27/11/2014 Disegna il rettangolo ABCD che ha il lato AB sulla retta r: C Per approfondimenti: • Gallo E., Amoretti C., Testa C., 1989, Sul ruolo dei modelli nella risoluzione di problemi di geometria: Quaderni di ricerche in didattica della matematica, 7, Torino; • D’Amore B., 1999, Elementi di didattica della matematica. Bologna: Pitagora. Elena Franchini RSDDM - Gruppo di Ricerca e Sperimentazione in Didattica e Divulgazione della Matematica www.dm.unibo.it/rsddm www.formath.it A r 1 Qui gioca il ruolo principale di modello quello standard che crea uno stereotipo molto forte Un altro modello molto forte, legato alla posizione della retta r, è un modello a parallelogramma. C D B A r 3 4 1 27/11/2014 In alcuni casi gioca un ruolo notevole anche un altro fattore: il testo che l’adulto considera come testo unico, è visto da alcuni studenti come una sequenza di consegne. C A ◦ disegna un rettangolo ◦ chiamalo ABCD ◦ il lato AB deve stare sulla retta r B r C A 5 D 6 D B r 2 27/11/2014 L’alunno nel tempo costruisce un concetto riferendosi a proprie immagini mentali. L’immagine mentale, soprattutto all’inizio, è di carattere figurale. Poi entrano in azione gli altri registri semiotici: numerico, algebrico, schematico, grafico-funzionale, topologico, ecc. Con il passare dei giorni, dei mesi (in taluni casi anche degli anni), se convenientemente stimolato, l’allievo perfeziona le proprie immagini mentali: mediante rimozione degli elementi parassiti mediante rafforzamento degli elementi invarianti. Esempio: costruzione del concetto di rettangolo. 11 12 All’inizio, l’immagine mentale è di carattere figurale. Può essere indotta da un foglio di carta colorata oppure da una figura disegnata. Nelle prime immagini il rettangolo “appoggia” sul suo lato maggiore: 3 27/11/2014 Nel tempo l’immagine evolve. Per esempio il concetto di rettangolo si associa a due o più immagini del tipo: 2 1 13 Attenzione: l’immagine figurale è forte e contiene anche informazioni parassite. Se un allievo ha solo l’immagine 1 di rettangolo, non riconosce né 2 né 3 né 4 come rettangoli. (La 1 contiene l’informazione parassita che la dimensione maggiore è quella “orizzontale”.) L’allievo che possiede solo le immagini 1 e 2 (quelle di gran parte dei libri di testo, che contengono l’informazione parassita: lati “orizzontali” e “verticali”) non riconosce né 3 né 4 come rettangolo. 14 2 1 Es: IL CUBO L’allievo che possiede solo le immagini 1, 2, 3, 4 di rettangolo (che contengono l’informazione parassita “lati di lunghezza diversa”) non riconosce né 5 né 6 come rettangolo. A questo punto l’allievo può arricchire la propria immagine di rettangolo giungendo a una definizione verbale: quella di quadrilatero con gli angoli retti. 5 15 durante la Scuola Dell’Infanzia la maestra mostra agli alunni una scatolina di legno rossa a forma di cubo e dice agli studenti che quello è un cubo. Quindi un cubo è di legno? E’ rosso??? vengono mostrati altri oggetti di diverso materiale e diverso colore a forma di cubo Quindi non è per forza né di legno, né rosso.. È la forma che lo definisce! 4 27/11/2014 Es: IL CUBO durante la Scuola Primaria vengono mostrati vari oggetti a forma di cubo … dopo varie sollecitazioni e un susseguirsi di immagini la maggior parte degli studenti creano il modello di cubo come un solido con una data forma. studi rivelano che per la maggior parte degli studenti di Scuola Primaria, non è un cubo!!! conseguenza della proposta da parte dell’insegnante di un’immagine forte e convincente di un concetto, che diventa persistente, confermata da continui esempi ed esperienze; hanno molta forza di persuasione e molta rilevanza nelle competenze dell’allievo; conducono ad un’accettazione immediata. modelli che rispondono pienamente alle sollecitazioni intuitive e che hanno dunque un’accettazione immediata forte. Efraim Fishbein (1920-1998) «Il livello intuitivo si riferisce alla dinamica dell’accettazione soggettiva di un enunciato matematico come cosa evidente e certa» (Fischbein , 1985) Ma non è detto che il modello rispecchi il concetto in questione; molte volte si tratta di modelli creatisi con la ripetizione e niente affatto auspicati!! «L’esistenza di incompatibilità e di contraddizione nelle relazioni tra il livello concettuale e il fondamento intuitivo rappresenta una delle principali fonti di idee sbagliate e di errori nell’attività matematica dei bambini» (Fischbein , 1985) 5 27/11/2014 Quando non c’è in gioco una competenza cognitiva forte, emerge con energia il modello intuitivo. Anche quando uno studente si è costruito un modello corretto di un concetto, a volte, il modello intuitivo ricompare. «L’insistere eccessivamente nel fornire suggerimenti intuitivi usando rappresentazioni artificiali e troppo elaborate può fare più male che bene» (Fischbein , 1985) (Van Hiele, 1984) L’evoluzione del pensiero geometrico va ricercato a partire dalle prime esperienze spaziali del bambino fino alle più ardite e moderne teorie. (Sbaragli & Mammarella, 2010) Nei primi livelli scolastici questa disciplina è rivolta ad organizzare l’esperienza visiva, tattile, motoria degli allievi, puntando l’attenzione su alcune caratteristiche spaziali degli oggetti e organizzandosi in seguito razionalmente in modo sempre più autonomo. Negli ultimi anni di scuola primaria e nella scuola secondaria di primo grado dovrebbe iniziare una sistemazione e razionalizzazione del sapere geometrico che continuerà in modo sempre più critico e profondo nella scuola secondaria di secondo grado e che dovrà tener conto che il valore formativo di tale disciplina viene messo in risalto da una trattazione che inglobi i diversi approcci possibili. Visivo • Riconoscere le forme presentate a livello percettivo, ma manca l’abilità di rappresentarle mentalmente, ovvero di creare delle immagini mentali delle forme geometriche. • Apprendere il vocabolario geometrico, identificare e riprodurre le figure in modo corretto. • Si inizia a riconoscere le figure in base alle loro proprietà. Le immagini perdono di importanza rispetto ai loro attributi, ma le proprietà non sono ancora ordinate,. Descrittivo- • Manca ancora l’abilità di differenziarle in termini di definizioni e proposizioni, e di spiegare le relazioni tra le varie figure Analitico geometriche. Deduzioni informali • Prime osservazioni delle varie relazioni tra le figure dal punto di vista logico. • Conoscenza di una terminologia specifica appropriata e delle definizioni, così da poter riconoscere classi di figure e dedurne alcune proprietà. • Non vi è ancora una comprensione degli assiomi e delle dimostrazioni. 6 27/11/2014 Deduttivo Rigore geometrico • Si comincia ad essere in grado di distinguere formalmente tra una proposizione e la sua inversa, • Capire le dimostrazioni, i postulati, gli assiomi ed i teoremi. • Il pensiero si occupa del significato di deduzione, del reciproco di un teorema, della condizione necessaria e sufficiente. • L’ultimo livello, del rigore geometrico,consente agli studenti di apprendere la geometria non-euclidea e di confrontare diversi sistemi di assiomi. La geometria viene pertanto rappresentata in modo astratto. 26 28 30 7 27/11/2014 Termini ridondanti… l’angolo Denotazione/Denominazione La denotazione è una frase che lo descrive, lo caratterizza ˆ ABC il triangolo la parola “retta” ha una sua denotazione: linea che può essere percorsa senza cambiare direzione (questa non è una definizione, ma solo una denotazione) ABC Non è raro trovare dizionari sui quali si denota in modo tale da creare un circolo vizioso: Circonferenza: curva che racchiude un cerchio; Cerchio: parte di piano racchiusa da una circonferenza. AB = 4 cm 32 33 Denominazione Descrizione… Si tratta dell’attribuzione che viene data a un nome che serve a identificare o specificare l’oggetto o la persona o l’ente in questione. Retta Punto Poligono Quadrato Segmento la descrizione mette in rilievo proprietà degli oggetti che non saranno tutti elencati nella laconicità della definizione “quadrato è un rombo che ha tutti gli angoli della stessa ampiezza, le diagonali della stessa lunghezza, altri due assi di simmetria oltre alle diagonali…” La descrizione dunque non è la definizione; per definire un quadrato, basta una sola di queste proprietà, dato che da essa assunta come ipotesi si deducono come tesi le altre. 8 27/11/2014 Definizione… Termini primitivi “quadrato è un rombo che ha tutti gli angoli della stessa ampiezza” Una definizione serve a identificare, a circoscrivere, a indicare, a scegliere, a designare, a denominare, a denotare. Vediamo bene com’è fatta una definizione. DEFINIENDUM è il termine che si deve definire Queste parole si assumono come termini primitivi perché sono talmente semplici e “intuitive” che non vale la pena definirle; sono designazioni spontanee, basate su cultura precedente; si accettano senza definizione, perché è la loro presenza nelle circostanze descritte dagli assiomi che ne determina il significato; si introducono come puri termini e poi la teoria che man mano si sviluppa ne dà accezioni d’uso e/o de finizioni implicite. DEFINIENS predicato Processo infinito??? La retta è l’insieme infinito di punti che hanno tutti la stessa direzione Dimostrazione Ciò che assicura le verità delle asserzioni della matematica si chiama “dimostrazione”. Questa frase comporta che i punti dovrebbero avere di per sé una direzione. Il che è falso, perché una direzione deve avere dimensione 1 ed esprimere un ordine, mentre i punti hanno dimensione 0. Consideriamo un triangolo ABC ed i suoi angoli interni a, b e c. Quanto misura la somma delle ampiezze dei tre angoli interni di ABC? Una “direzione” è una componente di un vettore, a parte la lunghezza che è maggiore di zero, ma non definita La retta, come tutti i termini primitivi, si può solo descrivere, denominare e designare ma NON definire! dobbiamo “dimostrare” e non misurare, cioè fare un ragionamento convincente che non dipenda dal particolare triangolo, dalla particolare situazione, dalle misure, ma che sia generale. 39 9 27/11/2014 La geometria degli Elementi di Euclide, la più classica delle classiche, quella che chiunque ha studiato a scuola, si basa tutta su questa affermazione: è unica la retta che passa per P, parallela a r. L’unicità della parallela caratterizza la geometria di Euclide; ma non è una verità dimostrata, si tratta di un assioma. Se fosse dimostrata, non ci sarebbe più nulla da dire, la parallela è una e basta; ma se è un assioma, chiunque di noi lo può cambiare come crede e, appunto, sostituirlo con altri assiomi. 40 41 (Sbaragli (2005), Misconcezioni “inevitabili” e misconcezioni “evitabili”) Esame di Matematica a Scienze della Formazione R.: Che cos’è un angolo? S.: Un angolo è la lunghezza dell’arco R.: Allora, a mano a mano che ti sposti l’angolo diventa sempre più ampio? S.: È vero, non ci avevo mai pensato! 42 L’“archetto” dell’angolo rappresenta una misconcezione “evitabile” in quanto dipende da due diverse cause: la ripetitiva proposta della stessa rappresentazione; la scelta della rappresentazione stessa che meno di altre rispetta le proprietà del concetto che si vuole far apprendere (l’illimitatezza dell’angolo contrasta con la limitatezza dell’archetto). 43 10 27/11/2014 Come può essere evitata Questa misconcezione “evitabile” potrebbe non crearsi se si punta l’attenzione dell’allievo sulla caratteristica più rilevante di tale oggetto nel contesto della matematica: la sua illimitatezza. Nel dare risalto a tale proprietà si potrebbero mostrare varie rappresentazioni diverse, tenendo conto dell’importanza dell’interazione tra gli oggetti figurali e concettuali. 44 Lingua comune e linguaggio matematico Osservazione In questo caso gioca un ruolo negativo anche il termine “interni”… 45 La rappresentazione “archetto” soddisfa maggiormente il contesto di lingua comune, piuttosto che quello matematico… “Metti questa penna in quell’angolo del tavolo”: si intende la parte di piano il più possibile vicina ad un vertice 46 In questa ottica si potrebbe rappresentare un angolo di un poligono, proponendo la seguente immagine, dove l’illimitatezza dell’angolo contrasta la limitatezza del poligono. Quell’“archetto” sembra essere l’esplicitazione di ciò che si intende per angolo in lingua comune 47 11 27/11/2014 (Sbaragli (2005), Misconcezioni “inevitabili” e misconcezioni “evitabili”) Obiettivo didattico Riuscire a far sì che gli allievi concepiscano gli oggetti matematici facendo prevalere i concetti sulle immagini, in modo da sapere poi trasferire l’aspetto concettuale su ogni singola proposta figurale che viene loro fornita. 48 50 Durante una sperimentazione in una IV primaria «Quello che hai in mano tu è un rombo… quello che abbiamo in mano noi è un quadrato» 49 R.: «Perché il mio è un rombo e il vostro un quadrato?» B.: «Perché la maestra ci ha detto che il rombo ha le diagonali orizzontali e verticali, mentre il quadrato ha le diagonali oblique». A questo punto, come è possibile sostenere che questa immagine è davvero un quadrato? Va primaria e Ia secondaria 51 12 27/11/2014 V primaria D23_a 1,5 21,9 76,6 D23_b 5,3 53,1 41,5 Non risposte sbagliate Una convenzione, accettata da tutti i libri di testo, è chiamare il seguente lato del trapezio con il nome di lato obliquo. corrette D16a 2,5 19,0 78,5 D16b 8,2 46,4 45,4 I secondaria 52 53 (Sbaragli (2005), Misconcezioni “inevitabili” e misconcezioni “evitabili”) La parola base nello spazio… Nello spazio c’è chi definisce base la faccia sulla quale “appoggia” il solido Un uso improprio di questi termini, basato esclusivamente sull’importanza data alla posizione assunta dall’oggetto, piuttosto che alle caratteristiche matematiche dell’oggetto stesso, potrebbe generare misconcezioni “evitabili”. 54 55 13 27/11/2014 Durante una sperimentazione alla scuola secondaria… Alla sollecitazione: «Di quale poliedro si tratta?» P.: «Non so che cosa sia, ma se lo rigiri diventa una piramide a base quadrata» 56 58 57 La ripetitiva proposta di rappresentazioni stereotipate comporta che la posizione vincola l’oggetto del quale si sta parlando. Alcuni insegnanti affermano che la parola base nel piano è il lato del poligono che viene disposto orizzontalmente rispetto al lettore e nella parte inferiore del foglio. 59 14 27/11/2014 In una V primaria… «Colora una delle basi del seguente quadrato» La maggioranza degli allievi fornisce le seguenti risposte… 60 - «Questa figura non ha nessuna base, perché la base sono i lati messi sdraiati, così: »; - «Questo quadrato ha come base il vertice disegnato in basso»; - «Questo quadrato ha come base i due lati in basso» (rappresentati nella parte inferiore del foglio che vengono quindi colorati dall’allievo). 61 Studenti di scuola superiore… S.: «Il rombo non ha le basi, ha solo le diagonali» Unica formula dell’area conosciuta per un rombo: A=(d1 × d2)/2 e non la formula più intuitiva: Lunghezza di un lato × relativa altezza essendo un rombo un caso particolare di parallelogrammo. 62 63 15 27/11/2014 Nell’insegnamento della matematica vi sono dei concetti considerati semplici da essere appresi da parte degli allievi ma che, in realtà, sono alla base di insidiose misconcezioni, causate a volte dalle scelte didattiche effettuate dagli insegnanti. Esempio: l’altezza…maldestramente definita alla scuola elementare e poi spesso lasciato semplicemente all’intuizione, ma che è causa di diffuse difficoltà tra gli studenti di qualsiasi età. 64 Sbaragli S. (2010). Qui cade sua… altezza Segmento o grandezza? Di solito, nei libri di testo, si legge ad esempio che ciascuna delle tre altezze di un triangolo è «il segmento che “parte” da un vertice e “cade” perpendicolarmente sul lato opposto o sul suo prolungamento». È lecito domarsi: l’altezza è davvero un segmento o una grandezza? Come può un segmento “partire” e “cadere”? Supponendo che un segmento possa “partire”, lo deve fare per forza da un vertice? Si parla di altezza solo per determinate figure? Quante altezze ha un poligono? L’altezza rappresenta quindi un concetto all’apparenza semplice ma che nasconde al suo interno notevoli complessità… 65 Vertice o un qualsiasi punto? «No, questa non è l’altezza, perché non rispetta la regola che abbiamo imparato. L’altezza deve partire dal vertice e scendere fino a quando incontra la base» (V primaria) 66 67 16 27/11/2014 Interna o anche esterna? Verticale o qualsiasi direzione? Questo segmento rappresenta una delle altezze del triangolo?» Alcuni bambini rispondono: «No, perché non è in piedi» «Non è un’altezza perché finisce fuori dal triangolo» (V primaria) 68 69 70 E così, l’altezza diventa esclusivamente verticale dal punto di vista del lettore... e precisa… «In questo momento non è un’altezza; se voglio che diventi un’altezza, devo girare il foglio e rimetterla in piedi» e la dispone nel seguente modo: Quante altezze ha un poligono? Ad esempio il trapezio, pur essendo costituito da 4 lati, ha per i libri di testo un’unica altezza: la distanza tra i due lati paralleli; mentre si potrebbe far notare che ciascun quadrilatero, avendo 4 lati, ha 4 altezze, una relativa a ciascun lato. L’autista scolarizzato… 71 17 27/11/2014 «L’altezza di un trapezio è la distanza tra due lati paralleli». 72 Sbaragli S. (2010). Qui cade sua… altezza. 73 74 Risulta invece interessante parlare di altezza in modo generalizzato per qualsiasi poligono e far sì che ogni poligono abbia un numero di altezze pari al numero di lati. Ciò è possibile considerando un’altezza rispetto ad un lato come «la distanza massima individuata dai punti del poligono rispetto a quel lato o al suo prolungamento o, se si preferisce, rispetto alla retta che contiene quel lato» (nel concetto di distanza è già implicita la perpendicolarità). Alla richiesta di disegnare un’altezza in un poligono disposto nel foglio in modo che nessuna di queste potesse essere individuata tramite una parallela ai margini del foglio, l’allievo disegna una verticale dal suo punto di vista che non era in realtà un’altezza, non essendo perpendicolare ad un lato. 75 18 27/11/2014 Queste misconcezioni derivano dalla diversità tra lo spazio dell’esperienza fisica che è anisotropo, ossia possiede una direzione privilegiata rappresentata dalla verticale, e lo spazio isotropo della geometria euclidea, dove tutte le direzioni per un punto si equivalgono. Occorre quindi curare il passaggio dallo spazio anisotropo del bambino allo spazio isotropo della geometria. Sul suo libro c’era scritto che il triangolo è isoscele quando ha i lati obliqui della stessa lunghezza. 76 77 Sbaragli S. (2004). La rilevazione di misconcezioni in geometria. Il caso degli enti primitivi. Che cos’è per te un punto in matematica? A.: … non è un triangolo isoscele perché non ha i due lati obliqui della stessa lunghezza. “è un punto rotondo che forma le linee” (III media) “per me il punto può essere una cosa grandissima o microscopica perché è come un cerchio di diverse misure” (IV elementare) “il punto è una parte di piano indeterminato, perché può avere varie dimensioni, che costituiscono l’inizio, la fine o entrambi di un segmento, una retta” (III media) “non si sa ancora bene che cos’è un punto però per me è solo un punto su un foglio che può essere di diverse dimensioni”(IV elementare) “.”(Liceo) 78 “Il punto è sferico” (ins.) “Il punto è un cerchio di diametro variabile” (ins) “Non credo che ci siano altri modi per rappresentare un punto se non quello di toccare leggermente un foglio con una penna (ins.) Si attribuisce a questo ente matematico: una forma tondeggiante, una certa dimensione variabile. 79 19 27/11/2014 Queste misconcezioni mettono in evidenza come si confonda la rappresentazione proposta con l’oggetto matematico che si vuole far apprendere. Il punto è percepito e riferito all’unica rappresentazione che viene comunemente fornita dalla noosfera: un “tondino” disegnato su un foglio, di diametro variabile, avente una certa dimensione. Tali rappresentazioni convenzionali univoche rischiano di essere percepite come le uniche plausibili e possibili. 80 81 “Lo studente non sa che sta apprendendo segni che stanno per concetti e che dovrebbe invece apprendere concetti; se l’insegnante non ha mai riflettuto su questo punto, crederà che lo studente stia apprendendo concetti, mentre questi sta in realtà ‘apprendendo’ solo a far uso di segni”. (D’Amore) 82 Occorre didatticamente fare molta attenzione alla scelta, ai contesti ed alle modalità d’uso dei segni che rappresentano l’oggetto matematico che si vuole far apprendere agli allievi. 83 20 27/11/2014 Le diverse rappresentazioni del punto La varietà di rappresentazioni permetterà agli allievi di “purificare” l’oggetto dalle proprietà che non gli sono proprie come: la forma, la pesantezza, il colore, la dimensione … per poi indirizzarli verso i saperi “istituzionali”. Un punto in matematica dovrebbe essere un ente privo di dimensione, quindi la sua rappresentazione, necessaria per potersi capire, potrebbe essere di qualsiasi tipo, dato che non deve rispecchiare nessuna caratteristica particolare, se non quella di non poter essere eseguita. 84 85 Se chiediamo ai bambini: Cos’è per te un punto in matematica? Cos’è per te la linea in matematica? Scuola dell’infanzia Punto: “Sono dei puntini piccoli e grossi” (Andrea 5 anni) Linea: “La linea matematica è un metro” (Riccardo 5 anni) 86 87 21 27/11/2014 Scuola primaria Commento dell’insegnante “Il punto in matematica secondo me è una cosa importante. Ma per me può significare tre cose: a) Il punto in un numero grande tipo 123.528.267.946 in un numero così i punti servono per riuscire a leggere il numero; b) C’è qualcuno che al posto del x usa il punto esempio 14 · 5 = 70 in questa moltiplicazione il punto serve per abbreviare; c) Qualcun altro invece usa il punto come virgola, esempio 194,6 o 194.6 Secondo me il modo più utile è il numero 1” (V primaria) “Questo (suo alunno che ha scritto il TEP riportato) ha individuato bene il punto in matematica. Se si chiedeva in geometria era un’altra cosa, ma in matematica ha ragione lui: è questo il punto” 88 90 89 “Io penso che il punto matematico sia un punto che fa finire una frase matematica anche per far finire i numeri” (III elementare) “Non si sa ancora bene che cos’è un punto però per me è solo un punto su un foglio che può essere di diverse dimensioni” (IV elementare) “Un punto in matematica è importante per poter prendere un voto per essere felici” (I media) Alla domanda, ancora ambigua, “quanti punti ci sono in un piano?” “Dipende se i puntini sono vicini ce ne possono essere 100, anche di più” “Dipende da quanti ne vogliamo fare noi, possiamo farli vicinissimi e diventano tantissimi. Se li vogliamo fare distanti sono pochi.” 91 22 27/11/2014 “modello della collana” che viene indicato spesso dagli studenti come modello adatto per rappresentarsi mentalmente i punti sulla retta e che è stato a volte evidenziato dagli alunni come modello fornito dai loro insegnanti di scuola elementare, modello che resiste ad ogni attacco successivo (Arrigo e D’Amore, 1999; 2002) 92 94 In alcuni casi queste idee sono state accettate, e addirittura condivise, dagli insegnanti intervistati. Anche se si fanno piccoli piccoli i punti, più di tanti non ce ne stanno in una retta. (insegnante di scuola elementare) 93 dato che anche i bambini molto piccoli (3-6 anni) hanno concezioni matematiche ingenue ma profonde ottenute empiricamente o per scambio sociale, si potrebbe addirittura pensare che tutta la carriera scolastica di un individuo, per quanto attiene la matematica, sia costituita dal passaggio da misconcezioni a concezioni corrette. La letteratura ha ampiamente mostrato come molti studenti di ogni età siano convinti che vi sia una relazione di dipendenza stretta tra i due concetti sul piano relazionale, del tipo: se A e B sono due figure piane, allora: se (perimetro di A > perimetro di B) allora (area di A > area di B) idem con < idem con = (per cui: due figure isoperimetriche sono necessariamente equiestese); e viceversa, scambiando l’ordine “perimetro – area” con “area – perimetro” 95 23 27/11/2014 lo studente tenta di applicare la seguente “legge di conservazione”: Trova un esempio per ognuno di questi casi: se la tal cosa cresce, anche quest’altra ad essa relazionata cresce (e viceversa) Azhari (1998) 96 97 98 99 24 27/11/2014 Risposte Corrette: 14% Risposte Errate: 80% LIV 06_2013 LIV 06_2010 “Le figure geometriche sono regolari” Ottagono può essere solo un poligono regolare Quadrato, poligono regolare per eccellenza, ha tutto uguale, perfino le diagonali uguali al lato! Risposte Corrette: 14,7% 100 101 PN_2011 “Area e Perimetro” “altezza” LIV 05_2012 102 “Area e Perimetro” 103 25 27/11/2014 livello 5 2011/12 PN_2010 “Area e Perimetro” 104 “L’altezza è verticale” 105 LIV 05_2012 “L’altezza è verticale” Cercare di costruire situazioni di apprendimento partendo dalle prove di valutazione standardizzate Ambiente di apprendimento Software di Geometria Dinamica. È noto che dinamizzare la situazione crea un effettivo arricchimento concettuale. (Arzarello et al, 2012, Noss, Healy, Hoyles, 1997, Laborde et al, 2006, Olivero & Robutti, 2007) 106 26 27/11/2014 Valutazione standardizzata Valutazione formativa Valutazione standardizzata Valutazione formativa Il software di geometria dinamica permette la costruzione e la manipolazione di figure geometriche nel piano euclideo e nel piano cartesiano Perché Geogebra? È GRATUITO Consente una buona gestione simbolica degli oggetti geometrici e l’integrazione con l’ambiente numerico Valutazione standardizzata Valutazione formativa dinamicità, ottenuta tramite la funzione di trascinamento (dragging); la misura (di lunghezze di segmenti, di ampiezze di angoli, di aree di figure, ...); Livello 05 la traccia, il luogo, l’animazione (che consentono di vedere l’evoluzione di modelli); l’integrazione di registri di rappresentazione diversi (come quello geometrico e quello analitico), che consente di modellizzare situazioni problematiche. 27 27/11/2014 Livello 05 Livello 06 Animazione Animazione 2 Livello 06 Animazione IV GEOGEBRA ITALIAN DAY - Torino, 3 ottobre 2014 28 27/11/2014 Animazione IV GEOGEBRA ITALIAN DAY - Torino, 3 ottobre 2014 IV GEOGEBRA ITALIAN DAY - Torino, 3 ottobre 2014 Dal disegno di un triangolo all’idea di triangolo Spazio e figure Relazioni e funzioni La situazione appena vista è un ponte verso l’ambito relazioni-funzioni. Il problema della generalità Ogni volta che lavoriamo su una figura geometrica, abbiamo sotto gli occhi un modello concreto (ad es. il triangolo rettangolo) Insegnanti Noi insegnanti sappiamo che ci stiamo riferendo a una famiglia infinita di figure che condividono con quel particolare disegno di triangolo alcune proprietà e non altre. Sappiamo distinguere quali sono le proprietà accidentali, cioè che appartengono a quel triangolo ma non necessariamente a tutti gli altri. Studenti Elementi particolari possono essere considerati fondamentali. Entrano nelle caratteristiche generali alimentando così il formarsi di misconcezioni. 29 27/11/2014 Il problema Dal disegno di un triangolo della all’idea di triangolo generalità Ogni volta che lavoriamo su una figura geometrica, abbiamo sotto gli occhi un modello concreto (ad es. il triangolo rettangolo) Ogni volta che lavoriamo su una figura geometrica, abbiamo sotto gli occhi un modello concreto (ad es. il triangolo rettangolo) Caratteristiche molto forti come impatto visivo DISPOSIZIONE ASSUNTA (ANCHE INCONSAPEVOLMENTE) COME UNA CARATTERISTICA DI OGNI TRIANGOLO RETTANGOLO Capacità minima di identificare un triangolo rettangolo in questa posizione MOLTO FREQUENTEMENTE QUINDI GLI STUDENTI ASSUMONO COME RAPPRESENTATIVO DI UN CONCETTO UN ESEMPIO PROTOTIPICO IN CUI SONO PRESENTI ANCHE CARATTERISTICHE CHE IN REALTA’ NON APPARTENGONO ALL’IDEA GENERALE. Con Geogebra Tendono a riprodurre e a disegnare, ogniqualvolta un problema o una consegna richiede di lavorare con quella figura in generale, proprio il modello prototipico. RAFFORZATO: Libri di testo Abitudini di disegno delle insegnanti Costruire figure geometriche anche seguendo percorsi non-standard (ad esempio come risultati di costruzioni precedenti oppure definendo analiticamente le coordinate dei punti) Permette di muovere liberamente le figure Consente di modificarle con diverse modalità L’USO DI UN SOFTWARE DI GEOMETRIA DINAMICA E DI UNA LIM OFFRE AGLI STUDENTI E AGLI INSEGNANTI MOLTA PIU’ LIBERTA’ NEL REALIZZARE E MANIPOLARE FIGURE GEOMETRICHE 30 27/11/2014 COSTRUZIONI GEOMETRICHE Le figure vengono costruite definendo le relazioni fra gli elementi che le compongono C • • • • TRACCIARE UN SEGMENTO (AB) TRACCIARE LA RETTA PERPENDICOLARE AD AB PER IL PUNTO B COSTRUIRE UN SEGMENTO BC SULLA RETTA PERPENDICOLARE CONGIUNGERE A CON C Trascinamento dei vertici B Il triangolo di Duval La geometria coinvolge tre tipi di processi cognitivi, che sono tra di loro collegati A Sono consentiti tutti (e solo) i movimenti che mantengono la perpendicolarità tra AB e BC (punto C si muoverà solo lungo la direzione BC, punto B si muoverà nel piano ma BC continuerà ad essere perpendicolare ad AB, ) 133 Visualizzazione Visualizzazione Il lavoro con le figure: Su supporto materiale Nella nostra mente Costruzione 134 Dimostrazione 135 31 27/11/2014 Costruzione Dimostrazione Il lavoro con gli strumenti Il lavoro teorico Discorso con definizioni, assiomi, teoremi Riga e compasso Software 136 137 Sono processi distinti 138 La visualizzazione non dipende dalla costruzione, abbiamo accesso cognitivo alle figure, indipendentemente da come le abbiamo ottenute. La visualizzazione è un supporto intuitivo, talvolta necessario per trovare una dimostrazione, ma la dimostrazione in sè dipende solo dal corpus di proposizioni (definizioni, assiomi, teoremi) che sono disponibili … Ma nel complesso: Ogni attività in geometria coinvolge, almeno implicitamente, una comunicazione tra questi tre tipi di processi 139 32 27/11/2014 In effetti i concetti geometrici, diversamente da altri concetti matematici, necessitano di rappresentazioni figurali per poter essere compresi, ma la sola rappresentazione figurale non è di per sé sufficiente per formare il concetto geometrico… “Solo con un atto mentale, un disegno può arrivare a condividere con il concetto che rappresenta, anche la generalità” (Mariotti M.A.) Fischbein (1963) Fischbein (1993) «Una figura geometrica può essere descritta come avente intrinsecamente proprietà concettuali. Tuttavia una figura geometrica non è puro concetto. È un’immagine, un’immagine visiva. Possiede una proprietà che i concetti usuali non possiedono, cioè include la rappresentazione mentale di proprietà spaziali. Tutte le figure geometriche rappresentano costruzioni mentali che possiedono simultaneamente proprietà concettuali e figurali» 142 143 ASPETTI CONCETTUALI E FIGURALI “l’integrazione di proprietà figurali e concettuali in strutture mentali unitarie, con il predominio dei vincoli concettuali su quelli figurali, non è un processo naturale ”. (Fishbein, 1993) Un concetto figurale è quindi una fusione, a livello mentale, tra concetto e figura. ASPETTI CONCETTUALI E FIGURALI I software di geometria dinamica sono considerati un nuovo tipo di mediatore tra gli aspetti figurali e concettuali Quando uno studente risolve un problema di geometria opera sul concetto figurale Che cosa vedi? 33