I FRANCHI Popolazione di stirpe germanica, i Franchi si stanziarono nella regione settentrionale dell’antica Gallia romana (Austrasia) dando vita ad un regno latino-germanico. Si convertì al Cristianesimo, direttamente senza passare dall’arianesimo, e Clodoveo con lui i suoi sudditi. Ciò favorì lo sviluppo di un rapporto privilegiato tra (inizi VI secolo) Franchi e Chiesa di Roma. dinastia dei Merovingi Conquistò la Neustria, poi il territorio abitato dagli Alamanni e l’Aquitania (vedi carta p. 106) Si disinteressarono del governo del regno, preferendo dedicarsi ad ogni Successori di genere di svago. Lasciarono perciò il potere ai maestri di palazzo o Clodoveo maggiordomi che governavano al loro posto. “re fannulloni” Ulteriori conquiste di territori. Nel 732 sconfisse gli Arabi nella battaglia di Poitiers, arrestando così Carlo Martello l’avanzata dei musulmani in Europa e conquistando un grande prestigio. maestro di palazzo Riuscì a farsi proclamare re al posto del sovrano; ma per essere Pipino il Breve considerato re a tutti gli effetti, chiese di essere consacrato re dal papa figlio di Carlo Martello (unto con l’olio sacro come Saul – re e sacerdote). In cambiò offrì al papa il suo aiuto contro i Longobardi e infatti scese in Italia, li sconfisse e donò al papa le terre loro sottratte. Intraprese numerose campagne militari: Carlo Magno - in soccorso al papa contro i Longobardi scese in Italia e li sconfisse, figlio di Pipino il Breve ponendo fine al loro regno. Si proclamò re d’Italia e donò al papa le terre dinastia dei Carolingi sottratte ai Longobardi (771-814) - sottomise i Sassoni, i Bavari e gli Avari erano pagani, non si erano convertiti al Cristianesimo) - organizzò spedizioni contro gli Arabi in Spagna, anche se con poco successo. Essendo considerato il principale difensore della fede cristiana, nella notte di Natale dell’anno 800 a Roma fu incoronato da papa Leone III imperatore del Sacro Romano Impero. Organizza il suo impero basandosi sul vassallaggio (vedi p. 112-113). Cercò, inoltre, di migliorare le condizioni di vita della popolazione sul piano socio-economico: - promosse il ripristino di numerose strade romane; - favorì l’istituzione di fiere e mercati, che rivitalizzarono il commercio, l’artigianato e le città; - sostenne le attività agricole, favorendo la fondazione di vescovadi e monasteri che organizzassero tali attività nel territorio. Promosse molte riforme economiche: - riforma monetaria (unica valuta il denario d’argento che solo il re poteva coniare; - combatté l’usura, cioè il prestito di denaro a interesse; - cercò di stabilizzare i prezzi, fissandone il livello massimo; - ridusse tasse, pedaggi e dazi. Intanto si afferma il sistema economico curtense (vedi p. 119, 120, 121). Carlo Magno promosse anche la cultura e l’istruzione perché ne aveva compresa l’importanza: - si circondò di uomini di cultura (Alcuino da York, Eginardo); fondò la Ludovico il Pio figlio di Carlo Magno Lotario, Ludovico il Germanico e Carlo il Calvo Carlo il Calvo Carlo il Grosso Scuola Palatina in cui si discuteva della Bibbia, ma anche dei testi classici latini e di scienze naturali; favorì la diffusione di scuole in tutto l’Impero, soprattutto presso i vescovadi e i monasteri. Lasciò l’impero ereditato dal padre ai suoi tre figli: Lotario, Ludovico il Germanico e Carlo il Calvo. Dopo tre anni di conflitto, nell’843, con il Trattato di Verdun, i tre fratelli si spartirono così l’impero: - a Lotario l’Italia settentrionale, la Borgogna e la Lotaringia; - a Ludovico il Germanico l’Europa centro settentrionale (la Germania); - a Carlo il Calvo la Francia occidentale e la Marca Spagnola. (Vedi carta p. 129) Capitolare di Kiersy dell’877: i feudatari ottengono l’ereditarietà dei feudi maggiori: il sovrano perde il controllo su gran parte del suo territorio. Riunisce l’Impero sotto il suo controllo, ma nell’887 viene deposto dai feudatari. Si formano regni indipendenti.