Effetti sanitari dei campi elettrici e magnetici ELF Alessandro Polichetti Istituto Superiore di Sanità, Roma Convegno “Salute e campi elettromagnetici” elettromagnetici”, Istituto Superiore di Sanità Sanità, Roma, 16 marzo 2007 La frequenza dominante nell’ambito delle frequenze ELF (0-300 Hz) per quanto riguarda il numero di sorgenti e i livelli di esposizione è quella di rete, o industriale, con cui viene erogata l’energia elettrica (50/60 Hz). Le sorgenti di questi campi sono le linee per la trasmissione e distribuzione dell'energia elettrica, nonché i relativi impianti per la trasformazione della tensione, e tutti quei dispositivi presenti sia in ambienti lavorativi che domestici alimentati da rete elettrica. Convegno “Salute e campi elettromagnetici” elettromagnetici”, Istituto Superiore di Sanità Sanità, Roma, 16 marzo 2007 Effetti sanitari a breve termine • connessi ad esposizioni di breve durata ad alti livelli di campo • scientificamente accertati Effetti sanitari a lungo termine • connessi ad esposizioni prolungate a bassi livelli di campo • non accertati dalla ricerca scientifica Convegno “Salute e campi elettromagnetici” elettromagnetici”, Istituto Superiore di Sanità Sanità, Roma, 16 marzo 2007 Induzione di correnti elettriche nel corpo umano Effetti a breve termine • Effetti di stimolazione dei tessuti muscolari e nervosi elettricamente eccitabili da parte delle correnti elettriche indotte nel corpo umano da campi elettrici e magnetici esterni. • Effetti termici connessi al riscaldamento dei tessuti del corpo umano da parte dell’energia elettromagnetica convertita in calore all’interno del corpo umano. Convegno “Salute e campi elettromagnetici” elettromagnetici”, Istituto Superiore di Sanità Sanità, Roma, 16 marzo 2007 Stimolazione dei tessuti nervosi e muscolari elettricamente eccitabili Si tratta di effetti a soglia: perché si verifichi la stimolazione la densità di corrente elettrica deve essere maggiore di un determinato valore dipendente dalla frequenza. Questa circostanza permette di fissare dei limiti di esposizione finalizzati alla totale prevenzione di questi effetti. Fibrillazione ventricolare J > 1000 mA/m2 (a 50 Hz) Stimolazione dei nervi periferici J > 100 mA/m2 (a 50 Hz) Convegno “Salute e campi elettromagnetici” elettromagnetici”, Istituto Superiore di Sanità Sanità, Roma, 16 marzo 2007 Effetti termici Effetti a soglia: affinché la temperatura dei tessuti costituenti il corpo umano aumenti significativamente, il calore generato per assorbimento di energia elettromagnetica deve essere tale che il sistema termoregolatore non riesca a smaltirlo efficientemente. Studi sperimentali su animali mostrano effetti sul comportamento per SAR > 4 W/kg. Un SAR di 4 W/kg corrisponde a valori della densità di corrente di circa 30 A/m2, molto superiori alla soglia per la fibrillazione ventricolare alle frequenze ELF. Per questo motivo gli effetti termici sono rilevanti solo alle radiofrequenze. Convegno “Salute e campi elettromagnetici” elettromagnetici”, Istituto Superiore di Sanità Sanità, Roma, 16 marzo 2007 Health Physics 74:494-522; 1998. Limiti di base raccomandati dall’ICNIRP Campi elettrici e magnetici ELF Lavoratori J < 10 mA/m2 Popolazione J < 2 mA/m2 Campi elettromagnetici a radiofrequenze Lavoratori SAR < 0.4 W/kg Popolazione SAR < 0.08 W/kg Convegno “Salute e campi elettromagnetici” elettromagnetici”, Istituto Superiore di Sanità Sanità, Roma, 16 marzo 2007 Livelli di riferimento raccomandati dall’ICNIRP a 50 Hz Lavoratori Campo elettrico 10 kV/m Induzione magnetica 500 µT Popolazione Campo elettrico 5 kV/m Induzione magnetica 100 µT Convegno “Salute e campi elettromagnetici” elettromagnetici”, Istituto Superiore di Sanità Sanità, Roma, 16 marzo 2007 Le evidenze scientifiche di possibili effetti a lungo termine dei campi elettrici e magnetici ELF sono state ricercate per mezzo di: • studi epidemiologici; • studi sperimentali in vivo su animali; • studi sperimentali in vitro su campioni cellulari. Convegno “Salute e campi elettromagnetici” elettromagnetici”, Istituto Superiore di Sanità Sanità, Roma, 16 marzo 2007 Convegno “Salute e campi elettromagnetici” elettromagnetici”, Istituto Superiore di Sanità Sanità, Roma, 16 marzo 2007 Analisi effettuata aggregando i dati originali degli studi epidemiologici più metodologicamente corretti (9 su 26 pubblicati nel periodo 1979-2000). Evidenziato un raddoppio del rischio di leucemia infantile statisticamente significativo (cioè con bassa probabilità dovuto a semplici fluttuazioni statistiche) negli esposti a più di 0.4 µT rispetto agli esposti a meno di 0.1 µT. L’associazione statistica, osservata per mezzo di studi epidemiologici, tra alti livelli residenziali di campi magnetici ELF e un aumentato rischio di leucemia infantile è stata giudicata come evidenza limitata (giudizio intermedio tra quello di evidenza inadeguata ed evidenza sufficiente). Evidenza limitata: l’associazione riportata dagli studi epidemiologici può essere credibilmente interpretata in termini di relazione causa-effetto tra esposizione e malattia, ma non è possibile escludere altre spiegazioni dell’associazione osservata. Convegno “Salute e campi elettromagnetici” elettromagnetici”, Istituto Superiore di Sanità Sanità, Roma, 16 marzo 2007 Spiegazioni alternative per epidemiologiche osservate: le associazioni • effetto del caso (poco probabile, essendo le associazioni statisticamente significative); • fattori confondenti (fattori di rischio associati sia alla patologia che all’esposizione, che possono essere noti o ignoti); • distorsioni connesse al reclutamento soggetti studiati (bias di selezione). dei Convegno “Salute e campi elettromagnetici” elettromagnetici”, Istituto Superiore di Sanità Sanità, Roma, 16 marzo 2007 Non sono state osservate evidenze consistenti che le esposizioni dei bambini ai campi elettrici e magnetici ELF siano associate con tumori cerebrali o altre forme di tumori solidi (evidenza inadeguata). Non sono state osservate evidenze consistenti che le esposizioni residenziali o occupazionali degli adulti ai campi elettrici e magnetici ELF aumentino il rischio di qualunque forma di cancro (evidenza inadeguata). Convegno “Salute e campi elettromagnetici” elettromagnetici”, Istituto Superiore di Sanità Sanità, Roma, 16 marzo 2007 Gli studi su animali da esperimento non hanno mostrato un consistente effetto cancerogeno o co-cancerogeno delle esposizioni ai campi magnetici ELF (evidenza inadeguata). Sebbene molte ipotesi siano state avanzate per spiegare possibili effetti cancerogeni dei campi magnetici ELF, non è stata individuata nessuna spiegazione scientifica attendibile. Convegno “Salute e campi elettromagnetici” elettromagnetici”, Istituto Superiore di Sanità Sanità, Roma, 16 marzo 2007 I campi magnetici ELF sono stati classificati dall’International Agency for Research on Cancer come possibilmente cancerogeni (Gruppo 2B). A causa dell'insufficienza dei dati, i campi magnetici statici e i campi elettrici statici ed ELF non possono essere classificati in relazione alla loro cancerogenicità (Gruppo 3). Convegno “Salute e campi elettromagnetici” elettromagnetici”, Istituto Superiore di Sanità Sanità, Roma, 16 marzo 2007 La classificazione della IARC 1 L’agente è cancerogeno per l’uomo 2A L’agente è probabilmente cancerogeno per l’uomo 2B L’agente è possibilmente cancerogeno per l’uomo 3 L’agente non è classificabile per quanto riguarda la cancerogenesi nell’uomo 4 L’agente è probabilmente non cancerogeno per l’uomo Convegno “Salute e campi elettromagnetici” elettromagnetici”, Istituto Superiore di Sanità Sanità, Roma, 16 marzo 2007 Esempi di agenti classificati dalla IARC Classificazione Cancerogeni Usualmente basata su una forte evidenza di cancerogenicità nell’uomo. Esempi di agenti Asbesto, Bevande alcoliche, Benzene, Radon, Tabacco, Radiazione solare, X e γ. Probabilmente cancerogeni Usualmente basata su una forte Scarichi dei motori Diesel, evidenza di cancerogenicità negli Lampade e lettini solari (evidenza animali. limitata nell’uomo), Formaldeide Bifenile policlorurato (PCB). Possibilmente cancerogeni Usualmente basata su una evidenza nell’uomo considerata credibile, ma per la quale altre spiegazioni non possono essere escluse. Caffè, Scarichi dei motori a benzina, Esalazioni di saldature, Campi magnetici ELF. Convegno “Salute e campi elettromagnetici” elettromagnetici”, Istituto Superiore di Sanità Sanità, Roma, 16 marzo 2007 In Giappone erano attesi elevati numeri di soggetti esposti ai livelli più alti di campo magnetico per via dell’alta densità di popolazione e della vicinanza delle abitazioni alle linee elettriche (non solo ad alta tensione, ma anche linee di distribuzione). Esposti: B > 0.4 µT Non esposti: B < 0.1 µT RR = 2.6 (IC95%: 0.76-8.6) (tutte le leucemie) RR = 4.7 (IC95%: 1.15-19.0) (solo LLA) Tra i 19 bambini esposti a più di 0.3 µT sono stati osservati 4 decessi (21%), a fronte di 17 decessi (6.8%) osservati nei 251 bambini esposti a meno di 0.1 µT. RR = 4.5 (IC95%: 1.5-13.8) I bassi numeri su cui è basato questo risultato rendono necessario attendere conferme da parte di nuovi studi. Documento approvato in data 19 luglio 2006, disponibile per consultazione pubblica, prima della stesura della versione finale (termine per inviare commenti scaduto in data 3/11/2006), sul sito della Commissione Europea: http://ec.europa.eu/health/ph_risk/committees/04_scenihr/scenihr_cons_03_en.htm Viene confermata la valutazione della IARC, e si ritiene molto importante che la ricerca scientifica cerchi di riconciliare le evidenze epidemiologiche con gli studi sperimentali che offrono uno scarso supporto all’ipotesi di un nesso causale tra esposizione a campi magnetici ELF e leucemia infantile. Per altre patologie, tra cui i tumori della mammella e le patologie cardiovascolari, le ricerche più recenti indicano come improbabile un’associazione con i campi ELF. Convegno “Salute e campi elettromagnetici” elettromagnetici”, Istituto Superiore di Sanità Sanità, Roma, 16 marzo 2007 Resta ancora aperta la possibilità di una relazione dei campi ELF con alcune patologie neurodegenerative (Alzheimer, sclerosi laterale amiotrofica) e con i tumori cerebrali, per cui sono necessarie ulteriori ricerche. Di interesse attuale è cercare di arrivare ad una migliore comprensione di studi sperimentali sulla genotossicità pubblicati recentemente come quelli facenti parte del progetto REFLEX: per quanto riguarda i campi ELF sono stati osservati danni al DNA per esposizioni intermittenti a 35 µT in alcune linee cellulari umane ma non in altre ( uno studio effettuato successivamente non ha tuttavia confermato questo risultato). Non è stata dimostrata una relazione tra i campi ELF ed alcuni sintomi non specifici (“ipersensibilità elettromagnetica”). Convegno “Salute e campi elettromagnetici” elettromagnetici”, Istituto Superiore di Sanità Sanità, Roma, 16 marzo 2007 Alcuni individui lamentano una serie di sintomi non specifici, attribuiti da essi stessi all’esposizione ai campi. I sintomi possono essere dermatologici (arrossamento, prurito, sensazione di bruciore), nevrotici e vegetativi (affaticamento, stanchezza, difficoltà di concentrazione, senso di instabilità e barcollamento, nausea, palpitazione cardiaca e disturbi della digestione). I sintomi lamentati sono certamente reali e possono variare molto nella loro gravità. Non esiste una base scientifica per associare i sintomi all’esposizione ai campi (studi di provocazione in condizioni controllate di laboratorio nel complesso negativi). Alcuni studi indicano che i sintomi possono derivare da fattori ambientali non correlati ai campi. Esistono anche indicazioni che i sintomi possano essere dovuti a condizioni psichiatriche pre-esistenti o a reazioni di stress derivanti dalla preoccupazione circa gli effetti dei campi elettromagnetici. Tuttavia, qualunque ne sia la causa, l’ipersensibilità elettromagnetica può rappresentare un problema disabilitante per i soggetti che ne soffrono, e richiede un trattamento medico. Uno degli aspetti più critici nell’informazione verso il pubblico è l’incertezza connessa ai risultati della ricerca scientifica, in primo luogo quella relativa all’esistenza stessa della relazione causa-effetto. Convegno “Salute e campi elettromagnetici” elettromagnetici”, Istituto Superiore di Sanità Sanità, Roma, 16 marzo 2007 Le incertezze scientifiche si riferiscono anche a: • aspetto dell’esposizione più rilevante per l’effetto sanitario (metrica di esposizione); • relazione esposizione-risposta; • periodo di esposizione, e sua durata, rilevante ai fini dell’induzione o della promozione della malattia. Queste incertezze rendono problematica qualsiasi valutazione quantitativa dei (possibili) rischi. Convegno “Salute e campi elettromagnetici” elettromagnetici”, Istituto Superiore di Sanità Sanità, Roma, 16 marzo 2007 Casi stimati di leucemia infantile possibilmente attribuibili ad esposizioni superiori a 0.4 µT (casi totali di leucemia infantile nel 2000: nel mondo 49000, in Europa 4878). I risultati degli studi epidemiologici sono generalmente espressi per mezzo del rischio relativo RR: RR = Rischio medio dei più esposti Rischio medio dei meno esposti L’analisi dei dati aggregati di precedenti studi epidemiologici effettuata da Ahlbom et al. (2000) indica un rischio relativo RR = 2.0 statisticamente significativo (IC95%: 1.273.13) degli esposti a livelli di induzione magnetica B > 0.4 µT rispetto agli esposti a B < 0.1 µT. Convegno “Salute e campi elettromagnetici” elettromagnetici”, Istituto Superiore di Sanità Sanità, Roma, 16 marzo 2007 Questi risultati non indicano che un bambino esposto a meno di 0.4 µT non sia soggetto ad un rischio associato al campo magnetico (non esiste nessuna indicazione del fatto che 0.4 µT sia una “soglia” per la cancerogenicità), né indicano che i bambini esposti a più di 0.4 µT siano tutti soggetti ad un rischio doppio di contrarre leucemia (non esiste nessuna indicazione del fatto che il rischio in funzione dell’esposizione sia “a gradino”). Convegno “Salute e campi elettromagnetici” elettromagnetici”, Istituto Superiore di Sanità Sanità, Roma, 16 marzo 2007 Rischio relativo per ogni 0.2 µT (esposizione come variabile continua): RR = 1.15 (IC95%: 1.04-1.27) Effetti a soglia: è in linea di principio possibile la totale eliminazione del rischio. Effetti privi di soglia: non è possibile una totale eliminazione del rischio, ma solo la sua riduzione ad un livello “accettabile”. Convegno “Salute e campi elettromagnetici” elettromagnetici”, Istituto Superiore di Sanità Sanità, Roma, 16 marzo 2007 L’adozione di una politica cautelativa di riduzione delle esposizioni è resa complessa dal fatto: • non siamo a conoscenza di soglie per gli effetti a lungo termine; • non siamo in grado di associare il rischio a determinati livelli di esposizione; • non conosciamo quale sia l’aspetto dell’esposizione più rilevante per l’effetto sanitario. Tutto ciò non permette di valutare i benefici sanitari derivanti da determinate misure di riduzione delle esposizioni. Convegno “Salute e campi elettromagnetici” elettromagnetici”, Istituto Superiore di Sanità Sanità, Roma, 16 marzo 2007