale marino e polveri di vario genere ) . A seconda della loro formazione e del loro sviluppo ( verticale , orizzontale ) le nubi vengono divise in varie e numerose classi che si possono riassumere in due principali classificazioni : nubi cumuliformi (formate da movimenti verticali ) e nubi stratiformi ( formate da movimenti orizzontali ). Le precipitazioni , che si manifestano sotto forma di pioggia , neve o grandine , si verificano quando le goccioline o i cristalli di ghiaccio si aggregano fra loro e diventano talmente pesanti da non essere più trattenuti in aria dai moti ascendenti e iniziano a scendere al suolo fondendosi e aggregandosi con le gocce sottostanti ( possono arrivare a terra con velocità di 4 m/s ) . Se le temperature rimangono basse per tutta la discesa si formano le precipitazioni nevose che sono formate da cristalli mentre la grandine è formata da ghiaccio compatto. 6 Classificazioni delle Nubi secondo la conformazione e altezza di formazione Le condizioni di instabilità sono legate alle zone di bassa pressione dove l’aria , salendo , ha più possibilità di raffreddarsi e condensarsi mentre nelle zone di alta pressione , dove l’aria è spinta a riscaldarsi dall’aumento della pressione , permangono condizioni di stabilità. Guido Cioni- Alcune formazioni particolari di nubi fotografate a pisa. Nella prima foto sono presenti nubi medio-alte stratificate al tramonto. Il colore purpureo è dato dal sole che, tramontando , riflette sulle luci la tipica colorazione. Nella seconda foto alcune formazioni di altocumuli , foriere di nuove precipitazioni 7 Guido Cioni -Altre formazioni particolari di nubi fotografate a Pisa . Nella prima foto un cumulo con un acceso colore purpureo dopo un forte temporale estivo. Nella seconda giochi di luce con stratificazioni alte e cirro-cumuli Il movimento delle zone di bassa pressione ( perturbazioni ) è condizionato dalla circolazione generale nella troposfera. Masse d’aria con caratteristiche diverse si incontrano continuamente formando fronti di instabilità. Fra la massa d’aria tropicale e quella polare si stabilisce un fronte chiamato polare dove l’aria fredda , più pesante , si incunea sotto quella calda mentre quest’ultima è costretta a salire. Le masse d’aria fredda che vengono isolate formano le perturbazioni cicloniche. Quelle che interessano maggiormente l’italia sono i cicloni delle medie latitudini dove si individuano un fronte freddo ( precipitazioni brevi e violente ) , un fronte caldo ( precipitazioni leggere, diffuse e persistenti ) e un fronte occluso ( precipitazioni diffuse e intense ) . I cicloni si spostano da ovest verso est trasportati dai venti occidentali. 3) Previsioni Meteorologiche – Utilizzo dei modelli Conoscere l’evoluzione del tempo meteorologico ha appassionato fin da tempi remoti il genere umano. Con il passare del tempo gli strumenti per prevedere i fenomeni si sono affinati e dalla ben nota tradizione proverbiale “rosso di sera , bel tempo si spera” siamo passati all’utilizzo della matematica e della fisica per prevedere gli spostamenti delle masse d’aria. Grazie alla registrazione dei dati mediante stazioni disseminate sul globo terrestre, grazie ad osservazioni fatte dallo spazio e grazie all’utilizzo di grandi calcolatori è possibile prevedere l’andamento dei sistemi perturbati e delle masse d’aria. Il primo ad intuire la potenza della matematica in questo campo fu Richardson che nel 1922 mostrò che i moti di una massa d’aria potevano essere descritti con delle equazioni differenziali. L’insieme delle soluzioni di queste equazioni avrebbero fornito quelle risposte che al tempo , senza l’ausilio dei computer , non era possibile risolvere in modo continuo. Oggi i parametri meteo vengono misurati su un numero finito di punti di una griglia , sia al suolo che in quota, e la tendenza della variazione di una massa d’aria , su ogni punto di griglia , è data dalla soluzione di un insieme di equazioni differenziali basate sulle derivate parziali dei parametri che descrivono le caratteristiche delle masse d’aria. 8 Gli strumenti principali che vengono utilizzati per le previsioni sono le carte meteorologiche dove vengono riportati i risultati numerici delle equazioni per tutti i valori previsti ( temperatura , umidità, pressione , vento , vorticità) . Attraverso l’osservazione delle carte meteorologiche e attraverso il loro studio sovrapposto è possibile prevedere le variazioni dei parametri fondamentali per una certa località posta sulla mappa. Le principali carte meteorologiche sono divise per altezza della situazione descritta e per parametro descritto. Carta al suolo ( temperatura , umidità , geopotenziali, precipitazioni previste) Carte a 300 hPa ( temperatura , umidità , geopotenziali) che descrivono la situazione a circa 3000 m di quota Carte a 500 hPa ( temperatura , umidità , geopotenziali) che descrivono la situazione a circa 5000 m di quota Carta a 850 hPa ( temperatura , umidità , geopotenziali) che descrivono la situazione a circa 8500 m di quota Carte della vorticità e dei moti verticali Carta degli isospessori 1000-500 hPa Il meteorologo sceglie con cura le carte adatte per prevedere l’andamento dei fenomeni e compila delle previsioni. C’è da sottolineare che l’atmosfera è soggetta solo in parte a precise leggi matematiche e fisiche e non si riescono a prevedere con certezza i movimenti delle masse d’aria che sono soggette a fluttuazioni statistiche per cui ogni situazione costituisce un caso a parte. Se le leggi matematiche spiegassero perfettamente tutti i movimenti dell’atmosfera le previsioni diventerebbero certe. La propagazione degli errori che commettiamo nelle misure, uniti alle tante (infinite) variabili che influenzano i movimenti delle masse d’aria , non ci permettono di prevedere perfettamente il futuro ma solo a grandi linee. Il grado di incertezza delle previsioni aumenta man mano che aumenta il tempo sul quale le previsioni si applicano 4) Previsioni Meteorologiche – Climatologia e Raccolta Dati Meteo Il concetto di clima è molto antico poiché esso deriva dall’esperienza che ciascun individuo normalmente acquista dalle condizioni in cui vive : ognuno di noi infatti è in grado di dire , pur senza disporre di dati di osservazione , che un’annata è stata particolarmente fredda,calda o piovosa poiché ciascuno avverte qual è la “media” dei valori meterologici. Da questa conoscenza empirica deriva appunto il concetto scientifico di clima , che già ebbero i Greci dopo Ippocrate, per altro in forma alquanto diversa da quella attuale. Oggi la climatologia , ben staccata dalla meteorologia , è quella disciplina scientifica avente lo scopo di riconoscere e delineare i vari tipi climatici esistenti sulla superficie terrestre e di spiegare le cause che presiedono alla loro formazione e distribuzione. Mentre infatti la meteorologia si occupa del tempo che è formato dalle condizioni attuali di un certo luogo , la climatologia si occupa dello studio delle condizioni tipiche che si verificano nel corso dell’anno rappresentando così la “situazione media” dei fenomeni. 9 Questo studio viene portato avanti utilizzando tutti gli strumenti disponibili al giorno d’oggi come le stazioni meteorologiche , gli osservatori meteorologici e tutti i punti di analisi dislocati sul globo terrestre. Attraverso tutti i dati provenienti dalle stazionie attraverso la loro catalogazione si può procedere allo studio climatologico utilizzando le basi della statistica matematica. E’ possibile effettuare delle previsioni del tempo con l’osservazione dei fenomeni a scala locale? I nostri nonni che non avevano a disposizione satelliti e la cui vita era legata ai fenomeni meteorologici erano abituati a guardare il cielo e a riconoscere i segni dei cambiamenti, l’arrivo della pioggia o di periodi siccitosi. Adesso è possibile aiutarsi con dei validi strumenti che sono tutti racchiusi in piccole stazioni meteorologiche alla portata di tutti. I parametri che vengono inclusi in queste stazioni meteorologiche vengono misurati in continuo ed è possibile registrarli su carta o mediante sistemi che includono un’interfaccia e un computer. Tali parametri sono essenzialmente: la temperatura, la pressione e l’umidità. Di seguito viene riportato un esempio di studio di dati climatici ottenuti dalla mia stazione attiva da gennaio di questo anno. La temperatura La temperatura ha un andamento giornaliero legato al succedersi del giorno e della notte, un andamento stagionale e un andamento legato ai fenomeni atmosferici. In figura è illustrato l’andamento della temperatura minima e massima giornaliere nei primi 5 mesi dell’anno in corso Temperatura Minima/Massima 30.0 25.0 Te mp 20.0 era tur a 15.0 10.0 5.0 0.0 24/12 -5.0 13/1 2/2 22/2 13/3 2/4 22/4 12/5 1/6 21/6 Giorni Figura…andamento della temperatura minima e massima nei primi 5 mesi del 2008 10 .. La temperatura oscilla nei primi mesi dell’anno tra i 5 e i 10 gradi con punte anche sotto lo zero. L’aumento delle temperature massime legato all’arrivo della primavera inizia più o meno alla fine di Febbraio per concludersi all’arrivo della piena estate. In primavera aumenta l’escursione termica fra giorno e notte . Escursione Giornaliera Escursione Termica 16.0 14.0 12.0 10.0 8.0 6.0 4.0 2.0 0.0 24/12 13/1 2/2 22/2 13/3 2/4 22/4 12/5 1/6 Giorni Fig. Escursione termica nei primi 5 mesi del 2008 La pressione Pressione Minima/Massima 1050.0 1040.0 Pressione 1030.0 1020.0 1010.0 1000.0 990.0 980.0 24/12 13/1 2/2 22/2 13/3 2/4 22/4 12/5 1/6 21/6 Giorni Figura. pressione minima e massima giornaliera nei primi 5 mesi del 2008 La pressione ha una sua stagionalità, è noto che a Febbraio in genere si hanno delle alte pressioni mentre a marzo è più probabile avere periodi di instabilità per il cambio di stagione e per il passaggio di celle cicloniche. Pressione Minima/Massima 1050.0 60.0 1040.0 50.0 Pressione 1030.0 40.0 1020.0 30.0 1010.0 20.0 1000.0 10.0 990.0 980.0 24/12 13/1 2/2 22/2 13/3 2/4 Giorni 22/4 12/5 1/6 0.0 21/6 11 Figura. Pressione Massima e minima messa in relazione con la velocità del vento massima ( linea gialla ) Le punte di vento massimo si hanno in corrispondenza delle basse pressioni perché è al passaggio delle perturbazioni che si hanno fenomeni di vento barico. L’umidità Umidità Minima/Massima 120 100 Umidità 80 60 40 20 0 24/12 -20 13/1 2/2 22/2 13/3 2/4 22/4 12/5 1/6 Giorni Figura .Umidità minima e massima nei primi 5 mesi del 2008 con precipitazioni L’umidità massima si raggiunge durante la notte e corrisponde più o meno alla umidità di equilibrio in presenza di rugiada (condizione che si realizza in genere al primo mattino). L’umidità è minima durante le ore più calde del giorno e quando c’è alta pressione (tra il 2 e il 22 Febbraio) 5) Come il clima influenza la storia Il clima è sempre cambiato, e con tale mutamento l'uomo consapevolmente o inconsapevolmente ha dovuto fare i conti. Studiare i complessi rapporti tra il Clima e la Storia è certamente una attività delle più affascinanti. Anche perché se è vero che ogni determinismo climatico è assolutamente improponibile (ritenere cioè che mutamenti climatici possano automaticamente determinare mutamenti storici) è però probabile che le fluttuazioni climatiche costituiscano elementi sostanziali per la comprensione dei fenomeni storici alla pari con aspetti sociali, economici, culturali, ecc. Studiare il rapporto Clima-Storia ci permette anche di comprendere come nel passato mutamenti importanti della temperatura o delle precipitazioni abbiano determinato importanti conseguenze per la vita dell'uomo. Diventa quindi anche un'indagine vitale per comprendere la nostra vulnerabilità e un'occasione per riflettere seriamente sul futuro del pianeta Terra (soprattutto ora, che molto probabilmente stiamo pagando per secoli di sfruttamento eccessivo e di inquinamento diffuso). Negli ultimi 1000 anni della nostra storia spesso il clima è cambiato, influenzando notevolmente la vita dell'uomo. Si tratta, come sempre quando si parla di fenomeni climatici che riguardano in genere periodi molto più lunghi, lontani dal breve arco di tempo di una generazione, di un periodo abbastanza breve: sostanzialmente si pensa che si stia vivendo in un periodo interglaciale, dopo l'ultima grande glaciazione di Wurm. 12 Optimum climatico post-glaciale -La storia inizia quando questa glaciazione iniziò a dare segni di cedimento, intorno al 18.000-16.000 a.C., il clima iniziò velocemente a riscaldarsi e le correnti occidentali portarono piogge abbondanti in Europa, i Monsoni resero più umido il territorio della Mezzaluna Fertile. Fu allora, tra il 15.000 e i 12.000 a.C. che gli uomini cominciarono a stabilirsi sulle rive dei fiumi o dei laghi, per poter sfruttare meglio ciò che la terra offriva in quel periodo : selvaggina e numerose piante spontanee e selvatiche commestibili. E così nacquero i primi villaggi antichissimi abitati da raccoglitori-cacciatori. Intorno all' 11.000 a.C. improvvisamente il clima si fece più freddo e soprattutto più secco. Il grande lago glaciale di Agassiz era esondato nell'Oceano Atlantico e aveva provocato il blocco della Corrente del Golfo. Gli abitanti degli umili villaggi neolitici non ebbero scelta: tornare al nomadismo oppure sviluppare una tecnologia che permettesse loro di superare il periodo avverso. Molti fuggirono in cerca di terre migliori, ma alcuni iniziarono a sfruttare in misura maggiore i vantaggi dell'irrigazione dei campi, in modo tale da poter utilizzare la poca acqua in modo più efficiente. Ed ecco che nacque la prima forma di agricoltura: le piante intanto erano state selezionate e addomesticate dai predecessori raccoglitori affinché rendessero di più. Ma era pur sempre un'agricoltura rozza e adatta solo alla sussistenza. Intanto le correnti atlantiche dopo 10 secoli tornarono a scorrere e ritornarono le piogge. Per circa 4 millenni i villaggi della Mezzaluna Fertile prosperarono e si diffusero, finchè un nuovo evento catastrofico, sembra sempre collegato allo scioglimento dei grandi ghiacciai della Laurentide nel Canada, causò un nuovo blocco della Corrente del Golfo: episodio della Mini Era Glaciale tra il 6.200 e il 5.800 a.C. Ancora una volta le piogge diminuirono molto e si dovette scegliere se lasciare i villaggi o cercare nuove forme di sopravvivenza. Così nacque la città. Si capì infatti che per reagire ai capricci del tempo si doveva essere in molti, lavorando gli uni per gli altri, in una rete di villaggi sempre più collegati che alla fine divenne città. Così era più facile fare fronte ai periodi di breve siccità o avversità climatica. Più la fase siccitosa e arida colpiva la Mezzaluna Fertile, e maggiormente le città crescevano e si sviluppavano. Ma nelle città si era anche più vulnerabili ai periodi di lunga siccità. Intorno al IV millennio a.C. nacquero le grandi civiltà storiche: Egizi e Sumeri nel territorio della Mezzaluna Fertile che devolvettero in seguito in potenti imperi. Le oscillazioni climatiche fino alla fine dell’età romana - Nel 1200 a.C. ci fu una catastrofe: un prolungato periodo di siccità dilaniò tutto il Mediterraneo orientale e l'Asia sud-occidentale. L'impero ittita collassò, la civiltà micenea scomparve e il regno egizio, pur sopravvivendo, non fu in grado di svolgere il ruolo di primo piano internazionale di un tempo. Non dobbiamo meravigliarci se alcuni anni di forte carestia poterono causare il crollo di così potenti imperi. L'umanità, almeno fino alla Rivoluzione Industriale, ha sempre vissuto di una economia, cioè agricoltura e allevamento, di sussistenza. Ciò significava che anche pochi anni continuati di scarsi raccolti potevano causare un tracollo economico. Ci vollero alcuni secoli perché il clima tornasse in una fase ottimale. Alcuni sostengono che questo lungo periodo siccitoso in questa parte del Mediterraneo sia stato causato da episodi ENSO (El Nino Southern Oscillation) molto potenti. Tuttavia intorno al IV sec. a.C. e fino al IV d.C. si visse in Europa un lungo periodo caratterizzato da temperature miti e piogge regolari. In questi secoli il confine del clima mediterraneo arrivava addirittura alle coste dei mari Baltico e del Nord! I Romani non faticarono a mettere in pratica la loro politica imperialista in una Europa climaticamente simile all'odierno Mediterraneo e conquistarono con facilità popoli come i Celti, abituati a ben altri ecosistemi. Ma per motivi non ancora del tutto chiari (alcuni studiosi attribuiscono questi cambiamenti ai cicli del Sole e delle sue macchie, molto complessi e non limitabili al solo ciclo undecennale), dal V sec. d.C. il confine del clima mediterraneo in Europa si spostò ancora e questa volta a favore di un clima più freddo e umido. Il cima atlantico si spostò verso sud, fino alle coste africane. I cattivi raccolti e 13 le carestie amplificarono la crisi politica e culturale, nonché militare dell'ormai morente Impero Romano d'Occidente. I Germani fecero il resto. Nacque la Civiltà Medievale. Optimum Medioevale -Tra l'800 e il 1200 circa della nostra era troviamo un periodo caldo, denominato Optimum Climatico Medievale, che ha assicurato per quasi 500 anni un clima sostanzialmente più mite di quello attuale, ma soprattutto più stabile. Spesso infatti a creare problemi economici e agricoli sono i grandi e repentini cambiamenti climatici, piuttosto che lunghi periodi magari più caldi o freddi, a cui l'uomo può adattarsi. È infatti in quest'epoca che i Vichingi hanno colonizzato l'Islanda e la Groenlandia, e probabilmente hanno raggiunto le coste del nordAmerica (chiamata da loro Vinland) intorno al 900/1000 d. C. Ed è sempre alla fine di quest'epoca che sono state costruite le grandi cattedrali gotiche per rendere omaggio ad un Dio caritatevole, che tanta abbondanza aveva assicurato agli europei. Poi le cose iniziano a cambiare nel 1300 quando iniziò un periodo molto instabile, che prima provocò la grande carestia e la grande fame del 1315/6 e poi preparò il terreno alla Peste Nera nel 1347/8. Piccola era glaciale ( 1350-1850 )- Tutto il periodo che va dal 1300 al 1850 è chiamato la “Piccola Era Glaciale”. Fino all’800 più del 80/90% della popolazione viveva coltivando i campi, e spesso con tecniche molto arretrate. Sarebbe bastato che per due anni consecutivi i raccolti andassero male che tutta la popolazione sarebbe caduta nella povertà rendendola così facile preda delle varie infezioni epidemiche. La piccola era glaciale, proprio per la durata e l’intensità del freddo, ebbe conseguenze di grande portata sull’economia e sulla popolazione delle regioni che conobbero la flessione più accentuata della temperatura. Infatti per tutto il mondo alpino quel periodo plurisecolare di freddo rappresentò una fase di declino e quindi di vera a propria crisi. Questa crisi si fece sentire soprattutto nel XVIII secolo quando le valli montane iniziarono a spopolarsi. I secoli XVII e XVIII furono probabilmente i più freddi di tutta la Piccola Era Glaciale, quando spesso il Tamigi gelava, insieme ai canali olandesi (tutto ciò testimoniato da molti quadri e testimonianze, oltre che da dati scientifici come le carote di ghiaccio e gli anelli degli alberi). Spesso l'Islanda era per mesi circondata dai ghiacci e si poteva in alcuni anni andare a piedi sul ghiaccio da Stoccolma alla costa Finlandese. Periodo caldo dell’ultimo secolo( 1850-1950 ) - A metà del XIX secolo il clima muta su tutto l’emisfero. I ghiacciai cominciano a ritirarsi sia dall’Artico che dai grandi sistemi montuosi , mentre la temperatura si innalza; ha inizio una nuova era climatica , la prima nella storia del clima che sia stata individuata e rilevata direttamente mediante registrazioni strumentali. Le stazioni di tutto il globo hanno infatti registrato un aumento molto alto della temperatura media invernale ( 7-8°C ) e una progressiva riduzione dei ghiacciai. 14 7) Inquinamento Atmosferico e Sviluppo Sostenibile Al giorno d’oggi niente è più importante per il nostro pianeta quanto valutarne il suo stato di salute. Dall’800 infatti è iniziato un utilizzo spregiudicato delle risorse che il nostro pianeta ci mette a disposizione e un progressivo rilascio di sostanze inquinanti nell’atmosfera. Questi fenomeni possono essere schematizzati così: - Effetto Serra La superficie terrestre, a sua volta, come ogni corpo riscaldato emette radiazione infrarossa (detta anche radiazione termica, lo stesso tipo di energia liberata dalla resistenza di un phon o di un tostapane prima che diventi incandescente). La radiazione infrarossa non riesce a passare attraverso l'atmosfera per essere espulsa verso il cosmo come fa la radiazione visibile che ci arriva dal sole, perché nell'atmosfera sono presenti dei gas che “riflettono” tale radiazione nuovamente in direzione della superficie terrestre. In questo modo l'energia termica che la Terra irradia non può essere dispersa nello spazio, ma rimane confinata nella sottilissima “bolla d'aria” che avvolge il nostro pianeta e ne aumenta la temperatura. Questo è il 15 cosiddetto “effetto serra”. Il suo nome deriva dal fatto che si tratta di un fenomeno molto simile a quello sfruttato nelle serre per la coltivazione dei vegetali: l'energia termica portata dal sole nella serra non può passare attraverso i vetri e consente di mantenere una temperatura più elevata che all'esterno. La grande presenza nell’atmosfera di gas come anidride carbonica ha fatto si che questo naturale effetto abbia ingigantito il suo effetto alzando la temperatura media del pianeta terra negli ultimi decenni. Figura: Andamento della concentrazione di anidride carbonica alla stazione del Monte Cimone - Buco nell’Ozono Il fenomeno consiste nell’assottigliamento eccessivo dello strato d’ozono che naturalmente ricopre il nostro pianeta nella stratosfera . Questo è dovuto soprattutto all’arrivo nella stratosfera di inquinanti particolari come i CFC che , legandosi insieme all’ozono, ne distruggono la molecola ( vd.figura ) . Il problema è estremamente importante in quanto una riduzione dell’effetto schermante dell’ozono comporta un conseguente aumento dei raggi UV che giungono sulla superficie della Terra. Nell’uomo l’eccessiva esposizione a questi raggi è correlata ad un aumento del rischio di cancro della pelle, generato a seguito delle mutazioni indotte nel DNA delle cellule epiteliali. I raggi ultravioletti possono causare inoltre una inibizione parziale della fotosintesi delle piante, causandone un rallentamento della crescita e, nel caso si tratti di piante coltivate, una diminuzione dei raccolti. I raggi UV possono anche diminuire l’attività fotosintetica del fitoplancton che si trova alla base della catena alimentare marina, causando di conseguenza uno scompenso notevole a carico degli ecosistemi oceanici. 16 Figura: Rottura della molecola dell’Ozono per l’azione dei CFC Figura: Concentrazione dell’Ozono alla stazione del Monte Cimone. Si nota la tendenza alla progressiva diminuzione. L’anidride carbonica e l’ozono sono presenti nell’atmosfera in concentrazioni legate a equilibri stabiliti nel corso di milioni di anni. L’inquinamento può essere interpretato come un allontanamento da questo equilibrio. L’attività umana in questi ultimi secoli ha utilizzato combustibili fossili che si erano accumulati in ere geologiche molto lontane e ha immesso nell’atmosfera grandi quantità di gas e di polveri. Tra i climatologi ve ne sono alcuni che sostengono l’impossibilità a legare le variazioni del clima all’attività umana e altri invece che prevedono catastrofi a meno di cambiare modello di sviluppo. In ogni caso è necessario approfondire la nostra conoscenza sul clima passato e presente per salvare quello futuro. 17 APPENDICE) Come i fenomeni meteorologici hanno influenzato la letteratura ed appassionato un particolare poeta Friederich – Viandante su mare di nebbia Da tempo immemore l’umanità si è confrontata con i fenomeni atmosferici e con le loro apparizioni che talvolta sono state interpretate come evento voluto da una divinità scontenta o felice. Le immagini della pioggia o dei tuoni sono rimaste impresse nell’immaginario collettivo stimolando così la fantasia di molti poeti che in tutto il mondo hanno caricato i fenomeni atmosferici di immagini simboliche . Questo interesse per i fenomeni meteorologici lo possiamo vedere soprattutto in un autore italiano, pilastro della nostra letteratura : Giovanni Pascoli. Varie poesie del Pascoli hanno come sfondo, se non addirittura come tema principale, elementi atmosferici, come la nebbia, i tuoni, i fulmini. Pascoli fa parte di quei poeti decadenti che si ripiegano nel proprio "io", nelle piccole e semplici cose e nelle scene legate alla natura (quindi sia scene campestri che scene legate più direttamente alla natura, come appunto un evento atmosferico). In poesie come "Lavandare" (Myricae), "Nella nebbia" (Primi poemetti) o "Nebbia" (Canti di Castelvecchio) il paesaggio è caratterizzato dalla nebbia, che si presenta come "vapor leggero" nella prima e come nebbia più intensa nelle altre. Nella prima assume un significato malinconico, in quanto la poesia tratta l'argomento della solitudine e dell'attesa, mentre nella seconda questa situazione meteorologica assume un significato più profondo, il significato del mistero della vita. Infatti dal mare di nebbia che nasconde la valle, emergono scheletri di alberi o grida di uccelli. All'improvviso, dalla nebbia, un'ombra solitaria si avvicina ma, nel momento stesso che compie questo gesto, svanisce. E dietro questa figura fanno seguito il latrato di un cane e versi di uccelli. E' il simbolo dell'umanità che viene immersa nel mistero della vita e, per il Pascoli, l'uomo passa sul mondo come quell'ombra della poesia in un attimo, sfuggente, senza poter dare un senso alla propria esistenza. Nella terza poesia, "Nebbia", la nebbia viene invocata dal Pascoli per esser aiutato da questa a celare uno spazio troppo illimitato e impreciso per se stesso, ma, anzi, con l'aiuto della nebbia si vuole ripiegare nella sua intimità, delimitata dal muro dell'orto, dove si disegnano presenze famigliari: le sue mura, i suoi alberi ed il suo cane (da notare che è l'unica presenza viva in tutta la poesia, dove il tema della morte è presente piuttosto intensamente). Infine, possiamo trovare altri fenomeni atmosferici descritti nella poesia "La mia sera" (Canti di Castelvecchio), ma soprattutto nelle poesie, che si possono definire "impressionistiche" per il fatto che sembrano disegnate con veloci pennellate di colori accesi, come "Il tuono", "Il lampo" o "Il temporale", dove il poeta presenta tali fenomeni come un qualcosa di pauroso anche per la Terra stessa. Infatti per il poeta il mondo fuori dal nido familiare è incerto, pericoloso e indefinito, e questo suo stato d'animo lo riflette nelle poesie nelle quali descrive fenomeni atmosferici estremi, come il fulmine, evidenziando la sua paura verso il mondo esterno e, nel contempo, in senso opposto, l'affiatamento con il suo ambiente familiare. I colori sono accesi, le immagini sono fuggenti, veloci, come se fossero pennellate date da un pittore impressionista, ma che rendono la scena ancora più concitante e veritiera. Il Pascoli ripone una profonda attenzione alla natura, che ritiene madre benigna, al contrario del Leopardi, il quale, invece, vedeva la natura come un soggetto maligno. Questo attaccamento verso alla natura è dato dalla sfiducia dei decadenti nel progresso e nella modernità dai quali si sentono esclusi e, per questo, una parte di loro, cerca di ritrovare la semplice bellezza della natura. 18 BIBLIOGRAFIA Manuale di Meteorologia – Alfio Giuffrida e Girolamo Sansosti Climatologia – Mario Pinna Elementi di Scienze della Terra – Fabio Fantini , Carlo Menotta , Simona Monesi e Stefano Piazzino Meteogiornale – www.meteogiornale.it 19